La ricerca rivela che un individuo vaccinato non solo può essere infettato dal morbillo, ma può anche diffonderlo ad altri che sono anch’essi vaccinati contro di questo – ma cercando di usare ciò per confutare che la somministrazione di due dosi di vaccino anti-MPR sia “efficace al 97%”, come ampiamente affermano.
Questo pensiero erroneo ha indotto l’opinione pubblica, i media e il governo ad attribuire l’origine dei focolai di morbillo, come quello riportato a Disney nel 2015(e che ha portato alla SB277 quello stesso anno, spogliando lo Stato della California del diritto alle esenzioni vaccinali, tranne quelle ‘mediche’), ai non vaccinati, anche se il 18% dei casi di morbillo si è verificato in coloro che erano stati vaccinati contro di esso e difficilmente la doppia dose del vaccino ha confermato questa “efficacia del 97%”.
L’ovvia fallibilità del vaccino è anche indicata dal fatto che ora il CDC richiede due dosi.
I vaccinati per MPR possono ancora diffondere il morbillo:
Tre anni fa uno studio pionieristico pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases, la cui paternità comprendeva scienziati che lavoravano per il Bureau of Immunization, il Dipartimento di salute e igiene mentale di New York, il Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie e i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CDC), Atlanta, GA, ha esaminato le prove del focolaio di morbillo di New York del 2011 secondo cui le persone vaccinate contro il morbillo e con ‘immunità’ conseguente alla vaccinazione erano comunque in grado di essere infettate dal morbillo e di infettare altri con esso (trasmissione secondaria).
Al fine di scoprire se i soggetti vaccinati contro il morbillo sono in grado di essere infetti e trasmettere l’infezione ad altri, hanno valutato casi sospetti e contatti scoperti durante un’epidemia di morbillo nel 2011 a New York.
Si sono concentrati su un paziente che aveva ricevuto due dosi di vaccino contenente il morbillo e hanno scoperto che,
“Di 88 contatti, sono stati confermati quattro casi secondari che avevano o due dosi di vaccino contenente il morbillo oppure un anticorpo IgG, per passato morbillo, positivo. Tutti i casi avevano conferma di laboratorio dell’infezione da morbillo, sintomi clinici coerenti con il morbillo e un’alta risposta immunitaria secondaria.”
La loro notevole conclusione:
“Questo è il primo rapporto di trasmissione del morbillo da un individuo vaccinato due volte: la presentazione clinica e i dati di laboratorio dell’indice erano tipici del morbillo in un individuo ‘naïve’. I casi secondari presentavano robuste risposte anticorpali anamnestiche.
Non si sono verificati casi terziari nonostante numerosi contatti. L’epidemia sottolinea la necessità di un’accurata indagine epidemiologica e di laboratorio sui casi sospetti di morbillo indipendentemente dallo stato di vaccinazione.”
Perciò, un individuo vaccinato due volte, in un’epidemia di morbillo di New York, è stato trovato avesse trasmesso il morbillo a quattro dei suoi contatti, due dei quali avevano ricevuto due dosi di vaccino MPR e avevano risultati anticorpali presumibilmente protettivi contro l’IgG del morbillo.
Questo fenomeno – il vaccino contro MPR rilevato all’origine dell’infezione di altri casi di vaccinati con MPR – è stato ignorato dalle agenzie sanitarie e dai media.
I dati corroborano la possibilità che, durante l’epidemia di morbillo a Disney, i vaccinati precedentemente (non noto di quel 18%) possano essere stati infettati o già stavano eliminando il morbillo da un vaccino e trasmesso il morbillo sia ai vaccinati che ai non-vaccinati.
Inoltre, questi scienziati dei CDC e del NYC Bureau of Immunization hanno identificato la “necessità” di “un’indagine approfondita epidemiologica e di laboratorio sui casi sospetti di morbillo indipendentemente dallo stato di vaccinazione”, cioè che si dovrebbe poter escludere il fallimento vaccinale e l’infezione sparsa da parte di.
Invece, quello che sta accadendo ora è che, nel momento in cui si verifica un’epidemia di morbillo, l’atteggiamento è quello di “incolpare la vittima” e che i media e/o le agenzie sanitarie riferiscano circa tale epidemia come se fosse provato che gli afflitti siano sotto- o non- vaccinati, spesso senza prove sufficienti per sostenere queste affermazioni.
Chiaramente le parti interessate nel dibattito circa vaccini/non vaccini avrebbero bisogno di guardare la situazione attraverso la lente delle prove stesse e non quella data da una scienza che agisce solo mediante proclami facendo richieste alle autorità.
Sorprendentemente la verità è stata soppressa per decenni.
Venti anni fa è stato constatato che il vaccino per MPR possa infettare praticamente tutti i suoi destinatari con il morbillo.
