La Cina prevede di cooperare con l’Italia nello sviluppo di “strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia e telecomunicazioni” nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road di Pechino, rivela un memorandum riservato ottenuto esclusivamente da EURACTIV.
Il documento afferma inoltre che la Cina sta cercando di cooperare nei piani di investimento della UE “sostenendo le sinergie tra l’Iniziativa Belt e Road e le priorità identificate nel Piano di Investimenti per l’Europa e le Reti Transeuropee”.
L’iniziativa Belt and Road è il famoso piano di sviluppo della Cina che coinvolge infrastrutture e investimenti in oltre 80 paesi in Europa, Asia e Africa, rendendolo il più grande progetto di infrastrutture della storia.
Il memorandum, la cui bozza è stata redatta in settembre, afferma che la Cina e l’Italia “promuoveranno sinergie e rafforzeranno la comunicazione e il coordinamento”, oltre a “migliorare il dialogo politico” su “standard tecnici e normativi”.
Sono circolate voci sull’esistenza di un tale memorandum in seguito ad un articolo sul Financial Times di mercoledì 6 marzo, in cui Michele Geraci, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico italiano, ha rivelato che i negoziati sulla formulazione del testo devono ancora essere perfezionati.
Il governo italiano ai ferri corti
L’8 settembre 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico italiano, guidato da Luigi Di Maio, dei Cinque Stelle, ha fatto un annuncio sul sito web istituzionale, tuttora online(*), circa un’intesa raggiunta sul memorandum stilato a seguito di una missione di stato in Cina guidata da Geraci.
Una fonte che vuole restare anonima, ha dichiarato a EURACTIV che l’annuncio ha sorpreso il Ministero degli Affari Esteri, che è stato emarginato nonostante sia formalmente responsabile della negoziazione degli accordi di cooperazione internazionale.
Da allora, le tensioni sono aumentate tra il ministero dello sviluppo economico italiano e il ministero degli affari esteri, culminando di recente in uno scontro riguardo ai contratti di Huawei per la costruzione di reti 5G in Italia.
Ma sembra che tutte le resistenze all’accordo italo-cinese siano state messe da parte e che il memorandum possa essere firmato nelle prossime settimane.
Il presidente cinese Xi visiterà Roma il 22 marzo, data in cui i colloqui saranno probabilmente conclusi.
In alcuni documenti preparatori per la visita di Xi, che sono stati messi in circolazione, è prevista una cerimonia per la firma del memorandum, con il coinvolgimento del Primo Ministro italiano Giuseppe Conte e del vice primo ministro Luigi Di Maio.
Una fonte ha rivelato giovedì nella tarda serata che il testo attualmente in mano a EURACTIV riguarda le proposte avanzate dallo stato cinese e che il governo italiano non ha ancora modificato il testo.
La porta della Cina verso l’Europa
Il memorandum trapelato stabilisce il quadro per la cooperazione e gli accordi commerciali specifici minori, compresi i nuovi investimenti delle compagnie cinesi nel porto di Trieste.
Il nodo marittimo di Trieste è uno dei più grandi del Mediterraneo, con il trasferimento di 62,7 milioni di tonnellate di merci nel 2018. Ha anche collegamenti ferroviari con l’Europa centrale e settentrionale.
Michele Geraci e il sottosegretario alle infrastrutture Edoardo Rixi hanno visitato Trieste il mese scorso per promuovere il porto triestino come porta cinese per l’Europa nella Nuova Via della Seta.
EURACTIV è stato informato che tra gli altri punti dell’accordo previsto per la visita di Xi, ce n’è uno che consentirà un’ ulteriore collaborazione tra due operatori nazionali dell’elettricità, la State Grid Corporation della Cina e l’italiana Terna. Il primo possiede attualmente il 35% delle azioni di CDP Reti, una società che controlla il 29,8% di Terna.
Accordi commerciali e joint venture un più controversi potrebbero essere stabiliti inoltre tra alcune aziende cinesi e l’eccellenza italiana della difesa Leonardo.
Inoltre è all’esame dei tecnici italiani anche una proposta di memorandum d’intesa sull’e-commerce fatta dal Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese (MOFCOM) .
Più in generale, il memorandum rivela anche che potrebbero essere concordati ulteriori accordi nel settore dei trasporti, con la divulgazione che “entrambe le parti condividono una visione comune sul miglioramento di trasporti accessibili, sicuri, inclusivi e sostenibili”.
EURACTIV sottolinea che tutti i piani di cui sopra sono iniziative proposte dalla Cina.
Potere morbido
Se tutto andrà secondo i piani cinesi, l’Italia sarà il primo paese del G7 a sostenere l’Iniziativa Belt and Road.
Tuttavia, questo progetto non solo ha diviso il governo italiano ma anche molti altri governi in tutta l’UE, che sono preoccupati per il verificarsi di “trappole del debito”, in cui gli stati economicamente in difficoltà non sono in grado di pagare i prestiti agli investimenti.
Mercoledì scorso, la Commissione europea ha risposto alle preoccupazioni relative a eventuali accordi tra l’Italia e la Cina, chiarendo che qualsiasi cooperazione con la Cina nell’iniziativa Belt and Road dovrà rispettare “le regole del mercato, i requisiti e gli standard della UE nonchè quelli internazionali”.
“Né l’Unione europea né alcuno degli stati membri possono effettivamente raggiungere i loro obiettivi con la Cina senza una piena unità”, ha detto oggi la portavoce della Commissione Europea Maja Kocijancic.
Kocijancic ha aggiunto che, sottostante a questo tipo di accordi, deve essere ben presente la responsabilità di “assicurare la coerenza con le norme e le politiche del diritto dell’UE” e il rispetto per “l’unità dell’UE nell’attuazione di nuove politiche”.
A cura di Zoran Radosavljevic
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