lunedì 17 giugno 2019

UNA PROPOSTA INTERESSANTE PER IL GOVERNO E L'ITALIA A PROPOSITO DI IMMIGRAZIONE

Esiste un modo per volgere a favore dell'Africa e dell'Italia l'immigrazione clandestina di migliaia di migranti che ogni giorno arrivano sulle nostre coste. Si tratta della proposta di un progetto culturale che potrebbe coinvolgere gli immigrati già presenti sul territorio italiano ed altri che, eventualmente, potrebbero arrivare. Il governo italiano, in collaborazione con i comuni che ospitano gli immigrati nei centri d'accoglienza o attraverso gli SPRAR, deve, obbligatoriamente per legge, pretendere che questi migranti seguano assiduamente delle lezioni di lingua italiana, storia del continente africano, elementi di diritto internazionale e storia delle costituzioni moderne, elementi di economia monetaria (anche in inglese e francese a seconda della provenienza di origine), per istruire i giovani sulla situazione in cui secoli di schiavitu' hanno soggiogato il continente africano, al fine di risvegliarne una coscienza di rivalsa e di giusta rivendicazione dei diritti umani da troppo tempo calpestati in patria. Molti africani non hanno potuto accedere ad un sufficiente livello di istruzione e di consapevolezza della situazione in cui versa l'Africa per scarsa informazione e povertà. Sappiamo che, da secoli, mantenere la gente nell'ignoranza e nella povertà è un'arma micidiale che l'arroganza e il potere dei ricchi potentati hanno usato e usano ancora oggi contro le popolazioni che vogliono tenere docili e soggiogate. Basti pensare al franco CFA per intenderci meglio. L'Africa si trova nella situazione di soggiogamento economico, culturale e sociale che tutti conosciamo, ed è ora di aiutare il popolo africano ad uscire da una situazione che costringe nella miseria migliaia di persone ai limiti della sopravvivenza fisica. 
La corruzione che flagella l'Africa è una logica conseguenza della situazione generale. I traffici di esseri umani prosperano perché le famiglie più povere si trovano costrette ad accettare denaro in cambio della vendita di bambini e giovani donne da avviare alla prostituzione o al lavoro nelle miniere senza diritti e sottopagati. E l'ignoranza dei propri diritti e del modo di rivendicarne il rispetto fanno tutto il resto. L'accesso a Internet e all'informazione in Africa è ancora una chimera. In Italia, dato che l'Unione Europea se n'è da tempo lavata le mani, abbiamo il dovere di aiutare questo traviato continente informando e istruendo gli africani per prepararli ad affrontare e risolvere i problemi in patria al fine di aiutare le loro famiglie e migliaia di altre famiglie ad uscire dalla miseria e dall'ignoranza. Questo tipo di guerre non si combattono imbracciando fucili, ma investendo in cultura e verità di informazione. Anzi, i bambini soldato africani arruolati per autodistruggersi, avrebbero la possibilità di capire che l'arma più pericolosa contro il nemico sta tra le pagine di un libro, e sulla volontà di rivendicazione della libertà che non può e non deve essere più negata a nessun essere umano che la possiede per diritto di nascita. Dunque, un esercito di insegnanti ed educatori possono aiutare l'Africa più di bombe, fucili e ribellioni sanguinose. Ribellarsi si, ma con gli strumenti giusti. Il cittadino italiano di origine africana Mohamed Konarè leader del movimento Panafricanista, nel 2018 è stato derubato di tutti i suoi effetti personali: il computer e vari altri dispositivi elettronici compresi i taccuini sui quali erano appuntate le sue password. Konarè si sta spendendo molto per il suo continente, e questo forse ha disturbato qualcuno, soprattutto da quando promuove la lotta dell'Africa contro la morsa del franco CFA. Lo Stato Italiano ha il dovere di proteggere Konarè da altri atti ostili nei suoi confronti. In Italia, come nel resto d'Europa, dovrebbero mobilitarsi tutti i cittadini europei di origine africana che hanno a cuore la libertà e l'indipendenza dell'Africa. E l'unione si sa, ha sempre fatto la forza. Tante persone unite da un unico intento rappresentano una massa critica tale da spaventare quei pochi che spadroneggiano forti solo del loro potere economico. Forse, lo sbarco di tanti disperati sulle nostre coste ci sta suggerendo qualcosa: il risorgimento dell'Africa. L'Italia può e deve fare la sua parte per preparare una nuova e più consapevole classe dirigente africana.

P.C.




       

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