mercoledì 11 marzo 2020

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Mercoledi 11 Marzo 2020
Mercoledì della II settimana di Quaresima

Risultato immagini per In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Non abbandonarmi, Signore mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto,
Signore, mia salvezza. (Sal 38,22-23)

Colletta
Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia
nell’impegno delle buone opere;
confortala con il tuo aiuto
nel cammino di questa vita
e guidala al possesso dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 18,18-20)
Venite, e colpiamo il giusto.


Dal libro del profeta Geremìa

[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)
Rit: Salvami, Signore, per la tua misericordia.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù.

VANGELO (Mt 20,17-28)
Lo condanneranno a morte.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
La Parola ascoltata svela le trame della violenza contro i deboli e gli innocenti, e preannuncia gli eventi della liturgia pasquale. Pensando alla croce di Cristo, albero di vita, rivolgiamo a Dio la nostra preghiera:
Libera la nostra vita, Signore.

Perchè la cultura della vita, che cresce con la civiltà dell'amore, diventi fondamento dell'educazione di ogni uomo, nella famiglia e nella società. Preghiamo:
Perchè il vangelo della vita, annunciato dalla Chiesa, apra le coscienze degli uomini alla speranza e alla gioia, liberandole dagli egoismi e dalla paura. Preghiamo:
Perchè i giovani, che la Chiesa non cessa di amare e di responsabilizzare, progettino il loro avvenire guardando a Cristo, pienezza di vita. Preghiamo:
Perchè le persone violente riflettano sul loro rifiuto della vita, alla luce del bisogno di riconciliazione, che Dio ha messo nel cuore do ogni uomo. Preghiamo:
Perchè noi, che nell'eucaristia celebriamo il sacrificio di Cristo che dona la sua vita divina, offriamo piena collaborazione alle istituzioni che in qualunque modo difendono e promuovono la vita. Preghiamo:
Per le vittime del terrorismo, delle criminalità e dell'eversione.
Per chi soffre a causa delle violenze della vita quotidiana.

O Dio, che hai vinto la violenza della morte con la risurrezione del tuo Figlio Gesù, libera la vita dalle minacce e dalla violenza che la opprimono, e donaci la grazia di diventare servi gli uni degli altri, a imitazione di Gesù, nostro fratello, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Volgi con bontà lo sguardo, Signore,
alle offerte che ti presentiamo,
e per questo santo scambio di doni
liberaci dal dominio del peccato.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI QUARESIMA II
La penitenza dello spirito

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode: Santo...


Antifona di comunione
“Il Figlio dell’uomo è venuto
non per essere servito,
ma per servire e dare la sua vita
in riscatto per tutti gli uomini”. (Mt 20,28)


Preghiera dopo la comunione
Questo sacramento, Signore Dio nostro,
che ci hai donato come pegno di immortalità,
sia per noi sorgente inesauribile di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
La croce è sempre presente nel cuore di Gesù. È la meta della sua vita. Sarà un sacrificio liberamente offerto, e non solo un martirio: Gesù ben lo mostra annunciando con precisione ai suoi apostoli che cosa gli sarebbe accaduto. Certo, egli aggiunge che “il terzo giorno risusciterà”, ma si sente che ora è tutto rivolto alla passione che si avvicina. I sentimenti di Giacomo, di Giovanni e della loro madre appaiono molto umani. Questo bisogno di gloria, questo bisogno di apparire, esiste in ciascuno di noi. Il nostro io resta sempre più o meno occupato dal desiderio di dominare. Ma Gesù ci avverte come avverte Giacomo e Giovanni: se vogliamo essere con lui nella sua gloria, dobbiamo bere per intero il suo calice, cioè dobbiamo anche noi morire, fare la volontà del Padre, portare la nostra croce seguendo Gesù, senza cercare di sapere prima quale sia il nostro posto nel suo regno.
La reazione di sdegno degli altri dieci discepoli è anch’essa molto umana. E Gesù, seriamente, li invita a un rovesciamento totale di valori. Nella nuova comunità per la quale egli sta per dare la vita, il primo sarà l’ultimo, “appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Chiediamo la grazia di divenire servi, e servi davvero umili, pronti a soffrire e a sacrificarsi. Preghiamo Maria perché interceda per noi: ai piedi della croce, ciò che Maria chiede per i suoi figli è che abbiano parte, come lei e con lei, al sacrificio del suo Figlio.

Eutanasia. Il Belgio condanna a morte anche l’obiezione di coscienza

LE ABOMINAZIONI CHE ATTIRANO I CASTIGHI DEL CIELO....COSA C'ENTRA TUTTO QUESTO CON L'UMANITA'? RIFLETTETE BENE. IL CORONAVIRUS E' STATO FUNZIONALE ALLA MASSONERIA PER LA FORZOSA CHIUSURA DELLE CHIESE, ED ORA ANCHE IN ITALIA SI COMINCIA A PARLARE DI LASCIAR MORIRE I PIU' DEBOLI PER LIBERARE LETTI IN OSPEDALE. MEDITATE MEDICI, MEDITATE.....
  



Abolita in Belgio l’obiezione di coscienza. Smantellata, dichiarata fuori legge. Perché dal 5 marzo la legge è più chiara, chiarissima: nessuno può esimersi dal dare la morte al prossimo. Anzi. Secondo il Parlamento federale, che il 5 marzo scorso ha approvato le modifiche alla legislazione sull’eutanasia, se un medico considera annientare un malato, un depresso, un disabile, un anziano, un bambino, profondamente contrario alle proprie convinzioni religiose o al motivo stesso per cui ha deciso di indossare un camice e curare i pazienti, tale medico dovrà «trasmettere al paziente i contatti di un centro o di un’associazione specializzata nel diritto all’eutanasia». La legge specifica anche i soggetti a cui affidare il paziente, ovvero l’Admd (Associazione per il diritto alla morte con dignità) e la Leif (LevensEinde InformatieForum), associazioni che si battono per l’estensione di tale diritto anche nei casi di demenza e di persone semplicemente «stanche di vivere».

