giovedì 1 novembre 2018

Come spiegare l'attuale novità italiana: una guerra tra Servizi, politica e lobby economiche di potere




Il particolarismo dell'attuale politica Italiana non è frutto di caotici accordi tra partiti eterogenei. Lega Movimento 5 Stelle non sono solo improvvisatori. Vi è certamente una componente di spiccata furbizia politica, in grado di cogliere al volo le occasioni e di elaborare trovate al limite della contraddizione, per garantire governabilità e stabilità. Ma non tutto è frutto dell'attaccamento ''alla poltrona''. Molti messaggi, molte rivendicazioni vengono smussate di proposito, e personaggi come l'economista Bagnai e il direttore Marcello Foa dimenticano volutamente dichiarazioni ed efferate affermazioni a favore dell'uscita dall'euro, non solo per comodità ma per impossibilità e sicurezza personale. Vi è una sezioni che è al di sopra della politica, come al di sopra dello stesso Salvini, il quale, si sa, è incapace di prendere autonome decisioni. Vi è una costante frizioni tra apparati di delegittimazione, facenti parte della corrente filo atlantica e massonica di De Benedetti, ed una sezione dei Servizi a loro volta suddivisa in iper atlantica e conservatrice, sensibile alla politica ed alla sua evoluzioni. Per chiarire la novità dell'attuale politica italiana, scendiamo nel dettaglio definendo come funzionano e cosa sono i servizi, attraverso un'intervista di un ex agente dell'URSS''imbarcato'' in Europa che ho avuto il piacere di conoscere e di intervistare


Qual è oggigiorno il modus operandi dei ''Servizi Segreti''?


Il modus operandi dei servizi di intelligence si distingue in due metodologie, ossia quelli dell'antica Unione Sovietica, che aveva una scuola chiamata la ''scuola di sinistra'' chiaramente, e quella di destra, per gli altri, quelli degli Stati Uniti. Qual è la differenza? Che i servizi di ''destra'' fanno il seguente: non confidano nell'uomo, ma nella macchina. Naturalmente, parlo dell'attualità, loro confidano nei computer, in un profilo di facebook, in un conto bancario. Un profilo di tinder, di badoo, e vanno curiosando per quel selciato, tracciando un profilo psicologico.

I servizi di intelligence di ''sinistra'' fanno esattamente il contrario, hanno, o almeno avevano, fiducia sempre nell'uomo, anche se non smettono di ricorrere alla macchina. Ma le macchine sono molto vulnerabili. Per esempio, io posso creare un profilo facebook falso, distorto, e dire di essere un'altra persona.

Il modus operandi quindi è raccogliere informazioni. A quale fine? Per la sicurezza del proprio Stato, per la sicurezza nazionale e o per la sicurezza di uno stato alleato.



Che tipo di informazioni interessano alle intelligence? I cosiddetti ''dati sensibili''?


Cosa si intende per informazioni utili? Le informazioni utili sono quelle informazioni che si intrecciano, si analizzano e si danno per vere. Non tutti gli agenti dei servizi di intelligence fornivano informazioni veritiere perché questi agente potevano essere ingannati o potevano a loro volta ingannare. Questo modus operandi è lo stesso per la Russia e per gli Stati Uniti.

L'agente ''x'' che riceve un'informazione e la prima cosa che si fa è analizzarla. Non si da mai per vera. La si analizza e da lì si inizia a lavorare con questa informazione.


Come si ''lavora'' l'informazione?


Attraverso un processo, un procedimento non convenzionale, che ha a che vedere con la sicurezza nazionale, con la contro intelligenza, con qualche spia che viene a collaborare con il paese o a combattere contro il terrorismo, per esempio. Ultimamente si sta lavorando tantissimo contro il terrorismo. Le nazioni si sforzano molto in questo guerra condividendo tra di loro (parzialmente) informazioni.


Un esempio di procedimento non convenzionale è ospitare una spia, in Italia. Quella spia se viene scoperto, il governo che lo rappresenta non si riconosce come responsabile perché nessuno va ad addossarsi la colpa di una tale operazioni. Altri processi non convenzionali sono il sabotaggio, l'avvelenare una persona, l'assassinare un presidente, il disinformare un'altra spia dicendole tutto il contrario.


E per quanto riguarda l'intelligence?


L'intelligence si divide in due parti: l'intelligence e la contro intelligence. L'intelligence è lo spionaggio e la contro intelligence è il contro spionaggio.

Il modus operandi è sempre lo stesso può variare in qualche situazione? Sì, può variare perché nulla è una scienza esatta. E quando varia cosa accade? Che la prima priorità per un agente è la gente, la persona, alla quale non può succedere nulla e non la si può toccare. Quando io lavoravo con un altro agente, il mio capo mi diceva: ''se gli succede qualcosa, vai in carcere per 25 anni o ti fucilo'', perché era la priorità. Ti dicevano chiaro e tondo che la priorità era la sicurezza dell'agente e della gente che è cittadino del tuo Paese.

Immagina che io sono un tutor, un allenatore, uno che controlla qui in Italia. Non posso uccidere un mio agente. Uno dei servizi Italiani non può (potrebbe) fare ciò. Il compito numero dei Servizi è raccogliere informazioni, i cittadini e l'agente. Ma l'agente al confronto, e la gente, non valgono niente. I servizi sostengono ci sia un bene maggiore, un bene comune che deve essere maggiore, e che lo si debba capire di una maniera o nell'altro. E' chiaro, no? Se accetti di lavorare per un servizio d'intelligence, vuol dire che in qualsiasi momento puoi morire, ti possono uccidere o ti possono... ''imbarcare'', ti può imbarcare il tuo capo. E ci sono sempre delle priorità.


Esiste un limite che permette di capire quando un agente è corrotto da interesse terzi?
Per esempio, quando riceve un ordine di ammazzare un compagno, di mettere una bomba fuori dalle scuole...


Credo che il limite sia molto corto, una linea molto fragile, che nessuno sa definire. Dicevano i russi che un ordine prima si compie e poi si discute. Io ho avuto ordini che ho inizialmente discusso, perché non mi parevano corretti o perché il modus operandi non mi apparso giusto o violento, però che succede, se sei una persona che viene ascoltata, ti ascoltano. Se sei una persona che non viene ascoltata, non ti ascoltano e ti rispondono ''va bene, tu non lavori''. E lo fa un'altra persona. Oggi è diverso, non si commettono più certe cose, tipo gli omicidi, come in guerra fredda. Adesso c'è più ''pace'', più ''calma'', perché c'è un mezzo di informazione tremendo. Chiunque possiede un cellulare tra le sue mani, chiunque può chiamare il 112 in una frazione di secondo. Mentre nella guerra fredda bisognava far ben altro e ricorrere a ben altre cose.


Quanto è cambiato col tempo?


Credo che lo spionaggio sia oggi molto più interessante, perché vi sono molte cose che gli vanno contro. Primo, una spia deve stare sempre nell'ombra. Non può comparire in nessun network digitale, oppure può comparire ma senza che nessuno sappia che si tratti una spia, però è molto difficile. Questa è una linea che molti oltrepassano. Ho visto amici non ritornare.

Non puoi non compiere un ordine, come uccidere una persona, perché ti inviano un informe che può essere l'esatto contrario della realtà, ove sostengono che sei un figlio di puttana. La CIA ha un'informativa su Putin, e cosa c'è scritto? Che è un figlio di puttana. Lo stesso per i servizi Russi, secondo cui il presidente americano è un figlio di puttana. E deve essere convincente nel far ciò.



E nel pratico?


Diceva un mio amico che già non esiste più la guerra per principio, per dottrina o per ideologia. Sono tutte terminate. Oggi esistono solo guerre per interessi maggiori. Bhè, non so se per ''interessi maggiori'', ma di sicuro per interesse economici, dunque per economia.


Industrie o potentati economici possono disporre di ''servizi'' qualitativamente uguali o superiori a quelli di Paesi. Come è possibile tutto ciò? Vi è stato uno scambio tra privati e servizi statali?


