giovedì 11 ottobre 2018

Mozzate le mani e sfigurato il volto della statua di Gesù nell’Agrigentino

Non è la prima volta che vengono oltraggiate le statua di Gesù e della Madonna. L’arciprete: “E’ una crisi di valori, questi non hanno più nessuna speranza”
“C’è un disagio generale della popolazione. Lo dimostra il fatto che se la prendano con le immagini sacre, per esprimere questo disagio, questa sofferenza. Mi auguro che non ci siano altre situazioni o gruppi interessati a mettere scompiglio nella città. Spero che queste persone prendano coscienza del fatto che non aiutano la serenità della città e loro non raggiungono nessuno scopo. Fanno solo del male agli altri e a loro stessi”. 
Lo dice don Giuseppe D’Oriente, arciprete di Favara, dopo il raid vandalico – l’ennesimo – che ha oltraggiato la statua di Cristo alla Muntagné. Qualcuno ha mozzato le mani e ha sfigurato il volto della statua di gesso di Gesù.

Nato il vitello rosso: portatore dell’apocalisse ebraica

In Israele attendono da millenni la nascita del vitello rosso, il suo sacrificio annuncerebbe la ricostruzione del tempio ed il ritorno del messia.
La nascita di un vitello rosso è diventata un vero e proprio evento in Israele. Il motivo? Secondo i testi sacri infatti si tratterebbe del pre-annuncio della fine del mondo. E’ stato Il The Temple Institute, attraverso un video pubblicato su Youtube, a darne notizia. L’animale è stata esaminata approfonditamente da parte di una serie di rabbini esperti, che hanno confermato la sua candidabilità come giovenca della Bibbia Rossa. Ma sarebbe più opportuno usare il condizionale: gli esperti infatti hanno ammesso che il vitello potrebbe essere “squalificato” per motivi naturali. I capi del Temple Institute hanno fondato il programma Raise a Red Heifer tre anni fa, con l’obiettivo di allevare una mucca perfettamente rossa: ora sarà necessario un controllo di esperti teologi e scienziati per capire se possiede i requisiti profetizzati. L’animale, infatti, non deve avere nessun difetto.
L’annuncio del The Temple Institute israeliano

È nato il vitello rosso, simbolo della fine del mondo per i testi sacri. In particolare, per l’ebraismo il sacrificio di un vitello rosso precederebbe la costruzione del terzo tempio e la nuova venuta del Messia. Ad annunciare la nascita dell’animale è il The Temple Institute, che ha pubblicato su YouTube un video del giovane esemplare nato peraltro in Israele. Ma forse non c’è da preoccuparsi per la nascita “apocalittica” del vitello rosso, che «porta la promessa di ripristinare la purezza biblica nel mondo» secondo i testi sacri. Stando a quanto riportato da Breaking Israel News, questo esemplare è nato dall’impianto “artificiale” di embrioni di red angus in mucche tradizionali. E allora possiamo dormire sonni tranquilli e rimandare a data da destinarsi la fine del mondo. Ma ora tocca agli esperti veterinari e teologici israeliani studiare con attenzione il vitello rosso nato per constatare o meno se si tratti effettivamente del vitello prescelto, annunciatore della fine del mondo.
Il sacrificio del vitello rosso darà il via all’apocalisse

La fine del mondo è vicina? The Temple Institute ha annunciato la nascita di un vitello interamente rosso. Nei testi sacri è scritto che la nascita e il sacrificio di questo animale precede la costruzione del terzo tempio a Gerusalemme, e questo – dopo la distruzione dei due precedenti – annuncia l’arrivo del Messia. I teologi cristiani invece hanno collegato la costruzione del terzo tempio al giorno del giudizio. Il vitello in questione però potrebbe non essere considerato come simbolo della fine del mondo “per cause naturali”, visto che è frutto di embrioni congelati di red angus  impiantati nelle tradizionali mucche israeliane. Quindi il neonato vitello non soddisferebbe i “requisiti” della cosiddetta profezia, secondo cui l’animale non deve presentare “difetti”. Non si tratta comunque del primo esemplare di vitello rosso salito alla ribalta: negli anni scorsi sono stati esaminati altri esemplari dalla commissione di rabbini. Finora nessuno ha soddisfatto i requisiti, a partire da quello di essere «senza macchia».

