mercoledì 17 aprile 2019

Che cosa si è salvato dall’incendio di Notre-Dame

Domate le fiamme che hanno divorato tetto e guglia della cattedrale, sembra resistere la struttura portante. Al sicuro l’inestimabile tesoro

La Corona di spine conservata nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi

L’incendio della cattedrale di Notre-Dame di Parigi è stato finalmente domato. Intorno alle 5 di questa mattina la notizia è stata confermata dalle autorità. Dal tardo pomeriggio di ieri, lunedì 15 aprile, le fiamme divampate – così pare – dalle impalcature allestite per lavori di restauro hanno fatto in tempo a divorare quasi tutto il tetto e la celebre guglia, che è crollata.
Tuttavia i 400 vigili del fuoco che sono rimasti all’opera tutta la notte per spegnere il rogo (e stanno ancora lavorando per raffreddare l’edificio) sono riusciti a salvare le due torri della facciata, una delle quali è stata aggredita più volte dal fuoco nelle scorse ore, e la gran parte della struttura portante. Tra i pompieri si registra un ferito grave.

«UNA FORMIDABILE CATENA UMANA»

Naturalmente permangono ancora importanti dubbi sulla stabilità della struttura, che dovrebbero avere risposte dai sopralluoghi degli esperti in programma per oggi. È ufficialmente in salvo, comunque la maggior parte del celebre tesoro conservato nella cattedrale, di inestimabile valore religioso, oltre che artistico e storico. 
Il merito di questa importante impresa, ha sottolineato in un tweet di ringraziamento il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, è dei vigili del fuoco e degli agenti di polizia «che hanno realizzato una formidabile catena umana per salvare le opere di Notre-Dame. La corona di spine, la tunica di san Luigi e molte altre opere maggiori».
Merci aux @PompiersParis, aux policiers et aux agents municipaux qui ont réalisé ce soir une formidable chaîne humaine pour sauver les œuvres de . La couronne d'épines, la tunique de Saint Louis et plusieurs autres œuvres majeures sont à présent en lieu sûr.
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LA CORONA DI SPINE

Conservata all’interno di un contenitore di vetro e oro fatto realizzare da Napoleone, la Corona di spine di Notre-Dame viene esposta ai fedeli nei venerdì di Quaresima, e dunque il suo recupero proprio all’inizio della Settimana Santa non poteva passare inosservato. La reliquia fu portata a Parigi da Gerusalemme e riposta in una cappella costruita appositamente per la sua conservazione.

IL CORAGGIO DEL CAPPELLANO DEI POMPIERI

Come ha scritto sempre su Twitter Etienne Loraillère, giornalista di una tv cattolica francese, tra i coraggiosi che si sono precipitati all’interno della cattedrale in fiamme per mettere al sicuro il tesoro figurava anche il cappellano dei vigili del fuoco, padre Fournier, che «è entrato con i pompieri a Notre-Dame per salvare la corona di spine e il Santissimo Sacramento».


LA CROCE INTATTA

Non è ancora chiaro invece quanto sia stato risparmiato dall’incendio all’interno dell’edificio. A giudicare dalle prime foto circolate, però, come riporta RaiNews, si può già constatare che «la volta della navata centrale è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia. I rilievi in marmo appaiono bruniti dal fumo e in fondo all’abside si vede la croce dell’Altare maggiore, rimasta intatta».

PROPONIMENTO DI OGGI


Perdono le offese e tendo la mano in segno di pace.


LE ORE DELLA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA




“Alle tante amarezze che le creature mi danno, queste Ore sono i piccoli sorsi dolci che le anime mi danno, ma ai tanti sorsi amari che ricevo, sono troppi pochi i dolci, perciò più diffusione, più diffusione! ”


A chi medita le Ore della Passione Gesù gli da i suoi stessi meriti come se stesse soffrendo in quel momento la sua Passione. 


