lunedì 18 marzo 2019

Il faraonico progetto cinese per cambiare il clima del Paese

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La Cina è sempre stata il simbolo di un rapporto molto complesso con il clima e in generale con l’ambiente. Il governo cinese, forzando una crescita industriale repentina e costante nel tempo, ha completamente rimosso i problemi ambientali dalla propria agenda politica, facendo sì che nel Paese si creasse un sistema assolutamente privo di ogni etica ecologista.

I risultati, dal punto di vista della produzione industriale, sono sotto gli occhi di tutti. Ma i limiti di queste scelte altrettanto. La salubrità dell’aria, delle acque e del suolo cinesi sono ai minimi termini e il governo di Xi Jinping sta correndo ai ripari per cercare di fermare quella che può trasformarsi in una vera e propria catastrofe sanitaria.


Ma non c’è solo l’inquinamento a indicare la via cinese allo sviluppo. C’è anche la modifica dell’ecosistema a essere un pilastro dell’evoluzione dell’economia della Cina. E l’ultima notizia che arriva dal Tibet, e che riporta il quotidiano South China Morning Post, è emblematica. 

Il progetto per far piovere in Tibet

Secondo il quotidiano di Hong Kong, che ha avuto accesso alle informazioni direttamente dai ricercatori che hanno contribuito allo sviluppo di questo progetto, il governo cinese avrebbe dato il semaforo verde a un sistema di modifica meteorologica a basso costo per portare più pioggia sull’altopiano tibetano, la più grande riserva di acqua dolce dell’Asia.

Il sistema, come spiega il quotidiano cinese, prevede un’enorme rete di decine di migliaia di camere a combustibile installate sulle montagne tibetane. Lo scopo, è quello di aumentare le precipitazioni nella regione fino a 10 miliardi di metri cubi all’anno. Il tutto per produrre precipitazioni su un’area totale di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati, circa cinque volte la superficie dell’Italia.


Le camere bruceranno combustibile solido per produrre ioduro d’argento, l’agente chimico che viene usato per “seminare” le nuvole. Quando il vento colpisce la camera a combustibile, questo produce una corrente verso l’alto che colpisce le particelle nelle nuvole per provocare le precipitazioni. Un ricercatore coinvolto nel progetto ha dichiarato al Scmp, che fino ad ora sono stati installati più di 500 bruciatori tra Tibet e Xinjang. Le due regioni (non casualmente) coinvolte in questi progetti sperimentali.

L’importanza di questo progetto per la strategia cinese è evidenziata anche dall’agenzia statale che cura la sua realizzazione: la China Aerospace Science and Technology Corporation. Parliamo di una delle più importanti agenzia pubbliche che si occupano di spazio e di sviluppo di progetti per la difesa, variando dai satelliti militari ai progetti come l’esplorazione lunare e la costruzione della stazione spaziale cinese.

Scopi civili e militari

Il fatto è che questi progetti sperimentali hanno ovviamente un potenziale uso bellico estremamente interessante. E infatti anche gli Stati Uniti e la Russia da tempo stanno investendo su quelle che sono a tutti gli effetti delle armi. Immaginiamo quanto possano rivoluzionare i rapporti di forza tra Paesi dei sistemi che possono scatenare piogge costanti in una regione in cui le sorgenti dei fiumi sono tutte in un’area specifica. Controllare il flusso delle acque dolci significa controllare l’agricoltura dei Paesi limitrofi ma anche la resistenza delle infrastrutture. E non a caso la costruzione delle dighe cinesi nell’area vicina al Sud est asiatico sta creando non pochi problemi ai Paesi della regione.


Ci sono quindi diversi motivi per continuare in questi progetti visionari quanto concreti. Uno è quello di modificare il clima per scopi produttivi. Un altro scopo è quello di fare in modo che il Paese abbia una riserva di acqua maggiore in un futuro di impoverimento dell’oro blu. Un terzo motivo è anche di natura geopolitica: controllare l’accesso alle risorse idriche significa di fatto avere l’interruttore di settori vitali degli Stati limitrofi.

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