LA LEGGE CHE RICATTA OSPEDALI E HOSPICE

Secondo il Consiglio di Stato questo articolo rappresenta una violazione della libertà di coscienza, di medici, assistenti, volontari, infermieri, di chiunque lavori in reparto o in case di cura. Costringerli ad elargire direttamente o indirettamente l’eutanasia poi non è altro che un modo per tenere in scacco l’autonomia e la libertà delle strutture sanitarie, ospedali e hospice, che per statuto e missione si occupano di curare malati senza accelerare l’esito finale e fatale della loro esistenza. Le modifiche adottate obbligano infatti le istituzioni sanitarie ad accettare e digerire la pratica per il solo motivo che ormai «nessuna clausola scritta o non scritta può impedire a un medico di eseguire l’eutanasia in condizioni legali».

È già successo in Canada, dove attrezzarsi per procurare la morte ai malati è diventata la paradossale condizione per la sopravvivenza delle strutture nate per assisterli fino alla fine: è capitato all’Irene Thomas Hospice, struttura laica che offre cure palliative e assistenza 24 ore su 24 a persone in fin di vita nella città di Delta, e che dopo essersi rifiutata di proporre la morte come alternativa alle cure palliative, si è vista ritirare i fondi dal governo della British Columbia.

INIEZIONI DI LAICIZZAZIONE

Da quando è stato consentito (giugno 2016, con una legge federale) ed equiparato a un atto medico pari a quello di fornire terapie o cure palliative, il Medical Assistance in Dying (Maid) è diventato in Canada una soluzione rapida e low cost al problema del finanziamento sanitario. E in Belgio, dove è stata legalizzata fin dal settembre 2002, l’eutanasia è diventata a tutti gli effetti il trattamento clinico per eccellenza contro il dolore e, oggi più che mai, per la laicizzazione della società. La macabra normalizzazione della pratica è ormai attestata dai dati: erano 349 i fascicoli ricevuti dalla Commissione Federale per il controllo e la valutazione dell’eutanasia nel 2004, sono stati 2.655 quelli ricevuti nel 2019. Ora l’abolizione dell’obiezione di coscienza, prevista dalla legge stessa. E non è finita.

DAT VALIDE «PER SEMPRE»

In Belgio l’eutanasia va distinta dal suicidio medicalmente assistito, dalle cure palliative, dalla sedazione terminale, dall’interruzione dei trattamenti, in Belgio l’atto eutanasico è definito come «l’atto praticato da un terzo che pone intenzionalmente fine alla vita di una persona su domanda di questa». Tale domanda poteva essere oggetto di dichiarazione anticipata persistente e ripetuta nel tempo: ogni cinque anni, stabiliva la legge del 2002. Fino al 5 marzo. Oggi infatti non è più previsto alcun rinnovo: in base alla nuova proposta legislativa ogni dichiarazione firmata dopo il 1 gennaio 2020 resterà valida per sempre a meno che la persona che l’ha firmata decida di annullarla. Per capirci, nel solo 2019 hanno rinnovato le dichiarazioni anticipate ai sensi della vecchia legge 7.156 persone.

DAL DIRITTO AL DOVERE DI MORIRE (E UCCIDERE)

La legge del 2002 puntava a ridurre il rischio che una dichiarazione vecchia di troppi anni fosse l’ultima parola su un paziente non più capace di esprimere la propria volontà: cardine della legge nata per celebrare l’autodeterminazione del paziente è sempre stato il consenso. Oggi che del consenso dei pazienti il Belgio non sa più che farsene (ricordate tra gli altri l’orribile caso, raccontato qui da Tempi, che spinse perfino il dottor Ludo Van Opdenbosch ad abbandonare il suo posto alla Commissione di controllo dell’eutanasia al grido «Questa non è eutanasia, questo è omicidio»?) il consenso dei medici non poteva che valere meno del due di picche. Il diritto di morire, reclamato come espressione della moderna e progredita civiltà, non poteva che trasformarsi nel dovere di morire. E di dare la morte, lo dice la legge.

«Qui ad Aleppo, sotto le bombe e i missili, preghiamo per voi italiani»

E NOI PREGHIAMO PER VOI....APPROFITTIAMO DI QUESTI GIORNI PER PREGARE E FORMARE UNA CATENA D'AMORE CHE ABBRACCI IL MONDO INTERO. GRAZIE ALEPPO E FORZA. LA PREGHIERA DEI BIMBI E' PREZIOSA. SIETE FANTASTICI....




«Ad Aleppo abbiamo fatto esperienza della solidarietà, carità e tenerezza di tanti italiani che ci hanno aiutato durante la guerra. Ora siete voi in difficoltà ma è come se il coronavirus avesse colpito noi: come potremmo dimenticarvi?». Così padre Ibrahim Al Sabbagh, francescano della parrocchia latina di Aleppo, la seconda città per importanza e la capitale economica della Siria, una delle più colpite dalla guerra, spiega a tempi.it perché i bambini della sua parrocchia di San Francesco hanno pregato per tutti gli italiani durante la via crucis della seconda settimana di quaresima. «Sappiamo cosa vuol dire non potere mandare i figli a scuola e avere paura di uscire di casa».

Perché vi siete fermati a pregare per l’Italia?
Io ho conosciuto di persona tanti italiani, nostri amici e benefattori. È da più di due settimane che offro la messa per l’Italia e le persone colpite, invitando la gente a pregare per voi. Come potrei non farlo? Tra fine gennaio e inizio febbraio sono stato nel vostro paese e ho visto la preoccupazione negli occhi di tante persone. Questo mi ha amareggiato.


Ad Aleppo cadono ancora bombe e missili, soffrite il freddo e la fame, avete tempo per pensare anche ai nostri problemi?
Quando ho sentito che siete stati obbligati a chiudere le scuole e poi a bloccare la celebrazione delle messe, ho provato molto dolore perché mi è tornata alla mente la nostra sofferenza e la nostra incertezza: durante gli anni più brutti della guerra ogni volta che aprivamo le porte della chiesa, rischiavamo che ci cadesse un missile in testa. I genitori erano sempre indecisi, ogni giorno, se mandare i figli a scuola. Ma noi siamo una cosa sola, per questo preghiamo per voi: è come se la nostra sofferenza proseguisse nella seconda parte del nostro corpo, che siete voi. Voi in Italia, infatti, fate parte del nostro stesso corpo nella Chiesa. Come potremmo non pregare per voi?

