Secondo QAnon, la candidatura di Trump è stata voluta dai militari per sgominare la cricca di pedofili
Da quest’ultimo dettaglio deriverà una spasmodica attenzione per l’apparire del numero nei discorsi e nei tweet di Donald Trump. La Q è la 17ª lettera dell’alfabeto inglese, e qualunque uso del 17 da parte del presidente sarà interpretato come segnale di riconoscimento, o ammicco, in direzione di Q.
Nell’autunno 2017, come ricostruisce la Nbc, i messaggi di Q sono ripresi e diffusi da alcuni mediattivisti di destra. È così che si sviluppa il fenomeno QAnon.
Ben presto si forma una comunità di autodichiarati “fornai”, che raccolgono le briciole e ne fanno un “impasto”, cioè cercano di cogliere i riferimenti, trovano puntini da unire, forzano ogni elemento dentro uno schema in apparenza coerente. La narrazione che ne risulta è chiamata The storm, la tempesta.
Il nome è ispirato a una frase che Trump ha pronunciato il 6 ottobre, mentre posava per una foto di gruppo con rappresentanti delle forze armate. “Questa è la quiete prima della tempesta”, ha detto. I giornalisti presenti gli hanno chiesto di spiegarsi, ma non l’ha fatto. Secondo alcuni era un riferimento alle tensioni con la Corea del Nord, oppure con l’Iran. Secondo la comunità di QAnon era un avvertimento alla cabala.
In italiano cabal si può tradurre con “cricca”, ma in inglese ha una connotazione in più: il termine deriva dalla cabala, la tradizione esoterica ebraica, dunque – soprattutto se usato in certi contesti – evoca il sempiterno “complotto giudaico”.
Secondo QAnon, una cricca di politici – in gran parte democratici, ma anche repubblicani ostili a Trump – e figure dell’establishment controlla da decenni il governo americano, dunque gran parte del pianeta, e al contempo gestisce una vasta e capillare rete di pedofili. Della cricca fanno parte Bill e Hillary Clinton, Barack e Michelle Obama, il senatore John McCain, diverse celebrità di Hollywood – il più tirato in ballo è Tom Hanks – e l’artista Marina Abramović. Ha un ruolo importante anche la Cemex, multinazionale messicana dei materiali da costruzione, il cui vero business sarebbe il traffico di bambini. Oltre, naturalmente, a George Soros, vera e propria figura-jolly dell’odierno complottismo.
Durante gli incontri segreti della cabal si svolgerebbero, oltre alle violenze su minori, rituali di vampirismo e cannibalismo. Il 9 luglio 2016 Hillary Clinton avrebbe partecipato, a casa di Marina Abramović, a una cena satanica con riti a base di latte umano, sperma, sangue mestruale e sangue di maiale.
Secondo QAnon, la candidatura di Trump alla Casa Bianca è stata voluta dai militari per sgominare la cricca di pedofili e salvare il paese.
Durante un comizio del presidente statunitense Donald Trump a Wilkes-Barre, Pennsylvania, il 2 agosto 2018. (Victor J. Blue, Bloomberg via Getty Images)
In Italia comincia a riprendere queste storie il cospirazionista Maurizio Blondet, in articoli poi condivisi sui social network dal futuro presidente della Rai Marcello Foa.
Nell’autunno 2017 Trump e il suo entourage sono da tempo oggetto di un’indagine federale condotta dal procuratore speciale Robert Mueller. L’ex direttore dell’Fbi indaga sui presunti legami fra Trump e la Russia di Putin, e sulle possibili interferenze russe nelle elezioni statunitensi dell’anno prima. Ma secondo QAnon, questa versione è solo una copertura. Non è Trump a essere sotto inchiesta: in realtà Mueller sta investigando sui Clinton e su Obama, per conto di Trump. Quest’ultimo è un genio che sta lavorando nell’ombra e giocando – è l’espressione utilizzata più spesso – una “partita a scacchi in 4d”.
La partita finirà con il “grande risveglio”, il momento in cui l’operazione di Trump colpirà la rete pedofila e i capi di quest’ultima saranno imprigionati a Guantanamo. A tale scopo, il dipartimento della giustizia avrebbe già pronti 25mila rinvii a giudizio, al momento sigillati, destinati alla dirigenza del Partito democratico e ai principali esponenti della cabal.
La missione di Q è preparare al gran giorno la parte più avveduta dell’opinione pubblica.
Non è chiaro perché mai Trump avrebbe autorizzato qualcuno a preavvertire i suoi nemici, per giunta su un forum come 4chan, facendo trapelare dettagli di un piano che in teoria sarebbe segretissimo. Del resto, questa – come vedremo – è la contraddizione di base di tutta la letteratura complottista.