Vol. 11, 10 aprile 1913 

Ed io: « Dimmi mio bene, che cosa darai in compenso a quelli che faranno le Ore della Passione come tu me le hai insegnate? »

E Lui: « Figlia mia, non le riguarderò come cose vostre, ma come fatte da Me, vi darò i miei stessi meriti, come se la stessi soffrendo in atto la mia Passione, e gli stessi effetti, a seconda la disposizione delle anime, questo in terra, premio maggiore non potrei darle, e poi in Cielo me le metterò di fronte, saettandole con saette d'amore e di contenti per quante volte hanno fatto le Ore della mia Passione, e loro saetteranno Me. Che dolce incanto sarà questo a tutti i beati! »

Se chi medita le Ore della Passione lo fa insieme a Gesù e con la sua stessa Volontà, ad ogni parola che si reciterà le darà un'anima, perché tutta la maggiore o minore efficacia di queste Ore della Passione sta nella maggiore o minore unione che hanno con Lui.

Vol. 11, ottobre 1914
« Figlia mia, per compenso che hai scritto le Ore della mia Passione, ad ogni parola che hai scritto ti darò un bacio, un'anima. »

Ed io: « Amor mio, questo a me, ed a quelle che le faranno che le darai? »

E Gesù: « Se le faranno insieme con Me e con la mia stessa Volontà, ad ogni parola che reciteranno le darò anche un'anima, perché tutta la maggiore o minore efficacia di queste Ore della mia Passione sta nella maggiore o minore unione che hanno con Me, e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde nel mio Volere, e agendo il mio Volere posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola, e questo ogni volta che le farete. »

Il pensiero continuo della Passione di Gesù forma una sorgente nel cuore dell'anima per la gloria di Dio e per il bene delle creature.

Vol. 11, 10 aprile 1913

"Chi pensa sempre alla mia Passione forma nel suo cuore una sorgente, e quanto più vi pensa, tanto più questa sorgente s'ingrandisce, e siccome le acque che sorgono sono acque comuni a tutti, così questa sorgente della mia Passione che si forma nel cuore, serve al bene dell'anima, a gloria mia e al bene delle creature."

Le Ore della Passione sono le stesse preghiere e riparazioni di Gesù uscite proprio dal fondo del suo Cuore.

Vol. 11, 6 settembre 1913

"Figlia mia… le Ore della mia Passione, che sono le stesse mie preghiere, le mie riparazioni e tutto amore, sono proprie uscite proprio dal fondo del mio cuore, hai tu forse dimenticato quante volte mi sono unito con te per farle insieme, ed ho cambiato i flagelli in grazie su tutta la terra?"
"Oh! quanto amerei che anche una sola per paese facesse queste ore della mia Passione! Sentirei Me stesso in ogni paese, e la mia Giustizia in questi tempi grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata."

Vol. 11, ottobre 1914

"Queste ore sono le più preziose di tutte, perché non è altro che ripetere ciò che feci nel corso della mia Vita mortale, e ciò che continuo nel Santissimo Sacramento. Quando sento queste Ore della mia Passione, sento la mia stessa voce, le mie stesse preghiere, veggo la mia Volontà in quell'anima, qual è di volere il bene di tutti e di riparare per tutti, ed Io mi sento trasportato a dimorare in essa per poter fare in lei ciò che fa lei stessa. Oh! quanto amerei che anche una sola per paese facesse queste ore della mia Passione! sentirei Me stesso in ogni paese, e la mia Giustizia in questi tempi grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata."

La meditazione ripetuta delle Ore della Passione da a Gesù grande compiacimento, e all’anima che le fa la compenserà abbondantemente di nuova luce e nuove grazie in terra, e in cielo sarà ammantata sempre di nuova luce e gloria.”

Vol. 11, 4 novembre 1914

Stavo facendo le Ore della Passione, e Gesù tutto compiacendosi mi ha detto:

"Figlia mia, se tu sapessi il mio grande compiacimento che provo nel vederti ripetere quest'ore della mia Passione e sempre ripeterle, e di nuovo ripeterle, tu ne resteresti felice. E' vero che i miei santi hanno meditato la mia Passione e hanno compreso quanto ho sofferto, e si sono sciolti in lacrime di compassione, tanto, da sentirsi consumare per amore delle mie pene, ma però non così continuato e tante volte ripetute con quest'ordine, sicché posso dire che tu sei la prima che mi dai questo gusto sì grande e speciale, e vai sminuzzando in te ora per ora la mia Vita e ciò che soffrii, ed Io mi sento tanto tirato, che ora per ora te ne do il cibo e mangio teco lo stesso cibo, e faccio insieme con te ciò che fai tu. Sappi però che te ne compenserò abbondantemente di nuova luce e nuove grazie, e anche dopo la tua morte, ogniqualvolta si faranno dalle anime su questa terra queste Ore della mia Passione, Io in Cielo ti ammanterò sempre di nuova luce e gloria."

