GLI STATI UNITI D'EUROPA: UN PROGETTO CHE VIENE DA LONTANO E CHE SI STA REALIZZANDO OGGI. QUANDO SUCCEDERA': "....LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE...."
CI STANNO PORTANDO DENTRO GLI STATI UNITI D'EUROPA
CAPITOLO XXV (CAP. 25 EPIPHANIUS)
La tappa europea Verso gli Stati Uniti d'Europa
Narra il pastore protestante sionista Richard Wurmbrand che l'unico emblema religioso che compare nell'atrio principale del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York è una figura ignuda di Zeus, la divinità nota per la sua ferocia, e che nella mitologia greca si trasformò in un toro che rapì e tenne prigioniera Europa: similitudine a quanto pare puntualmente avverata. Alla fine della seconda guerra mondiale lo schieramento era definito: da un lato la Paneuropa sinarco-martinista di Coudenhove-Kalergi, sostenitrice della tesi di un federalismo europeo a carattere regionale lungo l'asse franco-tedesco, dall'altro il gruppo ebraico-anglosassone di ispirazione palladista, vincitore della guerra, che caldeggiava gli Stati Uniti d'Europa stabilmente fissi in orbita americana. In generale per federalismo europeo si intende una forma di governo che riceve potere delegato dai governi delle singole nazioni, che peraltro mantengono le loro costituzioni e prerogative. Gli Stati Uniti d'Europa invece postulano l'esistenza di un solo governo centrale che estende il suo potere su tutte le nazioni europee trasformate in grandi province. La divergenza invero non era nuova, datando fin dai tempi dell'origine della Sinarchia, come testimonia uno scritto del SaintYves del 1890, e si è protratta fino ad oggi attraverso le note forme del gaullismo (de Gaulle rappresentava politicamente i Rothschild e ideologicamente il Patto Sinarchico) e dell'opposizione ad un'unione europea da parte dell'Inghilterra la quale, legata agli Stati Uniti, è rimasta fedele alla sua grande tradizione “di impedire che fra le nazioni del continente si organizzi qualcosa di serio”. Ma le opposizioni nei disegni dell'Alta Loggia coincidono, e l'Europa unita si farà come ricordava negli ormai lontani anni Sessanta il 33 Yves Marsaudon del Supremo Consiglio di Francia: “Noi possiamo affermare che l'Europa Massonica si fa...”. Così il 19 settembre 1946 il massone (era Maestro alla Studholme Lodge n. 1591) e membro di spicco del ramo britannico della Pilgrims' Society Winston Churchill, in un discorso all'Università di Zurigo, poteva proclamare: “Sotto la direzione e nell'ambito del quadro dell'Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite, noi dobbiamo ricreare la famiglia europea in un quadro regionale che si chiamerà - può darsi - gli Stati Uniti d'Europa, e il primo passo pratico sarà di costituire un Consiglio d'Europa. Se agli inizi tutti gli Stati d'Europa non accettano o non sono in grado di prender parte a questa unione, noi dovremo tuttavia continuare a raccogliere e ad organizzare quelli che vi aderiscono e coloro che lo possono [...] vi dico dunque: In piedi, Europa!” Quasi contemporaneamente il 21 settembre 1946 l'ONU approvava un documento programmatico, conosciuto come “Piano Hertensteiner” che auspicava la nascita di una federazione mondiale guidata dalle Nazioni Unite. In esso venivano richiesti ai singoli stati europei sacrifici di sovranità in tema di economia e politica per giungere ad un'organizzazione regionale atta ad inserirsi un giorno nel concerto planetario guidato dall'ONU. L'appello lanciato da Churchill ebbe immediata e grande risonanza: ancora nel 1946 venne fondato in Gran Bretagna lo “United Europe