Gli scienziati che lavorano al Centro Nazionale per le Malattie Infettive dei CDC, finanziato dall’OMS e dal Programma Nazionale per i Vaccini, hanno scoperto qualcosa di veramente inquietante sul vaccino MPR: porta a un’infezione rilevabile da morbillo nella stragrande maggioranza di coloro che la ricevono.
Il foglietto illustrativo del vaccino anti-MPR prodotto da Merck riporta che esso possa causare l’encefalite da morbillo(MIBE), una forma rara mapotenzialmente letale di infezione del cervello, per morbillo.
Smetti di incolpare il vaccinato quando fallisce il vaccino
La morale della storia è che non si può incolpare i genitori di non vaccinati per la morbilità e la mortalità delle malattie infettive quando la vaccinazione, anche nella sua pseudo immunizzazione, non impedisce a quelli che vengono vaccinati di infettare altri.
In effetti, le epidemie secondarie al fallimento del vaccino contro il morbillo e lo spargimento in popolazioni conformi alle vaccinazioni fino al 99% sono avvenute per decenni. Ecco alcuni esempi riportati nella letteratura medica:
· 1985, Texas, USA: secondo un articolo pubblicato nel New England Journal of Medicine nel 1987, “Un focolaio di morbillo si è verificato tra gli adolescenti a Corpus Christi, in Texas, nella primavera del 1985, anche se i requisiti di vaccinazione per la frequenza scolastica erano stati completamente applicato “. Hanno concluso: “Concludiamo che focolai di morbillo possono verificarsi nelle scuole secondarie, anche quando più del 99% degli studenti sono stati vaccinati e oltre il 95% sono immuni”. 1
· 1985, Montana, USA: secondo un articolo pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dal titolo “Persistente focolaio di morbillo, nonostante misure preventive e di controllo adeguate”, nel Montana si è verificato un focolaio di 137 casi di morbillo. I registri delle scuole hanno indicato che il 98,7% degli studenti era stato adeguatamente vaccinato, portando i ricercatori a concludere che: “Questo focolaio suggerisce che la trasmissione del morbillo possa persistere in alcuni contesti, nonostante l’adeguata attuazione dell’odierna strategia di eliminazione del morbillo”. 2
· 1988, Colorado, USA: secondo un articolo pubblicato sull’American Journal of Public Health nel 1991, “All’inizio del 1988 un focolaio di 84 casi di morbillo si è verificato in un college in Colorado in cui oltre il 98% degli studenti aveva documentazione di un’adeguata immunizzazione del morbillo… a causa di un requisito di vaccinazione in vigore dal 1986. Hanno concluso: “… epidemie di morbillo possono verificarsi tra le popolazioni di college altamente vaccinate” 3
· 1989, Quebec, Canada: secondo un articolo pubblicato sul Canadian Journal of Public Health nel 1991, un focolaio di morbillo del 1989 è stato “in gran parte attribuito a una copertura vaccinale incompleta”, ma a seguito di un’ampia revisione i ricercatori hanno concluso “La copertura vaccinale incompleta non è una spiegazione valida per l’epidemia di morbillo a Quebec City”. 4
· 1991-1992, Rio de Janeiro, Brasile: secondo un articolo pubblicato sulla rivista Revista da Sociedade Brasileira de Medicina Tropical, in un focolaio di morbillo dal marzo 1991 all’aprile 1992 a Rio de Janeiro, il 76,4% di quelli sospettati di essere infetti avevano ricevuto il vaccino per il morbillo prima dell’età del loro primo compleanno. 5
· 1992, Città del Capo, Sudafrica: secondo un articolo pubblicato sul South African Medical Journa nel 1994, “[In] Agosto 1992 si verificò un’epidemia, con casi segnalati in molte scuole in bambini presumibilmente immunizzati”. La percentuale di immunizzazione per il morbillo è risultata del 91% e l’efficacia del vaccino è risultata essere solo del 79%, portandoli a concludere che il fallimento del vaccino primario e secondario fosse una possibile spiegazione dell’epidemia. 6
Non sorprende che il CDC non tragga la conclusione ovvia che il vaccino MPR ha fallito e che, piuttosto, dovrebbero considerare il morbillo una possibilità quando esaminano un paziente con febbre e un’eruzione cutanea anche quando il paziente è vaccinato.
Questi sette focolai appena elencati non sono affatto esaustivi della letteratura biomedica, ma illustrano quanto sia fuorviante l’opinione pubblica sull’efficacia dei vaccini contro il morbillo e come lo sia in generale l’agenda di vaccinazione proposta dai CDC. Nessuna quantità di ignoranza storica cancellerà il fatto che la vaccinazione non è innanzitutto uguale all’avvenuta immunizzazione; l’antigenicità non equivale all’immunogenicità, né sono rappresentati in modo accurato gli effetti collaterali non intenzionali del vaccino anti-MPR e di altri vaccini del programma dei CDC, precludendo l’accesso al principio etico medico del consenso informato.
Traduzione a cura di Manuela Prascevic & Luigi Quintavalle
RIFERIMENTI