venerdì 25 gennaio 2019

LITURGIA E PROPONIMENTO DI OGGI


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano - 




 PRIMA LETTURA 

At 22,3-16
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Paolo disse al popolo:
«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
Un certo Ananìa, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”».


 SALMO 

Sal 116
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.


 VANGELO 

Mc 16,15-18
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».


Prima di parlare con le persone che incontrerò oggi farò ad ognuna di loro un bel sorriso.
  

giovedì 24 gennaio 2019

BUONANOTTE BIMBI

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LA PACE DEGLI ANGELI SIA CON TUTTI VOI

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BUONANOTTE

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Proletario armato per il Comunismo

I COMUNISTI (SIONISTI) HANNO PERMESSO L'ESTRADIZIONE DI BATTISTI PER RIORGANIZZARE UN PARTITO "PROLETARI ARMATI PER IL COMUNISMO"?....




L'arresto di Battisti, come è stato detto, è dovuto soprattutto a un cambio di clima politico in Brasile. Bolsonaro non è Lula e nemmeno Dilma Roussef. In queste ore c'è forse troppa pressione mediatica sul caso, ma pochi si soffermano sui burattinai che hanno coperto per quasi 40 anni la sua latitanza. Quali garbugli e intrecci governativi ci sono stati in Francia a partire dalla dottrina Mitterand , rea di aver coperto tutti i peggiori mascalzoni, delinquenti e criminali degli anni di piombo, e che hanno permesso una latitanza così lunga e indisturbata a Battisti?
Ma non è che con la decadenza  presidenziale di Gigi l'Amoroso (così chiamarono in Francia Mitterand dopo una sua relazione con Dalida, interprete della citata canzone), le coperture sulla sua latitanza e i  vari depistaggi fossero finiti. Anzi... Come in tutti i casi di chi resta a lungo latitante,  la regola aurea  è: non si latita mai da soli. 

Ed ecco il curriculum vitae del terrorista: due omicidi, il primo, un poliziotto, il secondo, un padre (ucciso davanti agli occhi del figlio), ha sparato rendendo disabile a vita un uomo (il povero Alberto Torregiani figlio dell'orefice) e altri due omicidi di cui comunque, se non esecutore materiale, è stato ideatore e collaboratore. Poi ci sono le contestazioni giuridiche (le testimonianze di "pentiti" contestati da quelli sempre in punta di diritto quando trattasi di comunisti). Ma resta il fatto che il curriculum dell'esponente dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo), tra risse, rapine che lui chiama "espropri proletari", evasioni dal carcere, fughe, false  testimonianze, false generalità anagrafiche, travestimenti,  tentativi di cancellare le sue tracce, è  un copione degno di una cupa gangster story. Un personaggio da film noir.  Del resto si dilettò a scrivere romanzi noir in prevalenza ispirati alla sua rocambolesca  esistenza. Tanto gli bastò per trovare copertura presso l'intelligentzia della gauche au caviar francese come Bernard-Henri Lévy e altri "philosophes" nel cui ambiente bazzicava anche la futura Première Dame di Francia,  la modella Carla Bruni.

Le porte del carcere di sicurezza di Oristano ora si sono aperte per lui. Speriamo che restino ben chiuse e sigillate senza i'immancabile codazzo di Amnesty International, dei Radicali (Cappato, Rita Bernardini) , dei Vauri, dei Saviani, degli Erri De Luca,  e di tutto l'immancabile soccorso rosso.

