giovedì 18 ottobre 2018

Ma ci facci il piacere..! Florilegio Montiniano


SANTI MA PUR SEMPRE UMANI!

Presentiamo ai lettori alcune citazioni di Paolo VI, ulteriori rispetto a quelle ben note sul constatato ma non contrastato fumo di Satana nel tempio di Dio, sulla Chiesa in autodistruzione, sul culto dell’uomo etc. etc. Citazioni che si manifestano, a motivo del modernismo che ad esse soggiace, molto attuali. 







 Risultati immagini per paul vi

• Piena avvertenza e deliberato consenso

Non più il latino sarà il linguaggio principale della Messa, ma la lingua parlata. Per chi sa la bellezza, la potenza, la sacralità espressiva del latino, certamente la sostituzione della lingua volgare è un grande sacrificio: perdiamo la loquela dei secoli cristiani, diventiamo quasi intrusi e profani nel recinto letterario dell’espressione sacra, e così perderemo grande parte di quello stupendo e incomparabile fatto artistico e spirituale, ch’è il canto gregoriano. Abbiamo, sì, ragione di rammaricarci, e quasi di smarrirci: che cosa sostituiremo a questa lingua angelica? È un sacrificio d’inestimabile prezzo. E per quale ragione ? Che cosa vale di più di questi altissimi valori della nostra Chiesa? La risposta pare banale e prosaica; ma è valida; perché umana, perché apostolica. Vale di più l’intelligenza della preghiera, che non le vesti seriche e vetuste di cui essa s’è regalmente vestita; vale di più la partecipazione del popolo, di questo popolo moderno saturo di parola chiara, intelligibile, traducibile nella sua conversazione profana. Se il divo latino tenesse da noi segregata l’infanzia, la gioventù, il mondo del lavoro e degli affari, se fosse un diaframma opaco, invece che un cristallo trasparente, noi, pescatori di anime, faremmo buon calcolo a conservargli l’esclusivo dominio della conversazione orante e religiosa?” (Udienza Generale del Mercoledì, 26 novembre 1969).
Infatti poi, tolto l’ostacolo del latino – palesemente proclamato come resa linguistica della Tradizione – le chiese sono state invase da folle di fedeli devoti … La famosa preveggenza dei santi! Vien da pensare che i modernisti si portino dietro un po’ di jella, oppure che dietro vi sia qualche piano prestabilito.

L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi e spazio al chiuso
Prima messa in italiano, 7 marzo 1965. Il Concilio era ancora aperto, il Novus Ordo non l’avevano ancora inventato, ma il tavolino per la cena già aveva sostituito l’altare della Messa.


• Alle origini della “misericordina”

Notiamo soltanto un criterio informatore di questo insegnamento conciliare: l’ottimismo. Cioè la Chiesa del Concilio ha guardato il mondo un po’ come Dio stesso guardò dopo la creazione la stupenda e sconfinata opera sua: vide, Iddio, dice la Scrittura, che tutte le cose da Lui create, erano bellissime. Sì, la Chiesa ha voluto oggi considerare il mondo, in tutte le sue espressioni, cosmiche, umane, storiche, culturali, sociali, eccetera, con immensa ammirazione, con grande rispetto, con materna simpatia, con generoso amore. Sì, così ogni cosa. Non già che la Chiesa abbia chiuso gli occhi sui mali dell’uomo e del mondo – il peccato soprattutto, ch’è la rovina radicale, ch’è la morte, e poi la miseria, la fame, il dolore, la discordia, la guerra, l’ignoranza, la molteplice e sempre minacciosa caducità della vita e delle cose dell’uomo -; non ha chiuso gli occhi, ma li ha guardati con accresciuto amore, come il medico guarda l’ammalato, come il Samaritano il disgraziato lasciato ferito e semivivo sul sentiero di Gerico. Ha detto bene il vostro illustre interprete: la Chiesa ha scoperto il suo volto di Madre amante e perdonante”. (Discorso al Patriziato e alla Nobiltà Romana, 13 gennaio 1966)

Si sa che prima dell’8 dicembre 1965 (giorno di chiusura del Concilio Vaticano II) la Chiesa, costantinian-temporalista e arroccata sul cumulo dei suoi privilegi, squartava ferocemente i peccatori nelle tetre cantine dei lugubri palazzi dell’Inquisizione. Lo dicono pure nei documentari della National Geographic! Dopo questa presa di coscienza, invece, lasciate da parte nella pratica quelle cosucce che sono il peccato originale e il peccato attuale, la “Chiesa” ha capito chi essa sia veramente e quindi “Chi sono io per giudicare?”
Risultati immagini per paul vi
• Mea culpa 

“Se in noi si deve riconoscere qualche colpa per questa separazione, con umile supplica chiediamo perdono a Dio, e chiediamo perdono a quei Fratelli se ritengono di essere stati da noi offesi”. (Allocuzione di apertura della II Sessione del Concilio, 29 settembre 1963).