Da quanto tempo lo fate?
Ormai la gente si è abituata al ritornello del prete che chiede di pregare per l’Italia. Succede da diverse settimane, poi però i 660 bambini del catechismo spontaneamente hanno proposto: offriamo la via crucis del secondo venerdì di quaresima per i bambini italiani che non possono andare a scuola. Anche loro infatti ricordavano gli anni in cui non potevano uscire di casa per via delle bombe.


Qual è oggi la situazione ad Aleppo?
Purtroppo i problemi aumentano. Stanno venendo fuori tante malattie che prima non c’erano e che sono sicuramente dovute alla guerra. Ogni singolo giorno spuntano nuovi casi di un cancro atroce che uccide i pazienti in poche settimane. E poi malattie cardiache e vascolari. Inoltre, a causa della guerra tutto è inquinato: l’acqua, il latte, il cibo, nessuno di noi sa davvero che cosa mangia, non ci sono controlli. Se guardo alla situazione con occhi umani, sono costretto a dire: vedo la fame, la mancanza di lavoro, le malattie, non c’è una prospettiva, non c’è futuro. Come si può sperare in una situazione così?

Una domanda che oggi si fanno anche tanti italiani.
Se guardiamo la realtà solo con occhi umani, siamo costretti a dire: non c’è speranza. Ma noi siriani di Aleppo in questi anni di guerra abbiamo imparato che non bisogna mai riporre la nostra speranza nelle sicurezze terrene. Si può avere speranza solo in Gesù Cristo, solo dal mistero della sua morte e risurrezione può nascere la speranza. Se infatti apriamo gli occhi della fede, possiamo vedere quanta tenerezza abbiamo sperimentato in questi anni. Dio si è fatto compagno di strada attraverso la preghiera di tante persone, che ci hanno aiutato. E la maggior parte di queste persone erano italiani. Gli italiani sono un popolo buono e generoso. Se ora preghiamo per voi è perché Cristo, fondamento della nostra speranza, ci invita a uscire da noi stessi e a guardare la sofferenza degli altri. Ora siete voi a soffrire e noi siamo con voi.


Che cosa sta facendo la Chiesa di Aleppo per aiutare la città a ripartire? Abbiamo lavorato su due binari. Il primo è quello dell’emergenza: abbiamo distribuito acqua potabile, pacchi alimentari, assistenza sanitaria, vestiti. Qui gli anziani hanno una pensione così bassa che non consente neanche di comprare un terzo delle medicine di cui hanno bisogno, mentre per quanto riguarda i neonati la gente non può permettersi pannolini e latte artificiale.

E il secondo binario?
Abbiamo sviluppato progetti di micro-economia per ricostruire la città. Abbiamo aiutato a ripartire 1.200 imprese, un numero enorme se si considera che nello stesso lasso di tempo il governatorato ne ha aiutate 5.000. E poi, grazie all’aiuto di numerosi ingegneri, abbiamo ricostruito in tutto 1.500 case, che avevano diversi livelli di danni. Il lavoro da fare è enorme. Purtroppo, mentre pensavamo che tutto andasse per il meglio, la crisi libanese ha causato il blocco dei conti correnti di tanti siriani, che si sono impoveriti, e di molte organizzazioni internazionali. Poi la guerra è ricominciata.

Parla del conflitto di Idlib, che vede contrapposti alla Turchia e ai terroristi il governo siriano e la Russia?
Sì, va avanti già da un mese e mezzo e sembra di essere tornati all’inizio della guerra. I missili cadono di nuovo sui nostri quartieri. Aleppo non è come Damasco o Latakia, dove la vita è ripartita: qui manca tutto e non si produce niente. Inflazione e caro vita ci mettono in enorme difficoltà. Nessuno può più permettersi un chilo di pomodori o cetrioli. Ieri un fruttivendolo mi raccontava che non sa più cosa portare in città, perché la gente non può permettersi di comprare nulla. Gli aleppini entrano nel suo negozio e gli chiedono un pomodoro o una mela, perché di più non possono acquistare. In tanti si informano sui prezzi e poi se ne vanno, perché sono troppo alti. Soffriamo la fame e preghiamo davvero che il coronavirus non arrivi mai qui.


Sareste in grado di affrontarlo?
Come potremmo? Se arriva qui, finirà tutto. Gli ospedali sono danneggiati per la guerra, dubito che potremmo affrontare una crisi del genere. Noi ci affidiamo a Dio, non abbiamo altro da fare.




martedì 10 marzo 2020

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Martedi 10 Marzo 2020
Martedì della II settimana di Quaresima

Risultato immagini per In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola 

Antifona d'ingresso
Illumina i miei occhi, Signore, 
perché non mi addormenti nella morte; 
perché il mio nemico non dica: 
“Ho prevalso su di lui”. (Sal 13,4-5) 

Colletta
Custodisci, o Padre, la tua Chiesa 
con la tua continua benevolenza, 
e poiché, a causa della debolezza umana, 
non può sostenersi senza di te, 
il tuo aiuto la liberi sempre da ogni pericolo 
e la guidi alla salvezza eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Is 1,10.16-20)
Imparate a fare il bene, cercate la giustizia.

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato».

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 49)
Rit: A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. 

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili.

Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio. 

Canto al Vangelo (Ez 18,31) 
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù. 

VANGELO (Mt 23,1-12
Dicono e non fanno. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. 
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Dio, unico nostro Padre, da cui trae origine ogni paternità sulla terra, si china su di noi e accoglie la nostra preghiera. Diciamo insieme: 
Donaci un cuore umile, Signore. 

