lunedì 27 maggio 2019

Mentre Assange è condannato a 170 anni di prigione, Trump propone di perdonare i criminali di guerra statunitensi


L'annuncio del presidente Trump di poter perdonare diversi soldati statunitensi accusati o condannati per crimini di guerra è un appello alle forze armate e un segnale che qualsiasi restrizione verrà rimossa mentre l'imperialismo americano prepara più guerre.

Venerdì, Trump ha confermato un precedente rapporto del New York Times secondo cui l'amministrazione ha "avanzato richieste urgenti" per i documenti di grazia. "Alcuni di questi soldati sono persone che hanno combattuto duramente e a lungo", ha detto Trump. "Insegniamo loro come essere grandi combattenti, e poi quando combattono a volte vengono veramente trattati ingiustamente. Quindi ci staremo attenti".

Trump si riferiva a soldati le cui azioni incarnano il carattere depravato e criminale della "guerra al terrore" degli Stati Uniti. Inclusi:

• Il sottufficiale Edward Gallagher, che dal 2017 al 2018 ha sparato a una giovane ragazza e un uomo anziano dalla sicurezza del suo trespolo in Iraq e ha ucciso un giovane prigioniero di guerra pugnalandolo ripetutamente con un coltello da caccia prima di posare con il corpo della vittima.

• Nicholas Slatten, un ex mercenario della Blackwater che è stato recentemente condannato per omicidio per il suo coinvolgimento nel massacro di Nisour Square del 2007, durante il quale i teppisti della Blackwater hanno ucciso dozzine di civili iracheni.

• Mathew Golsteyn, che attualmente è processato per omicidio dopo aver ammesso in diretta su Fox News di aver giustiziato un presunto membro talebano disarmato, dopo che quest'ultimo è stato rilasciato dalla detenzione dalle autorità afghane. Il 30 marzo Trump ha scritto su Twitter che Golsteyn è un "eroe militare statunitense".

• Clint Lorance, un soldato che sta scontando una pena di 19 anni per aver ucciso tre uomini afgani a lunga distanza nel 2012.

All'inizio di maggio Trump ha perdonato Michael Behenna, un ufficiale dell'esercito che è stato condannato e incarcerato per aver ucciso un prigioniero iracheno a cui era stato ordinato di essere rilasciato dalla detenzione, mettendo una granata sotto la sua testa.

Perdonare i criminali di guerra costituisce di per sé un crimine di guerra secondo i principi di Norimberga. Nel 1969, l'allora presidente Richard Nixon e i suoi scagnozzi coprirono i dettagli del massacro di 504 civili commessi dalle truppe americane nel villaggio vietnamita del sud di My Lai nel 1968. Il giorno dopo che il tenente William Calley fu condannato all'ergastolo per aver commesso il massacro, Nixon lo fece trasferire agli arresti domiciliari. Nel 1974, Calley era fuori su cauzione.

Ma Trump ha portato questo record a nuove profondità mentre gli Stati Uniti si preparano per altre guerre. Le osservazioni di Trump sui potenziali indulti sono arrivate quando il governo ha annunciato lo spiegamento di altri 1.500 soldati per affrontare l'Iran in Medio Oriente. A poche ore dalla dichiarazione di Trump, il vicepresidente Michael Pence ha dichiarato ai diplomati di West Point che "è una certezza virtuale che combatterai su un campo di battaglia per l'America ad un certo punto della tua vita".

Segnalando la sua volontà di perdonare i criminali di guerra, Trump sta stabilendo il potere autoritario dell'esecutivo per creare uno "stato di eccezione" che avvolge l'intero apparato militare nell'immunità legale.

A marzo, 40 membri del Congresso repubblicani hanno firmato una lettera al Segretario della Marina chiedendo la liberazione di Gallagher. Si legge, "Limitare qualsiasi membro del servizio per quel periodo di tempo, indipendentemente dall'autorità che lo fa, invia un messaggio agghiacciante a coloro che combattono per le nostre libertà." La lettera chiede una "forma meno severa di moderazione" e chiede al criminale di guerra detenuto che gli venga "assicurato un processo equo".

La campagna per difendere e linciare coloro che assassinano civili in difesa dell'imperialismo USA espone il carattere di classe della campagna bipartisan contro Julian Assange e Chelsea Manning. Dietro tutte le menzogne ​​infondate sull'assalto sessuale o la collaborazione con Trump o la Russia, Assange è il nemico dell'imperialismo americano perché ha esposto la criminalità delle sue guerre ai popoli del mondo.

Assange e Manning hanno esposto non solo i criminali di guerra sul terreno, ma anche i criminali di guerra a Washington e i loro propagandisti dei media che hanno lanciato le guerre e sono responsabili della morte di milioni di civili e di migliaia di soldati statunitensi e alleati. Nessuno di questi individui è stato ritenuto responsabile.

L'amministrazione Trump ha ora annunciato 17 accuse contro Assange sotto lo Spionage Act del 1917, minacciandolo con 170 anni di carcere. L'accusa, sviluppata dai precedenti stabiliti dall'amministrazione Obama durante i suoi otto procedimenti di spionaggio, apre la strada alla criminalizzazione dell'opposizione alla guerra.

Un numero crescente di persone è indignato per il trattamento di Julian Assange e Chelsea Manning.

I sostenitori di Assange non si trovano nelle sale editoriali di giornali come il New York Times o il Washington Post, che desiderano che il governo blocchi Assange con un pretesto che non minaccia il loro diritto di pubblicazione. Nemmeno i difensori di Assange si trovano in pubblicazioni come la rivista Jacobin o nei socialisti democratici americani, i cui leader e prestanome politici sono rimasti muti sulla persecuzione di Assange.

