Secondo le ultime stime fatte dal Ministero dell’Informazione palestinese sarebbero oltre tremila i bambini palestinesi uccisi dai militari israeliani negli ultimi 18 anni; dal 2000, anno della seconda Intifada fino ai giorni nostri.
Nei territori occupati sono proprio i bambini a perire più di tutti la brutalità del conflitto centenario, da anni privati di una buona istruzione, del sogno di un futuro migliore e molte volte della stessa vita. Quasi a voler sfidare il tacito silenzio del potere, il Ministero ha pubblicato un dettagliato report.
Alle oltre tremila vittime vanno aggiunti oltre 13mila bambini feriti per mano delle autorità israeliane. Secondo l’agenzia Ma’an, sono almeno 80 i bambini uccisi nei territori occupati palestinesi negli ultimi due anni; il più piccolo di questi aveva solo 8 mesi. Dal report stilato dall‘autorità di Ramallah si evince che negli ultimi 18 anni, 12mila bambini palestinesi sono stati arrestati, torturati e spesso costretti ad ammettere colpe mai commesse.
Secondo Addamer, gruppo che lotta per i diritti dei detenuti, solo nell’ultimo anno 6.800 palestinesi, di cui 300 minori, sono stati arrestati da Israele. In contrasto con l’articolo 37 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, quasi tutti i bambini palestinesi arrestati subiscono violenze fisiche e psicologiche che vanno dalla privazione del sonno all’isolamento. Molti di loro sono inoltre soggetti a detenzione amministrativa senza accuse né processo.
Le accuse mosse verso i ragazzini sono per lo più di “disturbo della quiete pubblica”. Accuse che rasentano il ridicolo, ma che mostrano appieno il fatto che i bambini palestinesi sono, per gli israeliani, una minaccia alla stregua dei terroristi e come tali vengono trattati.
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