-¡NO! (Non placet): 1233 Vescovi.
-¡SI! (Placet): 567.
-Secando (Placet iuxta modum): 315.
– Voti non valdi: 21.
Ci furono più di due supposizioni nell’inchiesta; la scelta maggiore fu, così, quella del No alla Comunione nella mano.
Vi rendete conto che di quello che si chiese ai Vescovi, scelti dallo Spirito Santo per dirigere la Chiesa (Hech. 20, 28) non ci si fece caso, nonostante dissero “che non si deve cambiare la disciplina vigente; ma, che il cambio sarebbe dannoso, sia per il sentimento sia per il culto spirituale degli stessi vescovi e di molti fedeli?” (M. Dom.).
– Vi rendete conto che non si chiese iI parere dei laici, quando secondo il Concilio “hanno la facolta e, a volte, il dovere di esprimere la propria opinione su cosa è più giusto per quello che mira al bene della Chiesa?” (1. G. 37). Fu una chiara attitudine anticonciliare.
– Sapete voi che iI Concilio Vaticano II non si pronunciò riguardo alla pratica della comunione nella mano? L’approvazione venne dopo,in un periodo d’abusi liturgici per i quali Giovanni Paolo II chiese perdono in “Dominicae Cenae” (24-Feb.-80).
La Comunione nella Mano e la Eresia Protestante
– Sapete voi che esistono documenti che dimostrano che la Massoneria, dal secolo XIX, ha cercato di far si che i Cattolici prendessero la Comunione nella mano ed in piedi? I secolari nemici della Fede ci sono riusciti. Che cecità da parte nostra!
– Sapete voi che ci sono chiese non cattoliche (sette) che “comunicano” nella mano, però non credono nella Presenza Reale di Gesù Cristo nell’Eucarestia?
– Sapete voi che ci sano chiese orientali – unite o separate da Roma – secondo il rito bizantino, che proibiscono la Comunione nella mano? Questo rito (dare la Comunione nella mano), pensato come un avvicinamento ecumenico è risultato, invece, antiecumenico.
La riverenza verso questo sacramento ha portato a una serie di segni di devozione che si osservano universalmente in tutta la Chiesa d’Occidente e Oriente. Ovunque l’eresia protestante ha trionfato, molti o tutti questi segni di riverenza sono stati vietati perché, logicamente, nel contesto di questa eresia, il pane e il vino sono solo simboli del corpo e sangue di Cristo.
Il primo libro di preghiera protestante è stato imposto al popolo inglese nel 1549. Continuò con la pratica di ricevere la comunione in ginocchio e sulla lingua.
Questo è stato uno dei diversi dettagli nel Libro delle Preghiere del 1549 che ha causato il malcontento dei riformatori più radicali, tra cui Martin Bucer, un tedesco che aveva una notevole influenza sul lavoro liturgico di Thomas Cranmer, principale autore del Libro della Preghiera comune anglicana. Nella critica del libro di preghiera del 1959, Bucer scrisse:
“Non ho alcun dubbio che l’uso di non mettere questi sacramenti nelle mani dei fedeli si sia introdotto da una superstizione doppia: in primo luogo, il falso onore che si desidera mostrare in questo Sacramento, e in secondo luogo, l’arroganza dei malvagi sacerdoti che reclamano una maggiore santità rispetto alle altre persone, in virtù dell’olio della consacrazione”.
Bucero decise che “come tutte le superstizioni dei romani contro Cristo devono essere abolite, il Sacramento deve essere collocato nelle mani dei laici”.
Quando l’edizione riveduta del libro di preghiera anglicano fu pubblicata nel 1552, non solo aveva la “rubrica nera”, è stata introdotta la pratica della comunione nella mano. Così, fin dai tempi della riforma, la collocazione dell’ultima cena nelle mani ha acquisito un nuovo significato. Significo il rifiuto della credenza cattolica che c’è una differenza sostanziale tra pane eucaristico e il pane comune o una differenza sostanziale tra un prete e un laico.
La ricezione del Santissimo Sacramento sulla lingua da parte dei laici è una testimonianza della sua fede nel sacerdozio e nella presenza reale, ricevere il sacramento nella mano, come i protestanti sono una testimonianza di rifiuto verso queste credenze.