Da questa frase che non è stata pronunziata su un aereo, ma da un bel trono recante gli stemmi di Leone XIII, deduciamo che Fozio, Lutero e “simile lordura” (Inf. XI, 60) non erano totalmente nel torto e che un po’ ecumenismo spinto non può farci che bene



Immagine correlata
Con Atenagora “patriarca” materialiter di Costantinopoli, eretico, scismatico e pure massone






L'immagine può contenere: 3 persone, persone sedute
Con il dottor Ramsey, in arte Arcivescovo di Canterbury


• Sua Umiltà

“Questo incontro, voi tutti lo comprendete, segna un momento semplice e grande. Semplice, perché voi avete davanti un uomo come voi; egli è vostro fratello, e fra voi, rappresentanti di Stati sovrani, uno dei più piccoli, rivestito lui pure, se così vi piace considerarci, d’una minuscola, quasi simbolica sovranità temporale, quanta gli basta per essere libero di esercitare la sua missione spirituale, e per assicurare chiunque tratta con lui, che egli è indipendente da ogni sovranità di questo mondo. Egli non ha alcuna potenza temporale, né alcuna ambizione di competere con voi; non abbiamo infatti alcuna cosa da chiedere, nessuna questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere, quello di potervi servire in ciò che a Noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà e amore” (Discorso all’ONU, 4 ottobre 1965)

Ci mancherebbe altro che il Vicario di Dio si innalzi sui principi temporali! Bisogna essere umili e, deposta la tiara da “padre dei principi e dei re e reggitore del mondo” orpello di quella Chiesa, fare i camerieri dei poteri del mondo e chiedere pure “permesso” al Soros di turno.



Immagine correlata
Deposizione della Tiara il 21 novembre 1964


• Catto-modaioli 

“A noi preme moltissimo che questo «spirito di rinnovamento» (è così che si esprime il Concilio: Optatam totius, in fine) sia da tutti compreso e tenuto vivo. Esso risponde all’aspetto saliente del nostro tempo, ch’è tutto in rapida ed enorme trasformazione, cioè in via di produrre novità in ogni settore della vita moderna. Sorge infatti spontaneo nella mente il confronto: tutto il mondo si cambia e la religione no? non si produce fra la realtà della vita e il cristianesimo, quello cattolico specialmente, una difformità, un distacco, un’incomprensione reciproca, una mutua ostilità, l’una corre, l’altro sta fermo: come possono andare d’accordo? come può pretendere il cristianesimo d’influire oggi sulla vita? Ed ecco la ragione delle riforme intraprese dalla Chiesa, specialmente dopo il Concilio” (Udienza generale del 2 luglio 1969)

Sembra di leggere l’intervento di Kasper al Sinodo sulla Famiglia o il solito Papa Francesco che si scaglia contro i rigidi-fossilizzati-gnostici-pelagiani, ma no … Dopotutto se il mondo va verso le perversioni pian piano ci si deve adeguare. Teniamo a mente che il modernista vede nel supposti bisogni della parimenti supposta coscienza collettiva del popolo la voce di Dio, una nuova rivelazione dello Spirito Santo. Vogliamo forse opporci al popolo, che “unido jamás será vencido”?



L'immagine può contenere: 2 persone
Con il Cardinale Suenens di Bruxelles, progressista, contestatore agguerrito della Humanae Vitae. Amici amici, poi ti fregano la bici!


• Mai abrogato?

Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II”(Allocuzione Concistoriale, 24 maggio 1976).

Benedetto XVI, si sa, nel famoso Motu Proprio ha ribaltato questa lapidaria sentenza del Predecessore. Intanto, quante persecuzioni per i sacerdoti e i fedeli legati ai riti della Tradizione della Chiesa Romana? Persecuzioni, che al netto di certo grottesco trionfalismo, non sono finite!
Immagine correlata
• Islamofilia ed ecumenismo del sangue

“Come esprimervi la Nostra profonda soddisfazione di incontrarvi, la Nostra gratitudine per aver voluto corrispondere al Nostro vivo desiderio di salutare, attraverso voi, le grandi comunità musulmane sparse per l’Africa, permettendoci così di esprimervi il Nostro grande rispetto per la fede che voi professate e i Nostri voti affinché ciò che è comune fra noi unisca sempre più cristiani e musulmani in una fraternità autentica? Permetteteci di confidarvi che, dal Nostro arrivo sulla terra d’Africa, Noi non abbiamo cessato di portare nella Nostra preghiera e nel Nostro cuore il destino umano e spirituale di tutti gli uomini d’Africa, nella profonda convinzione che la credenza comune di milioni di essi nell’onnipotente non poteva che attirare sull’Africa i benefici che essa può attendere dalla sua Provvidenza, dal suo Amore, e, in primo luogo, l’unità e la pace tra i figli dell’Africa. Sì, Noi siamo sicuri di essere in comunione con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, quando Noi imploriamo l’Altissimo di suscitare nel cuore di tutti i credenti dell’Africa il desiderio della riconciliazione, del perdono sì spesso raccomandato nel Vangelo e nel Corano, affinché sui luoghi dove infierisce ancora la guerra, cessi di risonare il terribile interrogativo di Jahvé a Caino: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida dalla terra fino a me!» (Gen. 4, 10). Questa è la grande intenzione del Nostro pellegrinaggio in questi luoghi sacri: non una manifestazione di potenza o di prestigio, ma l’umile e ardente invocazione della Pace presso i gloriosi protettori dell’Africa, testimoni dell’Amore fino al dono della loro vita. Come non assoceremmo Noi a questa testimonianza di pietà e di fedeltà dei martiri cattolici e protestanti la memoria di quei confessori della fede musulmana, la cui storia ci ricorda che sono stati i primi, nel 1848, a pagare con la vita il rifiuto di trasgredire le prescrizioni della loro religione? Che su questo suolo, impregnato del sangue versato in comune dai figli generosi delle comunità cattoliche, protestanti e musulmane dell’Uganda, si levi, per tutta l’Africa, il sole della Pace e dell’amore fraterno! Possa questo Nostro incontro con voi, Signori Rappresentanti dell’Islam, essere l’annunzio e l’inizio di una unità alla quale Dio ci chiama insieme ad operare per la sua più grande gloria e per la felicità dell’Africa” (Pellegrinaggio in Uganda, Discorso ai Signori Dignitari e Rappresentanti dell’Islam, 1° agosto 1969).

