Per gli scopi altamente umanitari e nell'interesse di ogni essere umano su questo pianeta, abbiamo ritenuto giusto pubblicare e far conoscere questo movimento e le sue finalità
Programma dell’associazione Riprendiamoci il Pianeta – Movimento di Resistenza Umana
1.Il rispetto per la vita.
In primo luogo, l’associazione Riprendiamoci il Pianeta – Movimento di Resistenza Umana, di seguito denominato RIP, pone come discriminante assoluta di ogni sua attività, il rispetto per la vita in qualsiasi forma essa si esprima. Dal pianeta sul quale viviamo, al più piccolo degli esseri senzienti, la vita deve sempre essere favorita in ogni sua manifestazione, rispettata e tutelata. Ovviamente questa esigenza si pone con forza nel nostro mondo attuale, nel quale, tali e tante minacce mettono a rischio la sopravvivenza stessa del genere umano. Dissolvere queste minacce e spezzare la catena della distruttività, è possibile solo attraverso l’assoluta non violenza, perché è abbastanza evidente, e sotto gli occhi di tutti, che cosa è stato prodotto attraverso l’uso della violenza in questo mondo.
2. L’ignoranza, generatrice di egoismo, causa di sofferenza. Il bene comune al di sopra di ogni cosa.
La prima minaccia alla vita sul nostro pianeta viene ravvisata nell’ignoranza, generatrice di egoismo, che ancora caratterizza l’umanità nel suo complesso. Non stiamo però solo parlando di ignoranza di tipo scolastico, che pure va combattuta a ogni costo, operando per fornire istruzione a tutti coloro che ne sono privati, quanto piuttosto della non conoscenza, da parte dell’essere umano, della propria vera natura, e del funzionamento della propria coscienza. Questa vera, profonda e basilare ignoranza, è la causa di ogni egoismo, limitazione e capacità distruttiva che l’essere umano sia in grado di manifestare. Per questo motivo il RIP ritiene di importanza fondamentale, prima ancora di affrontare qualsiasi altra problematica, favorire il lavoro di ricerca interiore, orientato alla possibilità concreta di maturare una visione più ampia della vita, nella quale il bene comune sia posto al di sopra delle piccole esigenze individuali. Prima di pensare di cambiare il mondo, bisogna dimostrare di essere sufficientemente innocui, e disposti ad assumersi le proprie responsabilità. Per potersi permettere di condannare altri perché ladri, bisogna essere sicuri che, al loro posto non faremmo lo stesso.
3. Libertà religiosa.
Ogni associato RIP è ovviamente libero di professare qualsiasi credo, religioso, spirituale, ateo, o quant’altro la mente umana possa produrre, a patto che queste sue credenze non si traducano in modi, violenti, dogmatici, settari e razzisti, contraddicendo le linee guida di questo statuto, che si basa invece sul più completo rispetto delle altrui credenze.
4. RIP e associazione Atman, scuola Energheia e Draco Edizioni.
Senza che la cosa rappresenti di per sé un vincolo ideologico, resta il fatto che il RIP nasce in stretto connubio con l’attività dell’associazione Atman, della scuola Energheia, della Draco Edizioni, e di tutte le attività a questi enti correlate, per cui si ritiene che sia un valore aggiuntivo l’esistenza di questa sinergia, che in diverse occasioni ha avuto modo di mostrare la sua efficacia operativa. Si ritiene anche, che l’esperienza maturata nel campo della coscienza umana da parte di queste organizzazioni, possa essere un valido punto di riferimento al fine di perseguire quell’innocuità ritenuta un valore fondamentale dall’associazione.