La fonte obiettiva di supporto per Julian Assange e Chelsea Manning è il lavoro internazionale della classe operaia. È questa forza sociale che è l'obiettivo primario dell'intervento imperialista americano in tutto il mondo. Sono le loro case e le loro scuole che vengono distrutte dalle bombe americane. Sono i loro bambini che affogano nel Mediterraneo sfuggendo a zone devastate dalla guerra.

Negli stessi Stati Uniti, è la classe operaia che ha pagato per le guerre in lacrime e sangue. La classe dominante ha diretto migliaia di miliardi di dollari da programmi sociali, sanità e istruzione per pagare la morte e la distruzione all'estero. Migliaia di giovani della classe lavoratrice, in fuga dalla disoccupazione e dalla mancanza di opportunità, sono morti nelle guerre imperialiste. Decine di migliaia di persone sono ferite, fisicamente e mentalmente, e altre milioni sono colpite personalmente dal suicidio dei soldati, dalla depressione o dall'abuso di sostanze.

Il Partito americano per l'uguaglianza chiede una campagna più vasta possibile tra la classe operaia per chiedere la liberazione di Assange e Manning. Difendi i prigionieri di guerra di classe, Julian Assange e Chelsea Manning! Ciò che è in gioco non è solo la libertà di due individui coraggiosi, ma anche la lotta per fermare la guerra imperialista e trasformare la società su una base egualitaria e più giusta.

Eric London

https://www.wsws.org/en/articles/2019/05/27/pers-m27.html#pk_campaign=sidebar&pk_kwd=perspectives


https://www.wsws.org/en/special/podcast.html

VITTORIA STORICA: LEGA PRIMO PARTITO D'ITALIA E FORZA TRAINANTE D'EUROPA

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Oggi è un giorno storico per l'Italia. Gli Italiani hanno deciso di voltare pagina e di conferire al Paese un colore unico: il verde della Lega. Un verde che sa di speranza, ben lontano dal verde che ha trionfato in Germania. 
Con la vittoria schiacciante della Lega si spengono anche tante inutili polemiche sul Rosario e sull'urgenza del ritorno alle origini cristiane dell'Europa che Matteo Salvini ha più volte ribadito brandendo il crocifisso in mano. Un gesto raro per un politico, in Italia, e ancora di più in Europa. Ma la vittoria della Lega ha evidentemente dimostrato che quando la Fede è sincera e non finalizzata ad un risultato elettorale, allora si viene premiati. Il Cielo non si fa ingannare dagli uomini, ne tantomeno tirare per la giacchetta. Matteo Salvini è evidentemente la persona giusta al posto giusto nel momento storico giusto. Un momento storico difficile, foriero di attacchi proprio alle radici culturali e cristiane dell'Europa, con un'islamizzazione e politiche fin troppo compiacenti verso popoli ed etnie profondamente diverse dalla nostra storia e dalla nostra identità culturale e sociale. Politiche che in Francia hanno portato al disastro, con un livello di "ibridazione" ai massimi storici, dove convivono almeno dieci musulmani per ogni francese rendendo la situazione insostenibile. 
La forza trainante della Lega si è portata dietro la Francia di Marine Le Pen, la Gran Bretagna di Farage per la Brexit, l'Ungheria di Orban che ha ottenuto un risultato straordinario, la Polonia dell'estrema destra che ha ottenuto una conferma importante. Mentre, sul fronte mediterraneo, il Portogallo e la Spagna hanno perso un treno importante con la vittoria dei socialisti che, con le loro sfrenate politiche immigrazioniste, rischiano di trasformare questi due Paesi in avamposti islamici. Ma quando portoghesi e spagnoli cominceranno a capire l'errore sarà troppo tardi, e la legge coranica gli impedirà definitivamente di porvi rimedio. Non potranno evitare di sentirsi stranieri in patria.
In Francia la Le Pen ha già chiesto a Macron di farsi da parte, forte dell'appoggio dei gilet gialli la cui protesta potrebbe inasprirsi nel caso Macron dovesse ostinarsi a fare finta di niente. In Gran Bretagna la vittoria di Farage, per uscire dall'Unione europea, ha riunito la maggioranza degli inglesi sotto le insegne della Brexit per un nuovo corso più a favore del popolo e meno di lobbisti e banche. Cresce il fronte europeo anti establishment, anti Stato Profondo e anti sostituzione etnica dell'Europa. L'Italia e l'Europa rialzano la testa. E il progetto massonico degli Stati Uniti d'Europa a guida Usa-Francia-Germania, come si auguravano i Rothschild, è miseramente naufragato dati gli attuali assetti del Parlamento Europeo che da oggi sono troppo variegati e orientati al sovranismo per pensare che i singoli stati europei sarebbero stati disposti a rinunciare alla loro identità e sovranità al punto di sottostare al giogo delle solite potenze accentratrici. 
La vittoria della Lega ha dimostrato all'Europa e al mondo che mettere Dio al primo posto in tutto non è solo una scelta morale e spirituale, ma un'esigenza della creatura che si rende conto di non potere fare nulla senza l'aiuto del Cielo. Gesù dice: "Senza di me non potete fare nulla", ma in Marco 8,38 dice anche: "Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi". Ma da oggi risuona ancora più forte quello che Cristo dice in Apocalisse 21,5: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose". 