“Stesso Dio”, “religione di pace”, etc etc … Riproposizioni raffinate o meno della solita velenosa minestra di Nostra Aetate. Ci duole notare che tutte queste umilissime preghiere, rivolte non si bene a chi, all’Africa non hanno punto giovato! Anzi, tutt’altro!
UNA PRECE
Immagine correlata

Circa le polemiche sulle canonizzazioni


Tempo fa un lettore del blog mi ha chiesto cosa penso al riguardo di alcune canonizzazioni sulle quali sono sorte delle polemiche. Ecco la mia risposta. 
Nel Giorno del Giudizio vedremo tra i santi tante persone che a noi non sembravano “particolarmente sante”, e vedremo tra i dannati tanti altri personaggi che invece ci sembravano pii e zelanti. Solo Dio conosce davvero le nostre coscienze ed è in grado di giudicarci equamente.

Molte persone fanno cose che in sé per sé sono peccaminose o perlomeno "non opportune", ma se compiute in buone fede possono addirittura essere meritorie per la vita eterna. Lasciamo che a giudicare gli altri sia Dio, e viviamo tranquilli.

Anche se una persona viene dichiarata santa, questo non significa che noi dobbiamo condividere tutte le scelte, le idee e le azioni da lei fatte nel corso della vita terrena. Per esempio io non condivido che San Pietro, prima di essere rimproverato da San Paolo, evitava di farsi vedere in pubblico in compagnia dei cristiani non circoncisi, non condivido che San Vincenzo Ferrer abbia appoggiato per un certo periodo un antipapa, non condivido che San Giuseppe Calasanzio abbia dato la sua fiducia a una persona che poi ne abusò e gli fece passare dei guai, non condivido alcune sentenze morali di Sant'Alfonso Maria de Liguori che non sono condivise da altri dotti autori, ecc. Eppure considero sante queste persone, le amo e mi affido alla loro intercessione (specialmente di Sant'Alfonso).

Del resto, non ho mai sentito in giro che qualcuno abbia avuto un miracolo dopo aver invocato Erode, Giuda, Stalin, ecc. Mentre in genere i santi, prima di essere canonizzati, devono aver compiuto alcuni miracoli. O meglio, Dio deve aver compiuto dei miracoli per loro intercessione. Dunque, se il Signore ha ritenuto opportuno esaudire le loro preghiere di intercessione, mica posso oppormi all'operato dell'Altissimo. Dio sapeva bene che quei miracoli sarebbero stati utilizzati per innalzare agli onori degli altari certe determinate persone, eppure li ha compiuti lo stesso. Posso io criticare i decreti della Santissima Trinità? Assolutamente no! Ciò che a Lui piace, piace anche a me, ciò che Lui vuole, lo voglio anche io.

I classici manuali di Teologia insegnano che le canonizzazioni sono atti infallibili, quindi l'anima di una persona canonizzata sta sicuramente in paradiso. Ad esempio l'autorevole Padre Joachim Salaverri (1892-1979) nel trattato "De Ecclesia" del manuale "Sacrae Theologiae Summa" dice che la Chiesa rivendica l'infallibilità per i decreti solenni di canonizzazione dei Santi (ed. IV, Matriti, 1958, p. 747). Il dotto Mons. Antonio Piolanti (1911-2001) nel "Dizionario di Teologia dommatica" afferma: "[…] la canonizzazione è un giudizio definitivo, infallibile, precettivo del culto" (IV ed., Studium, 1957, p. 59). Bene, ne prendo atto e mi adeguo senza problemi, venerando come sante tutte le persone canonizzate. Se poi qualcuno crede alle assurde teorie sedevacantiste, a me queste cose non interessano e non le condivido per nulla.

Cordiali saluti in Gesù e Maria.

Cordialiter
http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Papi/PaoloVI/Paolo_VI_santo_Toto_ma_mi_facci_il_piacere.jpg


Chiesa & Massoneria, incontro manda in tilt due diocesi


Prosegue l'Operazione loggia lanciata dal cardinal Ravasi per avvicinare Chiesa e Massoneria. Dopo Siracusa tocca a Gubbio. Le cattoliche Acli e il GOI domani insieme per un "dialogo possibile" dove la dottrina cade sotto i colpi di una prassi conciliante. Imbarazzo in diocesi ad Assisi, che, dopo la telefonata della Nuova BQ, cancella la notizia dal sito. E irritazione a Gubbio, il cui vescovo ha provato, invano, a non pubblicizzare l'evento a cui presenzierà il Gran Maestro Bisi. Ora però serve una posizione chiara per fermare l'agenda cattomassonica. 




Chiesa e Massoneria, ci risiamo. Chi pensava che l’evento organizzato lo scorso anno a Siracusa fosse stato solo un esperimento isolato, dovrà ricredersi e iniziare a valutare che l’agenda della neo Chiesa punta anche a sdoganare grembiulini & logge. D’altra parte bisogna tenere presente che tutto è partito con la lettera del cardinal Ravasi al Sole 24 Oreche si era rivolto ai “cari fratelli massoni” iniziando così il lungo cammino di sdoganamento, che ora passa inevitabilmente da incontri ambigui come quello di cui parliamo oggi. La seconda tappa del processo di avvicinamento con la Massoneria fa sosta a Gubbio dove venerdì si terrà un incontro che nel titolo e nella locandina, anche nell’immagine scelta del Dio col compasso, è del tutto simile a quello di Siracusa di un anno fa: Chiesa e Massoneria. Un dialogo possibile? Dove il punto di domanda serve in forma retorica per orientare già affermativamente il giudizio.


Vediamo. E’ organizzato dall’Acli di Fossato di Vico, diocesi di Assisi, ma si svolgerà a Gubbio, che è un’altra diocesi. Dunque, un’associazione che nel nome richiama la sua appartenenza cristiana. La diocesi di Assisi, nel cui territorio ricade il comune di Fossato pubblica la nota stampa dell’evento sul suo sito, facendo così sembrare la cosa in tutto e per tutto sponsorizzata dal vescovo Sorrentino.

