Il 7 ottobre il Calendario della Chiesa segna la ricorrenza della Madonna del Rosario, una festa voluta dal Papa domenicano San Pio V (al secolo Antonio Michele Ghislieri) che, con la allora Festività di Santa Maria delle Vittorie, intese festeggiare la vittoria delle Armi Cristiane nella Battaglia di Lepanto (in greco Naupaktos) del 1571. Fatto storico che non va ricordato come mero esempio della superiorità militare e tecnologica degli europei. Esso merita di più, dal momento che le Grazie di Dio, ottenute per intercessione della Madonna, quel giorno furono numerose. Di fatti, i Veneziani lo capirono bene, scegliendo di far scolpire su una lapide commemorativa, appena dopo la battaglia: “non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosari victores fecit” (Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci fece vincitori”).
Fu una battaglia decisiva per la storia dell’Europa e dei Paesi nati da essa (tra cui Stati Uniti, Messico), perché arrestò l’avanzata dei Turchi che dominavano già il Mediterraneo e occupavano una parte dell’Europa, imponendo la dura legge dell’Islam e minacciando la Chiesa e l’intera Cristianità. La loro espansione procedeva di vittoria in vittoria da più di un secolo; ciò accadeva perché: tra l’Impero Ottomano e la Christianitas, non vi era più il regno-baluardo dell’Impero Romano d’Oriente, giacché il primo ne aveva conquistato la capitale, Costantinopoli, il 29 maggio 1453; i Regni Cattolici erano divisi a causa delle lacerazioni provocate dalla rivoluzione protestante, esplosa con Lutero ed Enrico VIII.
Il Santo Padre Pio V lanciò un appello presso tutte le corti dei regni europei. Risposero alla chiamata l’Impero Spagnolo, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, i Cavalieri di Malta, il Ducato di Savoia (con due navi: lo stendardo di una delle due è custodita nella chiesa di San Domenico, in Torino), il Granducato di Toscana, il Ducato di Urbino, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Mantova e la Repubblica di Lucca. Non vi parteciparono il re di Francia Carlo IX, giacché impegnato nel sedare una “guerra civile”, provocata dagli ugonotti (protestanti), e non interessato a rompere l’alleanza siglata con l’Impero Ottomano nel 1535 (chiamata “empia”, per lo scalpore provocato all’epoca), e nemmeno la regina Elisabetta I d’Inghilterra, ché sperava nella sconfitta del Papato e dei Regni Cattolici ad esso vicini, come la Spagna.
Sul “Sì” di quei Regni il 25 maggio 1571 nacque la Lega Santa (III nella storia), frutto di un grande miracolo mariano concesso alle insistenti preghiere di un alacre e lungimirante San Pio V. Non si dimentichi che il rischio che la “Lega cristiana” non si costituisse era alto, dal momento che tra veneziani genovesi e spagnoli vi erano rivalità e incomprensioni. Perciò, il Santo Padre aveva fatto preparare e sguainare, oltre ai cannoni, alle frecce e alle spade, le “ le armi più potenti” di ogni epoca, le “Preghiere”. Egli aveva mobilitato monasteri maschili e femminili, indetto speciali preghiere e processioni, preghiere continue nella santa casa di Loreto e soprattutto aveva ordinato la recita del Rosario a tutta la cristianità per il buon esito della battaglia, inoltre mise l’emblema della Madonna di Loreto sulle armi delle milizie pontificie, comandate da Marcantonio Colonna, che rappresentavano il Papato all’interno della Lega Santa.
IL comando della “stessa” fu affidato a don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V e fratellastro di Filippo II. Mesi dopo, la Domenica del 7 ottobre, la flotta della Lega Santa era pronta a dare battaglia e si dispose in assetto di guerra di fronte a quella musulmana, a largo delle coste lepantine. Da una parte l’intera flotta turca, la grande “superpotenza” dell’epoca, disposta a forma di mezzaluna, al centro della quale si trovava la nave “sultana”, agli ordini del temibile ammiraglio Alì Pascia, adornata da uno stendardo tutto verde, venuto dalla Mecca e su cui era stato ricamato in oro per 28.900 volte il nome di Allah; dall’altra, allineate come una croce, stavano più i 200 navi e l’ammiraglia guidata da don Giovana, la “Capitana”, su cui sventolava lo stendardo della Lega con il Cristo Redentore e la scritta: “in hoc signo vinces”.