Cinzia Palmacci

        

PROPONIMENTO DI OGGI


Oggi dedicherò un po' del mio tempo al prossimo, come, ad esempio, far compagnia ad un anziano


LITURGIA DEL GIORNO



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  





  PRIMA LETTURA 

At 16,11-15
Dagli Atti degli Apostoli

Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedònia.
Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.
Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.


  SALMO  

Sal 149
Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.


 VANGELO 

Gv 15,26-16,4
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

COMMENTO AL VANGELO

Come vivere questa Parola?
Gesù, mentre annuncia la sua imminente dipartita da questo mondo, promette di inviare lo Spirito Santo, la cui azione si rivela indispensabile ai fini della testimonianza. Gli immediati destinatari di questo dono sono, in questo contesto, i discepoli che hanno condiviso l'esperienza apostolica di Gesù, sono vissuti con lui durante i tre anni della vita pubblica ascoltandone la parola autorevole e illuminante, vedendolo partecipare e piegarsi con amore su ogni miseria umana e compiere gesti miracolosi che rimandavano a un oltre di cui tuttavia non riuscivano ad afferrare il senso: Chi è costui? Una domanda che solo alla luce della resurrezione troverà una risposta esauriente. Un'esperienza unica, ma che non taglia fuori chi nei secoli continuerà a seguire il Maestro. Tutti i seguaci di Gesù, indipendentemente dall'epoca e dal luogo in cui vivono, sono chiamati a dargli testimonianza. Certo, ora non abbiamo più il supporto di un'esperienza tangibile. Ma anche noi siamo di quelli che sono stati con lui fin dal principio. Non eravamo presenti alla sua preghiera mentre si rivolgeva al Padre supplicandolo anche per coloro che avrebbero creduto in lui (cf Gv 17,20)? Non eravamo là, ai piedi della croce, esplicitamente indicati in quel discepolo che Gesù amava e che affidava a sua Madre? All'esperienza tangibile, che, in fondo, mentre rivelava rendeva difficile il passaggio dal visibile al sovrasensibile tanto che molti pur vedendo non credevano e la stessa fede degli apostoli era messa alla prova, si sostituisce inequivocabile la testimonianza dello Spirito che ci è data proprio perché, a nostra volta, possiamo dar ragione della nostra fede. Che rapporto ho con lo Spirito Santo?


Vieni, Spirito Santo, a rinvigorire la mia fede con la tua testimonianza, perché da te illuminato e sorretto possa annunciare a tutti che Cristo è veramente risorto.

La voce di un teologo
I libri, i documenti, i ragionamenti non ci potranno mai convincere e convertire. Ciò di cui c'è bisogno è la luce di una vita, l'irradiamento di un volto, il battito di un cuore: è il dono di tutta una vita
Maurice Zundel





sabato 25 maggio 2019

Il lungo e documentato rapporto tra Massonerie e Istituzioni Europee

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FINCHE' LA MASSONERIA SARA' PRESENTE NELLE ISTITUZIONI EUROPEE, NON SARA' MAI L'EUROPA CHE VORRANNO E CHIEDERANNO I POPOLI ALLE URNE

– di Davide Consonni –

L’Europa unita si è fatta, la Grande Opera Sinarchica si è realizzata, come ricordava negli anni sessanta il massone 33° di Rito Scozzese Yves Marsaudon del Supremo Consiglio di Francia: “Noi possiamo affermare che l’Europa Massonica si fa…” [cfr. Y. Marsaudon, De l’initiation Macconique a l’ortodoxie chrétienne, Paris, Ed. Dervy, 1965, pp. 135] .



Così il 19 settembre 1946 il massone (era Maestro alla Studholme Lodge n. 1591) e membro di spicco del ramo britannico della Pilgrims Society, Winston Churchill, in un discorso all’Università di Zurigo, poteva proclamare: 



“Sotto la direzione e nell’ambito del quadro dell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite, noi dobbiamo ricreare la famiglia europea in un quadro regionale che si chiamerà – può darsi – gli Stati Uniti d’Europa, e il primo passo pratico sarà di costituire un Consiglio d’Europa. Se agli inizi tutti gli Stati d’Europa non accettano o non sono in grado di prender parte a questa unione, noi dovremo tuttavia continuare a raccogliere e ad organizzare quelli che vi aderiscono e coloro che lo possono […] vi dico dunque: In piedi, Europa!”

Cito una dichiarazione del 24 settembre 1988 dell’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Armando Corona, fu 33° di Rito Scozzese, fu ex Presidente del Consiglio regionale di Sardegna e molto altro che vi risparmio:

“E’ dunque arrivato il momento in cui tutti debbono mettere da parte, come abbimo fatto noi, il peso del passato. E’ arrivato il momento di guardare in avanti con coraggio. Abbiamo oggi due obbiettivi e li ribadiamo e li ribadiamo qui nella prima capitale d’Italia. Anzitutto puntiamo all’unione europea come fulcro della liberazione, del progresso, di più ampia giustizia, di dialogo tra tutti i popoli, di confrontto tra tutte le civiltà. Per noi Europa significa incontro fra culture, tradizioni storiche, modelli civili. La massoneria ha contribuito in modo determinante a creare l’Europa e oggi si impegna a darle spazio e voce […] Consci della storia cui abbiamo posto mano, consapevoli di essere espressione autentica della parte più impegnata della società contemporanea, da questa prima capitale d’Italia la Massoneria – finalmente libera dagli orpelli e dalle leggende che altre cercarono di gettarle addosso – punta a costruire l’Europa del Duemila, di cui, nei secoli avvenire i nostri futuri fratelli possano andar fieri come noi andiamo di quella costruita nei millenni passati dai nostri precursori”
[Armando Corona, “Conclusioni: per l’Europa del 2000”, in “La liberazione dell’Italia nell’opera della massoneria”, Bastogi, pp. 312-313-314]