Il comunicato è pieno di ambiguità e trappole. A cominciare dalla motivazione con la quale si organizza l’incontro che vedrà la presenza del vertice del GOI italiano, Stefano Bisi (in foto), il pastore valdese Pawel Andrzej Gajewski e un religioso cattolico, Don Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Fonte Avellana.

“La manifestazione – si legge sul sito dell’Acli e della diocesi di Assisi - suscita particolare interesse in un momento storico nel quale, a fronte della posizione ufficiale di inconciliabilità tra fede ed iscrizione alla Massoneria da sempre affermata dalla Chiesa Cattolica, al suo interno si riaffacciano posizioni più dialoganti ed aperte, quale quella espressa di recente dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura”.

Ecco spiegato perché, a fronte di decine e decine di encicliche, documenti, lettere e prese di posizione con le quali la Chiesa in tre secoli ha comminato alla Massoneria più capi di scomunica del comunismo, ci si fa forza per ribaltare l’orientamento negativo utilizzando una lettera maldestra di un cardinale a un giornale. Operazione che non sta in piedi dal punto di vista della ratio e della logica, ma che viene spacciata come magisteriale.

Non poteva mancare, poi, il coinvolgimento dell'aneddotica letteraria su Papa Francesco nel giustificare l’evento: “In una fase delicata del Pontificato di Francesco, Papa di un cristianesimo egualitario più che identitario, e in un momento di rinnovata propensione dei credenti verso l’apertura a nuovi mondi ed alle diversità, l’incontro promosso dal Circolo A.C.L.I. e Grande Oriente d’Italia potrebbe far ripartire la costruzione di “ponti” i cui cantieri, in passato, avevano aperto possibilità di riconciliazione poi mai maturate”.

Quando si dice che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi: per dialogare sotto copertura della diocesi di Assisi, le Acli hanno scelto un'obbedienza Massonica apertamente laicista, progressista, antidogmatica ed esoterica, come si può evincere dalle costituzioni del GOI. Che dialogo potrà mai essere possibile con tale realtà?

E ancora: "Dialogo", "costruzione di ponti", "riconciliazione". Si tratta dell’ennesimo tentativo che vede congiunti due mondi apparentemente diversi, quello catto-liberal-progressista e quello massonico. La loro mèta: dal dialogo allo sdoganamento della Massoneria all'interno della Chiesa. La strategia è chiara: prima si diffonde tra i cattolici un pensiero massonico o simil-massonico, quale appunto quello liberal-progressista, che oramai ha conquistato una larga fetta del cattolicesimo "alla PD" e poi con questa nuova mentalità, si arriva a giustificare tutto. Non solo la comunione ai divorziati risposati che non vogliono vivere casti e indulgenza-tolleranza-simpatia verso la prassi LGBT, ma anche la doppia appartenenza a Chiesa e a Massoneria.

Significativo poi il passaggio in cui si ribadisce la contrarietà della dottrina, ma si accettano le posizioni più dialoganti. E’ l’ormai onnipresente stile utilizzato anche per altre vicende della prassi sganciata dal Magistero di sempre, che sovrasta la dottrina fino ad annacquarla o anestetizzarla.

E’ dunque la riconciliazione l’obiettivo ufficiale di questi incontri? Messa nero su bianco da una diocesi italiana che ne promuove la diffusione? E il dialogo è possibile con realtà che sono apertamente nemiche della Chiesa? No, in realtà il dialogo non è assoluto, non è un comandamento evangelico né un modus operandi cattolico, soprattutto quando le finalità del dialogo sono così smaccatamente ambigue.

Significativo poi è il fatto che, mentre a Siracusa la Chiesa era ospite di un evento promosso dalla loggia locale, a Gubbio invece l’evento è promosso e organizzato di concerto dalle Acli e dal GOI. Con la benedizione della diocesi di Assisi. Possibile?

Per scoprirlo la Nuova BQ ha iniziato a indagare e ha scoperto che in realtà l’evento è il risultato di una somma di gaffe e pressapochismo su cui facilmente si sono innestate le logge.

“L’evento viene fatto a Gubbio perché qui c’è una forte tradizione muratoria – ci spiega Sante Pirrami, presidente dell’Acli di Fossato – noi abbiamo fatto girare la cosa e sono felice che la diocesi abbia deciso di pubblicarla sul suo sito, ma formalmente le due diocesi, quella di Assisi e quella di Gubbio non figurano tra i promotori che siamo noi e il GOI”.

Chiediamo: "Ma i vescovi erano informati?". “Sì abbiamo informato tutti i vescovi della zona attraverso i nostri canali comunicativi – ha proseguito Pirrami -. Non vedo dunque il perché di eventuali critiche, anzi abbiamo avuto incoraggiamenti da parte di ambienti universitari”. In quanto all’esoterismo nascosto negli statuti del GOI, Pirrami è tranchant: “Noi non parleremo di queste cose, anzi parleremo anche degli elementi di inconciliabilità, ma accanto a questi ci sarà spazio per discutere anche della figura dell’architetto dell’Universo. C’è chi lo chiama Dio e chi lo chiama Grande architetto, non vedo dove sia lo scandalo. E’ su questo che verterà il confronto”.

Con premesse di questo tipo è chiaro che l’incontro di domani sarà ad alto tasso esplosivo. Ma che cosa ne pensano le due diocesi che vengono lambite e tirate in ballo dalla conferenza? Qui inizia il secondo tempo della nostra inchiesta. A Gubbio il clima non è dei migliori. Fonti vicine al vescovo Luciano Paolucci Bedini ci parlano di un’iniziativa controversa che non è piaciuta per nulla al pastore di Gubbio.

