lunedì 11 marzo 2019

IL NAUFRAGIO DELLE PARANZE

di Domenico Airoma

(in esclusiva per questo sito *)

Le paranze dei camorristi bambini sciamano rumorose per i vicoli di Napoli. Sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ebbri di potere effimero, i baby boss vanno consapevoli verso l’inevitabile naufragio.
Scene da film.
Ed un film è stato fatto, immancabile. Perché il ragazzino in sella allo scooter, arma in pugno, che correndo va incontro alla morte, affascina. Va ripreso, va fatto vedere. In  tutti i suoi dettagli noir. Non importa se altri giovani imiteranno quei centauri morituri. Non interessa chi e cosa naufraga assieme a quelle paranze. Perché è questo che andrebbe raccontato, senza ideologia né decadenti compiacimenti.
E’, innanzitutto, naufragato quel codice d’ “onore” che segnava l’adesione alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Un codice che imponeva il rispetto di determinati valori e principi riconosciuti come indispensabili per guadagnarsi il consenso della comunità che si pretendeva di governare; certamente un ossequio di facciata, un “inchino” finalizzato solo al consolidamento dell’egemonia della consorteria mafiosa, del “sistema”; ma pur sempre un “codice” da rispettare e da far rispettare e che, in quanto tale, contribuiva a tracciare i contenuti di un’identità forte –o almeno percepita come tale-, che esercitava un’indubbia forza attrattiva, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni.
Ebbene, quel codice non c’è più.
E’ stato dilaniato dalla meccanica del circuito vizioso innescata dalla dissoluzione dei valori e dalla perversione sfrenata, che non poteva non colpire gli stessi sodalizi mafiosi, fra i principali motori di quel processo.
E’ finito, cioè, stritolato in quello stesso ingranaggio che la mentalità e gli interessi mafiosi hanno contribuito ad alimentare.
Si è chiusa, verosimilmente, un’epoca della criminalità organizzata o, almeno, stiamo assistendo al tramonto di uno “stile di vita” di mafioso che intendeva, ostentatamente, porsi in conflitto con un modo di vivere e di pensare “degenerato” e “lassista”.
Ed è proprio lo stile di vita criminale del minore inserito nei circuiti di tipo mafioso che fotografa, più di ogni altra circostanza, il cambiamento profondo che attraversa la criminalità organizzata.
Si tratta di una fase caratterizzata da un narcisismo aggressivo, dove la disgregazione di ogni codice ha lasciato il posto alla ostentata affermazione dei più violenti. Una ricerca di affermazione che costituisce la risposta, tragicamente miope, ad una domanda di identità che, non trovando risposta in un ambiente oramai senza alcuna identità, finisce per rivolgersi al surrogato di più rapida ed efficace impiego, il clan; una scelta di vita che è sentita come l’unica strada per emergere, in tempi brevi, da un buio anonimato o da una condizione di disperante assoggettamento.
Tutto ciò non è, tuttavia, senza conseguenze anche con riferimento ad un altro versante, forse poco esplorato, quello dei minori vittime delle consorterie mafiose.
E sul punto, mentre la mente va senz’altro ai tanti minorenni che cadono sul campo delle guerre fra clan oppure sotto il fuoco delle forze dell’ordine, non possiamo non registrare un dato per tanti aspetti nuovo, quello dello sfruttamento, anche sessuale, dei bambini.
Quante volte nel passato abbiamo assistito alla reazione, immediata, inesorabile, del clan nei confronti di coloro che si erano resi responsabili di crimini ritenuti lesivi di quel codice d’ “onore”; e fra questi, soprattutto, dei colpevoli degli abusi sessuali sui minori, considerati come “intoccabili”.
Quei “mostri” venivano giustiziati e tutti sapevano che erano stati giustiziati dai padrini, senza inutili processi e senza pietà alcuna. Era un modo con cui la consorteria mafiosa manifestava la propria omogeneità rispetto al “sistema” dei valori condivisi dalla comunità.
Oggi dobbiamo registrare una significativa, in quanto sempre più reiterata, assenza di reazione nei confronti di comportamenti di quel tipo. Il dato è verosimilmente sintomatico di un mutamento nella considerazione stessa di tali condotte: in un contesto, sociale e culturale, nel quale non vi è più la condivisione di qualsivoglia regola, nessuno avverte più la necessità di intervenire e di punire condotte “moralmente” ritenute non tollerabili.
Il consenso della comunità si guadagna diversamente; non c’è più ragione di presentarsi come inflessibili “giustizieri” dei comportamenti ritenuti un tempo travalicanti i confini della stessa tolleranza criminale, per la semplice ragione che confini più non ci sono.
Non si intende qui sminuire la portata dei  diversi fattori che contribuiscono a spiegare l’attecchimento e  la sistematicità di determinate condotte in pregiudizio dei minori.
Certo è che si assiste sempre di più alla combinazione di molteplici e convergenti condizioni che fanno sì che gli abusi su minori acquisiscano il carattere di pratiche diffuse e tollerate –se non proprio alimentate- dai sodalizi di tipo mafioso.
Da un lato la disgregazione dei legami familiari, l’assenza di qualsivoglia punto di riferimento protettivo dei minori, non supplito da altre istituzioni, spesso assenti in quartieri scolpiti a tavolino e riempiti con operazioni di deportazione.
Dall’altro il bambino come oggetto di divertimento dell’adulto, talora di divertimento organizzato, messo quindi a disposizione di una cerchia più o meno estesa di adulti; di un divertimento anche sublimato “culturalmente”, presentato comunque come una manifestazione di amore, di tipo “intergenerazionale”, all’insegna dello slogan “love is love”.
Non è un caso, pertanto, se in determinati quartieri, pur sottoposti a controllo della criminalità organizzata, si diffonda sempre più il modello del bambino “adultizzato”, pronto a replicare i comportamenti degli adulti, in campo criminale, come in quello sessuale.
La mafia, la camorra, la ‘ndrangheta –fa parte della loro storia- lucrano sfruttando i vizi; prima ancora del pizzo sulle attività commerciali, la criminalità organizzata ha da sempre tratto lauti guadagni imponendo la tassa sul soddisfacimento delle pulsioni viziose.
E’ accaduto sul traffico di sostanze stupefacenti, sulla prostituzione; ben può accadere sullo sfruttamento sessuale dei bambini. Soprattutto una volta che si è sfaldato quel codice comportamentale che metteva al bando determinate condotte viziose.
Di chi la colpa di tutto questo? Del camorrista che organizza il traffico?
Ancora una volta, occorre fare attenzione a non scambiare chi approfitta di un fenomeno, con le cause, certamente più profonde, culturali e sociali, del fenomeno stesso.
Un po’ come la questione del traffico dei rifiuti. La criminalità organizzata ha dato veste imprenditoriale ad una sistematica aggressione all’ambiente, mettendosi così in condizione di fare più vittime di tutte le guerre di mafia messe insieme. E tuttavia, i mafiosi non hanno fatto altro che rispondere ad una domanda; non hanno creato la domanda, né ne sono stati i primi interessati.
Lo stesso sta accadendo per i minori sfruttati, anche sessualmente.
Se vi è un interesse della criminalità organizzata, è perché vi è una domanda sempre più estesa (basti pensare alla diffusione della pedopornografia in ambienti sempre più “insospettabili”) e sempre più esigente; una domanda a cui ora viene data una risposta anche dalla criminalità organizzata.
Ed allora, se può essere senz’altro utile, anzi consigliabile, allontanare i minori abusati dal contesto familiare e sociale di riferimento e se può essere doveroso separare i figli dai genitori mafiosi per dar loro un futuro diverso, è però necessario interrogarsi su quali ideali e quali modelli di vita vengono poi proposti a quei giovani.
Perché quel che è naufragato assieme alle paranze è proprio quell’antropologia tutta relativistica che, da un lato, porta sul set cinematografico i baby boss, denunciandone la disperante condizione di destinati alla morte, e dall’altro sostiene la legalizzazione delle droghe in nome di un falso contrasto alle mafie, schiava di una concezione mortifera di una libertà senza limiti.
Il naufragio di quelle paranze è allora il naufragio di un mondo che ha voluto fare a meno di valori e principi oggettivi. Possiamo far finta che non sia il nostro mondo e riprenderlo, come un set cinematografico. Ma gli attori protagonisti non sono quei baby boss; sono, in realtà, coloro che li filmano.
Il naufragio non è ineluttabile.
Ma bisogna, innanzitutto, chiedere aiuto. E occorre che qualcuno risponda. Che qualcuno cioè abbia risposte.
Occorre agire per far in modo che questo nostro mondo, inselvatichitosi e resosi subumano, torni a recuperare l’umano; costruendo quinte di vivibilità alternative ai contesti criminali, favorendo la creazione di ambienti e occasioni di incontro, diffondendo modelli e punti di riferimento, rispondendo, insomma, a domande di senso, di ricerca di identità, prima e più che preoccuparsi –come pure è giusto- dei bisogni materiali. Per far questo, è necessario che vi siano persone che intendano non rassegnarsi a quell’inferno né far finta che sia un non-luogo, una città invisibile; è necessario scendere all’inferno, con l’obiettivo di tirarne fuori quanti, giovani in testa, sono stati condannati, senza colpa, ad una dannazione morale e sociale.