Ma soprattutto è bene che si faccia una disamina spietata di cosa fosse l'Italia nel decennio degli anni '70, detti "anni di piombo", quando il nostro paese pullulava di spie, servizi segreti stranieri, spioni, spiati, agenti provocatori ed era il campo di contesa delle due superpotenze Urss-Usa-Cia e KGB e  pure Mossad. Chi finanziava queste destabilizzazioni? Chi arruolava, armava e inquadrava tutte queste sigle terroriste che spuntavano come funghi dall'oggi al domani come BR, NAP (Nuclei Armati Proletari), Prima Linea, Formazioni comuniste combattenti, PAC, Fronte Armato Rivoluzionario Operaio, GAP (Gruppi Armati Proletari) ma anche Gruppi Armati Partigiani, eccetera.
Qui potrete trovare la scheda  sinottica di tutte le sigle legate a gruppi armati comunisti, le cui azioni nefande  dagli anni '70, arrivano alle porte degli anni '90. Evitiamo, per favore, la retorica dello Stato che vince sul brigatismo rosso, perché è una palla! In realtà le bande armate di ispirazione comunista finiscono la loro azione in concomitanza con la globalizzazione, l'applicazione dei Trattati internazionali del WTO, ma soprattutto con la costruzione del Moloch Unione Europea.
Genova, Torino, Milano costituivano in prevalenza il triangolo rosso-sangue  nel quale si svolgevano  i loro misfatti.






Il PCI in quegli anni perseguiva la doppia subdola strategia di lotta (di piazza e di fabbrica) e di governo. Era specialista nello schiacciare l'occhiolino ai gruppi armati ("i compagni che sbagliano", l'album di famiglia, il mito della lotta partigiana mai interrotta), ma nel contempo, nel cercare con ogni mezzo di entrare nell'area governativa, mediante governi detti "di solidarietà nazionale". Ogni grossa provocazione terrorista intentata, offriva loro il pretesto per offrire una mano tesa ai governi dell'arco costituzionale. Pertanto, rimproverava e nello stesso tempo, coccolava gli eretici fuoriusciti dalla sua parrocchia.

Ecco perché il caso Battisti non è ancora chiuso e la storia del nostro paese deve essere rivista, riaperta e rianalizzata senza inibizioni di sorta. Vogliamo sapere chi voleva privarci della nostra sovranità  e della nostra libertà, già fin da allora.  Vogliamo sapere chi organizzava,  finanziava, foraggiava, copriva le bande armate terroriste in  tutti questi decenni che tanto lutto hanno procurato a povere oneste famiglie italiane,  alcuni congiunti delle quali, sono state vittime  con la sola colpa di essersi trovati nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

Che ci fanno politici del PD nella Legion D'Onore francese?

LA VERGOGNA E L' "ONORE".....



Diarchia franco-tedesca ad Aquisgrana: Nuovi Stati Uniti Europei?



MERKEL E MACRON HANNO FRETTA DI CREARE GLI STATI UNITI D'EUROPA? SIAMO FRITTI.....


Che ci stiamo a fare in Europa se poi comanda Mutti-Merkel e Micron in veste di nuovi Carli Magni ad Aquisgrana? Non sono la sola a scrivere che questo gesto unilaterale significa che in realtà comanda il nuovo Direttorio franco-tedesco. La Merkel è alla fine del suo mandato, Macron è stretto in difficoltà quotidiane sempre alle prese coi Gilet Gialli, e così si sono portati avanti creando l'Asse antipopulista Parigi-Berlino. I nostri media però silenziano le bordate di fischi e le contestazioni che i due si sono beccati dai Gilets Jaunes in trasferta.
Questo trattato firmato, non a caso, in una città-crocevia come Aquisgrana (Aachen in tedesco, Aix la Chapelle in francese), stazione termale posta ai confini della Germania con Belgio, Paesi Bassi e Francia nelle immediate adiacenze, è, né più né meno, la “fusione” dei due paesi e prime economie della UE in un blocco unito. Sancisce la convergenza di Francia e Germania in “politica estera, difesa, sicurezza interna ed estera, diplomazia, giustizia, polizia, politica energetica, ricerca, persino esportazione di armamenti”.
“Un membro del governo di uno dei due stati prende parte, almeno una volta a trimestre e in alternanza, ai consigli dei ministri dell’altro stato”. Qualcuno preconizza già di eventuali preparativi di una nuova guerra di Secessione tra stati del nord Europa contro stati del sud, per le stesse ragioni (quelle finte - ovvero, gli schiavi - e quelle vere, la superiorita' economica) per le quali scatenarono la Guerra Civile negli USA. Forzature? Esagerazioni? 