Credo possa succedere, perché molti agenti vendono informazioni. Ascoltami bene. Io penso che i grandi paesi, i grandi stati, possano fare ciò. Può capitare che agenti usciti, che hanno abbandonato la CIA, il KGB o altri servizi, abbiano allenato agenti e mercenari. Tuttavia, queste associazione mai avranno lo stesso controllo che possono avere gli stati, mai avranno il controllo totale delle informazioni. Gli agenti non lavorano con le informazioni, lavorano con le ''intelligence''. Io mi infiltro in casa tua, so che ti piace il calcio e la birra, devo conoscere una minima informazione per infiltrarmi. È questa la differenza.

Esiste l'alleanza dei paesi atlantici, Francia, Italia, che hai un controllo delle informazioni che è reciproco, ma fino ad un punto. Io sono sicuro che nessuna agenzia segreta di informazioni ceda tutte le informazioni in suo possesso. ''Io'' servizio ti do ciò che possiedo ma fino a qui, a questo limite, per lo scopo di salvaguardare i miei cittadini ed i miei agenti, nonché ciò che è davvero importante.


Con il multipolarismo come sono cambiate le cose?


Il multipolarismo è pertinente alle agenzie di intelligence, ma continua ad esistere un bipolarismo tra le due immense superpotenze che sono Stati Uniti e Russia. Questa relazione bipolare resiste tutt'oggi, con Stati Uniti e i suoi alleati da una parte e la Russia con i rispettivi dall'altra.

Il modo di cercare informazioni, inoltre, e di analizzarle rimane qualcosa di molto più complesso, perché se ho un agente infiltrato e sono gli Stati Uniti, se l'agente riceve un'informazione di un imminente attacco devo domandare all'intelligence magari italiana quanto ciò possa avere veridicità. Questo comporta comunque non uno stato di ''guerra'' o di ''freddezza'', ma - la chiamerei - di tensione. Russia e Stati Uniti hanno condiviso informazioni, solo riguardo la Siria. Hanno condiviso poco, non tanto come dicono i telegiornali. Oggigiorno la collaborazione tra le nazioni è maggiore in materia di terrorismo ed anche in materia di finanziamenti si spende molto contro il terrorismo. E' interessante come esista ancora questa tensione. L'altro giorno ascoltavo Putin che diceva che gli Usa spendono 4 volte più della Russia, domandandosi ''chi minaccia chi?''. Ogni Paese ha il diritto di vendere le sue informazioni e di difendere la propria sovranità. Certamente. C'è un diritto internazionale che non si può violare, anche se vi sono state innumerevoli interventi sia della Russia che degli Stati Uniti.


Molti paesi sembrano possedere un'intelligence mista a lobby di potere economiche e private che alienano da controlli cittadini e statali. E' un chiaro segno della degenerazioni delle sovranità nazionali?


Non c'è guerra, a meno che qualcuno non prema il ''bottone'' per pazzia, e non ci sarà mai una guerra convenzionale che non sia per denaro o per interesse economico. Non penso ci sarà una guerra per principio, per ideologia, convenzionale. Non accadrà. Non esiste stato che mi ''offendo'' se tu infiltri un tuo agente in Russia o negli Stati Uniti. Un esempio che è anche recente è la situazione tra Russia e Ucraina. La situazione dell'Ucraina per gli Stati Uniti è tattica. Meramente tattica. Per la Russia è vitale: per la Russia prendere l'Ucraina è vitale. Come iniziò tutto questo?

Il precedente presidente dell'ucraina aveva avallato un accordo di integrazione con l'Unione Europea. Naturalmente ciò sarebbe andato contro gli interessi della Russia la quale in maniera molto ''diplomatica'', servendosi di un suo portavoce, disse che ciò non rappresentava alcun buon interesse per la Russia. La risposta del portavoce ucraino fu la seguente: non si intrometta.

Al tempo, anche se penso che si sia un pò abbassata la cifra, l'Ucraina aveva 245 imprese che importavano in Russia, 245 imprese armamentarie. La Russia in quel momento pensò: se si alleano con gli Stati Uniti è un problema. La Russia commise, e lo disse anche Putin, la stupidaggine di dar un sussidio di 500 mila milioni, la metà per armamenti e la metà per viveri. Questa situazione andò complicandosi fino allo scoppio di una guerra civile, dove la Russia decise di intervenire. Ma non di intervenire per affermare il sogno di una nuova Unione Sovietica, assolutamente no. La Russia possiede solo 2 basi, mentre gli Stati Uniti innumerevoli. E ciò ci riporta al discorso di prima. Chi vuole attaccare chi e con che tipologia di ''guerra''.

Se ci sarà un'altra guerra, sarà a livello economico e questo comporterà mutilare l'economia della Russia, limitandola in special modo con l'Ucraina. Per questo tutte le guerre si analizzano a livello economico.


Come e quanto è cambiata la relazione tra politica, servizi stranieri e nazionali dalla caduta del muro di Berlino?


È cambiata molto. Ora vi è un controllo dell'informazione tremenda, tremendissima ed è vero che siamo spiati 24 ore attraverso ogni sorta di macchina. Già lo disse Snowden: qualunque cittadino del mondo, sia dove sia, viene spiato. Google è un metodo di raccolta di informazioni, anche facebook ed ogni network. Raccolta di informazioni per gli ''alleati'' degli States.


Intervista di Chris Barlati a C.F.

Above Majestic Full Movie 2018. Invasione aliena programmata?



"Above Majestic": Uno sguardo alle origini, alla storia e alle cospirazioni dietro al "Majestic 12", un gruppo clandestino di prestanome militari e corporazioni incaricati della tecnologia extraterrestre di reverse engineering (ingegneria inversa).

Narrato da Jordan Sather, Above Majestic è uno sguardo scioccante e proattivo su ciò che nascondono al pubblico di un programma spaziale da svariati trilioni di dollari e le implicazioni che questo potrebbe avere sull'umanità.

MJ-12 o "Majestic 12" si riferisce a un gruppo clandestino di prestanome militari e corporazioni d'élite. Nominata daHarry S. Truman nel 1952, dovevano gestire tutte le informazioni relative al recupero di imbarcazioni extraterrestri e alla tecnologia reverse engineering.

In che modo questi programmi di accesso speciale siano stati suddivisi in compartimenti non riconosciuti sono stati finanziati nel corso dei decenni? 
Quali tecnologie hanno sviluppato e a quale prezzo per l'umanità? 

Il film sotto cerca di dare una risposta alle domande sopra, buona visione...












ORDA MUSULMANA PER 1500 STUPRI


SETTE PAKISTANI COLPEVOLI
DEGLI ORRORI DI ROTHERHAM
CON ABUSI SU MOLTE MINORENNI:
UNA VIOLENTATA DA CENTO ASIATICI
UN’ALTRA COSTRETTA AD ABORTIRE.
IN UK E’ CACCIA AD ALTRI 151 ORCHI
NELLA MAXIOPERAZIONE DELLA NCA

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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«L’Operazione Stovewood è l’indagine della NCA – National Crime Agency (Agenzia Nazionale del Crimine) sullo sfruttamento e l’abuso sessuale di minori extrafamiliari a Rotherham, nel Sud Yorkshire, tra il 1997 e il 2013. È la più grande indagine mai condotta sullo sfruttamento sessuale dei minori (CSE – child Sexual exploitation in inglese) intrapresa dalle forze dell’ordine e la complessità dell’inchiesta è senza pari». A lanciare l’allarme non sono i giornalisti dei quotidiani britannici ma la stessa Nca, l’omologo della Fbi nel Regno Unito. Un apposita scheda sul sito dell’agenzia è dedicata a questa macroscopica inchiesta Stovewood (traducibile in italiano con “legna da ardere”) che mira ad individuare un’orda barbarica di stupratori seriali che negli ultimi anni ha seminato il panico nella piccola contea violentando a raffica ragazze non ancora sedicenni (in Inghilterra al di sotto dei 16 anni si è considerati minorenni nei reati sessuali). Mentre Roma e l’Italia ancora chiedono giustizia per l’atroce morte di Desirèe, drogata e selvaggiamente stuprata, dall’Inghilterra arrivano numeri sconvolgenti, secondo un articolo della Bbc ed il reportage realizzato dal giornalista anglosassone Gerry Freda per Il Giornale: «Gli inquirenti hanno accertato finora 1500 stupri, commessi da tale banda tra il 1997 e il 2013 ai danni di ragazze minorenni residenti a Rotherham. Secondo le testimonianze fornite alla polizia dalle vittime delle violenze, i responsabili sarebbero tutti “individui di origini maghrebine e asiatiche”», quindi di radici culturali musulmane come i sette pakistani già finiti in manette nell’Operazione Stovewood e giudicati colpevoli nei giorni scorsi durante il processo davanti alla Corte della Corona di Sheffield. Il sospetto degli investigatori è che non si tratti soltanto di una gang ma di un battaglione ramificato di almeno centocinquanta orchi. Secondo i media britannici sarebbero addirittura molti di più. Capaci di mietere 1500 vittime di stupri in 6 anni: una cifra pazzesca per il Sud dello Yorkshire che ha soltanto 1 milione e 285mila abitanti. Abusi sessuali commessi adescando le vittime con la droga per poi violentarle anche a turno, come accaduto per l’italiana Desirèe a Roma. Fino a costringere una di loro ad abortire perché rimasta incinta dopo uno stupro di gruppo.
LA CACCIA ALLE VITTIME ED I PRIMI SETTE ARRESTATI