E’ del lungo, stretto e costante rapporto tra istituzioni europee e massonerie nazionali che si tratterà in queste righe. Esporrò una cronologia degli incontri ufficiali tra Commissione Europea, Parlamento Europeo e le organizzazioni filosofiche non confessionali, di cui diverse massonerie nazionali europee fanno parte, tra le quali figurano le principali obbedienze massoniche italiane. Come si può verificare direttamente dal sito della Commissione Europea gli incontri annuali ebbero luogo fin dagli anni ’90:


“Introdotta nei primi anni ’90 dal Presidente della Commissione europea Jacques Delors, il dialogo con le chiese e le organizzazioni non confessionali offre l’opportunità di prendere parte al processo decisionale europeo. E ‘ un’opportunità per lo scambio aperto di opinioni sulle politiche tempestive delle pertinenti dell’Unione tra istituzioni e attori importanti nella società europea. Il trattato di Lisbona (articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, TFUE) ha sollevato la buona pratica di utilizzare il dialogo al livello di obbligo giuridico, sancito dal diritto primario.[…] Il presidente Delors per la prima volta ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni che lavorano nel campo della scienza, della cultura e della religione, al fine di scambiare idee sul significato e le implicazioni del processo di integrazione europea. La Commissione europea ha quindi stabilito un dialogo regolare con le religioni, le chiese e le associazioni e comunità religiose. I successori del signor Delors, MM. Jacques Santer e Romano Prodi, e l’attuale presidente, José Manuel Barroso, hanno continuato questa tradizione durante lo sviluppo di esso, considerandolo come un importante strumento di democrazia partecipativa”.

Il testo citato qui sopra e tutti i documenti che linkerò o citerò sono stati pubblicati dal sito della Commissione Europea e fanno parte dei comunicati stampa ufficiali rilasciati dal 2008 a oggi. Sul sito della Commissione Eu c‘è traccia degli incontri ufficiali avvenuti tra Commissione/Parlamento europeo e massonerie nazionali solo a partire dall’anno 2008, quindi degli incontri precedenti non esiste né una fotografia, né una lista dei partecipanti né tanto meno un video; se consideriamo che il sito della Commissione europea certifica che gli incontri iniziarono negli anni novanta, come sopra riportato, con il Presidente Delors, se inoltre consideriamo che Delors fu in carica fino al 1994 possiamo certificare che degli incontri ufficiali avvenuti tra massonerie nazionali e istituzioni europee dal 1994 fino al 2007 non esiste alcuna dichiarazione stampa o documentazione rilasciata né dalla Commissione Europea né dal Parlamento Europeo. Come vedremo tra poco per gli incontri avvenuti tra il 2008 e il 2013 esiste una documentazione di tipo fotografico documentale e video, con ovvie ma curiose eccezioni.

Partiamo quindi dall’incontro del 2008. L’8 aprile 2008 a Bruxelles, nelle stanze della Commissione Europea, si tiene il meeting europeo delle organizzazioni filosofiche non confessionali. Come potete verificare nel link che segue, tra i partecipanti invitati dalla Commissione Europea erano presenti 7 obbedienze massoniche francesi su 7 delegazioni totali invitate.


Credo quindi di poter tranquillamente affermare che il primo meeting tra obbedienze massoniche e istituzioni europee di cui abbiamo testimonianza documentale, quello del 2008 appunto, fu totalmente monopolizzato dalla presenza di obbedienze massoniche francesi, visto e considerato che furono presenti con un’incidenza di 7 su 7.


Passiamo ora all’incontro del 2009. Il 26 Giugno 2009, sempre nelle stanze della Commissione Europea a Bruxelles si tenne il meeting delle organizzazioni filosofiche non confessionali. In quest’occasione Presidente del Parlamento europeo Pöttering dichiarò:


“L’Unione europea è una comunità di valori in base ai quali è la difesa della dignità umana Proprio come i nostri valori europei, sanciti dal Trattato di Lisbona e la Carta dei diritti fondamentali, un debito al patrimonio giudaico-cristiana dell’Europa. Non-confessionale organizzazioni umaniste, emerse durante l’Illuminismo, hanno dato il loro contributo a plasmare moderno pensiero europeo. Per questo motivo, è importante per l’UE a mantenere un dialogo regolare con tali gruppi nella nostra ricerca comune di un ancoraggi etici alla politica europea.”

[Fonti: 1#; 2#]

Per quanto riguarda i partecipanti all’incontro del 2009 ci furono importanti novità. Se nel 2008 parteciparono solo obbedienze francesi, nel 2009 si aggiunsero altre obbedienze massoniche europee: una belga, una spagnola, una greca, una portoghese e anche una italiana.


Come potete leggere furono invitati due esponenti della Gran Loggia D’italia, il Gran Maestro Luigi Pruneti e la Gran Cancelliera Aggiunta Lina Rotondi.




Per quanto riguarda l’incontro del 2010, si tenne il 15 ottobre 2010. Tra i partecipanti molte novità rispetto al 2008 e al 2009. Oltre alle obbedienze massoniche già menzionate si aggiunsero il Grande Oriente della Romania, il Grande Oriente del Lussemburgo, il Grande Oriente d’Italia e quello tedesco.



