giovedì 22 novembre 2018

Morbillo trasmesso dai vaccinati: i ricercatori del governo confermano




La ricerca rivela che un individuo vaccinato non solo può essere infettato dal morbillo, ma può anche diffonderlo ad altri che sono anch’essi vaccinati contro di questo – ma cercando di usare ciò per confutare che la somministrazione di due dosi di vaccino anti-MPR sia “efficace al 97%”, come ampiamente affermano.

Uno degli errori fondamentali nel considerare l’efficacia del vaccino contro il morbillo sta nel pensare che il ricevere il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia (MPR) equivalga all’immunità contro tali virus. Infatti, è comunemente richiesto dalle organizzazioni sanitarie, come i CDC, di inoculare due dosi del vaccino anti-MPR poiché solo così “efficace nel prevenire il morbillo nel 97% dei casi”, nonostante un corpo voluminoso di prove contraddittorie da epidemiologia ed esperienza clinica.

Questo pensiero erroneo ha indotto l’opinione pubblica, i media e il governo ad attribuire l’origine dei focolai di morbillo, come quello riportato a Disney nel 2015(e che ha portato alla SB277 quello stesso anno, spogliando lo Stato della California del diritto alle esenzioni vaccinali, tranne quelle ‘mediche’), ai non vaccinati, anche se il 18% dei casi di morbillo si è verificato in coloro che erano stati vaccinati contro di esso e difficilmente la doppia dose del vaccino ha confermato questa “efficacia del 97%”.
L’ovvia fallibilità del vaccino è anche indicata dal fatto che ora il CDC richiede due dosi.

Ma i problemi relativi al fallito vaccino MPR sono molto più profondi. Innanzitutto, comportano profondi rischi per la salute (oltre 25 dei quali li abbiamo indicati quipericoli del vaccino MPR), incluso un aumento del rischio di autismo, che uno scienziato senior del CDC ha confessato alla sua agenziache non giustifica il rischiodato che il morbillo non è solo non mortale ma conferisce benefici per la salute significativi che sono stati convalidati nella letteratura biomedicaIn secondo luogo, non solo il vaccino MPR non riesce a conferire coerentemente l’immunità, ma coloro che sono stati “immunizzati” con due dosi di vaccino MPR possono ancora trasmettere l’infezione ad altri – un fenomeno di cui nessuno sta segnalando la fretta di dare la colpa al non vaccinati o minimamente vaccinati per l’epidemia.

I vaccinati per MPR possono ancora diffondere il morbillo:

Tre anni fa uno studio pionieristico pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases, la cui paternità comprendeva scienziati che lavoravano per il Bureau of Immunization, il Dipartimento di salute e igiene mentale di New York, il Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie e i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CDC), Atlanta, GA, ha esaminato le prove del focolaio di morbillo di New York del 2011 secondo cui le persone vaccinate contro il morbillo e con ‘immunità’ conseguente alla vaccinazione erano comunque in grado di essere infettate dal morbillo e di infettare altri con esso (trasmissione secondaria).
Questa constatazione ha anche destato l’attenzione delle notizie mainstream, come l’articolo di Sciencemag.org dell’aprile 2014 intitolato “Per la prima volta tracciata epidemia di morbillo partita da paziente completamente vaccinato“.
Lo studio innovativo intitolato “Scoppio di morbillo tra persone con precedenti prove di immunità, New York City, 2011” ha riconosciuto che “il morbillo può verificarsi in individui vaccinati, ma la trasmissione secondaria da tali individui non è stata documentata”.
Al fine di scoprire se i soggetti vaccinati contro il morbillo sono in grado di essere infetti e trasmettere l’infezione ad altri, hanno valutato casi sospetti e contatti scoperti durante un’epidemia di morbillo nel 2011 a New York.
Si sono concentrati su un paziente che aveva ricevuto due dosi di vaccino contenente il morbillo e hanno scoperto che,
“Di 88 contatti, sono stati confermati quattro casi secondari che avevano o due dosi di vaccino contenente il morbillo oppure un anticorpo IgG, per passato morbillo, positivo. Tutti i casi avevano conferma di laboratorio dell’infezione da morbillo, sintomi clinici coerenti con il morbillo e un’alta risposta immunitaria secondaria.”
La loro notevole conclusione:
“Questo è il primo rapporto di trasmissione del morbillo da un individuo vaccinato due volte: la presentazione clinica e i dati di laboratorio dell’indice erano tipici del morbillo in un individuo ‘naïve’. I casi secondari presentavano robuste risposte anticorpali anamnestiche.
Non si sono verificati casi terziari nonostante numerosi contatti. L’epidemia sottolinea la necessità di un’accurata indagine epidemiologica e di laboratorio sui casi sospetti di morbillo indipendentemente dallo stato di vaccinazione.”
Perciò, un individuo vaccinato due volte, in un’epidemia di morbillo di New York, è stato trovato avesse trasmesso il morbillo a quattro dei suoi contatti, due dei quali avevano ricevuto due dosi di vaccino MPR e avevano risultati anticorpali presumibilmente protettivi contro l’IgG del morbillo.