L’anima col fare Le Ore della Passione fa sua la stessa vita di Gesù “ed elevandosi su, tra il Cielo e la terra, fa il mio stesso uffizio, e come corredentrice dice insieme con me: Ecce ego mitte me, voglio ripararti per tutti, risponderti per tutti ed impetrare il bene a tutti”.

Vol. 11, 6 novembre 1914

Continuando le solite Ore della Passione, il mio amabile Gesù mi ha detto:

"Figlia mia, il mondo sta in continuo atto di rinnovare la mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutti, dentro e fuori delle creature, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine, flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella Passione, e anche più. Ora, chi fa queste Ore della mia Passione, dal contatto di queste mi sento togliere i chiodi, frantumare le spine, raddolcire le piaghe, togliere gli sputi, mi sento contraccambiare in bene il male che mi fanno gli altri, ed Io, sentendo che il loro contatto non mi fa male, ma bene, mi poggio sempre più su loro."
Oltre di ciò, ritornando il benedetto Gesù a parlare di queste Ore della Passione ha detto:

"Figlia mia, sappi che col fare queste Ore, l'anima prende i miei pensieri e li fa suoi, le mie riparazioni, le preghiere, i desideri, gli affetti, anche le più intime mie fibre e le fa sue, ed elevandosi su, tra il Cielo e la terra fa il mio stesso uffizio, e come corredentrice dice insieme con Me: Ecce ego mitte me, voglio ripararti per tutti, risponderti per tutti ed impetrare il bene a tutti."

"Più diffusione, più diffusione!"

Queste Ore sono i piccoli sorsi dolci che le anime danno a Gesù.
Come l'anima fa memoria della Vita di Gesù, della sua Passione e delle sue preghiere, gli angeli si fanno intorno a quest'anima e raccolgono le sue parole, le sue preghiere e compatimenti, le lacrime, le offerte, e le uniscono a quelle di Gesù e le portano innanzi alla Maestà Divina per rinnovargli la gloria della sua stessa Vita.

Vol. 11, 13 ottobre 1916
Stavo facendo le Ore della Passione, ed il benedetto Gesù mi ha detto:

"Figlia mia, nel corso della mia Vita mortale, migliaia e migliaia di angeli corteggiavano la mia Umanità e raccoglievano tutto ciò che facevo, i passi, le opere, le parole, anche i sospiri, le pene, le gocce del mio sangue, in somma, tutto, erano angioli deputati alla mia custodia, a rendermi onore, ubbidienti a tutti i miei cenni, salivano e scendevano dal Cielo per portare al Padre ciò che Io facevo. Ora, questi angioli hanno un ufficio speciale, e come l'anima fa memoria della mia Vita, della Passione, del mio sangue, delle mie piaghe, delle mie preghiere, si fanno intorno a quest'anima e raccolgono le sue parole, le sue preghiere e compatimenti che mi fanno, le lacrime, le offerte, le uniscono alle mie e le portano innanzi alla mia Maestà per rinnovarmi la gloria della mia stessa Vita, è tanto il compiacimento degli angioli, che riverenti stanno a sentire ciò che dice l'anima, e pregano insieme con lei, perciò con quale attenzione e rispetto l'anima deve fare queste Ore, pensando che gli angioli pendono dalle sue labbra per ripetere appresso a lei ciò che essa dice."

Poi ha soggiunto: "Alle tante amarezze che le creature mi danno, queste Ore sono i piccoli sorsi dolci che le anime mi danno, ma ai tanti sorsi amari che ricevo, sono troppi pochi i dolci, perciò più diffusione, più diffusione."

