venerdì 2 novembre 2018

IL TITANIC. UN ESEMPIO DI MANIPOLAZIONE MEDIATICA.


Raimondo Vitillo, nato in un piccolo comune dell’avellinese, Ariano Irpino nel 1888 era sul Titanic e riuscì a sopravvivere alla tragedia. Ha sempre raccontato che la nave non è affondata per il motivo che tutti conosciamo.
Il Titanic non è affondato per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e 15 aprile 1912 ma perché è stato speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese“.
Questa è la versione sempre sostenuta da Raimondo Vitillo e ripresa, oggi, dal figlio, Carmine: “Mio padre tutte le volte che tornava sull’argomento non ha mai cambiato versione, neppure nei piccoli particolari perché quell’episodio è rimasto scolpito in maniera indelebile nella sua mente“.
Raimondo Vitillo quella notte uscì sul ponte per prendere un po’d’aria. Mentre passeggiava, ascoltò tre fischi, poi sentì il forte boato e vide un piroscafo andar via. Non riuscì a capire se la bandiera fosse svedese o olandese. Poi ha spiegato il figlio: “Mio padre inviò molte lettere all’Ambasciata raccontando la vera storia di cos’era accaduto quella notte sul Titanic, ma non ha mai avuto risposta”. 
Il Titanic non è affondato per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e 15 aprile 1912 ma perché è stato speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese”, l’ha sempre raccontato Raimondo Vitillo, nato ad Ariano Irpino il 14 maggio 1888 e deceduto ad 88 anni sempre nella sua città natale,uno dei pochi superstiti dall’ affondonamento del transatlantico, avvenuto esattatmente un secolo fa, il 14 aprile 1912. Una versione tramandata al figlio Carmine che vive a Seregno da oltre cinquant’anni e che l’ha ascoltata sia quand’era bambino con interesse e stupore che da adulto con maggior cognizione. “Mio padre -ha detto Carmine- tutte le volte che tornava sull’argomento non ha mai cambiato versione, neppure nei piccoli particolari perché quell’episodio è rimasto scolpito in maniera indelebile nella sua mente. Uscito sul ponte a prendere un po’ d’aria ha udito tre forti fischi, poi un forte boato e visto un piroscafo che se ne andava non riuscendo a distinguere se la bandiera era olandese o svedese. Ma di aver visto un iceberg non ha mai fatto menzione. Al rientro dopo il naufragio aveva scritto più lettere all’ambasciata raccontando la vera storia di cos’era accaduto quella notte sul Titanic, ma non ha mai avuto risposta.
Questa è dunque la versione di Vitillo, che non ha l'aria di essere un mitomane in cerca di pubblicità. Che interesse avrebbe avuto ad inventarsi tutto ? 

 Vediamo ora la versione ufficiale. Un video del prestigiosissimo National Geographic che ripercorre la storia del ritrovamento del relitto. Un video patinato in puro stile "Angela padre e figlio" che potrebbe benissimo andare in televisione in prima serata:






Il video la tira volutamente per le lunghe soffermandosi su particolari insignificanti e sorvolando molto velocemente sulle cause dell'affondamento. Gran parte del filmato è dedicato alla ricostruzione di come e perchè la nave si sia spezzata in due tronconi, mentre la causa dell'affondamento viene liquidata in modo molto sbrigativo ed alla maniera del tirare acqua alla versione ufficiale (iceberg).

La versione ufficiale è: "L'affondamento è stato provocato da uno squarcio di circa cento metri prodottosi al di sotto della linea di galleggiamento. About 300 ft (91,44 metri per la precisione).

La versione ufficiale parla poi di un tempo di affondamento molto più rapido delle due ore e mezza che costituiscono il tempo realmente intercorso tra l'impatto con il "presunto" iceberg ed il naufragio.  




La realtà è: Non è stata riscontrata alcuna traccia visibile di quello squarcio che i ricercatori erano convinti di poter trovare. Gli autori del ritrovamento hanno constatato con loro sommo stupore che non c'era affatto traccia di tutto questo. A questo punto hanno dovuto inventarsi una spiegazione coerente con la narrativa ufficiale. 

Come conciliare la narrativa ufficiale con la realtà dei fatti ? Semplice. Basta adattare la realtà alla narrativa ufficiale. Si sono dunque inventati uno squarcio che non esiste realmente, ma che si presume debba esserci, perchè è l'ingrediente necessario a puntellare tutta la storia, evitando fastidiosi e imbarazzanti quesiti sui quali è meglio "tirare dritto"...    

A differenza della poppa, la prua è rimasta pressochè intatta, salvo un grosso buco adiacente ad una vistosissima deformazione dello scafo di forma concava del tutto compatibile con la versione dello speronamento, mentre non si nota alcuna traccia del fantomatico squarcio di non precisata lunghezza.

Questa immagine esemplifica meglio di ogni altra quanto affermato da Raimondo Vitillo, che cioè si trattò di speronamento. 



Pur essendo in questa immagine evidentissima una rientranza dello scafo che ci indica che in quel punto ci fu l'impatto con la prua di una nave, (quasi uno stampo), di tutto questo non viene fatta alcuna menzione. La botta e lo squarcio non vengono minimamente presi in considerazione.  


Questa invece dovrebbe essere la causa dell'affondamento: un "presunto" squarcio non più lungo di una decina di metri come candidamente ammesso dagli autori del ritrovamento. Io però non ci vedo nessuno squarcio. Non so voi.


 La linea tratteggiata indica la "presunta" origine del naufragio. Secondo la versione ufficiale, lo squarcio avrebbe interessato ben sei compartimenti stagni. Vi sembra plausibile ?




Tutto qui ?


C'è anche chi in questo graffio riesce a vedere uno squarcio. Tutto fa brodo quando si tratta di "aggiustare" una versione ufficiale che (quella si) fa acqua da tutte le parti. Confrontate le proporzioni della impercettibile linea rossa con quelle del macroscopico buco.


Direi che ci troviamo di fronte al classico caso di quelli che vogliono vedere la pagliuzza ma non vogliono assolutamente vedere la trave. Si vuole sostenere che la causa dell'affondamento è in quella piccolissima linea rossa e non nel gigantesco squarcio che sembra lo stampo perfetto della prua di una nave...

Di seguito altre immagini impietose di quello che si vuole negare ad ogni costo, ossia che si è trattato di uno speronamento come sostiene a ragione il buon Raimondo Vitillo.

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