mercoledì 12 giugno 2019

IL POKER FACE DI ANGELA MERKEL IN UE DEVE FARE I CONTI CON IL SUO OSCURO PASSATO

Emmanuel Macron voterebbe Angela Merkel come presidente della Commissione europea. "Se lei lo fa, la appoggerei", ha detto il presidente francese in una intervista al canale francese della televisione di Stato svizzera RTS. "L'Europa - sostiene Macron - ha bisogno per i suoi vertici di volti di personalità forti; ha bisogno di persone con una credibilità personale e dotate di competenze". Queste parole suonano come una investitura ufficiale di Macron per rinforzare l'asse franco-tedesco alla guida dell'Ue e a discapito, pensate un po', proprio dell'Italia. Ma le grane non finiscono qui. A novembre scadrà il mandato di Mario Draghi alla BCE e il candidato più quotato è un altro tedesco: Jens Weidmann. 
Il fatto è che nei suoi oltre 13 anni di governo Angela Merkel non è mai riuscita a piazzare un tedesco o una tedesca nei posti top: non alla Commissione, non alla Bce, non alla presidenza del Consiglio europeo, non alla rappresentanza della politica estera (il socialdemocratico Martin Schultz ha presieduto il Parlamento di Strasburgo ma non è stato indicato dalla cancelliera). Merkel ha sempre influito sulle scelte finali e detenuto un potere di veto implicito ma non ha mai avuto la chance di imporre un connazionale a un vertice importante. Ora, giunta alla stagione finale della sua leadership, sembra decisa a completare il proprio medagliere con una nomina tedesca di alto livello in Europa. Negli ultimi giorni sono cresciute le pressioni affinché la cancelliera chieda la posizione di vertice della Bce per la Germania, in particolare per il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. 
Inoltre, l’opposizione di Emmanuel Macron al sistema di nomina automatica a presidente della Commissione che vedrebbe Weber — lo Spitzenkandidat del Partito popolare europeo — probabile candidato a sostituire Jean-Claude Juncker, fa agevolmente intuire quali siano gli assetti di potere in Ue. Merkel ha di recente ribadito di appoggiare Weber. «Ma questo non significa che la Germania non abbia altre personalità eccellenti per altri posti», ha chiarito in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung. Ad ogni modo, se Merkel insisterà per un tedesco alla Bce la trattativa sarà complessa, e potenzialmente foriera di scontri, soprattutto con l'Italia.
Intanto Angela Merkel, in queste ore, deve vedersela con l'accusa grave di essere stata una spia al servizio della Stasi, la polizia segreta tedesca durante la guerra fredda. L'accusa si basa su una sua foto che potrebbe imbarazzare moltissimo la Cancelliera in vista delle elezioni per il rinnovo del Bundestag a settembre.





Non si sa se sia vera o falsa, ma stando a questa immagine l'attuale Cancelliera tedesca sarebbe stata un agente della Stasi, la polizia segreta della Germania dell'Est. La Merkel ha vissuto per lunghi anni nell'ex DDR salvo poi, dopo l'apertura del Muro di Berlino, seguire Helmut Kohl nella Cdu e iniziare così la sua attuale carriera politica. Ma il passato, a volte, è difficile da dimenticare....



angela merkel nuda apeLe foto della Merkel completamente nuda da giovane ai tempi della DDR


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Angela Dorothea Merkel, nata Kasner






Alte Seilschaften – Die Achse Merkel – de Maizière! – da HarteZeit.de




Nel filmato (reso misteriosamente non disponibile), si racconta come il dissidente Robert Havemann fosse posto in stretto controllo agli arresti domiciliari nella sua casa nei pressi di Berlino dal ’79 fino alla sua morte nell’82. Robert Havemann, è stato un importante scienziato e un comunista convinto. Durante il regime è stato arrestato e condannato a morte, ma la condanna gli è in seguito stata revocata per permettergli di continuare i suoi studi e i suoi esperimenti, da cui il regime si riprometteva importanti scoperte. Le proprietà confinanti erano state acquisite dalla STASI che con vari mezzi sorvegliava gli accessi. Il controllo telefonico è stato stimato del costo di 740 000 marchi RDT. Circa 200 giovani agenti denominati IM (Informelle Mitarbeiter = collaboratore informale), parte integrante della rete spionistica della Stasi, erano incaricati dei compiti di sorveglianza del solo Havemann. Tra le foto del 1980 visionate dalla redazione di WDR compare “casualmente” nelle vicinanze della dimora sorvegliata una giovane donna riconoscibile come Angela Dorothea Kasner in Merkel.



