Il titolo di un bel romanzo di Rino Cammilleri, “Immortale odium” (nel racconto è un’iscrizione su una medaglia massonica), ci sembra una validissima descrizione di una mostruosità che si è accentuata negli ultimi decenni: l’odio per la vita, la famiglia, la legge naturale, la realtà ontologica dell’essere uomini e donne. Un odio profondissimo, irrazionale, violentissimo, inesplicabile contro il Creato così come è stato voluto da Dio. Un odio suicidario, contro-metafisico, preternaturale per la sua origine infera che ne spiega anche l’intrinseca malvagità.
Quest’odio si declina, nel suo agire mondano, in varie e diverse forme, ideologie, comportamenti, atteggiamenti sociali, convinzioni, anche dispositivi legislativi e punitivi per i dissenzienti, censure esplicite e implicite. Ecco quindi l’abortismo, l’omosessualismo, le ideologie gender, il femminismo, l’aggressione alla famiglia, l’antinatalismo, l’eutanasismo, l’animalismo, l’ecologia “profonda”, il veganesimo militante.
Quest’odio per la vita si dispiega nella storia con una potenza e una violenza inimmaginabili solo alcuni decenni or sono, ha intriso le ideologie delle élite al potere, ha conquistato i mezzi di comunicazione, le agenzie educative, scuole, università, anche cattoliche (un professore è stato cacciato, mesi or sono, dall’Università Cattolica di Lovanio per essersi espresso contro l’aborto). Possiede una potenza finanziaria immensa, influenza e modifica il senso delle parole e ne crea di nuove, edulcoranti e falsificanti neologismi funzionali al suo progetto di dominio e di sterminio: ecco allora “omofobia”, “gender”, “interruzione volontaria della gravidanza”, “salute riproduttiva delle donne”, “reproductive rights”, “family planning” e via adulterando il senso e il buon senso.
Quest’odio per la vita ha molte fonti, e molti attori: tra questi, il principale è forse l’ONU, impegnato da decenni nello stravolgere persino quella “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo”, dalla stessa ONU redatta, sia pure su un’ideologia illuminista, che, almeno all’apparenza, sembra tutelare la vita. Invece l’ONU difende una perversa idea dei “diritti umani”, basata sulla totale autodeterminazione dell’uomo, la negazione di ogni senso del bene e del limite, di ogni diritto naturale e di ogni etica comune e comunitaria. Così, attraverso “dichiarazioni” semiclandestine approvate da oscure commissioni del Palazzo di Vetro, ma spesso vincolanti per tutti i Paesi, e l’azione potentissima, ma anch’essa non visibile e non controllabile delle Agenzie dell’ONU (come la FAO, l’UNESCO, l’UNICEF) vengono approvati e sostenuti i “nuovi diritti” quali l’aborto, l’omosessualità, l’eutanasia. Di più: si invitano i Paesi membri a perseguire penalmente le persone o le associazioni che si opponessero a questi “nuovi diritti”, invocando addirittura contro questi reprobi la Corte Penale Internazionale.
Un documentato libro-denuncia di questa attività contro la vita è stato scritto da un sacerdote belga, Michel Schooyans, Il complotto dell’ONU contro la vita, edito da Effedieffe. Ed ecco che in Francia si sta discutendo dell’introduzione di un reato di “opposizione all’aborto” che renderebbe impossibile manifestazioni oceaniche come quelle Manif pour tous, padri che indossavano magliette raffiguranti una famiglia “normale” sono stati arrestati, a Roma e a Torino manifesti pro-life e contro l’utero in affitto sono stati vietati, in USA cattolici inginocchiati per pregare vicino a una clinica-abortificio sono stati violentemente aggrediti da attivisti liberal e la Prefettura di Bologna ha recentemente vietato un analogo incontro di preghiera nei pressi di un noto abortificio felsineo. Poi, sindacati come la CGIL-Sanità e partiti come il PD e i Radicali da tempo si battono per l’abolizione dell’obiezione di coscienza per i medici ginecologi.
