lunedì 24 giugno 2019

LITURGIA DEL GIORNO



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




  PRIMA LETTURA 

Is 49,1-6
Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all’ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».


  SALMO  

Sal 138
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.


  SECONDA LETTURA  

At 13,22-26
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia,] Paolo diceva:
«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

LITURGIA DEL CORPUS DOMINI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -






 PRIMA LETTURA 

Gen 14,18-20
Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

 SALMO 

Sal 109
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».


 SECONDA LETTURA 

1Cor 11,23-26
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.


 VANGELO 

Lc 9,11-17
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

CORPUS DOMINI




PREGHIERE PER LA FESTA DEL CORPUS DOMINI
Signore Gesù, Tu sei il Pane vivo, Tu sei il pane di Dio, Tu sei il Pane disceso dal cielo, Tu sei il Pane per essere mio cibo. Quando mi accosto a Te nella comunione, fa’ che comprenda la profondità di questo mistero! Tu sei sempre pronto ad incontrarmi: fa’ che io cammini verso di Te, fa’ che io permetta di essere attratto da Te. Fa’ che ci sia sempre in me un’assoluta disponibilità, perché Tu possa travolgermi con la forza del tuo amore, e da questo mondo condurmi al Padre. Quando vieni a me nella comunione, illuminami per capire che mi sto sottomettendo alla tua azione divina. Donami la capacità di scoprire di essere faccia a faccia con il mistero del tuo amore per me. Fammi comprendere la tua chiamata, quella vocazione personale, ineffabile e misteriosa, a divenire una “cosa sola con Te e il Padre”. Radica in me la convinzione di appartenere a Te, di essere tuo possesso. Conferma in me il tuo dono, il dono completo di Te stesso a me! Si, o Signore, voglio appartenere a Te, così da poter dire con l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.


Signore Gesù, credo che sei nell’Eucaristia, vivo e vero. Tutto ciò che fa di Te una Persona, il Figlio dell’uomo ed il Figlio di Dio, tutto è presente. Credo che sei presente Tu, nato a Betlemme dalla Vergine, crocifisso sul Calvario, risorto il terzo giorno ed ora nella gloria alla destra del Padre. La tua Presenza, Signore, è misteriosa e invisibile; se anche non vedo nulla, se anche non sento nulla, credo fermamente , o Signore, che Tu sei realmente presente, perché Tu l’hai detto! Quando sei venuto in mezzo a noi, in terra di Palestina, nascosta era la tua divinità, evidente la tua umanità. Ora nel mistero eucaristico, velata rimane anche la tua umanità. Questo esige fede grande, questo reclama fede viva. Signore, accresci la mia fede, Signore donami una fede che ama. Tu che mi vedi, Tu che mi ascolti, Tu che mi parli, illumina la mia mente perché creda di più; riscalda il mio cuore perché ti ami di più! La tua Presenza, mirabile e sublime, mi attragga, mi afferri, mi conquisti. In ginocchio professo la mia fede in Te: “Signore mio e mio Dio”!


Signore Gesù, fa’ che la mia adorazione sia un atto di amore; fa’ che sia un movimento del cuore e del pensiero: amore e pensiero per Te, Persona amata, qui presente.
La mia preghiera non sia fatta di formule ma di partecipazione interiore. I miei occhi fissi su di Te, il mio interesse incentrato su di Te, dicano il mio amore per Te.
Apri la mia vita a Te così che possa dirti: “Eccomi!”
E aprendomi a Te nascerà il bisogno di comunicare, pregare, adorare e ascoltare. E tutto questo per amore! Sarà un darti del tu, sarà parlare con Te senza pose, con tono familiare e amico, sarà un dialogare con Te col cuore in mano e con totale fiducia. Se è vero, o Signore, che quando prego ti guardo, è ancor più vero che Tu guardi me: mi guardi con i tuoi occhi colmi d’amore. Si crea allora un incrocio di sguardi: io ti ascolto e Tu mi ascolti, io ti ricordo e Tu mi ricordi, io ti cerco e Tu mi cerchi, io ti parlo e Tu mi parli.
Questa, o Signore, è la reciprocità dell’amore. Come Maria: Tu l’hai guardata e amata e lei in religioso ascolto, ha capito. E ha risposto: “Eccomi, avvenga di me quello che hai detto”.