Il passato (scomodo?) di Angela Merkel. Cosa c’è dietro il rifiuto di pubblicazione di una foto articolo del 4/6/2008 dal sito “Un po’ di Danubio. La Germania in Italia”



[…] Ma se del caso Gysi si è parlato molto e ovunque, poco si è detto delle scoperte fatte dai giornalisti della WDR, che, nell’ambito delle loro ricerche e dei loro lavori per la produzione di un documentario dal titolo “Im Auge der Macht – die Bilder der Stasi”[Al centro del potere – le immagini della Stasi] hanno trovato i documenti riguardanti i tantissimi (fino a 200 al giorno) collaboratori incaricati dalla Stasi di sorvegliare la tenuta di Havemann. Tra questi ci sarebbe anche la foto di una giovane Angela Merkel.

I redattori del filmato avrebbero chiesto alla signora Merkel il permesso di pubblicazione del documento all’interno del loro filmato, ma il capo di gabinetto avrebbe rifiutato. Secondo quanto riportato dallo Spiegel: […] [I curatori del film hanno richiesto il permesso di pubblicazione della foto. Il suo (di Angela Merkel) entourage ha però comunicato che la signora Merkel non intende concedere il nulla osta per “motivi legati alla protezione della propria privacy” e anche per “uguaglianza di trattamento in casi di richieste simili”] […]


L’Angela sterminatrice di Paola Mirenda da Left.it del 27/1/2012 (l'articolo è stato cancellato su Left.it)

[…] Per la ragazza cresciuta oltre la cortina di ferro, sentirsi dire cosa deve fare è una cosa improponibile. Nei 23 anni della sua carriera politica “occidentale”, iniziata con la caduta del Muro, non lo ha mai permesso a nessuno. A meno che non le convenisse. La sera del 9 novembre 1989 era «in una sauna con una amica» e nemmeno si era accorta che il Muro cadeva (anche lei a sua insaputa…), ha raccontato nel ventennale della riunificazione. «L’avevo sentito alla tv, ho chiamato mia madre per dirglielo e poi, come ogni giovedì, sono andata alla sauna. All’uscita, mi sono diretta verso Ovest, assieme alla folla che festeggiava. Ma mi dovevo alzare presto, così me ne sono tornata a casa». Imperturbabile, si direbbe, alla Storia che cambiava. Ma invece già pronta a cambiare assieme a lei. Quindici anni dopo avrebbe governato la Germania riunificata.

Angela Dorothea Merkel, nata Kasner, aveva 35 anni nel 1989. Figlia di un pastore protestante che voleva coniugare religione e comunismo, cresce nella Repubblica democratica tedesca dove i genitori si erano trasferiti lasciando la Germania federale. Studia con profitto, ottiene il diploma col massimo dei voti, si iscrive all’università laureandosi in fisica quantica, e a 23 anni convive in 10 metri quadri con un collega di studi, Ulrich Merkel, che sposerà nel 1981. Oggi le rimproverano di “arrivare tardi alle cose”, da giovane invece faceva tutto di fretta, con un occhio ai libri di testo e l’altro a quelli di partito. Entra nella Frei Deutsche Jugend, la gioventù libera tedesca, come praticamente tutti i suoi coetanei, salendone i gradini fino a diventare responsabile propaganda nel suo luogo di lavoro, l’Accademia delle Scienze. Nelle foto dell’epoca ha i capelli corti e un improbabile antenato dei telefonini in mano, alle sue spalle un manifesto della FDJ. Lei, la signora in tailleur, è stata un’agit-prop, anche se oggi minimizza il suo ruolo: «Prenotavo solo i posti a teatro», dice. A dispetto della falsa modestia, è ambiziosa, e la politica è un modo per ottenere molto. Intanto, con la stessa velocità con cui si è sposata, Angela Merkel divorzia. Il marito racconta, in una delle rarissime interviste, che lei ha fatto i bagagli senza nemmeno avvertire. «Ha riflettuto, ne ha tratto le conseguenze, e se ne è andata via. Dividere, non è stato difficile, Angela ha preso la lavatrice, io ho tenuto i mobili». Dorotea era un santa “pura, caritatevole e sapiente”, e il padre ci avrà pure sperato, quando glielo ha messo come secondo nome. Ma almeno per la virtù di mezzo, pare non abbia funzionato.