Ma, oltre all’ONU, vi sono le Organizzazioni Non Governative, come la famigerata International Planned Parenthood Federation, una multinazionale che ha lo scopo di promuovere, finanziare, procurare aborti in tutto il mondo. La “filiale” americana, la Planned Parenthood Federation of America può “vantare” più di 300.000 aborti all’anno. Di più: la potenza finanziaria, organizzativa e politica di questa associazione è tale da influenzare governi, opinioni pubbliche, partiti politici. La vittoria abortista in un recente referendum svoltosi in Irlanda è stata anche dovuta ai milioni di dollari “pompati” nella propaganda abortista da questa associazione, che collabora istituzionalmente con l’ONU, le sue Agenzie, organizzazioni internazionali anche governative come l’Organizzazione degli Stati Americani. L’IPPF ha cooperato anche con il governo comunista cinese allo sciagurato programma pluridecennale per il controllo delle nascite, recentemente abbandonato dal governo di Pechino che si è reso conto che la continuazione di quel programma avrebbe portato al declino demografico e quindi alla fine di quel Paese. Tra l’altro, poiché tout se tient, questa “internazionale contro la vita” è coerentemente impegnata – è sufficiente scorrere il suo sito ufficiale – a favore anche dell’omosessualismo e del genderismo.
Recentemente, alcuni coraggiosi giornalisti investigativi pro-life hanno smascherato numerosi abominevoli crimini commessi da personale dell’IPPF: vendita di pezzi di tessuto umano, in cambio di una Lamborghini, da parte della dottoressa Mary Gatter, presidente della Medical director’s Council della Planned Parenthood Federation of America. Ma non solo: è stata dimostrata la compravendita di organi di feti abortiti, fatto che ha generato lo sdegno trasversale dell’opinione pubblica statunitense.
Chi finanzia questo gigantesco sforzo organizzativo fatto di campagne propagandistiche a favore dell’aborto e diffamazione dei pro-life, corruzione di governi, finanziamento di aborti? In primo luogo, i governi, spesso occultando questi finanziamenti in capitoli di spesa poco trasparenti. Quando nel gennaio 2017 il presidente Trump decise di annullare parte dei finanziamenti alle ONG pro-aborto, come l’IPPF, la ministra olandese dello sviluppo, Lilianne Ploumen decise di donare 10 milioni di dollari a questa e ad altre associazioni sostenitrici della “interruzione volontaria della gravidanza”, per usare questo miserabile eufemismo. Belgio e Danimarca si unirono al mortifero sforzo con ulteriori 20 milioni.
Inspiegabile, o forse sì, considerate le posizioni dei suoi attuali vertici, che il Vaticano abbia premiato la Ploumen con l’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno. D’altronde, un “esperto” ascoltato in Vaticano, in particolare dal Papa, ispiratore occulto della discussa enciclica Laudato si’, è Jeffrey Sachs, entomologo convertito all’ecologismo estremo e al neo-malthusianesimo denatalista e abortista, direttore del Earth Institute della Columbia University.
Ma non sono solo i governi a finanziare le ONG che sostengono e praticano gli aborti di massa. A un occhio ingenuo, risulta incomprensibile l’entusiastica generosità che miliardari americani, le loro aziende e le loro Fondazioni riservano alle associazioni abortiste e omosessualiste. Qualche anno orsono il finanziere e speculatore Warren Buffet, il secondo uomo più ricco d’America, ha donato più di un miliardo di dollari all’industria dell’aborto. Nel 2008 Bill Gates ha radunato miliardari come David Rockefeller, Ted Turner, lo stesso Buffet, l’immancabile George Soros, Michael Bloomberg e altri per decidere strategie comuni sul finanziamento agli aborti. Lo stesso Bill Gates ha donato ben 57 milioni di dollari al Fondo ONU per lo sviluppo, che in Cina ha finanziato la campagna di aborti forzati. Tra il 1997 e il 2007, Ted Turner ha regalato un miliardo di dollari allo stesso Fondo.