Il testo del Trattato contempla 28 articoli. Vi delinea la creazione di un “Consiglio dei ministri franco-tedeschi”, “ di un consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza”, di un “Consiglio franco-tedesco di esperti economici” che concordano “una unità comune in vista di operazioni in paesi terzi” . In pratica, tutti gli altri stati è come se non esistessero: Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e altri ancora, non vengono invitati nei “consigli franco-tedeschi” e dovranno semplicemente obbedire alle decisioni che ne usciranno. Nessuna uguaglianza di diritti politici e di sovranità. La situazione sarà tenuta sotto controllo da governi (come quello Tsipras) che andranno ad ascoltare il diktat tedesco, parleranno tedesco, e poi porteranno le disposizioni in patria. Qui in questo articolo di Blondet "Il nuovo Trattato franco-tedesco", vengono enucleati alcuni degli articoli contenuti.
In cambio la Francia si impegna a garantire alla Germania un seggio ONU dove poter esercitare il suo diritto di veto, che in quanto paese perdente della IIa GM non può esercitare.

Allarmanti i punti 3 e 4.
Art. 3) Entrambi i paesi svilupperanno un approccio comune alle esportazioni di armi per quanto riguarda i progetti comuni” L’esportazione di armi diventa la loro priorità?
Art. 4…i due stati “si prestano aiuto e assistenza con tutti i mezzi di cui dispongono, compresa la forza armata”. Contro i nemici esterni, certo, come no. “Solo che subito dopo il trattato detta”: i due stati approfondiscono la loro cooperazione in materia di politica estera, di difesa, di sicurezza estera – e interna”. Insomma non escludono di mandare le truppe nei paesi di serie B e C che si ribellassero.

Il patto va a completare quello siglato il 22 gennaio del 1963 da Charles de Gaulle e Konrad Adenauer. "Il Trattato franco-tedesco di Aquisgrana - osserva Giorgia Meloni - è una dichiarazione di guerra economica, politica e diplomatica all’Italia".
La Meloni insorge e spiega così la propria posizione: "Con l’uscita della Gran Bretagna dalla UE, Francia e Germania compiono un atto ostile contro la terza economia europea: l’Italia. Juncker benedice quest’alleanza e gli europeisti raccontano la favola che è una risposta ai populismi. Bufale. Fratelli d'Italia chiede al Governo italiano di reagire con durezza e con tutti gli strumenti a disposizione. Sono in gioco i nostri interessi nazionali". (fonte: il Giornale). 
Poi c'è la posizione della Germania intenzionata ad uscire quanto prima da quel patto di Sofia (magnificato da Renzi che gli diede il nome di una bambina partorita a bordo) sui migranti. Ma in questo caso, chi ci dice che sia una disgrazia? Se lei se ne lava le mani, altrettanto faremo noi. Del resto è un mistero su cosa abbia ottenuto Renzi, in cambio di questo "patto" che ci dà solo svantaggi. Da parte di Berlino, l’indicazione arrivata è che l’interruzione del coinvolgimento diretto in mare sarebbe frutto della politica italiana sugli sbarchi. I porti chiusi, hanno spiegato fonti tedesche all’agenzia Dpa, avrebbero favorito la scelta della Marina tedesca di interrompere l’avvicendamento. Ma per ora la missione Sophia resiste, anche se molti cominciano a pensare che non sia necessario farla finire, quanto rimodularla. ( fonte : Occhi della Guerra) . 
Sophia o non Sophia? Questo è il problema. 

Vengo a un ultimo importantissimo punto, già oggetto di commenti su questo blog. Si parla da più parti di Nuovi Stati Uniti d'Europa, in alternativa ad una Ue che zoppica da tutte le parti e a rischio di implosione. Bene, la diarchia franco-tedesca siglata ad Aquisgrana è un tentativo che serve ad accelerare tutto questo, un vero crimine contro la sovranità delle nazioni e dei popoli. Guardate il video dell'avvocato Marco Mori che mette in guardia da un simile dolo.