Da sinistra in alto in senso orario: Iqlak Yousaf, Nabeel Kurshid, Mohammed Imran Ali Akhtar, Tanweer Ali, Salah Ahmed El-Hakam e Asif Ali, i pakistani riconosciuti colpevoli di stupri ed abusi sessuali (fonte Bbc)

«La nostra priorità numero uno è concentrarsi sulle vittime e questo non cambierà mai» dichiara Paul Williamson, funzionario investigativo senior della Nca sullo stesso sitoweb dell’agenzia britannica dove si spiega come le vittime siano state abusate e anche sfruttate da molte persone, in varie località del Regno Unito per un certo numero di anni. La maggior parte dei sospettati ha colpito più di un minore e molti di loro sono stati coinvolti nel traffico organizzato. In seguito alle complesse indagini gli investigatori della National Crime Agency hanno arrestato sette presunti componenti del “branco”, tuti residenti a Rotherham: Mohammed Imran Ali Akhtar, 37 anni, Asif Ali, 33 anni, Tanweer Ali, 37 anni, Salah Ahmed El-Hakam, 39 anni, Nabeel Kurshid, 35 anni, Iqlak Yousaf, 34 anni, e un settimo uomo, che non può essere nominato per ragioni legali, come specifica il sito della BBC, riferendosi a colui che probabilmente è diventato collaboratore di giustizia portando i detectives all’individuazione degli altri. «I soggetti arrestati, di nazionalità pakistana, sono stati immediatamente indagati per “violenza sessuale” dalla Crown Court di Sheffield» precisa ancora Gerry Freda. Ma questo primo traguardo raggiunto non ha fatto abbassare la guardia agli inquirenti visto che il lavoro di ricerca, identificazione delle vittime e individuazione dei responsabili dei reati con relative prove è immane. Al momento gli investigatori dell’Operazione Stovewood stanno lavorando con 296 presunte vittime, hanno identificato 151 sospetti per un totale di 22 filoni di indagine. Il governo britannico ha stanziato 90 milioni di sterline per tale indagine affidata alla National Crime Agency. Ciò ha consentito alla Nca di inviare 250 agenti nel Sud dello Yorkshire a sostegno delle autorità investigative locali. Ma secondo alcuni giornali inglesi questo stanziamento e dispiego di forze sarebbe irrisorio dinnanzi alla complessità della maxi indagine. Ad avviso degli inquirenti, infatti, il “branco” di stupratori sarebbe composto da più di un centinaio di membri, molti dei quali avrebbero ormai lasciato il Regno Unito. Ma per alcuni media britannici, i sospettati sarebbero addirittura 275.

IL PROCESSO DEGLI ORRORI: MINORENNE ABUSATA DA CENTO ASIATICI
Nel frattempo i sette arrestati sono stati riconosciuti colpevoli dalla Sheffield Crown Court di aver adescato e sfruttato cinque giovani ragazze per un periodo di sette anni a Rotherham, tra cui una abusata sessualmente da “almeno 100 uomini asiatici” prima dei 16 anni. Come descrive in modo dettagliato il sito online della Bbc in un articolo del 29 ottobre la banda è stata giudicata colpevole di 24 episodi criminosi che vanno dagli stupri agli abusi sessuali. Una ragazza ha descritto di essere stata morsa e violentata da due degli uomini a Sherwood Forest mentre era “alta come un aquilone” per la droga. Mohammed Imran Ali Akhtar, è stato ritenuto colpevole di uno stupro, un concorso in stupro e tre abusi sessuali; Nabeel Kurshid, di due stupri e un abuso; Iqlak Yousaf e Tanweer Ali entrambi di due stupri e due abusi; Salah Ahmed El-Hakam, di uno stupro e Asif Ali di due abusi sessuali; il settimo componente di due stupri. Il ​​16 novembre sarà pronunciata la sentenza nei loro confronti. Davanti alla Corte è emerso che gli uomini usavano alcol, droghe, minacce e violenza per abusare delle ragazze in varie località di Rotherham: nel parcheggio di un supermercato e nei parchi Clifton Park e Ulley Country Park. «Una ragazza, che all’epoca aveva 14 anni, ricevette cannabis e fu portata a Sherwood Forest da Nabeel Kurshid, Iqlak Yousaf e un terzo uomo. Gli uomini poi si alternarono a stuprarla, avvertendola che se non avesse fatto come le era stato detto, sarebbe stata lasciata lì» narra la Bbc. A causa degli abusi la ragazza rimase incinta e fu costretta ad abortire. Nel corso del processo gli imputati hanno negato le accuse contro di loro, sostenendo che le ragazze stavano mentendo o che quello che era successo era stato consensuale. Tuttavia, nel luglio 2015, Ali Akhtar fu registrato da una delle vittime mentre cercava di scoprire se avesse parlato con la polizia. Nella registrazione ha detto: “Il fatto è che era un momento sbagliato quando Shatan [il diavolo] ti sussurra e ti dice: “Goditi la vita, prendi droghe”. Vuole che tu faccia haram [atti proibiti da Allah]”. Una conferma, se mai ci fosse bisogno, della commistione tra religione islamica e violenze sessuali: infatti la Sura 24 del capitolo IV del Corano consente ai musulmani di fare schiave le donne infedeli ed abusare di loro (vedi link a fondo pagina).
L’APPELLO PUBBLICO A FORNIRE INFORMAZIONI ANONIME


Alcuni agenti della National Crime Agency del Regno Unito che indaga sugli stupri seriali