“Ciò che in Me trovò il Padre, cioè, gloria, compiacimento, amore, soddisfazioni intere, perfette, a bene di tutti, Io lo voglio trovare in queste anime, come altrettanti Gesù che mi rendano la pariglia”.

L’anima deve ripetere queste intenzioni in ogni ora della Passione che fa, in ogni azione, in tutto. Ecco come si placherà la Giustizia Divina.

Vol. 11, 9 dicembre 1916

"Figlia mia, non accrescere le mie pene con l'impensierirti, sono gia troppe, Io non mi aspetto questo da te, anzi voglio che faccia tue le mie pene, le mie preghiere, tutto Me stesso, in modo che Io possa trovare in te un altro Me stesso, in questi tempi voglio grandi soddisfazioni, e solo chi fa suo Me stesso me le può dare.

E ciò che in Me trovò il Padre, cioè, gloria, compiacimento, amore, soddisfazioni intere, perfette, a bene di tutti, Io lo voglio trovare in queste anime, come altrettanti Gesù che mi rendano la pariglia, e queste intenzioni le devi ripetere in ogni ora della Passione che fai, in ogni azione, in tutto, e se Io non trovo le mie soddisfazioni, ah!, per il mondo è finita! I flagelli pioveranno a torrenti, ah figlia mia!, ah figlia mia!" E ha scomparso.

“Il mondo si è squilibrato perché ha perduto il pensiero della mia Passione.

Ha fatto come un bambino che non ha voluto più conoscere la madre, come un discepolo che sconoscendo il maestro non ha voluto più sentire i suoi insegnamenti né imparare le sue lezioni, che ne sarà di questo bambino e di questo discepolo? Saranno il dolore di sé stessi ed il terrore e dolore della società. Tale è divenuto l'uomo, terrore e dolore, ma dolore senza pietà”.

Vol. 11, 2 febbraio 1917

Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa, e ho trovato il mio sempre amabile Gesù, tutto grondante sangue, con una orribile corona di spine, e a stento mi guardava a traverso le spine, e mi ha detto:

"Figlia mia, il mondo si è squilibrato perché ha perduto il pensiero della mia Passione. Nelle tenebre non ha trovato la luce della mia Passione che lo rischiarava, che facendogli conoscere il mio Amore e quante pene mi costano le anime, poteva rivolgersi ad amare chi veramente lo ha amato, e la luce della mia Passione, guidandolo, lo metteva in guardia da tutti i pericoli; nella debolezza non ha trovato la forza della mia Passione che lo sosteneva; nell'impazienza non ha trovato lo specchio della mia pazienza che gl'infondeva calma, rassegnazione, e innanzi alla mia pazienza, vergognandosi si faceva un dovere di dominare sé stesso; nelle pene non ha trovato il conforto delle pene d'un Dio, che sostenendo le sue gl'infondeva amore al patire; nel peccato non ha trovato la mia santità, che facendogli fronte gl'infondeva odio alla colpa.

Ah! in tutto ha prevaricato l'uomo, perché si ha scostato in tutto da chi poteva aiutarlo, quindi il mondo ha perduto l'equilibrio, ha fatto come un bambino che non ha voluto più conoscere la madre, come un discepolo che sconoscendo il maestro non ha voluto più sentire i suoi insegnamenti né imparare le sue lezioni, che ne sarà di questo bambino e di questo discepolo? Saranno il dolore di sé stessi ed il terrore e dolore della società. Tale è divenuto l'uomo, terrore e dolore, ma dolore senza pietà, ah! l'uomo peggiora, peggiora sempre, ed Io me lo piango con lagrime di sangue!"

“Queste Ore sono l'ordine dell'universo, e mettono in armonia il Cielo e la terra e mi mantengono di non mandare il mondo a sfascio”.

“Come le anime fanno queste Ore della Passione, mi sento mettere in via il mio sangue, le mie piaghe..., il mio amore e tutto ciò che feci..., le mie ansie di salvare le anime, e mi sento ripetere la mia Vita”.