L’IDENTITÀ SESSUALE DEGLI ADOLESCENTI NELLE MANI DELL’AGENZIA DEL FARMACO

Articolo di Alfredo Mantovano, pubblicato l’8 marzo 2019 su Il Foglio.
Può il dirigente di un’autorità amministrativa con un proprio atto affrontare delicatissime questioni che coinvolgono beni di rilievo costituzionale, fondati su Convenzioni internazionali ed europee, che interessano diritti personali e familiari e la protezione dei minori, saltando a piè pari Parlamento e Governo? Pare una domanda retorica; ma quanto accaduto da parte dell’AIFA-l’Agenzia del farmaco, con la copertura di un parere positivo del CNB-Comitato nazionale di Bioetica, mostra il contrario. La vicenda è nota: con Determina del 25 febbraio 2019 il dirigente dell’area pre-autorizzazioni dell’AIFA ha inserito la molecola TRP-triptorelina fra i medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale. La TRP potrà essere somministrata, sotto stretto controllo medico, ad adolescenti ritenuti affetti da DG-disforia di genere, al fine di procurare loro un blocco temporaneo, fino a un massimo di qualche anno, dello sviluppo puberale, con l’ipotesi che ciò “alleggerisca” in qualche modo il “percorso di definizione della loro identità di genere”. Nel novembre 2018 Scienza & Vita e il Centro studi Rosario Livatino, dopo aver svolto un workshop a più voci sul tema, avevano inviato una lettera contenente una serie di riserve ad AIFA, rimasta tuttavia senza risposta.
Importa ancora di più che siano rimaste inevase le questioni sollevate con quel documento: a) il c.d. farmaco viene immesso nell’elenco del SSN in carenza di studi clinici e di follow-up a lungo termine; b) la motivazione principale che ha spinto il CNB a dare parere favorevole è la sofferenza del minore con DG, per il timore di intenzioni suicidarie. Peccato che manchi qualsiasi evidenza scientifica che il TRP sia il trattamento elettivo per queste situazioni: il punto non risolto è se la somministrazione di TPR cristallizzi o meno il quadro clinico, stabilizzando l’identificazione del/della ragazzo/a nell’altro sesso e non consentendo la strutturazione di un’identità sessuale secondo il proprio sesso di appartenenza. E con esso la mancata considerazione del ruolo che gli ormoni sessuali hanno nello sviluppo cerebrale durante la pubertà: il blocco della pubertà, e quindi anche degli ormoni sessuali, potrebbe compromettere la definizione morfologica e funzionale di quelle parti del cervello che contribuiscono alla strutturazione dell’identità sessuale insieme con i fattori ambientali ed educativi; c) è perciò alto il rischio, adoperando la TRP per bloccare la pubertà fino a 4 anni circa – dai 12 ai 16 anni d’età –, di indurre farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e quello cognitivo del minore; d) non esistono evidenze sull’effettivo pieno ripristino della fertilità nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso di appartenenza.
Resta poi irrisolta la questione del consenso all’uso del c.d. farmaco, vista la scarsa consapevolezza di adolescenti e preadolescenti circa le proprie potenzialità procreative: una questione che il CNB ha definito“punto critico”, sottolineando che va salvaguardata la libertà del minore. Qui la mancanza di risposte è radicale: poiché la capacità di agire resta sempre al compimento della maggiore età, come faranno i medici a garantire che il consenso di un pre-adolescente cui si intenda somministrare la TRP sia “libero e volontario”? che cosa accadrà se i genitori vorranno procedere con la “cura” e il minore no, o il contrario, o in caso di conflitto fra genitori? potrà il genitore esprimere l’assenso a un atto di disposizione del corpo altrui, in evidente contrasto con l’ordinamento vigente?
Torno al quesito di partenza: tutto questo può essere lasciato a una “determina” di un pur rispettabile dirigente amministrativo? Al di là della soluzione da adottare, Governo e Parlamento – nel primo in special modo coloro che hanno le deleghe alla salute e alla famiglia e nel secondo le varie commissioni infanzia e minori – condividono che decisioni così delicate non siano precedute da una “trasparente” e ragionata ponderazione dei diritti e dei beni coinvolti?
alfredo mantovano

Determina AIFA sulla Triptorelina Governo e Parlamento intervengano su decisioni che incidono su salute e minori

Determina AIFA sulla Triptorelina:  nota congiunta di Scienza & Vita e il Centro Studi Livatino


