sabato 1 dicembre 2018

Riguardo Alla Tensione Tra Russia e Ucraina, L'ammiraglio Britannico Consiglia Missione Con Cacciatorpediniere ...




LONDRA, Regno Unito - Emergono  commenti dell'ammiraglio britannico sul contesto delle crescenti tensioni tra Russia e Ucraina dopo che tre navi hanno attraversato illegalmente il confine russo.

Parlando con il Daily Star Online, l'Ammiraglio Lord Alan West ha detto che l'invio di una nave di sorveglianza della Royal Navy britannica in Ucraina come contrappeso alla Russia non sarebbe un'idea intelligente, suggerendo l'invio di un cacciatorpediniere Tipo 45.


"Se stiamo inviando una nave in un'area che potrebbe divenire un conflitto, sarebbe sensato inviare una nave che possa badare a se stessa e che possa combattere", ha detto l'Ammiraglio.


Ha anche avvertito che le azioni della NATO potrebbero alimentare le tensioni nella regione in seguito all'incidente nello stretto di Kerch.


"Bisogna meditare molto attentamente a schierare forze militari vicino alla Russia. Se inviamo un'enorme forza NATO in prossimità dei confini russi sarà vista come una misura aggressiva - ma potremmo avere un numero limitato di navi che si occupano di gestire la libertà di navigazione ", ha detto l'ammiraglio, senza rendersi conto dell'ironia che anche questo sarebbe visto allo stesso modo , aggressivo.


La realtà è che alla NATO manca la coesione e la volontà di unirsi attorno a questa missione, coinvolgendo allo stesso tempo elementi della flotta dei suoi Stati membri nel Mediterraneo orientale che circondano il conflitto siriano. La NATO non è ufficialmente coinvolta nel conflitto siriano, mentre diversi Stati membri come Inghilterra e Francia gli Stati Uniti e Israele stanno assistendo  .

La scorsa settimana, il segretario alla Difesa britannico Gavin Williamson ha annunciato che Londra avrebbe inviato più truppe e una nave della Royal Navy in Ucraina per difendere la "libertà di navigazione".


"Finché l'Ucraina affronterà le ostilità russe, troverà un partner risoluto nel Regno Unito", ha riferito alla sua controparte ucraina.


In risposta all'incidente, l'ufficio del primo ministro britannico Theresa May ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l'atto di aggressione della Russia.


"Condanniamo l'aggressione della Russia nel sequestro di tre navi ucraine e del loro equipaggio. Questo incidente fornisce ulteriori prove del comportamento destabilizzante della Russia nella regione e della sua continua violazione dell'integrità territoriale ucraina ", si legge nella nota.


Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l'incidente nello stretto di provocazione di Kerch, osservando che tra i membri degli equipaggi delle navi ucraine che hanno violato il confine russo c'erano due agenti dei servizi segreti ucraini che di fatto hanno guidato questa operazione speciale.

Domenica, tre navi della Marina ucraina, in violazione degli articoli 19 e 21 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, hanno attraversato il confine marittimo russo.

Le navi entrarono nella zona d'acqua che è stata  temporaneamente chiusa e hanno portato a termine manovre pericolose per diverse ore senza rispondere alle richieste delle navi russe che accompagnavano le navi ucraine.

Di conseguenza alla mancata risposta e continua provocazione, è stata presa la decisione di utilizzare le armi e arrestare le navi ucraine. Durante l'incidente, tre ufficiali militari ucraini sono stati leggermente feriti ma non corrono pericolo di vita. La Russia ha aperto una istruttoria penale contro i  militari ucraini per aver violato il confine.






