martedì 2 aprile 2019

Iran, situazione drammatica dopo l’arrivo di nuove inondazioni: 400 città allagate, 25.000 case distrutte e almeno 44 morti [FOTO e VIDEO]

GUERRA CLIMATICA IN ATTO IN IRAN, IRAQ E SIRIA

Terzo grande evento di inondazioni nelle ultime 2 settimane in Iran, il Paese è al collasso: decine di migliaia di famiglie sfollate a causa delle devastanti piogge torrenziali. Vittime e danni anche in Afghanistan, Iraq e Siria

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Le inondazioni e le forti piogge che hanno colpito 4 Paesi tra Medio Oriente e Asia hanno lasciato almeno 86 morti, decine di migliaia di sfollati e aggiunto miseria alle persone delle povere aree rurali che avevano sofferto a lungo a causa della siccità. Le piogge eccezionalmente intense si sono mescolate allo scioglimento della neve sulle montagne e hanno colpito le terre aride incapaci di assorbire l’acqua, con effetti disastrosi in AfghanistanIraqSiria e soprattutto Iran. Circa 400 città in 15 province iraniane sono state inondate dopo settimane di piogge torrenziali, ha dichiarato il ministro dell’interno iraniano Abdolreza Rahmani-Fazli, mentre per i prossimi due giorni sono previste ancora ulteriori piogge.
Solo in Iran, sono almeno 44 le persone uccise dalle devastanti piogge e inondazioni e il numero potrebbe ancora tragicamente salire a causa del livello dell’acqua che continua ad aumentare in alcune località del Paese, mentre decine di migliaia di famiglie sono sfollate. Altre 41 persone hanno perso la vita nell’Afghanistan occidentale, dove quasi 13.000 case sono state parzialmente o completamente distrutte in 4 province. “Milioni di persone hanno bisogno di immediata assistenza umanitaria e di una via d’uscita da questa crisi prolungata. Le inondazioni sono l’ultimo disastro a testare duramente la resistenza delle persone già arrivata al collasso dopo la siccità”, ha dichiarato Nilab Mobarez, segretario generale di Afghan Red Crescent. Le piogge e le inondazioni hanno anche costretto i cittadini ad evacuare le loro case nell’Iraq sudorientale e colpito i campi profughi della Siria settentrionale, dove almeno una persona ha perso la vita.
In Iran, le inondazioni in corso sono state aggravate negli ultimi giorni dall’arrivo di un altro sistema di tempesta che ha portato ancora altre piogge intense. Precipitazioni di 50-100mm sono state comuni su tutto l’Iran occidentale, con quantitativi fino a 150mm. Anche Teheran ha subito inondazioni localizzate, con la quantità di oltre un mese di pioggia caduta solo durante la scorsa settimana. Nella provincia di Lorestan, nell’Iran sudoccidentale, diverse grandi dighe sono a rischio tracimazione e il governatore ha avvisato sull’imminente evacuazione delle famiglie. Centinaia di ponti sono stati spazzati via e migliaia di strade sono bloccate dalle inondazioni e dalle frane, ostacolando i tentativi di soccorso e recupero. Oltre 140 fiumi nel Paese hanno rotto gli argini e sono esondati. Anche la principale linea ferroviaria che connette Teheran al sud del Paese è stata bloccata dalle inondazioni. Le autorità stimano che siano almeno 25.000 le case distrutte in tutto il Paese e altre 60.000 quelle danneggiate.
Khorramabad, città capoluogo di Lorestan, “l’acqua ha raggiunto i 3 metri in alcune zone”, riportano i media locali, mentre altre aree sono “completamente sommerse con i residenti bloccati sui tetti”. Il direttore provinciale della Red Crescent, Sarem Rezaee, ha dichiarato di aver perso i contatti con gran parte dell’area: “I telefoni non funzionano, le nostre radiocomunicazioni sono interrotte. In questo momento non abbiamo notizie di altre città. Abbiamo richiesto aiuto alle province vicine ma in questo momento nessuno può fare niente”. Infatti, i velivoli che avrebbero potuto essere impiegati per aiutare le aree colpite dal maltempo non sono in grado di decollare a causa delle pessime condizioni meteo. L’aeroporto di Khorramabad è allagato, con l’acqua che ha sommerso la pista, mettendo fuori gioco il principale collegamento aereo con il resto del Paese. Le autorità di Lorestan hanno ordinato le evacuazioni in molte regioni, portando le forze armate ad allontanare con la forza coloro che non intendevano seguire le direttive.
Le inondazioni e quello che molti hanno criticato come la lenta e inefficace risposta del governo durante le settimane seguenti alle festività del Capodanno Persiano hanno già innescato la lotta politica, con i sostenitori del governo del Presidente Hassan Rouhani e la Guardia Rivoluzionaria che si punzecchiano l’un l’altro. Nel frattempo, il capo dell’Iranian Red Crescent Society, Ali Asghar Peyvandi, ha avvisato che le sanzioni statunitensi sul settore bancario del Paese stanno ostacolando l’arrivo di donazioni internazionali, sostenendo che “non c’è la possibilità di trasferimenti di denaro da altri Paesi”.
Si tratta del terzo grande evento di inondazioni nelle ultime 2 settimane in Iran e non c’è stata tregua dalle inondazioni precedenti. Il primo evento si è verificato nel nord-est del Paese il 19 marzo e il secondo ha colpito le parti occidentali e sudoccidentali il 25 marzo.
http://www.meteoweb.eu/foto/inondazioni-iran-citta-allagate-case-distrutte-morti/id/1244793/

Sarà un 2019 nefasto nelle profezie della mistica Baba Vanga: “Attentato a Putin, Trump diventerà sordo, crollo economico in Europa, nuovo devastante tsunami e violento meteorite sulla Terra”


La famosa mistica bulgara, che aveva “previsto” gli attentati dell’11 settembre, la Brexit e l’ascesa dell’ISIS, ha lasciato previsioni funeste per l'anno che verrà

La famosa mistica bulgara, Baba Vanga, che aveva “previsto” gli attentati dell’11 settembre, la Brexit e l’ascesa dell’ISIS, ha lasciato le sue previsioni anche per il 2019, ormai imminente. Secondo Baba, 2 dei più importanti leader mondiali si ritroveranno nei guai con il nuovo anno: il presidente russo Vladimir Putin affronterà un tentativo di omicidio da qualcuno all’interno della sua scorta mentre il presidente statunitense Donald Trump perderà l’udito a causa di una misteriosa malattia. Baba ha anche previsto che un grande terremoto con conseguente tsunami spazzerà via ampie zone dell’Asia e che l’Europa sarà messa in ginocchio da una disastrosa crisi economica.

