lunedì 20 luglio 2020

Quei comunisti preti…

Domenica, 24 novembre 2019 – Cristo Re – da Casa Spirlì, a Taurianova


Pensavamo che quel dono blasfemo del comunista Morales, ex rossotiranno boliviano, quella croce infangata dalla falce e martello fosse segno della fine. Invece, no!

Nella chiesa di bergoglio, dove è concesso mangiare ai piedi dell’altare, ballare assieme a frati deficienti di Credo, cantare con monache vergini quanto Messalina sul letto di morte, ora si intonano canzoni partigiane come fossero Osanna e Alleluia!

La vergogna si manifesta nella parrocchia del prete dei neri in piscina, ma lui non è l’unico rosso in tonaca.

I seminari, negli ultimi anni, hanno scaricato in giro per le chiese di tutto il mondo migliaia di preti scomunicati prima ancora di essere ordinati! E sì! Perché la scomunica di Pio XII contro il comunismo NON È STATA MAI CANCELLATA!

Peraltro, oggi, anche l’UE si è svegliata ed ha accomunato il comunismo al nazismo, quale orrore dell’Umanità. La Chiesa, no! La chiesa del papampero, alla quale, ormai, manca solo il grembiulino massonico sopra tutti gli altri sacri paramenti, mantiene vivi i preti rossi, mentre commissaria le congregazioni, gli ordini e i luoghi santi in odore di Tradizione.

È la fine del Cattolicesimo!

E la morte viene da dentro, mentre il Popolo di Dio corre verso le Confraternite che si riferiscono alla Tradizione e, anche, verso il Cristianesimo Ortodosso.

Noi, speranzosi, teniamo duro.

Resteremo nelle nostre parrocchie fino all’ultima messa dell’ultimo prete “alla vecchia maniera”. Il giorno dopo, pregheremo in greco, in russo, in latino. Ma non ci consegneremo ai soviet in tonaca.

Canne e incenso non legano…

PS: Tempo fa, un prete rosso della mia diocesi alla mia domanda “Sei più prete o più comunista?” rispose “Sono prima comunista e poi prete”: non ho mai partecipato ad una messinscena celebrata da quel manigoldo!


Quanti preti di sinistra sono massoni ed ex agenti sovietici infiltrati nei seminari?

LO AFFERMA ANCHE BELLA DODD NEL SUO LIBRO "SCHOOL OF DARKNESS". IN QUESTI TEMPI "MALATI" CON IL PRETESTO DEL CORONAVIRUS, I FEDELI SE NE STANNO RENDENDO CONTO A CAUSA DEI SACRILEGI EUCARISTICI CHE SI PERPETRANO NELLE CHIESE CON IL PLACET DEL "COMPAGNO" BERGOGLIO. 

FATECI CASO: CLEMENTE XII CHE SCOMUNICO' LA MASSONERIA NON E' DIVENTATO SANTO PER LA CHIESA, MENTRE GIOVANNI XXIII E PAOLO VI CHE VOLLERO RIALLACCIARE I CONTATTI CON LA MASSONERIA SONO STATI CANONIZZATI. IO NON CREDO AL CASO E VOI?....



È piuttosto diffusa l’opinione che una tendenza “di sinistra” sia sempre esistita all’interno del mondo cattolico e della Chiesa stessa; che una parte dei cattolici e del clero, a torto o a ragione (a torto, secondo il nostro punto di vista), ritengano esistere una consonanza di fondo e una logica, naturale convergenza strategica, fra la predicazione del Vangelo di Gesù Cristo e il Capitale di Karl Marx; e, inoltre, che si tratti d’un fenomeno assolutamente spontaneo, giusto o sbagliato che sia nel merito della questione, davanti al quale non si può fare altro che prenderne atto, più o meno come si prende atto del sole e della pioggia, o del succedersi delle stagioni. Vale tuttavia la pena di chiedersi se davvero si sia trattato di un fenomeno del tutto spontaneo e naturale; se i preti modernisti e i preti operai, o una parte di essi, non siano stati solo gli utili strumenti, diciamo pure gli utili idioti, di una manovra immensamente più vasta di quanto le loro menti “progressiste”, per quanto si credessero audaci, avrebbero mai osato immaginare.

Esistono degli argomenti di ordine logico per nutrire un simile dubbio. Dopotutto, la Chiesa aveva resistito all’offensiva scatenata dalla Massoneria, a partire dal’Illuminismo, per un paio di secoli; era rimasta compatta, vogliamo dire, quanto meno sul piano dottrinale e pastorale. Solo in Francia, sotto i colpi di maglio della Rivoluzione del 1789 e la lacerazione prodotta dalla Costituzione civile del clero, si erano aperte delle serie falle in tale compattezza; non, però, a livello dogmatico, ma solo nell’atteggiamento di una parte del clero verso la società civile e lo Stato. In altre parole, per due secoli il clero cattolico aveva resistito a tutti gli sforzi della Massoneria per scompaginarlo dall’interno, mediante infiltrazioni sapientemente mirate e astutamente dissimulate, senza cedere di un millimetro sul piano dei principî, con la stessa determinazione mostrata davanti all’offensiva protestante nel XVI secolo. Il papa Clemente XII, nel 1738, aveva fulminato la scomunica contro la Massoneria e i suoi membri, con l’epistola In eminenti apostolatus specula; provvedimento che venne confermato e ribadito da tutti i pontefici successivi, e mai ufficialmente ritirato. Solo con Giovanni XXIII e soprattutto con Paolo VI si faranno strada delle tendenze apertamente favorevoli a riallacciare il “dialogo” con i massoni, e verranno allo scoperto vescovi possibilisti e sacerdoti proclamanti apertamente la loro fede massonica, come quel padre Rosario Esposito (1921-1997) del quale ci siamo occupati in un recente articolo (Il caso di padre Esposito mostra che la Massoneria si è già insediata dentro la Chiesa, pubblicato su Il Corriere delle Regioni in data 06/04/2016). Don Luigi Villa (1918-2012), comboniano, da parte sua, dopo anni di pericolose indagini in tutto il mondo, dietro mandato spirituale di padre Pio da Pietrelcina, era giunto alla conclusione che sia Giovanni XXIII, sia Paolo VI erano affiliati alla Massoneria e la stavano favorendo occultamente; scrisse anche una serie di libri per denunciare il fatto, che furono “silenziati” dalla grande stampa e dall’informazione ufficiale, e pubblicò la battagliera rivista Chiesa viva e altri periodici, che vennero sistematicamente sabotati e fatti chiudere dall’autorità episcopale. Ci rendiamo conto della gravità delle accuse di don Villa, eppure non ci risulta che le sue affermazioni abbiano ricevuto una smentita convincente; piuttosto, sono state ignorate, il che è assai diverso.