Questo fenomeno – il vaccino contro MPR rilevato all’origine dell’infezione di altri casi di vaccinati con MPR – è stato ignorato dalle agenzie sanitarie e dai media.
I dati corroborano la possibilità che, durante l’epidemia di morbillo a Disney, i vaccinati precedentemente (non noto di quel 18%) possano essere stati infettati o già stavano eliminando il morbillo da un vaccino e trasmesso il morbillo sia ai vaccinati che ai non-vaccinati.
Inoltre, questi scienziati dei CDC e del NYC Bureau of Immunization hanno identificato la “necessità” di “un’indagine approfondita epidemiologica e di laboratorio sui casi sospetti di morbillo indipendentemente dallo stato di vaccinazione”, cioè che si dovrebbe poter escludere il fallimento vaccinale e l’infezione sparsa da parte di.
Invece, quello che sta accadendo ora è che, nel momento in cui si verifica un’epidemia di morbillo, l’atteggiamento è quello di “incolpare la vittima” e che i media e/o le agenzie sanitarie riferiscano circa tale epidemia come se fosse provato che gli afflitti siano sotto- o non- vaccinati, spesso senza prove sufficienti per sostenere queste affermazioni.
Chiaramente le parti interessate nel dibattito circa vaccini/non vaccini avrebbero bisogno di guardare la situazione attraverso la lente delle prove stesse e non quella data da una scienza che agisce solo mediante proclami facendo richieste alle autorità.

Sorprendentemente la verità è stata soppressa per decenni.

Venti anni fa è stato constatato che il vaccino per MPR possa infettare praticamente tutti i suoi destinatari con il morbillo.

Gli scienziati che lavorano al Centro Nazionale per le Malattie Infettive dei CDC, finanziato dall’OMS e dal Programma Nazionale per i Vaccini, hanno scoperto qualcosa di veramente inquietante sul vaccino MPR: porta a un’infezione rilevabile da morbillo nella stragrande maggioranza di coloro che la ricevono.

Il foglietto illustrativo del vaccino anti-MPR prodotto da Merck riporta che esso possa causare l’encefalite da morbillo(MIBE), una forma rara mapotenzialmente letale di infezione del cervello, per morbillo.
Per saperne di più, leggi il mio articolo sull’argomento “Il morbillo diffuso dai vaccinati: conferma di documenti dell’OMS, della Merck e del CDC“.