Perchè i ministri di Dio e della Chiesa preferiscano servire che essere serviti, dimostrando che vi è una sola autorità, quella del Padre celeste, e un solo insegnamento, quello del Figlio Gesù. Preghiamo: 
Perchè coloro che hanno responsabilità nell'ambito culturale, politico, economico, sociale, adempiano la loro missione con umiltà e spirito di servizio. Preghiamo: 
Perchè i paesi poveri possano ricorrere agli aiuti internazionali senza dover accettare egemonie e soprusi. Preghiamo: 
Perchè i giovani considerino l'impegno politico come legittima vocazione dei laici cristiani. Preghiamo: 
Perchè questa eucaristia, che ricorda l'ultima cena in cui Gesù lavò i piedi agli apostoli, liberi il nostro cuore da ogni chiusura e ci renda capaci di amare il prossimo. Preghiamo: 
Per i genitori e gli insegnanti che esercitano la difficile arte dell'educazione. 
Per gli animatori di associazioni, di gruppi e di attività parrocchiali. 

O Dio, che abbassi i superbi e innalzi gli umili, fa’ che nella corrispondenza alla vocazione battesimale, non cerchiamo l'affermazione di noi stessi, ma ciò che è giusto davanti a te e giova al bene dei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Il sacrificio che ti offriamo, Signore, 
compia in noi la tua opera di santificazione, 
ci guarisca dai nostri egoismi, 
e ci renda partecipi dei beni eterni. 
Per Cristo nostro Signore. 

PREFAZIO DI QUARESIMA II 
La penitenza dello spirito 

È veramente giusto renderti grazie, 
è bello cantare la tua gloria, 
Padre Santo, 
Dio onnipotente ed eterno. 
Tu hai stabilito per i tuoi figli 
un tempo di rinnovamento spirituale, 
perché si convertano a te con tutto il cuore, 
e liberi dai fermenti del peccato 
vivano le vicende di questo mondo, 
sempre orientati verso i beni eterni. 
Per questo dono della tua benevolenza, 
uniti agli angeli e ai santi, 
con voce unanime 
cantiamo l’inno della tua lode: Santo... 

Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
“Chi si innalza sarà abbassato 
e chi si abbassa sarà innalzato”. (Mt 23,12) 

Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, la partecipazione alla tua mensa 
ci faccia progredire nell’impegno di vita cristiana, 
e ci ottenga il continuo aiuto della tua misericordia. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Sin dall’inizio della Quaresima Gesù ci incita a fare l’elemosina, a pregare e a digiunare non “per essere ammirati dagli uomini”, ma solamente per il Padre. Il nostro io cerca sempre di essere approvato, ama tutto ciò che lo mette in mostra, si compiace delle lusinghe. Non abbiamo paura di chiedere la morte di questo io, perché il nostro cuore possa finalmente risuscitare con Gesù. Guardiamo Maria, umile “serva del Signore”, nella quale si è incarnata, in tutta la sua logica d’amore, questa regola misteriosa: “Chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”. Maria era immacolata, eppure Dio poteva immediatamente “vedere la sua umiltà”. Noi, che siamo peccatori, abbiamo bisogno di essere “abbassati”, e per questo l’umiliazione è un’ottima scuola. Chiediamo allo Spirito Santo di farci amare le umiliazioni. Smettiamo di affligerci per i nostri difetti, se essi possono contribuire ad umiliarci; rimpiangiamo solamente il peccato che è in noi. Si ama così poco l’essere umiliati! È una delle pratiche più difficili! Non scegliamo le umiliazioni, non cerchiamole, ma chiediamo a Dio di darci quelle di cui abbiamo bisogno, e sforziamoci di vivere nella gioia! 
L’umiliazione è una grazia, essa ci “abbassa”, ma, se noi l’accettiamo, essa ci immerge nella misericordia del cuore di Gesù, che ci “innalza” con lui sino al Padre.

lunedì 9 marzo 2020

Il coronavirus è una punizione divina

Il telepredicatore Rick Wiles della Flowing Streams Church di Vero Beach (Florida) ha concluso ieri sera il suo abituale programma TruNews annunciando che il diffondersi del cosiddetto “coronavirus” sarebbe una piaga inviata da Dio per purificare il mondo dei peccati all’avvicinarsi dell’apocalisse.


Wiles, che fece simili previsioni riguardo all’ebola nel 2014, ha affermato che “questo è un vero flagello che sta arrivando sulla Terra per emendarla dai peccati” e che “le piaghe sono le ultime tappe del giudizio finale”, puntualizzando che la Cina è un “governo comunista senza dio” ma che gli Stati Uniti non sono migliori.


“Osserviamo la ribellione spirituale di questo Paese, l’odio verso Dio, l’odio contro la Bibbia, l’odio della giustizia”, ​​ha detto Wiles. “Ormai in questa nazione ci sono solo persone disgustose e vigliacche che pervertono i più piccoli e addirittura gli fanno cambiare sesso. Sulle nostre tv e nei nostri film appaiono solo stupri, immoralità e lerciume”.

“Amici, l’Angelo della Morte potrebbe scorrazzare proprio ora per il pianeta”, ha continuato. “Questo è il momento di far pace con Dio… Il sangue di Gesù Cristo vi proteggerà. Non abbiate paura. Se vivete nel rispetto dei comandamenti divini, se il sangue di Cristo è su di voi, non avete motivo di temere questo Angelo della Morte. Ma quelli di voi che si oppongono alla Chiesa di Dio, che deridono Dio, attaccando i suoi servitori, farebbero meglio a farsi furbi, perché adesso c’è un Angelo della Morte a briglie sciolte pronto a rimettervi in riga”.


«Nelle acque di Pavia i super batteri resistenti ai farmaci»

«Nelle acque di Pavia i super batteri resistenti ai farmaci», mentre in Cina una mail avvertiva i medici di tacere....

I risultati dello studio dell’unità di Microbiologia dell’università «Sono immuni agli antibiotici, rischio polmoniti e infezioni»


I super-batteri farmaco resistenti, portatori di polmoniti, infezioni all’intestino e alle vie urinarie, sono in giro per la città. O meglio, nelle sue acque superficiali. Lo prova uno studio fatto da una squadra di ricercatori e professori dell’Unità di Microbiologia del dipartimento di Scienze clinico-chirurgiche dell’università di Pavia, squadra diretta da Roberta Migliavacca e Federica Marchesini.