PREGHIERA DEL CONGRESSO EUCARISTICO

O Dio, Padre di misericordia e fonte della vita,
tu ci chiami in tutto il mondo
per celebrare con rinnovato fervore
il grande mistero dell'Eucaristia,
memoriale perenne della Pasqua del tuo Figlio.
Entrando nel terzo millennio,
riconoscenti per la salvezza che ci è stata donata,
con fiducia ti chiediamo:
fa' che partecipando dell'unico pane e dell'unico calice diveniamo un solo corpo in Cristo,
e viviamo della vita divina
che Egli ci ha ottenuto a prezzo del suo Sangue.
Vivificati dal suo Santo Spirito
annunceremo al mondo
le meraviglie del tuo amore.
Per Gesù Cristo tuo Figlio, nato dalla Vergine Maria, che è Dio e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.


SEQUENZA DEL CORPUS DOMINI

Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

E il banchetto del nuovo Re,
nuova, Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo,

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l'esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell'intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev'essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Amen, Alleluja

sabato 22 giugno 2019

Unione europea, Evans Pritchard: «Se Salvini dovesse far crollare l’intero tempio sulle loro teste, se la saranno cercata»



Il giornalista Ambrose Evans Pritchard ha commentato sul Telegraph lo scontro che si potrebbe presto concretizzare tra l’Italia e la Commissione europea a proposito degli assurdi vincoli di bilancio che inesorabilmente continuano ad imporre alla nostra nazione già duramente provata dalle politiche di austerità.

Bruxelles non perde mai occasione di ripetere che l’Italia non è riuscita a fare “progressi sufficienti” sul livello del debito, anche se la cause principali dei mancati progressi sono stati la recessione e il crollo del commercio mondiale.

Per il giornalista del Telegraph, le richieste dell’Unione sono “vandalismo macroeconomico”. L’UE sta infatti cercando di imporre a un paese già in crisi di dare una violenta stretta alla politica di bilancio, ordinando un deficit massimo dell’1,5% del PIL. Imponendola, oltretutto, dopo il ritiro dello stimolo monetario da parte della BCE.

In questa difficile situazione, se all’Italia non sarà concesso spazio fiscale, il paese rischia il default sul debito pubblico.

Pritchard conclude così:

“Le azioni della Commissione europea in questo frangente sono sorprendenti. Hanno emesso un ultimatum grossolano indipendentemente dall’immenso rischio finanziario. Stanno provocando inutilmente il nuovo trionfante leader della seconda più grande potenza manifatturiera d’Europa.

Dire che Bruxelles non ha avuto scelta a causa delle rigide regole del meccanismo fiscale equivale a riconoscere l’assurdità della costruzione dell’UEM. Il progetto ha portato l’Europa in questo folle vicolo cieco.

Se Salvini dovesse far crollare l’intero tempio sulle loro teste, se la saranno cercata.”


La tranquillità di Bagnai



(Comincio a pensare che lo vorrei come dittatore…)

Ambrose Evans-Pritchard : “La guerra valutaria è la prossima fase del conflitto globale e l’Europa, il principale parassita, è indifesa”

Mentre l’economia globale vacilla, stiamo entrando nella prossima fase della guerra valutaria. Ci sarà una brutta lotta per accaparrarsi la scarsa domanda globale.

Quello che colpisce dei tweet di Donald Trump contro la BCE di questa settimana è la rapidità con cui ha visto il significato della piroetta politica di Mario Draghi a Sintra – già soprannominato ‘whatever it takes II’ dai mercati obbligazionari – e la rapidità con cui si è pronunciato. […]

La zona euro è il principale parassita globale. Ha risucchiato la domanda dell’economia globale con avanzi delle partite correnti da 300 a 400 miliardi di euro. La Cina è una santa al confronto. Questo comportamento da “free rider” è il risultato della struttura dell’euro e dell’austerità del Patto di stabilità e dell’ideologia tedesca amplificata dall’unione monetaria.