5. RIP e partiti.
Il RIP, allo stato attuale delle cose ritiene che tutti i partiti, presenti nell’arco costituzionale e non, siano inadeguati a produrre quei cambiamenti sostanziali che potrebbero portare la vita al centro dell’attività politica. Si ritiene anche che i partiti siano in genere espressione dei biechi interessi di distruttivi centri di potere, per questa ragione il RIP vuole essere, e rimanere, un movimento, al di fuori di ogni organizzazione partitica. Viene pertanto fatto divieto ad ogni associato di utilizzare il nome, le strutture, il marchio del RIP per sostenere o propagandare l’attività di qualsiasi partito politico, sia esso presente all’interno delle istituzioni oppure no. D’altro canto si persegue l’alleanza e il coordinamento con tutte quelle associazioni, comitati, organizzazioni e persone singole che, fondando la propria attività sull’autodeterminazione dei cittadini associati, possano essere in sintonia con gli intenti del RIP.
6. Libertà ideologica.
Ogni associato RIP, peraltro, sul piano personale, è libero di professare qualsiasi credo ideologico, politico e culturale, a patto che non sia in netto contrasto con le linee guida tracciate in questo statuto.
7. Creare un’alternativa globale al sistema.
La via che il RIP intende perseguire è quella di un’organizzazione che sorga dal basso, dalla gente, che si configuri come la creazione di un modello alternativo di vita sotto tutti i profili, a partire da quello delle relazioni umane, per poi passare al nostro modo di produrre, commercializzare e consumare cibo. Di conseguenza deve essere profondamente modificato il rapporto delle comunità con ciò che oggi viene chiamato il mondo economico-finanziario, che dovrà divenire funzionale alle esigenze dei cittadini. Il problema dell’energia necessaria allo svolgimento di tutte le attività umane deve essere affrontato in maniera totalmente ecologica, basandosi solo su energie rinnovabili. Dobbiamo anche riappropriarci del mondo dell’istruzione e della cultura, sempre più depauperato dai disvalori dei poteri dominanti. Deve cambiare il nostro rapporto anche con la salute umana, oggi quasi totalmente nelle mani delle multinazionali. Perché tutto questo accada deve essere rifondato profondamente anche tutto il mondo della rappresentanza popolare, oggi assolutamente esautorato dalle decisioni che riguardano la vita del nostro paese. Insomma, ogni settore dell’attività umana deve essere posto attentamente ad un vaglio stretto, con un foro unico e di una sola dimensione, il rispetto per la vita nella sua totalità. Il ripensare le attività umane deve procedere da una sola domanda: “Questa attività, svolta in questo modo, danneggia in qualche maniera l’ambiente o le forme di vita in esso contenute?” Il RIP è convinto che oggi esistano le tecnologie ed i saperi necessari per far sì che la risposta a questa domanda possa sempre essere no.
8.Scie chimiche, crimine contro l’umanità, crimine contro il pianeta.
Un capitolo a parte merita la questione delle cosiddette scie chimiche, che in realtà comprende un fenomeno complesso, che consiste in una vera e propria aggressione alla vita di questo pianeta, attuata da un coordinamento di forze che vede implicate tutte le maggiori potenze mondiali. Questo vero e proprio crimine contro l’umanità, e il pianeta (suggeriremmo di introdurre nella normativa internazionale il reato di ‘crimine contro il pianeta’), consta in operazioni massicce di irrorazione in atmosfera di sostanze di varia natura, nanotecnologie, nano particelle, batteri e virus geneticamente modificati, e chissà che altro ancora, associate all’uso di tecnologie atte a modificare sia l’assetto ambientale che quello delle coscienze umane. Il RIP è impegnato da anni nella lotta contro questo crimine, ed intende mobilitare tutte le proprie forze per informare al massimo l’opinione pubblica su di un argomento accuratamente evitato dai media, se non per deridere chi denuncia questa grave attività segreta. Il futuro dei nostri bambini e di tutta l’umanità, dipende dalla cessazione di queste criminali operazioni, ed il RIP intende perseguire questo obiettivo fino in fondo.
