martedì 22 gennaio 2019

Sottratti 5 figli a 2 genitori: il responsabile dei servizi sociali era un pedofilo

figli
Lo scandalo nello Stato che ruba i figli alle famiglie – di Benedetta Frigerio
A ricordare la vicenda dei coniugi Bodnariu a cui furono sottratti i bambini dai servizi sociali norvegesi si rimane esterrefatti: lo psichiatra responsabile per la revisione di casi simili era un pedofilo.
La Bbc ha raccontato il dramma di altre famiglie e l’omertà del sistema, ma l’impostazione degli esperti che si sostituiscono ai genitori, dello Stato che impone il pensiero unico e della famiglia rappresentata come la sede di ogni violenza dice che nemmeno l’Italia è lontana da una deriva simile.
A ricordare la lunga battaglia che attraversò mezzo globo per riportare a casa i cinque figli di Ruth e Marius Bodnariu, i coniugi rumeni, trasferiti in Norvegia, a cui furono sottratti i bambini dai servizi sociali del paese (Barnevernet) e per cui la comunità evangelica organizzò proteste di fronte alle ambasciate norvegesi, veglie di preghiera e di digiuni, si rimane esterrefatti dall’ammissione di colpa indiretta dello Stato imposta da una sentenza giudiziaria che lo inchioda.
Lo psichiatra, che ha lavorato per anni presso la Child Expert Commission, responsabile di esaminare i casi di allontanamento dalla famiglia, è stato condannato per detenzione di materiale pedopornografico violento con bimbi anche piccolissimi e disabili (raccolto in circa 20 anni), per cui ha perso la licenza per esercitare la sua professione sebbene in aula avesse affermato che per lui guardare immagini di violenza sui bambini non fosse pedofilia.
È impressionante se si pensa che il Norwegian Directorate for Children Youth and Family Affairs ha dichiarato che solo nel 2015 i bambini (spesso di famiglie immigrate) sottoposti ad un ordine di assistenza sono stati 1.545, con casi frequentemente fondati o su episodi inesistenti come semplici sculacciate o sull’incapacità di gestire i figli in certi ambiti (come quello di far dimagrire figli troppo grassi) o su comportamenti assolutamente correggibili o, come nel caso dei Bodnariu, su questioni religiose.
A sollevare il polverone durante l’inchiesta preceduta alla condanna dell’uomo è stata la Bbc con il documentario “Lo scandalo silenzioso della Norvegia”, dove alcune mamme intervistate hanno raccontato la sofferenza per i figli allontanati per anni dopo accuse di abusi poi rivelatesi inesistenti, come nel caso di Arnesen, una mamma di otto figli, i cui quattro più piccoli furono sottratti alla famiglia nel settembre 2013.
Il motivo? A destare sospetti il fatto che Arnesen avesse otto figli: «Qui non è una cosa consona». Per errore «arrestarono mio marito poi vennero a casa», spiega la donna piangendo.
L’uomo fu poi rilasciato, ma lei venne punita con l’allontanamento dei bimbi: aveva ammesso di aver sculacciato un figlio perché ne mordeva un altro. «Ad un certo punto – continua – arrivai a chiedermi se ero davvero una persona cattiva», ma sebbene una psicologa valutò bene la famiglia «lo psichiatra (condannato, ndr) scrisse nel suo rapporto che c’erano troppi bias a favore della famiglia».
Gli ultimi due bambini sono ritornati a casa solo ora, dopo cinque anni, secondo la Bbc proprio a causa della condanna dello psicologo.
Ma la donna è quantomeno stranita dal fatto che ora dovrà aiutare gli stessi servizi sociali contro cui ha combattuto e «che hanno colpito gravemente la mia famiglia».
Cecilie ha invece raccontato di quando anni fa una commissione di “esperti” piombò in casa sua ritenendo che la figlia non fosse sufficientemente seguita né accudita come necessario: «Mia figlia disse che aveva fame e siccome avrei cucinato dopo la visita dei servizi sociali offrii delle palle di cereali al cioccolato. Scrissero che probabilmente li davo a mia figlia per ogni pranzo e cena».
Oppure c’era un po’ di polvere in un angolo e «scrissero che la casa non era pulita. Quell’esperto (lo psichiatra, ndr) è il responsabile dell’allontanamento di mia figlia e ora si scopre che lui stesso ha commesso crimini contro i bambini».
Il ministro dell’Infanzia e dell’Uguaglianza dopo lo scandalo ha spiegato che rivedrà tutti i casi dei bambini allontanati in questi anni e vagliati dallo psichiatra.
Anche Borge Tomter, capo della Commissione per la supervisione della salute del welfare dell’infanzia ha dichiarato che «valuteremo ogni caso possibile».
Ma a luglio Katrin Koch, capo della Commissione di esperti per la supervisione dell’infanzia, aveva affermato che i casi già analizzati non destavano preoccupazioni.
Facendo presagire che la revisione sarà solo un atto formale per calmare le proteste in uno Stato che pretende di sostituirsi ai genitori nell’educazione dei figli.
Per questo Arnesen ha dichiarato che per fare le cose sul serio la revisione dovrebbe essere portata avanti da «qualcuno al di fuori del sistema». Mentre Cecilie ha chiarito che «non sono molto fiduciosa. Vogliono che le persone vedano che stanno facendo qualcosa, ma non sono propensi a farlo».
Basti pensare che il nome dello psichiatra, condannato a due anni di carcere, è stato secretato perché padre di bambini minori che potranno tornare con lui una volta scontata la pena.
Come a dire che per il sistema sociale norvegese un uomo che passa vent’anni a visionare pornografia interrogando (chissà come) bambini sulla loro vita famigliare e intima per allontanarli da casa, ha più diritti sui suoi figli di un padre che dia loro qualche sculacciata, lasci la casa impolverata o insegni loro l’Ave Maria.
Anche in Italia crescono i casi di sottrazione dei minori, di insegnanti che pensano di essere più “esperte dei genitori” e perciò di avere più diritti sui bambini e di curriculum scolastici a senso unico che portano nella direzione di uno Stato padrone.
Perciò le parole di Arnesen riguardano anche noi: «È più facile spazzare le cose sotto il tappeto quando sono scomode, ma io credo che debbano emergere perché devono essere sanate…altrimenti permetteremo che accadano ancora e ancora e ancora…bisogna agire, perché certo puoi dire “non è successo a me”…ma se un giorno ti accadesse?». 