I Concili
Il Concilio di Saragozza (a.380)*: “Scomunicare chiunque osi ricevere la Santa Comunione nella mano.” – Il Sinodo di Toledo: conferma questa sentenza. * Vedere Commenti…
Sinodo di Rouen (a.650): “Non si collochi l’Eucaristia nelle mani di nessun laico o laica, ma solo nella loro bocca. Condanniamo la comunione nella mano per porre un limite agli abusi che occorrono a causa di questa pratica e come salvaguardia contro i sacrilegi’“.
Il sesto Concilio Ecumenico di Costantinopoli (680-681): Proibì ai fedeli di dare la comunione a se stesso che è ciò che accade quando la particella sacra è posta nelle mani di chi riceve la comunione e decreto una scomunica di una settimana per le persone che lo han fatto alla presenza di un vescovo, un sacerdote o un diacono.
Il Concilio di Trento (1545-1565): “È sempre stata consuetudine della Chiesa di Dio nella comunione sacramentale dei laici, prendere la comunione nelle mani dei sacerdoti e che i sacerdoti celebranti da se medesimi, usanza che per ragione e giustizia deve essere mantenuta per provenire dalla tradizione apostolica.”
Concilio Vaticano I(1869-1870): Non prescrive nessuna norma.
Concilio Vaticano II(1961-1965): Non prescrive nessuna norma.
Nella riforma Liturgica realizzata durante il Concilio Vaticano II, si dichiara il seguente:
Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.
Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.
Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente.
Se invece la Comunione si fa sotto le due specie si segue il rito descritto a suo luogo (Cf. nn. 284-287).
Nel caso siano presenti altri presbiteri, essi possono aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione. Se non ve ne sono a disposizione e il numero dei comunicandi è molto grande, il sacerdote può chiamare in aiuto ministri straordinari, cioè l’accolito istituito, o anche altri fedeli a ciò deputati secondo il diritto. In caso di necessità, il sacerdote può incaricare volta per volta fedeli idonei.
Questi ministri non salgano all’altare prima che il sacerdote abbia fatto la Comunione e ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedeli.
Santo Tommaso d’Aquino
San Tommaso d’Aquino, la figura massima teologica della Chiesa, dove si basa tutta la dottrina con fondamenti, nella Summa Teologica – Parte III – Domanda 82, parlando della distribuzione dell’Eucaristia, dice:
“La distribuzione del corpo del Signore appartiene al sacerdote per tre ragioni. Primo, perché, come si è detto, egli consacra in persona di Cristo. Ora, Cristo, come consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Quindi come al sacerdote appartiene la consacrazione del corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo.
Secondo, perché il sacerdote è costituito intermediario tra Dio e il popolo (Heb 5,1). Perciò come spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così tocca a lui dare al popolo i doni santi di Dio.
Terzo, perché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di un caso di necessità: se, p. es., stesse per cadere a terra, o in altre contingenze simili.”
Santo Tomas rende chiaro in questi paragrafi, che le mani dei battezzati non possono toccare l’Eucaristia, perché è un privilegio dato solo ai sacerdoti.
Uno dei frutti della comunione nella mano, è quello di eliminare la differenza tra il sacerdozio ministeriale e il comune di tutti i battezzati ed è ciò che cerco Lutero, quando nelle sue “liturgie” chiese ai suoi “ministri” di dare la comunione in mano per due cose “per rimuovere la superstizione della Presenza Reale e la differenza tra il sacerdote ei fedeli”.
Questa dottrina Tomista è stata confermata dalla Chiesa, evidenziando la divisione tra i fedeli e il sacerdote, il Vaticano II chiarisce questa differenza:
“Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’Eucaristia , ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa.” (LUMEN GENTIUM )
Coloro che appoggiano la comunione nella mano nel nome del Concilio Vaticano II, introducono abusi nella liturgia e dottrine moderniste.
Il Concilio Ecumenico approvato dalla Santa Sede, rende chiaro che tra i laici e sacerdoti esiste una gran linea di demarcazione e una dignità più alta con una chiamata speciale del Signore.