Movement” ad opera dello stesso Churchill; seguiva in Francia il “Conseil pour une Europe Unie” di Jean Monnet e Robert Schuman; in Belgio la “Lega indipendente di Cooperazione economica europea” di Paul van Zeeland; e ancora l'«Unione Europea dei Federalisti» seguita a Londra nel 1948 dal “Movimento Socialista per gli Stati Uniti d'Europa”, l'«Unione Parlamentare europea» di Coudenhove-Kalergi e l'«Associazione Internazionale per l'Unità Europea» presieduta dallo stesso Paul van Zeeland e alla quale apparteneva un certo Joseph Retinger. Gran parte di questi movimenti confluì l'11 novembre 1947 in un “Comitato internazionale di Coordinamento dei Movimenti per l'Unità europea” che a sua volta generò un “Congresso dell'Europa” da tenersi all'Aia fra il 7 e il 10 maggio 1948 sotto la presidenza di Winston Churchill. Questo Comitato avrebbe poi suscitato il 24 ottobre 1948 il famoso “Movimento Europeo” sotto il patrocinio di Churchill, Spaak, Léon Blum e Alcide De Gasperi. Alla presidenza venne chiamato il genero di Churchill, Duncan Sandys, affiancato nella segreteria generale da Joseph Retinger. Il profilo di quest'ultimo personaggio è quanto mai rilevante ai fini della nostra trattazione. Nato a Cracovia nel 1887, figlio di un ricco israelita, Retinger rimase orfano a quattro anni. Raccolto dal conte Zamoyski, venne inviato nel 1906 a studiare alla Sorbona, dove conobbe André Gide. A quell'epoca, nonostante la giovane età Retinger era già un alto dignitario della massoneria svedese; sembra inoltre fosse stato pure un Superiore Incognito del martinismo. La cosa in ogni modo gli facilitò non poco la conoscenza di alti personaggi come il “Colonnello” Mandell House, l'uomo della Massoneria illuminista sinarchica e teosofica dei “Maestri di Saggezza”, membro della Round Table e fondatore di spicco del CFR americano. Agente dei servizi segreti e successivamente diplomatico, Joseph Retinger, con l'appoggio del Pilgrims miliardario Nelson Rockefeller, sarà il vero ispiratore e il padre fondatore nel 1954 del Bilderberg Group, un superparlamento riservato alla crema del mondo degli affari e della politica esteso alle due sponde dell'Atlantico. Le idee di Retinger, ossia quelle dell'Alta Loggia, che si rifletteva nella Pilgrims e nella Fabian Society, fanno strada, come si poteva leggere nel “Bollettino del Centro di Cultura Europea”: “Senza di lui la Lega europea di cooperazione economica, il Movimento Europeo e il nostro Centro di cultura europeo, non avrebbero mai visto la luce. Il Congresso dell'Europa all'Aia fu opera sua e il Consiglio d'Europa ne fu la conseguenza. Più recentemente fu lui che concepì e (che oggi, N.d.A.) anima il Bilderberg Group, consacrato alla comprensione e all'unione atlantica”. Se ora aggiungiamo che Retinger era amico di lunga data di Coudenhove-Kalergi è facile immaginare il motivo della scelta dell'Aia quale sede del primo Congresso dell'Europa, il padrone di casa essendo quel principe Bernardo d'Olanda, importante azionista della Royal Dutch Petroleum e della “Société Génerale du Belgique” controllate dai Rothschild, ma soprattutto materiale fondatore dei circoli Bilderberg sotto l'influenza di Retinger. Grazie a questo Congresso il 25 ottobre 1948 poté dunque riunirsi per la prima volta il “Movimento Europeo”.
La distruzione della civiltà europea
“La guerra futura sarà una guerra invisibile. E quando i suoi raccolti saranno distrutti, le sue industrie paralizzate, le sue
forze armate incapaci di agire, che un paese comprenderà all'improvviso che era in guerra e che la sta perdendo”.