9. Istituire commissioni di studio.
Il RIP quindi, intende con la sua opera, favorire l’analisi, la comprensione e lo studio, di tutte le forme di distorsione e distruttività presenti nell’attuale organizzazione della vita su tutti i livelli della nostra società italiana (non disgiunta da quella mondiale). Contemporaneamente vogliamo proporre alternative concrete, basate sul rispetto per la vita, in ogni settore dell’attività umana. A questo proposito si ritiene importante e utile istituire delle commissioni di ricerca, che approfondiscano lo studio, sia degli aspetti negativi che ci sovrastano, sia delle possibilità alternative di vita, che possano condurci al di là delle attuali limitazioni.
10. RIP e risveglio della coscienza.
Come già sottolineato in precedenza, l’attività del RIP, deve prendere le mosse dalla consapevolezza che il primo cambiamento deve avvenire all’interno della propria coscienza, per cui sia chiaro ad ogni socio che l’attività dell’associazione non potrà prescindere da questo orientamento, che sarà ribadito in ogni iniziativa portata avanti dal RIP. Non si può cambiare il mondo se non si parte dal cambiamento della coscienza umana, cosa che dovrà essere favorita in ogni forma possibile, ovviamente commensurata all’ambito verso il quale ci si riferisce.
11. Socialità e solidarietà versus alienazione mediatica.
Direttamente correlato al punto precedente, ed in netta controtendenza con la situazione attuale, il RIP ritiene che debbano essere incentivate le forme di socialità tradizionali, legate fra l’altro alla storia del popolo italiano, con la sua propensione alla solidarietà e alla creatività. Bisogna attribuire ai mezzi mediatici l’importanza relativa che essi hanno e dare invece importanza alla nostra umanità, che di questi tempi viene sempre più relegata ad essere un’appendice di un opprimente processo produttivo e sociale, basato solo sul profitto e il non rispetto per la vita.
12. Riprendiamoci l’agricoltura.
Detto questo, il nostro percorso per riprenderci il pianeta, deve cominciare da ciò che è basilare nel mantenimento della vita umana, ossia il processo produttivo alimentare, basato fondamentalmente sull’agricoltura. Infinite minacce stanno gravando sul nostro settore agricolo, un tempo fiorente: dall’industrializzazione delle colture, con l’ampio utilizzo di una chimica sempre più aggressiva, alla forte pressione per introdurre colture geneticamente modificate, per arrivare alle politiche scellerate della Comunità Europea che favoriscono solo gli interessi delle multinazionali. Dobbiamo iniziare un percorso di riconversione della nostra agricoltura, per riportarla alla funzionalità che ha sempre avuto, produrre cibo sano e nutriente per alimentare la popolazione, invece che merce scadente, in grado di generare comunque profitto, a scapito della salute generale e dell’ambiente.
13. La filiera commerciale.
Conseguenza di questa impostazione dovrà essere, naturalmente, una diversa filiera commerciale, che dovrà privilegiare le esigenze delle comunità, invece che quelle di un mercato sempre più mondiale, globale e sovranazionale, in grado di schiacciare ciò per cui dovrebbe esistere, cioè la nostra umanità. Lo slogan ‘dal produttore al consumatore’ deve essere di più di una semplice affermazione pubblicitaria, ma deve divenire assoluta realtà.
14. Contro la globalizzazione dell’agricoltura, “localizzazione” della produzione agricola.
Il RIP ritiene che sia possibile, da subito, portare avanti delle esperienze costruttive dal punto di vista del recupero dei terreni e della preservazione di una agricoltura tradizionale, compreso l’uso delle sue sementi antiche, cosa oggi concretamente minacciata dalla comunità europea. Riteniamo che sia possibile e utile produrre posti di lavoro nel settore agricolo, riportando l’agricoltura ad una dimensione umana, nel rispetto dell’ambiente, delle necessità vitali dei cittadini e in armonia con la natura ed i suoi ritmi naturali. Pensiamo anche che siano realizzabili sin d’ora esperienze proficue, che incentivino la produzione di beni agricoli, e la loro commercializzazione, su scala ridotta e locale, nell’ambito di una visione di autosufficienza, o quantomeno di ‘chilometro zero’.