«Le sfide sono enormi ed è per questo che abbiamo bisogno di più persone che ci aiutino in modo che possiamo fare di più e farlo più rapidamente – scrive ancora la Nca sulla pagina dedicata all’Operazione Stovewood lanciando un appello a tutti i cittadini per fornire informazioni in modo anonimo – È ora più facile per la gente fornire informazioni direttamente alla squadra che studia gli abusi sessuali su minori a Rotherham tra il 1997 e il 2013. Un nuovo portale accessibile su https://mipp.police.uk consente che le informazioni possano essere fornite dai cittadini senza che debbano prendere il telefono o entrare in una stazione di polizia, cosa che speriamo incoraggi le persone a farsi avanti». Il portale è ospitato sul Home Office Large Major Enquiry System (HOLMES): un sistema informatico nazionale utilizzato dalle forze dell’ordine del Regno Unito per l’investigazione di gravi come omicidio, reati seriali, alto valore e crimine transfrontaliero che consente agli agenti di gestire enormi quantità di informazioni e intelligence.
L’INCHIESTA SUL TRAFFICO E LO SFRUTTAMENTO DI ESSERI UMANI
Proprio nelle scorse settimane la stessa Nca ha smantellato anche un’organizzazione dedita ai moderni crimini di schiavitù e alla tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale attraverso l’ultimo filone dell’inchiesta Project Aidant. Ben 73 persone sono finite dietro le sbarre: 24 per i reati di schiavitù, 19 per il controllo della prostituzione, mentre i rimanenti per varie accuse tra cui concorso allo stupro, riciclaggio di denaro e reati di immigrazione. L’attività di indagine si è incentrata sull’utilizzo di siti Web di servizi per adulti (ASW) da parte dei trafficanti per pubblicizzare le vittime dello sfruttamento sessuale, con 16 potenziali vittime identificate. Oltre all’attività di contrasto con le forze di polizia, l’Nca ha collaborato con l’ONG Stop The Traffik per sensibilizzare alla differenza tra il lavoro sessuale e lo sfruttamento sessuale e incoraggiare la segnalazione di sospetti circa il traffico di esseri umani. «Sebbene alcune persone scelgano di lavorare nell’industria del sesso, sappiamo che altri sono costretti a farlo contro la loro volontà, incapaci di andarsene, minacciati di violenza contro di loro o la loro famiglia – ha dichiarato Tom Dowdall, il vicedirettore della Nca – Questa attività, che ha richiesto mesi di pianificazione, mirava a identificare e tutelare le vittime dello sfruttamento sessuale e arrestare i loro trafficanti. Abbiamo aiutato le forze di polizia ad identificare al meglio le vittime dello sfruttamento sessuale che vengono pubblicizzate su Internet».
L’operazione Stovewood contro gli stupri sui minori, il progetto Aidant per la repressione della riduzione in schiavitù ai fini di sfruttamento sessuale con la pubblicità su internet delle vittime sono due grandi inchieste che rivelano gli aspetti drammatici di gravissimi reati divenuti seriali nella società multiculturale del Regno Unito per la presenza massiccia di stranieri di educazione musulmana ed origine africana o asiatica. Come confermato anche dall’ulteriore inchiesta di cui abbiamo già riferito in un altro articolo che portò all’arresto di una banda di pakistani ritenuti responsabili di violenze sessuali ai danni di 631 minorenni a Londra. Numeri da brivido che invocano prudenza verso ogni concezione buonista sull’integrazione di molti immigrati islamici seguaci del Corano: proprio il libro sacro di Maometto, infatti, legittima la riduzione in schiavitù e gli abusi sessuali nei confronti delle donne di altra fede religiosa (vedi link sotto).
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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I COSPIRATORI CONTRO ASSAD

IDLIB, ULTIMO COVO DELL’ISIS
NELLA SIRIA MARTORIATA
DA COSPIRAZIONI OCCIDENTALI:
DALLA RIBELLE PAGATA DA SOROS
E SOSTENUTA DAL BILDERBERG,
ALL’EX 007 BRITANNICO
A CAPO DEGLI ELMETTI BIANCHI


Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Il rischio di una tragedia umanitaria ad Idlib lamentato in questi giorni da un presidente di quegli Usa che nell’ultimo secolo hanno sparso carneficine e bombe in mezzo mondo dichiarando di esportare democrazia e liberare nazioni dai dittatori, salvo a volte dare l’investitura ad altri peggiori, è la fasulla giustificazione propalata a lettori spurficiali dai media troppe volte schierati secondo il mainstream occidentale. Il “veto” all’attacco congiunto di Siria, Russia ed Iran alla provincia che nasconde l’ultima sacca di ribelli e jihadisti non giunge affatto per preoccupazioni filantropiche bensì per una tremenda circostanza: quel baluardo della resistenza rivoluzionaria è l’unica estrema scusa che ha l’occidente per continuare a tenere i piedi in Siria dopo aver investito centinaia di milioni di euro nel vano tentativo di far cadere il governo di Bashar al Assad, riconfermato alla presidenza nel 2014 con un consenso dell’88 %. Qualora fosse liberata dai terroristi-ribelli l’ultima provincia ostile ogni ingerenza sulla Siria di Usa, Inghilterra e Francia, la triplice alleanza che da sempre sostiene il Consiglio Nazionale Siriano (Cns: gli antagonisti di Assad in esilio) favorendo il dilagare del Daesh – Isis e contribuendo in modo determinate a provocare 500mila vittime, risulterebbe come un vero e proprio attacco alla sovranità nazionale senza la minima scusante internazionale. Gli attacchi dell’Esercito regolare siriano sono cominciati l’altro giorno con i primi bombardamenti alle postazioni militari dei ribelli preparando il terreno all’avanzata. Oggi a Tabriz (Iran) si terrà una riunione tra Russia, Iran e Turchia per valutare l’operazione in quanto il presidente turco Erdogan è fortemente contrario all’iniziativa temendo un rafforzamento degli Hezbollah libanesi, filoiraniani, in Siria, alla stessa stregua di Israele che solo per assurda prevenzione ha più volte lanciato missili sui soldati di Teheran alleati di Assad: anche in questi giorni. Intanto i ribelli hanno preparato la difesa facendo saltare tutti i punti sul fiume Oronte, che tra Hama e Idlib costituisce la linea del fronte tra lealisti e rivoltosi, interrompendo così i collegamenti con l’esterno nonostante la già grave penuria di cibo e acqua che affligge la popolazione. Ciò che sconcerta è che nessuna delle potenze internazionali che paventano la tragedia umanitaria abbia fatto il minimo passo per cercare di convincere i ribelli-terroristi ad arrendersi evitando una certa sconfitta.
Comprendere in ogni sfumatura la guerra civile che dal 2011 insanguina il paese non è facile in quanto fin da parecchi anni prima dello scoppio del conflitto armato è stata condotta una campagna di disinformazione orchestrata con uomini esperti e mezzi sofisticati come dimostereò più avanti citando nomi e cognomi degli occidentali, camuffati da attivisti umanitari e benefattori, al soldo della congiura contro la Repubblica Araba di Siria. Intrecci inquietanti rivelati dettagliatamente in un articolo del 12 luglio 2012 scritto da Charlie Skelton sul quotidiano di Manchester The Guardian e integralmente tradotto in italiano dal sito Vietatoparlare dove si evidenzia ad esempio che il primo finanziamento degli Usa ai ribelli risale al 2006, che una delle principali esponenti del Cns ha ruoli operativi in varie società di strategie politico militari europee finanziate dallaOpen Society Foundation di George Soros ed è stata più volte ospite del Bilderberg, e si scopre che il direttore dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (OSDH) trascorre più tempo ad aiutare la moglie nel suo negozio di vestiti a Coventry che a studiare le problematiche siriane. Incrociando un’altra fonte, la rubrica gli Occhi della Guerra de Il Giornale, ecco il profilo del fondatore dei famosi Elmetti Bianchi – sulla carta premiati volontari dei soccorsi ma ritenuti da molti mistificatori della realtà come nelle fakenews sugli attacchi chimici – ovvero un ex ufficiale britannico, già agente segreto dell’intelligence e per alcuni anni persino mercenario di guerra.
I MOTIVI DI UNA GUERRA CIVILE
In molti hanno cercato di sviscerare i veri motivi di questo accanimento dell’occidente contro un paese come la Siria dove sono persino le suore cristiane (suor Iole di Damasco) a benedire il presunto regime di Assad. Si è spacciato come movente la ricchezza dei giacimenti petroliferi siriani ed il contenzioso tra i progetti di due pipeline per portare gas naturali dal Medioriente all’Europa riducendo la dipendenza di quest’ultima dalla Russia: si tratta della Qatar-Turkey Pipeline che dal paese arabo dovrebbe arrivare in Turchia e Grecia ma passando dalla Siria e della Islamic Pipeline, il gasdotto alternativo che partirebbe dall’Iraq per giungere in Iran, Siria ed Europa. Quest’ultimo è il progetto caldeggiato dalla triplice alleanza tra Russia, Siria e Iran e motiva il diniego di Assad al primo progetto voluto dal Qatar. Orbene se queste sono certamente concause fondate tra le ragioni della guerra a giudizio di chi scrive i principali motivi sono altri due: il primo è di natura geopolitica militare, il secondo religioso. Il governo di Assad è infatti quello che ha riconfermato la presenza dell’unico sbocco sul Mediteraneo della Russia. La base navale russa di Tartus è un’installazione della marina militare russa situata nel porto dell’omonima città siriana. La base è classificata ufficialmente come un centro di supporto logistico. Tartus è l’unica installazione marittima russa nel Mediterraneo e permette alle navi da guerra russe di non dover rientrare nelle basi sul Mar Nero per la manutenzione. Risale all’epoca dell’Unione Sovietica, essendo stata costruita nel 1971 dopo un accordo tra l’URSS e la Siria Ba’th e, fino alla guerra civile siriana, è stata gestita da personale navale russo. L’installazione possiede due moli galleggianti lunghi 100 metri e può ospitare fino a quattro navi di medie dimensioni. Nel gennaio 2017 Russia e Siria hanno perfezionato un accordo per estendere il controllo russo sulla base per altri 49 anni e dare alla Russia sovranità sul territorio della base. Questo permetterà alla Russia di espandere le potenzialità dell’installazione per poter ospitare fino a 11 navi da guerra, incluse quelle a propulsione nucleare. Ecco quindi spiegato perché Usa e alleati hanno fatto di tutto per rovesciare Assad: per togliere alla Russia il suo unico porto sul Mediteraneo. Accanto alla motivazione militare c’è quella religiosa: la Siria è retta da un governo laico nel quale convivono pacificamente molte confessioni religiose tra cui gli Sciiti (16 %), gli Alawiti (di derivazione Sciita), che fanno riferimento all’unico partito politico Ba’th, i Cristiani e i Sunniti che sono in maggioranza (74 %): ma proprio le frange estremiste di questi ultimi ed in particolare i Salafiti mirano ad imporre una teocrazia ispirata alla legge coranica della Sharia simile a quella degli altri paesi arabi del Golfo Persico, a maggioranza sunnita, che, come vedremo, hanno finanziato ampiamente i ribelli.
I FINANZIAMENTI OCCIDENTALI
«Tornate un momento all’inizio del 2006 e troverete un annuncio del Dipartimento di Stato a proposito di una nuova “opportunità di sovvenzionamento”, chiamato il “Syria Democracy Program”. Con una offerta di sovvenzione per un totale di 5 milioni di dollari per l’anno fiscale federale 2006. L’obiettivo di questa sovvenzione? “Accelerare il lavoro dei riformatori in Siria”». Come spiega Skelton sul Guardian è in quel momento che comincia ufficialmente il finanziamento pubblico Usa agli antagonisti di Assad anche se i contatti tra il Consiglio Nazionale Siriano dei ribelli e il Governo Usa iniziarono già nel 2005. Ma alcuni anni dopo non appena la lotta armata entra nel vivo sono gli arabi a muoversi: «In questo momento il denaro affluisce in modo più rapido che mai. A inizio giugno 2012, il Syrian Business Forum è stato promosso a Doha da alcuni leader dell’opposizione, tra cui Wael Merza (segretario generale del CNS). “Questo fondo è stato creato per sostenere tutte le componenti della rivoluzione in Siria”, ha dichiarato Merza. Il livello di questo fondo? Circa 300 milioni di dollari. La provenienza del denaro non è del tutto chiara, per quanto Merza abbia fatto allusione “ad un forte sostegno finanziario degli Stati arabi del Golfo per il nuovo fondo” (AlJazeera). Al momento del suo avvio, Merza ha detto che circa 150 milioni di dollari erano già stati spesi, in parte per L’Esercito Libero Siriano (ELS)». Ovvero i ribelli anti Assad.
LA “RIBELLE” KODMANI AL BILDERBERG