E dopo tutte queste belle e incoraggianti notizie per l’anno che verrà, una domanda sorge spontanea: qualcuna di queste predizioni potrebbe diventare realtà?



Putin è già sopravvissuto ad un almeno un tentativo di omicidio, che è stato sventato nella corsa alle elezioni presidenziali del 2012. Ora il presidente russo si è circondato di una scorta altamente specializzata il cui unico obiettivo è quello di proteggere la sua vita. Quindi la previsione di Baba su un altro tentativo di omicidio potrebbe trovarlo d’accordo. Inoltre, per la mistica bulgara, Putin dovrebbe prepararsi anche all’impatto di un meteorite gigante sulla Russia.

Per quanto riguarda Donald Trump, invece, Baba ha previsto un 2019 disastroso, in cui non solo soccomberà ad una misteriosa malattia che gli provocherà nausea, acufene, traumi cerebrali e perdita dell’udito, ma un membro della sua famiglia verrà coinvolto in un incidente stradale. Secondo quanto riportato, nel 2018 i diplomatici americani a Cuba e in Cina hanno sofferto di misteriose perdite dell’udito e acufene, che si ritiene siano stati causati da un’esposizione eccessiva alla radiazione elettromagnetica da microspie o sorveglianza. Se anche Trump cadrà vittima della stessa malattia, tuttavia, è ancora tutto da vedere.


Per l’Europa, Baba ha previsto un grande crollo economico, che alcuni potranno facilmente associare alla Brexit il 29 marzo 2019. E la mistica aveva previsto anche un altro devastante tsunami nel 2019, uno che potrebbe spazzare parti di diversi Paesi asiatici, come Pakistan, India, Cina, Giappone e Indonesia. Già il 2018 è stato un anno terribile dal punto di vista degli tsunami per l’Indonesia, che ha subito il bilancio più grave per le vittime create da disastri naturali in un solo anno in oltre un decennio. A settembre, uno tsunami innescato da un terremoto di magnitudo 7.5 ha reso al suolo l’isola di Sulawesi, uccidendo 2.100 persone. E la scorsa settimana, poco prima delle festività natalizie, enormi onde si sono abbattute sulle città costiere delle isole di Sumatra e Java, provocando almeno 426 vittime e 23 dispersi, secondo gli ultimi aggiornamenti.

Baba, deceduta all’età di 85 anni nel 1996, era anche conosciuta come la “Nostradamus dei Balcani”. Perse misteriosamente la vista all’età di 12 anni durante una potente tempesta. La famiglia la ritrovò diversi giorni dopo in punto di morte, con gli occhi sigillati e coperti di sporco. Successivamente sostenne di aver avuto la sua prima visione quando era dispersa e credette di aver ricevuto il potere di prevedere il futuro e guarire gli altri. Si ritiene che Baba, che avrebbe l’85% di tasso di successo nelle sue previsioni, abbia previsto anche la Brexit, dicendo che l’Europa così come la conosciamo “smetterà di esistere” entro la fine del 2016 e che un esercito estremista invaderà l’Europa, ritenuto la diffusione dell’ISIS in Siria e Iraq.

Coloro che credono alle sue predizioni sostengono che Baba avesse persino previsto gli attacchi dell’11 settembre del 2001, dicendo: “Orrore! Orrore! I fratelli americani cadranno dopo essere stati attaccati da uccelli di acciaio. I lupi ululeranno dietro un cespuglio e scorrerà sangue innocente”. Tra gli altri eventi su cui la mistica avrebbe avvisato, la fine della fame nel mondo entro il 2028, le colonie di Marte con armi nucleari entro il 2256 e l’inabitabilità della Terra entro il 2341.




Nostradamus ha predetto la terza guerra mondiale nel 2019

Nostradamus

La terza guerra mondiale inizierà nel 2019. È la previsione dell'astrologo Nostradamus pubblicata da blogger francesi, scrive il giornale Argumenty Nedely.
Come hanno scoperto gli appassionati ricercatori, in una delle sue quartine, Nostradamus ha predetto un conflitto armato, i cui membri da un lato possono diventare gli USA o l'Europa, e dall'altro lato la Russia o la Cina. Il risultato di questo confronto è la debolezza dell'Occidente. A peggiorare la situazione c'è il fatto che nel bel mezzo del combattimento Nostradamus predice la caduta di un grande asteroide.

Pochi giorni fa è stata pubblicata la profezia della veggente Vanga per l'anno 2019. In particolare, il veggente ha predetto la secessione dall'Ucraina della Transcarpazia, dopo la sconfitta di Kiev nel conflitto in Donbass.

https://it.sputniknews.com/mondo/201812186970206-nostradamus-veggente-terza-guerra-mondiale-2019-blogger-francia/

ITALIA DOMINATA... 29 Marzo PROFEZIA San Michele Arcangelo


Italia invasa, terremoto, 3° guerra mondiale: le profezie delle Tre Fontane


Dalla parte d’Oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre, quando gli sarà dato di farlo…

E’ l’apparizione romana delle Tre Fontane, la profezia fu proposta dalla Vergine della Rivelazione al bestemmiatore Bruno Cornacchiola, proprio lui che aveva l’intenzione di uccidere il Papa (il capo della ‘sinagoga di Satana lo chiamava) fu prescelto. Ma il 12 aprile 1947 qualcosa di straordinario è accaduto. Quel giorno, insieme ai suoi tre figli, vide sulla collinetta delle Tre Fontane a Roma una ragazza col mantello verde e di grande bellezza, scura di pelle e con capelli castani, con un libro fra le mani. La ‘Bella Signora’ teneva nella mano destra, all’altezza del petto, un libro dalla copertina color cenere, mentre con la sinistra indicava verso i suoi piedi il drappo nero simile a una tonaca aggrovigliato in terra e pezzi di un crocifisso. Da Lei, la Madonna, Cornacchiola ricevette dei messaggi spirituali e delle profezie fino a pochissimi mesi prima della morte, avvenuta il 22 giugno 2001.