Dunque, a un certo punto, la strenua lotta della Chiesa contro la Massoneria s’indebolisce, va in affanno, s’inceppa: la svolta avviene dopo la conclusione del pontificato di Pio XII (che di don Villa aveva stima e che lo aveva incoraggiato), e si è manifestata in forma sempre più esplicita, per esempio attraverso ripetute dichiarazioni del cardinale di Milano, Carlo Maria Martini, anche’egli favorevole al “dialogo” con i fratelli massoni, in nome di non si sa bene quale comunanza spirituale: quella gnostica e deista propria della Massoneria, evidentemente; non certo quella cattolica (e Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, avrebbe poi fatto un superlativo e imbarazzante elogio funebre del cardinale Martini, il 31 agosto 2012, come se fosse stato un confratello). Ebbene, proprio nello stesso momento, giunge alla ribalta il fenomeno della contestazione di sinistra nei seminari; emergono le figure dei preti contestatori - come don Lorenzo Milani, che se la prende coi cappellani militari, col servizio militare obbligatorio, con le professoresse che bocciano gli alunni impreparati -, e dei preti operai, i quali, benché certamente animati, in molti casi, da ottime intenzioni, nondimeno alimentano il clima di secolarizzazione all’interno della stessa Chiesa e di contestazione nei confronti dei vescovi “tradizionalisti”, additati al pubblico disprezzo per le loro posizioni retrive e per la loro sorda opposizione a un non meglio specificato ”spirito del Concilio Vaticano II”, formula nella quale i preti, i teologi e tutti i cattolici di sinistra inseriscono idealmente tutte le riforme ulteriori che vorrebbero attuare, ma che il Concilio stesso ha tralasciato di fare, pur avendone avuta, a sentir loro, tutta l’intenzione.

È una strana coincidenza. La dura condanna della Chiesa contro la Massoneria si attenua e quasi scompare proprio quando, dall’interno della Chiesa, emerge una intera generazione di preti di sinistra, i quali introducono, nel loro stile pastorale, dei modi e dei contenuti che sono molto vicini agli ideali massonici: generica adorazione di un Dio inconoscibile; relativismo delle fedi e della morale; esaltazione e glorificazione dell’uomo quale soggetto della storia e artefice del progresso; generica fratellanza fra gli uomini, che equivale a una distruzione delle identità culturali, nazionali, religiose; cieca fiducia in una élite illuminata che dovrà prendere la guida dell’umanità e condurla felicemente verso i beati pascoli di un mondo perfettamente unificato e pacificato. È lecito domandarsi se, per caso, il programma originario della Massoneria, d’infiltrarsi silenziosamente nella Chiesa cattolica e “addomesticarla” dall’interno, non abbia trovato una geniale applicazione per il tramite dell’ideologia marxista, penetrata così velocemente e così capillarmente nel tessuto della Chiesa e nella stessa teologia cattolica (basti pensare alla teologia della liberazione; e si tenga presente la vastissima diffusione delle logge massoniche nel subcontinente latino-americano), da far sorgere molti inquietanti interrogativi. Ma come avrebbe fatto la Massoneria a “travasare” i suoi programmi e i suoi obiettivi strategici nel movimento comunista mondiale, e a infiltrare, per mezzo di esso, i quadri e gli stessi vertici della Chiesa cattolica?

In effetti, non sono in molti a sapere che, durante gli anni della Guerra fredda, un numero considerevole di membri dei servizi segreti sovietici, giovani italiani, francesi, tedeschi, eccetera, tutti marxisti-leninisti dalla fede inossidabile, si sono abilmente infiltrati, oltre che nei gangli vitali della società civile dei Paesi membri della N.A,T.O., anche nelle file della Chiesa cattolica, a partire dal livello della formazione sacerdotale, ossia dai seminari e dai noviziati, con il preciso mandato di insinuare accortamente le idee del comunismo nella mentalità e nella pratica del clero, sfruttando anche il momento eccezionalmente favorevole creatosi a partire dagli anni ’60, con l’atmosfera elettrizzante del Concilio Vaticano II, con la comparsa della nuova figura del “prete operaio” e con le audaci “aperture” in senso progressista di teologi come Karl Rahner, Edward Schillebeeckx, Yves Congar, Hans Küng, Walter Kasper e altri.

Tale pratica di infiltrazione risaliva, in realtà, ancora più indietro nel tempo: rimontava addirittura a prima della Seconda guerra mondiale, quando l’Unione Sovietica di Stalin era come una enorme fortezza assediata da ogni parte, e i suoi servizi segreti si servivano di qualunque stratagemma, anche il più machiavellico, pur di reagire a tale isolamento e di portare il seme della controffensiva ideologica fin nel cuore delle democrazie occidentali e degli stessi stati fascisti, a cominciare dall’Italia di Mussolini, dove potevano servire nella duplice veste di quinte colonne dentro la Chiesa cattolica, e di agenti dello spionaggio politico in senso anticapitalista e antiborghese. I servizi di controspionaggio dei Paesi europei ne erano, naturalmente, a conoscenza; nel caso dell’Italia, la polizia segreta fascista, l’O.V.R.A., ne era perfettamente informata, anche se non è dato sapere se il governo fascista avesse “passato” alla Chiesa, o lasciato comunque filtrare verso di essa, quella parte d’informazioni che la riguardavano più direttamente.

Hanno scritto, in proposito, “i Millenari”, un gruppo di prelati del Vaticano i quali hanno voluto osservare l’anonimato, nel libro Via col vento in Vaticano, e le cui rivelazioni non vanno prese per oro colato, e tuttavia meritano una certa attenzione (Milano, Kaos Edizioni, 1999, pp. 215-217):

Lenin era della convinzione che un Segretario del partito comunista dentro uno stato cattolico, per essere all’altezza del suo compito avrebbe dovuto vestirsi all’occorrenza anche del saio francescano. Nel 1935 i servizi segreti segnalarono che all’epoca all’incirca mille studenti comunisti risultavano infiltrati nei seminari e nei noviziati dell’Europa occidentale, dove in perfetta finzione di vita religiosa s’apprestavano a diventare sacerdoti; il partito avrebbe pensato poi a sguinzagliarli nei gangli e nei posti più vitali della Chiesa. Il fenomeno andò man mano allargandosi fino alle gravi contestazioni nei seminari e nei noviziati e di tantissimi preti operai e no, durante gli anni Sessanta-Settanta. Sotto lo pseudonimo di Caesar, Antonio Gramsci negli anni Venti scrisse su “Ordine nuovo” tale profetica affermazione: “La rossa tunica di Cristo fiammeggia oggi più smagliante, più rossa, più bolscevica. Vi è un lembo di tunica di Cristo nelle innumerevoli bandiere rosse dei comunisti che in tutto il mondo marciano all’assalto della fortezza borghese, per restaurare il regno dello spirito sulla materia, per assicurare la pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà”. Henri de Lubac diceva: Quando il sacro è dappertutto, non è più sacro in nessun luogo”. Sembra un paradosso, ma risponde spesso a verità. Succede che il vivere di un’anima consacrata, disseminata di sacro, nella dissipazione della vita finisce col non trovare spazio per il sacro, né dentro di sé, né nel suo divenire, ma soltanto nella carriera. […]