Con Determina del 25 febbraio 2019 – pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 2 marzo – il dirigente dell’area pre-autorizzazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha inserito la molecola triptorelina fra i medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale. La molecola TRP potrà essere somministrata, sotto stretto controllo medico, ad adolescenti affetti da Disforia di Genere (DG), allo scopo di procurare loro un blocco temporaneo (fino a un massimo di qualche anno) dello sviluppo puberale, con l’ipotesi che ciò “alleggerisca” in qualche modo il “percorso di definizione della loro identità di genere”. Nel novembre 2018 Scienza & Vita e il Centro studi Rosario Livatino, dopo aver svolto un workshop a più voci sul tema, avevano inviato ad AIFA una lettera contenente una serie di riserve, dopo un parere positivo del Comitato nazionale di Bioetica (si allega il documento, pubblicato sui rispettivi siti, contenente il dettaglio delle riserve).
Dopo la Determina e in assenza di qualsiasi risposta alle perplessità esposte, oggi ribadiamo che:
  1. il c.d. farmaco viene immesso nell’elenco del SSN in carenza di studi clinici e di follow-up a lungo termine;
  2. è alto il rischio, adoperando la TRP per bloccare la pubertà fino a 4 anni circa – dai 12 ai 16 anni d’età –, di indurre farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e quello cognitivo del minore;
  3. non esistono evidenze sull’effettivo pieno ripristino della fertilità nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso di appartenenza;
  4. resta sospesa la questione del consenso all’uso del c.d. farmaco, vista la scarsa consapevolezza di adolescenti e preadolescenti circa le proprie potenzialità Premesso poi che la capacità di agire viene raggiunta al compimento della maggiore età, come faranno i medici a garantire che il consenso di un pre-adolescente cui si intenda somministrare la TRP sia “libero e volontario”? che cosa accadrà se i genitori vorranno accedere alla “cura” e il minore no, o il contrario, o, ancora, in caso di contrasto fra genitori? potrà il genitore (o il tutore) esprimere l’assenso a un atto di disposizione del corpo altrui, in evidente contrasto con l’ordinamento vigente?
Da ultimo: fra i poteri di AIFA, autorità amministrativa con competenze delineate dal quadro normativo europeo e nazionale, non rientra quello di affrontare e risolvere questioni che coinvolgono beni di rilievo costituzionale, tutelati da Convenzioni internazionali ed europee, che oltrepassano la portata e i confini della mera autorizzazione al commercio di un farmaco. Per questo chiediamo al Governo e al Parlamento se condividono che una materia talmente delicata, che coinvolge i minori e la salute, sia lasciata a scelte meramente amministrative, senza una “trasparente” e ragionata ponderazione dei diritti e dei beni coinvolti.
Roma, 5 marzo 2019

PROPONIMENTO DEL GIORNO


Prometto di impegnarmi ad interessarmi del prossimo solo per aiutarlo e non per fare del pettegolezzo o ancor peggio della maldicenza.


LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  






  PRIMA LETTURA 

Lv 19,1-2.11-18
Dal libro del Levìtico

Il Signore parlò a Mosè e disse:
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo.
Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo.
Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».


  SALMO  

Sal 18
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.


 VANGELO 

Mt 25,31-46
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

sabato 9 marzo 2019

Pericolo salute, fermare il 5G? Biffoni (Sindaco di Prato): No, “non è un’epidemia di peste!” Snobbato il rischio cancro. Mentre sul taglio degli alberi …. – NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA



di Maurizio Martucci

Invasione di radiofrequenze nelle Smart City, è rischio salute? Per il Sindaco di Prato manifatturiera 5G “il fatto non sussiste. Nessuno l’ha mai segnalato a partire dal Ministero della Salute. Questa non è un’epidemia di peste”. Nero su bianco, è la lapidaria chiusura di Matteo Biffoni, 40enne avvocato pratese, dimesso parlamentare PD e primo cittadino in carica fino alle prossime amministrative (a maggio aspira al secondo mandato nel capoluogo toscano). Ecco cosa è accaduto.


Biffoni, più di 12.000 seguaci sul profilo Facebook, dal Comitato Stop 5G Prato e dal Comitato Civico Prato riceve su Messenger l’invito a partecipare all’ennesimo incontro pubblico sui lati oscuri dell’Internet delle cose, in programma Sabato 16 Febbraio 2019 nell’ex Chiesa di San Giovanni (oltre alle testimonianze di malati di cancro e di elettrosensibili, ci saranno rappresentanti dei medici ISDE Italia e degli scienziati dell’Istituto Ramazzini): “ci farebbe piacere la sua presenza e anche un suo breve intervento per dialogare coi cittadini”, gli viene chiesto. Il Sindaco, che a fine anno aveva mostrato prontascaltrezza nel mobilitarsi all’istante appresa la notizia dell’ipotesi (poi rientrata) di una sforbiciata governativa da 15 milioni di euro per Prato – Centro di competenze sull’impresa digitale collegata al 5G in favore del Wi-Fi, adesso risponde invece con un sommesso parafrasare: “Se posso, passo, comunque l’amministrazione ci sarà. La salute è il nostro principale riferimento”. Se posso, passo. Punto

Non pienamente soddisfatti, sempre su Messenger ribattono i comitati locali: però le anticipiamo “che I limiti di legge, anche per come sono fatte le misurazioni, lasciano il tempo che trovano, ma comunque bisogna riconoscere che sono tra i più cautelativi d’Europa. Col 5G cambia tutto però, frequenze diverse, intensità diverse!!!! Il 5G è un altro tipo di tecnologia e non si può comparare con il 4G! Per questo abbiamo invitato i massimi esperti in Italia e ci fa veramente piacere dialogare con l’amministrazione che ha al contrario attuato il progetto come città-pilota! Vogliamo avere spiegazioni. Il principio di precauzione è d’obbligo, anche perché tocca tutti anche lei e i sui figli, gli imprenditori e i lavoratori nelle aziende in primis che saranno irradiati dal 5G.”

Evidentemente colto alla sprovvista sul punto debole del wireless di quinta generazione, privo di studi preliminari sul rischio sanitario mentre anche gli scienziati della Comunità Europea lanciano l’allarme di possibili effetti biologici per la popolazione irradiata in modo ubiquitario e senza alternative, il Sindaco Matteo Biffoni esce così allo scoperto: “Si, ma io più che ascoltare non saprei. Io mi attengo e mi atterrò a quanto prescrive il ministero. Non posso fare altro. Il principio di precauzione? La Legge dello Stato obbliga, ad esempio, un sindaco ad avvalersene in caso di possibile pericolo per la cittadinanza, essendone responsabile. Il fatto che qui pericolo non sussiste, nel senso che nessuno l’ha mai segnalato a partire da chi è competente ossia il Ministero della Salute, se non ce lo segnalano loro… noi non possiamo fare nulla. Questa non è un’epidemia di peste!” Tradotto: non c’è da temere, è tutto sotto controllo. 