Quanto alla sapienza, Angela l’ha usata per essere la prima della classe, sempre. Non c’è nulla di casuale nella sua ascesa, pur costellata di scandali. Non suoi, per carità, ma dei suoi diretti superiori. Loro cadono in disgrazia, e le spianano la strada gradino dopo gradino. Prendiamo il primo partito post muro a cui si iscrive, la Demokratischer Aufbruch (Da). Nel dicembre 1989 la Merkel diventa responsabile comunicazione di questa piccola formazione, che nelle prime elezioni libere della Ddr prende lo 0,9 per cento dei voti. Il leader della Da è Wolfgang Schnur, che pochi giorni prima delle elezioni viene accusato di aver fatto parte della Stasi, la polizia segreta della Germania Est. Lui si dimette, Angela ne dà l’annuncio alla stampa e in virtù dell’alleanza con la Cdu viene subito nominata portavoce aggiunta di quello che sarà l’ultimo governo della Ddr. A capo dell’esecutivo c’è Lothar de Maizière, ma anche la sua carriera politica sarà breve. Diventa ministro con il primo governo Kohl dopo la riunificazione – è incaricato dei rapporti con l’Est – ma è costretto a dimettersi presto: come Schnur, è accusato di aver fatto parte della Stasi. Angela non spende una parola per difenderlo: è in campagna elettorale per ottenere un seggio al Bundestag, e lo vince. Da quel bagno nella sauna sono passati esattamente 12 mesi e 23 giorni. Un mese e mezzo più tardi, sarà ministro delle Pari opportunità e Gioventù nel IV governo Kohl.

Il Cancelliere la chiamava Das Mädchen, ragazzina, figlia. E politicamente Angela lo è stata, almeno fino al 1999, anno dell’ultimo dei suoi tradimenti ai padri. Con Kohl c’è, all’inizio, un rapporto di convenienza. A lui servono un ministro donna, un giovane e qualcuno dell’Est: e con Angela ottiene tutto in un colpo solo. A lei invece occorre un mentore più famoso dei precedenti, che la inserisca nella Cdu facendole saltare la gavetta. In pochi anni la Merkel diventa presidente regionale della Cdu nel land Mecklembourg Pomerania (1993), ministro dell’Ambiente (1994), segretario della Cdu (1998). Infine, nel 2000, si assicura il posto di presidente del partito con il 96 per cento dei voti. Nel frattempo Kohl è stato fatto fuori: nel 1999 è scoppiato lo scandalo dei fondi neri alla Cdu, e il Cancelliere si rifiuta di fare i nomi dei “donatori”. È proprio la Merkel, in un’intervista alla stampa nazionale, a chiedergli di fare un passo indietro. E ne prende il posto. Siamo a dieci anni dal famoso bagno. Ce ne vogliono altri 5 prima che l’ex Mädchen possa candidarsi alla guida della Germania. Nel 2002 perde la sfida per rappresentare la coalizione Cdu/Csu con Edmund Stoiber, ma lui perde le elezioni, al governo va il socialdemocratico Gerhard Schröder. Una lezione per la Cdu, che ottiene meno del 30 per cento dei voti. Ma anche per la Merkel: sarà l’ultima volta che un avversario interno al partito o alla coalizione le sbarrerà la strada. D’ora in poi li farà fuori uno ad uno, grazie agli scandali o piazzandoli in posti chiave prima che diventino fastidiosi.

