SE HAI SCOPERTO CHE TUO FIGLIO SUBISCE MALTRATTAMENTI PSICOLOGICI O FISICI A SCUOLA, COSA PUOI FARE? SCOPRI I PASSAGGI SU COME DENUNCIARE MALTRATTAMENTI A SCUOLA.
COME DENUNCIARE MALTRATTAMENTI A SCUOLA: DA DOVE INIZIARE
Secondo il Telefono Azzurro, una percentuale abbastanza elevata (che si aggira tra il 21% ed il 49%) di bambini e adolescenti che sono stati abusati e maltrattati è asintomatica, il che vuol dire che non presenta nessun particolare sintomo o problemi di adattamento psicosociale in seguito all’abuso e maltrattamento subito. Quindi, occorre sottolineare che l’obiettivo principale del genitore è quello di prestare attenzione ad ogni minimo segnale che il bambino gli lancia. Diretto o indiretto esso sia.
Secondo quanto afferma Matthew Cox, pediatra e responsabile di un programma per la prevenzione e la valutazione degli abusi sui minori, esistono dei segnali che non devono essere mai sottovalutati nel momento in cui un minore subisce maltrattamenti. Questi segnali sono utili al genitore per capir se il bambino viene maltrattato al nido.
Innanzitutto, bisogna ascoltare sempre il proprio bambino, non sottovalutando mai ogni sua minima parola. Non solo le parole, ma anche i gesti, i malesseri che accusa, i disegni che fa, i giochi in cui è coinvolto, sono fondamentali per un genitore per capire se un bimbo sta bene al nido.
I genitori, spesso, colgono subito questi segnali, o meglio, capiscono immediatamente se c’è qualcosa che non va. Quindi, ciò che consigliamo ai genitori è di fidarsi del loro istinto, che molte volte coglie il problema nell’immediato.
Altro aspetto fondamentale è osservare ogni minimo livido che il bimbo ha sul corpo, lesione, graffio, segni evidenti del maltrattamento subito dal bambino. Inoltre, un bambino maltrattato piange ininterrottamente, si chiude in se stesso, sviluppano una tendenza all’isolamento sia a scuola che nella comunità in generale, preferendo non interagire con nessuno. Spesso accusano disturbi del sonno, fanno incubi continuamente, e somatizzano il trattamento attraverso la manifestazione di disturbi fisici, come il mal di testa e il mal di pancia.
DOVE DENUNCIARE UNA MAESTRA
Il punto di riferimento principale dei genitori per sporgere denuncia è rappresentato dalle Forze dell’Ordine (Polizia o Carabinieri). Poi, troviamo le Procure presso il Tribunale Ordinario e presso il Tribunale per i Minorenni.
A tal proposito, le Forze dell’Ordine e la Procura presso il Tribunale Ordinario si occupano di individuare l’abusante e di accertarne le responsabilità. Invece, la Procura presso il Tribunale per i Minorenni si occupa della tutela del bambino e favorisce l’adozione di tutti i provvedimenti utili a ristabilire una condizione familiare tutelante.
MALTRATTAMENTI A SCUOLA COSA FARE NEL CONCRETO
Gli abusi e i maltrattamenti a scuola, all’asilo o alle scuole elementari, devono essere immediatamente individuati, cogliendo tutti i segnali lanciati dal bambino vittima dell’episodio in questione.
I bambini, talvolta, preferiscono tacere per diverse ragioni. Chi per paura di non essere creduto, altri perché sono stati minacciati, o perché si vergognano di quello che stanno vivendo. A tal proposito, spesso i genitori non sanno come muoversi. Molte volte, infatti, sono sospesi tra il confidarsi con altri, chiedere spiegazioni alla scuola o rivolgersi alla questura, con il dubbio su quale sia davvero la cosa giusta da fare. L’unica cosa che hanno a cuore i genitori è il benessere del loro bambino, perché è questa la sola cosa davvero importante. I segnali del bambino, come già abbiamo detto, vengono manifestati in modi diversi, ed esplicitano quella che è la sua paura verso l’insegnante. La cosa più importante da fare, da parte del genitore, è quella di mantenere la calma, costruire un dialogo collaborativo con il bimbo, in modo tale che quest’ultimo riesca a fidarsi e a comunicare il suo malessere.