Centri sociali contro Salvini, blocchi stradali a Napoli


Centri sociali in piazza a Napoli per manifestare contro il Decreto Salvini. Traffico in tilt a causa di blocchi stradali. AltrimondiNews
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev



I vermi a scaglie nelle spiagge di Olbia



VERMI A SCAGLIE? COSA SONO? UN'ALTRA ARMA BIOLOGICA CREATA IN LABORATORIO O UN MECCANISMO DI DIFESA NATURALE CONTRO L'INQUINAMENTO E GLI "INQUINATORI"?


È una giornata come tante, mi appresto ad andare al mare ma c'è un temporale in arrivo, quindi aspetto. Passata qualche ora, vado al mare  e parcheggio la mia macchina, rimetto il mio bel telo sulla sabbia e noto un piccolo particolare che, essendo molto piccolo, poteva sfuggire. Noto una serie di piccoli vermi a scaglie che non capisco bene che cosa sono. Mi avvicino e controllo meglio. Inizio notare che il verme in questione ha le scaglie e sembra che abbia un piccolo pungiglione alla sua estremità. Nonostante abbia letto degli articoli a riguardo non si capisce bene se possa avere del veleno o no o possa essere pericoloso. Si può notare che il verme non vive in luoghi piuttosto puliti, ma possa vivere in ambienti dove ci sia pantano e melma. Il verme in questione è un anfibio e può camminare sia fuori dall'acqua che nell'acqua e può nuotare. In caso di pericolo, il verme si può anche immobilizzare rimanendo fermo per giorni. Non si capisce ancora bene se possa essere un pericolo per i bagnanti o no, comunque rimane il fatto che bisogna fare attenzione alla sabbia e a che cosa cela.

Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.
Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.
Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.
Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.
Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.
Vermi scaglie sabbia. Conte rovescio.

Pianeta Nove: nuovi indizi grazie al “Goblin”


Un nuovo pianeta nano situato molto oltre Plutone fornisce nuovi indizi per la ricerca del famoso Pianeta Nove la superterra che gli antichi chiamavano Nibiru.


L’annuncio è del 2 ottobre 2018: il grosso sasso spaziale lungo 300KM 2015TG387 il “Goblin” è stato scoperto da un team di ricercatori dell’università di Carnegie. Il pianeta nano situato molto aldilà dell’orbita di Plutone è anch’esso influenzato da quello che tutti chiamano Pianeta Nove, una superterra che si nasconde a cavallo della Nube di Oort.

La famiglia allargata del Sistema Solare, quella che comprende i piccoli corpi disseminati alla sua periferia, si arricchisce di un nuovo componente: un gruppo di scienziati statunitensi ha scoperto un pianeta nano finora sconosciuto ben oltre la distanza di Plutone, con un’orbita estremamente allungata che sembra dare ulteriore credito all’ipotesi dell’esistenza del Pianeta Nove (o Pianeta X). I dettagli sul nuovo oggetto celeste, ribattezzato 2015 TG387, sono stati annunciati oggi dall’International Astronomical Union’s Minor Planet Center, e sono descritti in un articolo sottomesso all’Astronomical Journal.

Molti ricercatori sono impegnati nella ricerca del Pianeta X

2015 TG387 (per… gli amici The Goblin, per la presenza di T e G nella sigla e perché fu per la prima volta studiato ad Halloween) è stato osservato mentre si trovava a una distanza di 80 unità astronomiche dal Sole. Per fare un confronto, Plutone è attualmente a circa 34 unità astronomiche dalla nostra stella: si tratta di una distanza due volte e mezzo superiore (un’unità astronomica corrisponde convenzionalmente alla distanza Terra-Sole).

Sempre in disparte. Le osservazioni avviate nel 2015 e confermate negli ultimi tre anni in diverse campagne con telescopi di Hawaii, Cile e Arizona, sono state possibili perché il pianetino di circa 300 km di diametro, che ha un’orbita estremamente allungata, si trovava vicino al suo perielio: nel momento di massima vicinanza al Sole, The Goblin si spinge al massimo a 65 unità astronomiche dal Sole.