Vi compare in primo luogo l'anticipazione della Boldrini col distintivo (una vera e propria patacca cosmica) Stati Uniti d'Europa: roba da alto tradimento. Gli va dietro il governatore del Lazio Nicola Zingaretti (fratello di quel Luca della serie Montalbano) il quale parla già di elezioni per un Presidente degli Stati Uniti d'Europa (c'è il video nel quale dichiara di essere figlio del Manifesto di Ventotene di Spinelli). Qui fanno a gara a chi le spara più grosse.



Dovremmo sciogliere il franco CFA? Si chiedevano i francesi due anni fa....

Dovremmo sciogliere il franco CFA?
Tuttavia, molti fraintendimenti continuano a circolare sulla questione del franco CFA , sia tra i suoi sostenitori, sia Emmanuel Macron ha preso alcuni di questi malintesi, o che è tra gli oppositori di questo sistema. Alcune delle sue idee corrispondono troppo bene agli interessi di coloro che le propagano in modo tale da non essere tentati di pensare che, più che idee sbagliate, queste siano in realtà idee giustamente e consapevolmente prodotte per per ottenere determinati effetti e da persone che sanno perfettamente che non hanno nulla a che fare con la realtà.
Le origini del franco CFA
Il franco CFA è stato pensato prima della seconda guerra mondiale, con il suo parente stretto il franco CFP per le colonie francesi del Pacifico. Entrò nel mondo delle realtà solo con la fine della guerra e come parte della partecipazione della Francia agli accordi di Bretton Woods.
È importante ricordare che la decolonizzazione non ha comportato, e spesso su richiesta dei nuovi poteri nei paesi che hanno ottenuto la loro indipendenza, una sfida a questo sistema (tranne nel caso della Guinea). Ricordiamo inoltre che, nel corso dei negoziati tra 1945-1946 Ho Chi Minh e il governo francese, il leader vietnamita (comunista, va ricordato) avevano concordato che i delegati indipendenti Vietnam la sua sovranità monetaria alla Francia. C'era, quindi, e nonostante l'aspro contesto della decolonizzazione, ovvio per i nuovi leader: il mantenimento di un sistema gestito dalla Banca di Francia sarebbe, almeno a breve termine, più vantaggioso per i paesi decolonizzati solo se dovessero creare la propria valuta.
Ma questo sistema ha ora cambiato ampiamente direzione, specialmente dopo la sua collisione con l'Euro.
Argomentazioni per il mantenimento del franco CFA
Diverse ragioni militarono per il mantenimento della situazione ereditata dalla colonizzazione. Acquisire la sovranità monetaria significava spendere soldi, ma anche abilità, che erano rari per una banca centrale. La situazione qui non si confronta in alcun modo con quella dei paesi della zona euro. Tutti hanno conservato la propria Banca Centrale e con essa tutte le competenze necessarie per gestire la sovranità monetaria. Naturalmente, la rilevanza di questo argomento tende a diminuire nel tempo. Ciò che era vero nel 1959 e nel 1960 non era vero negli anni '70 e '80.
Oltre a queste spese, c'era anche la questione della credibilità della politica monetaria dei nuovi stati. Questa credibilità era necessaria per difendere una ragionevole convertibilità. Infine, c'era la questione del rischio di inflazione. Un paese con strutture statali deboli perché appena nascente, in una situazione economica resa complessa dai vincoli dello sviluppo, può benissimo sprofondare nell'iperinflazione, o almeno in un'inflazione molto forte. Inoltre, i paesi che hanno mantenuto la media del franco CFA, negli anni '60 e fino agli anni '80, hanno tassi d'inflazione più bassi rispetto ai loro vicini.
I problemi posti dal mantenimento del franco CFA