IL BUSINESS DEI BAMBINI SOTTRATTI. CHE FINE FANNO QUESTI BAMBINI?....

Sarà con noi Antonella Betti che sta per pubblicare "Vite strappate in Italia dal 1970 ad oggi", libro inchiesta sugli allontanamenti coatti dei bambini dalle loro famiglie di origine, edito da Editrice Italia Semplice. «Sono circa 40 mila, i bambini, tolti a livello “coatto dalle loro famiglie”. Nessuno è immune da questo olocausto, da questo scempio che necessariamente deve cessare». La legge, si legge su Paese Roma, nel tempo è cambiata. In teoria non esisterebbero più questi istituti, ma di fatto, si stanno moltiplicando a dismisura, avendone trasformato solo la denominazione in ”case-famiglia”. Sono oltre 500 i milioni di euro che vengono dati alle cosiddette case famiglia protette per tenere i bambini che lo Stato ha troppo spesso ingiustamente sottratto, strappato e rapito ai genitori. Sono appena 50 i milioni di euro che si danno alle famiglie in difficoltà per mantenere con sé i propri figli. Vengono dati molti più soldi per sottrarli che per aiutarli. Nessuno segnala i conflitti d’interessi dei giudici onorari che affiancano i Presidenti dei Tribunali dei Minorenni. È uno scandalo vero e proprio. Giudici onorari e contemporaneamente anche titolari di case-famiglia dove i minori vengono ‘ospitati’. I servizi sociali insieme a troppi Tribunali dei Minorenni stanno creando un tacito traffico di bambini, tramite decreti che impongono allontanamenti coatti dalle case d’origine.




Una sintesi sulla dimensione storica ma soprattutto tattice politica dell'utilizzo strumentale della pedofilia ed efebofilia ... in un ambito strategico e segreto impensato