Il grande risveglio è sempre dato per imminente. Quando, il 25 agosto 2018, muore John McCain, su 8chan si ipotizza non sia davvero morto di tumore: probabilmente si è suicidato per evitare l’arresto e la prigionia a Guantanamo.
Nei primi mesi del 2018, la comunità di QAnon si sposta da 4chan a 8chan, forum ancor meno moderato, talmente permissivo che sulle sue bacheche si trovano anche filmati di autopsie e immagini di pornografia infantile. In pratica, per denunciare complotti di pedofili immaginari si sceglie un forum frequentato da pedofili veri.
Allo stesso tempo, QAnon colonizza zone della rete ben più visibili e accettabili: prima Reddit, poi YouTube, poi Twitter. Non solo: diversi soggetti cominciano a produrre e vendere online, soprattutto su Amazon, felpe, magliette, cappellini, tazze e vari articoli da regalo a tema QAnon.
Nell’aprile 2018 viene anche lanciata l’applicazione chiamata QDrops, che consente di ricevere le “briciole” sul proprio smartphone e seguire il lavoro dei “fornai” in tempo reale. In brevissimo tempo, scala la classifica delle app più scaricate dall’App store di Apple e dal Play store di Google.
QAnon si diffonde velocemente nella destra americana, in particolare nella fascia anagrafica dei boomer, gli over cinquanta. Anche le celebrità che abbracciano la causa sono boomer, come l’attrice Roseanne Barr, tanto che l’alt-right, composta in prevalenza da persone sotto i quaranta, comincia a ironizzare su QAnon in quanto teoria per “attempati”.
Il 7 aprile 2018 a Washington si tiene una manifestazione a favore di QAnon. Partecipano solo 200 persone, ma è la prima uscita della teoria del complotto nel “mondo reale”, fuori dei forum di internet.
Poco dopo, la fuoriuscita si trasforma in una serie di incursioni violente.
Il 15 giugno, un uomo armato di fucile blocca il ponte della diga Hoover, in Nevada, mettendosi di traverso con un furgone blindato. Si chiama Matthew Wright, ha trent’anni. Prima di essere arrestato, grida frasi che rimandano a QAnon e mostra un cartello nel quale chiede alla Casa Bianca di “pubblicare l’Oig report”, il rapporto dell’ufficio dell’ispettore generale sulle email di Hillary Clinton.
In realtà il rapporto è già stato pubblicato il giorno prima. Ha più di 500 pagine, ma QAnon deve averlo letto al volo, perché ha subito fatto sapere di ritenerlo un falso. Trump avrebbe in mano il rapporto autentico. Se reso pubblico, proverebbe che l’Fbi, il dipartimento della giustizia e i democratici hanno infranto la legge nel tentativo di impedire la vittoria di Trump. Eppure, per qualche motivo, Trump lo tiene nel cassetto.
Negli stessi giorni, in Arizona, un’improvvisata milizia di destra esplora i dintorni dell’interstatale 19, a ridosso del confine col Messico, in cerca di “campi di pedofili”. Si fanno chiamare Veterans on patrol (Vop). Il loro capo, Michael Lewis Arthur Meyer, 39 anni, è un seguace di QAnon ed è convinto che nei dintorni vi siano luoghi dove dei bambini sono tenuti prigionieri e violentati. Luoghi di proprietà della Cemex.
I Vop cercano di convincere la polizia di Tucson che un bivacco di senza dimora abbandonato su un terreno della Cemex mostra segni della presenza di bimbi in schiavitù. La polizia fa un sopralluogo, ma non trova nulla. Il 12 luglio, Meyer è arrestato per violazione di proprietà privata. In polemica con le autorità che ignoravano le sue segnalazioni, aveva occupato una torretta sul terreno “incriminato”.
L’8 agosto, a Orange County, California, l’ufficio dello sceriffo arresta Forrest Clark, 51 anni, accusato di aver appiccato il grande incendio soprannominato “Fuoco sacro”, che sta divorando migliaia di ettari di boschi. “Questo posto brucerà!”, aveva annunciato Clark, noto fanatico di complotti e, da alcuni mesi, seguace di QAnon.
Douglas, Wright, Meyer, Clark, e prima ancora Welch. Tutti sembrano proiezioni nella vita reale del Rust Cohle di True detective.
Nel frattempo c’è stata una svolta. Il 31 luglio una folla entusiasta ha accolto Trump a Tampa, Florida, indossando magliette di QAnon e alzando cartelli con scritto “Noi siamo Q”. Hanno rubato la scena al presidente, e i giornalisti hanno parlato solo di loro. È stata la definitiva irruzione di QAnon nelle cronache nazionali e, di lì a poco, internazionali. Su 8chan, Q ha commentato: “Benvenuti nel mainstream. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato”.
Comincia una nuova fase. Anche molti che finora erano distratti si rendono conto che c’è un problema. La domanda è: come affrontarlo?
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