Il resto del mondo paga il prezzo dell’esperimento incompleto di Eurolandia e della sua incapacità di rilanciare la crescita, vale a dire la sua incapacità di creare una tesoreria comune con un’emissione di debito condiviso che renderebbe possibile una ripresa degli investimenti nella metà depressa dell’Europa.

Il meccanismo deformato dell’unione monetaria permette alla Germania di mantenere il marco tedesco implicito “grossolanamente sottovalutato” e di consolidare un vantaggio commerciale da “frega-il-tuo-vicino” verso l’Europa meridionale.

Da qui l’avanzo cronico delle partite correnti della Germania, pari a 8,5 punti percentuali del PIL.

La Casa Bianca del signor Trump ne ha avuto abbastanza di questo e il campo di battaglia è sulla valuta. E i democratici? Cantano nello stesso coro

[…]

Chiaramente la decisione di chiudere il programma QE da 2.6 trilioni di euro in gennaio e dichiarare la missione compiuta – quando Eurolandia era già in recessione industriale – è stato un errore politico. E ‘stata imposta a Draghi dai falchi.

Ora si sta vendicando con un “fatto compiuto” sul consiglio direttivo della BCE. A meno che la zona euro non inizi a riprendersi “saranno necessari ulteriori stimoli”, e per buona misura: “se la crisi ha dimostrato qualcosa, è che useremo tutta la flessibilità del nostro mandato per adempiere ai nostri compiti”, ha detto Draghi a Sintra.

Questa promessa è stata fatta senza prima ottenere il consenso del blocco teutonico. I democratici cristiani di Angela Merkel lo hanno definito “un segnale allarmante per l’integrità della BCE”. Questa volta Draghi potrebbe aver esagerato in tutti i sensi.

Ma un semplice QE in questa fase non basta più. Pochissimo stimolo può essere ottenuto tirando verso il basso l’estremità lunga della curva dei rendimenti. La curva è già prossima all’inversione.

“E’ solo apparenza. La BCE è impotente. Si cerca di dare l’idea che si sta facendo qualcosa, ma niente di tutto questo ha alcun effetto”, dice Ashoka Mody, ex capo dei salvataggi in Europa per il FM.

PREMIO KALERGI 2016 A PAPA FRANCESCO 1°

SI PREMIANO E SI AUTOCELEBRANO. FANNO TUTTO DA SOLI....

Premio Carlo Magno o KALERGI 2016 a papa Francesco, Merkel e Renzi alla cerimonia in Vaticano

Il premio è un “tributo al Suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia” gds.it


CITTA’ DEL VATICANO. È stato ufficialmente conferito a papa Francesco il premio internazionale Carlo Magno 2016. A consegnare l’attestato nelle mani del Pontefice, durante la cerimonia nella Sala Regia in Vaticano, il presidente del Comitato direttivo del premio, Juergen Linden, e il sindaco di Aquisgrana Marcel Philipp.

Il Papa, entrando nella Sala Regia, accolto dall’applauso dei presenti, ha stretto la mano ai rappresentanti delle istituzioni europee seduti in prima fila, il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e quello del Consiglio europeo Donald Tusk, che aveva ricevuto in udienza prima della cerimonia e prima dell’altra udienza con la cancelliera AngelaMerkel.

Tra i presenti anche il premier Matteo Renzi che ha avuto un breve dialogo con la cancelliera Merkel prima dell’inizio dell’evento. I due hanno scambiato alcune battute, seduti fianco a fianco, con fare cordiale e sorridente.

LA LISTA DEI PREMIATI DEL PIANO KALERGI DAL 1950

TUTTA BRAVA GENTE, BASTA SCORRERE LA LISTA PER VEDERLO DA VOI

2016 – Papa Francesco

2015 – Martin Schulz

2014 – Herman Van Rompuy

2013 – Dalia Grybauskaitė

2012 – Wolfgang Schäuble

2011 – Jean-Claude Trichet

2010 – Donald Tusk

2009 – Andrea Riccardi e la Comunità di Sant’Egidio

2008 – Angela Merkel

2007 – Javier Solana Madariaga

2006 – Jean-Claude Juncker

2005 – Carlo Azeglio Ciampi

2004 – Pat Cox a papa Giovanni Paolo II.

