Nessun confronto, nessun dibattito, nessun voto, nessuna elezione. In realtà, non c’è stato in alcun modo un procedimento democratico nella nomina dei vertici della UE. Neppure sono usciti sbuffi di fumo bianco dal camino di Bruxelles per avvisare centinaia di milioni di cittadini europei che i loro nuovi governanti stavano per essere nominati.
Semplicemente tutto si è svolto come in un semplice commercio di cavalli a cui per derisione era stato convocato anche un asino.
Lagarde, quella che è stata giudicata colpevole di negligenza legata all’abuso di fondi pubblici, quando era ministro delle finanze francese, oltre alla sua discutibile gestione del FMI che ha causato dolori e miseria in paesi come la Grecia, ha ottenuto le chiavi e la poltrona della presidenza della più grande banca di tutte (la BCE).Lagarde con Tsipras
Il commercio dei cavalli ha impiegato tre giorni interi ed è stato essenzialmente una disputa tra la Germania e la Francia, i due paesi per i quali l’UE era stata progettata e che sono quelli che ne hanno beneficiato di più.
La nostra opposizione all’UE si concentra sulle differenze geopolitiche e ideologiche. Tuttavia le stesse riserve ci sono anche con il mio governo. La differenza è quella che almeno per il mio governo posso votare. Nessun simile destino potrà mai accadere a Frau von der Leyen o Madame Lagarde, quelle non le vota nessuno e i loro posti sono oggetto di nomina.
Il significato per i cittadini europei e per il mondo è come al solito quello che le istituzioni della Ue sono dirette dalle oligarchie di Bruxelles.
Disoccupazione di massa e migrazione senza fine negli Stati membri più poveri e periferici, austerità e disoccupazione giovanile di massa anche negli stati più ricchi. Un ex apparato dell’FMI non farà nulla per alterare la marea neoliberale degli eventi.
Una politica estera che ha paura di affrontare la logica delle crescenti differenze dell’Europa con Washington – sui cambiamenti climatici, sull’Iran, sulle guerre commerciali scatenate dal presidente Trump e sugli impazziti scontri con il più grande paese europeo, la Russia. Nessun dibattito sulle sanzioni e sul pericolo di guerre che possono scoppiare in ogni momento, come la NATO si avvicina sempre più al cuore della Russia, in una ricetta che favorisce la possibilità del disastro.
È altrettanto improbabile che un ministro della Difesa tedesco o uno francese siano pronti a creare un esercito europeo e che questo possa ridurre le tensioni.
Di tutto questo nei vertici europei neppure una parola. La politica estera della UE sembra una faccenda riservata a “lorsignori”.
Fonte: News Front
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