Il vescovo sloveno monsignor Pavel Hnilica negli anni Settanta fu espulso dall’URSS, dove era detenuto, con la promessa della controparte vaticana che s’impegnava a persuaderlo di trasferirsi in Usa. Ma il prelato, una volta liberato, preferì impostare il suo ministero episcopale a favore dei fedeli di oltrecortina, prendendo residenza in Roma. Di tanto in tanto veniva chiamato da qualcuno della segreteria di Stato e invitato a trasferirsi negli Stati Uniti per svolgere meglio il suo intrapreso apostolato. Il prelato prometteva, ma sempre in differita. Trovandosi sull’aereo di ritorno da quei Paesi d’oltrecortina, monsignor Hnilica approfitta di chiedere alla hostess la “Pravda” del giorno, per informarsi sugli avvenimenti nei Paesi comunisti. Con sorpresa, legge in un trafiletto ben in vista che lui, monsignor Hnilica, aveva chiesto e ottenuto di trasferirsi negli Usa per svolgere al meglio il suo ministero pastorale. Il prelato, non ignaro dei metodi colà in uso, piega il giornale e a ogni buon conto se lo conserva in borsa. Tre giorni dopo viene chiamato in segreteria di Stato, questa volta ricevuto da uno di quelli al più alto livello, il quale con stile perentorio gli riferiva senza mezzi termini che era stato deciso il suo trasferimento definitivo negli Stati Uniti; gli davano solo pochi giorni di tempo per i necessari preparativi. Monsignor Hnilica si era portato con sé la “Pravda” che lo chiamava in causa; con calma trovò la pagina dov’era scritto il trafiletto, la mise sotto gli occhi dell’importante prelato traducendogliela e poi, sincero e leale in modo impressionante, chiese: “Monsignore, a che gioco giochiamo?”. La conclusione fu che non se ne fece niente, e monsignor Hnilica è potuto restare a Roma fino ai nostri giorni [è morto nel 2006 a Nové Hrady, nella Repubblica Ceca, dopo aver assistito al crollo del comunismo]. Di certo non la spuntarono, ma lui non se ne uscì indenne. Poco tempo dopo, restò coinvolto in un’accusa di traffico monetario. Ripicca? Chissà! È vento di libeccio anche quello.

Sì, lo conosciamo: è un vecchio metodo, quello d’infangare i personaggi scomodi; e diversi religiosi non graditi ai modernisti (e alla Massoneria) hanno subito tale trattamento, venendone umanamente distrutti: da Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, a Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata (cfr. i nostri articoli Qual è la posta in gioco nella vicenda dei francescani dell’Immacolata? e Padre Maciel e i Legionari di Cristo: davvero giustizia è fatta?, pubblicati su Il Corriere delle Regioni il 13/03/2016 e il 19/03/2016): guarda caso, due pilastri di quella Chiesa spirituale, strenuamente fedele a Cristo alla sacra Tradizione, che non vuole cedere alla tentazione di venire a patti con il “mondo”. E siccome crediamo poco alle coincidenze…


LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Lunedi 20 Luglio 2020
Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PANEQUOTIDIANO,«MAESTRO, VORREMMO CHE TU CI FACESSI VEDERE UN ...

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Ecco, Dio viene in mio aiuto, il Signore sostiene l’anima mia.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono.(Sal 54,6-8)

Colletta
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Mi 6,1-4.6-8)
Uomo, ti è stato insegnato ciò che richiede il Signore da te.


Dal libro del profeta Michèa

Ascoltate dunque ciò che dice il Signore:
«Su, illustra la tua causa ai monti
e i colli ascoltino la tua voce!».
Ascoltate, o monti, il processo del Signore,
o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in causa con il suo popolo,
accusa Israele.
«Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
In che cosa ti ho stancato? Rispondimi.
Forse perché ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto,
ti ho riscattato dalla condizione servile
e ho mandato davanti a te
Mosè, Aronne e Maria?».
«Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
con vitelli di un anno?
Gradirà il Signore
migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito
per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere
per il mio peccato?».
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la bontà,
camminare umilmente con il tuo Dio.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 49)
Rit: A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio.

«Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio».
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica.

«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili».

«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora».

Canto al Vangelo (Sal 94,8)
Alleluia, alleluia.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.

VANGELO (Mt 12,38-42)
La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Ogni giorno incontriamo difficoltà, paure, incognite. E ogni giorno chiediamo al Signore di essere luce e conforto al nostro cammino, pregando insieme e dicendo:
Sii tu la nostra forza, Signore.

Signore nostro Dio, togli dai nostri cuori ogni rimpianto del passato, ogni paura del futuro, e riempici di speranza e di fiducia in te. Preghiamo:
Signore nostro Dio, aiutaci a costruire una società più giusta, dove nessuna persona sia usata, ma ognuno trovi rispetto e solidarietà. Preghiamo:
Signore nostro Dio, apri i nostri occhi perché vediamo i segni del tuo amore. Preghiamo:
Signore nostro Dio, trasforma la nostra vita, dandoci una fede vera nella risurrezione di Gesù, nostra salvezza. Preghiamo:
Perché a tutti i defunti siano aperte le porte del cielo.
Perché siamo liberati dalla tentazione finale.

Signore nostro Dio, accogli la nostra preghiera e, uniti a Cristo nel sacrificio eucaristico, fà che diventiamo veramente suoi seguaci. Egli è Dio e vive e regna con te per i secoli eterni. Amen.

Preghiera sulle offerte
O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo
hai dato valore e compimento
alle tante vittime della legge antica,
accogli e santifica questa nostra offerta
come un giorno benedicesti i doni di Abele,
e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore
giovi alla salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.


Antifona di comunione
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
buono è il Signore e misericordioso,
egli dà il cibo a coloro che lo temono. (Sal 111,4-5)

Oppure:
“Ecco, sto alla porta e busso”, dice il Signore.
“Se uno ascolta la mia voce e mi apre,
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”. (Ap 3,20)


Preghiera dopo la comunione
Assisti, Signore, il tuo popolo,
che hai colmato della grazia di questi santi misteri,
e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato
alla pienezza della vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Il brano evangelico esprime il rifiuto di chi non crede a Gesù, e possiamo dividerlo in tre punti: la richiesta di segni (v. 38); il giudizio generale di Gesù (v. 39a); il contro segno dato dal Maestro (v. 39 b).
Quando cerchiamo un segno perché manchiamo di fiducia nel Signore, la nostra ricerca religiosa non è più autentica, e cadiamo nell’economia del successo, rifiutando quella umile del regno. Naturalmente diciamo che cerchiamo il segno, il successo, per dare gloria a Dio, ma in realtà ci chiudiamo in qualcosa che ci gratifica e ci conforta. Ma Gesù non accetta questo modo di fare, anzi lo critica duramente: “Generazione adultera e perversa”, generazione che non ha lo sguardo fisso su Dio, che non osa più rischiare, che teme di abbandonarsi alla fede pura. Gesù insegna una economia della fede che sa accettare il fallimento di un progetto; egli denuncia quella richiesta di segni che giunge fino al punto di cancellare la vera ricerca del Dio solo, e che è una idolatria sempre presente nel cuore umano. Per questo promette il segno della sua morte in croce, della sua sconfitta. In realtà, si tratta di un contro-segno. A coloro che cercano segni eclatanti annuncia il suo entrare nell’oscurità e nelle tenebre. Ovviamente è evocata pure la risurrezione, però come compresa nella morte per amore, nella confidenza assoluta che il Figlio ha nel Padre”.

domenica 19 luglio 2020

Violenza sui minori in aumento: cervello rettiliano in azione



Non si ferma la violenza sul corpo e l’anima della donna
(articolo del 2019 del centro di aiuto alla vita di Varese)

Quanto gravi sono stati gli abusi sessuali subiti dalla giovane Noa Pothoven quando aveva 11 anni? Quanto hanno inciso sulla sua angoscia esistenziale per portarla a lasciarsi morire poche settimane fa, a soli 17 anni?