Bassma Kodmani, la siriana portavoce del Consiglio Nazionale Siriano che sostiene i ribelli

Secondo il giornalista britannico la più importante portavoce ufficiale del Consiglio Nazionale Siriano in opposizione ad Assad è l’universitaria siriana residente a Parigi Bassma Kodmani. Ella è componente dell’ufficio esecutivo del Cnse incaricata degli affari esteri. Nel 2012 prese parte per la seconda volta alla riunione del Bilderberg dove, nel 2008, era iscritta come francese prima di essere registrata come “internazionale” data la sua crescente caratura nel mondo delle relazioni internazionali.
Già nella Ford Foundation di New York, per la quale a Il Cairo era direttrice del programma di governance e di cooperazione internazionale, nel settembre 2005 viene nominata direttrice esecutiva dell’Arab Reform Initiative (ARI): un programma di ricerca avviato da una grossa organizzazione di lobbying, il Council of Foreign Relations (CFR). «Il CFR spiega il giornalista Skelton – è un thinktank d’élite in materia di politica estera, l’Arab Reform Initiative viene presentata sul suo sito web come un “progetto del CFR”. Più precisamente, l’ARI è stata avviata da una organizzazione interna al CFR chiamata US/Middle East Project – un gruppo di diplomatici di alto livello, di finanzieri e di ufficiali della Intelligence, il cui obiettivo ufficiale è quello di intraprendere una “analisi politica” regionale mirante a “prevenire i conflitti ed a promuovere la stabilità”. L’US/Middle East Project persegue questi obiettivi sotto la supervisione di un consiglio internazionale presieduto dal generale in pensione Brent Snowcroft già consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti. Accanto a lui, nell’ufficio internazionale ritroviamo il suo collega in geo-strategia Zbigniew Brzezinski e Peter Sutherland, l’amministratore delegato di Goldman Sachs International. Dunque, fin dal 2005, abbiamo che una parte del fior fiore della finanza e dell’intelligence in occidente seleziona Kodmani per dirigere un progetto di ricerca sul Medio oriente. Nel settembre di quell’anno, Kodmani viene nominata direttrice a tempo pieno del programma. Prima ancora, sempre nel 2005, il CFR aveva assegnato il “controllo finanziario” del progetto al Centre for European Reform (CER). E’ qui che entrano in scena gli Inglesi.
Il CER è sotto la supervisione di lord Kerr, il vice presidente di Royal Dutch Shell. Incaricato della gestione quotidiana del CER, abbiamo Charles Grant, ex redattore capo della rubrica difesa di The Economist ed attualmente membro dell’European Council on Foreign Relations (ECFR), un “thinktank paneuropeo”, pieno di diplomatici, industriali, di professori e di primi ministri. Nella lista dei suoi membri, troverete il nome: “Bassma Kodmani (Francia/Siria) – Direttrice Esecutiva, Arab Reform Initiative”. Altro nome sulla lista: George Soros – il finanziere la cui organizzazione a scopo non lucrativo “Open Society Foundations” è una delle principali fonti di finanziamento dell’ECFR. A questo livello il mondo della finanza, della diplomazia, dell’industria, dell’intelligence e diverse fondazioni e istituti di strategia politica si ritrovano tutti insieme e là, in mezzo a tutto questo, si trova Kodmani. Ciò che interessa – scrive ancora il reporter del Guardian – è che Kodmani non è una qualsiasi militante filo-democratica che per caso si è trovata davanti un microfono. Ella dispone di referenze diplomatiche impeccabili: riveste il ruolo di direttrice di ricerca all’Accademia diplomatica Internazionale – una “istituzione indipendente e neutrale che ha per missione quella di promuovere una diplomazia moderna”. L’Accademia è presieduta da Claude Cousseran, un ex capo della DGSE: il servizio di controspionaggio estero francese».



Il plutocrate George Soros

Ecco quindi in poche righe svelati i collegamenti tra la principale attivista del Consiglio Nazionale Siriano, ufficiali del Pentagono, imprenditori petroliferi, finanzieri come Soros e per finire anche i servizi segreti francesi. Sarebbe lungo enunciare tutti gli ulteriori personaggi che hanno avuto ed hanno un ruolo strategico primario nella pianificazione del tentativo di destituzione di Assad che, senza l’appoggio di Vladimir Putin, avrebbe sicuramente avuto successo. Consigliando di leggere tutto l’articolo del giornalista inglese (link a fondo pagina) ci soffermiamo pertanto solo sull’analisi dei personaggi che sono dietro a due dei più mediatici soggetti operanti sul fronte della Siria. O meglio: sul fronte della Gran Bretagna visto che entrambi hanno avuto gestazione oltre Manica: gli Elmetti Bianchi e l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, due associazioni spesso citate dal maintream dei media internazionali quali fonti autroevoli degli avvenimenti in Siria ma che come vedremo risultano addirittura faziose e propalatrici di fakenews
GLI ELMETTI BIANCHI DEL MILITARE BRITANNICO