“Per quanto riguarda l'organizzazione, il vescovo non ne sapeva nulla – ci spiega una persona informata dei fatti -, ma posso dirle che il nostro vescovo non era affatto felice tant’è vero che ha provato a far togliere l’avviso dal settimanale delle diocesi umbre. Ma ormai, la notizia era in stampa…”.



Ad Assisi invece la reazione è di stupore e imbarazzo: “No, la diocesi non c’entra nulla – ci risponde l’ufficio stampa – infatti non c’è il nostro logo”. Facciamo notare che la notizia è stata data sul sito della diocesi che si presume condivida dunque l’incontro. “No, in realtà…no. Insomma, non sappiamo perché la cosa sia finita sul sito diocesano”. L’imbarazzo nella cittadella di San Francesco è palpabile.

Così palpabile che poche ore dopo la nostra telefonata, come d’incanto, la notizia sparisce dal sito diocesano. Arriva anche una telefonata chiarificatrice: “Abbiamo chiesto al vescovo Domenico Sorrentino e ha detto di non sapere nulla di questo incontro. Tanto più che, anche recentemente, ha scritto proprio contro la Massoneria. Ci dispiacerebbe se il nome della diocesi venisse associato a questo evento di cui non condividiamo le finalità”. Perché allora la notizia è finita sul sito? La risposta però è un misto di scuse maldestre e sviste.

E’ mancato dunque un controllo? O forse la diocesi, dopo aver ricevuto la nostra telefonata e informatasi sulle polemiche che su internet stanno iniziando a montare, ha pensato bene di smarcarsi? Chissà, quel che è certo è che l’agenda cattomassonica prosegue nonostante un vescovo, quello di Gubbio, non abbia mancato di manifestare in privato la sua contrarietà e quello di Assisi, abbia provato con imbarazzo a fare marcia indietro e smarcarsi.

L’incontro però, al momento è confermato, garantiscono le Acli, che portano avanti il buon nome del cattolicesimo così a la page. Se ci dovessero essere sviluppi ulteriori, questi non potranno che arrivare dai due vescovi coinvolti, i quali, a questo punto devono decidere da che parte stare: se prendere le distanze e condannare l’incontro portato avanti da una realtà che si definisce cattolica o se invece fare finta di niente, ma di fatto, lasciando che l’agenda dell’Operazione loggia prosegua inarrestabile con il placet del potente Prefetto della Cultura, Ravasi. In questo caso si moltiplicheranno sul territorio iniziative di questo tenore. E’ una scelta di campo che potrebbe portare a sviluppi deleteri e di totale annichilimento dell'identità cattolica.

Andrea Zambrano

La cosa: lo scioglimento del permafrost siberiano rivela creature terrificanti (FOTO)

Il cast del teschio Elasmotherium sibiricum al Museum für Naturkunde, Berlino.


L'unicorno siberiano - a lungo ritenuto essere morto fuori 350.000 anni fa - era in realtà ancora vivo solo 29.000 anni fa, secondo l'analisi di un cranio ben conservato trovato nella regione Pavlodar del Kazakistan.


Gli appassionati di unicorno saranno delusi dall'apprendere che la creatura estinta - conosciuta anche come Elasmotherium sibiricum - aveva più in comune con i rinoceronti o con i mammut lanosi che con gli unicorni romanzati. 

Si ritiene che sia stato alto fino a 2 metri (6,6 piedi) e 4,5 metri (14,7 piedi) di lunghezza. Aveva un peso di ben quattro tonnellate ed era dotato di un grosso corno nel mezzo della fronte.
Fossil of Elasmotherium - scattate le foto al Natural History Museum, Londra

I ricercatori della Tomsk State University sono riusciti a datare la bestia pelosa a circa 29.000 anni fa, grazie alle tecniche di datazione al radiocarbonio. Ritengono che l'esemplare scoperto in Kazakistan fosse un maschio, ma non hanno ancora determinato la causa della sua morte.

"Molto probabilmente, il sud della Siberia occidentale era un refugium, dove questo rinoceronte ha perseverato il più lungo rispetto al resto della sua gamma", ha detto Andrey Shpanski, uno dei ricercatori, come citato da Science Alert .

"C'è un'altra possibilità che potrebbe migrare e dimorare per un po 'nelle aree più meridionali".

Oltre agli antichi virus giganti sepolti sotto il permafrost, l'irsuto unicorno siberiano avrebbe condiviso la taiga e la tundra con una miriade di altri strani personaggi. 

mammut

Il mammut lanoso meglio conservato al mondo, Lyuba , di 42.000 anni fa, è stato trovato vicino al fiume Yuribey nelle montagne russe degli Urali nel 2007 e da allora ha visitato musei in tutto il mondo.

Mostro non identificato
© Yakutian-Sakha Inform Agency / ysia.ru

Questa creatura è stata scoperta nella miniera di diamanti a cielo aperto del terzo più profondo del mondo, Udachnaya, vicino alla città di Udachny nella Repubblica di Sakha.

Non è ancora stato identificato correttamente, ma la speculazione è diffusa perché potrebbe essere un dinosauro o i resti nodosi e mummificati di uno zibellino o di una martora. Si stima che risalga a 252 milioni di anni fa.

Le zanne affilate indicano che questo mostro, qualunque cosa fosse, aveva un gusto per la carne.

Leoni siberiani

© Accademia delle scienze di Yakutia

Il permafrost della Siberia ha anche contribuito a preservare questi due leoni delle caverne estinti, che sono stati trovati nella Repubblica di Sakha nel 2015. La Panthera spelaea ha vagato la Terra durante il Pleistocene medio e tardo, circa 781.000 a 11.700 anni fa.