Lo studio

«Abbiamo analizzato alcuni piccoli rigagnoli e stagni di Pavia – spiega la professoressa Roberta Migliavacca – Siamo andati nella zona della Vernavola vicino a San Genesio, al Vernavolino, alla lanca Montebolone, alla sorgente di viale Lodi e al Navigliaccio di via Brambilla. Abbiamo preso campioni da esaminare, per trovare quanti batteri, e quali, in ambiente naturale antropizzato, presentino resistenze agli antibiotici più comuni, come le penicilline, i beta lattamici, e i carbapenemici. Ciò che abbiamo scoperto è purtroppo preoccupante».

I risultati

Lo studio è stato fatto prendendo campioni d’acqua perché l’acqua è una miscela facile da analizzare, che può inglobare dentro di sé elementi differenti dell’ambiente esterno. Ecco i dati: a Pavia, in una misura tra 61 e mille millilitri è stata trovata una media di 27 specie di batteri farmaco resistenti. Tra questi il 66.6% sono del tipo Escherichia coli, che provoca infezioni intestinali; il 14.8% sono Klebsiella pneumoniae, che può essere causa di polmoniti; al 7.4% si segnala il tipo Citrobacter freundii, motivo di infezioni alle vie urinarie; al 7.4% c’è la Kluyvera intermedia, che dà infezioni ai tessuti; al 3.7% è l’Enterobacter aerogenes, causa ancora di infezioni alle vie urinarie.

Pericolo per tutti

«Le percentuali sono il segnale che l’insorgenza di organismi immuni agli antimicrobici, cioè di super-batteri, sta crescendo – dice Migliavacca – Nei centri urbani come Pavia, dove ci sono cliniche che somministrano ai loro pazienti gli antibiotici per le cure; dove nelle vicinanze ci sono campi agricoli o allevamenti, che usano gli antibiotici per fare crescere le piante e tenere in salute gli animali; è facile che si sviluppino batteri più forti, resistenti ai medicinali. Inoltre, i geni di resistenza si propagano, popolando il resto degli spazi cittadini». «Lanciamo l’allarme - chiarisce la docente - La farmaco resistenza nell’uomo è pure in aumento e, per impedirla, dobbiamo monitorare con attenzione l’utilizzo dei farmaci, diminuirlo. Altrimenti anche chi è sano può incappare in super-batteri e prendersi, ad esempio, una polmonite davvero pericolosa». 

QUELLA STRANA MAIL A WUHAN CHE VIETAVA LA DIVULGAZIONE


La mail spedita il 2 gennaio dall’Istituto di Virologia di Wuhan metteva in allarme la comunità scientifica cinese ed era perentoria su un punto: vietato divulgare. Niente. Nulla deve uscire dal Paese, su canali ufficiali e non ufficiali. Il mondo non deve sapere. «Il comitato sanitario nazionale richiede esplicitamente che tutti i dati sperimentali dei test, i risultati e le conclusioni relative a questo virus non siano pubblicati su mezzi di comunicazione autonomi», si legge nella lettera, cioé i social media. E ancora, «non devono essere divulgati ai media, compresi quelli ufficiali e le organizzazioni con cui collaborano». Si chiede di «rispettare rigorosamente quanto richiesto». E poi si fanno gli auguri. La direttrice dell’Istituto, Wang Yan Yi, la manda ai vari dipartimenti di virologia e ricerca dopo gli ordini di Pechino.

Gli auguri, però, sono fatti al mondo intero, visto che ancora oggi il mondo intero è sconvolto dal coronavirus, che nessuno sa come debellare. Le prime avvisaglie saranno di venti giorni dopo, quando l’epidemia arriva fino negli Usa, con un 35enne americano, che aveva fatto visita ai suoi familiari a Wuhan. Torna a casa malato: il 20 gennaio, in una clinica della contea di Snohomish nello Stato di Washington, il sanitari provano a trattare il paziente con metodi tradizionali, ma lui peggiora. Il 27 gennaio, la decisione di somministrargli un nuovo farmaco ancora in via di sperimentazione e non ancora approvato dalla Fda (l’organo federale di controllo americano). Si chiama «Remdesivir», è un antivirale concepito per contrastare il virus dell’ebola. Così, le condizioni del 35enne migliorano, il 30 gennaio i sintomi spariscono. I risultati vengono pubblicati sul New England Journal of Medicine il giorno successivo.


La «ricetta» non resta entro i confini Usa, ma il caso strano è la tempistica con cui la Cina si interessa al remdesivir. Il 21 gennaio, ovvero sei giorni prima che Washington tenti l’uso del farmaco anti-ebola, l’Istituto di Virologia della dottoressa Wang Yan Yi, avanza una richiesta del brevetto. Il motivo? Trattamento di pazienti malati di «nuovo coronavirus». Una richiesta che il centro scientifico tra i migliori al mondo, che fa parte della Cas (Chinese Academy of Science) ovvero la più grande organizzazione di ricerca del mondo, con 60 mila ricercatori e 114 istituti, pubblicherà solo il 4 febbraio sul suo sito. «Per il farmaco Remdesivir non ancora commercializzato in Cina - dicono - e che presenta barriere alla proprietà intellettuale, abbiamo chiesto un brevetto di invenzione cinese il 21 gennaio in conformità con la pratica internazionale e dal punto di vista della protezione degli interessi nazionali (resistenza al nuovo coronavirus nel 2019)». La Cina offriva, inoltre, di far contribuire le società straniere interessate alla prevenzione e al controllo dell’epidemia cinese (a quel punto uscita allo scoperto in tutto il mondo). «Per il momento non avremo bisogno dell’attuazione dei diritti rivendicati dal brevetto», concedevano i cinesi. «Speriamo di lavorare con società farmaceutiche straniere per ridurre al minimo l’impatto della prevenzione del controllo delle epidemie».


Tante le domande a cui le autorità cinesi dovrebbero rispondere, a partire dall’invio di nascosto della mail. Come ha potuto l’Istituto di Virologia di Wuhan prevedere che un farmaco ancora in fase sperimentale, e non approvato dalla Fda, potesse essere una soluzione a una materia di sicurezza nazionale, quando ancora il 21 gennaio non si erano neppure adottate le misure di sicurezza (quarantena per la città da cui è partito il contagio) necessarie a dichiarare lo stato di emergenza? Nella lettera, proprio nei giorni in cui Li Wenliang denunciava i casi di una nuova Sars, si fa cenno a una «polmonite le cui cause sono ignote». Si trattava del Covid-19? E perché i risultati dei test sul virus avrebbero dovuto non essere divulgati ai media? Tutte questioni a cui Wuhan e il governo di Xi Jinping, nonostante i rumors sempre più insistenti che circolano tra i loro cittadini, si rifiutano di rispondere.