D’interesse per l’Italia è notare come la Gran Loggia d’Italia (presente nel 2009) abbia ceduto i passo al Grande Oriente d’Italia, presente nel 2010 con il suo Gran Maestro Gustavo Raffi.

Se verificate vi accorgerete che sul sito della commissione europea dopo l’incontro del 2010 furono pubblicati anche una “galleria fotografica” e un cartella “video”. Entrambi i link non sono più funzionanti.
Come potete constatare qui: 1#; 2# .

Passiamo all’incontro tra istituzioni europee e obbedienze masosniche del 2011. Per quanto riguarda le obbedienze massoniche invitate non ci furono cambiamenti rispetto al 2010. Per l’Italia fu presente sempre il Gran Maestro Gustavo Raffi, il quale potete ammirarlo nel video che segue nell’atto di stringere le mani di Barroso Buzek e Von Roumpuy, al minuto 2:30 . Nel link che segue potete invece ammirare l’ex GM Gustavo Raffi assieme ai “grandi” della giornata: QUI.


Qui di seguito potete leggere una parte dell’intervento di Gustavo Raffi il 30 Novembre 2011:


“In una fase di grande incertezza come quella attuale, si fa più forte il rischio che le difficoltà di natura economica mettano in secondo piano valori imprescindibili di democrazia e di equità sociale, di lavoro e di cultura. All’Europa serve un messaggio solidale ed etico”. Lo ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, nel suo intervento a Bruxelles al Meeting “Un partenariato per la democrazia e una prosperità condivise: una volontà comune di promuovere i diritti e le libertà democratiche” con i rappresentanti delle associazioni umanistiche non confessionali. La riunione è stata presieduta da Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso. “Il Mediterraneo — ha scandito Raffi — non può essere la storia di un fallimento dell’Occidente. Deve costituire, invece, l’avamposto di nuove conquiste di libertà e prosperità condivise. Come laboratorio etico per uomini liberi, lanciamo una proposta concreta: istituire il Pantheon della Nuova Primavera del Mediterraneo. L’obiettivo è creare un forum permanente per i giovani di tutta l’Europa e del Mediterraneo, con incontri nei diversi Stati dell’Ue, per avviare percorsi di responsabilità condivisa. Un cantiere aperto, capace di raccogliere istanze e di segnalare problematiche, individuando partenariati e sinergie”. “Per noi — ha rimarcato il Gran Maestro Raffi — è centrale l’Europa delle culture e della cultura della condivisione, nel rispetto delle diversità. Educare i giovani europei a essere cittadini di una realtà di pace e democrazia, è un compito straordinario per il presente e per un futuro che vogliamo condividere nei fatti con tutte le Istituzioni e Associazioni disposte a farlo. La vera piazza della democrazia è la capacità di pensare insieme la storia”.

Qui potevate leggere la lista dei partecipanti invitati a Novemebre 2011, ora la lista è irreperibile anche cercando in lungo e in largo per il web:


Guy Arcizec, Grand Maître du Grand Orient de France

Joseph Asselbergh, Président du Grand Orient de Belgique

Radu Balanescu, Grand Master of the National Grand Lodge of Romania

Christine De Vos, Grande Maîtresse de la Grande Loge Féminine de Belgique

Alan Frommer, Président de l’Association Européenne de la Pensée Libre

Pierre Galand, Président du Centre d’Action Laïque et Senior Viceprésident de la Fédération Humaniste Européenne

Paul Geisen, Grand Maître de la Grande Loge de Luxembourg

Fernando Lima, Grão Mestre do Grande Oriente Lusitano

Salvador Mollà, Presidente de la Federación Española “El Derecho Humano”

Denise Oberlin, Grande Maîtresse de la Grande Loge Féminine de France

Vassilios Patkas, Président du Conseil de l’Ordre Maçonnique International “Delphi”

David Pollock, Président de la Fédération Humaniste Européenne

Keith Porteus Wood, Executive Director of the National Secular Society

Jean-Michel Quillardet, Président de l’Observatoire Internationale pour la Laïcité

Gustavo Raffi, Grand Maître du Grande Oriente d’Italia

Rüdiger Templin, Vorsitzender der Vereinigten Großlogen von Deutschland

La notizia dell’incontro del 2011 sulla stampa italiana venne curiosamente riportata solo da siti di informazione massonica, con l’eccezione di un solo articolo riportato sul “La Stampa” vedi qui: 1#; 2#; 3#.


Da notare che anche per quanto riguarda il 2011 la galleria fotografica dell’incontro risulta vuota, come potete verificare qui: 1#.

Ora passiamo all’incontro tra massonerie nazionali e istituzioni europee del 2012. Su 16 delegazioni invitate ben 10 furono delegazioni di obbedienze massoniche europee rappresentate ufficialmente dai propri Gran Maestri.




Concludiamo questa cronologia dei rapporti istituzionali tra obbedienze massoniche nazionali e istituzioni europee con l’incontro del 2013. Avvenuto il 5 novembre 2013,


Il Grande Oriente d’Italia con Gustavo Raffi sempre presente. 


Abbiamo finalmente concluso questa triste cronologia della democrazia per iniziati ed esoteristi, questa fiera di grembiulini europeisti, questo viaggio misero per salotti mondialisti. Con la massima sfiducia per le istituzioni para-massoniche europee ci congediamo con la speranza che fatti simili spronino sempre più persone a porsi in atteggiamento totalmente critico e polemico rispetto all’Unione Europea e alle sue para massoniche istituzioni. Libertè, Fraternitè, Inculitè.