LEGGI ANCHE PROFEZIE PER IL 2018, NOSTRADAMUS E BABA VANGA

Insomma, per colpa di una palla rotolata in una cavità (grotta) del posto di fede dove fu tagliata la testa a San Paolo, lui diventò un veggente e consegnò i segreti ricevuti dalla Madonna al Vaticano, a papa Pio XII la notte del 22 luglio del 1947 alla presenza di don Sfoggia, di padre Riccardo Lombardi e di padre Felice Maria Cappello. A questo incontro privato ne seguì uno pubblico e ufficiale il 9 dicembre del 1949 (Saverio Gaeta, “I segreti dei diari di Bruno Cornacchiola”, p. 62). Inoltre il 5 ottobre del 1947 Pio XII benedisse la statua della Madonna riproducente la Vergine apparsa a Cornacchiola e nel 1956 papa Pacelli consentì il culto pubblico, affidando ai francescani minori conventuali la custodia della grotta e della cappella adiacente.

I suoi sogni sembrano un incubo, sono drammatici e riguardano l’ultimo secolo: dalla tragedia di Superga nel 1949 all’elezione di Paolo VI nel 1963, dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973 al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, dal ferimento di Giovanni Paolo II nel 1981 all’esplosione del reattore di Chernobyl nel 1986, dall’attentato alla basilica di San Giovanni in Laterano nel 1993 alla caduta delle Torri Gemelle nel 2001.



Cornacchiola fece una copia delle testimonianze dal 1947 alla morte nel 2001 come indicato dalla Vergine. Solo oggi, Saverio Gaeta, giornalista che ha avuto accesso ai diari, ne ha svelato integralmente i contenuti in “I segreti dei diari di Bruno Cornacchiola” (Salani editore).

La prima profezia: 

La prima (12 aprile 1947) si trova scritta a mano in un quaderno di una trentina di pagine. Eccone alcuni spezzoni.
“I pastori del gregge non fanno il loro dovere. Troppo mondo è entrato nella loro anima per dare scandalo al
gregge e sviarlo dalla via […]. Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. […]. Allontanatavi dalle false cose del mondo: vani
spettacoli, stampe d’oscenità. […]. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta. Figli siate forti, resistete all’assalto infernale.
[…]. La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i suoi ministri.
[…]. Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con
qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie. […]. Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte
d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sacre e
sante. […]. Il mondo entrerà in un’altra guerra, più spietata delle precedenti; maggiormente sarà colpita la Rocca
eterna (Roma). L’ira di satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, sarà lasciata in balìa del mondo. […]. La colpita maggiormente sarà la Chiesa di Cristo per nettarla dalle sozzure che vi sono dentro. […]. I sacerdoti saranno calpestati e trucidati, ecco la croce rotta vicino alla talare dello spogliamento esteriore.

Ecco alcune profezie: 

«Questa mattina ho fatto un brutto sogno. Mi pareva di vedere un aereo andare a fuoco e sopra vi era scritto: Torino. Che sarà?». E’ la prima premonizione nel diario che risale al 30 marzo 1949. Il 4 maggio successivo avvenne la tragedia di Superga.

Il 31 gennaio e il 25 marzo 1978 Cornacchiola sognò Moro: «Mi trovo vicino al Verano e, mentre stavo per entrarvi e pregare, incontro una schiera di una quindicina circa di uomini che uscivano e tra di essi vedo Aldo Moro. Mi fermo a guardare, e lui si ferma e dice: ‘Ma tu non sei quello della Madonna?’. ‘Sì’ gli dico, ‘lo sono’. ‘Ebbene, prega per me, perché ho un cattivo presentimento, di qualcosa che capita presto sopra di me!’. Mi saluta e va fuori, sale in auto, io continuo la mia visita e penso a lui come mai ho pensato». Alle 9.25 del 16 marzo l’annuncio del rapimento dell’onorevole Moro

Il 1° febbraio 1986 il messaggio è criptico: «Preparatevi, figli miei: la mano non posso trattenerla più! L’ira della giustizia è sopra di voi! I segni li vivrete: segni dall’aria avvelenata e dalla terra incolta e dal biancore del latte inservibile! Da oggi in poi, l’inquinamento nel mondo; cioè: su questa povera Terra, e dalla Russia e dall’America, o Asia, Oceania o Europa, e perfino dall’Africa: i gas venefici per l’uomo; gli animali, le bestie, le piante e le verdure avvelenate, saranno per colpa dell’uomo!». Dopo nemmeno due mesi il disastro della centrale nucleare di Chernobyl.

PROFEZIE CHE RICHIAMANO I NOSTRI GIORNI:

Apparizione del 15 agosto 1958: “Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuoterà tutto il globo terrestre. Non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non fatelo più. […]. Il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa e spirituale e saranno i soli dei superbi e le stelle degli orgogliosi che cadranno. […]. Fuori della Chiesa cattolica, apostolica e romana non c’è la salvezza. […]. Amare tutti non significa tenere un atteggiamento sentimentalista. […]. Non spogliatevi dell’abito sacerdotale: l’abito richiama, è un segno celeste” (op. cit., p. 93-95).
E questa la profezia avuta il 24 febbraio 1968: “Satana regna oramai in tutti i posti più alti di
comando […]. Satana entrerà nei posti guida della Chiesa. […]. Le tentazioni saranno terribili, il mondo vivrà in
una confusione tale che gli eletti stessi sosteranno nel dubbio. Non c’è scampo
[…] tutti vivranno momenti terribili di guerra, distruzione e di caos politico, religioso e culturale.
Quanti errori e quante eresie serpeggiano in ogni nazione, in ogni convento. […]. Quello che occorre è l’apostolato individuale non l’apostolato monopolizzato […]. Bisogna che si lavori tra le anime nell’apostolato individuale: chi conosce e sa fare, senza alcuna previa autorizzazione, deve lavorare” (op. cit., p. 73).

Profezia del 7 aprile 1966: “Si vede la basilica di San Pietro che ha la faccia tutta rovinata, la guardiamo e piangiamo” (op. cit., p. 169).
Il 1° agosto 1966: “Mi son trovato davanti alla chiesa detta della Scala Santa, nella piazza adiacente ove c’è
l’obelisco. Vi era allestita come una sala con vescovi e cardinali. D’improvviso crolla sopra molti vescovi,
cardinali e altri tutta la facciata della chiesa” (ivi).