Vol. 12, 16 maggio 1917

Poi mi son trovata fuori di me stessa, mi trovavo in mezzo a tante anime che mi dicevano, -pareva che fossero anime purganti e santi-, e nominavano una persona di mia conoscenza, morta da non molto, e mi dicevano:

"Lui si sente come felice nel vedere che non c'è anima che entri in Purgatorio che non porti l'impronta delle Ore della Passione, e corteggiate, aiutate da queste Ore, prendono posto in luogo sicuro; e non c'è anima che voli in Paradiso, che non sia accompagnata da queste Ore della Passione, queste Ore fanno piovere dal Cielo continua rugiada sulla terra, nel Purgatorio e fin nel Cielo."

Nel sentire ciò dicevo tra me: "Forse il mio amato Gesù per mantenere la parola data, che ad ogni parola delle Ore della Passione darebbe un'anima, non c'è anima che salva che non si serva di queste Ore."

Dopo son ritornata in me stessa, ed essendo trovato il mio dolce Gesù, l'ho domandato se fosse vero:

E Lui: "Queste Ore sono l'ordine dell'universo, e mettono in armonia il Cielo e la terra e mi mantengono di non mandare il mondo a sfascio; sento mettere in circolazione il mio sangue, le mie piaghe, il mio amore, e tutto ciò che feci, e scorrono su tutti per salvare tutti. E come le anime fanno queste Ore della Passione, mi sento mettere in via il mio sangue, le mie piaghe, le mie ansie di salvare le anime, e sentendomi ripetere la mia Vita. Come possono ottenere le creature alcun bene se non che per mezzo di queste Ore? Perché ne dubiti? La cosa non è tua, ma mia, tu sei stata lo sforzato e debole strumento."

“Per ogni parola sulla mia Passione..., tante vie di comunicazione si aprono tra Me e l'anima”.

Vol. 12, 12 luglio 1918
Stavo pregando per un'anima moribonda con un certo timore ed ansietà, e il mio amabile Gesù, venendo, mi ha detto: 

"Figlia mia, perché temi? Non sai tu che ogni parola sulla mia Passione, pensiero, compatimento, riparazione, ricordo delle mie pene, tante vie di elettricità di comunicazione si aprono tra Me e l'anima, e quindi di tante varietà di bellezze si va adornando l'anima?"

San Aníbal Maria Di Francia, dopo pochi giorni essere stato chiamato alla casa del Padre, le parla sulle Ore della Passione.

Vol. 22, 17 giugno 1927

Dopo di ciò mi son trovata fuori di me stessa e mentre cercavo il mio dolce Gesù mi sono incontrata col Padre Di Francia, era tutto allegro e mi ha detto:

"Sai quante belle sorprese ho trovato? Io non mel credeva quando stavo sulla terra, sebbene pensavo che un bene avevo fatto col pubblicare "l'Orologio della Passione", ma le sorprese che ho trovato sono meravigliose, incantevoli d'una rarità non mai vista, tutte le parole che riguardano la Passione di Nostro Signore cambiate in luce, una più bella dell'altra, tutte intrecciate tra loro e queste luci crescono sempre come si fanno dalle creature le Ore della Passione, così altre luci si aggiungono alle prime. Ma quello che mi sorprese di più, sono stati i pochi detti pubblicati da me sulla Divina Volontà. Ogni detto scambiato in sole che investendo coi loro raggi tutte le luci formano tale sorpresa di bellezza che si rimane rapito, incantato. Tu non puoi immaginare come io rimasi sorpreso nel vedermi in mezzo a queste luci e a questi soli, come fui contento e ringraziai il nostro Sommo Bene Gesù che mi aveva dato occasione e grazia di farlo, anche tu ringrazialo da parte mia."



Profanazione di Notre-Dame. Le Femen vengono assolte di nuovo e saranno pure risarcite


NOTRE DAME FU GIA' PROFANATA NON GIA' DAGLI INCENDI SUBITI, MA DALLA STUPIDITA' E DA UN'UMANITA' DECADENTE, E CHE NEL 2015 E' STATA PURE RISARCITA!!