L’UE VUOLE COMMISSARIARE L’ITALIA: USCITA DALL’EURO IMMINENTE?


di Cesare Sacchetti

Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, uno Stato membro, in questo caso l’Italia, rischia una procedura d’infrazione da parte della Commissione UE per aver rispettato le regole.
E’ quello che rischia di accadere se Bruxelles deciderà di sanzionare l’Italia, “colpevole” di aver proposto una manovra di bilancio sotto il 3% di deficit/PIL, dunque in linea con le regole europee.
Secondo fonti vicine alla Commissione, i tentativi di mediazione del governo che sarebbe intenzionato a proporre un taglio dello 0,2% del deficit per trovare un compromesso con l’UE, verrebbero comunque respinti .
A Bruxelles non basta, vuole molto di più. Il vero obbiettivo dell’UE sarebbe quello di provocare una crisi dello spread, da portare vicino ai 400 punti,  soglia giudicata insostenibile per l’Italia dai tecnici comunitari.
Dunque qui ci si troverebbe di fronte ad un mero gioco delle parti. L’UE non avrebbe nessuna intenzione di trattare. Vorrebbe in realtà solo commissariare il governo da sostituire con un altro più accondiscendente ai suoi desiderata.
In questo caso, non si tratterebbe nient’altro che di un famigerato governo tecnico che potrebbe chiedere sostegno alla Bce, una volta che il QE, il programma di acquisto dei titoli di Stato terminerà il prossimo 31 dicembre.
Il sostegno in questione prenderebbe la forma delle OMT (Outright Monetary Transactions), un altro strumento a disposizione di Mario Draghi per abbassare il rendimento dei titoli di Stato italiani.
Ma la corsa non è gratis. Peter Praet, membro del comitato esecutivo Bce, ha già dichiarato che in cambio di questa concessione, l’Italia dovrebbe attuare un piano di robuste riforme strutturali, che in altre parole non sarebbero altro che una riedizione dell’austerità.
Secondo Market News, la Bce sta studiando una soluzione apposita per applicare questo strumento all’Italia, ma le OMT non possono essere attivate fino a quando uno Stato membro non ne fa esplicita richiesta.
Dunque appare piuttosto improbabile che il governo giallo-verde che ha fatto della fine dell’austerità la sua linea del Piave, ceda di schianto alle condizioni di Bruxelles e decida di attuare un programma di lacrime e sangue.
Ecco perchè negli ambienti della Commissione si brama un commissariamento dell’Italia, dove il Paese finirebbe di fatto nelle mani della famigerata Troika composta da Bce, FMI, e Commissione UE.
Se è questo il piano, il governo giallo-verde deve essere pronto ad andare fino in fondo ed a utilizzare tutte le sue armi a disposizione.
L’Italia ha un enorme potere negoziale, lasciato praticamente inutilizzato dai precedenti governi, del tutto asserviti alle richieste dell’asse franco-tedesco che manovra Bruxelles.

Il governo avrebbe tre opzioni principali a disposizione per rispondere ad una eventuale procedura di infrazione ai suoi danni da parte di Bruxelles.
La prima è un veto dell’Italia sulla manovra UE 2021-2027 in Consiglio UE. Questa scelta di fatto renderebbe inapplicabile il varo della manovra comunitaria con grave pregiudizio per tutte le attività future europee.
La seconda è una sospensione dei contributi annuali finanziari che Roma versa nelle casse di Bruxelles e che ammontavano per il solo 2017 a 12 miliardi di euro, una somma che fa dell’Italia il terzo contributore netto in UE.
La terza è la cosìddetta opzione nucleare, ovvero l’uscita unilaterale dall’euro. Se l’Italia torna a disporre della sua sovranità monetaria, il ricatto dello spread finirebbe istantaneamente perchè i titoli del debito verrebbero emessi in una moneta stampata dalla nuova banca centrale italiana.
Il sostegno di Mosca e Washington per uscire dall’euro
Può Roma ricorrere all’utilizzo di questi strumenti? Le mutate condizioni geopolitiche fanno pensare di sì.
L’asse Washington-Roma-Mosca che si è creato recentemente continua a consolidarsi.
La scorsa settimana il sottosegretario alle infrastrutture Siri si è recato in visita ufficiale negli Stati Uniti, dove ha incontrato il consigliere economico del presidente Trump, Larry Kudlow.
Nel colloquio tra i due, Kudlow avrebbe assicurato l’esponente del governo italiano che il sostegno degli USA non mancherà in caso di un nuovo attacco speculativo sui mercati.
Mentre Siri incontrava Kudlow, a Roma invece giungeva il ministro degli Esteri russo Lavrov in visita ufficialeche elogiava gli sforzi dell’Italia di tenere aperti i rapporti tra i due Paesi, nonostante le sanzioni UE imposte contro la Russia.
Il presidente Conte assieme al ministro degli Esteri russo, Lavrov
E’ questo il secondo atto del nuovo corso dei rapporti tra Mosca e Roma. Nel primo, il presidente russo Putin non aveva nascosto l’intenzione di sostenere l’Italia, acquistando i suoi titoli del debito pubblico.
Dunque, l’asse si rafforza, si consolida e si rinnova in vista di quello che sembrerà un inevitabile redde rationem tra Roma e Bruxelles.
E’ fondamentale a questo punto sfruttare una contingenza geopolitica talmente favorevole da essere probabilmente irripetibile per l’Italia.
Ma il governo italiano deve essere pronto a capitalizzare questo sostegno che va dalla Casa Bianca e giunge fino al Cremlino.
L’asse franco-tedesco che sorregge Bruxelles inoltre in questo momento non è mai stato così debole e fragile.
E’una occasione unica. Se il governo giallo-verde saprà sfruttarla, l’Italia avrà enormi spazi per tornare ad affermarsi pienamente sulla scena internazionale.
In ogni caso, per capire cosa succederà nel mondo, occorre guardare in Europa. Per capire cosa succederà in Europa, occorre guardare in Italia.