Coronavirus. I primi casi fin dall’inizio del 2018?

IN NORD ITALIA SEGNALI ALLARMANTI DI EPIDEMIA GIA' NEL 2018. MA CHI CI DOVEVA AVVERTIRE?.... 

Quando è cominciato tutto? Si cerca il paziente zero. A gennaio? Siamo sicuri che ci sia un paziente zero? Provate a fare un giro con me sulle testate locali della Lombardia e non solo e ne scopriremo delle belle. Con forme diverse forse il Coronavirus è in giro nella nostra penisola, ma magari con virulenza differente, ormai da più di un anno. Gli articoli che riporto sono tratti da testate che sono fedeli narratrici di cosa accade nei loro territori, lì dove si stanno registrando la maggior parte degli episodi.



A volte, vedete, basta leggere i giornali, interpretare correttamente la realtà e capire dove orientarsi. Quando si dice che la lettura allunga la vita…


Brescia, 11 dicembre 2018 –

Ci vorranno un paio di anni per capire le cause dell’epidemia di polmonite e legionella che ha colpito un’ampia zona della Bassa Bresciana e dell’Alto Mantovano. E probabilmente servirà uno studio epidemiologico, come quelli messi in atto nei siti inquinati di interesse nazionale.

A tre mesi dall’inizio dell’epidemia ci sono ancora poche certezze. Si sa che ci sono stati 878 casi di polmonite tra inizio settembre e metà ottobre. Nel Bresciano ce ne sono stati 766, di cui 224 in 7 comuni lungo il fiume Chiese: l’anno prima erano stati solo 36. Le analisi per ora hanno confermato 103 casi di legionella. Ats Brescia, con Istituto superiore di sanità e Assessorato regionale alla salute concordano sulla necessità di proseguire la ricerca. «Le 103 positività – sottolinea il direttore generale Ats Brescia Carmelo Scarcella – non giustificano l’enorme numero di polmoniti, è possibile che ci siano cause diverse. Dobbiamo capire cos’altro andare a cercare e mettere in campo uno studio di popolazione analogo a quello sull’area Caffaro». Ovvero il grande sito chimico i cui effetti hanno colpito duramente l’area bresciana. Dalle analisi sui 308 campioni biologici condotte dall’Istituto superiore di sanità emerge che solo 10 positività sono legate alla legionella pneumophila di tipo 1 (quella più comune); i restanti 93 appartengono al tipo 2-15.


FRANCESCO ROMANI
23 SETTEMBRE 2018

ALTO MANTOVANO. Ancora nuovi casi di ricoveri per polmoniti batteriche. Nonostante già una settimana fa l’assessore lombardo al welfare Giulio Gallera avesse dichiarata esaurita la fese di picco dell’epidemia, in realtà gli accessi ai pronto soccorso del Mantovano registrano continui aumenti. Sabato 22 settembre altri quattro al Poma di Mantova, fra i quali un operaio castiglionese ed un 30enne.

Una situazione che tiene in forte apprensione i residenti dell’area colpita. Una quarantina di Comuni fra Bresciano e mantovano disposti sulle due rive del fiume Chiese. All’ospedale di Mantova è stata svolta l’autopsia sul 90enne di Remedello, i cui funerali sono stati fermati in extremis. «Non abbiamo ancora fissato la data dei funerali – dice la figlia che abita ad Asola – Lo faremo lunedì 24 settembre. Quella del 90enne è la seconda autopsia nel giro di pochi giorni. La prima è stata su un 57enne, sempre di Remedello, spirato all’ospedale di Pavia dopo essere stato ricoverato ad Asola e poi a Mantova.

Proseguono anche gli accertamenti di carattere ambientale. Dalla Cartiera di Montichiari, dopo successive indagini, è stata esclusa la presenza di legionella, il batterio che provoca la polmonite partendo dall’acqua e diffondendosi nell’aria sotto forma di aerosol, mentre rimane l’obbligo di sanificazione per le altre 6 torri di raffreddamento in due aziende (le acciaierie di Calvisano e la Gkn Wheel di Carpenedolo).

Al momento sono oltre 500 i contagiati da polmoniti batteriche, nei quali circa 50 è stata accertata la presenza della legionella come causa. In ospedale restano al momento circa 140 pazienti, i decessi sono sempre 5.

Intanto l’associazione “Giustizia per le vittime dell’inquinamento ambientale” ha proposto attraverso il referente Carmine Piccolo, di Ghedi (Corsa per la vita) la creazione di un Comitato che dovrebbe nascere la prossima settimana a Montichiari. Scopo, tenere informata la gente sull’epidemia, verificare possibili azioni legali, rimborsi per le spese mediche di chi si cura a casa. Le prime iniziative potrebbero essere mercoledì sera a Montichiari con cartelli e protesta prima del consiglio comunale e un’analoga iniziativa a Calvisano prima del consiglio sabato prossimo alle 10.