Italia in svendita: ecco come hanno distrutto l’economia nazionale

In data 22 ottobre 2018, la multinazionale italiana Magneti Marelli, storica industria del Bel Paese, quasi centenaria, con sede a Corbetta (Milano) – oggi tra i leader mondiali nella produzione di sistemi ad alta tecnologia per l’industria delle automobili, quali sospensioni, sistemi di illuminazione, quadri di bordo e via discorrendo -, è stata venduta da FCA per il 100% delle proprie quote alla giapponese Calsonic Kansei, a sua volta controllata dal fondo statunitense KKR, per una cifra che si aggira attorno ai 6,2 miliardi di euro.
Un’operazione che ha l’obiettivo di rendere il neo-nato colosso uno dei principali fornitori globali di queste componentistiche tecnologiche, puntando ad un fatturato superiore ai 15 miliardi. Il CEO di FCA, Mike Minley, successore del recentemente decesso Sergio Marchionne, si dice entusiasta dell’operazione: “Dopo aver esaminato attentamente una serie di opzioni per consentire a Magneti Marelli di esprimere tutto il suo potenziale nella prossima fase del suo sviluppo, la combinazione con Calsonic Kansei, si è rivelata un’opportunità ideale per accelerare la crescita futura di Magneti Marelli a beneficio dei suoi clienti e delle sue persone eccezionali. Le attività così combinate continueranno ad essere uno dei partner commerciali più importanti di FCA e vorremmo vedere questo rapporto crescere ulteriormente in futuro”.
Fondata nel 1919 grazie ad una joint venture tutta italiana, Magneti Marelli è un’azienda da 7,9 miliardi di fatturato, con 43.000 dipendenti (di cui poco meno di 10.000 in Italia), 85 unità produttive, 15 centri di Ricerca e Sviluppo e sedi in tutto il mondo, dal Sud America (Argentina e Brasile) all’Estremo Oriente (Cina e Giappone), dall’Europa (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Russia, ecc…) al sud-est asiatico (India e Malesia), dalla Turchia agli Stati Uniti.
L’operazione, che era già stata programmata dalla precedente amministrazione, aveva destato preoccupazioni tra i sindacati metalmeccanici, soprattutto FIOM-CGIL; UILM e FIM-CISL, per bocca dei propri rispettivi responsabili, Rocco Palombella e Marco Bentivogli, si dicono sommariamente soddisfatti, ma pur sempre guardinghi.
L’analisi – in un’intervista rilasciata ad Industria Italiana – compiuta dagli economisti Fulvio Coltorti e Patrizio Bianchi lascia invece spazio a meno sorrisi: il primo enuclea come la fusione italo-americana della FIAT con la Chrysler non abbia condotto ad aumentare, come sperato, l’efficienza dell’azienda, che si è ritrovata quindi costretta a cedere la propria azienda di componentistica interna.
Il secondo sottolinea come ciò non sia un buon segnale per il sistema-Paese italiano, in quanto da questa scelta trapela la progressiva volontà di spostare l’asse portante delle attività dall’altra parte dell’oceano, con conseguente mancanza di garanzie effettive in merito alla possibilità di mantenere la produzione e la ricerca-sviluppo in Italia.
FCA – che pure a lungo, come evidenzia Lisa Stanton (che lavora alla FAO delle Nazioni Unite), ha ricevuto sovvenzioni statali, ma altro non ha fatto che vendere marchio dopo marchio, da Autobianchi a Maserati, da Bugatti a Lamborghini, da Zagato a Ducati – ha pattuito che per i primi cinque anni il fulcro aziendale rimarrà in Italia, ma sul più lungo periodo questa certezza immediata è tutt’altro che garantita.
La globalizzazione è per pochi, pochissimi
Questa recente perdita di un marchio italiano prestigioso, efficiente e conosciuto in tutto il mondo merita una riflessione, la quale non può che partire da due considerazioni fondamentali e centrali:
1) L’attuale sistema economico globale sta, sempre più prepotentemente, spingendo verso un progressivo inglobamento dei piccoli da parte dei grandi, che fagocitano i concorrenti, ne mantengono i marchi ma ne colgono i profitti, pervertendo il concetto di diversificazione attraverso l’obbligo ad una concorrenza spietata, non regolata da chi pure avrebbe il potere di farlo (gli Stati), con il risultato inevitabile dell’oligopolio, tramite un efficace sistema di matrioske russe, o di scatole cinesi, che dir si preferisca.