Denisovans

I Denisovani erano antichi pre-umani, che differivano geneticamente da persone come Neanderthal, Cro-Magnon e Homo heidelbergensis. Sono fuggiti dal freddo pungente della Siberia prendendo rifugio nelle caverne. I resti scoperti nella regione russa dell'Altaj nel 2010 si ritiene risalgano a 110.000 anni fa.



I resti di 2500 anni di una siberiana " Principessa di Ukok " straordinariamente ben conservata sono stati scoperti sull'altopiano di Ukok sulle montagne dell'Altaj nel 1993. I resti della donna erano pieni di tatuaggi e fu ritrovata sepolta con una troupe di cavalli e una piccola scorta di cannabis.

L'aereo di Melania Trump costretto a tornare alla base dopo "problemi meccanici" riempie la cabina di fumo

L'aereo di Melania Trump costretto a girarsi dopo "problemi meccanici" riempie la cabina di fumo
L'aereo della First Lady Melania Trump è stato costretto a tornare alla base dopo che il fumo ha riempito la cabina e un odore acre si è diffuso 10 minuti dopo la sua partenza dalla Joint Andrews Air Force Base.

L'aereo era appena decollato dalla base aerea poco prima delle 9, quando gli agenti dei servizi segreti saltarono su e corsero verso la parte anteriore della cabina. Il fumo ha cominciato a riempire l'aereo, e i giornalisti a bordo hanno riferito che un odore di bruciato diventava più forte.

L'entourage ha tenuto gli asciugamani bagnati sulle loro facce fino a che l'aereo non ha toccato in sicurezza la base militare. La signora Trump è stata vista scendere dall'aereo da Andrews e sembrava essere in ottima salute.

Ai giornalisti è stato detto che l'aereo ha avuto un "problema meccanico di poco conto", che un membro dell'equipaggio è derivato da una "unità di comunicazione malfunzionante", sebbene la Casa Bianca non abbia ancora confermato la fonte del problema.

Melania Trump era in viaggio per Philadelfia da Andrews, un breve volo di meno di un'ora. La prima signora era dovuta al Thomas Jefferson University Hospital per visitare i bambini che soffrivano di esposizione agli oppioidi nel grembo materno e parlare con le loro famiglie. Aveva anche programmato di parlare a una conferenza sullo stesso argomento nel corso della giornata.

Secondo un portavoce dei servizi sanitari e umani, Trump continuerà il suo viaggio una volta che un nuovo aereo sarà pronto.

Affrontare la crisi degli oppioidi in America è stata una delle promesse chiave della campagna presidenziale del Presidente Trump, e l'argomento è stato preso in considerazione anche dalla first lady, la cui visita ospedaliera fa parte della sua campagna "Be Best", incentrata sui problemi dei bambini.



I voti di Netanyahu "Israele agirà con grande forza" contro Hamas a Gaza


Il primo ministro israeliano ha esplicitamente ammonito Hamas che l'esercito israeliano si sta avvicinando a un'altra operazione militare in piena regola contro la striscia di Gaza per porre fine alla violenza transfrontaliera.

La pazienza di Tel Aviv sembra essere estremamente sottile rispetto ai sette mesi di violenza lungo il confine tra Israele e Gaza. La nazione ebraica è anche intransigente nel suo impegno di impedire alle barche palestinesi di navigare fino al confine marittimo tra Israele e l'enclave costiera e ha promesso di agire a meno che Hamas smetta di lanciare razzi e palloncini incendiari che minacciano i civili israeliani.

"Israele vede, con grande severità, gli attacchi su di essa lungo la recinzione, sul perimetro di Gaza, su Be'er Sheva, ovunque", ha detto Netanyahu mercoledì dopo che le IDF hanno colpito gli obiettivi di Hamas in rappresaglia contro i missili che hanno danneggiato una casa nella città di Southern Israel di Be'er Sheva. "All'inizio della riunione del gabinetto di questa settimana ho detto che se questi attacchi non si fermeranno, li fermeremo, voglio dirvi oggi che Israele agirà con grande forza".

Le dichiarazioni di Netanyahu hanno fatto eco al messaggio che ha inviato ad Hamas domenica, quando ha avvertito il gruppo militante che "l'esercito israeliano si sta avvicinando a un'attività militare su vasta scala". L'inizio di una possibile incursione militare a Gaza non è ancora stato deciso, ma il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha più volte proposto di autorizzare azioni militari su vasta scala nel territorio palestinese per porre fine alla violenza di confine.

Poco prima che i palestinesi colpissero una casa residenziale a Beersheba all'inizio di mercoledì e lanciassero un altro proiettile nel Mediterraneo, Lieberman ha avvertito che Israele "non è disposto ad accettare il livello di violenza", chiedendo al Gabinetto di autorizzare un'incursione a Gaza, sottolineando che "un un duro colpo per Hamas potrebbe portarci almeno altri cinque anni di silenzio. "



Fino a quando non verrà approvata un'azione militare di questo tipo, Tel Aviv si atterrà a metodi meno coercitivi per convincere Hamas a sedare la violenza. In seguito all'atterraggio della città del sud israeliano mercoledì, Lieberman ha ordinato la chiusura di due posti di blocco alle frontiere di Gaza e l'applicazione di un limite di tre miglia nautiche per le barche da pesca palestinesi. In precedenza, Israele ha fermato le spedizioni di carburante del Qatar nella centrale elettrica di Gaza.