Soltanto due corpi celesti noti, 2012 VP113 e Sedna, hanno un perielio più distante, rispettivamente a 80 e 76 unità astronomiche. In compenso il nuovo arrivato ha un semiasse orbitale maggiore, cioè si spinge molto più lontano dal Sole durante il suo percorso. In afelio, il punto di maggiore lontananza, raggiunge le 2.300 unità astronomiche di distanza. 2015 TG387 è uno dei pochissimi oggetti noti che non si porta mai abbastanza vicino ai giganti gassosi come Giove e Nettuno da avere interazioni gravitazionali significative con essi.

Un altro indizio per il Pianeta Nove

«Questi oggetti della Nube di Oort interna come 2015 TG387, 2012 VP113 e Sedna sono isolati da gran parte della massa nota del Sistema Solare, un fatto che li rende estremamente interessanti. Possono essere usati come spunti per capire che cosa sta accadendo al limitare del Sistema Solare» spiega Scott Sheppard della Carnegie Institution for Science, autore della scoperta insieme a Chad Trujillo, della Northern Arizona University, e David Tholen, dell’Università delle Hawaii.

I primi due scienziati sono anche gli scopritori dell’oggetto celeste con il più distante perielio, l’appena menzionato 2012 VP113. La sua osservazione, nel 2014, li portò a ipotizzare l’esistenza di un pianeta sconosciuto diverse volte più grande della Terra e situato a centinaia di unità astronomiche oltre Plutone, che con la sua presenza disturbasse l’orbita di questi piccoli oggetti transnettuniani: il Pianeta Nove, appunto.

Simulazione di orbite

Il team ha condotto una serie di simulazioni per capire come le diverse orbite ipotizzate per il Pianeta Nove potrebbero influenzare quella di 2015 TG387. Una delle simulazioni prevedeva una Super Terra a diverse centinaia di unità astronomiche di distanza e con un’orbita molto allungata – il modello proposto nel 2016 da Konstantin Batygin e Michael Brown della Caltech. Le simulazioni indicano che il misterioso e mancante super pianeta potrebbe perturbare l’orbita di The Goblin e colleghi tenendoli lontani dai giganti gassosi. Potrebbe insomma spiegare perché la maggior parte degli oggetti del Sistema Solare esterno finora individuati abbia orbite tanto simili. 
«Pensiamo possano esserci migliaia di piccoli corpi celesti come 2015 TG387 alla periferia del Sistema Solare, ma la loro distanza rende molto difficile trovarli» aggiunge Tholen. «Attualmente siamo capaci di distinguere 2015 TG387 solo quando si trova nel suo punto più vicino al Sole. Per il 99% della sua orbita lunga 40 mila anni, è troppo poco luminoso perché sia visibile».

Apocalisse 12: la vergine partoriente e la cometa

cometa panstarrs Nibiru

Vi ricordate il segno nel cielo del 23 settembre 2017? La vergine vestita di Sole con una corona di 12 stelle? Doveva dare inizio alla fine dei tempi e, per quanto non sia successo nulla, ora appare nel cielo un’affascinante coincidenza.

Lo scorso anno è stato uno dei temi più seguiti, la famosa e storica data del 23 settembre 2017 che doveva dare il via all’apocalisse e ai sette anni della Grande Tribolazione cristiana. L’abbiamo seguita in diretta e abbiamo potuto constatare che i pianeti si sono effettivamente allineati come diceva la Bibbia, fortunatamente il drago rosso che doveva divorare la vergine non si è visto.
Per rinfrescarvi la memoria potete leggere questi due articoli fatti da noi in quel periodo:
segno apocalisse 12 cometa verde
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.
Fin qui tutta vecchia solfa, questa che partorisce e il dragone (si pensava Nibiru, il Rosso Distruttore) che arriva e fa un’apocalisse celestiale nel Sistema Solare. Concentriamoci un attimo sul fatto che la vergine fosse incinta e stesse partorendo: guardando le proiezioni del cielo in quel periodo vi era Giove proprio nel suo grembo e sarebbe uscito da li a poco dopo una “gestazione” di nove mesi.

