sabato 6 ottobre 2018

Lettera di monito all’Italia dalla Commissione Europea: “adeguatevi o saranno guai”

di  Luciano Lago
Bruxelles ha scritto al governo giallo verde italiano per avvertire delle “serie” preoccupazioni sul fatto che il progetto di bilancio del paese romperà potrà le regole di spesa dell’eurozona, un possibile sviluppo che probabilmente alimenterà i timori di una resa dei conti tra Roma e la Commissione Europea a fine mese.
In una lettera indirizzata a Giovanni Tria, il ministro delle finanze , i due commissari dell’UE, responsabili delle norme di bilancio, hanno esortato Roma a tenere conto delle regole che impongono all’Italia di ridurre il deficit di bilancio l’anno prossimo e di adeguarsi alle politichè di austerità con riduzione della spesa pubblica per contenere e ridurre il debito.
Si tratta delle stesse regole che hanno imposta all’Italia (ed agli altri paesi del sud Europa) riduzione della spesa pubblica, taglio delle pensioni (legge Fornero), taglio delle spese sociali e aumento delle imposte, le stesse applicate da Governo Monti in poi e che hanno affossato di fatto l’economia dell’Italia negli ultimi 8/10 anni.
Nonostante questo fallimento conclamato, la UE insiste ad imporre le sue politiche, sorda a qualsiasi proposta diretta a favorire sviluppo della domanda interna e dell’occupazione.

Si tratta della prima comunicazione formale inviata dalla Commissione a Roma da quando il governo italiano ha annunciato la scorsa settimana un piano di bilancio che rompe quelle regole con la riduzione delle imposte (alle P.IVA) e reddito di cittadinanza.
La lettera ribadisce tassativaamente che l’Italia è tenuta a consolidare il suo deficit di bilancio di 0,6 punti percentuali del PIL l’anno prossimo. Al contrario, i progetti di piani di spesa svelati dal ministro Tria indicano un’espansione del disavanzo dello 0,8 per cento – portando il disavanzo a gonfiarsi al 2,4 per cento del PIL nel 2019. La cifra è tre volte superiore all’obiettivo dello 0,8 per cento imposto dalle norme dell’UE.
La Commissione Europea non accetta questa deroga e, come aveva preannunciato Jean C. Junker, “bisogna essere rigidi con l’Italia altrimenti sarà la fine dell’euro”. Ecco quindi la prima lettera di “avvertimento”.

All’inizio di questa settimana, Tria – una persona che rappresenta la parte moderata ed accomodante del governo, – ha detto ai suoi colleghi ministri delle finanze dell’eurozona che le ambizioni di spesa di Roma erano ancora in discussione e il suo governo era pronto ad ascoltare le raccomandazioni di Bruxelles una volta formalmente presentato il bilancio a metà ottobre .
La lettera di Bruxelles è il primo avvertimento formale inviato in Italia, la terza più grande economia della zona euro. Evidenzia le crescenti paure all’interno dell’UE che, nonostante le rassicurazioni del signor Tria, quelli che sono visti come  “gli estremisti” della coalizione, considerata ” populista”, sono determinati a ridurre le regole di spesa e costringere a un confronto con Bruxelles in meno di due settimane.
Il Ministro Matteo Salvini d’altra parte aveva dichiarato in modo chiaro: “”Abbiamo sempre detto che avremmo fatto manovra coraggiosa anche se in Europa ci avrebbero bacchettato. Le minacce dell’Europa non mi interessano e come D’Annunzio dico: me ne frego!”.
La commissione, fortemente irritata dall’atteggiamento del governo “giallo verde” ha dichiarato che aspetterà fino a quando non avrà ricevuto un progetto definitivo di bilancio dall’Italia entro il 16 ottobre e quindi farà una propria valutazione sullo stato del rapporto deficit / debito. Questo presuppone la emissione di eventuale procedura sanzionatoria a carico dell’Italia.

Junker e la commissione
La lettera di venerdì è stata inviata in risposta alle proiezioni di crescita per l’economia italiana che il signor Tria ha inviato alla commissione all’inizio di questa settimana. Le previsioni di crescita dell’Italia sono più ottimistiche di quelle di Bruxelles, il che fa temere che qualsiasi stima finale del deficit del 2019 sarà superiore al 2,4 per cento.
La lettera aggiunge: “Chiediamo alle autorità italiane di assicurare che il documento programmatico di bilancio sia conforme alle norme fiscali comuni e non vediamo l’ora di vedere i dettagli delle misure che potrebbe contenere. Nel frattempo, come negli anni e nei mesi passati, rimaniamo disponibili per un dialogo costruttivo “.
Nonostante tutto questo, l’ufficio del Governo Conte ha minimizzato il contenuto della lettera arrivata da Bruxelles ed ha sostenuto che L’Italia ha “la forte volontà di avviare un dialogo costruttivo” con Bruxelles.

Nota: Sarà vero ma a noi sembra che lo scontro con la UE si avvicina sempre più, visto la inconciliabilità delle posizioni. L’Europa di Bruxelles vuole dettare le regole ed ha dalla sua parte tutti i potentati finanziari che, a colpi di spread e di sottoclassificazione del rating , possono esercitare forti pressioni sull’Italia fino a che questa accetti di rimanere nel sistema dell’euro, chiedendo alla BCE di assegnarli la moneta (dietro interessi) e mantendosi conforme ai trattati europei.
Sarà forse arivato il momento dimettere in discussione esattamente tali fondamentali premesse degli acordi con la UE ? Toccherà al governo Conte/Salvini/Di Maio chiarire come vogliono rispondere alle indebite pressioni dei tecno burocrati della UE.

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