2003 – Valéry Giscard d’Estaing

2002 – l’Euro

2001 – György Konrád

2000 – Bill Clinton

1999 – Tony Blair

1998 – Bronisław Geremek

1997 – Roman Herzog

1996 – Regina Beatrice dei Paesi Bassi

1995 – Franz Vranitzky

1994 – Gro Harlem Brundtland

1993 – Felipe González Márquez

1992 – Jacques Delors

1991 – Václav Havel

1990 – Gyula Horn

1989 – Frère Roger Schutz, Taizé

1988 – François Mitterrand ed Helmut Kohl

1987 – Henry Kissinger

1986 – il popolo del Lussemburgo

1984 – Karl Carstens

1982 – Re Juan Carlos I di Spagna

1981 – Simone Veil

1979 – Emilio Colombo

1978 – Konstantinos Karamanlis.

1977 – Walter Scheel

1976 – Leo Tindemans

1973 – Salvador de Maradiaga

1972 – Roy Jenkins

1970 – François Seydoux de Clausonne

1969 – Commissione delle Comunità europee

1967 – Joseph Luns

1966 – Jens Otto Krag

1964 – Antonio Segni

1963 – Edward Richard George Heath

1961 – Walter Hallstein

1960 – Joseph Bech

1959 – George Marshall

1958 – Robert Schuman

1957 – Paul-Henri Spaak

1956 – Sir Winston Churchill

1954 – Konrad Adenauer

1953 – Jean Monnet

1952 – Alcide de Gasperi

1951 – Hendrik Brugmans

1950 – Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi
IL PIANO KALERGI

Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi era un conte austriaco considerato pioniere dell’integrazione europea. Nato a Tokio nel 1894 e morto nel 1972. Nel 1923 scrive il suo primo libro, che guarda caso si chiama “Pan-Europa“. Lo manda a tutte le persone più influenti e allega ad ogni copia un modulo di adesione. Oggi lo chiameremmo spam. Così nasce il Movimento Pan-Europeo. Che non era mica il circolo del bridge: dentro c’era gente come Albert Einstein, Thomas Mann e Sigmund Freud.

Kalergi voleva una grande nazione europea che venerasse Napoleone, Mazzini, Victor Hugo, Kant, Nietzsche, gente così insomma… Ma era unelitista, seguace di quella teoria secondo cui le masse sono confuse, allo sbando, incapaci di darsi una direzione, e in questo caos hanno buon gioco le minoranze potenti e ben organizzate. La stessa teoria di cui sono convinti personaggi come Mario Monti (ricorderete che fu a capo dellaCommissione Trilaterale, il cui primo studio era quel “Crisis of Democracy” che sosteneva, appunto, che le masse devono restare in apnea), le cui convinzioni si traducono in presidenti del consiglio e governi che cambiano senza elezioni e in frasi come “al riparo dal processo elettorale” (se vuoi sapere cosa significa, leggi il post). Quindi Kalergi non poteva che ambire auna società che sostituisse la democrazia con una aristocrazia illuminata.

Obiettivo centrato, direi! Del resto, chi poteva finanziare il suo movimento se non un banchiere, Max Warburg, che gli era stato presentato dal barone Ludwig Nathaniel Freiherr von Rothschild? E, ironia della sorte, i Kalergi erano greci! Per la precisione, di Creta. Ma sentite questa: un antenato del nostro conte, nel 300, firmò un trattato per la sottomissione di Creta al dominio veneziano. Si comincia bene! Per questo Monti un giorno dirà che “la Grecia è il più grande successo dell’euro“: perché, da un’isola, sono passati a sottomettere uno Stato intero.