Poi arriva una cometa, C/2017 S3 PanSTARRS

Occupandoci poi della cometa che il 15 di agosto dovrebbe regalarci un grande spettacolo nei cieli c’è caduto l’occhio sulla prima data di avvistamento del bolide spaziale in avvicinamento.
Si esatto: 23 settembre 2017. E allora lo fanno apposta!
c2017 s3 complotto nibiru cometa
La prova che venne scoperta proprio il 23! 
E meno male che i tabloid inglesi non se ne sono ancora accorti! E meno male che siamo i primi a correlare questa notizia. Cari lettori abbiamo un bel da fare a prendere sempre sul ridere le notizie e non fare mai allarmismo infondato però così ci prendono per la gola! Altro che Giove, la vergine ha partorito la cometa C/2017 S3!
Così ci ingolosiscono! Già le comete sono un argomento affascinante ed ora ci aggiungiamo pure le coincidenze sulle date: qui ci si crea tutto l’hype catastrofista più totale da apocalisse.
Ovviamente stiamo scherzando e la cometa C/2017 S3 passerà lontano dalla nostra casa regalandoci, forse, un bello spettacolo. La coincidenza era ed è degna di nota ed andava segnalata!
Qui potete vedere la posizione in tempo reale della cometa e molti altri dati su di essa:

Lo studio dei Centauri: asteroidi di grandi dimensioni

asteroidi centauri

Un nuovo studio esamina i Centauri bolidi transnettuniani la cui grandezza si stima in decine e centinaia di km. Gli impatti con questo genere di oggetti plasmano completamente la vita sui pianeti di tipo terrestre come la Terra.


Gli astrofisici Mattia Galiazzo e Rudolf Dvorak dell’Università di Vienna, in collaborazione con Elizabeth A. Silber (Brown University, USA), hanno analizzato lo sviluppo della traiettoria a lungo termine dei centauri, i corpi minori del sistema solare che originariamente hanno orbite comprese tra quelle di Giove e Nettuno. Nello studio, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, i ricercatori hanno stimato il numero di incontri ravvicinati e di impatti con i pianeti terrestri (Terra, Marte, Venere, Mercurio) dal cosiddetto Intenso bombardamento tardivo (circa 3,8 miliardi di anni fa) ad oggi e le possibili dimensioni dei crateri che potrebbero formarsi dopo una collisione con la Terra e gli altri pianeti terrestri. I centauri nascono principalmente dagli oggetti transnettuniani e sono tra le fonti degli oggetti near-Earth. È dunque fondamentale comprendere la loro evoluzione orbitale che, in alcuni casi, potrebbe portare ad una collisione con i pianeti terrestri con conseguenti eventi catastrofici. Mattia Galiazzo spiega: “I centauri possono diventare anche comete attive a causa della presenza di acqua su un buon numero di essi, quindi abbiamo calcolato anche la quantità approssimativa di acqua rilasciata sulla Terra, che è paragonabile alla quantità di acqua presente nel Mar Adriatico ora”.
Solo un meteorite di grandi dimensioni potrebbe creare un cratere come questo. I pianeti di tipo terrestre ne sono pieni.

Sterminatori e portatori di vita

Mentre le dimensioni dei crateri potrebbero estendersi per centinaia di chilometri in diametro, considerata la popolazione di centauri attualmente conosciuta, la maggior parte dei crateri sarebbe inferiore a 10 km. Con una dimensione media di 12 km per i corpi impattanti, dall’Intenso bombardamento tardivo abbiamo una media di 2 impatti per la Terra e 1-2 per Venere. Fortunatamente questo bombardamento è meno intenso (di almeno 1/10) degli impatti creati dagli asteroidi tra Marte e Giove.

I centauri mediamente giungono più velocemente e hanno corpi più grandi. Per i centauri più piccoli (diametro minore di 1 km), la frequenza d’impatto è più alta, circa 1 ogni 14 milioni di anni per la Terra, 13 milioni di anni per Venere e 46 per Marte nel recente sistema solare. I ricercatori hanno scoperto che circa la metà dei centauri può entrare nell’area dei pianeti terrestri e circa il 7% di essi può interagire con i pianeti stessi. Nel caso di un impatto, i centauri sarebbero la causa di catastrofi, come estinzioni della vita così come la conosciamo.