Ma il mantenimento del franco CFA ha sollevato, e solleva ancora, molti problemi. Il primo è la sua stessa struttura. Il franco CFA si basa in gran parte su una struttura che collega i paesi interessati alla Francia. Le riserve valutarie sono detenute dal Tesoro francese (no, contrariamente a quanto affermato da Emmanuel Macron, non sono sotto il controllo della BCE). La politica monetaria è controllata in gran parte dalla Banque de France e dal Tesoro francese, una situazione che non è favorevole - e questo è un eufemismo - allo sviluppo di una responsabilità negli affari monetari nei paesi interessati.
Forse ancora più importante, il collegamento tra il franco CFA e la valuta francese (franco poi euro) porta a una sopravvalutazione del franco CFA. Questa sopravvalutazione consente alle classi medie emergenti e alla piccola e benestante minoranza di acquistare prodotti importati al minor costo. D'altra parte, a causa della perdita di potere d'acquisto dovuta a questa sopravvalutazione delle esportazioni (in dollari o in euro e poi convertite in franchi CFA), il franco CFA penalizza l'economia dei paesi interessati. Ciò diventa particolarmente evidente quando cadono i prezzi mondiali delle materie prime (arachidi, cacao, caffè o persino olio ...). Logicamente, le valute dei paesi esportatori dovrebbero diminuire. Ma a causa del sistema franco CFA, questo non può accadere. Ciò si traduce in molti squilibri,
Problemi reali e prove false
I problemi creati dal franco CFA sono diventati oggi più evidenti dei suoi vantaggi. Da qui l'importanza della questione dello scioglimento del franco CFA.
Ma questa domanda tende ad essere oscurata da varie fantasie sul franco CFA. La sua funzione è di meno per assicurare il dominio direttamente dalla Francia sulle sue ex colonie, contrariamente alle affermazioni di molte voci in Africa, oltre a dare una (piccola) parte della popolazione (classe media embrionale e la borghesia, che è in gran parte compradores ) la possibilità di acquistare a prezzi ragionevoli importare prodotti. Il franco CFA consente inoltre a queste frazioni di trasferire senza rischio di cambio le loro attività, sia che siano state acquisite bene o male, in euro o dollari. Questo è il motivo per cui il franco CFA è uno strumento di neo-colonialismo, ma in modo molto indiretto .
Il franco CFA aiuta ad acquistare frazioni di popolazioni e a farle pensare che non hanno futuro al di fuori del quadro neocoloniale. Inoltre, l'idea di utilizzare le riserve attualmente detenute dal Tesoro francese per finanziare lo sviluppo non ha senso. Per un paese con la propria moneta occorreranno ancora più riserve che se fosse nel quadro del franco CFA. D'altro canto, un paese con una propria valuta, e quindi non collegato al franco CFA, potrebbe lasciare che questa moneta si svaluti quando i prezzi delle materie prime diminuiscono, mantenendo così il volume (in valuta locale) degli investimenti.
La centralità del problema politico
Una delle sfide principali poste dal franco CFA è che mantiene i paesi che lo usano nell'illusione di poter fare a meno di istituzioni che sono comunque necessarie e che possono continuare con governi che sono in gran parte corrotti o più precisamente sistemi predatori. Queste sfide devono essere affrontate. Da questo punto di vista, la critica più radicale che si può fare del franco CFA è il fatto che aiuta a mantenere i paesi che lo usano in un sistema politico arcaico e perverso. Questo semplice fatto è più che sufficiente per condannarlo agli occhi della storia, ma anche dei popoli.
Jacques Sapir