È ben noto l’infaticabile impegno della Open Society di George Soros nel finanziamento all’aborto, che si affianca all’opera di sovversione di questa potentissima fondazione nei confronti di quei Paesi non proprio pronti nell’ubbidienza ai diktat mondialisti. Egualmente impegnati nei programmi di finanziamento alla strage degli innocenti sono i signori Packard della Hewlett-Packard, Michael Bloomberg (premiato dalla Planned Parenthhood) e molti altri. A dimostrazione di come certe istanze antiumane siano tra loro connesse, complici e abbiano la medesima origine, anche Greenpeace, adusa ad assalti e ad atti di pirateria contro peschereggi e piattaforme petrolifere, si è schierata per l’aborto. Una sua dirigente, Rebecca Gomperts, ha fondato Women on Waves, che gestisce una nave trasformata in un centro off-shore per aborti.
Un capitolo a sé meriterebbe l’azione combinata di Stati, ONG, Fondazioni, lobby LGTB a favore dell’ideologia omosessualista, genderista, dell’utero in affitto, dei matrimoni tra omosessuali e nella brutale azione di “messa a tacere” per via legale o semplicemente con l’aggressione fisica di chiunque ritenga che l’unica famiglia possibile sia quella tra un uomo e una donna. Anche in questo caso, una recente inchiesta del quotidiano LaVerità ha svelato che solo nel bilancio della UE, una parte importante della voce di spesa “Diritti, uguaglianza e cittadinanza” (parole-trappola che nascondono quasi sempre veleni contro il diritto naturale), pari a più di 439 milioni di euro è destinata al finanziamento di programmi omosessualisti e genderisti. Poi, ci informa sempre La Verità, ancora l’immancabile Soros ha erogato a una delle più potenti lobby omosessualiste, l’Ilga (International Lesbian gay bisexual trans e intersex association) più di 650.000 Euri, altri 500.000 alla Transgender Europe e 149.000 a una fantomatica Lesbian foundation for justice.
In occasione della decisione della Corte Suprema degli USA sui matrimoni tra omosessuali, ben 278 aziende e multinazionali rivolsero un appello alla stessa Corte per la sua legalizzazione. Qualche nome: Amazon, Apple, Facebook, Twitter, Moody’s, Goldman Sachs, Starbucks, Netflix.
E in Italia? Se volete conoscere i nomi delle numerosissime aziende e banche che finanziano e appoggiano campagne omosessualiste e gay-pride, consultate il sito di Parks, un’associazione di aziende che, appunto, supportano, anche al loro interno, programmi (spesso si tratta di “formazione obbligatoria” per i dipendenti) di supporto al mondo omosessualista-genderista.
Rimane l’implicita domanda iniziale: perché quest’odio contro la vita, la famiglia, il diritto naturale, il bene comune in una società civile, ordinata e ispirata a una morale che è universale ancora prima che cristiana? Un odio irrazionale, apparentemente inspiegabile, suicidario ed eutanasico. Certo, viviamo in una visibile dittatura del relativismo, in un feroce totalitarismo liberal politico, culturale, mediatico che vuole distruggere ogni forma tradizionale della vita sociale, in primis la famiglia, baluardo di resistenza contro la riduzione all’economia e al consumismo di ogni senso di vita e di ogni rapporto sociale.
Il super-capitalismo trionfante ci vuole atomizzati, privi di radici, di storia, di tradizioni, di identità etniche e culturali, di legami che non siano quelli dei rapporti di produzione e di consumo. Ma dietro tutto ciò, c’è ben di più e ben di peggio. C’è la gnosi eterna che considera odioso e disprezzabile il mondo e soprattutto l’uomo in quanto creati da Dio. Esempio di questa gnosi fu il catarismo, che giunse al rifiuto della procreazione e all’esaltazione, per i fedeli “perfetti”, cioè gli “iniziati”, dell’endura, del suicidio allo scopo di “liberare” l’anima da un corpo odioso perché creato da Dio. La repressione del catarismo, una delle tante “leggende nere” sul Medio Evo, fu voluta, prima ancora che dalla Chiesa, dall’autorità civile che aveva ben intuito la pericolosità non solo religiosa, ma anche sociale di questa setta eretica. Ma, dietro ancora, si allunga l’ombra nera dell’Odiatore, del Divisore per definizione. I milioni di aborti effettuati ogni anno nel mondo, ha azzardato qualcuno, altro non sono se non un gigantesco sacrificio rituale di massa di evocazione infernale. Immortale odium, appunto.
Nessun commento:
Posta un commento