Talvolta la violenza dapprima psicologica diventa in un secondo tempo violenza fisica. E’ di questi giorni (2019) la notizia nel Lodigiano di un adescamento in rete su WhatsApp di due bambine tra gli 11 e i 13 anni, da parte di un uomo di 48 anni che ha abusato di loro per tre anni minacciandole e costringendole al silenzio e alla violenza.

La relazione annuale sulla Violenza Sui Minori

E’ stata presentata in Parlamento la Relazione annuale sulla Violenza Sui Minori (2019) da parte dell’AGA, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, per dirci che la violenza è in aumento e che il sistema non sa fornire la giusta protezione e non sa attivare gli strumenti necessari per garantirne la tutela.

La violenza sugli innocenti dilaga e in tema di diritti c’è veramente ancora molto da fare. In questo mese di giugno sono stati troppi i casi di bimbi piccoli maltrattati e uccisi dal proprio padre o dalla madre.

Viene da chiedersi chi sono questi “genitori-mostri” che anziché amare teneramente e proteggere la creatura a loro affidata la malmenano fino a massacrarla? Dove sta l’origine di tanto orrore?

L’affettività è una evoluzione della sessualità, ci dice la docente Silvia Bonino: anche dal punto di vista filogenetico c’è stata una progressione dello sviluppo cerebrale: dai rettili ai mammiferi all’uomo, del resto riscontrabile anche nel nostro cervello trino, uno e tripartito. Un uomo violento, dominante e aggressivo è ancora fermo, si potrebbe dire, al cervello rettiliano e tutte le idee che nella società e nella cultura confermano la supremazia maschile giustificano un rapporto rettiliano di sopraffazione di uomini verso le donne, dove prevale il dominio sull’amore e l’uso dell’altro nel cinismo e nella sopraffazione. La società proprio perché favorisce l’egocentrismo e l’impulsività attraverso una cultura materialista, tutta orientata al consumismo, all’edonismo, alla sessualizzazione della donna e alla pornografia, ogni giorno invia messaggi che nutrono le parti più rettiliane del nostro cervello.

Se non sono stato amato faccio fatica ad amare

“Se non abbiamo avuto la possibilità di vivere e rielaborare in modo cosciente il disprezzo di cui siamo stati vittime nella nostra infanzia, continueremo a riprodurlo e a trasmetterlo ai nostri figli”. Con queste parole Alice Miller avvia il tema della violenza subita da piccoli nel suo libro La persecuzione del bambino – Le radici della violenza in cui cerca di capire le origini della violenza nel Novecento. Sulla base della sua esperienza di psicoanalista, la violenza ha sempre un origine reattiva e non innata.

Nella nostra società liquida dove c’è molta confusione sul ruolo educativo dei genitori, spesso immaturi, incapaci di dare il buon esempio e di rappresentare un punto di riferimento per i propri figli, le parole della Miller tornano ad essere attuali perché la denuncia nei confronti della società incapace di proteggere i giovani è molto vicina a quella che è stata espressa in questi giorni dal Garante.

Cosa serve dunque per trasformare il cuore e la mente di un uomo o di una donna violenta? La risposta è racchiusa nella parola “educazione”; educazione a relazioni paritarie ed educazione emotiva all’affettività: empatia, cooperazione e altruismo.

La socialità positiva etichettata come “buonismo”

Altruismo, un’illusione? Forse è questo che vogliono farci credere certi messaggi di chiusura e di intolleranza, tutti basati sull’utilitarismo e sul materialismo. Gli studi delle scienze umane degli ultimi 50 anni ci dicono invece che non siamo programmati alla violenza, non è vero che “homo homini lupus” ma è proprio il contrario: siamo naturalmente inclini alla sensibilità verso gli altri e alla condivisone delle sofferenze altrui.

Responsabilità è la parola chiave della Relazione AGA: responsabilità degli adulti, delle istituzioni, di tutti gli organi preposti a garantire lo sviluppo e la tutela dei minori. Responsabilità che spesso manca anche sotto il profilo dell’omertà e del silenzio. Nella Relazione si invita alla responsabilità anche nei confronti della grave situazione di povertà e di disuguaglianza (un minore su otto vive in povertà assoluta) con offerta di servizi sociali regionali inefficaci o fatiscenti. Attenzione e senso di responsabilità viene richiesto anche nei confronti dei minori stranieri (7 su 10 sono nati in Italia) a cui va garantita la piena integrazione a tutti i diritti perché “I diritti dei minori sono diritti di tutti“, così si è espresso il Presidente della Camera Roberto Fico.
Non si può risolvere il problema della violenza senza investire in educazione

Educare quindi alla responsabilità, educare alla relazione e alla comunicazione nel rispetto delle differenze, dell’originalità di ciascuna personalità. Educare alla sessualità oltre la biologia, a cominciare dai sentimenti, spiegando cos’è l’amicizia e cos’è l’amore vero, inteso come dono disinteressato di sé. Educare al senso spirituale della vita dell’anima, educare al valore inestimabile della vita e alla sacralità del corpo, alla conoscenza di se stessi e della propria interiorità, delle proprie potenzialità. Educare all’ascolto, alla pazienza, alla generosità, alla pace. Educare alla bellezza, al buon gusto, al senso civico e al rispetto per la natura, per gli animali… Educare alla lettura e alla scrittura, all’ascolto della musica e delle emozioni che l’arte in genere regala. Educare fin da piccoli alla riflessione e alla creatività di un pensiero innovativo scevro da chiusure e da pregiudizi che si nutre di positività, di affetti e di altruismo e che rifiuta una cultura che ogni giorno elargisce i suoi messaggi destinati a nutrire le parti più rettiliane della nostra mente.

PER CAPIRE MEGLIO IL CERVELLO RETTILIANO:

LITURGIA DELLA DOMENICA

La Liturgia di Domenica 19 Luglio 2020
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Anno A DOMENICA 16 Chiediamo che “Venga il Regno” delle parabole ...