A dire il vero, Kalergi voleva anche una pan-America, una pan-Eurasia (con dentro la Russia), una unione pan-asiatica che comprendesse Cina e Giappone e dominasse sul Pacifico, e voleva perfino una pan-ideologia (un misto tra capitalismo e comunismo che, se volete, si è realizzato nei parlamenti nazionali con quell’illusione del bipolarismo già perseguita con ilPiano di Rinascita Democratica e concretizzatasi con il Pd renziano) e un’unica pan-lingua, l’inglese, da parlarsi in tutta Europa accanto agli idiomi nazionali. Riuscì peraltro a convincere molti leader politici dell’epoca, gente del calibro di Konrad Adenauer, Robert Schuman (cui non a caso è intestato un building del Parlamento Europeo), Alcide De Gasperi, Winston Churchill. Non ebbe molta fortuna con Benito Mussolini né con un tale di nome Adolf Hitler, che lo guardava con ribrezzo e considerava il suo piano un piano massonico.

fu Kalergi a lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa: Altiero Spinelli venne molto dopo. Fu Kalergi, nel 1955, a proporre l’Inno alla Gioia di Beethoven (dalla nona sinfonia) come inno ufficiale dell’Unione Europea, che in seguito venne adottato. Fu Kalergi, aiutato da Robert Schuman, ministro degli esteri francese, ad assegnare la gestione della produzione di acciaio, ferro e carbone ad una sovranità sovranazionale, sotto la direzione dei primi euroburocrati non eletti da nessuno: i famosi commissari europei. Fu Kalergi a mandare i primi memorandum ai governi di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, negli anni ’60, perché adottassero una unione monetaria. E per non farsi mancare niente, nel libro “Practical Idealism” il conte traccia anche l’idea di Europa che aveva in mente dal punto di vista demografico. E dice:“L’uomo del futuro sarà di razza mista. Le razze e le classi di oggi gradualmente scompariranno” e ci sarà un’unica “razza euroasiatico-negroide, simile in apparenza agli antichi egizi”, che sostituirà i popoli con gli individui. Questo, nelle intenzioni del conte, avrebbe dovuto portare a una maggiore governabilità delle masse, sempre secondo i principi dell’elitismo di cui sopra (la democrazia non esiste poiché il popolo non ha le capacità di autogovernarsi e nel momento in cui si organizza esso porta automaticamente un’élite a prendere il potere).

Si può dire che il Piano Kalergi ha avuto successo praticamente in tutto. O perlomeno i suoi discepoli stanno procedendo a grande velocità verso la sua finalizzazione (Draghi che chiede l’unione bancaria e nuove cessioni di sovranità; la Boldrini che chiede l’accelerazione degli Stati Uniti d’Europa, Mattarella che discute di cessione della sovranità fiscale), ma cosa ne è delle teorie del conte sulla questione razziale?

Abbiamo degli indizi. Quindici anni fa uno studio dell’Onu introduce il concetto di “immigrazione di rimpiazzo” che porta al centro del dibattito la necessità di sostituire (letteralmente) buona parte della popolazione europea con migranti, al fine – si dice – di compensare il calo delle nascite e garantire il sistema pensionistico. Massimo D’Alemainvoca 30 milioni di immigrati. Il sottosegretario Sandro Gozi rilancia con 40 milioni.Laura Boldrini dice che lo stile di vita dei migranti presto sarà il nostro. Nel frattempo,Angela Merkel apre le frontiere e mette al lavoro i siriani, la Repubblica Cecaassume 5 mila rifugiati

Il Peronismo dei popoli: Papa Bergoglio e il piano Kalergi.




Se ci guardiamo attorno, il Piano Kalergi sembra essersi pienamente realizzato. Siamo di fronte ad una vera terzomondializzazione dell'Europa. L'assioma portante della «Nuova Civiltà» sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è l'adesione all'incrocio etnico forzato. Gli europei sono naufragati nel meticciato, sommersi da orde di immigrati afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni anno migliaia di nuovi individui di razza mista: i «figli di Kalergi». Sotto la duplice spinta della disinformazione e del rimbecillimento umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, e a disconoscere la propria identità culturale. I sostenitori della globalizzazione si sforzano di convincerci che rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e umanitario, che il «razzismo» è sbagliato, ma solo perché vorrebbero farci diventare tutti come ciechi consumatori. È più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne del Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei. Occorre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l'integrazione equivale a un genocidio. Non abbiamo altra scelta, l'alternativa è il suicidio dell'Europa.