2) L’Italia viene spesso addebitata come incapace di fare industria, di produrre a livello di settore secondario, eppure i grandi colossi non la pensano esattamente alla medesima maniera, poiché negli ultimi decenni hanno fatto a gara per accaparrarsi delle fette cospicue di Italia, sia nel settore privato sia soprattutto in quello pubblico [le cui aziende, per inciso, sono ancora leader a livello mondiale: si pensi alla commessa da 4 miliardi a Fincantieri per costruire navi MSC, od al mandato esplorativo assegnato all’ENI in Mozambico, N.d.A.].
In merito al primo punto, le concrete manifestazioni della sua veridicità sono auto-evidenti: la libera circolazione di merci, capitali e lavoro ha abbattuto, anche in molti Paesi occidentali, i diritti sociali dei lavoratori; ha prodotto una deflazione salariale resa obbligatoria dalla concorrenza senza freni di aziende e multinazionali, capaci di produrre in enormi quantità a basso costo e con bassi prezzi di vendita, in grado di produrre grandi introiti; ha contribuito a finanziarizzare l’economia; ha arricchito i ricchi ed impoverito i poveri.
Italia in svendita: ecco come hanno distrutto l'economia nazionale
Inoltre, essa ha, cosa di non poco conto, indotto molti elementi della classe dirigente (politica, manageriale e così via) a ritenere che esso sia il miglior modello possibile, ideologicamente inattaccabile, nonostante i nefasti esiti, risultanti nella forma più estrema ed a-morale di capitalismo conosciuta, quella che Slavoj Zizek e Paul Mason chiamerebbero post-capitalismo.
Adoperando la ficcante argomentazione del professor Valerio Malvezzi – l’ordine naturale delle cose è stato ribaltato, cosicché la finanza non è più uno strumento dell’economia, a sua volta governata dalla politica e dalla filosofia morale, ma è il fine ultimo dell’economia stessa, che a sua volta ha subissato la politica, divenuto mero gregario, incapace di comprendere i propri reali poteri e la reale natura della dominazione che essa è costretta a subire.
Le nostre industrie: preda dei gruppi stranieri
L’Italia è, da questo punto di vista, l’esempio più eclatante. Nel suo documento “Outlet Italia. Cronaca di un Paese in (s)vendita” (6), l’Eurispes ha mostrato un lungo elenco di “caduti”, di eccellenze tutte italiane date al miglior offerente:
• la Zanussi alla svedese Electrolux;
• la F.I.V. Edoardo Bianchi alla svedese Cycleurope AB;
• la Saeco alla francese Pai Partners e poi all’olandese Philips;
• Gruppo Ferretti alla cinese Shandong Heavy Industry Group;
• Atala alla olandese Group Accell;
• la Ducati alla tedesca Volkswagen;
• la Lamborghini alla tedesca Audi;
• l’Algida alla anglo-olandese Unilever;
• la Riso Flora alla francese Marbour;
• Fattorie Osella e Splendid alla statunitense Mondelez;
• la Casearia Invernizzi alla francese Lactalis;
• Buitoni e Perugina alla svizzera Nestlè;
• Conbipel alla statunitense Oaktree Capital Management;
• Del Verde all’argentina Molinos Rio de la Plata;
• la Sergio Tacchini alla cinese H4T.
E si potrebbe proseguire con Telecom, Star, San Pellegrino, Ferretti, Galbani, Eridania, Bottega Veneta, Bulgari, Edison, Scotti, Valentino, Fastweb, Agnesi, Sperali, Cinzano, Vecchia Romagna, Parmalat, Sasso, Carapelli, Italgel, Levissima, iGuzzini, Panini, Ferrarini.
L’elenco sarebbe ancora lungo ma, per non tediare ulteriormente, sia sufficiente riportare questi ultimi dati: in soli quattro anni, dal 2008 al 2012, ben 437 aziende italiane sono passate nelle mani di acquirenti stranieri. “Nel 2015 le acquisizioni straniere di marchi italiani ammontavano a 65,5 miliardi di euro contro i 9,4 miliardi di acquisizioni all’estero operate dall’Italia. Cioè sette volte di meno.
La Francia da sola ha speso in Italia quanto tutta l’Italia fuori: oltre 9 miliardi per comprare fette del Made in Italy. Nel 2016 è andata anche peggio con 74 miliardi di euro di acquisizioni straniere contro i 3,6 dell’Italia“, riporta la Banca Dati Zephyr di Bureau Van Dijk.