Mentre non sono stati segnalati feriti in nessuno dei due scioperanti mercoledì mattina, Israele ha addossato la responsabilità dei lanci di razzi su Hamas per giustificare l' attacco di 20 siti terroristici all'interno di Gaza e la distruzione di un tunnel terroristico vicino a Khan Yunis. Gli israeliani hanno anche preso di mira un gruppo di militanti durante un tentativo di lanciare missili nel territorio israeliano. Le fazioni palestinesi, tuttavia, hanno negato il lancio dei proiettili, allo stesso tempo, promettendo di continuare le loro proteste ai confini.

"Il popolo palestinese continua a combattere con tutte le sue forze attraverso le proteste conosciute come" La grande marcia del ritorno "e le marce navali per rompere l'assedio, e noi stiamo con la nostra gente, che partecipa settimanalmente a tali attività per raggiungere le loro richieste per la libertà e poter tornare in patria ", si legge nella dichiarazione di Hamas e della Jihad islamica palestinese.

Per evitare un'ulteriore escalation delle tensioni, i negoziatori egiziani hanno tenuto colloqui con i leader di Hamas cercando di mediare un accordo di cessate il fuoco duraturo nel tentativo di evitare una quarta guerra possibile con Israele da quando Hamas ha preso il controllo di Gaza nel 2007. Allarmato dalle nuove violenze e dalla prospettiva ne consegue una nuova guerra su vasta scala simile a Operazione Protective Edge del 2014, l'ONU e l'UE hanno chiesto la riduzione delle tensioni.Le tensioni sono state alte sul confine tra Israele e Gaza dalla fine di marzo, quando i palestinesi hanno iniziato nuove proteste contro l'occupazione israeliana. Più di 204 palestinesi sono stati uccisi e oltre 22.000 altri sono stati feriti dalle forze israeliane da quando è iniziata la Grande Marcia di Ritorno, il 30 marzo. L'uso di forze mortali da parte di Israele è stato condannato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e da numerosi gruppi umanitari. 

La precedente operazione di IDF su larga scala a Gaza è stata montata nel 2014 dopo che tre adolescenti israeliani sono stati rapiti e uccisi da presunti membri dell'ala militare di Hamas. I raid aerei israeliani e la campagna di terra per mettere fine agli attacchi missilistici palestinesi hanno provocato la morte di migliaia di persone, la stragrande maggioranza di loro abitanti di Gaza. Durante l'assalto di 51 giorni, oltre 2.100 palestinesi sono stati uccisi, con altri 10.000 feriti. Da parte sua, Israele ha perso sette dei suoi soldati e cinque civili dal lancio di missili di Hamas. Altri 469 soldati IDF e 261 civili israeliani sono rimasti feriti. La campagna è stata criticata da numerosi gruppi per i diritti umani per il suo uso sproporzionato della forza e le proteste scatenate in tutto il mondo.

Italexit imminente? La maggioranza degli italiani voterebbe per lasciare l'UE come agenda per l'immigrazione

COME CI VEDONO IN RUSSIA SULLA QUESTIONE ITALEXIT...

Italexit incombente?  La maggioranza degli italiani voterebbe per lasciare l'UE come agenda per l'immigrazione


L'Italia si è rivelata più euroscettica di quanto si fosse immaginato dopo che un nuovo sondaggio ha rivelato che la maggioranza degli italiani vuole vedere il proprio paese fuori dal blocco dei 28 membri.

Secondo un sondaggio d'opinione commissionato dall'Eurobarometro di Bruxelles, solo il 44% degli italiani voterebbe per rimanere nell'UE, rispetto alla media degli stati membri del 66%.

La cifra è inferiore persino alla Gran Bretagna, dove una maggioranza (53 percento) voterebbe ancora se avesse un altro referendum UE, mentre il 35 percento voterebbe per il congedo. La Gran Bretagna ha annunciato che si ritirerà dal blocco nel 2016 dopo che il 51 percento dei britannici ha votato per la Brexit.

L'Italia è stata anche l'unico paese nel blocco in cui una maggioranza (dal 45% al ​​43%) pensava che la nazione non avesse beneficiato della sua appartenenza all'UE, riferisce Euronews.

I risultati sono in contrasto con quelli pubblicati a giugno in seguito a un sondaggio Ipsos commissionato dal quotidiano italiano Corriere della Sera, che ha rilevato che il 55 per cento avrebbe ancora votato per rimanere nel blocco, nonostante il declino della fiducia nell'UE.

Commentando i risultati, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha chiesto al blocco di rafforzare gli sforzi per convincere gli Stati membri dell'importanza di rimanere membri dell'UE.

"Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per dimostrare che il sindacato sa come dare risposte veramente efficaci ai principali problemi degli europei, come l'immigrazione, la sicurezza e la disoccupazione ", afferma il quotidiano italiano La Repubblica.

Sebbene il rapporto non specificasse cosa potrebbe aver causato un tale spostamento di sentimento tra gli italiani, il problema in corso dell'immigrazione ha probabilmente svolto un ruolo chiave.

La ricerca ha infatti rilevato che uno sconcertante 71 percento degli italiani vuole che l'immigrazione sia in cima all'agenda durante le elezioni europee del prossimo anno, seguita dall'economia e dalla disoccupazione giovanile.

Alimentati dal Partito della Lega Nord anti-immigrazione, gli italiani sono diventati sempre più disillusi da quello che vedono come l'incapacità dell'UE di prendersi la propria parte dell'onere nel salvare e ospitare i migranti che arrivano dal Mediterraneo.