Frédéric Joliot-Curie
(Membro Pugwash, premio Nobel per la Chimica, membro onorario dell'Accademia delle Scienze di Mosca, Alto
Commissario per l'Energia Atomica dal 1945 al 1950, Premio Stalin per la Pace, Membro del Movimento contro il
Razzismo e l'Antisemitismo eper la Pace - MRAP - )
(cit. d a IM Revue des Étoiles, 1947). Due, ripetiamo, sono le direttrici di marcia del mondialismo: la lotta alla Chiesa cattolica di sempre,
fondamento della civiltà europea e unica Istituzione in grado di imporre al singolo uomo una morale
perfetta, sia personale che sociale; e la creazione del prototipo di questo “uomo nuovo”, tramite una
scuola laica e onnipresente, fortemente ideologizzata (con aggiornamento ad ogni livello) e
allargata ad un numero di soggetti il più ampio possibile.
Nel corso di questo studio si è più volte accennato alla cittadella della Chiesa assalita, talora
frontalmente, talora, come oggi, per successive infiltrazioni. Esiste in proposito un testo
programmatico, scritto del 1819 (!), ma terribilmente attuale, tratto dall'Istruzione segreta
permanente data ai membri dell'Alta Vendita, il vertice della Carboneria ottocentesca, di cui si
propongono alla riflessione del lettore alcuni passi:
“Ora dunque per assicurarci un Papa secondo il nostro cuore si tratta prima di tutto di formare, a
questo Papa, una generazione degna del regno che noi desideriamo. Lasciamo in disparte i vecchi e
gli uomini maturi; andate invece diritto alla gioventù, e, se è possibile, anche all'infanzia... Alla
gioventù bisogna mirare, bisogna sedurre i giovani: è necessario che noi attiriamo la gioventù anche
senza se ne accorga, sotto la bandiera delle società segrete. Per avanzarci, a passi contati ma sicuri,
in questa via pericolosa, due cose sono assolutamente necessarie. Voi dovete avere l'aria di essere
semplici come colombe, ma insieme voi dovete essere prudenti come serpenti [...].
Una volta che la vostra reputazione sarà stabilita nei collegi, nei ginnasi, nelle università e nei
seminari: una volta che voi vi sarete cattivata la fiducia dei professori e dei giovani, procurate che
specialmente coloro che entrano nella milizia clericale ricerchino la vostra conversazione [...].
Questa reputazione [...] aprirà alle nostre dottrine il cuore del giovane clero e degli stessi conventi.
Fra qualche anno questo giovane clero avrà, per forza di cose, invase tutte le funzioni; egli
governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sovrano, e sarà chiamato ad eleggere il
Papa del futuro. Questo Papa, come la più parte dei suoi contemporanei, sarà più o meno
necessariamente imbevuto, anche lui, dei principi […] umanitari che noi cominciamo ora a mettere
in circolazione. Fate che il Clero cammini sotto le vostre bandiere, credendo di camminare
sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche”.
(E. Delassus, Il problema dell'ora presente, Voi. I, pp. 588-90)
“[...] Il cattolicesimo, meno ancora della Monarchia, non teme la punta di uno stile, ma queste due
basi dell'ordine sociale possono cadere sotto il peso della corruzione. Non stanchiamoci mai di
corrompere. Tertulliano diceva con ragione che il sangue dei martiri era seme di cristiani. Ora è
deciso nei nostri consigli che noi non vogliamo più cristiani: dunque non facciamo dei martiri,
ma popolarizziamo il vizio nelle moltitudini. Che lo respirino coi cinque sensi, che lo bevano, che
se ne saturino... Fate dei cuori viziosi e non avrete più cattolici. Allontanate il prete dal lavoro,
dall'altare e dalla virtù: cercate destramente di occupare altrove i suoi pensieri e il suo tempo [...].
Noi dobbiamo intraprendere la corruzione in grande, la corruzione del popolo per mezzo del clero, e
del clero per mezzo nostro [...]”. (ivi, p. 611)
“Date la libertà di coscienza agli eretici, agli ebrei, agli atei, ma abbiate cura che non ne
godano il prete e i cattolici [...]. Per distruggere l'influenza del prete tagliategli i beni che lo
rendono indipendente, riducetelo al salario dell'impiegato dello Stato [...]. Diminuite il numero delle
feste, impiegate le domeniche con esercizi, banchetti, divertimenti e occupazioni che allontanino il
popolo dalla morale evangelica [...]. Per togliere al prete l'affezione assoluta che lo rende caro al
popolo studiatevi di incatenarlo a una famiglia, sollevate l'opinione contro il celibato [...]”.