Il tutto, senza considerare le delocalizzazioni e le cessazioni di attività, purtroppo frequenti per un tessuto socio-economico dove i grandi marchi, pur funzionanti, vengono venduti a stranieri, e dove le piccole e micro imprese (il 99% in Italia) faticano ad ottenere credito dalle banche, se non da quelle legate al territorio (BCC, Casse Rurali, Popolari, Casse di Risparmio), che presto potrebbero venire estinte, nelle loro funzioni fondanti, da un Decreto Legge del 2016, sempre nell’ottica neoliberista del “too big to fail”.
Una classe dirigente incompetente
Come non condividere, quindi, le amare parole del presidente dell’Eurispes: “Sembra che il nostro Paese faccia di tutto per negare il proprio valore e che a noi manchino il gusto e il piacere di sentirci italiani, sottovalutando quelle prerogative che ci distinguono. Si è esaurita la spinta che aveva consentito alle generazioniprecedenti di trasformare un Paese arretrato, agricolo, in una moderna democrazia industriale, sia pure segnata da ritardi e contraddizioni“.
Nel 1453, dopo quasi due mesi di assedio, Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente, cadde sotto i colpi dell’esercito turco-ottomano del Sultano Maometto II: nel frattempo che le mura venivano abbattute via terra e via mare, durante il saccheggio della città, la razzia delle sue bellezze e le violenze nei confronti dei suoi abitanti, i teologi – rinchiusi nel dorato isolamento di una torre d’avorio – stavano disquisendo del sesso degli angeli.
Nel 2018, dopo trent’anni di politiche economiche neoliberiste (privatizzazioni selvagge, esclusione dello Stato dall’imprenditoria, deregolamentazione, ecc…), la perdita della sovranità monetaria a favore di un organismo indipendente dalla politica (la BCE) ed anni di austerità anti-sociale, l’Italia, un tempo esempio fulgido di miracolo economico, sta progressivamente perdendo tutti i suoi pezzi più pregiati, sotto i colpi della globalizzazione imperante.
Nel frattempo che l’Euro – accordo di cambi fissi – spinge unicamente al monetarismo e ad un’economia di surplus commerciale e di distruzione della domanda interna, con il saccheggio degli asset strategici, la razzia dei vanti industriali italiani e le sofferenze dei cittadini (strozzati dall’avanzo primario, perpetrato per pagare gli interessi su un debito che non è fatto per essere ripagato), la classe dirigente – assorta nelle visioni ideologiche nella propria sfera di cristallo (internazionalismo non socialista ma beceramente inteso, europeismo non dei popoli ma delle èlite, tra gli altri) – ha disquisito e disquisisce di decimi percentuali di debito pubblico, di punti di spread, di rating delle agenzie [possedute dai medesimi che investono nel mercato finanziario che queste stesse agenzie giudicano, N.d.A.].
Pensando che l’UE e l’ottica neoliberista (da essa incarnata) siano i migliori mondi possibili, ci si dimentica di guardare al proprio popolo, e persino al proprio vicino di casa, spoliato illecitamente della sua sovranità costituzionale e tartassato da politiche economiche pro-cicliche in piena recessione, con un mercato senza vincoli né leggi e con un modello predatorio dalle conseguenze aberranti.
Italia in svendita: ecco come hanno distrutto l'economia nazionale
Senza politiche industriali efficaci ed a lungo termine, senza interventi statali che valorizzino la produzione nostrana e consentano investimenti per la domanda interna, senza la comprensione dell’origine della progressiva povertà dell’Italia, senza il rigetto di politiche monetariste e senza un’operazione di consapevolizzazione culturale della popolazione – terrorizzata colpevolmente dai media e dai “tecnici” -, i casi Magneti Marelli non cesseranno di moltiplicarsi.
Come nella Costantinopoli espugnata dagli Ottomani, così nell’Italia contemporanea a farne le spese saranno i cittadini, e con essi il loro sistema-Paese.