Il 12 novembre 1986: “Vedo molti sacerdoti con la loro talare e religiosi ereligiose con il loro saio: tutti in fila e degli aguzzini che li spingono e trascinano uno alla volta su un palcodi legno. Li facevano inginocchiare e chiedevano loro. ‘Getta l’abito’. Alla risposta ‘No!’ gli prendevano la testa e gliela mettevano su un ceppo e lì venivano
decapitati dal boia che aveva una scure” (op. cit., p.174)

1 gennaio 1988: “Avete degli esempi, Sodoma e Gomorra: non si pentirono, non fecero penitenza e conoscete quello che la giustizia ha fatto di loro.[…]. Se non vi convertirete ferro e fuoco scenderà sopra
di voi. […]. Quello che voi chiamate pace non è altro che inganno perché manca la conversione e tutto si sta
preparando per una satanica guerra” (op. cit., p. 187).

La notte del 31 dicembre 1984: “Mi sento trasportare nel centro di Roma e
precisamente a piazza Venezia. Lì c’è una folla radunata che gridava: ‘Vendetta!’. Scorreva molto sangue in tutto il mondo, tutto il mondo imbrattato di sangue. Improvvisamente tutta quella gente si mette a gridare: ‘Tutti a San Pietro!’ e continuavano a gridare: ‘Vendetta!’. Sul piazzale all’interno del colonnato
c’erano il papa, i cardinali, i vescovi e i sacerdoti. Tutti piangevano. Meraviglia: erano scalzi e la Madonna che
grida. ‘Fate penitenza!’ ” (op. cit., p. 207).

Profezia del 21 luglio 1998: “Ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto andava a fuoco” (op. cit., p. 210). All’alba del 10 febbraio 2000 un altro sogno angoscioso: “Mi trovo a San Pietro […] una folla di barbari correva dentro la basilica uccidendo chiunque incontrava. […]. Tutti i sacerdoti presenti erano con l’abito talare,
ai lati del sagrato i vescovi erano a sinistra i cardinali a destra e pregavano in ginocchio col viso a terra” (op.
cit., p. 210).

21 settembre 1988: “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (op. cit., p. 218).

Il 4 gennaio 1992: “I cristiani si combattono perché non hanno più un capo che li guidi” (op. cit., p. 219).

Il 26 gennaio 1996: “Questa notte ho visto la basilica di San Pietro andare a fuoco” (op. cit., p. 220).

La più paurosa profezia è del 12 marzo 1983: “Il pericolo è alle porte, una guerra atomica, se non si
fa come ho detto, è inevitabile.[…]. Parlo a tutti, l’atomica è pronta, gli uomini senza coscienza minacciano di usarla e il pericolo è sempre più vicino di quanto non pensiate” (op. cit., p. 223).

Il 13 luglio 1998: “Questa notte ho sofferto molto in sogno. C’era la guerra e gli stranieri invadevano l’Italia“.


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Giulietto Chiesa : “La questione delle armi nucleari in Italia deve tornare a essere centrale.

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RADIOGRAFIA DI 28 TOP HOLDINGS BELLICHE
E DEI LORO PRIMARI INVESTITORI AMERICANI
CHE DA NEW YORK, BOSTON E LOS ANGELES
SPECULANO SULLE SPORCHE GUERRE D’ORO
BOMBE LOCKHEED SULLO SCUOLABUS YEMENITA
LARRY FINK PREMIATO UOMO DEL PIANETA NERO

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___


«Gli inganni a volte funzionano, ma si suicidano sempre»
«Trickery succeds sometimes, but it always comits suicide»
(Gibran Kahlil Gibran – Sand and foam – Sabbia e schiuma)

Dagli Stati Uniti al Medioriente, da Israele all’Italia. Un esercito di avidi e spietati speculatori galoppa sulle vie dell’odio bestiale ed atavico di un’umanità sempre più disumana, cavalca il dorso di una miriade di tori metallici infuriati che muggiscono fiamme e proiettili dalle froge ipertecnologiche, bruciano terre, devastano città villaggi con un clic, seminano carestia e morte tra le anime dei guerrieri come tra quelle dei fanciulli innocenti annichiliti dai razzi di droni teleguidati. Ecco perchè in questo dossier a puntate l’immagine di uno di questi rispettabili manager in giacca e cravatta sarà sempre accanto a quella di un bimbo ucciso da una bomba intelligente nello Yemen, in Irak, in Siria e in Ucraina. Oggi in copertina c’è uno degli alunni yemeniti di uno scuolabus esploso nell’agosto 2018 per un ordigno made in USA. Un teatro quotidiano dell’orrore e della follia dove i sordidi giochi d’azzardo dei tycoon mondiali, in gran parte sionisti e sovente anche massoni, s’intrecciano con quelli di politici e banchieri di un occidente che ogni giorno strilla in un deserto d’ipocriti cuori l’appello cieco al rispetto dei diritti umani. Una macchina infernale che pare ormai attorcigliata in una spirale senza ritorno proprio come ogni inganno votato al suicidio.

Ormai senza guerra non c’è speranza per la cupidigia dei plutocrati contemporanei. Lo ha detto chiaramente, con garbato eufemismo, un politico della Repubblica Italiana di cui parleremo nei prossimi reportages di questo viaggio tra i signori delle armi e le più grandi multinazionali della difesa. Lo ribadisce l’ultimo rapporto diffuso lunedì 11 marzo del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute): un centro di ricerca indipendente svedese che ogni anno analizza l’import-export di questo sempre mercato, dalle bombe ai fucili d’assalto, dagli apparecchi militari all’ingegneristica cibernetica di protezione o di sabotaggio, come ha scoperto il Venezuela nell’ultimo mese facendo da cavia alle tecnologie di una guerra occulta del terzo millennio. Un commercio sempre floridissimo perché sostenuto da opportune politiche internazionali guerrafondaie a dispetto del sempre più inutile Consiglio di Sicurezza dell’Onu.