DENUNCIA MALTRATTAMENTI A SCUOLA: A CHI RIVOLGERSI
Come già è stato evidenziato, i genitori, nel momento in cui vengono a conoscenza di un abuso a danno del minore, devono fare affidamento alle Forze dell’Ordine (Polizia o Carabinieri) e alla Procura presso il Tribunale Ordinario, che hanno il compito di individuare l’abusante.
La Procura presso il Tribunale per i Minorenni, invece, si occupa della tutela del bambino e favorisce l’adozione di tutti i provvedimenti utili a ristabilire una condizione familiare tutelante.
Dopo aver analizzato i principali punti di riferimento che ogni genitore deve avere in caso di maltrattamento di minore, c’è da sapere che esistono anche i Servizi Sociali (che svolgono un’indagine psico-sociale con l’obiettivo di raccogliere ulteriori informazioni/elementi di valutazione e di fornire il giusto supporto psicologico) e numerose associazioni impegnate a contrastare fenomeni di abusi e maltrattamenti. Queste associazioni mettono a disposizione delle famiglie un servizio di assistenza e consulenza per dare un aiuto alle vittime.
MALTRATTAMENTI PSICOLOGICI A SCUOLA: COME RICONOSCERLI
Purtroppo, casi di maltrattamenti fisici e psicologici da parte di insegnanti nei confronti dei bambini sono sempre più frequenti. E a tal proposito, i genitori vogliono intervenire a tutti i costi con il solo obiettivo di tutelare i propri figli. Ma come fanno a capire che si trovano in situazioni di pericolo?E quando, nello specifico, si parla di maltrattamenti psicologici? Il maltrattamento psicologico è considerato la forma di maltrattamento infantile più subdola, dal momento che è meno visibile. Ma non per questo è meno dannosa.
La violenza psicologica attuata dagli insegnanti sui bambini consiste nell’attuare comportamenti ripetuti nel tempo che inducono il bambino a pensare di non valere e a sentirsi in colpa, vergognandosi di se stesso.
Il maltrattamento psicologico viene individuato attraverso la presenza di alcuni segnali. I più frequenti nelle vittime sono: l’enuresi, disturbi del sonno, legati all’alimentazione, senso di colpa, bassa autostima, calo della concentrazione e dell’apprendimento, deficit nella crescita, scarsa fiducia negli altri, incapacità di gestire le emozioni, ritardo nello sviluppo.
Per quanto riguarda, invece, i comportamenti che un bambino vittima di maltrattamenti psicologici può mettere in atto, c’è da sapere che ne sono tanti. Tra questi, emergono comportamenti impulsivi, disordini della condotta, cambiamenti radicali di comportamento, manifestazione di apatia e demotivazione. Si possono osservare anche comportamenti aggressivi (visto che spesso il bambino tende a replicare il comportamento che riceve), pianti continui, il rifiuto di recarsi a scuola.
Si tratta di traumi, di veri e propri segni indelebili che, in termini psicologici e relazionali, andranno a costituire quello che sarà per sempre il modo d’essere del bambino. Andranno a segnare il suo sviluppo psicologico, data la sua indiscutibile ed estrema sensibilità.
A tal proposito, il bambino ha bisogno che sia il genitore a cogliere questi campanelli d’allarme, ha bisogno che sia il genitore a fargli raccontare quello che gli è accaduto. Infatti, spesso, il bambino tende a proteggere l’abusante e a chiudersi in se stesso. Quindi, solo nel momento in cui viene messo in una condizione di tranquillità e di dialogo aperto da parte del genitore, sarà in grado di esplicitare l’accaduto.