Così è, se vi pare.

I comitati pratesi, che sostengono l’iniziativa dell’alleanza nazionale Stop 5G, in una recente nota avevano invece rimarcato come, aggiornamenti medico-scientifici alla mano, “non conosciamo realmente la pericolosità del 5G proprio perché priva di valutazioni preliminari sul rischio sanitario, ma possiamo valutarla indirettamente a partire dagli studi e dalle ricerche documentate sul 3G e 4G che ne hanno già evidenziato i possibili danni alla salute, considerata la classificazione tra gli agenti cancerogeni secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.” La città, già sede di altri incontri promossi dal Comitato No Wi-Fi Toscana, nei giorni scorsi è stato teatro anche dell’azione di comunicazione precauzionale promossa con un camion itinerante che, per strade e piazze di Prato, ha mostrato ai cittadini la scritta ‘STOP 5G, MORATORIA SUBITO’.

Sempre a Prato, chissà poi quanto casualmente considerata l’anomalia registrata anche in altri città europee sedi di sperimentazione della tecnologia 5G, sempre col nuovo anno è infine divampata la polemica pure su un inatteso taglio di alberi. Il taglio c’è stato in Viale Montegrappa: 13 polmoni verdi giudicati pericolosi e 80 prossimi alla sostituzione (si tratta di tigli quasi centenari) sono stati presi di mira per la riqualificazione dell’area. Il progetto ne prevede il cambio con frassini alti esattamente la metà dei tigli abbattuti, passando da fogliazione dall’altezza di circa 9 metri ad un’altra più bassa di quattro metri e mezzo. Dov’è l’anomalia? Stando alla relazione presentata nell’ambito dei lavori di un simposio accademico sul 5G, l’Istituto per i sistemi di comunicazione dell’Università britannica di Surrey a Guildford (est dell’Inghilterra) ha infatti affermato che “nuovi modi con cui le autorità di pianificazione locali possono lavorare con gli operatori di reti mobili per offrire enormi opportunità future per le comunità locali (…) è ridurre le altezze dei montanti mobili in modo che siano schermati visivamente da edifici e/o alberi, cisto che gli alberi rappresentano l’ostruzione più alta e più probabile. Tuttavia, ciò scherma anche i segnali a radiofrequenza e ha sconfitto l’obiettivo di una copertura affidabile” del 5G. (vedere immagine allegata che OASI SANA pubblica qui in esclusiva).

“Le curve tracciate nel diagramma – continuano i ricercatori universitari nella relazione – mostrano come all’aumentare dell’altezza dell’albero sopra la linea di irradiazione della stazione radio base (le antenne di telefonia mobile, NdA) aumenta anche quella che è noto come la ‘zona di Fresnel’ o perdita di ombre”. E infine, dall’Inghilterra arrivano al dunque, smascherando i conflitti tra alberi e 5G, cono d’ombra e segnale wirelessda montare sui lampioni della luce: “Per evitare questa perdita di ombreggiamento ed essere al di fuori della zona di Fresnel, è necessario che l’altezza dell’albero sia almeno 3m inferiore rispetto all’altezza della stazione di base”.Più che con la peste, finale col brivido: Smart City, che si stiano tagliando gli alberi per agevolare l’irradiazione delle inesplorate radiofrequenze del 5G? Visto che le foglie smorzerebbero il segnale delle mini-antenne a microonde millimetriche e che gli alberi, improvvisamente, pare possano rappresentare un ostacolo per lo sviluppo del 5G?PRATO, alcuni degli alberi tagliati in Viale Montegrappa

Chissà se il Sindaco di Prato riuscirà a chiarire almeno questo punto, essendo della sua amministrazione l’ordinanza su Viale Montegrappa, oppure se, anche in questo caso, come suggerito dovremmo essere più pazienti e attendere un parere del Ministero della Salute. Se Biffoni è libero almeno per Sabato 2 Marzo, venga a Vicovaro: altri primi cittadini italiani hanno già aderito al 1° meeting nazionale #STOP5G, emergenza politica di precauzione.

“Pizzagate”, la Rete Pedofilo-Satanica attorno a Hillary Clinton

QUELLO IN CUI CREDONO E PRATICANO I "DEMOCRATICI" D'AMERICA E DEL MONDO


Qualcuno mi manda per mail una copertina di Uomo Vogue Italia: ritrae James Franco,un attore di qualche notorietà, insieme a Marina Abramovic. Questa, il lettore ricorderà, è la ‘artista’ e strega che invitò John Podesta, il capo della campagna di Hillary, a un “cooking spirituale” con sangue e sperma.

Mi mandano anche un’altra foto: Riccardo Tisci, uno stilista italiano di successo (ha realizzato costumi per Madonna) che si fa’allattare al seno della Abramovic.

Mi tocca parlarvi dunque dello scandalo pedofilo-satanico che viene in questi giorni represso e sepolto dai media americani, perché coinvolge l’entourage intimo di Hillary Clinton. La Abramovic è solo una del vastp giro: ha ricevuto dalla Fondazione Clinton 10 mila dollari, probabilmente come compenso di una “performance privata”. Sui media alternativi e social (i soli che hanno compiuto l’indagine, collettivamente e con risultati probanti) lo scandalo è battezzato PIZZAGATE. Perché tutto gira attorno alla Pizzeria Comet Ping Pong, 5037 Connecticut Ave NW, Washington, proprietà di James Alefantis.

Qui sotto una immagine diffusa dallo stesso Alefantis su Instagram, che fa’ capire che lì non si mangia pizza.


I blogger sono convinti che il gruppo usi un linguaggio cifrato. Dove “pizza” sta per bambina, “hot dog” per bambino, e così via. Ora, il gruppo Podesta – ricco e sofisticato – sembra insaziabilmente affamato di questi cibi semplici e popolari. Li cercano in tutto il mondo. John Podesta, in una mail del 3 settembre 2015, scrive all’interlocutore: “Sogno il tuo banchetto hotdog in Hawaii”
From:SternTD@state.gov To: podesta@gmail.com Date: 2015-09-03 18:17 Subject: man, I miss you
I’m dreaming about your hotdog stand in Hawaii…

Nel 2009, il presidente Obama si fa’ arrivare in volo da Chicago, per “un evento privato alla Casa Bianca”, “pizze ed hotdog” per 65 mila dollari.


Mancano forse pizze e panini al wurstel a Washington? Anche le pizze cui si allude fra adepti. Qui “Joshua”, che è il cuoco del Comet Ping Pog, fa capire quali siano le specialità della casa.



