PRIMA DI ISCRIVERE I FIGLI A SCUOLA BISOGNEREBBE SEMPRE PRENDERE INFORMAZIONI SUGLI INSEGNANTI, LA LORO PREPARAZIONE, LE ESPERIENZE PRECEDENTI E LE LORO REFERENZE. SPESSO, LE IDEE POLITICHE DI IMPROBABILI EDUCATORI VENGONO PORTATE SUI BANCHI DI SCUOLA COME STRUMENTI DI INDOTTRINAMENTO E MANIPOLAZIONE MENTALE, CHE TANTO RICORDANO QUEI BUI PERIODI STORICI IN CUI IL TOTALITARISMO IDEOLOGICO ENTRAVA DI PREPOTENZA NELLE AULE. INOLTRE, SOPRATTUTTO A NATALE, SPIEGHIAMO AI BAMBINI L'IMPORTANZA DELLA FESTA COME ESPERIENZA DI FEDE NEL MIRACOLO DI DIO CHE NASCE E SI FA UOMO COME NOI, PIU' CHE RIDURRE IL NATALE A FESTA CONSUMISTICA DOVE NON SI ATTENDE PIU' L'ARRIVO DI GESU' SALVATORE, MA DI BABBO NATALE CARICO DI REGALI. LA FUTURA MATURAZIONE SPIRITUALE E MORALE DEI VOSTRI FIGLI UN GIORNO VI RINGRAZIERA'. DIFENDIAMO SEMPRE I NOSTRI VALORI CRISTIANI, E FACCIAMO RISCOPRIRE AI BAMBINI TUTTA LA GIOIA E LA CONFORTANTE PRESENZA DEL PRESEPE IN CASA E A SCUOLA.
La nota scrittrice Maria Winowska (1904-1993, Austria) ha impresso, nero su bianco in un suo libro, una storia che, a Natale, è sempre bene rammentare e diffondere il più possibile.
La Winowska, che poteva vantarsi dell’amicizia con Papa Giovanni Paolo II, riporta il racconto di un parroco ungherese, Padre Norbert, che ebbe 32 piccoli testimoni dei fatti: gli allievi di una scuola elementare.
Lui operava in una parrocchia di pochi abitanti, in un paese dove la maestra di ruolo, la signorina Gertrud, era dichiaratamente atea. La maestra faceva della sua lotta contro Dio nel tentativo di cancellarne la memoria dalle giovani menti dei suoi scolari il perno delle sue lezioni.
Natale: la signorina Gertrud era completamente atea
Quei bambini, però, appartenevano a famiglie cristiane e, dunque, avevano una formazione religiosa che li invogliava a rispettare i Sacramenti.
“La signorina Gertrud sembrava avere un fiuto misterioso per individuare chi si era comunicato e queste sue “pecore nere”, come lei le chiamava, le trattava con sfrenata rabbia. Sembrava che lo avesse saputo da questa o da quella spia.
Nella IV/a, c’era Angela di dieci anni. Era molto intelligente e capace, ma le sue compagne non la invidiavano perché aveva un cuore d’oro ed era sempre pronta ad aiutarle. Un giorno mi chiese di poter fare tutti i giorni la Santa Comunione. Ma sai di cosa ti carichi?”, le chiese il parroco.
Ma la bambina sapeva fin troppo bene cosa voleva e rispose: “Signor Parroco, la maestra non mi potrà rimproverare facilmente, glielo posso assicurare. Sarò ancora più diligente … Per favore, non mi dica di no. Quando prendo la Comunione mi sento più forte. Dica di sì, devo dare il buon esempio e perciò devo avere molta forza!”.
Il parroco non poté proprio scoraggiare quella richiesta: Angela si stava immolando, sottoponendosi ad ogni interrogatorio/interrogazione possibile, in quanto, da quel momento, divenne il bersaglio della maestra.
“La maestra voleva, attraverso questa fragile bambina, colpire un bene comune, il tesoro della fede. I genitori incoraggiavano la loro figlia a resistere ed improvvisamente Angela si trovò al centro dell’interesse comune. Tutti ammiravano la sua forza. Solo lei non se ne rendeva conto. Si sentiva umiliata per la sua incapacità a difendersi e per non saper portare dei motivi per la sua fede”.