Quando Papa Francesco lanciò l’appello a salvare i migranti da Lampedusa lessi la cosa come uno slancio umanitario e da cattolico come uno slancio di Carità Cristiana. Valutai comunque che avrebbe dato luogo ad un disastro mettendo in moto una migrazione di massa. Pensai anche che il Pontefice non avesse valutato le conseguenze sociali, culturali, politiche e di ordine pubblico che le sue parole avrebbero avuto.



In fondo veniva dall’esperienza argentina e in Argentina l’immigrazione aveva portato molti più benefici di qualsiasi problema. L’altra sera sono saltato sulla poltrona sentendo le sue ultime dichiarazioni.
Vediamo, seguo il ragionamento fatto recentemente dal Pontefice: visto che l’Europa fa pochi figli ed è diventata nonna, per tornare mamma deve importarli. Importandoli in massa, per ragioni di concorrenza il reddito degli europei diminuirà e l’Europa di figli suoi ne farà ancora di meno: insomma si parla apertamente di una sostituzione di popolazione.
La prima osservazione è che l’idea di sostituire intere popolazioni tradizioni e culture con altre come fossero oggetti di una armadio mi faceva rabbrividire in bocca al capo della Chiesa Cattolica. Papa Francesco però è andato oltre. Nell’intervista aRadio Renascenca, Bergoglio insiste infatti nella sua visione decadente dell’Europa , dicendo che “giustamente quando c’è uno spazio vuoto, la gente cerca di riempirlo: se un paese non ha figli, i migranti vengono ad occuparne il posto”. Come se tutto intercambiabile.

Ancora più interessante è il suo invito a non proteggersi dal terrorismo: Bergoglio ammette il pericolo alludendo all’ISIS in Libia:“E’ vero che a 400 chilometri dalle coste della Sicilia opera una crudele formazione terrorista ed è vero che c’è il rischio di infiltrazioni”. Tuttavia nelle parole di Bergoglio, l’accoglienza dei clandestini viene comunque prima della sicurezza: “Ma bisogna ricevere il rifugiato, perché è un comandamento della Bibbia. Mosè lo dice al suo popolo: ricevi il forestiero perché anche voi foste forestieri in Egitto”.

Premesso che tale indicazione non è un comandamento, il senso fu comunque interpretato dagli ebrei in modo molto diverso. Se l’antico Israele avesse davvero fatto la politica di accettare di sostituire le propria popolazione, la propria cultura e la propria religione con quelle di chi voleva venire nel suo territorio, il popolo eletto sarebbe rapidamente sparito dalla storia, non mi sembra che fosse questo il disegno divino e il senso di un invito ad essere ospitali con gli stranieri e i viaggiatori.
Altrettanto preoccupanti sono le parole sull’Islam nell’intervista alla radio protestante FM Milenium 106.7( Intervistatore Marcelo Figueroa). “Nessuna religione è immune dai suoi propri fondamentalismi, ogni confessione ha un gruppetto di fondamentalisti, il cui lavoro consiste nel distruggere in nome di una idea, “I fondamentalisti – ha aggiunto – alienano Dio dalla compagnia del suo popolo, lo disincarnano, lo trasformano in una ideologia, in nome di questo Dio ideologo, uccidono, distruggono, calunniano”.


Il che è tutto verissimo: peccato che in questo fare di tutt’erba un fascio per quanto ci sforziamo, nessuno vede in giro oggi torme di fondamentalisti cristiani, buddisti, taosti, scintoisti, ebrei bruciare vivi gli appartenenti ad altre religioni, decapitare in massa i nemici (anche appartenenti alla propria religione ) stuprarne e schiavizzarne le donne, distruggere monumenti millenari, crocifiggere i bambini. A volte dire una verità a metà è come dire una bugia.