Papa Francesco attacca i gilet gialli

Papa Francesco usa La Civiltà Cattolica per fare politica

La vera natura di Papa Bergoglio emerge da un puzzle che dal 2012 si va completando in ogni suo aspetto.
Nell’ultimo numero de La Civiltà Cattolica, che di fatto è l’organo ufficiale del Vaticano ancor più dell’Osservatore Romano, c’è un articolo a firma di Marc Rastoin, biblista e professore, che svela molte cose che finora si erano solo intuite, ma che ora sono nero su bianco.
Sebbene l’articolo mantenga un tono formale e compassato si inserisce il movimento francese dei gilet gialli nel quadro del populismo internazionale, e qui niente di male perché, sebbene con alcuni necessari distinguo, la supposizione è giusta.

Ma poi, da questo fatto, si estrapola un’analisi del fenomeno populista mondiale:
“Non è dunque inutile fare dei paragoni tra l’elettorato della Brexit nel Regno Unito, l’elettorato della Lega e del Movimento 5 Stelle in Italia, quello dell’AfD in Germania e, soprattutto, quello che ha portato al potere il presidente Trump negli Stati Uniti”, scrive Rastoin/Bergoglio.
Da quando Papa F è Pontefice, la critica anti-populista è stata continua e mirata e questo sorprende perché Papa Francesco, in realtà, è stato (è?) in Argentina un “peronista di centro” e quindi un convinto populista.
Tuttavia, per motivi di politica vaticana, il Papa ha sempre contestato i movimenti populisti e sovranisti mondiali, specialmente negli Usa e in Italia, dove è stato sempre molto critico con il Presidente Trump e con l’attuale governo giallo - verde.
Certamente c’è un obiettivo pratico ben definito che è quello di contrastare la politica sugli sbarchi e questo rientra nella legittimità della politica sociale della Chiesa Cattolica. Ma da questo fatto, spesso la critica si allarga, appunto alla politica tout court e qui il discorso invece si fa complicato perché la Chiesa non dovrebbe fare politica, non essendo un partito ma avendo a disposizione un enorme potere di moral suasion, per così dire, che riguarda miliardi di persone, senza però passare per lo strumento democratico delle elezioni.
Dietro a questa strategia c’è un nome ben preciso: si tratta del Direttore de La Civiltà Cattolica Monsignor Antonio Spadaro, che da sempre è esplicitamente (e poco diplomaticamente) contro i movimenti sovranisti e populisti mondiali e italiani in particolare.
Dice infatti Spadaro: “Non basta più formare i giardini delle élite e discutere al caldo dei "caminetti" degli illuminati. Non bastano più le accolte di anime belle. Facciamo discorsi ragionevoli e illuminati, ma la gente è altrove”.
Esplicita ammissione del “culto delle élite”, neanche velata dal solito velo di ipocrisia gesuitica.
La gente è altrove”, scrive preoccupato Spadaro all’inizio del nuovo anno. Appunto. E la Chiesa invece di “normalizzarla” dovrebbe capire perché le è sfuggita.

La Nuova Strategia Di Difesa Degli Stati Uniti Fa Rivivere La Corsa Agli Armamenti Della Guerra Fredda Tra Mosca E Washington


MOSCA, Russia - Il ministero degli Esteri russo ha reagito alla nuova strategia di difesa missilistica degli Stati Uniti presentata da Donald Trump giovedì.

Il ministero degli Esteri russo ha detto  che la nuova strategia di difesa antimissile di Washington porterebbe a una pericolosa corsa agli armamenti nello spazio ed equivale a un rilancio del programma Star Wars dell'epoca della Guerra Fredda.


"Contrariamente alle affermazioni degli autori dello studio, la realizzazione dei piani e degli approcci in essa contenuti non rafforzerà la sicurezza degli Stati Uniti o dei suoi alleati e partner", ha affermato il ministero degli Esteri russo.



In una dichiarazione, il ministero ha descritto il piano americano come una prova di forza e ha affermato che ciò rappresenterebbe un duro colpo per la già fragile stabilità internazionale.

Mosca ha esortato Washington a ripensarci e impegnarsi con la Russia in colloqui costruttivi sull'equilibrio delle armi nucleari "prima che sia troppo tardi".

Il nuovo documento sulla strategia di difesa degli Stati Uniti presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump giovedì scorso afferma che la Corea del Nord, l'Iran, la Russia e la Cina "rappresentano una minaccia" per Washington. Inoltre, lo studio riconosce lo spazio come "nuovo regno della guerra".

L'amministrazione Trump ha sottolineato la necessità di controllare i missili nemici prima che vengano lanciati o nei primi minuti di volo. Il Congresso aveva già ordinato al Pentagono di accelerare questo piano, che includeva l'uso di droni armati di laser.

Tuttavia, qualsiasi espansione dello scudo missilistico inciderà su altre priorità della Difesa, come i miliardi di dollari che il governo si è impegnato a investire in una nuova generazione di armi nucleari.

Inoltre, l'espansione del sistema di difesa missilistica avrebbe importanti implicazioni per la diplomazia statunitense nelle relazioni con la Russia e la Cina.

Il Pentagono non ha pubblicato quel documento l'anno scorso a causa dei tentativi di Trump di persuadere la Corea del Nord a rinunciare alle sue armi nucleari. La pubblicazione di questo rapporto avrebbe compromesso i negoziati con Pyongyang.

BENJAMIN FULFORD: Crollo del 4° Reich, continua rastrellamento criminali di guerra



La rimozione del Fuhrer George Bush Sr. ha esposto una nuova fascia di assassini di massa nazisti negli Stati Uniti e in Giappone per arrestarli o morire improvvisamente mentre infuria la guerra contro la satanica mafia khazariana.