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Ecco, Dio viene in mio aiuto,
il Signore sostiene l’anima mia.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, Signore, perché sei buono. (Sal 54,6.8)

Colletta
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
Ci sostenga sempre, o Padre,
la forza e la pazienza del tuo amore;
fruttifichi in noi la tua parola,
seme e lievito della Chiesa,
perché si ravvivi la speranza
di veder crescere l’umanità nuova,
che il Signore al suo ritorno
farà splendere come il sole nel tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.


Dal libro della Sapienza

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 85)
Rit: Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà.

SECONDA LETTURA (Rm 8,26-27)
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

VANGELO (Mt 13,24-43)
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Forma breve (Mt 13,24-30):

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
O Padre, tu sai che il peccato ha confuso la nostra anima a tal punto che non sappiamo neppure ciò che è giusto e bene chiedere. Ma tu ci hai donato lo Spirito, che intercede con insistenza per noi. Per questo osiamo pregarti, affidando le nostre invocazioni a te, che scruti i cuori.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa, nata come un piccolo granello di senapa, sappia accogliere sotto i suoi rami tutti gli uomini, annunciando ad essi il Vangelo, con mitezza e sincerità. Preghiamo.
2. Perché negli uomini lieviti il desiderio di giustizia e di pace, spingendoli ad operare per il bene comune. Preghiamo.
3. Perché ogni battezzato si apra al dono dello Spirito, impari ad ascoltarlo nel suo cuore e sia pronto a tradurre i suoi insegnamenti in comportamenti coerenti. Preghiamo.
4. Per i genitori e per tutti coloro che sono impegnati nel servizio educativo, perché abbiano la pazienza di rispettare i tempi e i ritmi di crescita di ogni persona, guidandola ad aprirsi all’amore di Dio. Preghiamo.
5. Perché i cristiani maturino la convinzione che nel mondo la zizzania non prevarrà sul buon seme e che il Regno si manifesterà in pienezza secondo la volontà di Dio. Preghiamo.

La tua forza, Signore è principio di giustizia, tu sei indulgente con tutti. Per questo ti supplichiamo di accogliere le nostre preghiere e di esaudirle, secondo i tuoi disegni provvidenziali. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
O Dio, che nell’unico e perfetto sacrificio del Cristo
hai dato valore e compimento
alle tante vittime della legge antica,
accogli e santifica questa nostra offerta
come un giorno benedicesti i doni di Abele,
e ciò che ognuno di noi presenta in tuo onore
giovi alla salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona di comunione
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
buono è il Signore e misericordioso,
egli dà il cibo a coloro che lo temono.
(Sal 111,4-5)

Oppure:
“Ecco, sto alla porta e busso”, dice il Signore.
“Se uno ascolta la mia voce e mi apre, io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me”. (Ap 3,20)

Oppure:
Il buon seme sono i figli del regno,
che alla fine splenderanno come il sole. (cf. Mt 13,38.43)


Preghiera dopo la comunione
Assisti, Signore, il tuo popolo,
che hai colmato della grazia di questi santi misteri,
e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato
alla pienezza della vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Seguitemi, andiamo su una collina per osservare dall’alto il campo di cui si parla nel Vangelo. Guardiamo cosa succede.
Noi non vediamo più il nemico, è molto tempo che è scomparso. Ciò che vediamo sono delle comunità. Vi sono i buoni cristiani, le persone tiepide, critiche, o complicate in seno alla Chiesa, i peccatori, gli indifferenti. Si fa fatica a distinguere chi fa parte del grano, chi della zizzania. Se continuiamo a guardare, notiamo delle piante che contengono sia del grano, sia della zizzania. Infine delle piante che cambiano. Il grano diventa zizzania e la zizzania grano. Nel campo regna la confusione. Vedo me stesso da qualche parte, sono tra il grano? O tra la zizzania?
Vedo anche i miei colleghi: come mai quello lì è laggiù? È incredibile, si trova dove c’è un sacco di grano. Nel campo tutto ha il diritto di crescere, tutti hanno una possibilità.
Poi vediamo, dalla nostra collina, i lavoratori. Tra di loro vi sono dei fanatici dell’ordine, dei giardinieri modello, degli artisti del paesaggio come al tempo rococò. Sognano giardini alla francese, in cui tutto è tagliato secondo le regole. Non vorrei cadere nelle loro mani. Sono pastori, o sceriffi che sorvegliano da vicino il loro settore?
Ed ecco il contadino. Noi lo indoviniamo, più che vederlo veramente. È là ad aspettare, al fondo della sua casa. Aspetta, paziente, esultando già per la messe. Chiama con tutte le sue promesse colui - che dico? - coloro che vogliono venire a lui. Ripone la sua speranza in molti, in tutti, in tutto questo campo singolare.

sabato 18 luglio 2020

I requisiti per diventare pastore e fare carriera nelle Chiese massonizzate


OGNI VOLTA CHE SENTITE QUESTE CASTRONERIE SULLA BIBBIA SCAPPATE A GAMBE LEVATE! IL DEMONIO E' SUBDOLO.... 

Ecco quello che i massoni con il grembiule e quelli senza il grembiule hanno stabilito affinché tu possa diventare pastore nella denominazione che essi stanno dirigendo: «Non devi credere che la Bibbia è la Parola di Dio, ma devi credere che è piena di errori, leggende, miti, e favolette e idee superstiziose. Non devi predicare l’Evangelo che predicava Paolo, e non devi insegnare la dottrina che Paolo trasmetteva alle Chiese, ma il vangelo e la dottrina della nostra denominazione. Dimentica l’ira di Dio e le vendette di Dio di cui parla la Bibbia, dimentica sia l’Ades che lo stagno ardente di fuoco e di zolfo, come anche il giorno del giudizio. Elimina dal tuo vocabolario parole come ravvedimento, conversione, salvezza, peccato, trasgressione, espiazione e propiziazione, spargimento di sangue. Predica che Dio ama tutti, che non odia e non castiga nessuno e alla fine salverà tutti o quasi tutti. Esalta l’uomo, metti al centro di tutto l’uomo e il suo «libero arbitrio», affinché le Chiese disprezzino l’idea di un Dio che guida i passi dell’uomo, che regna sulle nazioni, che fa tutto quello che gli piace, che fa grazia a chi Lui vuole fare grazia. Non devi prendere ad esempio l’apostolo Paolo, ma i dirigenti della nostra denominazione. Devi quindi amare il mondo e le cose che sono nel mondo, devi amare la sapienza di questo mondo, devi essere vanaglorioso e superbo in cuore tuo, arrogante, e soprattutto astuto e bugiardo, pronto a falsificare la Parola e a contorcere le Scritture e compiere ogni azione disonesta e sleale e ingiusta a danno di chicchessia per amore della nostra denominazione. Devi odiare la santificazione con tutto il tuo cuore, e devi farla odiare alle Chiese. Se farai così avrai assicurato il pastorato e farai sicuramente carriera in mezzo a noi».


Massoneria e Cosa nostra, un antico patto

IN ONORE E RICORDO DI DUE GRANDI UOMINI DI GIUSTIZIA: GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO. UN CONTRIBUTO RICCO DI SPUNTI IMPORTANTI PER NON DIMENTICARE IL LORO PREZIOSO LAVORO....