MERCATO DELLE ARMI IN CRESCITA MA NON ABBASTANZA…

Le variazioni del mercato delle armi del Sipri dal 1079 al 2018 – clicca sull’immagini per i dati del dossier sul commercio nel mondo

Il trend è in forte crescita e vede gli Usa leader sempre più incontrastati dopo la cura del presidente Barack Obama, premiato con il Nobel per la Pace 2009 al suo insediamento, libero di scatenare un inferno di conflitti ovunque per risollevare così le sorti di un mercato che dopo il boom degli anni Ottanta stava languendo. Era in crisi anche a causa della diplomatica propensione pacifista di molte nazioni, sollecitate dal Santo pacifista Giovanni Paolo II, al secolo Karolo Woytjla, che dopo aver vissuto da polacco sia l’occupazione Nazista Tedesca che quella Comunista Russa, girò il mondo nel tentativo di strappare qualche reale impegno umanitario ai leader della terra, e ci riuscì. Guarda caso uno dei patti più importanti fu siglato proprio l’8 dicembre 1987, ricorrenza dell’Immacolata Concezione della Madonna, cui il Pontefice era devotissimo: fu quel trattato Inf sui missili nucleari a raggio intermedio firmato tra Usa e Russia e stracciato qualche settimana fa dal presidente americano Donald Trump con conseguente analago ritiro del presidente russo Vladimir Putin. E’ stato questo il segnale ufficiale di una brutale sterzata del capo di stato americano. Arrivato nel 2017 alla Casa Bianca un po’ a sorpresa, con una strategia internazionale di distensione tale da valergli i sospetti, ridicoli oltrechè fasullli, del Russiagate, è stato presto richiamato all’ordine dalla lobby yankee delle armi che aveva invece puntato sulla sua rivale democratica Hillary Clinton, ben più accreditata per la sua efficace esperienza da Segretario di Stato nella creazione e gestione di focolai di conflitto in Libia, Siria, Ucraina. Dopo le lezioni di mid-term e lo spettro del shut-down (blocco amministrativo) per la Camera del Congresso conquistata dai Dem, il repubblicano Trump ha dovuto aggiustare il tiro per salvarsi la reputazione presidenziale e lo ha fatto con la sua sfacciata esuberanza: senza nemmeno curarsi dell’ipocrita apparenza come il suo predecessore Obama. Non si possono leggere altrimenti le sue ultime gesta politiche che vanno dalla rottura dell’Inf al riconoscimento delle Alture del Golan, occupate arbitrariamente da Israele in sfregio ad ogni risoluzione Onu e a discapito di Siria e Libano, dalle minacce condite da tempeste di sabotaggi elettrici per il golpe a Cacaras all’occupazione di un’isola nel Mar Cinese e fino alle provocatorie gite nel Mar Nero delle navi militari Natodavanti alle coste della penisola di Crimea, annessa alla Russia grazie a un plebiscito mai riconosciuto dai paesi dell’Alleanza Atlantica.

In un precedente articolo sui sospetti di una cospirazione dietro la strage di Christchurch ho descritto la Triade Massonica di UK, Usa ed Israele quale “deep state” transnazionale di un governo macroeconomico che condiziona e dirige la politica delle nazioni più strategiche o preziose di risorse naturali (come Libia, Siria e Venezuela). Analizzeremo in altre riflessioni le radici storiche e le evidenze di questa entità occulta che, proprio come il diavolo, lavora ogni giorno per far credere che non esiste. Per ora mi limito a notare, dati alla mano, come queste tre potenze siano quelle finanziariamente più implicate nell’industria bellica di cui scriverò in tre distinti reportage: questo sugli Stati Uniti, il prossimo su Israele e l’ultimo su Gran Bretagna ed Europa. Gli intrecci sono tali e tanti che alcune informazioni diventeranno per forza tautologiche ma come dicevano i latini “repetita juvant”…



ECCO LE TOP DEFENSE HOLDINGS NEL MONDO

Ecco l’elenco delle prime 28 holding di armi e difesa – clicca sull’immagine per leggere l’elenco delle prime 100

I dati generalistici 2018 del citato Sipri sul traffico legale – ma sempre – confermano quelli del sito Defense News (riferiti però al 2017) che si addentra nei meandri delle varie corporations e mi ha consentito di scoprire che nelle prime 28 per fatturato ce ne sono 15 statunitensi, 3 russe, 3 britanniche, 2 francesi ed una rispettivamente di Germania, Olanda, Italia, Corea del Sud ed Israele. Analizzeremo nel dettaglio azionisti e management solo di quelle multinazionali il cui bilancio in ambito bellico è prioritario: ho ritenuto di escludere da questa radiografia societaria holdings come Boeing. Airbus e Rolls-Royce che pur avendo una produzione nel segmento difesa vedono il loro fatturato principalmente alimentato da altri settori. Ho invece radiografato altre società che sono tra le prime 100 ma non tra le prime 28 della tabella (così tagliata per banali di ragioni di screenshot ma visibile integralmente sul link). Poco c’è da scrivere sull’azionariato di quelle russe come Almaz-Antey, Tactical Missiles Corporation, Russian Helicopters perché sono tutte di proprietà statale e ciò forse spiega il motivo per cui Putin è molto più prudente dei suoi equipollenti nelle politiche estere di belligeranza: lui deve rispondere solo al popolo, gli altri ai grandi elettori delle lobby delle armi. Non è una clamorosa novità. Ma oggi chi leggerà Gospa Newspotrà togliersi lo sfizio di scoprire numeri, nomi e vedere volti. Oltre a qualche storia di scandali internazionali sul traffico di armi in paesi dilaniati da atroci guerre civili come Yemen e Ucraina o da instabilità governative come la Nigeria. I dati nudi e crudi delle partecipazioni azionarie nelle corporations sono a fine articolo. Ora vediamo di capire chi sono alcuni dei plutocrati affaristi che scommettono sul commercio degli armamenti.



IL GURU DEMOCRATICO DELLA FINANZA DI NEW YORK

Il 2018 è però stato l’anno in cui gli inganni hanno incominciato a suicidarsi (come predisse Gibran). Così alcuni tycoon guardacaso sionisti, che con la mano destra finanziano la produzione che arma eserciti regolari quanto terroristi jihadisti e con la sinistra vanno a fare beneficenza per lavarsi la coscienza, sono finiti alla berlina proprio per le loro acrobazie affaristiche sulle bombe intelligenti, che però ammazzano bambini a mucchi nello Yemen come in Siria. Parleremo nella prossima puntata dei fucili automatici d’assalto affibbiati dagli israeliani a squadristi nazisti dell’Ucraina nel più perverso degli ossimori antropologici o delle motovedette vendute alla misera e martoriata Nigeria con un sovrapprezzo di 15 milioni di dollari. Tutti fatti circostanziati con tanto di nomi, cognomi ma anche numeri: quelli delle astronomiche partecipazioni azionarie nelle industrie della guerra che secondo recenti statistiche fatturano 1800miliardi all’anno nel mondo quando ne basterebbero 50 per sfamare tutte le popolazioni indigenti della terra. Una vergogna talmente spudorata, arrogante ma consolidata che se si prova rammentarla nei salotti buoni dei paladini dei diritti umani ci si sente rispondere che tanto non si può fare nulla.