CONSACRAZIONE DELL'ITALIA E DELL'EUROPA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (VIDEO E PREGHIERA)


Atto di consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria

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Detto a Catania il 13 settembre 1959, a conclusione del XVI Congresso Eucaristico Nazionale, dal legato pontificio, cardinale Marcello Mimmi, a nome dell’episcopato e di tutto il popolo italiano, rappresentato in tutti i suoi ordini e condizioni sociali.

Signore nostro Gesù Cristo, che nell’Ostia Santa siete presente come Re del mondo, unico Maestro e Pastore delle nostre anime, mediatore tra la terra e il Cielo, accogliete questo atto solenne, col quale noi intendiamo riconoscere il vostro sovrano dominio, e deporre nelle vostre mani l’offerta delle nostre anime, della nostra vita, dei nostri beni, delle nostre famiglie, della nostra patria, di tutto il mondo.

Accogliete questa offerta, e unendola a quella del vostro Corpo e del vostro Sangue, che voi rinnovate ogni giorno, mediante il ministero dei Sacerdoti, nel Sacrificio Eucaristico, fatela ascendere gradita al Padre Celeste, nel seno della Augusta Trinità, dove voi vivete e regnate eternamente, come unico vero Figlio di Dio.

Accogliete specialmente, in questo giorno solenne, l’atto ufficiale di consacrazione, che noi intendiamo fare a voi, e per voi, alla Trinità santissima, della nostra amata patria, in unione alle intenzioni del Cuore Immacolato e Addolorato della vostra eccelsa Madre Maria, che a noi, come a figli amatissimi, ha voluto suggerire e richiedere quest’atto di riconoscimento del sovrano dominio di Dio sulle Nazioni.

Vescovi di un Paese da voi prediletto, e predestinato a Sede del vostro Vicario sulla terra, solleciti del bene spirituale e materiale del nostro popolo, desiderosi che sulla nostra Patria e sul mondo intero, risplenda presto un arcobaleno di speranza e di pace, noi, o Signore, deponiamo nel Cuore della Madre vostra e nostra, i voti più ardenti per la diletta Nazione italiana: la sua prosperità nella pace, nella giustizia, nella libertà, nell’ordine, nella concordia; la sua fedeltà alla Religione, che voi le avete dato; la sua integrità nella fede cattolica; la sua santità nei costumi; l’unione di tutti i suoi figli in una fraterna carità.

A questi voti corrisponde anche l’impegno che noi, come legittimi rappresentanti di questo popolo presso il vostro Altare, intendiamo prendere e prendiamo, nel consacrarci ancora una volta a voi, nella luce del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria Santissima.

Posti da voi come maestri e pastori di questo popolo, noi Vescovi c’impegniamo ad eseguire, con sempre maggior sollecitudine e dedizione, il mandato che voi ci avete conferito.

Il nostro clero sarà sempre più vicino al vostro Cuore, più pronto e generoso nel collaborare con noi alla salvezza delle anime, che ci avete affidate.

Il nostro popolo, e tra esso specialmente le anime consacrate, e coloro che più direttamente si dedicano al servizio del vostro Regno, seguirà l’insegnamento e l’esempio dei suoi pastori, per fare di questa Italia, delle sue diocesi e parrocchie, delle sue famiglie, dei suoi istituti, una terra veramente a voi consacrata.

Questi sono i voti, queste sono le promesse che noi, Vescovi italiani, oggi intendiamo affidare al Cuore della vostra e nostra Madre, in unione di pensiero e di volontà col vostro Vicario in terra, il Sommo Pontefice, Primate d’Italia.

E con Lui, noi ci rivolgiamo, o Signore Nostro Gesù Cristo, a questa SS. Madre, perché essa, con la sua materna intercessione, ci assista e renda effettivo e operante, per la grazia, ottenutaci presso il vostro Trono, quest’atto di consacrazione.

Vegli, o Maria, il vostro Cuore Immacolato sulla Chiesa di Cristo, su noi, su questa terra benedetta, che mille Santuari vostri costellano, facendone quasi la vostra seconda patria.

Assistetene i reggitori, illuminatene il popolo, di tutti soccorrete le necessità, confortate le sofferenze, alimentate le speranze; in modo speciale, assistete coloro, che si trovano lontani dalla propria terra, e ne sentono la nostalgia; accrescete nelle anime dei fedeli il fervore, riconducete al Padre gli erranti; santificate e adeguate alle presenti necessità i Sacerdoti; custodite particolarmente, in un clima cristiano, la limpida fede ed il candore innocente dei piccoli, speranza d’Italia.

Ecco, o Madre e Regina d’Italia, la supplica che, con filiale speranza, rivolgiamo e affidiamo al vostro Cuore Immacolato, pregandovi che giunga presto l’ora, da voi promessa, in cui il vostro Cuore Immacolato trionferà in questa nostra terra, e in tutto il mondo. Così sia!



Testo trascritto da G. ARDEMAGNI S. J.,
Verso il trionfo del Cuore Immacolato di Maria,
Edizioni Pro Sanctitate, Genova 1978, pp. 21-23.

LITURGIA DI DOMENICA 26 MAGGIO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



 PRIMA LETTURA 

At 15,1-2.22-29
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».

 SALMO 

Sal 66
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.


 SECONDA LETTURA 

Ap 21,10-14.22-23
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.