15. Industria per il bene comune.
Altrettanto andrebbe rivisto il settore della produzione industriale, partendo ancora una volta da una semplice domanda: ‘di che cosa abbiamo veramente bisogno per vivere una vita dignitosa e significativa?’ Solo ponendosi domande di questo tipo, alle quali, ben pochi sembrano dare importanza, possiamo riuscire a ricondurre le attività umane a una vera dimensione umana. Appare evidente che l’approccio che stiamo proponendo prevede il superamento del produrre per il profitto, per arrivare a produrre per il bene comune, ciò che veramente serve al bene comune. Prima di arrivare a questo risultato, che non si prevede immediato, il RIP ritiene di promuovere esperienze, su piccola scala, di produzione e commercio di beni utili per la comunità, coinvolgendo le piccole industrie presenti sul territorio.
16. Basta col petrolio.
Evidentemente tutte le attività umane hanno bisogno di energia per essere prodotte. Fino ad oggi, l’estrazione degli idrocarburi, monopolizzata dalle multinazionali del petrolio, fornisce la fonte dominante di energia, per la quale petrolieri senza scrupoli non esitano a spingere i governi ad intraprendere guerre sanguinose, per assicurarsi il dominio dell’oro nero. Il RIP è convinto che questa situazione possa e debba finire, e che l’uso, nel sistema produttivo e privato, di fonti di energie rinnovabili, gestite dai cittadini, sia l’unica strada sostenibile. Bisogna però lottare contro gli interessi consolidati delle lobby, che per esempio nel caso dell’acqua, sulla cui privatizzazione è stato indetto un referendum, vinto a stragrande maggioranza da chi sostiene l’acqua come bene pubblico, lo stanno ignorando bellamente, continuando nell’accaparramento di questa fondamentale risorsa.
17. Sovranità monetaria e fiscalità.
Andare nella direzione che stiamo tracciando, significa iniziare a riappropriarsi della propria sovranità nazionale, ormai svenduta in quasi tutti i campi al volere delle multinazionali. Per accentuare notevolmente, ed in maniera fondamentale questo processo di recupero della nostra sovranità, diviene impellente produrre profondi cambiamenti in campo economico-finanziario. In primo luogo deve essere abolito il signoraggio bancario, vero e proprio, enorme, furto alla collettività operato dalle banche, e causa fondamentale dell’enorme debito pubblico del nostro paese. La moneta deve essere proprietà del popolo, che ne deve disporre secondo le proprie esigenze, e non quelle di avidi banchieri, qualificati criminali internazionali, dediti al riciclaggio. Non si esclude poi la possibilità di sperimentare l’abbandono della moneta per forme di scambio alternativo. Da subito però devono essere eliminate le dipendenze da un sistema finanziario speculativo e fraudolento, che basa i propri profitti sull’appropriazione indebita delle ricchezze popolari. In conseguenza della realizzazione di queste scelte, il sistema fiscale dovrà essere profondamente riformato. Il RIP è convinto che in assenza di signoraggi di varia natura, sulla produzione di ricchezze da parte dei lavoratori italiani, sia possibile andare ad una enorme riduzione della tassazione, che dovrà essere proporzionata al reale reddito del cittadino. I ricavi della tassazione, potranno finalmente servire ad alimentare solamente le politiche sociali nel nostro paese, invece della corruzione e del malaffare ormai dominante in ogni settore della vita politica e pubblica. Meglio finanziare il reddito di cittadinanza che le clientele politiche e mafiose!
