giovedì 3 ottobre 2019

E SE I DAZI USA FOSSERO UNO STIMOLO ULTERIORE AD USCIRE DALLA GABBIA UE?

Risultati immagini per dazi trump

L’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha dato a Washington il via libera alle tariffe su beni di importazione dell’Ue per 7,5 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro) messi in cantiere dall'amministrazione come rappresaglia per il supporto illegale del blocco europeo al produttore di velivoli Airbus. La sentenza dell’arbitro del Wto è un momento cruciale della battaglia tra Airbus e Boeing, che dura da 15 anni presso l’Organizzazione, e minaccia di rendere ancora più tese le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. I dazi colpiranno anche il made in Italy e il Paese, secondo un'analisi di Coldiretti, rischia di pagare un conto di oltre un miliardo. Ma mentre Donald Trump preparava il suo pacchetto di dazi per favorire le aziende statunitensi a danno di quelle cinesi, russe ed europee, proprio il Parlamento europeo ratificava, il 15 febbraio, il trattato bilaterale commerciale fra il Canada e l’Unione Europea (CETA).

Un cavallo di Troia per favorire l’ingresso delle merci non solo canadesi ma anche statunitensi perché le multinazionali Usa dispongono di sedi canadesi attraverso le quali far arrivare in Europa tutto ciò che fa comodo e che fa male. Non è un caso che le informazioni su questa ratifica suicida per le Pmi europee, ed italiane in particolare, siano state decisamente scarse. E praticamente nessuno ne ha parlato durante la campagna elettorale. Forse perché era imbarazzante far sapere che il voto favorevole al Ceta è stato assolutamente trasversale. Destra e sinistra insieme per accontentare i lobbisti dei grandi gruppi internazionali. Popolari e socialisti abbracciati in questa follia. Le uniche eccezioni italiane contrarie al trattato sono rappresentate dalla Lega, dal Movimento 5 Stelle e dalla Lista Tsipras/Altraeuropa.

Il presidente statunitense ha infatti aspettato astutamente la ratifica del Ceta prima di promettere la guerra sul fronte commerciale. Dunque le merci europee, insieme a quelle russe e cinesi, saranno penalizzate se proveranno a varcare il confine Usa mentre le merci statunitensi aggireranno le contromisure transitando per il Canada. A pagare il prezzo maggiore saranno gli agricoltori italiani, proprio quelli che, attraverso le organizzazioni di categoria, appoggiano i partiti che hanno ratificato il Ceta. E pagheranno un prezzo elevato i consumatori italiani, non in senso economico ma sotto l’aspetto della sicurezza alimentare. Diminuiranno ulteriormente anche le tutele per il lavoro, in nome di una concorrenza sempre più spietata. Perché è vero che le retribuzioni oltreoceano sono superiori rispetto a quelle italiane, ma le economie di scala delle multinazionali permettono di ridurre i costi complessivi rispetto a quelli affrontati dalle Pmi italiane. Quelle più strutturate potranno aggirare i vincoli di Trump andando a produrre direttamente negli Usa, che è il vero obiettivo del presidente americano. Quindi, più aziende, più lavoro per gli Stati Uniti. Le altre, con i titolari che hanno votato in massa per chi ha ratificato il Ceta, andranno incontro a crescenti problemi di sopravvivenza.

Il messaggio sotteso nei dazi USA. A noi coglierlo....

Detto questo, se riflettiamo bene su quanto sta accadendo in questa "guerra" commerciale, notiamo che c'è qualcosa che non quadra. Non bisogna essere dei geni superdotati per capire che le politiche europee stanno favorendo proprio le economie d'oltreoceano come Canada e Usa a discapito di quelle europee, soprattutto italiane. Il Ceta è un esempio. Ma bisogna anche sottolineare che Trump, con i suoi dazi e il protezionismo che sta mettendo in atto, fa quello che farebbe qualsiasi Capo di Stato o di Governo che ha davvero a cuore l'interesse della propria nazione. E' vero che i dazi americani penalizzano i prodotti europei, e l'Italia è il paese che ci perde di più, ma è anche vero che le imprese americane andranno a gonfie vele con prevedibili ricadute favorevoli sul lavoro. Il commissario europeo ha promesso battaglia contro questo provvedimento, ma è l'ennesima presa in giro visto che, proprio le politiche controproducenti dell'UE hanno permesso tutto questo. Inoltre, ingaggiare una battaglia aspra contro questi provvedimenti, peggiorerebbe la situazione riducendo alla fame migliaia di famiglie europee. Gli Usa e il Canada si possono permettere misure protezionistiche per favorire la propria economia, mentre gli Stati membri dell'Unione Europea hanno le mani legate finché non usciranno dalla gabbia. La permanenza all'interno di un sistema capestro come quello europeo non permette agli Stati di prendere liberamente opportune misure cautelative contro il protezionismo degli Stati d'oltreoceano, che invece possono muoversi in modo autonomo senza costrizioni e vincoli. 
L'italia con i dazi Usa si trova penalizzata il doppio, soprattutto dopo l'approvazione delle sanzioni alla Russia, altra politica europea scellerata e insensata che ha fatto perdere al nostro Paese commissioni a parecchi zeri.
Ma se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, i dazi di Trump andrebbero visti sotto un'ottica diversa, cioè come uno stimolo ulteriore a voler affrancare l'Italia dal giogo europeo. Il messaggio che ci viene da oltreoceano è chiaro, e nemmeno troppo taciuto dallo stesso Trump: se vogliamo veramente fare gli interessi dei nostri rispettivi paesi, l'uscita dalla gabbia dell'UE rappresenta l'unica via d'uscita. Se la politica di Trump è protezionistica, quella europea è schiavistica. In fin dei conti, anche la storia insegna che un moderato protezionismo è perfino fisiologico per il benessere dell'economia di uno Stato. L'etimologia della parola protezionismo deriva dalla parola "protezione", e richiama immancabilmente alla mente l'inclinazione amorevole che un genitore ha verso i propri figli. Un buon padre di famiglia ha a cuore i propri figli, e cos'è una Nazione se non un'aggregazione di figli? E l'etimologia di "Patria" non richiama forse alla figura paterna? Ebbene, quello che fa ogni buon padre è proteggere i suoi figli.

CINZIA PALMACCI       

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