Il quartier generale di BlackRock a New York


Larry Fink, ceo di BlackRock

Qualcosa si può fare come pubblicare la foto e scrivere di Laurence Donald Fink, uno degli uomini più ricchi del pianeta e ritenuto anche tra i 28 più potenti, originario di famiglia ebrea ma ormai newyorkese fino al midollo e Democratico fino all’etternità, per sua stessa dichiarazione. Sarebbe interminabile un articolo sulla sua vita perciò mi limito ad alcune tappe essenziali che lo hanno portato ad essere chairman e Ceo, presidente esecutivo, di uno dei più importanti fondi d’investimento internazionali: il Blackrock con sede nella 55 E 52nd St di New York a poche centinaia di metri dal Rockfeller Center. Recenti stime attestano a 100miliardi di dollari il paniere di titoli amministrati, divisi tra pochi investitori istituzionali e moltissimi investitori retail. Ha circa 11mila dipendenti, opera in 26 Paesi divisi tra tutti i continenti e vanta clienti in oltre 100 diversi Stati. In Italia, ad esempio, gestisce più di 10 miliardi di investimenti divisi tra partecipazioni non qualificate in 22 delle società quotate a Piazza Affari (tra cui Intesa, Mediaset, Prysmian, Telecom, Pirelli con quote comprese tra il 2% e il 5%). I meriti di aver costruito questo colosso della finanza mondiale sono tutti del suo ideatore e fondatore Fink. «Laurence, per gli amici Larry, nasce nel 1952 – riporta L’Inkiesta in un dettagtliato articolo – Famiglia ebrea, un bachelor alla UCLA in Scienze Politiche e un MBA alla UCLA Graduate School of Management, Fink inizia a lavorare nel 1976 a First Boston, una banca d’investimento localizzata a New York. Nel mezzo si sposa, con Lori, con cui mantiene un rapporto idilliaco ed ha tre figli. La crescita, inarrestabile, lo porta nel 1988 a metter su BlackRock, società di asset management, con Robert Kapito, plurimedagliato in quanto a prestigio universitario avendo frequentato Harvard e Wharton. La separazione dal gruppo, inevitabile, avviene tra il 1992 e il 1994 con Fink, Ralph Schlosstein e Keith Anderson a porre Blackrock come società autonoma di risparmio gestito. La società cresce, inglobando al suo interno prima Merrill Lynch Investment Managers nel 2006 (con un raddoppio degli asset della società) e poi Barclays Global Investors (galassia Rotchschild – ndr) che, nel 2009, porta con sè in dote anche iShare, uno dei più grandi fornitori di ETF al mondo. Queste operazioni fanno sì che nel 2009 BlackRock possa diventare il più grande gestore di risparmio al mondo». Una holding con un patrimonio gestito di 102 miliardi di dollari nel 2017 che le ha consentito in tale anno di incrementare notevolmente i propri dati economici: ha registrato utili per 4,970 miliardi di dollari, con un fatturato annuo di 12,491 miliardi ed un incremento del 12% rispetto al precedente ciclo fiscale. Le azioni di BLK ieri erano scambiate a $ 438 per azione e la sua capitalizzazione di mercato è stata valutata a oltre $ 61,7 miliardi nell’ottobre 2018. Il gruppo è ora classificato 237° nell’elenco Fortune 500 delle maggiori società statunitensi per fatturato. Quanto questi risultati siano stati influenzati dalle partecipazioni nel mercato delle armi non è dato saperlo. Si sa però che gli investimenti sono massicci ed hanno procurato qualche grattacapo mediatico al chairman.



GLI INVESTIMENTI DI BLACKROCK NEL PIANETA DIFESAManagement e azionariato di BlackRock e la holding tedesca di armamenti Rheinmetall Ag

E’ lodevole l’impegno di Fink nella Robin Hood Foundation che cerca di combattere la povertà a New York, creata dalle stesse speculazioni monetarie della Fedederal Reserve (la banca centrale Usa che è di proprietà di banche private sioniste, vedi articolo sul Terrorismo economico a fondo pagina), ma nel suo ruolo di chairman del fondo BlackRock l’anno scorso si è visto tributare il titolo infamante di Black Planet Award Preisträger, letteralmente Vincitore del Premio Pianeta Nero destinato a chi sta contribuendo a rendere più malsana la terra. Se l’è guadagnato in virtù della detenzione diretta (e indiretta) di quote significative nella multinazionale bellica con sede ed origine tedesca Rheinmetall Ag a causa delle ormai famose bombe, almeno sui giornali di controinformazione, costruite in Italia e trovate nello Yemen in sfregio ad ogni embargo internazionale sulla vendita di armi nel paese massacrato da una tremenda guerra civile (vedi link articoli a fondo pagina). Il titolo di “uomo nero del pianeta” sembra ben meritato anche per altri motivi visto che la holding finanziaria internazionale che presiede, è azionista di ben 24 delle 28 holdings belliche da noi analizzate. Le percentuali variano da quelle americane Aerojet (14,7%), Caci (13,4%), Perspecta (9,99%), Saic (7,35%), Vectrus (7,11%), Harris (6,53%), Raytheon (5,59%), Lockheed Martin (4,5%) a quelle nelle europee come la britannica Melrose-Gkn (7,43%), la francese Thales (2,87%), la turca Asels (1,29%), la tedesca Rheinmetall (0,96%) e l’italiana Leonardo (0,86%) fino alla giapponese Nec (6,02%). Ora è evidente che in assenza di conflitti armati o guerra fredda il fondo speculativo non avrebbe grandi utili; mentre, al contrario, quando la genetica litigiosità umana di memoria biblica deflagra in scontri internazionali i dividendi per gli investitori salgono alle stelle. E’ quindi implicito che questo potente fondo, ovviamente molto presente in molteplici altri rami industriali e commerciali d’investimento, potrebbe avere evidenti vantaggi nel condizionare una politica guerrafondaia. Per tale motivo in questo primo reportage ci limiteremo ad analizzare principalmente coloro che speculano sul mercato degli armamenti più di coloro che li producono. La stessa ragione per cui un’associazione pacifista ed ecologista alla fine del 2017 premiò Fink per lo scandalo della Rheinmetall.