(pp. 626 – 628)
L'istruzione laica nella scuola pubblica è un fatto ormai universale ed acquisito in Europa. Gli Stati
esercitano un controllo stretto sugli ordinamenti e i programmi scolastici: ovunque la religione è
facoltativa o trasformata riduttivamente in storia della religiosità umana; le scuole sedicenti
cattoliche, per poter sussistere, devono rigidamente trasmettere i programmi laici statali
privilegiando l'ideologia democratica elevata a rango di dogma indiscutibile. Né si può negare che
buona parte dei sacerdoti siano oggi “democratici” e, come tali, portati a minimizzare l'ispirazione
divina della Scrittura, interpretando i testi con l'aiuto della critica storica laica o, peggio, in senso
simbolico e sottomettendo gli stessi dogmi all'evoluzione storica (modernismo). Gli stessi principi
democratici hanno condotto col Vaticano II alla politica, da parte cattolica, del silenzio sui dogmi,
allo sconvolgimento liturgico e ad un ecumenismo che è rinuncia al depositum fidei fondato sulla
Roccia evangelica per abbracciare l'erroneo altrui.
Il terreno così dissodato è oltremodo fertile per la crescita della malapianta della morale libertaria
massonica; la libertà individuale intesa come assoluto è presto degenerata in licenza: da qui
l'aumento vertiginoso della criminalità in Europa, l'immoralità diffusa, l'attacco - che abbiamo visto
pianificato - alla famiglia con il divorzio, le unioni libere, gli anticoncezionali, gli aborti di Stato,
l'omosessualità, la pornografia, e, non certo ultima, la droga.
Indebolimento e morte delle Nazioni europee
L'attacco all'Europa cristiana, dalla distruzione della Casa d'Austria perorata da Comenius alle due
guerre mondiali, non ha conosciuto soste: l'idea di una Repubblica Universale del secolo scorso si è
trasformata in quella di Governo Mondiale sovrannazionale al quale affidare le scelte e i destini
dell'umanità. Riecheggiano sinistre le parole del Pilgrims John Foster Dulles quando, nel 1942 in
veste di presidente del “Federal Council of Churches” (Consiglio Federale delle Chiese), definiva
gli obiettivi della guerra, diceva:
“[...] Un governo mondiale, la limitazione immediata e severa delle sovranità nazionali, il
controllo internazionale di tutti gli eserciti e di tutte le marine, un sistema monetario universale, la
libertà di immigrazione nel mondo intero, l'eliminazione progressiva di tutte le restrizioni
doganali (diritti e tributi) al commercio mondiale, e una Banca Mondiale sotto controllo
democratico”.
Limitazione delle sovranità nazionali
Arnold Toynbee, membro di spicco della Round Table britannica, ancora nel lontano giugno del
1931, nel corso della quarta conferenza annuale dell'Institute for the Scientific Study of
International Relations in corso a Copenaghen, affermava:
“In questo momento stiamo lavorando, con discrezione ma con tutta la nostra forza, per strappare
dalla presa degli stati nazionali locali del nostro mondo questa forza misteriosa che si chiama
sovranità. E in ogni momento neghiamo con le labbra quello che stiamo facendo con le mani,
perché impugnare le sovranità dei locali stati nazionali del mondo è ancora un'eresia, per cui uno
statista o un attivista può essere, forse non proprio bruciato sul rogo, ma sicuramente ostracizzato e
discreditato”.