Questi risultati forniscono un importante contributo all’analisi di eventi catastrofici di origine extraterrestre, che potrebbero verificarsi non solo sul nostro pianeta, ma anche su Marte e Venere. Galiazzo dichiara: “Il nostro lavoro fornisce anche il contesto per una migliore comprensione degli eventi passati e di come possano aver alterato la vita sulla Terra e su altri pianeti”. Dvorak aggiunge: “Eventi simili potrebbero avere un impatto diretto sulla vita, distruggendola (sulla Terra) o creando condizioni favorevoli (per esempio, attività idrotermale) per la formazione di una nuova vita”. Silber conclude: “I centauri possono portare acqua su Marte dopo una collisione” e le recenti missioni confermano la presenza dell’elemento sul Pianeta Rosso.

Asteroide 2002NT7 la Nasa nasconde il suo reale pericolo

2002 nt7 Nasa Asteroide

La Nasa sta nascondendo il terribile cataclisma che colpirà il nostro pianeta il 1 Febbraio 2019? L’asteroide 2002NT7 grande 2 km spazzerà via un intero continente.

La Nasa in un comunicato ufficiale aveva annunciato che l’asteroide 2002 NT7 avrebbe sfiorato la Terra con una bassa probabilità di impatto previsto per il 2019. Dopo 4 giorni ritirò quanto detto e in una successiva comunicazione asseriva che il bolide spaziale non era più un pericolo per la Terra.
Nel primo comunicato si era data persino la data e l’ora del possibile impatto: 1 febbraio 2019 alle 11 e 47 sul meridiano di Greenwich con una forza di 30 milioni di bombe nucleari.
Questo cambiamento repentino effettuato dalla NASA ha fatto gridare al cover up da più parti tanto che l’agenzia spaziale ha dovuto chiarire che dopo ulteriori analisi avevano rivalutato il rischio in nullo.

Un impatto devastante

Per i ricercatori l’impatto di 2002 NT7 avrebbe avuto effetti su tutto il globo tanto che sono nati diversi video su YouTube e molte sono le pagine su Google che avvertono di una possibile apocalisse tra poco più di un anno.
Il primo annuncio risale al 2002 (anno in cui è stato scoperto) nel quale si calcolava 1 probabilità di impatto su 75.000. Un asteroide di 2 km come 2002 NT7 avrebbe la capacità di spazzare via un intero continente cambiando il clima del pianeta per sempre.
Nel 2002 fu uno dei primi NEO (oggetti che transitano vicino al nostro pianeta) ad essere classificati a rischio impatto positivo, cioè maggiore di 0.
Asteroide 2002 NT7 NASA

I commenti sull’accaduto

“Parliamo di un disastro globale di proporzioni apocalittiche date le dimensioni dell’oggetto”, dichiara il Dr. Benny Peiser dell’università John Moores di Liverpool.
“Dopo solo quattro giorni dal primo annuncio la NASA ha modificato completamente il comunicato smentendolo. In soli 4 giorni non possono aver ricalcolato fedelmente la traiettoria, è impossibile” afferma Justin Knight uno degli youtuber che hanno analizzato la situazione. 
Space News un famoso sito del settore ha commentato così l’accaduto:”il dietrofront repentino della NASA ha preoccupato molto di più che la reale possibilità di impatto dell’asteroide stesso. Non siamo riusciti a comprendere se l’annuncio NASA sia veritiero o meno”.

Qualcosa non torna su questo asteroide

Al momento l’agenzia spaziale ha rimosso 2002 NT7 dalle tabelle di rischio impatto e il masso spaziale è atteso per un flyby il 13 gennaio 2019. Secondo la NASA sarà ad una distanza di 38 milioni di miglia, maggiore della distanza che ci separa da Marte. Un po’ tanta la differenza tra uno sfioramento ed un passaggio a 38 milioni di miglia. Qualcosa non torna.
Nel corso di questo anno la redazione di Nibiru2012.it seguirà l’evolversi della faccenda sperando che 2002 NT7 sia veramente innocuo come dicono.


  • etti in avvicinamento

Nibiru desertificò Marte in uno dei suoi passaggi

Marte deserto Nibiru

Dalle memorie scritte del famoso astronomo Milorad Protic emerge una curiosa teoria: Nibiru in uno dei suoi passaggi sconvolse il pianeta Marte desertificandolo completamente.