Quello che Papa Bergoglio sta sostenendo in sede politica va oltre il peronismo nel quale fece la sua formazione, siamo alla giustificazione del piano Kalergi: la sostituzione di popolazioni europee con quelle africane e asiatiche al fine di avere masse più gestibili per le élite finanziarie. Ma Kalergi non era sostenuto ed aveva amicizie tra le élite illuministiche, finanziarie e massoniche del suo tempo o aveva appoggio tra le gerarchie della Chiesa Cattolica?

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Una volta la Chiesa (fino a poco tempo fa) sosteneva politiche che incoraggiassero in Europa le famiglie europee ad avere figli, adesso il Pontefice gesuita sta auspicando la sostituzione degli europei. Per favore non facciamo finta che non c’è stato un cambio di politica nella Chiesa Cattolica.




Il problema non è aiutarli a casa loro. È liberare casa loro. E restituire il maltolto. Ecco come le multinazionali sottraggono all’Africa miliardi di dollari



Il problema non è aiutarli a casa loro. È liberare casa loro. E restituire il maltolto. Ecco come le multinazionali sottraggono all’Africa miliardi di dollari
Le multinazionali sottraggono all’Africa miliardi di dollari

(Sudafrica, 2 Giugno) Secondo il nuovo rapporto Oxfam rilasciato in data odierna [2 giugno, ndt], intitolato: “Africa: l’ascesa per pochi”(1), 11 miliardi di dollari sono stati sottratti all’Africa nell’arco dell’anno 2010, grazie all’utilizzo di uno tra i tanti trucchi usati dalle multinazionali per ridurre le imposte. Tale cifra, è sei volte l’equivalente dell’importo che sarebbe necessario a colmare il vuoto di fondi nel sistema sanitario di Sierra Leone, Liberia, Guinea, Guinea Bissau, tutti Stati in cui è presente l’ebola. Le scoperte dell’Oxfam arrivano in corrispondenza dell’imminente partecipazione dei leader politici ed economici al 25° World Economic Forum Africa, che si terrà in Sudafrica.

Il tema principale dell’incontro sarà come assicurare l’ascesa economica dell’Africa e conseguire uno sviluppo sostenibile. E’ necessaria una riforma del sistema di tassazione globale, affinché l’Africa possa pretendere i fondi che le spettano – tra l’altro, è necessaria per affrontare l’estrema povertà e disuguaglianza – e diviene realmente determinante se il continente deve continuare la sua crescita economica.

L’Oxfam ha richiesto a tutti i governi, la presenza dei capi di Stato e dei ministri delle finanze in vista della Financing for Development Conference che si terrà a luglio in Etiopia. La conferenza di Addis Abeba stabilirà le modalità con cui il mondo finanzierà lo sviluppo per i prossimi vent’anni; questa è un’opportunità per i governi, affinché inizino a elaborare un sistema globale di tassazione più democratico ed equo.

Winnie Byanyima, direttore esecutivo internazionale dell’Oxfam, ha dichiarato: “L’Africa sta subendo un’emorragia di miliardi di dollari, a causa dei trucchi usati dalle multinazionali per imbrogliare i governi africani, lasciandoli senza le entrate dovute, dal momento che non pagano la loro giusta quota di tasse. Se le entrate delle tasse fossero investite in educazione ed assistenza sanitaria, le società e le economie prospererebbero ulteriormente in tutto il continente”.

Nel 2010, l’ultimo anno di cui sono disponibili i dati, le compagnie multinazionali hanno evitato di pagare tasse per un ammontare di 40 miliardi di dollari statunitensi, grazie ad una pratica chiamata trade mispricing – nella quale una compagnia stabilisce prezzi artificiali per i beni e servizi venduti tra le proprie sussidiarie, al fine di evitare la tassazione. Con le corporate tax rates che hanno una media pari al 28% in Africa, ciò equivale a 11 miliardi di dollari statunitensi come entrate sotto forma di tasse.

Il trade mispricing è solo uno dei trucchi che le multinazionali usano per non pagare la loro quota giusta di tassazioni. Secondo l’UNCTAD, i paesi in via di sviluppo nella loro totalità, perdono, secondo una stima, 100 miliardi di dollari l’anno attraverso un altro set di schemi che permettono di evitare i pagamenti, coinvolgendo i paradisi fiscali.