Le Opioni dei Santi, Padri e Dottori della Chiesa
San Sisto I ( a.115): “I Santi Misteri non devono essere manipolati da altri che non sono consacrati al Signore.” (Liber Pontificalis)
Tertulliano (160-220): “Vigiliamo scrupolosamente che qualcosa dei calici o del pane possa cadere a terra.” (Da Corona, 3 PL 2, 99)
San Ippolito (170-235): “Stia attento ciascuno…che qualche frammento non abbia cadere e perdersi, perché è il corpo di Cristo che deve essere mangiato dai fedeli e non si deve disprezzare.” (Trad. Ap. 32.)
Origine (185-254): “Voi che siete soliti prendere parte ai divini misteri quando ricevete il corpo del Signore lo conservate con ogni cautela e ogni venerazione perché nemmeno una briciola cada a terra, perché nulla si perda del dono consacrato. Siete convinti, giustamente, che sia una colpa lasciarne cadere dei frammenti per trascuratezza. Se per conservare il suo corpo siete tanto cauti – ed è giusto che lo siate –, sappiate che trascurare la parola di Dio non è colpa minore che trascurare il suo corpo”. (In Exod. Hom., hom. XIII, 3, Migne, PG 12, 391).
Papa San Eutichiano (275-283): “Nessuno osi consegnare la comunione ad un laico o ad una donna per portarla ad un infermo.” (P.L. V,coll.163-168).
San Efren (306-373): “Mangiare questo pane e non calpestate le sue briciole, una particella delle sue briciole può santificare migliaia e migliaia ed è sufficiente per dare vita a tutti quelli che lo mangiano.” (Serm. in hebd. s., 4, 4)
San Cirillo (315-387): “Sii vigilante affinchè tu non perda niente del corpo del Signore. Se tu lasciassi cadere qualcosa, devi considerarlo come se tu avessi tagliato uno dei membri del tuo proprio corpo. Dimmi, ti prego, se qualcuno ti desse granelli d’oro, tu per caso non li terresti con la massima cautela e diligenza, intento a non perdere niente? Non dovresti tu curare con cautela e vigilanza ancora maggiore, affinchè niente e nemmeno una briciola del corpo del Signore possa cadere a terra, perchè è di gran lunga più prezioso dell’oro o delle gemme?” ( S.Cyrillus Hier., Catech. Myst., 5, 21)
San Basilio (330-379): “Il diritto di ricevere la Santa Comunione nella mano è consentito solo in tempi di persecuzione, o come nel caso dei monaci nel deserto, quando erano assenti un diacono o un sacerdote che potesse distribuirle.” (Ep. 93)
San Agustino (354-430): “Sarebbe una follia insolente discutere che fare quando tutta la Chiesa universale ha già una pratica stabilita.” (Carta 54,6; a Denaro)
Papa San León (440-461): “Si riceve nella bocca quello che si crede per la fede” (Patrologia Latina, 54, 1385).
San Francisco de Asís (1182-1226): “Solo loro (i Sacerdoti) devono amministrarlo, e non altri”. (Carta 2° a tutti i fedeli,35).
Papa San Pio X: “Nell’atto di ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra”. E rispondendo a chi gli chiedeva il permesso di ricevere la comunione in piedi sulla base del fatto che: gli Israeliti mangiavano in piedi l’agnello pasquale, ha dichiarato: “L’agnello Pasquale era tipo (simbolo, figura o promessa) dell’Eucaristia. Pertanto, i simboli e le promesse si ricevono in piedi, la realtà si riceve in ginocchia e con amore “. (Catechismo Maggiore)
Papa San Pio XII:“Non possiamo fare a meno, però, per Nostro dovere di coscienza, di deplorare e riprovare quelle immagini e forme da alcuni recentemente introdotte, che sembrano essere depravazione e deformazione della vera arte, e che talvolta ripugnano apertamente al decoro, alla modestia ed alla pietà cristiana, e offendono miserevolmente il genuino sentimento religioso; esse si devono assolutamente tener lontane e metter fuori dalle nostre chiese come in generale, tutto ciò che non è in armonia con la santità del luogo”. (Mediator Dei)
Papa Giovanni Paolo II: “Toccare la Sacra Specie, la sua distribuzione con le proprie mani, è un privilegio degli Ordinati”. (Carta Domenicae Cenae)
Madre Teresa di Calcutta: “Il peggior male del Mondo è il rito della Comunione nella mano (”The Wanderer”, 23-3-89)