Millenni fa Marte era un lussureggiante pianeta con enormi bacini di acqua, vasti oceani, fiumi e laghi del tutto simili a quelli terrestri. Di colpo tutto questo svanì, evaporò e il rosso pianeta divenne lo sterile deserto che conosciamo ora.
Il compianto astronomo serbo Milorad Protic scomparso nel 2001 sostenne nei suoi appunti che la causa di tutto questo fu una nana bruna che intersecando l’orbita di Marte lo destabilizzo a tal punto da farne evaporare l’atmosfera.

Protic un astronomo famoso in tutto il mondo

Protic ebbe una carriera piena di successi, fu tre volte direttore dell’osservatorio serbo, scopri sette planetoidi/asteroidi dal 1936 al 1952 e tracciò l’orbita della cometa C/1947 Y1. Nella sua vita non parlo mai del sistema Nibiru per evitare che i colleghi lo ostracizzassero. Nel 2012 dopo 11 anni dalla sua morte l’Unione Astronomica Internazionale chiese ai suoi eredi di rilasciare un compendio degli studi mai pubblicati dal ricercatore.
La figlia del professore si oppose alla divulgazione portando la richiesta in tribunale, le ricerche del padre erano private, una sorta di diario che pertanto non dovevano divenire (per rispetto alla sua memoria) di pubblico dominio. La corte le diede ragione e gli scritti non vennero resi pubblici. Secondo i teorici del complotto le motivazioni dietro a questo diniego furono altre: il dr Protic non era un astronomo ordinario, era una delle più brillanti menti del mondo accademico. La sua famiglia e chi li consigliò ebbero paura che le sue asserzioni avrebbero scosso la società dalle fondamenta. La sua famiglia riceve ancora delle royalties e se il suo buon nome venisse infangato annullerebbe tutto quello che di buono lo scienziato ha fatto in vita.

Marte Nibiru
L’influenza di Nibiru fu tale da spazzare via l’intera atmosfera Marziana

Le sue memorie oggetto di un complotto e di cover up

Secondo Protic l’ultima interazione tra Nibiru e il Sistema Solare avvenne nel 1.580 prima di Cristo. A quel tempo Marte era lussureggiante e pieno di vita, con un ecosistema ricco e variegato. Finchè l’incontro con la Nana Bruna non sterminò la vita e trasformò quel fertile mondo nella fredda e sterile landa che conosciamo oggi.
Nel 1580 a.C l’orbita di Nemesis passò a soli 400.000 chilometri da Marte. La Nana Bruna quattro volte la dimensione della Terra e dodici volte la sua massa generò straordinarie distorsioni elettromagnetiche e gravitazionali all’orbita del pianeta rosso. La vicinanza tra i due corpi celesti generò un effetto a catena: la pressione gravitazionale di Nibiru generò una energia tale che incenerì l’atmosfera del pianeta, filamenti di plasma ionizzato bollirono letteralmente Marte facendo evaporare qualunque fonte d’acqua. La quantità di energia che colpi il quarto pianeta del Sistema Solare fu dieci volte più imponente che qualsiasi espulsione coronale del Sole commentò il famoso astronomo. Quello che accadde su Marte potrebbe, ricorda Protic, capitare al nostro pianeta.

Fisico nucleare parla al mondo: Nibiru esiste, la Terra è in pericolo


La Dottoressa Claudia Albers, rilascia una dichiarazione video con le sue scoperte sul Pianeta X.