In Giappone, il primo ministro nazista Shinzo Abe e il suo regime sono diretti ai tribunali per crimini di guerra. Come inizio, la polizia francese ha accusato di corruzione Tsunekazu Takeda, capo del comitato olimpico giapponese. Questo è solo l'inizio dei suoi problemi legali. Takeda è figlio del principe Tsuneyoshi Takeda, cugino dell'imperatore Hirohito che è stato responsabile della creazione della famigerata guerra batteriologica Unità 731, secondo fonti della polizia militare statunitense in Giappone. Il regime Abe è stato anche sorpreso mentre cercava di creare un proprio laboratorio di armi biologichemascherato da College per Veterinari, dicono le fonti.

Inoltre, i costi previsti per le Olimpiadi di Tokyo del 2020 sono triplicati a oltre $ 30 miliardi per pagare tangenti a criminali mafiosi e politici, dicono le fonti. Uno dei principali modi in cui questo denaro viene riciclato è quello di avere funzionari governativi che dicono ai gangster dove saranno costruite le sedi olimpiche in modo che possano acquistare la terra e venderla al governo con un enorme margine, dicono fonti giapponesi. Il denaro così generato è diviso tra i politici corrotti e criminali. Altri soldi vanno alla "sicurezza" olimpica, o al pagamenti dei criminali per "servizi di sicurezza", dicono le fonti.

Questo serve a sostituire i fondi che hanno sottratto alla cosiddetta "pulizia" di Fukushima. Qualsiasi giornalista che vada a Fukushima con il proprio contatore Geiger è costretto ad ammettere che c'è pochissima radiazione. Il denaro stanziato per la "pulizia" viene messo nei cassonetti e trasportato a Tokyo per distribuire tangenti, dicono le fonti. Abe e il suo gruppo devono essere arrestati e incarcerati o mandati all'inferno al più presto.

Negli Stati Uniti, nel frattempo, il procuratore speciale Robert Mueller che è figlio dell'ex capo della Gestapo Heinrich Mueller, secondo fonti della CIA. I crimini del padre non sono i crimini fatti dal figlio, Robert Mueller che sarà incriminato per il suo coinvolgimento nella cover-up dell'11 settembre e per la sua partecipazione alla finta caccia alle streghe russe negli Stati Uniti, dicono le fonti.



È interessante notare in questo contesto che i principali leader politici che partecipano al World Economic Forum di quest'anno a Davos, in Svizzera, Shinzo Abe e il cancelliere tedesco (la figlia di Hitler) Angela Merkel, rispettivi capi e alleati nazisti della seconda guerra mondiale. Nel frattempo, i capi dei paesi che combatterono contro i nazisti, il primo ministro britannico Theresa May, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente cinese Xi Jinping, il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi, stanno boicottando Davos. Anche molti uomini d'affari cancellano le loro apparizioni, come hanno fatto lo scorso ottobre in Arabia Saudita alla "Davos del Deserto". Non è certo una coincidenza, dicono le fonti del Pentagono.

Fonti della Defense Intelligence Agency (DIA) affermano: "Le forze armate statunitensi, insieme a cinesi e russi, hanno rilevato tutti i conti globali, inclusi i conti del Vaticano e della Federal Reserve, per iniziare in modo efficace a innescare il Global Currency Reset. "La prima parte riguarderà il pagamento dei titolari dei conti " Capitale di 1° Classe ", dicono le fonti. "Livello 1 sono i titolari di account e alcuni emittenti chiave che verranno praticamente pagati per" spostarsi "e interrompere l'interferenza o il ritardo del processo di reimpostazione globale. Fondamentalmente, questo è il karma che sta arrivando al punto di partenza. Significa che l'offerta fatta al Vaticano, alla Fed, ai Gesuiti, ecc. È di prendersi l'oro o andarsene [bustarella o morte] ", dice una fonte.

Il resto del risanamento finanziario è ancora in discussione, ma esiste un ampio accordo per creare un'agenzia di pianificazione futura occidentale che lavori in armonia con il progetto cinese One Belt One Road (OBOR), sostengono fonti europee delle famiglie reali. Avrà un budget iniziale di circa $ 300 miliardi, dicono. Inoltre, la Cina ha accettato di acquistare 1 miliardo di dollari di esportazioni statunitensi al fine di fermare la fuga di posti di lavoro e denaro dall'economia statunitense, concordano diverse fonti.