Flash mob per Falcone e Borsellino: 23 maggio 2020


I rapporti tra massoneria e mafia risalgono già al periodo della seconda guerra mondiale, quando il ‘pastore’ protestante Frank Bruno Gigliotti, massone ed agente dell’OSS (poi CIA), preparò lo sbarco in Sicilia degli alleati attraverso i rapporti con la mafia e la massoneria. Quindi la massoneria siciliana ha avuto un ruolo ‘fondamentale, insieme a elementi della mafia, nel preparare lo sbarco degli Alleati in Sicilia’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 37). Ma questi rapporti sono proseguiti nel tempo e si sono rafforzati.

L’ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo racconta che mentre era Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Armando Corona (1982-1990), siccome Corona fece riscrivere i regolamenti interni, le costituzioni del GOI, trasformando – come dice lui – ‘la massoneria in una specie di società per azioni in cui la giunta è diventata un consiglio d’amministrazione’ (Ibid., pag. 35), avvenne che la massoneria americana tolse il riconoscimento al GOI, e a questo punto rivela dei particolari a dir poco inquietanti: ‘La riforma della costituzione massonica voluta da Corona fece perdere al Grande Oriente il riconoscimento da parte della massoneria americana. I gran maestri regionali, soprattutto del Sud, che erano molto irritati, avevano rapporti molto stretti con la Gran Loggia di New York. Quindi anche con la mafia, infiltrata nella famosa loggia Garibaldi: un concentrato di esponenti dell’area grigia tra massoneria e malavita. Ricordo che una volta, quando andai in visita a quella loggia, pensai di avere intorno a me tutti i capi di Cosa nostra in America’ (Ibid., pag. 36-37).

Altre concrete prove sui rapporti tra Massoneria e Mafia provengono dal processo sull’omicidio di Roberto Calvi, infatti nella requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo ‘Omicidio di Roberto Calvi’, si legge a proposito di Angelo Siino, ex «ministro dei lavori pubblici» di Cosa nostra ed ora collaboratore di giustizia: «Gran Maestro dell’Oriente di Palermo della loggia massonica Camea, con il grado di trentatré, Angelo Siino ha riferito di aver incontrato per caso Roberto Calvi a Santa Margherita Ligure all’interno della sede della loggia, una chiesa sconsacrata, adibita a tempio massonico, mentre stava parlando con l’allora Gran Maestro della loggia, Aldo Vitale, personaggio importante in quella zona, medico condotto. Siino si era recato a Santa Margherita con Giacomo Vitale, cognato di Stefano Bontate, massone parimenti appartenente alla loggia Camea» (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte I, p. 106; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 544). Siino descrisse quell’incontro in questa maniera: ‘Aldo Vitale, sempre espansivo, gentile ed accogliente nei suoi confronti, gli aveva detto di ‘aspettare un attimo’. Si era meravigliato ed aveva domandato al suo accompagnatore ‘ma chi è questo che è in compagnia di Vitale?’. Questi gli aveva risposto che era Calvi, ‘un banchiere di Milano’ ‘un personaggio importante’, ‘anche perchè gestisce dei soldi nostri’. Aveva usato il plurale maiestatis per fargli intendere che ‘gestiva dei soldi di Cosa nostra’. Nell’occasione, aveva detto che gestiva anche denaro di altri. Aveva usato l’espressione ‘e non solo’. Si era meravigliato del fatto che Aldo Vitale conoscesse Roberto Calvi. Era, però, un personaggio importante, anche amico di Licio Gelli, circostanza che aveva potuto constatare personalmente’ (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte I, p. 106; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 544-545).

Oltre al Siino, anche un altro ex mafioso ora collaboratore di giustizia che si chiama Gioacchino Pennino è un massone, infatti nella requisitoria si legge a suo proposito: «Uomo d’onore riservato, medico specialista, Gioacchino Pennino ha fatto parte di una loggia appartenente all’obbedienza di Palazzo Giustiniani e, prima ancora, sin dagli anni Sessanta, all’ordine di Rito Scozzese antico e accettato di cui era Gran Sovrano il principe Giovanni Alliata di Monreale, che aveva sede a Roma, in via del Gesù, e che si rifaceva alla loggia del Mondo di Washington. Negli anni Sessanta aveva ricevuto il titolo massonico di ‘dumitis’ dell’Ordine del gladio e dell’aquila» (Verbale del 12 aprile 2006, Procedimento penale n. 13034/95 RG Noti, p. 8; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 545-546), ed ha rivelato delle cose sulla massoneria che vale la pena trascrivere: ‘Il principe Gianfranco Alliata è appartenuto alla famiglia mafiosa di Brancaccio e, al contempo, ha rivestito il ruolo di Grande Sovrano della massoneria di piazza del Gesù, con il ruolo di sovrano dell’ordine di Rito scozzese antico ed accettato, che aveva come riferimento il duca di Kent, la Gran Loggia Unita di Inghilterra e, in America, la loggia del Mondo di Washington. E’ stato uno dei mandanti della strage di Portella delle Ginestre per conto del partito monarchico e della massoneria. Facevano parte di questa massoneria Michele Sindona e Antonino Schifando; ed era frequentata da alcuni associati a Cosa nostra, quali Angelo Cosentino, responsabile della famiglia di Santa Maria del Gesù a Roma, con il ruolo di capo decina; da Giuseppe Calò e Luigi Faldetta. Aveva appreso le circostanze sull’appartenenza e le frequentazioni massoniche di questi boss nel corso degli anni, da Stefano Bontate e dal cognato Giacomo Vitale, entrambi defunti e massoni. Non era in grado di precisare a quale massoneria apparteneva Bontate. Giacomo Vitale, dapprima, apparteneva alla massoneria di piazza del Gesù e, successivamente, aveva aderito alla Camea, loggia di origine ligure, con alcune logge in Sicilia e a Palermo soprattutto. Gianfranco Alliata aveva presentato Michele Sindona a Stefano Bontate» (Ibidem).