A Canneto sull’Oglio, organizzato da “Canneto in Movimento” si è tenuto un incontro pubblico con l’onorevole M5S Alberto Zolezzi, della Commissione Ambiente, ma anche medico pneumologo e Luigi Gaetti, sottosegretario all’Interno e medico anatomopatologo. Incontro dal quale è emerso forte il tema dello spargimento di fanghi nella zona in grado di inquinare anche le acque. —



Boom di casi di polmonite, ospedale Poma al collasso


5 Febbraio 2019
MANTOVA

Una ventina di casi di polmonite cui trovare un posto letto, tutti anziani ricoverati ieri al Poma nonostante l’ospedale stia letteralmente scoppiando tanta è l’affluenza in questo inizio di febbraio. Il picco dell’influenza sarà anche superato, ma la cosiddetta fase calante ancora non si vede, non nelle corsie del pronto soccorso del Carlo Poma che ieri mattina erano affollate come nei giorni peggiori dell’ondata di casi di influenza 2019, che secondo gli esperti sarebbero caduti nella seconda metà dello scorso mese di gennaio. Stando a quel che si poteva vedere ieri mattina al Poma, la stragrande maggioranza dei pazienti che hanno affollato le corsie del pronto soccorso non si è probabilmente resa conto che gennaio è passato. Lo stesso possono dirlo anche gli operatori sanitari, tra medici e infermieri dei reparti di medicina in particolare dei vari plessi ospedalieri della provincia, dove trovare un posto-letto libero rientra nella categoria mission impossibile.
L’ondata di influenze di questo inizio febbraio sta colpendo prevalentemente le persone anziane con una percentuale sempre più alta di casi di polmonite; ieri ne sono stati valutati circa 22 tra casi sospetti e confermati. Secondo i medici del Poma questa escalation di polmoniti potrebbe essere un effetto collaterale dell’influenza vera e propria: anziani che già soffrono di patologie croniche sono di fatto soggetti perennemente a rischio a livello polmonare, soprattutto gli over 70, che ieri come già nelle scorse settimane affollavano le corsie del reparto stipati su delle barelle in attesa che si liberi un posto-letto da qualche parte. Di fatto un’emergenza a ciclo continuo quella cui si assiste in questo periodo negli ospedali mantovani in generale e in quello cittadino in particolare, dove alla dimissione di un paziente segue l’immediato ricovero di un nuovo paziente.


Ascoli Piceno, 5 febbraio 2019 –

Un uomodi 74 anni è morto due giorni fa in seguito alle complicazioni derivanti da un’acuta polmonite. Altre quattro persone si trovano ricoverate in gravi condizioni per gli stessi motivi. E’ questa la situazione all’ospedale Mazzoni, dove quest’anno i ricoveri legati all’influenza sembrano in aumento rispetto alle passate stagioni. Dei quattro pazienti gravi, una donna di 55 anni è stata trasferita a Bologna per essere sottoposta a trattamenti specifici di ossigenazione. Gli altri sono ricoverati nel reparto di Rianimazione, dove sono tenuti sotto stretta osservazione. Insomma il quadro non è dei più rassicuranti. Anche perché il motivo potrebbe proprio risiedere nella particolare aggressività del virus influenzale H1N1.

Almeno in un caso, dei quattro presi in esame, è stato accertato che si è di fronte a una polmonite virale ma anche gli altri sono fortemente sospetti. Per saperlo con esattezza bisognerà attendere i risultati definitivi degli esami virologici che sono stati inviati all’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona.

Va chiarito che ogni anno situazioni di questo genere si verificano nel periodo invernale e dunque nessuno vuole lanciare allarmi particolari. Ma che il virus influenzale sia quest’anno più aggressivo del solito è più che un’ipotesi. I medici stanno facendo di tutto per agire con tempestività e individuare fin da subito i focolai di polmonite per trattarli nella maniera ottimale. Ma spesso a queste patologie si associano anche situazioni pregresse da parte del paziente, come pure è noto che gli anziani e i bambini rappresentano generalmente la fascia di popolazione più a rischio.

Che si tratti di influenza o meno, i consigli restano gli stessi: ora non serve più vaccinarsi, anche se rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza. In questo momento è necessario mettere in atto misure per ridurre la trasmissione. Ovvero, lavarsi frequentemente le mani, avere una buona igiene respiratoria, coprirsi bocca e naso quando si tossisce, lavarsi le mani anche dopo essersi soffiati il naso e poi, soprattutto, non bisogna fare gli eroi e ai primi sintomi è preferibile l’isolamento volontario a casa. Infine, per chi sta a contatto con persone affette da gravi patologie, è consigliabile indossare la mascherina.


(ANSA) – MONTEVARCHI (AREZZO), 7 FEB – Una donna di 45 anni è morta all’ospedale valdarnese della Gruccia, a Montevarchi (Arezzo), per una rarissima complicazione da polmonite contratta con l’influenza. La 45enne, che lavorava nel Chianti e non era vaccinata, era stata ricoverata in ospedale il 4 febbraio ed è morta il giorno successivo nel reparto di terapia intensiva, dov’era stata sottoposta a tutte le procedure del caso. Per approfondire quanto accaduto, l’Asl Toscana sud est ha chiesto il ‘riscontro diagnostico’ che servirà a capire le cause del decesso.
L’Azienda rassicura la popolazione: “non sono necessari interventi di profilassi nelle persone vicine alla donna” e spiega che non è stato applicato nessun provvedimento di carattere ambientale poiché la trasmissione di questo tipo di virus avviene per contatto interumano diretto. Profondo cordoglio dall’intera comunità valdarnese dove la donna era conosciuta. I funerali si terranno domani, 8 febbraio alle 15.00 nella chiesa della Gruccia a San Giovanni.

Polmonite atipica in Vallemaggia. Almeno una decina di casi dovuti al batterio Coxiella burnetii trasmesso dalle capre di diversi allevamenti

06/06/2019–


www.rsi.ch. Almeno una decina di casi di polmonite atipica si sono verificati nelle ultime settimane in Vallemaggia. Le analisi di laboratorio hanno permesso di diagnosticare la febbre Q causata dal batterio Coxiella burnetii, presente in un centinaio di capre infette.

La malattia viene trasmessa dagli animali all’uomo (specie detentori di bestiame e veterinari) attraverso l’inalazione dei batteri, rende noto il Dipartimento sanità e socialità.

In questi casi ha in genere un decorso asintomatico o di una lieve influenza, ma talvolta può provocare sintomi acuti come febbre e mal di testa, oltre a possibili complicazioni. Si cura con antibiotici.

Per ridurre al minimo i rischi di infezione, l’ufficio del veterinario cantonale ha ordinato la vaccinazione di tutti gli animali delle aziende interessate (sono cinque), il divieto di ogni movimento da e per l’azienda (ma non di portarli sugli alpeggi), la disinfezione di stalle e apparecchiature. Prese misure, come l’obbligo di pastorizzazione e il divieto di vendita di formaggio a base di latte crudo, anche per evitare una comunque improbabile trasmissione attraverso prodotti caseari.