Le compagnie fanno una dura attività di lobbying per avere agevolazioni fiscali come ricompensa per basare e mantenere le loro attività nelle nazioni africane. Le agevolazioni fiscali fornite alle sei più grandi compagnie di estrazione mineraria in Sierra Leone, raggiungono il 59% del budget totale della nazione o equivalgono a 8 volte il budget sanitario statale.

Byanyima ha aggiunto: “I leader africani non devono assistere inerti all’approvazione del nuovo sistema di tassazione globale, cosa che dà alle multinazionali la libertà di scansare i loro obblighi di pagamento delle tasse in Africa. I leader politici e d’affari devono mettere da parte la loro importanza, innanzi alle richieste, sempre più insistenti, di una riforma del sistema di tassazione internazionale. Le nazioni africane, devono introdurre un approccio più progressivo e democratico alla tassazione – incluso un appello alla parola ‘fine’ per le esenzioni dalle tasse per le compagnie straniere”.

Gli attuali meccanismi internazionali volti a superare l’evasione fiscale, come il processo BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), controllato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)(2) per il G20, lasciano aperte enormi “vie di fuga” per le tasse, che le multinazionali possono continuare a sfruttare in tutto il mondo in via di sviluppo. Molte nazioni africane sono state escluse dalle discussioni sulla riforma del BEPS e, come risultato, non ne trarranno alcun beneficio.

Bergoglio continua con la propaganda pro-invasione: “Il Mediterraneo è proprio il mare del meticciato”


CI SIAMO. IL PAPA HA PRONUNCIATO LA PAROLINA CHIAVE: METICCIATO. VI RICORDA NIENTE? IL PIANO KALERGI VI DICE QUALCOSA?....


Di Cristina Gauri – Roma, 21 giu – La bordata settimanale di Bergoglio sull’immigrazione è servita. Stamattina il Papa ha concluso la due giorni di lavori promossa a Napoli dalla Facoltà teologica dell’Italia meridionale, riaprendo il dibattito sulla “teologia dell’accoglienza” e sostenendo la necessità di praticarla (e farla praticare) ovunque, sempre, comunque.

Il mare del meticciato

La traccia del discorso era già stata anticipata, ma Bergoglio non ha mancato di calcare la mano su molti altri aspetti correlati all’argomento: “Il Mediterraneo è proprio il mare del meticciato, un mare geograficamente chiuso rispetto agli oceani, ma culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione“. Così il pontefice che viene dal Sud America decide di dettare legge su come le popolazioni europee debbano subire le influenze delle culture allogene. “Non è possibile leggere realisticamente tale spazio (Il Mediterraneo) se non in dialogo e come un ponte – storico, geografico, umano – tra l’Europa, l’Africa e l’Asia”. Questo incontro tra civiltà deve per forza avvenire in questo “spazio” che si affaccia su casa nostra, ma per Bergoglio non sembra costituire un problema: l’unica esigenza, l’unica necessità è quella di una “società inclusiva” e aperta.

Corsi di lingua per teologi

Ma non è finita qui: il Santo Padre ha invocato anche l’incremento dei corsi di lingua araba e di lingua ebraica per i teologi: “Gli studenti di teologia – riporta AdnKronos -dovrebbero essere educati al dialogo con l’Ebraismo e con l’Islam per comprendere le radici comuni e le differenze delle nostre identità religiose, e contribuire così più efficacemente all’edificazione di una società che apprezza la diversità e favorisce il rispetto, la fratellanza e la convivenza pacifica”.

Di Cristina Gauri

PROPONIMENTO DI OGGI



Prometto di rinunciare a qualcosa di superfluo per risparmiare qualche soldino da donare ai fratelli più bisognosi che spesso non hanno neppure il necessario per vivere.


LITURGIA DEL GIORNO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
   



 PRIMA LETTURA 

2Cor 12,1-10
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò!
Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni.
Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.


 SALMO 

Sal 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?


 VANGELO 

Mt 6,24-34
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».