La divisa e le dotazioni dei White Helmets

Lasciamo il newspaper di Manchester e passiamo a Il Giornale di Milano per farci illuminare dal dovizioso reportage di Roberto Vivaldelli nella rubrica Gli occhi della guerra pubblicato il 15 aprile scorso sui White Helmets: «James Le Mesurier, oltre ad essere un ex ufficiale dell’intelligence britannica, è conosciuto soprattutto per essere l’addestratore e il fondatore degli Elmetti bianchi siriani, gli stessi che accusano Bashar al-Assad di aver usato armi chimiche a Douma contro la popolazione lo scorso 7 aprile. L’ex militare, in un breve articolo pubblicato pochi giorni fa, si esprime con grandi certezza e con la consueta visione manichea sul conflitto siriano: “Il Regno Unito e altri governo chiedono un’indagine su quest’ultima tragedia siriana per stabilire se sia stato utilizzato un ordigno chimico e per chiarire chi sia il responsabile. Ma a me e ad altre persone con esperienza delle atrocità commesse in Siria, e avendo parlato con i testimoni a Douma, è già chiaro che le morti sono state causate da bombe chimiche. È anche chiaro ai White Helmets, che hanno localizzato i movimenti degli aerei, che l’attacco è stato effettuato con un elicottero Mi-8 pilotato dall’aviazione della Repubblica araba siriana. Sulla base dei video e delle fotografie che ho visto e della testimonianza che ho ascoltato”, osserva, “concludo che le armi chimiche sono state usate dal regime”». Peccato che tutto questo dettagliato racconto si scontrò contro una macroscopica certezza: nel mese di luglio gli ispettori internazionali dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) dopo scrupolose indagini rivelarono che a Duma non vi era traccia alcuna di uso di armi chimiche. Intanto però la notizia era rimbalzata su tutti i media e ciò fu sufficiente a Usa, Inghilterra e Francia per sparare dalle loro navi 105 missili sui presunti laboratori di bombe vietate.




Il lancio di un missile tomahawk da una nave americana ormeggiata vicino alle coste siriane


Ma come nota Il Giornale la storia di Le Mesurier è già sufficiente a renderlo una fonte inattendibile: «Come molti altri ufficiali dell’esercito britannico, ha frequentato la Royal Academy of Military, dove si è diplomato con il massimo dei voti, ricevendo la Medaglia dalla Regina. In seguito ha servito l’esercito britannico in molti teatri di guerra. In particolare, ha lavorato come capo dell’intelligence inglese a Pristina, in Kosovo, prima di lasciare l’esercito e andare a lavorare per le Nazioni Unite, dichiarando che “l’aiuto umanitario è più efficace di un esercito nei teatri di guerra”». Un’affermazione che pare però in aperto contrasto con altre attività di Le Mesurier: «Prima della fondazione dei White Helmets, Le Mesurier ha ricoperto ruoli di prim’ordine nell’Olive Group, un’organizzazione privata di mercenari che da allora si è fusa con Blackwater-Academi in quello che oggi è conosciuto come il Constellis Holdings. Poi, nel 2008, Le Mesurier ha lasciato il gruppo Olive dopo essere stato nominato alla direzione della Good Harbor Consulting, presieduto da Richard A. Clarke: un veterano della sicurezza nazionale statunitense sotto le amministrazioni Bush e Clinton – aggiunge il giornalista de Gli Occhi della Guerra – Dopo essersi unito a Good Harbor, Le Mesurier si è trasferito ad Abu Dhabi, dove si è specializzato in gestione del rischio, pianificazione di emergenza e protezione delle infrastrutture critiche. Ha addestrato una truppa a protezione dei giacimenti di gas degli Emirati e ha gestito la sicurezza della Coppa del Golfo del 2010 nello Yemen. Gli Emirati, come sappiamo, insieme alle altre monarchie del Golfo, hanno ampiamente finanziato e supportato l’opposizione armata contro Bashar al-Assad. Nel 2013 Le Mesurier ha fondato in Turchia gli Elmetti bianchi siriani». Ai quali sono giunti finanziamenti principalmente dal Foreign and Commonwealth Office, il dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero, e dagli Usa che destinavano alla Ong ben 200 milioni l’anno ridotti a 6,6 dall’amministrazione Trump.



Alcuni Elmetti Bianchi mentre spostano il cadavere di un uomo giustiziato dalla Corte Islamica

Com’è noto gli 800 White Helmets nel luglio scorso sono stati evacuati dalla Siria attraverso la Giordania, lasciandosi dietro però parecchie ombre sul loro operato. A sostenerlo è soprattutto Sputinik News, l’agenzia stampa russa: «Come dimostrano numerosi filmati, diffusi dalle stesse organizzazioni ribelli siriane, i “Caschi Bianchi” sono, in verità, parte attiva del sistema di terrore ed intimidazione imposto da Jabhat al-Nusra e da altre organizzazioni jihadiste nei territori sotto il loro controllo. Uno di questi video, messo su Internet il 16 maggio 2015, è stato girato ad Al Jasim ovvero una città di quella provincia di Daraa da cui provengono molti degli 800 “Caschi” evacuati in Giordania. In quel video si vedono tre militanti dell’organizzazione portar via il cadavere di un uomo appena giustiziato con tre colpi alla testa su ordine di una Corte Islamica. In un altro filmato, girato sempre nel 2015 nella città di Haritan, i “Caschi Bianchi” con annessa barella per il morituro assistono alla sentenza di un tribunale di Jabhat al-Nusra e all’immediata esecuzione del condannato con un paio di colpi alla testa. Ma i “Caschi Bianchi” sono stati soprattutto il braccio della propaganda jihadista ed hanno realizzato e distribuito i più importanti video utilizzati per commuovere l’Occidente e convincerlo del coinvolgimento del regime siriano nei vari attacchi chimici attribuitigli senza reali prove dal 2013 ad oggi».
L’OSSERVATORE SUI DIRITTI CHE VENDE VESTITI



Rami Abdulrahman, direttore dell’Osservatorio sui Diritti Umani in Siria

Torniamo invece al reportage di Skelton del 2012 per comprendere al meglio l’attività di un’altra organizzazione divenuta preziosa fonte dei media internazionali: «La giustificazione “dell’inevitabile” intervento militare è la crudeltà del regime del presidente Assad: le atrocità, i bombardamenti, le violazioni dei diritti dell’uomo. L’informazione qui è cruciale e una sola fonte domina su tutte le altre per ciò che riguarda la diffusione di informazioni sulla Siria. Viene ogni volta citata: “Il direttore dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (OSDH) ha dichiarato alla Voice of America che i combattimenti e i bombardamenti hanno ucciso almeno 12 persone nella provincia di Homs” – scrive ancora The Guardian – L’OSDH viene comunemente utilizzata come fonte unica di informazione e di bilanci statistici. Ma chi sono quelli dell’ Osservatorio Siriano per i Diritti Umani? “Essi”, sono Rami Abdulrahman (o Rami Abdel Rahman), che risiede a Coventry. Secondo un dispaccio Reuters del dicembre dell’anno scorso: “Quando non risponde alle telefonate della stampa internazionale, Abdulrahman non è lontano da casa, solo più giù, in strada, nel negozio di abbigliamento che gestisce con sua moglie”. Questo nome, “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani”, suona così rispettabile, così inattaccabile, così obiettiva. E tuttavia quando Abdulrahman e la sua “ONG con sede in Gran Bretagna” costituiscono la sola fonte di molte informazioni su un argomento così importante, sarebbe ragionevole sottoporre questo organismo ad un esame un po’ più approfondito di quello che è stato fatto fino ad oggi.
Questo Osservatorio non è comunque la sola fonte siriana di informazione della quale ci si potrebbe fidare ciecamente o quasi… Un combattente importantissimo di questa battaglia per guadagnare gli spiriti e i cuori è il giornalista USA e blogger per il Daily Telegraph, Michael Weiss».
Come spiega sempre Skelton, Weiss è anche il direttore della comunicazione e delle relazioni pubbliche della Henry Jackson Society «un think tank di politica estera ultra-ultra-bellicista. Tra i padrini della Henry Jackson Society, figurano: James “ex boss CIA” Woolsey, Michael “segretario alla sicurezza interna” Chertoff, William “PNAC (Project for a New American Century)” Kristol, Robert “PNAC” Kagan, Joshua “Bomb Iran” Muravchick e Richard “Principe delle Tenebre” Perle. La società è diretta da Alan Mendoza, consigliere capo del gruppo parlamentare inter-partito sulla sicurezza internazionale e transatlantica».
Non credo serva aggiungere altro per sostenere che la cruenta guerra civile in Siria deve finire al più presto per mettere una pietra tombale su queste spudorate cospirazioni internazionali: la conquista di Idlib è un passo fondamentale verso la pace nella Repubblica Araba di Siria. Se Usa, Francia Inghilterra vogliono rendersi utili, invece di minacciare Assad che sta cercando di ripristinare la legalità nel paese catturando gli ultimi ribelli e jihadisti, cerchino di convincere i rivoltosi ad una resa immediata nell’interesse di una popolazione e di bambini spesso usati come ostaggio e scudi umani dai guerriglieri impietosi dell’Isis.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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ALTRE STRAGI DI CIVILI IN SIRIA