18. Il patrimonio di bellezza e conoscenza dell’Italia.
L’istruzione, l’arte, la cultura e la ricerca scientifica, in un paese come l’Italia, che potremmo considerare nella sua interezza come patrimonio dell’umanità, devono essere colonne portanti della vita della nostra comunità nazionale. Altroché tagli alla scuola o alla ricerca, piuttosto che alla gestione dei beni culturali. Il patrimonio di sapienza e bellezza del nostro paese è un valore inestimabile, che a sua volta porterebbe grande benessere al paese intero, non dovrebbe esserci nemmeno discussione su questo punto, e invece le nostre scuole cadono a pezzi, così come i nostri monumenti, per non parlare dello stato della ricerca. Il RIP è convinto che questa situazione di degrado sia frutto di decenni di amministrazione della cosa pubblica da parte di politici, non solo inetti, ma criminali, che hanno dirottato enormi ricchezze sui loro interessi, sia privati che dei loro centri di potere, a enorme discapito del benessere pubblico. Il RIP afferma con forza la volontà di battersi per tutelare il nostro patrimonio più grande, le menti e i cuori dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, in un paese che è senza dubbio il più bello del mondo.
19. Medicina naturale per la vita e giù le mani dai bambini.
Il RIP vuole poi diffondere la consapevolezza che gran parte dell’approccio medico-sanitario della nostra società è pesantemente condizionato dall’influenza delle multinazionali del farmaco. Da inutili e velenosi vaccini inoculati fin dalla culla, per finire con le miriadi di farmaci dai dannosi effetti collaterali che la ‘scienza’ medica non esita a prescriverci, la presenza delle multinazionali è continua ed invadente nelle nostre vite. La stessa ricerca scientifica, persino nelle università, è grandemente condizionata dalle esigenze di questi devastanti gruppi di potere. Non è questo il luogo di una analisi approfondita di quello che probabilmente, con gli annessi di tangenti e corruzioni, è forse la fonte maggiore di reddito del malaffare nel nostro paese. Il RIP vuole promuovere in ogni modo lo studio e la diffusione di tutti i possibili, ed efficaci, modi di cura basati sulle terapie naturali, che le diverse civiltà hanno elaborato nel corso del loro sviluppo, non in opposizione all’odierna scienza medica, ma in modo complementare, eliminando però da quest’ultima tutti gli aggravi speculativi delle industrie farmaceutiche e dei politici corrotti.
Una menzione particolare merita la condizione dei bambini, che viene sempre più afflitta dall’uso di vaccini velenosi, come ormai comprovato dalle ricerche di molti ricercatori indipendenti, e dall’esperienza dei genitori che vivono sulla loro pelle gli esiti letali delle vaccinazioni fatte ai loro bambini. Altrettanto vorremmo mettere in guardia da una pratica che si sta diffondendo ultimamente, sempre di più, anche nel nostro paese, ossia la somministrazione di psicofarmaci ai bambini fin dai primi mesi di vita. Diciamo solo una cosa: giù le mani dai bambini!
20. No alla guerra!
L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Il RIP denuncia che, sotto la debole scusa del ‘portare la democrazia’ in altri paesi, attraverso sanguinose ‘missioni di pace’, il nostro paese ha partecipato e partecipa a vere e proprie guerre, vergognose per la dignità del nostro popolo. In queste guerre, condotte per l’accaparramento delle risorse dei malcapitati paesi occupati, o per questioni strategiche, normalmente i civili, e in particolare i bambini, sono quelli che pagano le conseguenze più elevate delle ‘operazioni di pace’, i cui nomi spesso sono ‘bombe a grappolo’ oppure al ‘fosforo’, piuttosto che ‘proiettili all’uranio impoverito’ e chissà quali altre diavolerie a noi ignote. Il RIP dice basta alle politiche guerrafondaie dell’Italia. Basta allo stanziare fondi per gli armamenti. Il RIP vuole promuovere l’uscita dell’Italia dalla Nato, che piuttosto che essere un’Alleanza Atlantica, risulta essere un organismo controllato militarmente di fatto dagli Stati Uniti d’America e aggiogato alle politiche di dominio di questa nazione. In conseguenza di questa determinazione, il RIP rifiuta anche la presenza di armi atomiche sul proprio suolo nazionale, così come quella di vere e proprie installazioni belliche, come il MUOS di Niscemi, oltretutto particolarmente nocivo per la salute dei cittadini. Vogliamo promuovere l’uso delle ingenti risorse belliche per scopi pacifici e sociali, e far sì che l’Italia possa divenire portavoce di pace nel resto del mondo.