Natale: Angela cerca di riportare tutti alla fede
Poi, arrivò il periodo prenatalizio. Era esattamente il 17 Dicembre, quando la signorina Gertrud decise di sferrare un attacco deciso contro Angela, convinta che, facendo cadere la sua convinzione, la sua fede, l’avrebbe avuta finalmente vinta, su chiunque, intorno a lei, parlasse di Dio.
La maestra chiese: “ “Che cosa fai se i tuoi genitori ti chiamano?”. “Vado”, rispose la ragazzina timidamente sottovoce. “Molto bene. Ti senti chiamare e vai subito, come fa una brava bambina. Che cosa succede se i tuoi genitori chiamano lo spazzacamino?”. “Viene”, rispose Angela.
(…) “Bene, mia piccola. Lo spazzacamino viene perché c’è, perché è vivo”. Un momento di silenzio. “Tu vieni perché sei viva. Però, per esempio, i tuoi genitori chiamano la nonna che è morta. Verrà?”. “No, non credo”. “Brava. E se chiamano Barbablù? Oppure Cappuccetto Rosso? Oppure Pollicino? Ti piacciono le fiabe, no? Allora cosa succederà?”. “Non verrà nessuno, perché sono fiabe”. Angela sollevò il suo sguardo limpido, però lo riabbassò subito. (…) “E adesso supponiamo di chiamare Gesù Bambino. C’è ancora qualcuno di voi che crede in Gesù Bambino?”. Per un attimo tutto tace. Poi, alcune voci timide dicono: “Sì, sì …”. “E tu, Angela, credi tu che Gesù Bambino ti senta se lo chiami?”. Angela si sentì improvvisamente sollevata da un peso. Ecco dunque il tranello di cui non poteva immaginare la portata.
Con grande slancio rispose: “Certo, credo che mi senta”. “Molto bene, adesso facciamo un tentativo. Se Gesù Bambino c’è, entrerà se voi lo chiamate. Chiamate dunque tutti insieme molto forte: Vieni, Gesù Bambino! Uno, due, tre, tutti insieme”. I bambini abbassarono la testa e in un silenzio di tomba si sentì una risata satanica. “E qui vi volevo. Questa è la mia prova. Non avete il coraggio di chiamarlo, perché non esiste, come Pollicino, Barbablù, perché sono semplicemente delle favole … storie per vecchietti seduti di fronte al camino, storie che nessuno prende seriamente, perché non sono vere”.
La maestra credeva davvero di aver ottenuto la sua tanto agognata vittoria, ma aveva esultato troppo presto.
Angela parlò alla classe e invogliò tutti gli altri bambini a chiamare Gesù perché si palesasse: “Vieni, Gesù Bambino!”, cominciarono a dire, e le loro invocazioni crescevano e si facevano pregne di fede, di fiducia in colui che chiamavano in mezzo a loro. E cosa accadde?
“La porta si aprì silenziosamente. Videro che una forte luce si concentrava sulla porta. Questa luce cresceva, cresceva, poi divenne un globo di fuoco. Ebbero improvvisamente paura, però tutto accadde così in fretta che non ebbero nemmeno il tempo di gridare. Il globo si aprì e dentro apparve un Bambino splendido, come non ne avevano mai visto. Il Bambino sorrideva loro, senza dire una parola. La sua infinita presenza era una infinita dolcezza. Non avevano più paura, c’era solo gioia.
(…) Il Bambino era vestito di bianco e sembrava un piccolo sole. La luce proveniva da lui stesso. La luce del giorno sembrava scura al confronto”.
Poi, Gesù Bambino scomparve e tutto tornò come prima, ma la maestra: “Quasi impazzita e con gli occhi che le uscivano dalle orbite, la maestra gridò: “è venuto, è venuto!”, poi scappò e sbatté dietro di sé la porta. Ad Angela sembrava di svegliarsi da un sogno. Disse semplicemente: “Avete visto, Gesù Bambino esiste. E adesso ringraziamo”.
Tutti si inginocchiarono commossi e recitarono un Padre Nostro, un’Ave Maria ed un Gloria al Padre”.
La maestra non si riprese mai più dalla visione di quell’evento straordinario, da quella rivelazione che aveva annientato la sua incredulità. Padre Norbert e tanti altri pregarono per lei.
Nessun commento:
Posta un commento