Africa - Francia: una proposta di "allargamento" del CFA che potrebbe essere controversa

NEL 2014 LA FRANCIA AVEVA PROPOSTO DI ALLARGARE IL CFA AI PAESI FRANCOFONI E ANGLOFONI COME NIGERIA, GHANA E ANGOLA PER COSTITUIRE "UNA VASTA ZONA DI STABILITA' MONETARIA". IL MALCONTENTO VERSO IL CFA GIA' SERPEGGIAVA ALLORA, MA NESSUNO AVEVA MAI SOLLEVATO IL VELO FINO AD OGGI!

L'ex ministro degli Esteri francese Hubert Védrine ha sostenuto l'ampliamento del franco CFA nel lusofono e paesi anglofoni come la Nigeria, il Ghana e Angola, al fine di costruire 'una grande zona di stabilità monetaria' sul continente africano.
Questa proposta arriva quando gli economisti africani hanno protestato per anni contro il franco CFA considerato uno strumento di dominio coloniale e controllo delle economie dei paesi africani interessati.

'Stiamo proponendo di estenderlo per creare un'ampia area di stabilità monetaria. Potremmo includere lusofoni e paesi anglofoni come la Nigeria, il Ghana e Angola' ha detto Vedrine in un'intervista a Le Nouvel Observateur consultato dal Ouestafnews. 
L'ex capo della diplomazia francese ha fatto il punto sulle conclusioni di un gruppo di lavoro che ha guidato in preparazione del cosiddetto 'Vertice dell'Eliseo' convocato dal capo di stato francese François Hollande, il 6 e il 7 dicembre a Parigi.

Questo gruppo, che comprendeva altre quattro specialisti eminenti (Lionel Zinsou, Jean Michel Severino, Hakim El Karaoui e Tidjane), per riferire su 15 proposte, mercoledì, 4 dicembre 2013, in occasione di un grande Francia-Africa Economic Forum, che riunisce 560 imprenditori francesi e africani.

Questo incontro si tiene come preludio al vertice dell'Eliseo per 'pace e sicurezza in Africa' ​​che si terrà dal 6 al 7 dicembre 2013. Saranno presenti anche venti ministri e quattro capi di stato.

Si prevede che la tanzaniana Jakaya Kikwete, l'ivoriana Alassane Ouattara e il senegalese Macky Sall parteciperanno a questo forum insieme a François Hollande. Nell'Africa occidentale, i senegalesi Macky Sall e Ivorian Ouattara sono entrambi considerati capi di stato che sono saliti al potere grazie alla Francia e alle sue potenti lobby nell'Africa francofona.

La proposta di Hubert Védrine richiede ogni giorno un accordo monetario tra la Francia e quindici paesi del continente dal 1972. La proposta è destinata a rilanciare la polemica sul ruolo negativo della Francia nella impossibilità di avere una sola moneta dell'Africa occidentale, che è stata all'ordine del giorno per oltre un decennio.

Una situazione che viene ferocemente criticata dagli economisti del continente. Questi anti-CFA sottolineano l'impatto negativo di questa valuta sulla crescita economica di questi paesi.

72 ore per partire: il Venezuela rompe i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti

In seguito all'autoproclamazione dell'avvocato Juan Guaido, Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro ha affermato di rompere i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti a causa di questo tentativo di colpo di stato. I diplomatici statunitensi avranno quindi tre giorni per lasciare il paese.
Nel contesto dei commenti fatti dagli Stati Uniti dopo l'auto-proclamazione del presidente Juan Guaido, il Venezuela ha preteso di tagliare le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, ha annunciato il presidente venezuelano Nicolas Maduro.
"Ho ordinato di interrompere i rapporti diplomatici con il governo degli Stati Uniti", ha detto a Caracas.
Pertanto, lo staff delle missioni diplomatiche statunitensi avrà 72 ore per lasciare il paese. Il signor Maduro ha anche ricordato che è l'unico presidente del paese, costituzionale e legittimo. "Voglio fare una domanda a tutto il popolo del Venezuela: chi elegge il Presidente del Venezuela? Sono i cittadini del Venezuela che lo eleggono", ha detto, aggiungendo che il fatto che "gli Stati Uniti fingono di essere la presidenza del Venezuela è una grande irresponsabilità, una politica estremista ".
"Non possiamo accettarlo", ha aggiunto.
Maduro 2 20190124
L'avversario Juan Guaido, licenziato martedì dalla carica di presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana con decisione della Corte suprema, si è proclamato mercoledì "Presidente in carica" ​​del paese e ha prestato giuramento. Donald Trump lo ha riconosciuto come "presidente facente funzione" e ha detto che avrebbe usato tutti gli strumenti economici e diplomatici per "ripristinare la democrazia in Venezuela".
Nicolas Maduro ha stimato che Washington aveva tentato di organizzare un colpo di stato in Venezuela e ha interrotto le relazioni diplomatiche con quel paese, dando 72 ore ai suoi diplomatici per lasciare il territorio venezuelano. Il signor Maduro ha descritto il signor Guaido come un presidente non costituzionale.
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