 VANGELO 

Gv 14,23-29
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

LITURGIA DEL GIORNO E COMMENTO AL VANGELO


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  





 PRIMA LETTURA 

At 16,1-10
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo si recò a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco.
Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade.
Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedònia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedònia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.


 SALMO 

Sal 99
Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.


 VANGELO 

Gv 15,18-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».


COMMENTO AL VANGELO

Come vivere questa Parola?

Gesù avverte i suoi discepoli che saranno perseguitati, così come lo è stato Lui stesso. La persecuzione sembra essere quasi una caratteristica della Chiesa e di ogni cristiano: chi non accetta il messaggio di Gesù viene emarginato, deriso, talvolta anche ucciso. E' la via della croce che si perpetua nella storia. Se Gesù è stato perseguitato, lo saranno anche i suoi discepoli. Egli per eccellenza è il "martire" (parola greca che significa "testimone) e i suoi discepoli continuano questa testimonianza che può arrivare fino all'effusione del sangue. In questi tempi moderni non si è fermato il numero dei martiri che in tanti paesi del mondo devono affrontare difficoltà e sofferenze per testimoniare la loro fede. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, diceva Tertulliano verso la fine del II secolo dopo Cristo (Apologeticum 50,3). Pur senza arrivare alla morte, molti sono i cristiani anche oggi, che, volendo vivere il messaggio evangelico in modo coerente, sono emarginati e discriminati dagli altri e spesso sono ostacolati in vari modi. I nemici dei cristiani non vogliono che il messaggio di salvezza apportato da Cristo si diffonda nel mondo: per questo vogliono eliminare quanti invece vogliono realizzare concretamente e in ogni circostanza il messaggio d'amore del Cristo.

O Signore, rendimi vero testimone del tuo vangelo nel mondo a qualsiasi costo e in qualunque circostanza.

La voce dagli scritti dei primi cristiani
[I cristiani] Amano tutti, e da tutti sono perseguitati. Non sono conosciuti e sono condannati; si dà loro morte, ed essi ne ricevono vita. (...) Maltrattata nei cibi e nelle bevande l'anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.

A Diogneto 5,11-12 e 6,9-10 



PROPONIMENTO DEL GIORNO


Mi impegno a vedere il mondo con umiltà, e a avvicinarmi agli altri senza superiorità nè pregiudizi.


venerdì 24 maggio 2019

La Madonna salvò l’Europa a Lepanto



Il 7 ottobre il Calendario della Chiesa segna la ricorrenza della Madonna del Rosario, una festa voluta dal Papa domenicano San Pio V (al secolo Antonio Michele Ghislieri) che, con la allora Festività di Santa Maria delle Vittorie, intese festeggiare la vittoria delle Armi Cristiane nella Battaglia di Lepanto (in greco Naupaktos) del 1571. Fatto storico che non va ricordato come mero esempio della superiorità militare e tecnologica degli europei. Esso merita di più, dal momento che le Grazie di Dio, ottenute per intercessione della Madonna, quel giorno furono numerose. Di fatti, i Veneziani lo capirono bene, scegliendo di far scolpire su una lapide commemorativa, appena dopo la battaglia: “non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosari victores fecit” (Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci fece vincitori”).

Fu una battaglia decisiva per la storia dell’Europa e dei Paesi nati da essa (tra cui Stati Uniti, Messico), perché arrestò l’avanzata dei Turchi che dominavano già il Mediterraneo e occupavano una parte dell’Europa, imponendo la dura legge dell’Islam e minacciando la Chiesa e l’intera Cristianità. La loro espansione procedeva di vittoria in vittoria da più di un secolo; ciò accadeva perché: tra l’Impero Ottomano e la Christianitas, non vi era più il regno-baluardo dell’Impero Romano d’Oriente, giacché il primo ne aveva conquistato la capitale, Costantinopoli, il 29 maggio 1453; i Regni Cattolici erano divisi a causa delle lacerazioni provocate dalla rivoluzione protestante, esplosa con Lutero ed Enrico VIII.

Il Santo Padre Pio V lanciò un appello presso tutte le corti dei regni europei. Risposero alla chiamata l’Impero Spagnolo, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, i Cavalieri di Malta, il Ducato di Savoia (con due navi: lo stendardo di una delle due è custodita nella chiesa di San Domenico, in Torino), il Granducato di Toscana, il Ducato di Urbino, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Mantova e la Repubblica di Lucca. Non vi parteciparono il re di Francia Carlo IX, giacché impegnato nel sedare una “guerra civile”, provocata dagli ugonotti (protestanti), e non interessato a rompere l’alleanza siglata con l’Impero Ottomano nel 1535 (chiamata “empia”, per lo scalpore provocato all’epoca), e nemmeno la regina Elisabetta I d’Inghilterra, ché sperava nella sconfitta del Papato e dei Regni Cattolici ad esso vicini, come la Spagna.

Sul “Sì” di quei Regni il 25 maggio 1571 nacque la Lega Santa (III nella storia), frutto di un grande miracolo mariano concesso alle insistenti preghiere di un alacre e lungimirante San Pio V. Non si dimentichi che il rischio che la “Lega cristiana” non si costituisse era alto, dal momento che tra veneziani genovesi e spagnoli vi erano rivalità e incomprensioni. Perciò, il Santo Padre aveva fatto preparare e sguainare, oltre ai cannoni, alle frecce e alle spade, le “ le armi più potenti” di ogni epoca, le “Preghiere”. Egli aveva mobilitato monasteri maschili e femminili, indetto speciali preghiere e processioni, preghiere continue nella santa casa di Loreto e soprattutto aveva ordinato la recita del Rosario a tutta la cristianità per il buon esito della battaglia, inoltre mise l’emblema della Madonna di Loreto sulle armi delle milizie pontificie, comandate da Marcantonio Colonna, che rappresentavano il Papato all’interno della Lega Santa.