Stoiber si ritira dalla vita politica nel 2007, dopo le accuse di spionaggio interno alla Csu; Christian Wulff, suo amico ma anche possibile rivale, diventa il suo candidato alla presidenza della Germania nel 2011. Il partito non lo vuole, ma lei insiste, per levarselo dai piedi. Risultato: è eletto solo al terzo turno. Per la Merkel è una sconfitta di immagine ma così Wulff ha tolto il disturbo. Più sofferta invece la perdita di Karl-Theodor zu Guttenberg, allora ministro della Difesa: nel luglio 2010 lo Spiegel chiede alla Cancelliera se vede nel suo giovane ministro un possibile successore. Lei nicchia, lo elogia, ma chiude il discorso. A gennaio 2011 zu Guttemberg viene indagato sulla sua attività governativa. Poi il colpo di grazia a marzo, con l’accusa di aver copiato la tesi. Il ministro si dimette. Angela annuncia nell’estate la sua decisione di ricandidarsi per un terzo mandato.



Il pastore «rosso» da IlSole24Ore 11/9/2011

Un viaggio nella direzione “sbagliata”. La Guerra fredda è al suo apice, e sono in molti a lasciare la Germania orientale, per trasferirsi nella Repubblica federale, già in pieno miracolo economico. A Horst Kasner piace però andare controcorrente. È vero che Angela, la sua prima figlia, è nata da poche settimane, ma Horst è un pastore evangelico, e a Est, nei territori sotto il controllo sovietico, c’è bisogno più che mai di chi si occupi della cura delle anime. Così, nel 1954, si trasferisce con la famiglia da Amburgo in un minuscolo villaggio agrario del Brandeburgo. Nella parrocchia di campagna resta solo tre anni: nel 1957 gli viene affidata la direzione del Seminario di Waldhof, un compito difficile. Kasner è un ottimo mediatore, e riesce a intrattenere rapporti cordiali con le autorità comuniste. Troppo cordiali, secondo alcuni, che gli affibbiano il soprannome di «Kasner il rosso». Convinto che il cristianesimo si possa conciliare con il socialismo reale, diviene uno dei promotori del «Gruppo di lavoro del Weissensee», che mira a staccare la Chiesa evangelica della Germania est da quella dell’ovest. È insomma il portavoce di una linea lealista, gradita alle autorità della Ddr, che lo ricompensano con alcuni, significativi privilegi. Come la possibilità di avere due automobili, e di viaggiare liberamente all’estero. O di far studiare i figli. E proprio questo è il punto che rende particolarmente interessante la biografia di Horst Kasner, scomparso a 85 anni la settimana scorsa. Angela Dorothea Kasner è il nome da nubile di Angela Merkel, e la storia di suo padre aiuta a comprendere alcuni aspetti di colei che viene spesso definita la donna più potente del mondo. La cancelliera ha affermato di aver molto imparato dallo spirito di realismo del genitore. Più che realismo, l’atteggiamento del pastore Kasner può far pensare a un’acquiescenza verso il potere, che – secondo alcuni – getta qualche ombra anche sugli anni giovanili della figlia. Fu infatti grazie alle buone relazioni del padre che Angela poté accedere alle scuole superiori, per passare all’università e ottenere infine un posto prestigioso all’Accademia delle scienze (*). Qui Angela, che nel frattempo si era sposata con Ulrich Merkel, conosciuto durante un viaggio di studio a Mosca, divenne segretaria dell’organizzazione giovanile comunista. Secondo i suoi ricordi, si occupava solo «di cultura e di biglietti di teatro». Ma secondo altre testimonianze, sarebbe invece stata incaricata «dell’agitazione e della propaganda». Una foto – conservata in un fascicolo della Stasi e di cui la Merkel ha impedito la pubblicazione – ha fatto pensare, probabilmente a torto, che la futura cancelliera si sia prestata, nel 1980, a spiare un dissidente del regime. Quando, nel 1989, la Ddr si avviò al tracollo, Horst Kasner non nascose il proprio disappunto. Angela si decise invece per l’impegno politico. Anche in questo caso, le vecchie relazioni di famiglia le furono molto utili. A proiettarla sulla scena pubblica fu infatti Lothar de Maizière, figlio di un amico del padre e ultimo premier della Ddr, che la nominò propria portavoce. Poco importa se, dopo appena qualche mese, de Maizière fu accusato di aver collaborato con la Stasi e costretto ad abbandonare i propri incarichi. La Merkel era intanto entrata nel governo Kohl e aveva cominciato un’ascesa inarrestabile. La Germania riunificata non era stata nei desideri del pastore Kasner, eppure è toccato proprio alla figlia Angela compiere il tragitto in senso inverso, da est a ovest. Certo la figura volitiva del padre, idealista-realista, deve averla accompagnata in questo ritorno.