Tutti i membri d’equipaggio, ciurma ed ufficiali, avevano recitato il Rosario e molti di loro si erano confessati e comunicati dai cappellani che li accompagnavano, pronti a seguire gli ordini del loro ammiraglio. Egli era un fervente cristiano: non permise che a bordo salissero donne, con cui i marinai potessero commettere azioni immorali. Per quei tempi era una novità assoluta. Don Giovanni d’Austria con un Crocifisso in mano girò di nave in nave, bello e luminoso in volto come l’arcangelo della vittoria; infuse ardore e coraggio e issò lo stendardo del Papa e la bandiera della spedizione su cui dominava l’immagine della Vergine. Fu per tutte le navi un segnale di preghiera.
Seguì lo scontro, intorno al mezzodì. Sia la flotta cristiana che quella musulmana erano composte ciascuna da cinquantamila uomini più i rematori delle galere, il combattimento fu aspro e durò molte ore; si concluse verso le 16 del pomeriggio: la flotta turca perse 25.000 uomini mentre quella cristiana ne perse 7000, furono liberati 12.000 “galeotti” cristiani rapiti dai musulmani e messi “ai remi” sulle galere. La Grazia era arrivata puntualmente. Tra i vincitori cristiani vi era anche lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, l’autore di “Don Chisciotte” detto anche “il Monco” perché perse la mano sinistra in battaglia ove combattéda semplice soldato e, al termine, volle inginocchiarsi davanti a don Juando esclamando : “Eccellenza grazie! Oggi è stata la giornata più bella della mia vita”.
Marcantonio Colonna, di ritorno da Lepanto, sbarcò con la sua flotta ad Ancona e si recò con gli ex schiavi cristiani liberati dalle galere turche durante la battaglia in pellegrinaggio a piedi al Santuario della Santa Casa di Loreto, dove portarono le loro catene come ex voto per la loro liberazione. Le catene oggi sono ancora lì, e sono visibili perché sono state fuse per ottenere i cancelletti delle tre porte della Santa Casa, i cancelli in ferro battuto di alcuni altari laterali, alcune parti della fontana presente nella piazza della Santa Casa.
La notizia della vittoria giunse in Italia e nel resto d’Europa due settimane dopo la battaglia, siccome a quei tempi le comunicazioni non erano rapidissime come oggi. Ma per San Pio V fu solo una conferma; Maria Santissima, che non trova ostacoli nello spazio e nel tempo, lo aveva già avvertito proprio lo stesso 7 ottobre, in una visione estatica: mentre si trovava in riunione con alcuni prelati, d’improvviso si alzò, si avvicinò alla finestra, fissò lo sguardo in estasi, vide la Madonna e poi, tornando al suo posto, disse: “Non occupiamoci più di questi affari, andiamo a ringraziare Dio. La flotta cristiana ha ottenuto la vittoria”. Ordinò di suonare le campane a distesa in tutta Roma (ciò spiega la tradizione di sciogliere le campane di tutte le chiese alle 12 in punto); e congedò i prelati, andando sùbito in cappella, ove un Cardinale accorso al lieto annunzio lo trovò immerso nel pianto della gioia. Da quel giorno volle che nelle Litanie lauretane si aggiungesse il titolo “Maria Auxilium Christianorum” (Maria ausiliatrice, aiuto dei cristiani, a cui è sempre ricorso San Giovanni Bosco) ed istituì la festa della “Madonna delle Vittorie”, che, poi, per decisione dei suoi successori, è diventata la memoria liturgica della “Beata Vergine del Rosario” celebrata la prima domenica di ottobre.
Con la vittoria a Lepanto l’Europa guadagnò la libertà e innescò il processo di declino della potenza turca, che da troppo tempo imperversava sul Mar Mediterraneo, controllando buona parte delle coste europee: le atrocità da essa commesse, come il martirio delle 813 persone a Otranto, nessun europeo aveva dimenticatole. Oltretutto, va ricordato che a Lepanto l’Europa si assicurò una maggiore protezione da parte di chi l’aveva fondata resa gloriosa nei secoli, la Chiesa Cattolica e il Suo popolo; altrimenti, ancor oggi sarebbe stata sotto il dominio del Corano.
Ecco perché la data del 7 ottobre 1571 dovrebbe essere tra le più importanti per gli europei.