Smetti di incolpare il vaccinato quando fallisce il vaccino

La morale della storia è che non si può incolpare i genitori di non vaccinati per la morbilità e la mortalità delle malattie infettive quando la vaccinazione, anche nella sua pseudo immunizzazione, non impedisce a quelli che vengono vaccinati di infettare altri.
In effetti, le epidemie secondarie al fallimento del vaccino contro il morbillo e lo spargimento in popolazioni conformi alle vaccinazioni fino al 99% sono avvenute per decenni. Ecco alcuni esempi riportati nella letteratura medica:
·                          1985, Texas, USA: secondo un articolo pubblicato nel New England Journal of Medicine nel 1987, “Un focolaio di morbillo si è verificato tra gli adolescenti a Corpus Christi, in Texas, nella primavera del 1985, anche se i requisiti di vaccinazione per la frequenza scolastica erano stati completamente applicato “. Hanno concluso: “Concludiamo che focolai di morbillo possono verificarsi nelle scuole secondarie, anche quando più del 99% degli studenti sono stati vaccinati e oltre il 95% sono immuni”. 1
·                          1985, Montana, USA: secondo un articolo pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dal titolo “Persistente focolaio di morbillo, nonostante misure preventive e di controllo adeguate”, nel Montana si è verificato un focolaio di 137 casi di morbillo. I registri delle scuole hanno indicato che il 98,7% degli studenti era stato adeguatamente vaccinato, portando i ricercatori a concludere che: “Questo focolaio suggerisce che la trasmissione del morbillo possa persistere in alcuni contesti, nonostante l’adeguata attuazione dell’odierna strategia di eliminazione del morbillo”. 2
·                          1988, Colorado, USA: secondo un articolo pubblicato sull’American Journal of Public Health nel 1991, “All’inizio del 1988 un focolaio di 84 casi di morbillo si è verificato in un college in Colorado in cui oltre il 98% degli studenti aveva documentazione di un’adeguata immunizzazione del morbillo… a causa di un requisito di vaccinazione in vigore dal 1986. Hanno concluso: “… epidemie di morbillo possono verificarsi tra le popolazioni di college altamente vaccinate” 3
·                          1989, Quebec, Canada: secondo un articolo pubblicato sul Canadian Journal of Public Health nel 1991, un focolaio di morbillo del 1989 è stato “in gran parte attribuito a una copertura vaccinale incompleta”, ma a seguito di un’ampia revisione i ricercatori hanno concluso “La copertura vaccinale incompleta non è una spiegazione valida per l’epidemia di morbillo a Quebec City”. 4
·                          1991-1992, Rio de Janeiro, Brasile: secondo un articolo pubblicato sulla rivista Revista da Sociedade Brasileira de Medicina Tropical, in un focolaio di morbillo dal marzo 1991 all’aprile 1992 a Rio de Janeiro, il 76,4% di quelli sospettati di essere infetti avevano ricevuto il vaccino per il morbillo prima dell’età del loro primo compleanno. 5
·                          1992, Città del Capo, Sudafrica: secondo un articolo pubblicato sul South African Medical Journa nel 1994, “[In] Agosto 1992 si verificò un’epidemia, con casi segnalati in molte scuole in bambini presumibilmente immunizzati”. La percentuale di immunizzazione per il morbillo è risultata del 91% e l’efficacia del vaccino è risultata essere solo del 79%, portandoli a concludere che il fallimento del vaccino primario e secondario fosse una possibile spiegazione dell’epidemia. 6

Ci sono molti altri esempi del fallimento abissale del vaccino contro il morbillo, incluso uno studio pubblicato su PLoS intitolato “Difficoltà nell’eliminare il morbillo e controllare la rosolia e la parotite: uno studio trasversale di una prima vaccinazione contro il morbillo e la rosolia e una secondo dose per morbillo, parotite e la rosolia” che ha messo in luce la lampante inefficacia dei due vaccini [contro il morbillo (morbillo-rosolia (MR) o morbillo-parotite-rosolia (MPR)] nel soddisfare la loro promessa ampiamente diffusa di prevenire epidemie in popolazioni altamente vaccine.
Ci siamo immersi profondamente nelle implicazioni di questo studio nel nostro articolo intitolato “Perché la Cina sta avendo epidemie di morbillo quando il 99% è vaccinato?“.

L’esempio più recente è stato pubblicato oggi sul sito Web del CDC in un rapporto intitolato “Morbillo epidemico in una popolazione altamente vaccinata – Israele, luglio-agosto 2017“, in cui si descrive di un paziente zero che aveva ricevuto tre dosi di MPR.
Non sorprende che il CDC non tragga la conclusione ovvia che il vaccino MPR ha fallito e che, piuttosto, dovrebbero considerare il morbillo una possibilità quando esaminano un paziente con febbre e un’eruzione cutanea anche quando il paziente è vaccinato.

