LO SCISMA E' ALLE PORTE?...
Rieccoci: una nuova lettera. Ormai sta diventando un bollettino settimanale. Oltre ai soliti problemi (amensie sul modernismo conciliare, sui disastri dei predecessori, insomma: sulla catena causale che ha portato al Sinodo Amazzonico), questa volta se ne riscontra uno inedito e macroscopico: non sono pubblicate le firme. Il motivo? Alcuni siti parlano genericamente di un “Gruppo di lavoro Coetus Internationalis Patrum” (da non confondersi con quello del Concilio Vaticano II!) di cui preferiscono non pubblicare i nomi per evitare loro le più che probabili ritorsioni. Altri sono ancora più espliciti: I sottoscrittori hanno ritenuto di non firmarsi per non incorrere nella rappresaglia che i misericordiosi guardiani della rivoluzione sanno mettere in atto in questi casi. Ci domandiamo: sorvolando pure sui problemi “di memoria” e “di principio” di questi documenti, se costoro temono addirittura di apporre una firma in calce alle loro idee, come pensano di opporsi al nemico? Ecco il testo (per ora) anonimo:
AL PAPA E AI PADRI SINODALI
Noi, numerosissimi prelati, sacerdoti e fedeli cattolici di tutto il mondo, facciamo presente che l’Instrumentum Laboris preparato per la prossima assemblea del Sinodo pone seri interrogativi e desta gravissime riserve, per la sua contraddizione sia con singoli punti della dottrina cattolica sempre insegnata dalla Chiesa, sia con la fede nel Signore Gesù, unico Salvatore di tutti gli uomini. Ne abbiamo tratto, secondo il metodo classico, quattro proposizioni in forma di “tesi”, riportando i termini del documento. In coscienza e con molta franchezza, l’insegnamento che essi trasmettono è inaccettabile.
1. La diversità amazzonica, soprattutto religiosa, evoca una nuova Pentecoste (IL 30): rispettarla è riconoscere che ci sono altri cammini di salvezza, senza riservarli esclusivamente alla propria fede. Gruppi cristiani non cattolici insegnano, d’altronde, altre modalità di essere Chiesa, senza censure, senza dogmatismi, senza discipline rituali, forme ecclesiali (IL 138), di cui la Chiesa cattolica dovrebbe integrare alcune. È distruttivo dello stesso credo riservare la salvezza esclusivamente al proprio credo (IL 39).
Contro, tra altri: Dominus Jesus, 14 e 16.
2. L’insegnamento della teologia pan-amazzonica, che tenga conto specialmente dei miti, dei riti e celebrazioni delle culture d’origine, è richiesto in tutte le istituzioni educative (IL 98 c 3). I riti e le celebrazioni non cristiane vengono proposti come «essenziali per la salute integrale» (IL 87) e si chiede di «adattare il rito eucaristico alle loro culture» (IL 126 d). Sui riti: IL 87, 126.
Contro: Dominus Jesus 21.
3. Tra i luoghi teologici (cioè tra le fonti della teologia, come la Sacra Scrittura, i Concili, i Padri) si trovano il territorio [dell’Amazzonia] e il grido dei suoi popoli (IL 18, 19, 94, 98 c 3, 98 d 2, 144).
Contro: Dei Verbum 4, 7, 10.
4. Viene suggerito di conferire l’ordinazione a persone anziane, che abbiano famiglia, e di conferire “ministeri ufficiali” a delle donne. Si propone così una nuova visione dell’ordine che non proviene dalla Rivelazione, ma dagli usi culturali dei popoli amazzonici (che prevedono, tra l’altro un’autorità a rotazione). Si dovrebbe allora fare una separazione tra il sacerdozio e il munus regendi (IL 129 a 2, 129 a 3, 129 c 2).
Contro: Lumen gentium 21, Presbyterorum ordinis 13, Pastores dabo vobis 26;
ed inoltre contro: Sacerdotalis cælibatus integre e spec. 21 e 26, Ordinatio sacerdotalis 1, 3 e 4; Pastores dabo vobis 29.