E proseguiamo, perchè di prove ce ne sono altre molto importanti. Infatti nell’aprile del 1986 la squadra mobile di Trapani fece irruzione nel Centro, situato in via Carreca, sequestrando gli elenchi di sette logge massoniche (circa 200 gli iscritti). Dopo un attento esame si scoprì che una delle sette logge era ‘coperta’ e i suoi quasi cento affiliati non erano presenti in alcun elenco o registro ufficiale. Dopo qualche settimana emersero i primi nomi degli affiliati segreti: funzionari del comune e della provincia, un burocrate della prefettura, imprenditori edili, commercianti, un famoso deputato della Democrazia Cristiana, e boss mafiosi. Il giornalista Attilio Bolzoni scrisse allora su La Repubblica: «Alcuni ‘fratelli’, ammette un investigatore, oltre ad essere in buoni rapporti con i boss, occupano posti importanti nella Pubblica amministrazione. Altri, forse, hanno anche in mano le chiavi della città … Un sospetto inquietante’ (La Repubblica, 3 Dicembre 1986).
Di quel Centro si occupò pure la Commissione parlamentare antimafia. Nel resoconto stenografico della seduta del 4 dicembre 1992, che era presieduta dall’onorevole Luciano Violante si legge: ‘Nell’aprile del 1986 la magistratura trapanese dispose il sequestro di molti documenti presso la locale sede del Centro studi Scontrino. Il centro studi, di cui era presidente Giovanni Grimaudo – con precedenti penali per truffa, usurpazione di titolo, falsità in scrittura privata e concussione – era anche la sede di sei logge massoniche: Iside, Iside 2, Osiride, Ciullo d’Alcamo, Cafiero ed Hiram. L’esistenza di un’altra loggia segreta, trovò una prima conferma nel rinvenimento, in un’agenda sequestrata al Grimaudo, di un elenco di nominativi annotati sotto la dicitura ‘loggia C’; tra questi quello di Natale L’Ala, capomafia di Campobello di Mazara. Nella loggia Ciullo d’Alcamo risultano essere stati affiliati: Fundarò Pietro, che operava in stretti rapporti con il boss mafioso Natale Rimi; Pioggia Giovanni, della famiglia mafiosa di Alcamo; Asaro Mariano, imputato nel procedimento relativo all’attentato al giudice Carlo Palermo». La relazione della Commissione antimafia dice ancora quanto segue: «Nel procedimento trapanese contro Grimaudo vari testimoni hanno concordato nel sostenere l’appartenenza alla massoneria di Mariano Agate; dagli appunti rinvenuti nelle agende sequestrate al Grimaudo risultano poi collegamenti con i boss mafiosi Calogero Minore e Gioacchino Calabrò, peraltro suffragati dai rapporti che alcuni iscritti alle logge intrattenevano con gli stessi. Alle sei logge trapanesi ed alla ‘loggia C’ erano affiliati amministratori pubblici, pubblici dipendenti (comune, provincia, regione, prefettura), uomini politici (l’onorevole Canino ha ammesso l’appartenenza a quelle logge, pur non figurando il suo nome negli elenchi sequestrati), commercialisti, imprenditori, impiegati di banca. Gli affiliati a questo sodalizio massonico interferivano sul funzionamento di uffici pubblici, si occupavano di appalti e di procacciamento di voti in occasione delle competizioni elettorali, tentavano di favorire posizioni giudiziarie e di corrompere appartenenti alle forze dell’ordine amici. Il Grimaudo risulta aver chiesto soldi agli onorevoli Canino (Dc) e Blunda (Pri) per sostenerne la campagna elettorale; la moglie di Natale L’Ala ha testimoniato che, su richiesta del Grimaudo, il marito si attivò per favorire l’elezione degli onorevoli Nicolò Nicolosi (Dc) e Aristide Gunnella (Pri)» (Commissione parlamentare antimafia, resoconto stenografico della seduta del 4 dicembre 1992 [n. 38, XI legislatura] presieduta dall’onorevole Luciano Violante, pp. 1833-1834; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 561-562), e riferisce pure: «Particolare rilevanza assume, infine, nel contesto descritto, il rapporto di Grimaudo con Pino Mandalari. Mandalari fu arrestato nel 1974 per favoreggiamento nei confronti di Leoluca Bagarella e nel 1983, fu imputato con Rosario Riccobono. E’ legato a Totò Riina e socio fondatore nel 1974, con il mafioso Giuseppe Di Stefano, della società Stella d’Oriente di Mazara del Vallo, della quale fece parte dal 1975 Mariano Agate. Della società facevano parte parenti del boss camorristico Nuvoletta, membro di Cosa nostra. Mandalari è un esponente significativo della massoneria e riconobbe, nel 1978, le logge trapanesi che facevano capo a Grimaudo» (Ibidem; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 562-563). Il giornalista Antonio Nicaso definisce il Mandalari ‘il commercialista di Totò Riina’ e ‘Gran Maestro dell’Ordine e Gran Sovrano del Rito scozzese antico e accettato, un uomo al centro di mille sospetti e di altrettanti misteri’ (in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 533).

Anche negli atti del processo Dell’Utri emergono collusioni tra la Massoneria e la Mafia, infatti nella lunga requisitoria pronunciata dai pubblici ministeri Antonio Ingroia e Nico Gozzo nel corso di diverse udienze viene detto dai pm: «Il tema della massoneria è centrale in questa parte della requisitoria che riguarda la fine degli anni ’70. E’ fondamentale per l’associazione mafiosa, e specie per Bontate, che voleva svezzare Cosa nostra ed introdurla ancora di più negli ambienti che contano. Tramite la massoneria viene acquisita una serie di contatti […]. La massoneria – ed in particolare proprio Licio Gelli, fondatore della loggia massonica coperta Propaganda 2 – in quel periodo si trova al centro di una serie di interessi, che avevano come propri terminali associati mafiosi» (Testo della requisitoria relativa al procedimento penale numero 4578/96 N.R. nei confronti di Gaetano Cinà e Marcello Dell’Utri, pubblicato in Peter Gomez e Marco Travaglio, L’amico degli amici, Rizzoli-Bur, Milano 2005, p. 227). Ed in effetti, come dice Ferruccio Pinotti, ‘in Sicilia, tra il 1976 e il 1980, i mafiosi fanno a gara per entrare nella massoneria. Cosa nostra offre ai massoni l’efficacia della propria macchina militare, ma soprattutto una formidabile carta di pressione politica: il denaro. I massoni offrono ai boss i canali legali per riciclare e investire i soldi, i contatti politici giusti per concludere grandi affari e i magistrati adatti per l’«aggiustamento» dei processi. Le logge, negli anni Ottanta, fioriscono. Solo a Palermo, dopo la Camea, la Armando Diaz, la Normanni di Sicilia. Nella sola Sicilia all’epoca si contano più di centosettanta logge’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 576).
Questa commistione tra Massoneria e Mafia è stata confermata dal collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, l’ex capo mafioso di Castelvetrano (Trapani). Ecco infatti cosa riporta la requisitoria del PM Tescaroli (nel processo sull’omicidio di Calvi) sulle sue dichiarazioni in merito ai rapporti tra mafia e massoneria: «Appare utile, per poter apprezzare l’attendibilità delle sue dichiarazioni dibattimentali, riportare quanto ha riferito Calcara sui temi d’interesse del presente processo. In data 2.12.1992, ha riferito: ‘Voglio adesso parlare di un argomento del quale avevo già iniziato a parlare con il Giudice Borsellino ma solo a voce. E con il quale avevamo rimandato la verbalizzazione di tali fatti. Esiste infatti un grosso collegamento tra la Loggia Massonica di Castelvetrano, Campobello e Trapani e l’organizzazione mafiosa che milita in quella zona. Infatti il Vaccarino è un massone, e anche l’avv. Pantaleo di Campobello. Voglio essere molto preciso nel parlare di queste cose perchè chiaramente sono cose molto delicate. So per certo che molti uomini d’onore delle famiglie di cui ho parlato sono appartenenti alle Logge Massoniche. Una volta il Vaccarino parlando di tale argomento, mi disse che la Massoneria era una cosa grande, più grande di noi. E mi disse che il suo piacere era che io facessi parte di tale organizzazione. Fu lo stesso Vaccarino a dirmi che lo Schiavone è massone e nell’ambito delle famiglie si diceva che anche il giudice Carnevale era massone. Ricordo, che una volta mi recai a Roma e lì andai a trovare lo Schiavone il quale mi accompagnò a Montecitorio perchè io dovevo consegnare per conto di Pantaleo una grande busta sigillata, da consegnare a mano all’on.le Miceli dell’Msi. A Montecitorio la Segreteria dell’on.le Miceli mi disse che l’onorevole non era in sede. Io allora uscii da Montecitorio (fuori mi aspettava lo Schiavone) e chiamai per telefono il Pantaleo che mi aveva consegnato la busta. Questi mi disse di consegnarla allo Schiavone. Di tali fatti chiesi spiegazione al Vaccarino che mi disse: ‘Cose di Massoni’ e in quell’occasione aggiunse che parlavano di una cosa più grande di noi. Sono argomenti estremamente difficili e delicati perchè di difficile riscontro. Bisogna anche considerare che i probabili anzi più che probabili elenchi dopo tutti questi fatti siano stati occultati. Ricordo che il giorno prima che Borsellino morisse, conversammo, per telefono; Borsellino in quella occasione mi disse che dovevamo vederci presto per parlare di quelle ‘cose importanti’ e chiaramente intendeva riferirsi a quei discorsi sulla Massoneria che insieme avevamo fatto. Voglio aggiungere sull’argomento che ho anche sentito dire che l’on.le Culicchia era massone e comunque ribadisco che moltissimi uomini d’onore delle famiglie di cui ho parlato fanno parte della Loggia Massonica e ciò perchè per la realizzazione di determinati traffici tale condizione li aiutava, e anche per quello che è la vita sociale in genere. Voglio però precisare che non intendo affermare che, per quanto a mia conoscenza, il semplice fatto di essere massone significhi essere legato all’organizzazione mafiosa. Certo è comunque, come ho già detto, che i mafiosi che fanno parte della Loggia Massonica evidentemente ne ricevevano i loro vantaggi» (Requisitoria del pubblico ministero Luca Tescaroli al processo «Omicidio di Roberto Calvi», Procura della Repubblica, Tribunale di Roma, P.p. 13034/95 RG Noti, Roma, 9 Marzo 2007, parte II, pp. 288-289; in Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 585-586).