Questi sette focolai appena elencati non sono affatto esaustivi della letteratura biomedica, ma illustrano quanto sia fuorviante l’opinione pubblica sull’efficacia dei vaccini contro il morbillo e come lo sia in generale l’agenda di vaccinazione proposta dai CDC. Nessuna quantità di ignoranza storica cancellerà il fatto che la vaccinazione non è innanzitutto uguale all’avvenuta immunizzazione; l’antigenicità non equivale all’immunogenicità, né sono rappresentati in modo accurato gli effetti collaterali non intenzionali del vaccino anti-MPR e di altri vaccini del programma dei CDC, precludendo l’accesso al principio etico medico del consenso informato.
Traduzione a cura di Manuela Prascevic & Luigi Quintavalle

RIFERIMENTI

1T L Gustafson, A W Lievens, P A Brunell, R G Moellenberg, C M Buttery, L M Sehulster. Measles outbreak in a fully immunized secondary-school population. N Engl J Med. 1987 Mar 26 ;316(13):771-4. PMID: 3821823
2R M Davis, E D Whitman, W A Orenstein, S R Preblud, L E Markowitz, A R Hinman. A persistent outbreak of measles despite appropriate prevention and control measures. Am J Epidemiol. 1987 Sep ;126(3):438-49. PMID: 3618578
3B S Hersh, L E Markowitz, R E Hoffman, D R Hoff, M J Doran, J C Fleishman, S R Preblud, W A Orenstein. A measles outbreak at a college with a prematriculation immunization requirement. Am J Public Health. 1991 Mar ;81(3):360-4. PMID: 1994745
4N Boulianne, G De Serres, B Duval, J R Joly, F Meyer, P Déry, M Alary, D Le Hénaff, N Thériault.[Major measles epidemic in the region of Quebec despite a 99% vaccine coverage]. Can J Public Health. 1991 May-Jun;82(3):189-90. PMID: 1884314
5S A de Oliveira, W N Soares, M O Dalston, M T de Almeida, A J Costa. Clinical and epidemiological findings during a measles outbreak occurring in a population with a high vaccination coverage. Rev Soc Bras Med Trop. 1995 Oct-Dec;28(4):339-43. PMID: 866883
6N Coetzee, G D Hussey, G Visser, P Barron, A Keen. The 1992 measles epidemic in Cape Town–a changing epidemiological pattern. S Afr Med J. 1994 Mar ;84(3):145-9. PMID: 7740350 

Gli USA rischiano la bancarotta

Le guerre “illegali”, “innaturali” e “destabilizzanti” di Washington potrebbero portare gli Stati Uniti alla bancarotta. Lo afferma The American Conservative.
L'attuale deficit di bilancio degli Stati Uniti supera gli 800 miliardi di dollari, mentre il debito pubblico è vicino ai 22 trilioni di dollari: il più alto della storia dell'umanità.
Anche considerando che ci sono molti paesi più poveri degli Stati Uniti per rapporto debito/PIL, la crisi, prima o poi, colpirà anche gli USA.Alcuni economisti a Washington sostengono l'impossibilità della bancarotta degli Stati Uniti, dal momento che il governo, in teoria, ha la capacità di stampare tanti dollari quanti ne ha bisogno per pagare i debiti. Tuttavia, l'iperinflazione generata da questa operazione farà crollare il valore del dollaro, che inevitabilmente trascinerà nel baratro tutta l'economia mondiale.
Quando il mondo smetterà di credere nella capacità degli Stati Uniti di pagare i propri debiti, o quando i tassi di interesse sul debito pubblico diventano insopportabilmente alti, Washington dovrà tagliare significativamente il suo bilancio.
A pagarne le conseguenze, sarà soprattutto l'esercito statunitense. Nulla, infatti, può legare le mani ai militari più della crisi del debito.
Le guerre non dichiarate di Washington, "illegali", "innaturali" e "destabilizzanti", stanno causando la destabilizzazione finanziaria degli Stati Uniti.Gli Stati Uniti hanno bisogno di una radicale rivalutazione delle attività e delle passività estere, e la politica estera americana deve considerare i propri interessi nazionali da posizioni strategiche. E allo stesso tempo è necessario chiudere le basi in Germania e ritirare le truppe dall'Afghanistan.