Un segno visibile di questo azzeramento è il fatto che nel Congresso degli Stati Uniti è stata introdotta una proposta di legge per rimuovere gli Stati Uniti dalle Nazioni Unite e cacciare le Nazioni Unite fuori dagli Stati Uniti. Ricorda,l'ONU è una società privata e non autenticamente rappresentativa del persone del mondo. Le parti sane dell'ONU saranno sostituite da un sostituto dell'ONU che avrà la sede in Asia, forse il Laos, secondo le fonti della società segreta asiatica.






Una pulizia dell'ONU è iniziata anche con un'indagine sulla corruzione dell'OMS (World Harm Organization) che implica l'uso improprio dei fondi Ebola per fare cose come pagare le spese di viaggio di una ragazza. L'OMS è anche accusata di razzismo dilagante e sessismo. Mentre queste indagini procedono, il mondo imparerà a conoscere il loro ruolo nelfingere o nel causare pandemie per promuovere campagne di vaccini e vendite farmaceutiche in cambio di profitti.



Il vertice fra Trump e il nordcoreano Kim Jong Un è in programma per la fine di febbraio dopo la festa lunare asiatica e probabilmente affronterà il risanamento finanziario e questioni come il regime nazista in Giappone e la riunificazione coreana, lo affermano il Pentagono e le fonti della società segreta asiatica .

La pulizia della cabala satanica in Occidente dovrebbe essere quasi completata al momento del vertice, dicono le fonti. Negli Stati Uniti, in particolare, la chiusura e pausa del governo sta spianando la strada a una grande epurazione. "Dopo 30 giorni dal  fermo [governativo] , Trump può licenziare gli impiegati federali delle agenzie oppressive come la TSA, l'IRS, i corrotti della FBI, DOJ, CIA, Dipartimento di Stato e mandarini del Deep State o SES (Senior Executive Service) instaurati da [ l'ex presidente degli Stati Uniti Barack] Obama, "riferiscono fonti del Pentagono.
Inoltre, "con i tribunali federali a corto di fondi dal 18 gennaio, i tribunali militari possono iniziare a far sul serio", sottolineano le fonti.
Inoltre, l'epurazione del governo degli Stati Uniti continua con il deputato Tom Marino dimessosi subito dopo la rielezione a causa del suo coinvolgimento nella crisi degli oppioidi che ora infuria negli Stati Uniti, nota la fonte.

Inoltre, l'FBI riformato ha iniziato a indagare sulla corruzione straniera al Congresso, dicono. Questo ha già iniziato a dare i suoi frutti con la cancellazione formale di varie delegazioni del Congresso (codici), "a partire dal viaggio del presidente della Camera Nancy Pelosi e Adam Schiff a Bruxelles, Egitto e Afghanistan", dicono le fonti.


“A quanto pare il CODEL è servito per prendere ordini e tangenti dai globalisti di Bruxelles, suscitare la Fratellanza Musulmana in Egitto che porta di nuovo in Israele attraverso il Sinai, e prolungare il traffico di droga in Afghanistan”, dicono le fonti.
Il viaggio in Israele aveva lo scopo di fornire tangenti al codice affinché potessero combattere per proteggere i pagamenti dei trasferimenti degli Stati Uniti verso Israele e proteggere il primo ministro satanista Benjamin Netanyahu. Fortunatamente, le tangenti non possono essere pagate e ora gli israeliani si stanno finalmente indirizzando a incriminare il loro ministro per i crimini. Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, il procuratore generale israeliano Avichai Mendelblit raccomanderà di accusare Netanyahu il prossimo mese.


Nel frattempo, i perdenti che si riuniscono a Davos questa settimana possono contemplare i loro fallimenti sia al servizio dell'umanità che nella protezione dell'ambiente. Un rapporto dell'Institute of International Finance  della scorsa settimana mostra che il loro sistema di schiavitù del debito babilonese ha messo un carico del 318% di debito a GPD di 244 trilioni di dollari sull'umanità. Tutto questo mentre il 46% delle persone del mondo vive con meno di $ 5,50 al giorno, e le 6 persone più ricche al mondo possiedono almeno il 50% della ricchezza mondiale











E, naturalmente, mentre i super ricchi rubano al resto di noi, i più poveri dei poveri sono costretti a rubare alla natura, danno luogo a quello che sta diventando il peggiore evento di estinzione nella storia di questo pianeta. Adesso basta!