L’ultimo Muro: la Merkel e la Stasi di Vito Punzi da La Bussola Quotidiana 12-08-2011 (link a pdf)



[…] Pochi giorni fa, Oskar Lafontaine — uno dei capi della Linke, il partito nato dalla fu­sione degli ex comunisti della Ddr con alcu­ni fuoriusciti socialdemocratici — aveva ac­cusato Frau Merkel di essere stata una fun­zionaria della Freie Deutsche Jugend (Fdj), l’organizzazione ufficiale dei giovani: si oc­cupava di propaganda. Un posto che pote­va essere affidato solo a «una giovane co­munista convinta», ha detto. Merkel — che quando cadde il muro ave­va 35 anni — ha confermato (lo si sapeva) di essere stata un membro della Fdj. Ma quanto a co­munista… […]

Per la prima volta, Frau Merkel ha anche raccontato di essere stata avvicinata dallaStasi, che le offrì di diventare una spia, come ce n’erano a decine di migliaia nella Ddr. Fu quando chiese di diventare assisten­te universitaria. Dopo il colloquio con il professore, fu fatta entrare in una stanza dove fu raggiunta da un funzionario che le fece l’offerta. Se l’aspettava da tempo e quindi aveva la risposta pronta: non avrebbe saputo ta­cere e mantenere i segreti, portò a giu­stificazione del suo rifiuto, era una chiacchierona. Utile, ma una menzogna spudorata: una chiacchierona che per raccontare di se stessa nella Ddr ha aspet­tato vent’anni.


La dama di ferro che disse no alla Stasi da Repubblica.it del 10/10/2005

[…] Donna tenace, ha saputo resistere alle lusinghe della Stasi, la polizia segreta della Germania comunista, che voleva farne una sua collaboratrice, con la conseguenza di vedersi rifiutare il posto di assistente all’università di Illmenau. (* Ma non aveva ottenuto un posto prestigioso all’Accademia delle scienze?).

Due mesi prima della riunificazione, nel 1990, Angela Merkel ha aderito alla Cdu. Tre mesi dopo è entrata nel gabinetto dell’ex cancelliere Helmut Kohl. Dieci anni più tardi si è guadagnata l’appellativo di “madre coraggio” (!) per aver preso le redini dell’Unione cristianodemocratica dopo la sconfitta del partito nell’aprile del 2000 e non ha esitato ad allontanarsi dall’ex cancelliere Helmut Kohl dopo le rivelazioni sui fondi neri. Angela Merkel è stata nominata ministro della Condizione femminile e della gioventù nel gennaio 1991, poi ministro dell’ambiente nel 1994. Sposata ad un professore di chimica, senza figli, ha uno stile sobrio, (AHH!…datemi un martello!) secondo alcuni addirittura freddo.


Günter Grass racconta la Stasi: “Io e mia moglie spiati e seguiti” Intervista al Nobel tedesco. Un libro di Kai Schlueter spiega come il grande scrittore fosse nel mirino dei servizi segreti della Ddr fin dagli anni ’60. da Repubblica.it del 4/3/2010

Una cancelliera venuta dall’Est governa la Germania. Può aiutare?

“La signora Merkel nella Ddr non era all’opposizione. Imparò nella gioventù comunista la tattica e il tatticismo della carriera politica e del potere. Non mi dà speranze di un futuro migliore tra Est e Ovest della Germania. Spero nella nuova generazione, nata e cresciuta dopo l’89, ma le disuguaglianze restano e resteranno a lungo”.


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