IL comando della “stessa” fu affidato a don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V e fratellastro di Filippo II. Mesi dopo, la Domenica del 7 ottobre, la flotta della Lega Santa era pronta a dare battaglia e si dispose in assetto di guerra di fronte a quella musulmana, a largo delle coste lepantine. Da una parte l’intera flotta turca, la grande “superpotenza” dell’epoca, disposta a forma di mezzaluna, al centro della quale si trovava la nave “sultana”, agli ordini del temibile ammiraglio Alì Pascia, adornata da uno stendardo tutto verde, venuto dalla Mecca e su cui era stato ricamato in oro per 28.900 volte il nome di Allah; dall’altra, allineate come una croce, stavano più i 200 navi e l’ammiraglia guidata da don Giovana, la “Capitana”, su cui sventolava lo stendardo della Lega con il Cristo Redentore e la scritta: “in hoc signo vinces”.

Tutti i membri d’equipaggio, ciurma ed ufficiali, avevano recitato il Rosario e molti di loro si erano confessati e comunicati dai cappellani che li accompagnavano, pronti a seguire gli ordini del loro ammiraglio. Egli era un fervente cristiano: non permise che a bordo salissero donne, con cui i marinai potessero commettere azioni immorali. Per quei tempi era una novità assoluta. Don Giovanni d’Austria con un Crocifisso in mano girò di nave in nave, bello e luminoso in volto come l’arcangelo della vittoria; infuse ardore e coraggio e issò lo stendardo del Papa e la bandiera della spedizione su cui dominava l’immagine della Vergine. Fu per tutte le navi un segnale di preghiera.



Seguì lo scontro, intorno al mezzodì. Sia la flotta cristiana che quella musulmana erano composte ciascuna da cinquantamila uomini più i rematori delle galere, il combattimento fu aspro e durò molte ore; si concluse verso le 16 del pomeriggio: la flotta turca perse 25.000 uomini mentre quella cristiana ne perse 7000, furono liberati 12.000 “galeotti” cristiani rapiti dai musulmani e messi “ai remi” sulle galere. La Grazia era arrivata puntualmente. Tra i vincitori cristiani vi era anche lo scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, l’autore di “Don Chisciotte” detto anche “il Monco” perché perse la mano sinistra in battaglia ove combattéda semplice soldato e, al termine, volle inginocchiarsi davanti a don Juando esclamando : “Eccellenza grazie! Oggi è stata la giornata più bella della mia vita”.

Marcantonio Colonna, di ritorno da Lepanto, sbarcò con la sua flotta ad Ancona e si recò con gli ex schiavi cristiani liberati dalle galere turche durante la battaglia in pellegrinaggio a piedi al Santuario della Santa Casa di Loreto, dove portarono le loro catene come ex voto per la loro liberazione. Le catene oggi sono ancora lì, e sono visibili perché sono state fuse per ottenere i cancelletti delle tre porte della Santa Casa, i cancelli in ferro battuto di alcuni altari laterali, alcune parti della fontana presente nella piazza della Santa Casa.


La notizia della vittoria giunse in Italia e nel resto d’Europa due settimane dopo la battaglia, siccome a quei tempi le comunicazioni non erano rapidissime come oggi. Ma per San Pio V fu solo una conferma; Maria Santissima, che non trova ostacoli nello spazio e nel tempo, lo aveva già avvertito proprio lo stesso 7 ottobre, in una visione estatica: mentre si trovava in riunione con alcuni prelati, d’improvviso si alzò, si avvicinò alla finestra, fissò lo sguardo in estasi, vide la Madonna e poi, tornando al suo posto, disse: “Non occupiamoci più di questi affari, andiamo a ringraziare Dio. La flotta cristiana ha ottenuto la vittoria”. Ordinò di suonare le campane a distesa in tutta Roma (ciò spiega la tradizione di sciogliere le campane di tutte le chiese alle 12 in punto); e congedò i prelati, andando sùbito in cappella, ove un Cardinale accorso al lieto annunzio lo trovò immerso nel pianto della gioia. Da quel giorno volle che nelle Litanie lauretane si aggiungesse il titolo “Maria Auxilium Christianorum” (Maria ausiliatrice, aiuto dei cristiani, a cui è sempre ricorso San Giovanni Bosco) ed istituì la festa della “Madonna delle Vittorie”, che, poi, per decisione dei suoi successori, è diventata la memoria liturgica della “Beata Vergine del Rosario” celebrata la prima domenica di ottobre.

Con la vittoria a Lepanto l’Europa guadagnò la libertà e innescò il processo di declino della potenza turca, che da troppo tempo imperversava sul Mar Mediterraneo, controllando buona parte delle coste europee: le atrocità da essa commesse, come il martirio delle 813 persone a Otranto, nessun europeo aveva dimenticatole. Oltretutto, va ricordato che a Lepanto l’Europa si assicurò una maggiore protezione da parte di chi l’aveva fondata resa gloriosa nei secoli, la Chiesa Cattolica e il Suo popolo; altrimenti, ancor oggi sarebbe stata sotto il dominio del Corano.

Ecco perché la data del 7 ottobre 1571 dovrebbe essere tra le più importanti per gli europei.