Le future astronavi della NASA viaggeranno a 1 milione di miglia all'ora


La NASA potrebbe essere sull'orlo di una svolta. Attualmente, la NASA sta lavorando su un motore a propulsione avanzata, che se risolve, può elevare il nostro viaggio nello spazio al livello successivo. Per decenni, le astronavi sono state bloccate viaggiando a basse velocità chimiche, limitando la nostra capacità di ricerca ed esplorazione dello spazio. Tuttavia, ora sono possibili velocità superiori a un milione di miglia all'ora prima del 2050. Il NASA institute for Advanced Concepts (NIAC) sta finanziando due concetti di alto potenziale.


Ci sono nuove unità ioniche in fase di sviluppo in questo momento che potrebbero avere livelli di potenza che sono decine di volte più alti. Sono in fase di sviluppo propulsori a antimateria e a ioni multi-megawatt. Le attuali velocità del veicolo spaziale sono piuttosto basse in termini spaziali. Il veicolo spaziale Voyager 1 si muove a 38.000 mph (61.000 km / h). Questa velocità è stata ottenuta principalmente da un razzo chimico ma anche con l'aiuto della gravità, usandolo per lanciare la navicella fuori dall'orbita. Juno, Helios I e Helios II sono riusciti a raggiungere velocità di circa 150.000 mph con aumenti gravitazionali anche. La sonda Parker Solar, lanciata di recente, raggiungerà 430.000 mph utilizzando la gravità del Sole.

boost gravitazionali sono il nostro miglior modo per raggiungere velocità più elevate per la nostra navicella spaziale. Tuttavia, questo metodo è anche dannoso per la nostra ricerca ed esplorazione poiché richiede molto tempo per funzionare. Possono essere necessari molti mesi prima che venga raggiunta la velocità desiderata e inizi la vera missione.



I nuovi metodi useranno 50000 propulsori agli ioni di litio ISP, il primo dei quali sarà testato in 4 mesi. Questo fa parte di uno studio NIAC di fase 2 della NASA per utilizzare i laser per trasmettere 10 megawatt di potenza ai nuovi driver ionici. Il recente progresso dei laser è in gran parte sconosciuto al pubblico. L'esercito americano sta sviluppando laser in grado di produrre ben 100 kilowatt entro i prossimi due anni.



Gli azionamenti ionici con raggio laser saranno fino a dieci volte più veloci di qualsiasi precedente unità ionica. Un'astronave con questa tecnologia impiegherebbe meno di un anno per arrivare a Plutone.

Jet Propulsion Lab sta costruendo e stirando i numerosi componenti utilizzati in questo sistema. La vela e le unità ioniche stanno finalmente arrivando insieme. La parte più difficile sarà la creazione e il mantenimento dei laser phased array. La tensione di prova sarà aumentata fino a 6000 volt. Ciò consentirà l'azionamento diretto degliazionamenti ionici, eliminando la necessità di molti componenti elettronici e di peso. Questo tipo di unità ionica presenta molte sfide tecniche, ma le previsioni mostrano che un progetto ben finanziato potrebbe avere successo prima del 2040.





AMAZON COLLABORA CON LA CIA ATTRAVERSO ALEXA?


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Jacques Sapir – I “giubbotti gialli” e la rabbia delle masse popolari



Jacques Sapir commenta la rivolta dei giubbotti gialli in Francia, le sue cause profonde, le sue caratteristiche e i possibili sviluppi. Non si tratta di una semplice protesta fiscale: dietro c’è una prolungata esasperazione e un forte sentimento di ingiustizia che, al di là di organizzazioni partitiche o sindacali, individua nell’altezzoso presidente, nel suo establishment e nella sua corte dei francesi “bobo” il suo antagonista naturale. Qualsiasi sarà l’evoluzione del movimento, a breve o a medio termine per il governo francese è l’inizio della fine.


di Jacques Sapir, 19 novembre 2018


Il 17 novembre, il giorno dei “giubbotti gialli”, è stato un enorme successo, con oltre 2.000 posti di blocco contro i 1.500 che erano stati annunciati. I dati sulla partecipazione diramati dal ministero degli Interni sembrano ampiamente sottovalutati. Purtroppo questo successo è stato oscurato dalla morte di una manifestante e dai molti feriti, nella maggior parte dei casi dovuti ai tentativi di forzare il blocco con le auto. Questo successo sfida i movimenti politici e i sindacati. Se la maggioranza (LaREM, sigla de La République en marche) con i suoi giornalisti su commissione lo presentano come un fenomeno odioso ed esecrabile, sarebbe invece necessario farsi qualche domanda sul significato di questo movimento e le sue possibili conseguenze.