Come ha scritto giustamente un giornalista su La Repubblica: «Le affiliazioni massoniche offrono all’organizzazione mafiosa uno strumento formidabile per estendere il proprio potere per ottenere favori e privilegi in ogni campo, sia per la conclusione di grandi affari sia per l’aggiustamento di processi, come hanno rilevato numerosi collaboratori della giustizia’ (La Repubblica, 23 aprile 1993). E io aggiungo, non solo all’organizzazione mafiosa, ma anche a quei pastori evangelici corrotti che si affiliano alla massoneria – non importa se a logge ufficiali o coperte – per ricevere ‘aiuti’ dai criminali, che poi loro puntualmente presenteranno alle loro Chiese come aiuti provenienti da Dio! E di cosa bisogna meravigliarsi sapendo quanta corruzione e malvagità esiste nelle denominazioni evangeliche e che ci sono pastori in esse che si alleerebbero pure con il diavolo in persona per perseguire i loro interessi personali? Questi sono tra quei pastori amici di malfattori, che cercano il loro proprio interesse e non ciò che è di Cristo, e di cui il profeta Isaia dice: “I guardiani d’Israele son tutti ciechi, senza intelligenza; son tutti de’ cani muti, incapaci d’abbaiare; sognano, stanno sdraiati, amano sonnecchiare. Son cani ingordi, che non sanno cosa sia l’esser satolli; son dei pastori che non capiscono nulla; son tutti vòlti alla loro propria via, ognuno mira al proprio interesse, dal primo all’ultimo. ‘Venite’, dicono, ‘io andrò a cercare del vino, e c’inebrieremo di bevande forti! E il giorno di domani sarà come questo, anzi sarà più grandioso ancora!’” (Isaia 56:10-12). Guai a loro!

La commistione tra Massoneria e mafia in Sicilia è tale che dopo le stragi di Capaci e di Via d’Amelio, avvenute nel 1992, in cui furono uccisi dalla mafia i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ‘il professor Orazio Catarsini, uno dei massimi esponenti del mondo accademico, presidente del collegio dei Maestri Venerabili, sottopone ai confratelli delle logge un documento di condanna delle stragi, ma il documento non passa’ (http://www.alfiocaruso.com/milano_ordina.html).


L’ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo, a tale proposito, ‘ha raccontato al Procuratore di Palmi che, in una riunione del Collegio dei Gran Maestri delle logge siciliane, il 26 luglio 1992, il suo presidente, il professor Catarsini «aveva ritenuto opportuno far approvare un documento che attestasse la presa di posizione della massoneria rispetto alla mafia, anche alla luce dei gravi fatti accaduti con l’uccisione di Falcone e Borsellino. Subito dopo la riunione, Catarsini mi telefonò alle Canarie» ricorda Di Bernardo «dove mi trovavo in vacanza, comunicandomi, turbato, la mancata approvazione del documento, che lo aveva disorientato e non sapeva come interpretare»’ (Francesco Forgione & Paolo Mondani, Oltre la cupola: massoneria mafia politica, pag. 211).

Tratto dal libro “La massoneria smascherata” di G. Butindaro

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"Un vero e proprio potere parallelo in grado di inquinare l'attività amministrativa e la gestione della cosa pubblica": è quanto emerso dall'informativa redatta da Questura e Procura di Trapani, i cui passaggi sono stati pubblicati, martedì 31 maggio 2016, dall'edizione palermitana di Repubblica.

Dal report emergerebbe una diffusione pressoché capillare delle logge massoniche - segrete o scoperte - sul territorio trapanese: 19, e di diverse obbedienze, in tutta la provincia, per un totale di 460 iscritti su 400mila abitanti — tra cui boss, membri delle forze dell'ordine, funzionari di prefettura, medici, imprenditori, politici, amministratori.

Ben sei di queste logge sarebbero attive nel territorio di Castelvetrano, il paese d'origine di Matteo Messina Denaro, l'ultimo grande latitante di Cosa Nostra. Il comune siciliano risulta essere quello con più iscritti, in proporzione alla popolazione: c'è la Loggia Italo Letizia 345, la Loggia Demetra, la Loggia Enoch, la Loggia Oriente, la Francisco Ferrer, la Hypsas.

Tra i "fratelli" delle logge di zona - la Iside 2, tra le più note - emerge infatti il nome dell'ex ministro Calogero Mannino, la stessa frequentata da boss mafiosi del calibro di Mariano Agate, Natale L'Ala, Gioacchino Calabrò e Antonino Melodia.

Se vi state chiedendo ancora chi protegge e nasconde certi personaggi da qui avrete tutte le risposte....

P. C.

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