Il fisico nucleare, Dottoressa Claudia Albers, ha rilasciato recentemente un video, dove sfida chiaramente la NASA a dimostrare, e soprattutto a rendere note le prove che il Pianeta X (aliasNibiruHercólobus, Assenzio) davvero non esiste. La stessa Albers in questo video, ha messo fortemente in discussione le dichiarazioni fatte dallo scienziato NASA, il Dr. David Morrison, che più volte ha minimizzato l'argomento.
Già nel 1983 il telescopio orbitale IRAS, (Infrared Astronomical Satellite – Satellite Astronomico ad Infrarossi) scoprì un "planetoide" nella direzione di Orione ben oltre il nostro Sistema Solare. Lo strano corpo celeste provocò molta perplessità tra gli astronomi e gli scienziati che all'epoca non furono in grado di definirlo pianeta, pensando invece ad una "protostella" o una cometa: gli studi recenti hanno dimostrato che Planet X - Nibiru [VIDEO], potrebbe essere un lontano pianeta che ogni 3600 anni, orbita intorno al nostro Sole.
Nella sua dichiarazione, la Dott.ssa Albers, afferma di aver potuto vedere, attraverso immagini ravvicinate del Sole scattate dalle telecamere delle sonde spaziali Nasa, alcune "stelle morenti" facenti parte del sistema Planet X [VIDEO], che emettono luce infrarossa: nel suo studio lei afferma che sono molto più "dense" dei pianeti, altrimenti sarebbero vaporizzate dal sole.
Gli scienziati della NASA, invece restan fermi nella loro posizione: seppur affermino che teoricamente esista un altro pianeta orbitante intorno al nostro Sole, non ci sono prove schiaccianti della sua esistenza, confermando che in ogni caso, non rappresenti una minaccia per il pianeta Terra. La scienziata non è affatto di questo avviso e ha presentato una straordinaria teoria secondo quale, i corpi interstellari potrebbero creare forti connessioni magnetiche con il Sole, creando quindi tempeste solari che avrebbero già avuto impatto sul nostro pianeta.
Nel video, la dottoressa afferma che la Terra ora, stando ai suoi studi, è a rischio di forti eruzioni vulcaniche e attività sismiche in aumento a causa dell'influenza di Nibiru.

Perché la NASA smentisce?

Secondo la scienziata è purtroppo un dato di fatto che le agenzie spaziali tengano in gran segreto la presenza di Nibiru, sostenendo che le prove esistono e che la NASA invece sta continuamente monitorado il pianeta: le immagini scattate infatti dalla sonda IRAS di recente mostrano chiaramente questo misterioso pianeta.
Anche un'altra esperta NASA è convinta dell'esistenza di Nibiru, la dottoressa Pattie Brassard: ex impiegata nell'esercito degli Stati Uniti nel settore delle comunicazioni via satellite, aveva accesso ai canali di comunicazione top secret militari ed convinta di ciò che dice: in un'intervista senza esitazioni aveva rilasciato dichiarazioni sconvolgenti, riguardo al "riallineamento terrestre" provocato dal Secondo Sole (Nibiru), che stava entrando progressivamente nel nostro sistema solare.
Convinta delle sue teorie, fondate anche sull'accesso a documenti riservati, aveva dichiarato già nel 2013, che le cose sarebbero peggiorate sempre di più: secondo la signora Brassard, le scie chimiche spruzzate da aerei commerciali e militari, non erano altro che un disperato tentativo di coprire questo secondo Sole, che causerà grossi problemi al nostro pianeta. Secondo lei infatti, nessun ente governativo dirà nulla perché solo la “elite” sa di tutto questo e si sta preparando. Anche il famoso ricercatore Lyn Leahz, che ha attentamente monitorato Google Sky, ha scoperto un’area nello spazio che in precedenza era stata censurata dalla NASA. Ed è proprio in quest'area che secondo lui era nascosto il Planet X: secondo lui infatti la NASA mente di proposito, perché la gente non deve sapere cosa stia accadendo.
Per la maggioranza delle persone che credono invece nella profezia del “Pianeta X” o nel ritorno del "Red Kanchina" (secondo quanto detto nella Profezia Hopi), c’è ben poco da fare: l'orbita ellittica di 3600 anni attorno al Sole è ormai alla fine e Nibiru sta per intromettersi tra la Terra e il Sole. Questo riallineamento cosmico sarà così devastante che non ci sarà nessun tipo di precauzione. Quindi possiamo consolarci con il fatto che l'apocalisse non sarà improvvisa, ma verrà preceduta da un grande avvertimento: il secondo Sole infatti apparirà chiaramente all'orizzonte, prima dell'"Armageddon": i poli del Pianeta X eserciteranno una forza magnetica irresistibile su quelli terrestri, generando eruzioni di vulcani, tsunami, diluvi di proporzioni bibliche e catastrofici spostamenti delle croste terrestri, che ci condurranno inesorabilmente alla fine.