Il giorno della collera

Questo movimento è stato innescato dall’annuncio di un aumento dei prezzi del carburante. Tuttavia, riflette una rabbia molto più profonda e cause molto più complesse. La questione dei prezzi del carburante rimanda alla cosiddetta “compressione dei consumi” delle famiglie delle classi popolari. Quando non si hanno mezzi di trasporto alternativi e si devono fare ogni giorno decine di chilometri per andare al lavoro, ebbene sì, il costo del carburante rappresenta un pesante onere. Detto in termini economici, in questo caso non vi è alcuna elasticità del consumo rispetto al prezzo.


Tuttavia, un semplice aumento dei prezzi del carburante non avrebbe certamente causato una tale collera se non fosse arrivato in aggiunta ad altri aumenti e ad una pressione fiscale che le classi lavoratrici considerano eccessivamente onerosa. Le riforme fiscali realizzate lo scorso anno dal governo – tra cui la rimozione della ISF (Imposta di solidarietà sul patrimonio) – e le misure adottate dai governi precedenti – tra cui ricordiamo i 44 miliardi di sgravi fiscali del CICE (credito d’imposta per la competitività e l’occupazione) concessi alle grandi imprese in cambio della creazione di qualche posto di lavoro – sono alla base di questa rabbia. Si parla di una “esasperazione fiscale”; in certi casi ci si può arrivare. Ma qui si tratta soprattutto di un senso di ingiustizia fiscale.


A questo aggiungiamo le più che infelici osservazioni di un presidente della Repubblica il quale evidentemente non prova alcuna empatia per le classi popolari, affascinato com’è dagli “start-upper” e dalla ricchezza di coloro che, per usare la sua espressione, “si sono fatti dal nulla”. I termini estremamente dispregiativi che egli ha usato per anni contro le classi popolari sono ben noti. Non sono stati dimenticati da coloro a cui sono stati rivolti. I francesi, si dice, hanno la memoria corta. Invece hanno appena dimostrato l’esatto opposto.



Tutti questi sono stati fattori di coesione di una rivolta emersa dalle profondità della “Francia periferica”, per riprendere l’espressione del geografo Christophe Guilluy. L’odio dei rappresentanti organici della Francia “bobo” (bourgeois-bohème, corrispondente all’italiano radical-chic, ndt) segnala dove si trova la frattura. Questa frattura, e qualcuno non se ne dispiaccia, è una frattura di classe. Gli slogan politici che abbiamo sentito non sono dovuti alla presenza di attivisti e di organizzazioni di partito, ma piuttosto al fatto che queste classi popolari identificano spontaneamente il governo e il presidente come loro nemici.



L’auto-organizzazione, i suoi precedenti, i suoi limiti e il suo futuro



Questa rivolta è stata in gran parte non organizzata, o più esattamente auto-organizzata. È partita da iniziative individuali, e si è amplificata sui social network. Un gran numero di manifestanti del 17 novembre erano alla loro prima esperienza di manifestazione, di lotta collettiva. Questa esperienza, questa forma specifica di socializzazione è di estrema importanza. Perché imparando a coordinarsi, a parlare insieme, queste persone smettono di essere individui isolati. Diventano consapevoli della loro forza. È per questo motivo che questo movimento, eterogeneo nella sua ideologia, i cui partecipanti sono disomogenei e tra loro differenziati, è fondamentalmente un movimento sociale progressista. Perché ogni esperimento sociale che oggi permette agli individui di uscire dal loro isolamento ha un carattere progressista.



Il disorientamento di certi partiti, ma anche di certi sindacati, di fronte a questa manifestazione è stato dirompente. La partecipazione dei dirigenti della France Insoumise, come Jean-Luc Mélenchon, François Ruffin, o Adrien Quatennens, mostra che questo movimento ha compreso la natura profonda di quanto stava accadendo. Bisogna anche dire che alcuni altri partiti hanno sostenuto l’evento, alcuni più timidamente altri con più convinzione. Per riprendere una espressione del mio ottimo collega Bruno Amable, la domanda che oggi si pone è se su questa base si verrà a formare un “blocco anti-borghese” in grado di contrastare il “blocco borghese” ora al potere.