Oltre alla profanazione e agli atti osceni, le “sex-stremiste” hanno anche danneggiato una campana ricoperta d’oro. Ma per i giudici i cattivi sono i custodi della chiesa


Le Femen che nel 2013 hanno profanato la cattedrale parigina di Notre-Dame, danneggiando una famosa campana ricoperta d’oro, non solo sono state assolte ma verranno pure risarcite. La Corte d’appello di Parigi conferma così la somma ingiustizia già sancita in primo grado a settembre dell’anno scorso.

DANNEGGIATA CAMPANA D’ORO. Ricordiamo i fatti: per festeggiare la rinuncia di Benedetto XVI al soglio papale, otto Femen il 12 febbraio 2013 hanno fatto irruzione nella cattedrale, si sono spogliate a seno nudo, hanno urlato slogan come «Non vogliamo più il Papa!» e hanno rovinato la preziosa campana “Marcel” esposta in occasione degli 850 anni di Notre-Dame colpendola ripetutamente con dei bastoni. La polizia ha trovato poi scalfiture di oltre un centimetro sulla campana che, ricordiamolo, è ricoperta d’oro.

LA PRIMA ASSOLUZIONE. Ci sono decine di video, girati dalle stesse Femen, che dimostrano i crimini commessi: profanazione e atti osceni da una parte e danni materiali dall’altra. Il primo crimine non è neanche stato preso in considerazione e in primo grado, le “sex-stremiste” sono state assolte pure per il secondo: il giudice ha addirittura ordinato che venissero risarcite con 1.500 euro a testa. Perché? Perché i sorveglianti della cattedrale hanno fatto il loro lavoro, accompagnandole fuori, ma con troppa foga.


RISARCIMENTO. La procura di Parigi era ricorsa in appello avverso la sentenza scandalosa, chiedendo un’ammenda di mille euro per ciascuna delle femministe. Ma stamattina la Corte d’appello ha confermato la sentenza: Femen assolte, mentre due dei sorveglianti dovranno pagare un'ammenda tra i 300 e i mille euro, anche se potranno godere della condizionale.


Perché abbiamo bisogno della cattedrale di Notre-Dame di Parigi

Ripubblichiamo il passo del Portico dei misteri della seconda virtù in cui Charles Péguy parla della cattedrale Notre-Dame di Parigi, sconvolta ieri sera da un violento incendio.
Ma viene un giorno, viene un’ora.
Viene un momento in cui san Marcello e santa Germana.
E san Germano stesso e la nostra grande amica quella grande santa Genoveffa.
E quel grande san Pietro stesso non basta più.
E in cui bisogna fare risolutamente ciò che bisogna fare.
Allora bisogna prendere il coraggio a due mani.
E rivolgersi direttamente a colei che è al di sopra di tutto.
Essere arditi. Una volta. Rivolgersi arditamente a colei che è infinitamente bella.
Perché è anche infinitamente buona.
A colei che intercede.
La sola che possa parlare con l’autorità di una madre.
Rivolgersi arditamente a colei che è infinitamente pura.
Perché è anche infinitamente dolce.
A colei che è infinitamente nobile.
Perché è anche infinitamente cortese.
Infinitamente accogliente.
Accogliente come il prete che sulla soglia della chiesa va incontro al
neonato fin sulla soglia.
Il giorno del suo battesimo.
Per introdurlo nella casa di Dio.
A colei che è infinitamente ricca.
Perché è anche infinitamente povera.
A colei che è infinitamente alta.
Perché è anche infinitamente discendente.
A colei che è infinitamente grande.
Perché è anche infinitamente piccola.
Infinitamente umile.
Una giovane madre.
A colei che è infinitamente giovane.
Perché è anche infinitamente madre.
A colei che è infinitamente diritta.
Perché è anche infinitamente inclinata.
A colei che è infinitamente gioiosa.
Perché è anche infinitamente dolorosa.
Settanta e sette volte settanta volte dolorosa.
A colei che è infinitamente commovente.
Perché è anche infinitamente commossa.
A colei che è tutta Grandezza e tutta Fede.
Perché è anche tutta Speranza.

SETTIMANA SANTA




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Is 50,4-9
Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?


  SALMO  

Sal 68
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento,
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.


 VANGELO 

Mt 26,14-25
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».