AFRICA CHIAMA ITALIA, UNA COLLABORAZIONE AUSPICABILE E NECESSARIA

Ieri si è tenuta la giornata di inizio del Vertice UE, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha incontrato a Bruxelles i Vice Presidenti italiani del Parlamento Europeo David Sassoli – PD (S&D) e Fabio Massimo Castaldo – M5S (EFDD). Con loro anche i Capi Delegazione italiani nei gruppi parlamentari del Parlamento Europeo. Nel corso della riunione, si è discusso delle questioni più sensibili attualmente trattate sui tavoli del Consiglio UE e del Parlamento Europeo. È stato concordato l’impegno comune, al di là degli schieramenti politici, di coordinarsi regolarmente per tutelare al meglio gli interessi italiani nell’ambito dell’Unione Europea. In quest’ottica si intende varare opportune forme di coordinamento fra i Parlamentari europei e gli esponenti del  Governo in maniera da garantire un’efficiente sistematicità ai reciproci contatti funzionali. Questa prima occasione di confronto è stata approfondita e molto costruttiva e ha posto le basi per “fare squadra” in maniera più efficace per l’Italia, nel rispetto delle diverse posizioni su determinati temi e della competizione fra i vari schieramenti nella prospettiva delle prossime elezioni europee di maggio 2019. Fra i numerosi argomenti concreti di cui si è parlato, i più urgenti sono stati: il governo dei flussi migratori e la riforma del regolamento di Dublino; la situazione in Libia e la Conferenza di Palermo; il Quadro Finanziario Pluriennale del prossimo bilancio dell’Unione Europea; l’importanza di prevedere nuove e genuine risorse proprie UE; l’incremento degli investimenti in Africa; la preservazione dei fondi per la Politica Agricola Comune, dei fondi per la coesione regionale e dei fondi per l’innovazione tecnologica; il negoziato Brexit, la tutela dei diritti dei cittadini italiani nel Regno Unito e la difesa delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei prodotti sul mercato britannico; la crisi in Venezuela; l’impegno a garanzia dei diritti fondamentali;  le relazioni con la Turchia; l’iniziativa austriaca sulla doppia cittadinanza in Alto Adige; l’evoluzione della questione della nuova sede dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) in trasferimento da Londra e l’andamento dei relativi ricorsi italiani presso la Corte di Giustizia UE.  
Per quanto concerne l'impegno per l'incremento degli investimenti in Africa, l'Italia dovrebbe farsi paese europeo promotore nell'esportazione di tecnologie e know how in quei paesi maggiormente arretrati dove mancano ancora strutture e infrastrutture atte a garantire servizi igienici adeguati, impianti di irrigazione, e impianti per l'acqua potabile, risorsa necessaria, ma carente in troppe zone dell'Africa. Per fare questo, l'Italia ha bisogno di contatti diretti e di collaborazione e coordinamento con l'Unione Africana al fine di concordare quali possano essere le modalità più idonee e mirate per fornire un aiuto concreto al continente africano. In cambio, l'Italia potrebbe ottenere dall'Unione Africana un aiuto concreto nel rimpatrio di tutti quegli africani provenienti da paesi non in guerra, ovvero di quelli che sono stati definiti "migranti economici". L'auspicio di questa futura collaborazione tra Italia e Africa mirerebbe proprio al miglioramento delle condizioni economiche e sociali di quei paesi che hanno causato la fuga di tanti cittadini africani, che nel loro paese non trovano adeguato collocamento e tutele lavorative e sociali. Questo reciproco scambio tra Italia e Unione africana, vuole porsi come obiettivo primario una partnership solida e collaborativa nel raggiungimento del comune interesse per una giustizia sociale e prosperità economica percepita come fondamentale da entrambe le parti. Solo un governo che evita la destrutturazione sociale attraverso l'emigrazione della propria gente verso un futuro migliore altrove, può considerarsi degno di un paese civile. Un paese che rinuncia al talento dei propri giovani e li invia in giro per il mondo a portare ricchezza all'estero, è un paese destinato alla decadenza e all'impoverimento. Gli africani si dimostrano spesso portatori di un talento artistico e artigianale davvero notevoli. Che spreco per l'Africa lasciare che se ne giovino altri paesi. Una lezione che serve anche all'Italia.
CINZIA PALMACCI
   

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,1-9.

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

Oggi San Luca evangelista:

San Luca, evangelista: “Ho deciso … di scrivere per te un resoconto ordinato” (1,3)

La lettura delle sante Scritture è un giardino spirituale e un paradiso di delizie, molto più piacevole del paradiso di una volta. Questo paradiso Dio non l’ha messo sulla terra, ma nelle anime dei fedeli. Non l’ha messo nell’Eden, né in Oriente in un preciso luogo (Gen 2,8), ma l’ha sparso ovunque sulla terra e l’ha esteso fino alle estremità della terra abitata. E affinché tu capisca che ha diffuso le sante Scritture su tutta la terra abitata, senti cosa dice il profeta: “Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola” (Sal 19,5; Rm 10,18)… 
E’ un paradiso che ha anche una sorgente come quello di una volta (Gen 2,6.10), sorgente da cui nascono innumerevoli fiumi… Chi lo dice? Dio stesso che ci ha fatto il dono di tutti i fiumi: “Chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv 7,38)… Questa sorgente è ineguagliabile, non solo per l’abbondanza, ma per la sua natura. Infatti non sono fiumi d’acqua, ma i doni dello Spirito. E’ una sorgente che arriva alle anime di tutti i fedeli, ma non ne è diminuita. E’ data a tutti, ma non si esaurisce… Tutta in tutti e tutta in ognuno: tali infatti sono i doni dello Spirito. 
Vuoi sapere qual è l’abbondanza di questi fiumi? Vuoi conoscere la natura di queste acque? In cosa sono diverse dalle acque di quaggiù, perché sono più buone e più belle? Senti ancora Cristo che parla alla samaritana per capire l’abbondanza della sorgente: “Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14)… Vuoi pure conoscere la sua natura? Usala! Non è utile per la vita di quaggiù, ma per la vita eterna. Passiamo il nostro tempo in questo paradiso: andiamo a bere a questa sorgente.