21. Sovranità nazionale e democrazia popolare.
L’articolo 5 della nostra Costituzione invece recita: ‘La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.’ Il RIP riconosce che queste tre righe, che costituiscono l’articolo quinto, se fossero attuate, darebbero al popolo italiano grandi possibilità democratiche. All’opposto, le istanze di democrazia nel nostro paese, sono sempre più imbavagliate da una politica che, anziché agire per il bene comune, cerca piuttosto di condizionare il favore popolare, rendendo sempre più inefficace il consenso dei cittadini. La rappresentanza dei cittadini invece, deve essere sempre più efficace ed espressiva, partecipando vivamente alla gestione della cosa pubblica. Per questi motivi il RIP ritiene che sia importante rivalutare la tradizione democratica, politica e solidaristica, tipica del popolo italiano, per contrastare i tentativi di gestione antidemocratica della cosa pubblica, messi in atto in modo indiscriminato, dalle attuali classi dirigenti. Si riconosce altresì che la politica dell’attuale Comunità Europea, con tutti i trattati che ha prodotto, si è rivelata fondamentalmente manovrata da interessi corrotti, antidemocratici, e fondamentalmente sovversivi, nei confronti del benessere delle varie comunità nazionali. Per cui è convinzione profonda che il benessere della nostra nazione sia possibile solo uscendo da questa Comunità Europea fautrice degli interessi delle banche e dei monopoli, quando non della Massoneria deviata e di oscuri centri di potere. La tanto sbandierata Europa dei popoli, potrà esistere solamente quando i popoli saranno veramente nelle condizioni di autodeterminare le sorti delle proprie nazioni. Nel frattempo, sarebbe molto più salutare per l’Italia, uscire dalla CEE e dall’euro, riprendendosi la propria sovranità politica, monetaria, economica, culturale, alimentare, e quant’altro.
22. Libertà di informazione.
Il RIP riconosce che praticamente tutta l’informazione, nel nostro paese, come del resto in tutto il mondo, è gestita dai potenti della Terra, che, ovviamente, non hanno nessun interesse a fare vera informazione (in realtà nemmeno vera cronaca, perché risulterebbe comunque troppo rivoluzionaria). Per cui si ritiene che sia molto importante il ruolo di una efficace ‘controinformazione’, o meglio sarebbe a dire una ‘corretta informazione’. Per questo motivo il RIP, con ogni mezzo a sua disposizione, persegue la massima diffusione di una corretta informazione in ogni campo della vita, con l’intento di favorire la crescita di una reale coscienza critica da parte degli italiani.
23. La visione di un mondo migliore.
Si riconosce infine che questo ambizioso programma, che punta a ricostruire tutti i settori della vita del nostro paese, aggiogandoli ad esigenze di bene comune, può essere considerato utopistico, specie se considerato come opposto alla ‘visione pragmatica’ del profitto, ma rivendichiamo anche il diritto di esprimere con chiarezza gli obiettivi individuati, come necessari alla realizzazione di un mondo più innocuo e costruttivo, invece che distruttivo. La visione di un migliore mondo possibile deve guidare i cuori in cerca del cambiamento, le limitazioni e i compromessi sono nella natura delle cose, ma avere chiari gli obiettivi, e lottare per affermarli, avvicina ogni giorno di più alla meta.