Perché la forza dei giubbotti gialli può essere anche la loro debolezza. Se la mobilitazione vuole essere duraratura, e per affrontare l’intransigenza del governo è chiaro che deve esserlo, dovrà darsi una forma di organizzazione. Ma allora la pressione del governo aumenterà di conseguenza. Basti ricordare come Georges Clemenceau, allora ministro degli Interni, riuscì a manipolare Marcelin Albert, il leader della rivolta dei vignaioli del Mezzogiorno e in particolare della regione di Béziers nel 1907, di cui ci è rimasta la canzone “Gloire au 17ème“, che celebra la fraternizzazione dei soldati del 17° battaglione con i manifestanti. I giubbotti gialli avrebbero quindi interesse a strutturarsi in comitati di azione con coordinamenti regionali e nazionali, consentendo un controllo democratico che vada oltre la preparazione di una giornata di dimostrazione.


Oltre a questo rischio, sempre presente, la mobilitazione deve porsi la questione dell’allargamento del movimento, ma anche delle forme che deve assumere e degli obiettivi che deve darsi. La persistenza dei blocchi e delle manifestazioni nella giornata di domenica 18 novembre, l’estensione ai territori di oltremare, tutti questi sintomi indicano che potremmo essere alla vigilia di qualcosa di molto più importante di una semplice protesta contro le tasse.



La cancellazione dei sindacati e il potenziale di questa mobilitazione



Tuttavia, dobbiamo tornare alla cancellazione dei sindacati e al suo corollario: la mancanza di rappresentanti istituzionali dei giubbotti gialli. Ci sono molte ragioni per questa cancellazione, e il fenomeno della burocratizzazione delle grandi centrali è una di queste. Ma quando il governo fa tutto il possibile per eliminare i sindacati come forze sociali, poi non può lamentarsi dell’assenza di rappresentanti istituzionali nel movimento del 17 novembre, rappresentanti con cui potrebbe, nel caso, negoziare.



Nel maggio del 1968, furono i sindacati, e prima di tutto la CGT, gli artefici del compromesso – l’accordo di Grenelle – che permise al movimento di trovare una via d’uscita non rivoluzionaria. Questi accordi sono stati talmente significativi che la parola “Grenelle” oggi è ripresa in tutte le salse. Sarà difficile che un fatto del genere si ripeta.



Il governo si trova quindi di fronte a un movimento di tipo nuovo, un movimento di protesta che porta direttamente in sé la natura di una protesta politica. A meno di cedere molto velocemente, ed è molto difficile che questo possa accadere, il governo rischia di dover affrontare due gravi ostacoli.



Il primo è che questa mobilitazione continui a montare e che si arrivi, qua e là, a una fraternizzazione con le forze dell’ordine. Questo è lo scenario peggiore per questo governo. Anche se al giorno d’oggi è poco probabile, implicherebbe la trasformazione di questa mobilitazione in un movimento insurrezionale.



Il secondo, più verosimile, è che questa mobilitazione finisca per logorarsi per mancanza di opportunità concrete e per non riuscire a collegarsi con altri settori della popolazione. Ma, anche se questo movimento andrà ad esaurirsi, sarà solo in apparenza. La rabbia, e ora anche l’amarezza, saranno sempre lì, in attesa di un pretesto per riaffiorare, e un’opportunità, soprattutto elettorale, per esprimersi.



Il governo deve dunque affrontare una grande minaccia a breve termine, ma una minaccia altrettanto formidabile a medio termine. Ma qualunque cosa faccia, non si sbarazzerà del pericolo.



E, per gli amatori, le prime strofe della canzone.




Legittima era la vostra collera
Rifiutarsi era un grande dovere
Non si devono uccidere i propri padri e madri
Per i grandi che sono al potere
Soldati, la vostra coscienza è pulita
Non ci si uccide tra Francesi
Rifiutandovi di insanguinare le vostre baionette
Soldatini, avete fatto bene


Vi saluto, vi saluto
Coraggiosi soldati del Diciassettesimo
Vi saluto, bravi marmittoni
Ognuno vi ammira e vi ama
Vi saluto, saluto voi
E il vostro magnifico gesto
Avreste, sparandoci addosso,
Assassinato la Repubblica.