BOMBE RHEINMETALL NELLO YEMEN: PUNTA DELL’ICEBERG

Una delle bombe col marchio Rheinmetall trovate nello Yemen

La vicenda delle bombe tedesche della multinazionale tedesca Rheinmetall nello Yemen non è che la punta dell’iceberg dell’ipocrisia di quell’occidente che sostiene l’Unicef ed altre organizzazioni umanitarie e poi si volta dall’altra parte quando le industrie della guerra devono fare i loro affari sulla pelle dei più piccoli. E’ la spia di quei controlli sul mercato delle armi che vengono sempre aggirati con qualche cavillo legale. Della multinazionale teutonica e delle sue implicazioni istituzionali con palesi conflitti d’interessi politici parleremo nel dettaglio sull’ultimo reportage sull’Europa in quando i materiali di costruzione degli ordigni esplosivi rivenuti nei luoghi delle stragi nella penisola araba sono prodotti in Italia (ma assemblati altrove). Mi limito a ricordare che in Germania vige l’assoluto divieto di esportare armamenti nello Yemen e che pertanto la holding ha sfruttato la nota ambiguità normativa italiana per costruirli in una sua succursale in Sardegna. Da anni la questione rimbalza sui reportage della stampa nazionale ed internazionale ma, come da Gospa News evidenziato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prodigo di ammonimenti sui diritti umani in Venezuela, non ha mai proferito verbo nonostante le reiterate sollecitazioni di comitati spontanei per il disarmo. Parole pesanti le hanno messe invece per iscritto i responsabili dell’ong tedesca Ethecon, una fondazione di Dusseldorf per l’etica e l’economia in contrasto con i potenti gruppi corporativi, familiari, politici e statali tradizionali. «È una delle poche fondazioni di base, cioè “dal basso” e segue il mantra “Per un mondo senza sfruttamento e oppressione!” Questa giovane fondazione sta cercando ulteriori donazioni e membri sostenitori – scrive la fondazione nel suo sito – Dal 2006, Ethecon dà annualmente i due prezzi internazionali positivi e negativi: Ethecon International Blue Planet Award per l’eccezionale impegno a mantenere e salvare il pianeta blu ed Ethecon International Black Planet Award per la scioccante responsabilità per la rovina e la distruzione della terra. I vincitori del Blue Planet hanno incluso: Vandana Shiva dall’India, Uri Avnery da Israele e Jean Ziegler dalla Svizzera. Il Black Planet Award ha accusato, tra gli altri, i dirigenti e i principali azionisti delle società BP dal Regno Unito, Tepco dal Giappone, Deutsche Bank dalla Germania e Formosa Plastics da Taiwan».

Il comunicato della fondazione tedesca Ethecon – clicca per leggere l’originale in inglese

Nel novembre 2017 a Berlino, in una cerimonia pubblica che ha attirato i giornalisti dei più importanti media tedeschi, il premio blu è andato ad Hanna Poddig, che si batte per la pace, l’ambiente, i diritti umani ed è divenuta nota per le sue spettacolari azioni con cui, nel 2008 e nel 2012, riuscì a fermare i trasporti militari di uranio. Mentre quello Nero è andato proprio a Rheinmetall e quindi a BlackRock. «Armin Papperger (Presidente del Consiglio di Gestione) e Ulrich Grillo (Presidente del Consiglio di Sorveglianza), nonché i principali azionisti Larry Fink (Presidente e CEO di Blackrock Inc.) e Paul Manduca (Presidente di Prudential PLC) della società di armi Rheinmetall (Germania) sono esattamente l’opposto – rimarca Ethecon nel comunicato ufficiale – Agiscono sempre per il loro vantaggio e per il massimo profitto. In tal modo, calpestano l’ambiente, la pace e i diritti umani. Rheinmetall promuove la guerra, rovina i diritti umani e distrugge l’ambiente. Inoltre, illegali accordi di armi, evasioni fiscale e promozioni di guerra mostrano come i dirigenti di Rheinmetall ignorano l’etica e la morale in nome della massimizzazione del profitto. Attraverso le loro azioni rischiano la rovina e la distruzione del nostro Pianeta Blu e lo trasformano in un Pianeta Nero». E’ curioso notare che per una misteriosa nemesi il finanziere Fink si vede attaccato e biasimato per una delle società belliche in cui BLK detiene una partecipazione minima e non per quell’altra più famosa in cui ha una maggiore quota del 4,5%: la Lockheed Martin finita nell’occhio del ciclone per l’ordigno che, sempre nello Yemen, colpì uno scuolabus facendo una strage di ragazzini.



STRAGE SULLO SCUOLABUS CON LA BOMBA LOCKHEED MARTIN

Uno dei ragazzini uccisi nello scuolabus colpito da un attacco aereo della coalizione saudita il 9 agosto 2018 nello Yemen – CLICCA PER IL REPORTAGE VIDEO DI RUSSIA TODAY. ATTENZIONE! IMMAGINI SCIOCCANTI

«Non è stata la bomba fatta dagli Stati Uniti, ma piuttosto l’incapacità dei militari sauditi di usare correttamente le munizioni – nonostante tutta la formazione americana – che ha portato all’orrendo attentato ad uno scuolabus yemenita in agosto. L’attacco aereo dalla coalizione a guida saudita che ha ucciso 40 bambini e mutilato decine di altri nella trafficata città commerciale di Dhahyan nel nord dello Yemen il 9 agosto 2018, non è colpa di Washington». Lo ha scritto il network Russia Today riportando la dichiarazione del presidente americano Donald Trump in un’intervista ad Axios sulla tragedia fece 130 vittime, tra cui 51 morti e 79 feriti e menomnati.

