La criptovaluta più famosa del mondo sarebbe una sorta di dollaro “mascherato”, un progetto portato avanti dalle agenzie di intelligence statunitensi. Lo ha affermato la cofondatrice di Kaspersky Lab nel corso di un seminario a San Pietroburgo.
Il Bitcoin non sarebbe altro che un dollaro 2.0. La rivelazione arriva da Natalya Kaspersky, co-fondatrice ed ex CEO di Kaspersky Lab e a capo del gruppo InfoWatch, nel corso di una presentazione alla ITMO University di San Pietroburgo, in Russia.
“Un progetto delle agenzie di intelligence americane”
A sua detta, la famosa criptovaluta fu progettata inizialmente per finanziare in maniera rapida delle attività di intelligence inglesi, canadesi e statunitensi in tutto il mondo. Il suo tasso, inoltre, sarebbe controllato da chi ha in mano gli scambi. Per questo motivo si tratterebbe a tutti gli effetti della versione “evoluta” del dollaro americano. Kaspersky ha affermato inoltre che Satoshi Nakamoto, pseudonimo del fondatore di Bitcoin, è in realtà il nome fittizio dietro il quale si nasconde un gruppo di crittografi americani.
Siamo perennemente controllati
Nel corso della conferenza, dedicata a sovranità digitale e guerre di informazione, l’esperta ha anche affermato che gli smartphone non possono essere considerati degli oggetti ad uso personale. Si tratterebbe di “dispositivi controllati a distanza, progettati per l’intrattenimento ed il lavoro e allo stesso tempo per spiare i loro possessori”. Una dichiarazione forte, che apre uno squarcio sulla repressione che il Deep State sta mettendo in atto in tutto il mondo, ossia l’istituzione di una forma di controllo totalitaria basata sull’Intelligenza Artificiale nei Paesi occidentali. Una “dittatura” che pretenderà in un futuro prossimo l’utilizzo delle criptovaluteper poter controllare le vite delle persone.
La strategia del Deep State
Secondo il sito Geopolitics, il Deep State non ha altra scelta se non continuare a utilizzare lo stesso schema per attirare investitori ambiziosi. Tale strategia consiste nel far credere loro che, entro il 2022, un Bitcoin avrà raggiunto il valore di 125mila dollari e poi farlo crollare, ripetendo lo stesso trucco daccapo. La criptomoneta come progetto del Deep State spiega molte faccende lasciate in ombra riguardo questo fenomeno. Ciò spiegherebbe perché non vi è alcuna trasparenza su chi ha realmente inventato questa valuta e per quale motivo il suo imminente arresto in questi mesi ha fatto scendere il suo valore di mercato del 40%. Non stupisce, dunque, il fatto che Corea del Sud, Cina e Russia siano in procinto di bloccare qualsiasi operazione in Bitcoin all’interno dei propri confini.
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