sabato 1 dicembre 2018

L’UE VUOLE COMMISSARIARE L’ITALIA: USCITA DALL’EURO IMMINENTE?


di Cesare Sacchetti

Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, uno Stato membro, in questo caso l’Italia, rischia una procedura d’infrazione da parte della Commissione UE per aver rispettato le regole.
E’ quello che rischia di accadere se Bruxelles deciderà di sanzionare l’Italia, “colpevole” di aver proposto una manovra di bilancio sotto il 3% di deficit/PIL, dunque in linea con le regole europee.
Secondo fonti vicine alla Commissione, i tentativi di mediazione del governo che sarebbe intenzionato a proporre un taglio dello 0,2% del deficit per trovare un compromesso con l’UE, verrebbero comunque respinti .
A Bruxelles non basta, vuole molto di più. Il vero obbiettivo dell’UE sarebbe quello di provocare una crisi dello spread, da portare vicino ai 400 punti,  soglia giudicata insostenibile per l’Italia dai tecnici comunitari.
Dunque qui ci si troverebbe di fronte ad un mero gioco delle parti. L’UE non avrebbe nessuna intenzione di trattare. Vorrebbe in realtà solo commissariare il governo da sostituire con un altro più accondiscendente ai suoi desiderata.
In questo caso, non si tratterebbe nient’altro che di un famigerato governo tecnico che potrebbe chiedere sostegno alla Bce, una volta che il QE, il programma di acquisto dei titoli di Stato terminerà il prossimo 31 dicembre.
Il sostegno in questione prenderebbe la forma delle OMT (Outright Monetary Transactions), un altro strumento a disposizione di Mario Draghi per abbassare il rendimento dei titoli di Stato italiani.
Ma la corsa non è gratis. Peter Praet, membro del comitato esecutivo Bce, ha già dichiarato che in cambio di questa concessione, l’Italia dovrebbe attuare un piano di robuste riforme strutturali, che in altre parole non sarebbero altro che una riedizione dell’austerità.
Secondo Market News, la Bce sta studiando una soluzione apposita per applicare questo strumento all’Italia, ma le OMT non possono essere attivate fino a quando uno Stato membro non ne fa esplicita richiesta.
Dunque appare piuttosto improbabile che il governo giallo-verde che ha fatto della fine dell’austerità la sua linea del Piave, ceda di schianto alle condizioni di Bruxelles e decida di attuare un programma di lacrime e sangue.
Ecco perchè negli ambienti della Commissione si brama un commissariamento dell’Italia, dove il Paese finirebbe di fatto nelle mani della famigerata Troika composta da Bce, FMI, e Commissione UE.
Se è questo il piano, il governo giallo-verde deve essere pronto ad andare fino in fondo ed a utilizzare tutte le sue armi a disposizione.
L’Italia ha un enorme potere negoziale, lasciato praticamente inutilizzato dai precedenti governi, del tutto asserviti alle richieste dell’asse franco-tedesco che manovra Bruxelles.

Il governo avrebbe tre opzioni principali a disposizione per rispondere ad una eventuale procedura di infrazione ai suoi danni da parte di Bruxelles.
La prima è un veto dell’Italia sulla manovra UE 2021-2027 in Consiglio UE. Questa scelta di fatto renderebbe inapplicabile il varo della manovra comunitaria con grave pregiudizio per tutte le attività future europee.
La seconda è una sospensione dei contributi annuali finanziari che Roma versa nelle casse di Bruxelles e che ammontavano per il solo 2017 a 12 miliardi di euro, una somma che fa dell’Italia il terzo contributore netto in UE.
La terza è la cosìddetta opzione nucleare, ovvero l’uscita unilaterale dall’euro. Se l’Italia torna a disporre della sua sovranità monetaria, il ricatto dello spread finirebbe istantaneamente perchè i titoli del debito verrebbero emessi in una moneta stampata dalla nuova banca centrale italiana.
Il sostegno di Mosca e Washington per uscire dall’euro
Può Roma ricorrere all’utilizzo di questi strumenti? Le mutate condizioni geopolitiche fanno pensare di sì.
L’asse Washington-Roma-Mosca che si è creato recentemente continua a consolidarsi.
La scorsa settimana il sottosegretario alle infrastrutture Siri si è recato in visita ufficiale negli Stati Uniti, dove ha incontrato il consigliere economico del presidente Trump, Larry Kudlow.
Nel colloquio tra i due, Kudlow avrebbe assicurato l’esponente del governo italiano che il sostegno degli USA non mancherà in caso di un nuovo attacco speculativo sui mercati.
Mentre Siri incontrava Kudlow, a Roma invece giungeva il ministro degli Esteri russo Lavrov in visita ufficialeche elogiava gli sforzi dell’Italia di tenere aperti i rapporti tra i due Paesi, nonostante le sanzioni UE imposte contro la Russia.
Il presidente Conte assieme al ministro degli Esteri russo, Lavrov
E’ questo il secondo atto del nuovo corso dei rapporti tra Mosca e Roma. Nel primo, il presidente russo Putin non aveva nascosto l’intenzione di sostenere l’Italia, acquistando i suoi titoli del debito pubblico.
Dunque, l’asse si rafforza, si consolida e si rinnova in vista di quello che sembrerà un inevitabile redde rationem tra Roma e Bruxelles.
E’ fondamentale a questo punto sfruttare una contingenza geopolitica talmente favorevole da essere probabilmente irripetibile per l’Italia.
Ma il governo italiano deve essere pronto a capitalizzare questo sostegno che va dalla Casa Bianca e giunge fino al Cremlino.
L’asse franco-tedesco che sorregge Bruxelles inoltre in questo momento non è mai stato così debole e fragile.
E’una occasione unica. Se il governo giallo-verde saprà sfruttarla, l’Italia avrà enormi spazi per tornare ad affermarsi pienamente sulla scena internazionale.
In ogni caso, per capire cosa succederà nel mondo, occorre guardare in Europa. Per capire cosa succederà in Europa, occorre guardare in Italia.

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