Il giornalista investigativo di GreyZone mostra un frammento della Lockheed Martintrovata da un collega yemenita accanto allo scuolabus esploso

Il Pentagono sostenne che non si sarebbe mai potuto sapere chi aveva fornito gli ordigni «nonostante il fatto che pezzi di una bomba MK 82 laser-guidata da 500 libbre (227 chilogrammi) fatta da Lockheed Martin siano stati trovati sul luogo dell’esplosione» evidenziava l’articolo della tv russa aggiungendo che «Trump ha spostato la colpa della tragedia all’incapacità della coalizione di usare gli Stati Uniti forniti armi correttamente: “Sostanzialmente erano persone che non sapevano come usare l’arma, il che è orribile”». Il presidente americano si è ben guardato dal ricordare che buona parte del materiale bellico di fabbricazione americana è stato addirittura regalato dal Dipartimento di Stato degli Usa sotto forma di “aiuti militari”, sospesi di recente dal Congresso solo dopo il barbaro assassinio del giornalista Jamal Kashoggi nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul in circostanze ancora misteriose. «Nonostante l’apparente traccia di vendita di armi tra Washington e Riyadh, il Pentagono ha dichiarato che potrebbe essere impossibile dire da dove provenisse la bomba che ha annientato lo scuolabus – scrisse sempre RT – Nel 2016, gli Stati Uniti hanno approvato le vendite di MK-82 in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia e Iraq, estendendo l’accordo in Australia e Bahrain l’anno successivo. “Potremmo non sapere mai se la munizione fosse quella che gli Stati Uniti hanno venduto a loro”, ha detto a Vox l’Esercito Maggiore Josh Jacques, portavoce del Comando Centrale degli Stati Uniti. “Non abbiamo molte persone a terra”». Secondo i dati Onu nella cruenta guerra civile (vedi link sotto sullo Yemen) sono rimaste uccise già 10mila persone tra cui moltissimi civili nel 60 % dei casi a causa dei bombardamenti della potente coalizione a guida saudita e, secondo alcuni, alleata non dichiarata dei combattenti jifadisti di Al Qaeda che controllano parte del territorio.



GLI ALTRI FONDI CHE SPECULANO SUL MERCATO DELLE ARMI

Il presidente Donald Trump ad un vertice internazionale accanto al ceo di BlackRock Larry Fink – foto de Il Fatto Quotidiano del 29-5-2018

E’ invece provata da foto pubbliche l’occasionale frequentazione tra il repubblicano Trump ed il democratico Fink, a conferma che quando ci sono di mezzo gli affari il presidente del fondo BlackRock è un interlocutore privilegiato, anche perché significativo azionista proprio della Lockheed, la prima industria bellica americana che nel 2017 ha chiuso il bilancio con $47,985 miliardi di dollari di fatturato, il 14 % dei quali provento proprio di missili, bombe e altri armamenti per la cosiddetta difesa. Ma in questa multinazionale non c’è soltanto il più noto fondo americano di New York: sono presenti anche altre società americane d’investimento che pur essendo meno famose si distinguono per la loro presenza anche in molteplici altre aziende dell’industria bellica. Come ben evidenzia il dossier sugli azionisti delle holding delle armi allegato a fine articolo The Vanguard Group inc, con sede a Malvern (Pennsylvania), oltre ad essere uno dei leader mondiali nelle speculazioni in borsa, detiene il 7,35 % della Lockheed mentre il suo rivale SsgA Funds Management di Boston (Massachussetts) addirittura il 16 %. Il Capital Research & Management, fondo del Capital Group di Los Angeles (California) ha ben tre quote azionarie differenziate per un totale che lo porta al 9,54 %, mentre detiene solo il 4 % il Wellington Management Co., che a dispetto del nome non è neozelandese ma anch’esso di Boston. Non si tratta di partecipazioni occasionali ma di una pianificata strategia.


Il ceo di Vanguard Group Tim Buckley

Vanguard, guidata dal nuovo Ceo Mortimer J. Buckley, è presente in ben 25 holding mondiali della difesa: anche nella Bae britannica dove BlackRock non figura (ma c’è la banca Barclays azionista e compartecipata dal fondo newyorkese). La SSgA presieduta da Cyrus Taraporevala ha investito in 11 di esse, il Capital Group guidato da Timothy D. Armour in 8 ed il Wellington in 7 per volontà del suo ceo Brendan Swords, dal cognome (spade in italiano) sicuramente vocato agli affari di armi. A questi fondi si aggiungono primarie banche internazionali newyorkesi come Goldman Sachs e Morgan Stanley, che hanno investito i patrimoni dei risparmiatori in 9 differenti aziende belliche. L’amara conclusione di questa analisi di macroeconomia settoriale è alquanto semplice: se si ferma la macchina della guerra a Wall Street avviene una strage di investitori. Per il business del sionista newyorkese dem Larry Fink e dei suoi colleghi (di cui narreremo la storia in altre occasioni) meglio che gli Usa continuino a seminare conflitti per i mondo e consentano ad Israele di fare altrettanto ora che ha le mani più libere per una recente privatizzazione. La più importante azienda militare nazionale di Tel Aviv, infatti, è stata acquisita dalla corporation privata di un tycoon israeliano, premiato qualche tempo fa dalla più importante loggia ebrea degli Usa. A conferma che la Triade Massonica non è affatto un miraggio. Ma questo lo racconteremo nella prossima puntata. Pregando Dio che non ci intercetti prima qualche drone ignorante…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI











PROPONIMENTO DEL GIORNO



Perdonerò di buon cuore tutti quelli che mi hanno offeso, e dirò: Signore, perdonate i miei peccati, siccome io perdono a quelli che mi hanno offeso.

LITURGIA DI OGGI

 

LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



 PRIMA LETTURA 

Ez 47,1-9.12
Dal libro del profeta Ezechièle

In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».


  SALMO  

Sal 45
Dio è per noi rifugio e fortezza.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.


 VANGELO 

Gv 5,1-16
Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

lunedì 1 aprile 2019

PROPONIMENTO DEL GIORNO



Mi impegno a vedere il mondo con umiltà, e ad avvicinarmi agli altri senza superiorità nè pregiudizi.

LITURGIA E DEVOZIONI DEL GIORNO

 

DEVOZIONI DEL GIORNO



 Mese di Aprile dedicato alla DIVINA MISERICORDA

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 





LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



  PRIMA LETTURA 

Is 65,17-21
Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più
un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio che dei suoi giorni
non giunga alla pienezza,
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni
sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».


  SALMO  

Sal 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.


 VANGELO 

Gv 4,43-54
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.