BERGOGLIO DÀ VIA LIBERA A VENDITA CHIESE, DIVENTERANNO MOSCHEE

Così ora, con la scusa dei ‘poveri’, ecco l’idea. Invece di vendere le case, che servono ad ospitare gli immigrati che importano con i famigerati corridoi umanitari:
Ecco l’idea di smobilitare e vendere le chiese. Che tutti sappiamo che fine faranno: diventeranno moschee.




Bergoglio ha voluto ‘rassicurare’ che il ricavato delle cessioni dovrà essere impiegato “al servizio dei poveri”.
Il fenomeno delle chiese in vendita è più forte all’estero in Paesi come Germania, Francia, Olanda, Svizzera e Gran Bretagna (gli anglicani, troppo progressisti, dal 1969 ad oggi hanno venduto 1.600 chiese, il 10% di tutte quelle in loro possesso) e quasi tutte sono diventate moschee:
Un fenomeno chiaro anche in Francia e, in parte, in Germania.
Gli organi della Cei e i superiori dei vari ordini religiosi, si sono riuniti in una due giorni alla Gregoriana per studiare nuove regole per evitare che, una volta vendute, sempre più chiese si trasformino in pizzerie, discoteche, banche, sporting club, persino garage. Ma non moschee!
Bergoglio ha dettato la linea: vendere le chiese si può “ma in caso di necessità devono servire al maggior bene dell’essere umano e specialmente al servizio dei poveri”.
In Italia una stima esaustiva del numero totale di chiese è pressoché impossibile ma solo quelle di proprietà delle parrocchie sono 65mila e si arriva a 100mila se si considerano anche i privati, le Regioni e i Comuni. Di queste tra le 600 e le 700 sono state dismesse.



Emblematico il caso della moschea Al – Nour di Amburgo, ex chiesa luterana (Kapernaum Kirche) venduta nel 2012 alla comunità islamica. “Modesti – si felicita Albert Gerhards al convegno sulle chiese dismesse, – i cambiamenti architettonici esterni” e, ciò che è importante, “durante il processo di trasformazione le due comunità sono entrate in dialogo”.
Pazzesco: secondo loro è tutta una questione di lento assorbimento architettonico…basta sia lento.

LITURGIA E PREGHIERE DEL GIORNO


PREGHIERE DEL GIORNO
  

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Sabato 01 Dicembre 2018




DEVOZIONI DEL GIORNO


 Mese di Dicembre dedicato all' IMMACOLATA e SANTO NATALE

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Ap 22,1-7
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

L’angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro».


 SALMO 

Sal 94
Marána tha! Vieni, Signore Gesù!

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.


 VANGELO 

Lc 21,34-36
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

LA PERLA DI OGGI

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