Introduciamo dunque il padrone della Comet Ping Pong, James Alefantis. La rivista del lusso e della moda “GQ” lo dice “una delle 50 persone più potenti di Washington”, il che – ammettiamolo – è strano per un pizzaiolo. E’ uno dei massimi raccoglitori di fondi per Hillary. Bisessuale, il suo compagno è David Brock, noto giornalista liberal, che il Time Magazine ha descritto come “uno dei membri più influenti del partito democratico”. La coppia ha raccolto fondi e fatto intensa campagna per la Clinton.

Perché una pizzeria si chiama “Ping Pong”. Perché si gioca a ping pong, risponde la pubblicità della Comet. Secondo i bloggers, nel gergo pornografico, “ping-pong” è una pratica sessuale aberrante dove due uomini penetrano una donna. O il contrario… Si vedano le racchette da ping pong che appaiono sui menù del Comet:




Sono due simboli per “femmina”, uniti dal lato del sesso.








Sul suo conto Istagram, Alefantis – che qui si firma jimmycomet – posta foto come questa (o le postava, oggi ha chiuso):






O come questa:





Ma c’è anche questa foto: un lugubre sotterraneo senza finestre, forse una stanza frigorifera.


I commenti dei suoi “amici” sembrano sapere che lì succederà qualcosa di orribile: “killroom”, commenta uno. Un altro: “E’ dove i lupi mannari si chiudono nelle notti di luna piena?”. Lui, Alefantis, scrive: “murder”, assassinio.

Nella pizzeria di Alefantis, si esibiscono gruppi pop. Uno si chiama “Sex Stain” (macchia di sesso). Si guardi la foto del gruppo che si esibisce, in una performance alla Comet il 15 settembre scorso. Il simbolo sulla sinistra della cantante, a forma di piramide o triangolo blu sul grosso dado:




E’ il simbolo che l’FBI ha identificato, fra molti altri, attraverso i quali i pedofili si riconoscono.


Quando nel corso di un’inchiesta ci si imbatta in questo simbolo, gli agenti federali sono istruiti a sospettare delitti di pedofilia.


A questo punto bisogna introdurre Tony Podesta, il fratello di John Podesta. Descritto dai media come “Un superlobbista”, professionalmente “capace di tutto”, con una cerchia di amicizie potenti. “Tony ha trasformato la sua magione di Kalorama in un santuario dell’arte contemporanea”, hanno scritto i giornalisti del Washington Post fra l’adulatorio e il terrificato. Perché nel suo studio, Tony Podesta tiene un quadro della pittrice Biljana Djiurdjevic. Qui sotto un altro quadro della Djurdjevic:




Cercate di metterla come volete, è un bambino che sta per essere torturato.



Qui un altro:


Gli occhi dilatati dal terrore e le faccine impaurite di queste vittime, sembrano attrarre l’attenzione (erotica) della pittrice.

Secondo un blogger psichiatra, da questi quadri si può ritenere che la stessa Djurdjevic deve aver subito qualche violenza carnale nell’infanzia.


Qui posto anche la pubblicità dell’agenzia di PR di John Podesta.




Molto istruttivo (e abietto) il comportamento dei mainstream media di fronte a queste scoperte. Invece di sguinzagliare torme di giornalisti ad indagare, hanno taciuto per settimane, sperando che il vecchio trucco “la CNN non ne parla” bastasse ad insabbiare la storia. Poi, siccome il vecchio trucco non funziona più e la storia diventa sempre più spaventosa via via che si moltiplicano le ricerche dei blogger, il New York Times si è deciso a pubblicare un articolo. Titolo: “i creatori di notizie false si scatenano contro una pizzeria che accusano di essere il nido di un traffico di bambini”.


Particolare interessante: il titolo dell’articolo è stato cambiato tre volte nella versione online. Prima è apparso come “Controlliamo i fatti – Questa pizzeria non è un sito di traffico pedofilo” « Fact Check – This Pizzeria Is Not A Child Trafficking Site ». Poi, la frasetta: “Fact Check” è scomparsa. Probabilmente hanno “controllato i fatti”, e trovato la pistola fumante. Allora il titolo è quello che abbiamo detto: : « Fake News Onslaught Targets Pizzeria as Nest of Child-Trafficking ».

I media hanno così inserito la storia nella campagna che stanno sferrando contro i blogger, e che chiamano “Fake News”, Notizie False. Una campagna che consiste in questo argomento: i blogger alternativi hanno provocato la disfatta di Hillary diffondendo “fake news” sul suo conto. Le sole notizie vere sono quelle che diamo noi sui nostri media. Noi siamo i professionisti, noi prima di dare le notizie “controlliamo i fatti” (fact check). I gestori dei social sono invitati a censurare, anzi chiudere i siti che danno “fake news”. Esiste anche una lista,che comprende persino Zero Hedge, Drudgereport, ed altri rispettatissimi siti.


In realtà, l’articolo del New York Times non porta alcun argomento o fatto che smentisca quel che i blogger hanno scoperto. Si limita a simpatizzare con Alefantis, poveretto, aggredito da cospirazionisti deliranti mentre lui gestisce solo una semplice pizzeria per famiglia.

Portateci i vostri bambini…Affresco alla pizzeria Comet Ping Pong



“Chickenlover” sarebbe parola in codice per pedofilo



…collana gialla starebbe per “analingus”.


Ho pubblicato solo una minima parte delle scoperte dei blogger. Da ultimo è emersa questa notizia: un possibile collegamento fra la morte di Andrew Breitbart, celebre giornalista fondatore del notiziario più pro-Trump ed anti-Clinton, Breditbart Com.

“Mi sfugge come mai il guru-progressista John Podesta non è noto piuttosto come insabbiatore di una operazione di schiavi sessuali bambini di livelo mondiale”, scrisse Breitbart in un tweet il 4 febbraio 2011. Il primo marzo 2012, Breitbart è morto per “collasso cardiaco”. A 43 anni di età. Il suo posto l’ha preso Steve Bannon, che oggi è al fianco di Trump come suo consigliere speciale, nonostante le frenetiche accuse scatenategli contro di essere un “razzista, anti-donne, anti-negri” ed “antisemita” (ha litigato con metà dei neocon, tutti ebrei).



Penso non occorra ricordare che questo tipo di pratiche, oltre che per lussuria, sono esercitate per acquistare potenza magica. Sono “Peccati del Nono Cerchio”, il più profondo dell’inferno, dove Dante pone i “traditori contro chi si fida”. I bambini, innocenti, per eccellenza si fidano.

UN'IMMUNOLOGA DI HARVARD AI LEGISLATORI AMERICANI: I BAMBINI NON VACCINATI SONO A RISCHIO ZERO PER CHIUNQUE




Dr. Tetyana Obukhanych



Una lettera aperta ai legislatori che attualmente considera la legislazione sui vaccini da Tetyana Obukhanych, PhD

Caro Legislatore:

Il mio nome è Tetyana Obukhanych. Ho un dottorato in Immunologia. Sto scrivendo questa lettera con la speranza che corregga diversi errori comuni sui vaccini al fine di aiutarti a formulare una comprensione equa ed equilibrata supportata dalla teoria del vaccino accettata e da nuove scoperte scientifiche.

I bambini non vaccinati rappresentano una minaccia più alta per il pubblico rispetto ai bambini vaccinati?

Si dice spesso che coloro che scelgono di non vaccinare i loro figli per motivi di coscienza mettono in pericolo il resto del pubblico, e questa è la logica alla base della maggior parte della legislazione per porre fine alle esenzioni di vaccini attualmente in esame dai legislatori federali e statali in tutto il paese.

Dovresti essere consapevole che la natura della protezione offerta da molti moderni vaccini - e che include la maggior parte dei vaccini raccomandati dal CDC per i bambini - non è coerente con tale affermazione.

Ho delineato sotto i vaccini raccomandati che non possono impedire la trasmissione della malattia perché non sono progettati per prevenire la trasmissione di infezioni (piuttosto, sono intesi a prevenire i sintomi della malattia), o perché sono per malattie non trasmissibili.

Le persone che non hanno ricevuto i vaccini menzionati di seguito non rappresentano una minaccia più elevata per il pubblico di quanti ne abbiano, il che implica che la discriminazione nei confronti di bambini non immunizzati in una scuola pubblica potrebbe non essere giustificata.

1. L' IPV (vaccino poliovirus inattivato) non può impedire la trasmissione di poliovirus. (vedi appendice per lo studio scientifico, articolo 1). Il poliovirus selvaggio è stato inesistente negli Stati Uniti da almeno due decenni. Anche se il poliovirus selvaggio dovesse essere reimportato dai viaggi, la vaccinazione per la polio con IPV non può compromettere la sicurezza degli spazi pubblici. Si noti che l'eradicazione del poliovirus selvaggio è attribuita all'uso di un diverso vaccino, vaccino OPV o poliovirus orale. Nonostante sia in grado di prevenire la trasmissione di poliovirus selvaggi, l'uso dell'OPV è stato gradualmente eliminato negli Stati Uniti e sostituito con IPV a causa di problemi di sicurezza.

2. Il tetano non è una malattia contagiosa , ma piuttosto acquisita da ferite da puntura profonda contaminate da spore di C. tetani. La vaccinazione per il tetano (tramite il vaccino combinato DTaP) non può alterare la sicurezza degli spazi pubblici; è destinato a rendere solo la protezione personale.

3. Pur inteso a prevenire gli effetti patogeni della tossina della difterite, il vaccino contro la tossina contro la difterite(contenuto anche nel vaccino DTaP) non è progettato per prevenire la colonizzazione e la trasmissione di C. diphtheriae . La vaccinazione per la difterite non può alterare la sicurezza degli spazi pubblici; allo stesso modo è inteso solo per la protezione personale.

4. Il vaccino per la pertosse acellulare (aP) (l'ultimo elemento del vaccino combinato DTaP), ora in uso negli Stati Uniti, ha sostituito il vaccino contro la pertosse a cellule intere alla fine degli anni '90, a cui è seguito un inedito risorgimento di pertosse. Un esperimento con infezione intenzionale della pertosse nei primati ha rivelato che il vaccino aP non è in grado di prevenire la colonizzazione e la trasmissione di B. pertussis. La FDA ha emesso un avvertimento riguardo a questo risultato cruciale. [1]

Inoltre, la riunione del 2013 del Consiglio dei consulenti scientifici del CDC ha rivelato ulteriori dati allarmanti secondo cui le varianti di pertosse (ceppi PRN-negativi) attualmente circolanti negli Stati Uniti hanno acquisito un vantaggio selettivo per infettare coloro che sono aggiornati per i loro amplificatori DTaP , significa che le persone che sono aggiornate hanno maggiori probabilità di essere infette, e quindi contagiose, rispetto alle persone che non sono vaccinate.

5. Tra i numerosi tipi di H. influenzae , il vaccino Hib copre solo il tipo b. Nonostante la sua sola intenzione di ridurre il trasporto di Hib sintomatica e asintomatica (senza malattia), l'introduzione del vaccino Hib ha inavvertitamente spostato la dominanza della deformazione verso altri tipi di H. influenzae (tipi da a a f) . Questi tipi hanno causato una malattia invasiva di elevata gravità e un aumento dell'incidenza negli adulti nell'era della vaccinazione Hib dei bambini (vedi appendice per lo studio scientifico, articolo 4). La popolazione generale è più vulnerabile alla malattia invasiva ora di quanto non fosse prima dell'inizio della campagna di vaccinazione Hib. Discriminare contro i bambini che non sono vaccinati per Hib non ha alcun senso scientifico nell'era del non-tipo b H. influenzae malattia.

6. L'epatite B è un virus trasmissibile per via ematica. Non si diffonde in un contesto comunitario, specialmente tra i bambini che difficilmente si impegnano in comportamenti ad alto rischio, come la condivisione dell'ago o il sesso. Vaccinare i bambini per l'epatite B non può alterare in modo significativo la sicurezza degli spazi pubblici. Inoltre, l'ammissione alla scuola non è vietata per i bambini che sono portatori di epatite B cronica. Proibire l'ammissione alle scuole per coloro che sono semplicemente non vaccinati - e non portano nemmeno l'epatite B - costituirebbe una discriminazione irragionevole e illogica.

In sintesi, una persona che non è vaccinata con vaccini IPV, DTaP, HepB e Hib a causa di motivi di coscienza non pone alcun pericolo ulteriore per il pubblico di una persona che è. Nessuna discriminazione è giustificata.

Con quale frequenza si verificano gravi eventi avversi sul vaccino?

Si afferma spesso che la vaccinazione raramente porta a eventi avversi gravi.

Sfortunatamente, questa affermazione non è supportata dalla scienza.

Un recente studio condotto in Ontario, Canada, ha stabilito che la vaccinazione porta effettivamente a una visita di pronto soccorso per 1 su 168 bambini dopo il loro appuntamento di vaccinazione di 12 mesi e per 1 su 730 bambini dopo il loro appuntamento di vaccinazione di 18 mesi (vedi appendice per una scientifica studio, articolo n. 5).

Quando il rischio di un evento avverso che richiede una visita di pronto soccorso dopo una vaccinazione è così alto, la vaccinazione deve rimanere una scelta per i genitori, che possono comprensibilmente non essere disposti ad assumersi questo rischio immediato per proteggere i loro figli da malattie che sono generalmente considerate innocue o che i loro figli potrebbero non essere mai esposti a contagio.

La discriminazione contro le famiglie che si oppongono ai vaccini per motivi di coscienza previene future epidemie di malattie virali trasmissibili, come il morbillo?

Il ricercatore del morbillo è da tempo a conoscenza del "paradosso del morbillo". Cito dall'articolo di Poland & Jacobson (1994) "Il mancato raggiungimento dell'obiettivo dell'eliminazione del morbillo: paradosso apparente delle infezioni da morbillo nelle persone immunizzate ". Arch Intern Med 154: 1815-1820:

"Il paradosso apparente è che quando i tassi di immunizzazione del morbillo salgono a livelli elevati in una popolazione, il morbillo diventa una malattia delle persone immunizzate." [2]

Ulteriori ricerche hanno dimostrato che dietro al "paradosso del morbillo" si tratta di una frazione della popolazione denominata RISPOSTA VACCINO BASSO. I soggetti a bassa risposta sono quelli che rispondono scarsamente alla prima dose del vaccino contro il morbillo. Questi individui quindi montano una debole risposta immunitaria alla successiva vaccinazione e rapidamente ritornano nel gruppo dei "suscettibili" entro 2-5 anni, nonostante siano completamente vaccinati. [3]

La ri-vaccinazione non può correggere la bassa reattività: sembra essere un tratto immuno-genetico. [4] Negli Stati Uniti, la percentuale di risposte basse tra i bambini era stimata al 4,7%. [5]

Studi su focolai di morbillo in Quebec, Canada e Cina attestano che ancora si verificano epidemie di morbillo, anche quando la compliance vaccinale è nella fascia più alta (95-97% o addirittura 99%, vedi appendice per gli studi scientifici, articoli 6 e 7). Ciò è dovuto al fatto che anche in caso di risposte elevate ai vaccini, gli anticorpi indotti da vaccino si attenuano nel tempo. L'immunità ai vaccini non equivale all'immunità per tutta la vita acquisita dopo l'esposizione naturale.

È stato documentato che le persone vaccinate che sviluppano il morbillo innovativo sono contagiose. In effetti, due importanti epidemie di morbillo nel 2011 (in Quebec, Canada e New York, NY) sono state reimportate da individui precedentemente vaccinati. [6] [7]

Nel loro insieme, questi dati rendono evidente che l'eliminazione delle esenzioni dai vaccini, attualmente utilizzata solo da una piccola percentuale di famiglie, non risolverà il problema della rinascita della malattia né impedirà la reimportazione e le epidemie di malattie precedentemente eliminate.

La discriminazione contro gli obiettori del vaccino di coscienza è l'unica soluzione pratica?

La maggior parte dei casi di morbillo negli ultimi focolai statunitensi (compresa la recente epidemia di Disneyland) sono adulti e bambini molto piccoli, mentre nell'era della pre-vaccinazione, il morbillo si è verificato principalmente tra 1 e 15 anni.

L'esposizione naturale al morbillo è stata seguita da immunità permanente dalla re-infezione, mentre l'immunità vaccinale è diminuita nel tempo, lasciando gli adulti non protetti dai loro colpi d'infanzia. Il morbillo è più pericoloso per i bambini e per gli adulti rispetto ai bambini in età scolare.

Nonostante le alte probabilità di esposizione nell'era della pre-vaccinazione, il morbillo non è mai successo nei bambini molto più giovani di un anno di età a causa del robusto meccanismo di trasferimento dell'immunità materna.

La vulnerabilità dei bambini molto piccoli al morbillo oggi è il risultato diretto della prolungata campagna di vaccinazione di massa del passato, durante la quale le loro madri, anch'esse vaccinate nella loro infanzia, non erano in grado di provare il morbillo naturalmente in un'età scolastica sicura e stabiliscono la vita per tutta la vita immunità che sarebbe anche trasferita ai loro bambini e li proteggerà dal morbillo per il primo anno di vita.

Fortunatamente, esiste un backup terapeutico per imitare l'immunità materna ormai erosa. I neonati e altri individui vulnerabili o immunocompromessi sono idonei a ricevere immunoglobuline, una misura potenzialmente salvavita che fornisce anticorpi diretti contro il virus per prevenire o migliorare la malattia in seguito all'esposizione (vedere l'appendice, articolo 8).

In sintesi:

1) a causa delle proprietà dei moderni vaccini, gli individui non vaccinati non presentano un rischio maggiore di trasmissione di poliomielite, difterite, pertosse e numerosi ceppi di H. influenzae di tipo diverso da quello vaccinato, gli individui non vaccinati non rappresentano praticamente alcun pericolo di trasmissione dell'epatite B in un ambiente scolastico, e il tetano non è affatto trasmissibile;

2) c'è un rischio significativamente elevato di visite in pronto soccorso dopo appuntamenti di vaccinazione infantile che attestano che la vaccinazione non è esente da rischi;

3) le epidemie di morbillo non possono essere completamente prevenute anche se avessimo una compliance vaccinale pressoché perfetta; e

4) un metodo efficace per prevenire il morbillo e altre malattie virali nei bambini non vaccinati e l'immunoglobulina immunocompromessa, disponibile per coloro che potrebbero essere esposti a queste malattie.

Presi insieme, questi quattro fatti chiariscono che la discriminazione in un contesto scolastico pubblico contro i bambini che non sono vaccinati per motivi di coscienza è del tutto ingiustificata in quanto lo status di vaccino degli obiettori di coscienza non rappresenta un rischio indebito per il pubblico.

Cordialmente,

~ Tetyana Obukhanych, PhD

Tetyana Obukhanych ha conseguito il dottorato in Immunologia presso la Rockefeller University, New York, NY con la sua tesi di ricerca incentrata sulla memoria immunologica. Successivamente è stata coinvolta in ricerche di laboratorio come ricercatrice post-dottorato presso la Harvard Medical School e la Stanford University School of Medicine, prima di dedicarsi completamente alla genitorialità naturale.

(Fonte originale: legislature.vermont.gov - Comitato per la salute e il benessere del senato testimoniale Mercoledì 22 aprile 2015 H.98 - documenti pubblici)

Nota dell'editore : Questo articolo è stato offeso modificata in modo da riflettere la lingua dalla lettera presentata al all'Assemblea generale del Vermont il 22 aprile 2015. Nell'ambito della Salute e del Welfare Comitato Vermont Senato , si tratta di una questione di dominio pubblico e accessibili qui . )

AGGIORNAMENTO : i link sopra riportati sul sito web del governo del Vermont non funzionano più. Ecco una copia .


Commenta questo articolo su VaccineImpact.com.


Appendice

Articolo 1. Il gruppo collaborativo dello studio Cuba IPV. (2007) Studio randomizzato controllato di vaccino poliovirus inattivato a Cuba . N Engl J Med 356: 1536-44


La tabella sottostante dello studio cubano IPV documenta che il 91% dei bambini che non hanno ricevuto IPV (gruppo di controllo B) sono stati colonizzati con poliovirus attenuati vivi su inoculazione sperimentale intenzionale. I bambini che sono stati vaccinati con IPV (gruppi A e C) sono stati similmente colonizzati al tasso del 94-97%. Conteggi elevati di virus vivi sono stati recuperati dalle feci di bambini in tutti i gruppi. Questi risultati chiariscono che l'IPV non può essere invocato per il controllo dei poliovirus.


Articolo 2 Warfel et al. (2014) I vaccini contro la pertosse acellulare proteggono dalle malattie ma non riescono a prevenire l'infezione e la trasmissione in un modello di primate non umano. Proc Natl Acad Sci USA 111: 787-92


"I babbuini vaccinati con aP erano protetti dai gravi sintomi associati alla pertosse, ma non dalla colonizzazione, non hanno eliminato l'infezione più velocemente degli animali naïve [non vaccinati] e hanno trasmesso rapidamente la pertosse ai contatti non vaccinati. A titolo di confronto, gli animali [naturalmente immuni] precedentemente infetti non sono stati colonizzati in seguito a infezione secondaria. "

Articolo n. Riunione del Consiglio dei consulenti scientifici, Ufficio delle malattie infettive, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, Tom Harkins Global Communication Center, Atlanta, Georgia, 11-12 dicembre 2013


Resurgence of Pertussis (p.6)

"I risultati hanno indicato che l'85% degli isolati [da sei Enhanced Pertussis Surveillance Sites e da epidemie a Washington e Vermont nel 2012] erano carenti di PRN e che i pazienti vaccinati avevano probabilità significativamente più elevate rispetto ai pazienti non vaccinati di essere infettati da ceppi PRN-carenti. Inoltre, quando i pazienti con vaccinazione DTaP aggiornata venivano confrontati con i pazienti non vaccinati, aumentavano le probabilità di essere infettati da ceppi PRN-carenti, suggerendo che i batteri PRN possono avere un vantaggio selettivo nell'infettare le persone vaccinate con DTaP. "

Articolo n. Rubach et al. (2011) Incremento dell'incidenza della malattia da Haemophilus influenzae invasiva negli adulti, Utah, USA. Emerg Infect Dis 17: 1645-50


Il grafico sottostante di Rubach et al . mostra il numero di casi invasivi di H. influenzae (tutti i tipi) in Utah nel decennio di vaccinazione infantile per Hib.


Articolo n. Wilson et al. (2011) Eventi avversi dopo vaccinazioni di 12 e 18 mesi: un'analisi della serie di casi auto-controllata basata sulla popolazione. PLoS One 6: e27897


"Da quattro a 12 giorni dopo la vaccinazione di 12 mesi, i bambini hanno avuto un aumento dell'incidenza relativa dell'endpoint combinato di 1,33 (1,29-1,38) rispetto al periodo di controllo, o almeno un evento durante l'intervallo di rischio per ogni 168 bambini vaccinati. Da 10 a 12 giorni dopo la vaccinazione di 18 mesi, l'incidenza relativa era di 1,25 (95%, 1,17-1,33) che rappresentava almeno un evento in eccesso per ogni 730 bambini vaccinati. La ragione principale per l'aumento degli eventi era aumenti statisticamente significativi nelle visite al pronto soccorso dopo tutte le vaccinazioni. "

Articolo n. 6. De Serres et al . (2013) La più grande epidemia di morbillo nel Nord America in un decennio - Quebec, Canada, 2011: contributo di suscettibilità, serendipità e eventi di superschermo. J Infect Dis 207: 990-98


"La più grande epidemia di morbillo nel Nord America nell'ultimo decennio si è verificata nel 2011 a Quebec, in Canada".

"Un evento super-diffuso innescato da 1 importazione ha provocato una trasmissione sostenuta e 678 casi".

"Il paziente del caso indice era un adulto di 30-39 anni, dopo essere tornato in Canada dai Caraibi. Il paziente del caso indice ha ricevuto il vaccino contro il morbillo durante l'infanzia ".

"Le indagini sulla copertura vaccinale provinciale [Quebec] condotte nel 2006, 2008 e 2010 hanno dimostrato che a 24 mesi di età, circa il 96% dei bambini aveva ricevuto 1 dose e circa l'85% aveva ricevuto 2 dosi di vaccino contro il morbillo, aumentando fino al 97% e 90%, rispettivamente, di 28 mesi di età. Con altre prime e seconde dosi somministrate tra i 28 e i 59 mesi di età, la copertura vaccinale contro il morbillo è ancora più elevata per l'ingresso scolastico. "

"Tra gli adolescenti, il 22% [dei casi di morbillo] aveva ricevuto 2 dosi di vaccino. L'indagine epidemica ha mostrato che questa proporzione era sottostimata; la ricerca di un caso attivo ha identificato il 130% in più di casi tra i riceventi 2-dose. "

Articolo 7. Wang et al . (2014) Difficoltà nell'eliminare il morbillo e controllare la rosolia e la parotite: uno studio trasversale di una prima vaccinazione contro il morbillo e la rosolia e una seconda vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia. PLoS One 9: e89361


"La copertura riportata del vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MMR) è superiore al 99,0% nella provincia di Zhejiang. Tuttavia, l'incidenza di morbillo, parotite e rosolia rimane elevata. "

Articolo 8. Manuale di immunoglobuline, Agenzia per la protezione della salute


IMMUNOGLOBULINA NORMALE UMANA (HNIG):

indicazioni
Per prevenire o attenuare un attacco nei contatti immuno-compromessi
Per prevenire o attenuare un attacco in donne in gravidanza
Per prevenire o attenuare un attacco nei bambini di età inferiore ai 9 mesi

Le note


(Modificato per aggiungere: Apparentemente, la FDA ha tirato il link sopra, ma il contenuto è archiviato qui: https://web.archive.org/web/20131130004447/https://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements /ucm376937.htm )


[3] Polonia (1998) Am J Hum Genet 62: 215-220


"'Poveri responder', che sono stati reimmunizzati e hanno sviluppato risposte anticorpali povere o di basso livello solo per perdere l'anticorpo rilevabile e sviluppare il morbillo all'esposizione 2-5 anni dopo".

[4] ibid

"I nostri studi in corso suggeriscono che la seronegatività dopo la vaccinazione [per il morbillo] cluster tra i membri della famiglia correlati, che i polimorfismi genetici all'interno dei geni HLA [influenzano significativamente i livelli di anticorpi."



[5] LeBaron et al. (2007) Arch Pediatr Adolesc Med 161: 294-301


"I titoli sono diminuiti significativamente nel tempo [dopo il secondo MMR] per la popolazione dello studio in generale e, dalla raccolta finale, il 4,7% dei bambini era potenzialmente suscettibile".

[6] De Serres et al . (2013) J Infect Dis 207: 990-998


"Il paziente del caso indice ha ricevuto il vaccino contro il morbillo durante l'infanzia".

[7] Rosen et al. (2014) Clin Infect Dis 58: 1205-1210


"Il paziente indice aveva 2 dosi di vaccino contenente il morbillo."