NEL SILENZIO DEI MEDIA
LA RUSSIA ACCUSA GLI USA:
120 VITTIME IN UN MESE
PER GLI ATTACCHI AEREI
CON BOMBE FUORILEGGE.
E L’ISIS TORNA AD UCCIDERE

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Dopo la tregua concordata da Russia e Turchia per creare una zona protetta intorno alla provincia di Idlib, ultima roccaforte di jihadisti di Al Nusra (e in piccola parte Isis) che controllano quasi tuti i centri abitati, dopo l’attacco missilistico franco-israeliano contro le basi degli Hezbollah e il drammatico incidente dell’Ilyushin 20, l’aereo russo da ricognizione abbattuto per errore dalla contraerea siriana con 15 soldati a bordo, l’attenzione dei quotidiani sulla Siria si è affievolita dando spazio solo al rafforzamento militare voluto da Vladimir Putin, proprio in risposta all’aggressione di Israele, con l’installazione di nuovi miciliali sistemi antimissile. All’inizio di ottobre infatti la Russia ha ceduto all’esercito governativo di Bashar al Assad quattro lanciatori S-300PMU-2 Favorit, pari a sedici missili pronti al lancio, con un raggio di intercettazione di 200 km. Ma nei territori del martoriato paese mediorientale il sangue scorre ancora a fiotti: nel silenzio dei media occidentali l’agenzia d’informazione Russia Today ha stilato il bilancio di una guerra tutt’altro che fredda che solo nell’ultimo mese ha mietuto 120 vittime tra i civili «a causa di indiscriminati attacchi della coalizione a guida Usa nella Siria orientale» come sostenuto dal ministero della Difesa russo nel summit di ieri. A questi si aggiungono i 32 civili, tra cui 7 bambini, uccisi in un solo raid a fine settembre. E ciò che rende ancora più drammatico e riprovevole questo spargimento di sangue è che sarebbe avvenuto per mezzo di bombardamenti effettuati con l’uso di «munizioni vietate dalle convenzioni internazionali». Una denuncia che si aggiunge all’allarme per una recrudescenza della pericolosità dell’Isis nell’area vicina all’Irak controllata dagli alleati degli Usa, a dispetto dei proclami di successo degli americani, grazie alle continue tensioni tra le milize curde SDF-YPGY e la Turchia. Un’atmosfera che rischia di diventare incandescente e surriscaldare le complesse relazioni diplomatiche col rischio di nuovi combattimenti anche a causa dell’operazione di pattugliamento congiunto di militari turchi e statunitensi avviato ieri a Manbij, regione settentrionale che vede la forte presenza dei curdi. Quasi una provocazione ai danni di quest’ultimi che potrebbe incrinare l’alleanza con gli americani.
GLI ATTACCHI AEREI SUGLI INSEDIAMENTI SIRIANI



Distruzione in Siria ad opera degli attacchi aerei della coalizione a guida Usa: la città di Kafr Batna, © Reuters / Omar Sanadiki; (R) Reuters / Charles Platiau

Come riportato da Russia Today il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha spiegato che il «carattere non selettivo» e la «bassa efficacia» degli attacchi aerei della coalizione facente capo agli Usa sono la causa principale del delle vittime, tra cui si contano anche numerosi combattenti curdi; una circostanza tanto più assurda se si considera che le forze di difesa popolare curde Ypg (emanazione del Partito Democratico Curdo – PYD) guidano le milizie multietniche di arabi, turcomanni e cristiani siriaci delle Forze Democratiche Siriane alleate di Washington e ormai ben radicate nell’ampio territorio settentrionale del Rojava. E’ un quadro inquietante quello tracciato dall’alto ufficiale dell’esercito di Mosca, il quale spiega che la vita nelle aree controllate dagli Stati Uniti è “un macello” e la situazione di Raqqa ne è un esempio lampante: «la città è stata “spazzata via” dagli attacchi aerei e migliaia di corpi sono ancora sotto le macerie degli edifici distrutti». Di particolare gravità il fatto denunciato dal generale Konashenkov dell’uso di «munizioni vietate dalle convenzioni internazionali». Una grave violazione già segnalata il mese scorso dall’agenzia di stampa ITAR-TASS in modo cicostanziato: «L’8 settembre 2018, due aerei da combattimento F-15 della forza aerea statunitense hanno sferrato attacchi aerei sull’insediamento di Hajin con l’uso di bombe al fosforo, provocando gravi incendi e si stanno verificando le informazioni su vittime e danni».


La liberazione di Raqqa ad opera delle Forde Democratiche Siriane. foto Reuters

Le organizzazioni per i diritti umani avevano invece ripetutamente lanciato l’allarme sulle conseguenze delle operazioni per la liberazione di Raqqa. A giugno, Amnesty International ha redatto un rapporto schiacciante sulla distruzione e il massivo bilancio di vittime causato dai bombardamenti della coalizione. Ha dichiarato che i civili sono rimasti letteralmente intrappolati nella città mentre le Forze Democratiche Siriane (SDF), appoggiate dagli attacchi aerei americani, erano impegnate nei combattimenti coi terroristi. Non solo: l’organizzazione umanitaria ha anche contestato il fronte a guida Usa per aver diffuso “cifre artificiosamente basse sulle vittime civili accidentali”. In particolare, la Combined Joint Task Force, la coalizione occidentale di matrice Nato responsabile dell’operazione Inherent Resolve in Iraq e in Siria, ha ammesso che il numero di persone “involontariamente uccise” dagli attacchi ha superato il migliaio: gli ultimi dati, forniti dalla stessa missione, riferiscono di almeno 1114 civili morti per i bombardamenti tra l’agosto 2014 e la fine di settembre 2018. Ma secondo l’Ondus (l’Osservatorio per i diritti umani in Siria) nello stesso periodo le vittime civili sono state 3.331: tra i morti anche 826 bambini e 615 donne.
LA STRATEGIA USA STA FACENDO RISORGERE L’ISIS


Una mappa della Siria aggiornata ad agosto con le aree controllate dalle differenti fazioni: rosso: Esercito della Repubblica Araba di Siria; verde: ribelli FSA (Free Siyrian Army); giallo: curdi SDF-YPG; bianco: islamisti Tahrir al-Sham già Al-Nusra, costola di Al Qaeda; grigio: ISIS, evidenziato coi cerchi neri per le piccole porzioni di territorio che occupa nella Valle dell’Eufrate e a Idlib