“Se non in casi rarissimi”, ci ha detto invece il medico cantonale Giorgio Merlani, “la malattia non si trasmette da persona a persona”.




BELLUNO Nessuna correlazione con la vicinanza di letto a Sergio Parissenti, l’ex sindaco di Voltago Agordino e dipendente della Provincia morto lo scorso 11 febbraio per le complicazioni polmonari dovute all’influenza. Roberto Faneo, 65 anni, noto imprenditore del settore del legno, ex rugbista, presidente e sponsor con la sua azienda «Antico Cadore» dell’Asd Rugby Belluno negli anni della Serie A2, è spirato domenica notte nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale «San Martino» del capoluogo. Anche lui vittima (la terza nel Bellunese, dopo Parissenti e l’ex benzinaio di Domegge di Cadore Giuseppe De Meio, scomparso lunedì scorso) di un infezione polmonare sopraggiunta in seguito all’influenza che lo aveva colpito nei primi giorni di febbraio. Faneo, che pare godesse di ottima salute, era stato ricoverato al nosocomio cittadino il 4 febbraio, dopo alcuni giorni nei quali soffriva di dolori alle ossa, pur senza manifestare febbre o raffreddore. Le sue condizioni erano subito apparse serie ai sanitari che ne avevano disposto il ricovero prima in Pneumologia e poi, con l’aggravarsi della malattia, in Terapia intensiva, dove divideva la stanza con Sergio Parissenti, ricoverato due giorni prima di lui dopo un malore accusato alla guida della sua autovettura e morto pochi giorni dopo per un virus polmonare. La circostanza ha fatto da subito mettere in relazione le due morti, ma Raffaele Zanella, direttore dell’ospedale «San Martino» sgombra subito il campo da possibili dubbi. «Nessuna relazione diretta tra i due casi — spiega Zanella — Entrambe le persone sono arrivate in ospedale in condizioni già serie, tanto che ne è stato disposto il ricovero in Terapia intensiva che, va ricordato, al “San Martino” conta su soli 9 posti-letto».

Solo il fato, quindi, sembra aver segnato l’identico destino per Faneo e Parissenti. La scomparsa improvvisa di Faneo ha colto di sorpresa gli amici sportivi di mille battaglie, che hanno affidato ad un messaggio congiunto l’ultimo saluto. «Roberto — si legge — fu uno dei 27 appassionati che rimise in moto la palla ovale a Belluno, dopo alcuni anni di stop». Oltre che pilone di mischia, Faneo è stato abile imprenditore con la sua impresa di parquet. Faneo lascia la moglie Paola Da Gioz e il figlio Gianantonio, oltre alla madre 92enne. Il funerale di Faneo si terrà mercoledì pomeriggio alle 14.30 nella chiesa di Salce, mentre un’altra cerimonia sarà officiata anche alle 16 a Cadola, dove risiede la madre. Intanto, dopo aver raggiunto il picco virale tra fine gennaio e inizio febbraio, l’influenza stagionale in Veneto ha iniziato la fase di calo incidentale. Lo rende noto il nono Rapporto epidemiologico regionale, elaborato sui dati raccolti dai 116 medici di famiglia della rete «sentinella». Ma l’influenza quest’anno ha colpito duro, lasciando sul campo 13 vittime, 3 nel Bellunese.
26 febbraio 2019 (modifica il 26 febbraio 2019 | 10:00)


«Nelle acque di Pavia i super batteri resistenti ai farmaci»

I risultati dello studio dell’unità di Microbiologia dell’università «Sono immuni agli antibiotici, rischio polmoniti e infezioni»

I super-batteri farmaco resistenti, portatori di polmoniti, infezioni all’intestino e alle vie urinarie, sono in giro per la città. O meglio, nelle sue acque superficiali. Lo prova uno studio fatto da una squadra di ricercatori e professori dell’Unità di Microbiologia del dipartimento di Scienze clinico-chirurgiche dell’università di Pavia, squadra diretta da Roberta Migliavacca e Federica Marchesini.


Dal 22 dicembre a ieri (29 dicembre) ben 35 pazienti sono stati ricoverati all’ospedale di Piacenza per polmonite. Altri 9 pazienti sono potuti tornare a casa perché non avevano bisogno di fare l’ossigenoterapia. Solo nel giorno di Natale c’è stato un picco di 7 ricoveri. A tracciare il bilancio è il dottor Andrea Vercelli, responsabile del Pronto soccorso di via Taverna.

Il bilancio complessivo vede 44 casi in questi ultimi giorni dell’anno, soprattutto tra le persone anziane. Sotto accusa ci sono specialmente gli sbalzi termici che mettono a dura prova la salute dei piacentini. La guardia resta alta perché presto dovrebbe arrivare anche il picco d’influenza.

La Pneumologia ha chiesto altri posti letto per affrontare un inizio dell’anno che potrebbe rivelarsi critico. Il primario Franco Cosimo insiste nel sottolineare l’importanza di vaccinarsi: “Non soffrono solo gli anziani, anche tra i bimbi sono frequenti tosse, tracheiti e crisi asmatiche”. Disturbi in aumento anche per colpa dell’inquinamento.



CREMA (23 dicembre 2019) – Da tre a cinque casi al giorno, con una percentuale di ricoveri vicina al 50%. È il picco di polmoniti, che sta mettendo alla prova il personale del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. E per rendere le dimensioni del fenomeno, normalmente le diagnosi di infezioni polmonari non superano le tre quotidiane, tra autunno e inverno, con periodi senza che i sanitari cremaschi si debbano occupare di un singolo paziente affetto da questo tipo di patologia. «Negli ultimi tre mesi — conferma il direttore sanitario dell’Ats cremasca, Roberto Sfogliarini — abbiamo avuto 18 degenti per polmonite, mentre da cinque giorni a questa parte sono state 12 quelle accertate, una delle quali è pediatrica e con paziente trattenuto». «Non va comunque dimenticato che attendevamo l’aumento di accessi (presenze al padiglione di urgenza Ndr) per via delle complicanze dell’influenza, che si stanno già facendo sentire», tiene comunque a puntualizzare il medico.