Quarantanni dopo il barone Edmond de Rothschild (1926-1997), il più ricco di quei Rothschild che
hanno determinato le sorti dell'Europa degli ultimi due secoli, personalità di immenso rilievo del
mondo israelita, membro influente del Bilderberg Group e della Commissione Trilaterale,
presidente della banca svizzera omonima, uomo d'affari e proprietario di celebri vigne bordolesi,
annunciava i tempi ormai maturi:
“L'Europa dell'Ovest, vale a dire i sei paesi del Mercato Comune, più la Gran Bretagna, e infine
l'Irlanda e i paesi scandinavi, secondo modalità da definire costituiranno un'Europa politica
federale, ma poiché ciascun individuo sente il bisogno di collocarsi in un ambiente ristretto, esso si
identifiche
paesi vallo
“L'Europa
Stati”. Richard Gardner, esponente in vista dell'area del Potere, dalle colonne dell'organo ufficiale del
CFR, il quadrimestrale Foreign Affairs dell'aprile 1974, sosteneva:
«[...] In breve, la “casa dell'ordine mondiale” dovrà essere costruita dal basso in alto piuttosto che
dall'alto in basso. Sembrerà una grande confusione, dinamica e dominata da rumori di fondo [...] ma
le sovranità nazionali si approssimano alla fine, rosicchiate pezzo per pezzo, in modo più efficace
del vecchio, fascinoso assalto frontale».
«La nazionalità, così come la conosciamo sarà obsoleta; tutti gli stati riconosceranno un'unica
autorità globale. Il termine “Cittadini del mondo” avrà allora assunto il suo reale significato».
In sostanza il discorso che la massoneria propone è elementare: poiché i problemi da affrontare
sono ormai internazionali, non possono essere risolti dalla singola nazione, ma da un Governo
mondiale. La scomparsa della nazione risponde perciò ad una fase precisa della Grande Opera
massonica: quella del definitivo solve in vista di un coagula altrettanto definitivo di dimensioni
planetarie. Si può oggi, con sufficiente certezza, delineare le tre tappe del cammino percorso verso
l'integrazione massonica europea nella decolonizzazione, per indebolire la potenza delle Nazioni: la
regionalizzazione e il Parlamento europeo, succursale continentale delle Nazioni Unite.
“Un processo è avviato nel mondo, non esattamente il declino delle superpotenze, ma quello degli
Stati-nazione [...]. Due forze, ben più dei paesi presi individualmente, foggiano il mondo degli anni
Novanta: una è il raggruppamento delle nazioni in entità regionali, come lo testimonia la CEE.
L'altra è la forza delle multinazionali [...]”.
Così quello Stato-nazione per costruire il quale perirono a schiere soldati e patrioti, idealisti e
avventurieri in lotte protratte su scala continentale per anni, cessa di rappresentare quel deposito di
valori laici così tenacemente presentato dalla Scuola di Stato, per rivelare invece tutta la sua natura
strumentale di tappa in un cammino a carattere planetario che sfocerà infine nel governo mondiale
oligarchico. Il filosofo e storico ebreo Jacob L. Tàlmon (1916-1980), cogliendo l'essenza della
nazione massonicamente intesa, scriveva:
“Il riconoscimento del diritto dell'individuo di darsi legge, la sfida diretta a se stesso di esprimere
spontaneamente la sua personalità, invece di sottomettersi a precetti dati da Dio o sacralizzati dal
tempo per l'espiazione dei suoi peccati, a lavorare per il trionfo del progresso sulla terra invece di
attendere il giudizio divino, tutto ciò venne esteso alla personalità collettiva della nazione. Inoltre la
debolezza e l'indegnità proprie dell'uomo potevano venire sublimate entro la grandezza e la potenza
della nazione, come precedentemente lo fu nella gloria della Chiesa”.
L'essenza della nazione, dunque, come risultato collettivo di tante sfide personali a Dio, come
surrogato di Dio e deposito fedele dei valori laici espressi negli altari della Patria, nei motti, nei
canti, nei riti di esaltazione patriottica, nei matrimoni e funerali civili, che oggi, grazie ai mezzi di
comunicazione e alle reti finanziarie e informative operanti a livello planetario alla velocità della
luce non serve più sacralmente circoscrivere ad un territorio e ad un popolo.
CONTINUA....
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