«A parte le vittime civili, la “povera” strategia di Washington – così come quella dei suoi alleati – ha fatto sì che solo lo Stato islamico (IS, ex ISIS) riconquistasse alcuni dei territori persi in precedenza come Hajin, As-Susah, As Safana e Al Marashda» ha rimarcato il portavoce della Difesa russo evidenziando, senza incolpare direttamente gli Usa, che «i terroristi sono ancora riforniti di armi moderne» e che si sta cercando di rintracciare le rotte di tali forniture. Una situazione paradossale che si riflette come un boomerang sulle stesse truppe alleate della coalizione come ben illustra un altro articolo di Russia Today. Da una parte infatti Washington afferma che lo Stato Islamico è stato completamente eliminato dalla Siria proprio grazie ai suoi sforzi militari, dall’altra i recenti attacchi dell’Isis dimostrano che, nella Siria orientale controllata da Usa ed alleati, il terrorismo è ben lungi dall’essere stato sgominato. «I militanti dello Stato Islamico (IS, precedentemente ISIL / ISIS) hanno colpito nel segno nella provincia orientale di Deir ez-Zour, più vicino al confine con l’Iraq, uccidendo oltre 40 combattenti sostenuti dagli americani in un’offensiva lanciata durante una tempesta di sabbia – scrivono i giornalisti di RT – L’attacco, verificatosi in un’area controllata dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti d’America, accade poche settimane dopo che il presidente Donald Trump si era vantato del fatto che il gruppo terroristico fosse stato “decimato». A sottolineare la criticità della situazione è anche un docente statunitense e la sua spiegazione può essere sintetizzata nel concetto proverbiale “tra i due litiganti il terzo gode”. Gran parte del merito della cacciata dell’Isis dal territorio settentrionale siriano va infatti attribuita ai combattenti curdi appoggiati dagli Usa che però da sempre hanno aperto un conflitto latente con la confinante Turchia, alleato NATO di Washington. «Combattere tra fazioni in competizione in Siria ha dato al gruppo terroristico quasi sconfitto un po’ di respiro per “giocare avanti e indietro” – ha dichiarato ai giornalisti di Russia Today il professor Joshua Landis, direttore del Center for Middle East Studies presso l’Università dell’Oklahoma – Tutti i vicini circostanti della Siria, compreso il governo siriano (più volte attaccato da Israele perché aiutato dagli Hezbollah libanesi, sciiti filoiraniani – ndr) hanno avuto altri nemici da combattere e altre preoccupazioni». E grazie alla natura caoitica del conflitto l’autoproclamato Stato Islamico ha trovato la possibilità di mantenere un punto d’appoggio in Siria.
I PATTUGLIAMENTI TURCHIA-USA MINACCIA PER I CURDI


Mezzi pesanti dell’esercito della Turchia in azione in Siria

Un ulteriore elemento di tensione in questo clima già arroventato potrebbe derivare dagli ultimi accordi militari stipulati tra Usa e Turchia. A segnalarlo è la redazione del sito Analisi Difesa in un articolo di ieri. «Prende il via oggi l’annunciato pattugliamento congiunto di militari di turchi e statunitensi a Manbij, regione strategica nel nord della Siria dove sono presenti le milizie curde dell’YPG ritenute “terroriste” da Ankara» scrivono gli esperti di strategie belliche. Una mobilitazione che riporta a galla anche le tensioni tra i governi di Assad e di Erdogan in merito all’accordo di pace turco-russo per preservare la provincia di Idlib come zona demilitarizzata; una tregua digerita obtorto collo dall’Esercito Siriano che era già pronto a sferrare l’attacco finale ai teroristi di Al Nusra ed Isis rifugiati nella loro ultima roccaforte accanti agli alleati occasionali, i ribelli della FSA (Free Syrian Army), ma ha dovuto cedere alle pressioni diplomatiche di Mosca intenzionata a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con Istanbul e, soprattutto, a non concedere scuse a Washington per avviare nuove rappresaglie missilistiche. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha precisato che «in questo momento non ci sono problemi nell’implementazione del memorandum su Idlib. Entro la fine dell’anno l’apertura delle strade che collegano Aleppo ad Hama e Latakia sarà completata. Tutto sta andando secondo i programmi». Una dichiarazione con cui Cavusoglu replica alle accuse del suo omologo siriano Walid al Mouallem, secondo cui Ankara non sta rispettando la sua parte dell’accordo, che prevede il ritiro delle armi pesanti e dei gruppi radicali (soprattutto i qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra) dalla zona demilitarizzata intorno ad Idlib.
L’OFFENSIVA DELL’ISIS NELLA VALLE DELL’EUFRATE


Giovanissimi mlitanti dello Stato Islamico con la bandiera nera dei terroristi jihadisti dell’Isis

Queste continue divergenze sotterranee, motivate dal semplice fatto che tutte le fazioni in gioco (americani, turchi, curdi, Sdf e persino israeliani) vogliono portarsi a casa una fetta di territorio siriano come premio quando sarà definitivamente sconfitto lo Stato Islamico, hanno contribuito a mettere in difficoltà i curdi lungo il confine con l’Iraq, nel sud est della Siria. Come spiega sempre Analisi Difesa lì «continuano gli aspri scontri tra le SDF appoggiate dagli USA e le forze dell’Isis che contrattaccando nell’area di Baghuz hanno inflitto severe perdite agli attaccanti, rimpiazzati da nuovi rinforzi giunti da Kobane per tentare di riprendere il controllo del distretto di Hajin, situato tra l’Eufrate e la città di confine di Abukamal. In quell’area la controffensiva dello Stato Islamico, che secondo l’Onu dispone ancora di 30 mila uomini sul posto, è così intensa da aver costretto anche gli iracheni a inviare rinforzi. Il premier iracheno Adel Abdel Mahdi ha ordinato ieri (martedì 30 ottobre) l’invio di rinforzi militari al confine nella regione di al-Anbar, per sostenere le milizie sciite (PMU) impegnate contro i terroristi islamici nella valle dell’Eufrate, sul lato siriano del confine. Media iracheni precisano che nella notte l’Isis ha lanciato un attacco con artiglieria contro postazioni militari irachene sul valico frontaliero di Abukamal/Qaim in cui sarebbero morti quattro soldati iracheni».
In questo panorama di sangue, morti, macerie e continui scontri armati si stagliano sempre più encombiabili le figure di due statisti dal sangue freddo e la mente lucida: Bashar Al Assad e Vladimir Putin, che hanno già vinto la loro guerra scongiurando massacri che i bombardamenti a tappeto avrebbero potuto causare e preservando le aree mediterranee e nevralgiche della Siria, da Damasco al porto russo di Tartus, e cercano di tenersi distanti dai fronti ancora aperti nelle zone controllate dalla coalizione Usa, dai curdi delle Forze Democratiche Siriane, dai turchi e dagli ultimi ribelli di Isis ed Al Nusra. La sensazione è però quella che abbiano ragione sia il generale russo che l’esperto statunitense: il macello infernale creato da Barack Obama e da molti cospiratori anti Assad, tra cui inglesi, francesi e persino George Soros, con supporti logistico-militari e finanziamenti sia ai ribelli che persino ai terroristi dell’Isis, pare ancora ben lontano dalla fine. E l’orizzonte assai lontano da quella pace che possa donare ai vivi la misericordia per commemorare, senza più odio e sete di vendetta, mezzo milione di morti di un’assurda guerra civile: un evitabile olocausto scientificamente studiato dagli occidentali per rovesciare un governo nemico ed imporre una democrazia politicamente più compiacente verso gli affari di Usa, Francia ed Inghilterra e l’integralismo degli arabi sunniti.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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PREGHIERA PER TUTTI I SANTI


 


01 NOVEMBRE

SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI

PREGHIERA AI SANTI DEL PARADISO
O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie. 

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi! 

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.


O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l'ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l'oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria 


O Dio, Padre buono e misericordioso, ti ringraziamo perchè in ogni tempo
tu rinnovi e vivifichi la tua Chiesa, suscitando nel suo seno i Santi: attraverso
di essi tu fai risplendere la varietà e la ricchezza dei doni del tuo Spirito di amore.
Noi sappiamo che i Santi, deboli e fragili come noi, hanno capito il vero senso della vita, sono vissuti nell'eroismo della fede, della speranza e della carità,
hanno imitato perfettamente il Figlio tuo, ed ora, vicini a Gesù nella gloria, sono nostri modelli e intercessori.
Ti ringraziamo perchè hai voluto che continuasse tra noi e i Santi la comunione
di vita nell'unità dello stesso Corpo mistico di Cristo.
Ti chiediamo, o Signore, la grazia e la forza di poter seguire il cammino 
che essi ci hanno tracciato, affinché alla fine della nostra esistenza terrena
possiamo giungere con loro al beatificante possesso della luce e della tua gloria.

LITURGIA DI TUTTI I SANTI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Ap 7,2-4.9-14
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».


  SALMO  

Sal 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 


 SECONDA LETTURA 

1Gv 3,1-3
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.


 VANGELO 

Mt 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».