Aumenta la noia tra i giovani e aumenta il vandalismo. Dal 2016 al 2017 i numeri degli atti vandalici messi in atto dagli adolescenti tra i 14 e i 19 anni, sono aumentati dal 16 al 22%. Salgono anche le risse (24%), il knockout (6%), i ragazzi che usano in maniera impropria un'arma (8%), che distruggono vetrine, cassonetti, o lanciato oggetti durante una manifestazione (5%) e che si dilettano a picchiare qualcuno (35%) (Dati Osservatorio Nazionale Adolescenza).
Il bello è che davanti al rapido esondare del fiume della devianza giovanile, che ben conosciamo e che vediamo solo quando vogliamo vedere, rimaniamo ancora a bocca aperta.
L'allarme è scattato da tanto tempo, ma come sempre mettiamo cerotti perché sbagliamo la cura, ci limitiamo a fare la conta dei danni della devianza giovanile, che ha un costo enorme per lo stato, nonché un notevole costo individuale in termini di benessere e qualità della vita.
Siamo molto bravi a cercare i colpevoli e a spargere parole come petali di rosa che volano nel vento. Nel mentre che facciamo i poeti della sociologia, della psicologia e della psichiatria, però, centinaia e centinaia di ragazzi deviano sotto i nostri occhi, vivono facendo danni a terzi e a se stessi, finché non esagerano e bussano alle porte della cronaca, scatenando un transitorio putiferio mediatico che terminerà dopo qualche giorno, dopo il quale, non si smuoverà nulla, fino al prossimo gruppo, gang o branco che busserà nuovamente alle porte dei media. Nel mentre il nulla, quel nulla contro cui si trovano a combattere quotidianamente troppi giovani, quel nulla che troppi di loro hanno dentro, che devasta tutto ciò che trova nella loro psiche, nella loro interiorità.
Basta con lo scaricare la colpa sulla tecnologia!
La violenza, il vandalismo, le sfide nei confronti di se stessi e dello stato, non sono veramente una novità di oggi e non è sicuramente colpa dei videogiochi. Sono ragazzi che sanno perfettamente quello che stanno facendo, anzi lo vanno a ricercare, sono solo incoscienti e mal-educati, senza limiti, regole, senso morale, senso logico e senso di sé.
SONO IMPOTENTI DAVANTI ALLA VITA E DISTRUGGERE TUTTO, LI RENDE POTENTI.
Nel momento in cui superano il limite non hanno un freno, il tutto è prendere la decisione di partire, dopo è solo un'escalation di danni e distruzione che alimenta la loro adrenalina, come la benzina sul fuoco.
Sono abbandonati a loro stessi, genitori impegnati a fare altro, ciechi davanti ai disagi dei figli, che cadono dalle nuvole quando si trovano davanti quella realtà che in buona parte hanno creato loro. Essere presenti con i figli non significa pensare solo alla scuola o che non fumino sigarette o canne, non significa essere fisicamente presenti, ma assolvere ad un ruolo genitoriale ed essere riconosciuti come tali, perché se un figlio non riconosce un genitore nel suo ruolo, non riconoscerà neanche un insegnante, un’autorità e un limite. Non sono riconosciuti e accettati neanche dalla scuola che non è in grado di integrare, deve correre, non può fermarsi ad aspettare chi ha problemi, deve andare avanti con i più bravi, non può dare retta a chi dà fastidio e non ha voglia di fare niente. La devianza è sempre esistita, la noia pure, il vandalismo anche, non è la tecnologia. I cambiamenti indotti dalla tecnologia da un punto di vista comunicativo e relazionale hanno solo sfaldato altri punti di riferimento che questi ragazzi non hanno più. L'amicizia non è più il sentimento di un tempo, la fratellanza pure. Le emozioni hanno sostituito i sentimenti, ma la famiglia ha perso il suo valore, il suo ruolo, tutto troppo labile, non c'è più niente di stabile intorno a questi ragazzi. Come pretendiamo che crescano e soprattutto, come facciamo ancora a meravigliarci davanti a tutto quello che combinano i giovani? Genitori impegnati a litigare e a farsi la guerra, che si scaricano le colpe e le responsabilità a vicenda, che lavorano giorno e notte e non hanno tempo per i figli se non per angosciarli con il rendimento scolastico, scaricando le colpe sulla scuola. Una scuola sempre in ritardo, che a sua volta scarica le colpe sui genitori, che sospende, punisce, mette le note e butta fuori dalla porta, andando a rinforzare la rabbia in questi ragazzi e l'idea di essere sbagliati. Non che non si debbano sanzionare, ma quando si punisce bisognerebbe capire il senso e come poter fare per il recupero e per l'integrazione di questi ragazzi. Che senso ha fermarsi ai servizi sociali o al riformatorio se non vengono veramente riformati, che senso ha il perdono giudiziale se poi non vengono aiutati ad elaborare ciò che li spinge a comportarsi in questo modo. É da qui che nasce l'idea tra gli adolescenti di distruggere le strade e la scuola, una sfida con se stessi e contro le istituzioni, è da qui che nascono il lancio dei sassi dal cavalcavia o agli autobus, è da qui che nascono i selfie pericolosi, i killer selfie e la ricerca di viralità nel web, è da qui che nascono le gare in motorino, in macchinetta, il vandalismo, le risse, i giochi come il knockout, le violenze e il bullismo. E' da un profondo vuoto da colmare che nasce la devianza e il vandalismo, perché la noia è semplicemente un sinonimo di vuoto, il grido d'aiuto di adolescenti non visti e non contenuti da nessuno, se non dalle loro bravate.
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