lunedì 12 novembre 2018

La rivoluzione colorata di Torino, del tipo primavere arabe alla Soros. Ma senza colori e senza bandiere: la sinistra non ne ha più



Non impressiona nessuno la manifestazione di Torino pro TAV.

Si sente lontano per chilometri che c’è puzza di zolfo, e cioè che si tratta di una manifestazione studiata a tavolino da gente del PD, vecchi media con la bava rabbiosa che scende dalla bocca e compagnia di merende, orfani del potere e delle prebende che a Torino e a Roma non hanno più.

Hanno copiato il format dalle rivoluzioni colorate di Soros e lo hanno aggiornato, perché non possono più utilizzare nessun colore e nessuna bandiera.

Hanno inventato le manifestazioni anonime senza colori e senza bandiere. Hanno mobilitato le clientele, hanno dato una verniciata al femminile, eliminato le bandiere perché dietro le loro bandiere chiunque avrebbe vergogna a camminare. Prima a Roma e poi con tanto di replica a Torino è avvenuta la stessa penosa messinscena.


Un tempo quella di ieri a Torino sarebbe stata chiamata una manifestazione della conservazione destrorsa, reazionaria di destra. Infatti i media vintage sono arrivati a chiamarla una manifestazione della maggioranza silenziosa: orrore! Adesso il PD si definisce maggioranza silenziosa, termine un tempo riservato ai nemici del PCI.

Mentre oggi, più propriamente, sono la minoranza chiassosa, che non sa e non vuole accettare le regole della democrazia. Che equivale al fascismo di fatto travestito da antifascismo. Perché il fascismo è rifiuto di riconoscere e applicare le regole della democrazia, per cui chi vince le elezioni governa. Nella loro testa è rimasta solo rabbia irrazionale e incontrollata e perciò urla scompostamente perché non ha nessuna idea seria su come guidare l’Italia avendola portata alla rovina.

Non solo, essendosi accorti che sono invisi alla stragrande maggioranza del nostro Paese, che non vuol neanche sentir parlare di loro, non hanno più il coraggio di presentarsi con nome e cognome, ma si costringono da sé all’anonimato, a nascondersi, paurosi che la gente li seppellisca di fischi. Oggi infatti c’è una nuova maggioranza nelle città, nei paesini più sperduti, nei luoghi di lavoro, nelle piazze del nostro Paese, tra gli italiani che stanno a casa, tra le donne come tra gli uomini, tra i giovani come tra gli anziani, come hanno certificato le urne il 4 marzo e da cui è nato il Governo Conte.

Quindi sono liberi di manifestare anonimamente, urlino pure, ma a decidere sulla TAV non saranno loro e neanche potranno concorrere a decidere. Questa decisione spetta al Governo che deciderà come meglio riterrà opportuno.
Si diano pace.

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