martedì 21 maggio 2019

LA GUERRA TRA CINA E USA PASSA ANCHE PER L'INDONESIA



中华人民共和国国旗 (Zhonghua renmin gongheguo guoqi)

Una guerra per procura illegale non dichiarata tra la Cina e gli Stati Uniti sta imperversando in tutto il mondo e si sta intensificando. I dazi e l'inserimento del gigante delle telecomunicazioni Huawei nella lista nera USA è solo una salva iniziale in una guerra che potrebbe divenire molto calda, concordano fonti multiple. I cinesi hanno già detto agli americani: "Se volete parlare, la porta è aperta; se volete combattere, combatteremo sino alla fine".
Il più grande campo di battaglia che questa guerra sta per coinvolgere è il Sud-est asiatico. Le navi da guerra cinesi, americane e australiane e gli aerei d'attacco i caccia francesi si stanno radunando attorno all'Indonesia in preparazione di importanti battaglie quando saranno contestati i risultati delle elezioni presidenziali annunciati per domani ​​22 maggio, dicono le fonti. Le elezioni in Indonesia, con oltre 190 milioni di aventi diritto  che devono scegliere sia il nuovo presidente sia i 711 deputati del parlamento, sono, assieme a quelle indiane, una delle più complesse tornate elettorali del pianeta. Gli occhi sono puntati soprattutto sulla scelta del nuovo presidente il cui mandato, in una repubblica dove il capo dello Stato è il dominus dell’esecutivo, dura cinque anni, fino al 2024. I due candidati, il presidente uscente Joko Widodo, che secondo i primi risultati avrebbe vinto, e l'ex militare Prabowo Subianto, fanno a gara per mostrarsi fedeli all'Islam mentre al centro della campagna elettorale, come sempre più spesso accade nelle elezioni dei paesi asiatici, è finita proprio la Cina. La Cina infatti sostiene il presidente in carica, Joko Widodo. Ma la situazione per lui si fa incandescente perché dovrà affrontare dimostrazioni di massa di studenti e attivisti musulmani che si lamentano della frode elettorale a sostegno del suo avversario anti-cinese Prabowo Subianto. Prabowo è sposato con la figlia del dittatore di lungo termine Suharto ed è stato anche a capo delle forze speciali indonesiane. Prabowo tempo fa avvertì il padre fondatore del Singapore Lee Kuan Yew che "i cinesi in Indonesia erano a rischio perché in qualsiasi disordine - rischiavano d'essere perseguitati in quanto minoranza". Nelle dimostrazioni previste ci "saranno attacchi con gas velenosi e armi biologiche", dicono le fonti. 


Ma chi pensa che, come fu nel 2014, la sfida tra Jokowi e Prabowo sia tra vecchio e nuovo, laici contro islamisti, civili contro militari, progressisti contro conservatori, ora deve ricredersi. Jokowi il riformatore è anche l’uomo che ha continuato l’opera di rimozione della memoria delle stragi che diedero il via dal 1965 alla dittatura di Suharto ed è anche un presidente che si è distinto per l’applicazione della pena capitale. Non di meno resta un riformatore nel sociale con un welfare innovativo, l’aumento dell’accesso a scuole e servizi e la lotta alla corruzione. La Cina è per distacco il principale partner commerciale dell'Indonesia, con un interscambio che nel 2017 si è attestato intorno ai 57 miliardi di dollari, con la bilancia tra import ed export comunque a favore di Pechino. La presenza di investimenti cinesi è aumentata però esponenzialmente negli ultimi anni, soppiantando quelli giapponesi e sudcoreani nell'ambito della Belt and Road. Molti indonesiani temono un aumento dell'influenza economica di Pechino e la retorica dello stesso Subianto rischia di alzare tensioni sociali all'interno dell'Indonesia, dove vive una numerosa comunità di origine cinese, che spera di non rivivere le limitazioni e le discriminazioni dell'era di Suharto. Dopo aver appreso il risultato del voto, le politiche concrete di Widodo ci diranno il futuro di un paese il cui peso economico e politico aumenterà nei prossimi anni e decenni. Secondo i dati del network internazionale PricewaterhouseCoopers, entro il 2050 Giacarta dovrebbe diventare la quarta economia mondiale alle spalle di Cina, Stati Uniti e India.
I cinesi, dal canto loro, non hanno in programma di rispondere con mezze misure. Da fonti di intelligence militare cinese pare che la Cina abbia predisposto piani di contingenza per occupare l'India, la Corea e il Sud-Est asiatico (meno il Vietnam) entro due mesi in caso di eccessive provocazioni da parte americana. Di sicuro, qualcosa di grosso sta per accadere nella penisola coreana, confermano le fonti della Società Segreta nordcoreana e asiatica. Kim Jong Un intensifica le sue attività nella Corea del Sud. "Kim ha raggiunto un accordo in cui lui sarà imperatore della Corea mentre il presidente [della Corea del Sud] Moon Jae In sarà il presidente", dice la fonte. Le truppe statunitensi nella regione si ritroveranno di fronte a un fatto compiuto, dicono le fonti. Non solo, Kim ambisce a estromettere l'imperatore giapponese Naruhito, secondo una fonte dei servizi nordcoreani.

Anche le fonti del Pentagono confermano riguardo al conflitto con la Cina, affermano che "la guerra commerciale ai cinesi e i pregiudizi contro Huawei potrebbero essere usati dalla Cina per attuare boicottaggi globali con, revoca di ordini, revisione delle certificazioni e negazione di sbarchi e dello spazio aereo, per demolire la Boeing". 

Insomma, pare che la guerra commerciale tra Usa e Cina possa trascinare con sé molti altri attori internazionali in un gioco di alleanze e interessi che si fa di giorno in giorno incandescente. 






Nessun commento: