sabato 9 marzo 2019

Pericolo salute, fermare il 5G? Biffoni (Sindaco di Prato): No, “non è un’epidemia di peste!” Snobbato il rischio cancro. Mentre sul taglio degli alberi …. – NOTIZIA ESCLUSIVA OASI SANA



di Maurizio Martucci

Invasione di radiofrequenze nelle Smart City, è rischio salute? Per il Sindaco di Prato manifatturiera 5G “il fatto non sussiste. Nessuno l’ha mai segnalato a partire dal Ministero della Salute. Questa non è un’epidemia di peste”. Nero su bianco, è la lapidaria chiusura di Matteo Biffoni, 40enne avvocato pratese, dimesso parlamentare PD e primo cittadino in carica fino alle prossime amministrative (a maggio aspira al secondo mandato nel capoluogo toscano). Ecco cosa è accaduto.


Biffoni, più di 12.000 seguaci sul profilo Facebook, dal Comitato Stop 5G Prato e dal Comitato Civico Prato riceve su Messenger l’invito a partecipare all’ennesimo incontro pubblico sui lati oscuri dell’Internet delle cose, in programma Sabato 16 Febbraio 2019 nell’ex Chiesa di San Giovanni (oltre alle testimonianze di malati di cancro e di elettrosensibili, ci saranno rappresentanti dei medici ISDE Italia e degli scienziati dell’Istituto Ramazzini): “ci farebbe piacere la sua presenza e anche un suo breve intervento per dialogare coi cittadini”, gli viene chiesto. Il Sindaco, che a fine anno aveva mostrato prontascaltrezza nel mobilitarsi all’istante appresa la notizia dell’ipotesi (poi rientrata) di una sforbiciata governativa da 15 milioni di euro per Prato – Centro di competenze sull’impresa digitale collegata al 5G in favore del Wi-Fi, adesso risponde invece con un sommesso parafrasare: “Se posso, passo, comunque l’amministrazione ci sarà. La salute è il nostro principale riferimento”. Se posso, passo. Punto

Non pienamente soddisfatti, sempre su Messenger ribattono i comitati locali: però le anticipiamo “che I limiti di legge, anche per come sono fatte le misurazioni, lasciano il tempo che trovano, ma comunque bisogna riconoscere che sono tra i più cautelativi d’Europa. Col 5G cambia tutto però, frequenze diverse, intensità diverse!!!! Il 5G è un altro tipo di tecnologia e non si può comparare con il 4G! Per questo abbiamo invitato i massimi esperti in Italia e ci fa veramente piacere dialogare con l’amministrazione che ha al contrario attuato il progetto come città-pilota! Vogliamo avere spiegazioni. Il principio di precauzione è d’obbligo, anche perché tocca tutti anche lei e i sui figli, gli imprenditori e i lavoratori nelle aziende in primis che saranno irradiati dal 5G.”

Evidentemente colto alla sprovvista sul punto debole del wireless di quinta generazione, privo di studi preliminari sul rischio sanitario mentre anche gli scienziati della Comunità Europea lanciano l’allarme di possibili effetti biologici per la popolazione irradiata in modo ubiquitario e senza alternative, il Sindaco Matteo Biffoni esce così allo scoperto: “Si, ma io più che ascoltare non saprei. Io mi attengo e mi atterrò a quanto prescrive il ministero. Non posso fare altro. Il principio di precauzione? La Legge dello Stato obbliga, ad esempio, un sindaco ad avvalersene in caso di possibile pericolo per la cittadinanza, essendone responsabile. Il fatto che qui pericolo non sussiste, nel senso che nessuno l’ha mai segnalato a partire da chi è competente ossia il Ministero della Salute, se non ce lo segnalano loro… noi non possiamo fare nulla. Questa non è un’epidemia di peste!” Tradotto: non c’è da temere, è tutto sotto controllo. 


Così è, se vi pare.

I comitati pratesi, che sostengono l’iniziativa dell’alleanza nazionale Stop 5G, in una recente nota avevano invece rimarcato come, aggiornamenti medico-scientifici alla mano, “non conosciamo realmente la pericolosità del 5G proprio perché priva di valutazioni preliminari sul rischio sanitario, ma possiamo valutarla indirettamente a partire dagli studi e dalle ricerche documentate sul 3G e 4G che ne hanno già evidenziato i possibili danni alla salute, considerata la classificazione tra gli agenti cancerogeni secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.” La città, già sede di altri incontri promossi dal Comitato No Wi-Fi Toscana, nei giorni scorsi è stato teatro anche dell’azione di comunicazione precauzionale promossa con un camion itinerante che, per strade e piazze di Prato, ha mostrato ai cittadini la scritta ‘STOP 5G, MORATORIA SUBITO’.

Sempre a Prato, chissà poi quanto casualmente considerata l’anomalia registrata anche in altri città europee sedi di sperimentazione della tecnologia 5G, sempre col nuovo anno è infine divampata la polemica pure su un inatteso taglio di alberi. Il taglio c’è stato in Viale Montegrappa: 13 polmoni verdi giudicati pericolosi e 80 prossimi alla sostituzione (si tratta di tigli quasi centenari) sono stati presi di mira per la riqualificazione dell’area. Il progetto ne prevede il cambio con frassini alti esattamente la metà dei tigli abbattuti, passando da fogliazione dall’altezza di circa 9 metri ad un’altra più bassa di quattro metri e mezzo. Dov’è l’anomalia? Stando alla relazione presentata nell’ambito dei lavori di un simposio accademico sul 5G, l’Istituto per i sistemi di comunicazione dell’Università britannica di Surrey a Guildford (est dell’Inghilterra) ha infatti affermato che “nuovi modi con cui le autorità di pianificazione locali possono lavorare con gli operatori di reti mobili per offrire enormi opportunità future per le comunità locali (…) è ridurre le altezze dei montanti mobili in modo che siano schermati visivamente da edifici e/o alberi, cisto che gli alberi rappresentano l’ostruzione più alta e più probabile. Tuttavia, ciò scherma anche i segnali a radiofrequenza e ha sconfitto l’obiettivo di una copertura affidabile” del 5G. (vedere immagine allegata che OASI SANA pubblica qui in esclusiva).

“Le curve tracciate nel diagramma – continuano i ricercatori universitari nella relazione – mostrano come all’aumentare dell’altezza dell’albero sopra la linea di irradiazione della stazione radio base (le antenne di telefonia mobile, NdA) aumenta anche quella che è noto come la ‘zona di Fresnel’ o perdita di ombre”. E infine, dall’Inghilterra arrivano al dunque, smascherando i conflitti tra alberi e 5G, cono d’ombra e segnale wirelessda montare sui lampioni della luce: “Per evitare questa perdita di ombreggiamento ed essere al di fuori della zona di Fresnel, è necessario che l’altezza dell’albero sia almeno 3m inferiore rispetto all’altezza della stazione di base”.Più che con la peste, finale col brivido: Smart City, che si stiano tagliando gli alberi per agevolare l’irradiazione delle inesplorate radiofrequenze del 5G? Visto che le foglie smorzerebbero il segnale delle mini-antenne a microonde millimetriche e che gli alberi, improvvisamente, pare possano rappresentare un ostacolo per lo sviluppo del 5G?PRATO, alcuni degli alberi tagliati in Viale Montegrappa

Chissà se il Sindaco di Prato riuscirà a chiarire almeno questo punto, essendo della sua amministrazione l’ordinanza su Viale Montegrappa, oppure se, anche in questo caso, come suggerito dovremmo essere più pazienti e attendere un parere del Ministero della Salute. Se Biffoni è libero almeno per Sabato 2 Marzo, venga a Vicovaro: altri primi cittadini italiani hanno già aderito al 1° meeting nazionale #STOP5G, emergenza politica di precauzione.

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