De Benedetti, M5S: ‘Questo sistema di potere ci attacca controllando i mezzi d’informazione e manipolando la realtà’




Il Movimento 5 Stelle dedica il primo capitolo della saga sugli “Editori in conflitto di interesse” al gruppo editoriale Gedi, controllato dalla famiglia De Benedetti.


“Carlo De Benedetti,” scrivono i 5Stelle “tessera numero uno del Partito Democratico, è il capostipite di una famiglia che controlla un universo di mezzi di informazione. Una galassia che fa veramente impressione. Dalla carta stampata alle radio, da nord a sud, attraverso il gruppo Gedi alimenta, giorno dopo giorno, la mappa del potere mediatico italiano con un conflitto d’interessi grande quanto una casa”.

Il Gruppo Gedi controlla i seguenti media: La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, L’Espresso, Radio Capital, Il Tirreno, Il Piccolo, Huffingtonpost.it, espresso.repubblica.it, businessinsider.com, nationalgeographic.it, Messaggero Veneto, Il Mattino di Padova, Gazzetta di Mantova, la Provincia Pavese, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, Corriere Alpi, la Sentinella del Canavese, Il Venerdì, MicroMega, liMes; Radio Deejay, M20, National Geographic Italia.


“Vi sembra libera informazione questa,” si chiedono i pentastellati?

Per questo motivo, prosegue il post del M5S, “non deve più sorprendervi la montagna di fango e di menzogne contro il MoVimento 5 Stelle che ogni giorno viene rilanciata su carta stampata, magazine, quotidiani online, radio, tv ed ogni mezzo di informazione che dipende direttamente o indirettamente dalla galassia De Benedetti”.

E “non c’è da stupirsi che questo sistema di potere, che da 40 anni tiene sotto scacco il Paese, attacchi il MoVimento 5 Stelle controllando i mezzi d’informazione e manipolando la realtà. I giornalisti, in molti casi sfruttati con paghe da fame, sono le prime vittime di questo sistema malato. Noi difendiamo la libertà di stampa e per tutelarla ci battiamo contro questi grandi editori impuri, legati a doppio filo alla peggior politica e al grande potere economico-finanziario,” concludono i 5Stelle.

VARIE DEVOZIONI

Devozioni:









PREGHIERE PER LA FAMIGLIA. IL SANTO ROSARIO

IL SANTO ROSARIO

Col Rosario si può ottenere tutto. Esso è una lunga catena 
che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani
 e l'altra in quelle della Santa Vergine.
..Non c'è preghiera più gradita a Dio del Rosario.
Santa Teresina

Il Rosario è la "scala di Giacobbe" per la quale
salgono le nostre preghiere e discendono le grazie.
Sant'Annibale Maria di Francia

Catena dolce che ci rannoda a Dio.
..L'orazione più cara a Maria.
Bartolo Longo

Da quando la Vergine SS. ha dato grande efficacia al Rosario, 
non c'è problema né materiale né spirituale che non si possa risolvere con il S.Rosario e con i nostri sacrifici.
..E' l'arma più potente con cui possiamo difenderci in battaglia
Suor Lucia, veggente di Fatima

Quante corone, tante anime salve.
San Massimiliano Maria Kolbe

Non vi è mezzo più sicuro della recita quotidiana del Rosario, per invocare la benedizione di Dio sopra la famiglia.
Papa Pio XII

Il Rosario è devozione divina, la più divina dopo la S.Messa.
San Carlo Borromeo

Il Rosario è un incontro quotidiano
al quale io e la Madonna non manchiamo.
Papa Giovanni Paolo II

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, 
perchè questa preghiera è potente sul suo Cuore.
Santa Teresina

Quando noi recitiamo la corona di Maria SS. per qualche anima, 
quell'anima sente questi smorzare le ardenti fiamme che la circondano
 e prova un refrigerio di Paradiso.
Sant'Annibale Maria di Francia


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LITURGIA DEL GIORNO



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -

  




 PRIMA LETTURA 

Ap 5,1-10
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».


  SALMO  

Sal 149
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 


 VANGELO 

Lc 19,41-44
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».