Se una struttura come Stay Behind è riuscita ad operare impunemente per tanti anni all' interno delle nostre istituzioni, possiamo avere la certezza che sia stata smantellata efficacemente proprio durante il governo di Giulio Andreotti nel 1990? Se si ragiona su come sono stati fatti fallire alcuni processi per le stragi di Mafia si potrebbe pensare che questa doppia struttura sia davvero ancora stata in funzione
Qualche anno fa è stato declassificato un documento di particolare interesse: la riconferma dell’accordo tra il servizio segreto americano (Cia) ed il servizio segreto Italiano (SIFAR)firmato il 28 Novembre 1956. Riguarda la creazione da parte della Cia e del Sifar di una rete clandestina “Stay Behind” rete che doveva essere istruita, addestrata, coinvolta in esercitazioni, e fatta operare in attesa di diventare operativa non appena una potenza straniera avesse occupato il nostro territorio. L’accordo era a conoscenza della Commissione Parlamentare sulle Stragida tempo ed è stato pubblicato nel bel libro di Sergio Flamigni Dossier Gladio, Kaos Edizioni. Se siete attenti lettori non vi sarà sfuggita l’antinomia da me scritta poche righe sopra “fatta operare in attesa di diventare operativa”. Se la rete viene fatta operare in attesa di diventare operative, significa che è già operativa, ed infatti è quello che è avvenuto, perché l’ Italia non è mai stata invasa ed invece quella rete ha sempre operato impunemente. C’è un altro aggettivo che merita di essere analizzato in quel documento del 28 Novembre 1956: “clandestino”. Perché la Cia ed il Sifar creano una rete clandestina e non segreta? Quale è la differenza tra clandestino e segreto? Le strutture segrete statali sono ammesse quando che per una ragione di Stato sia necessario mantenere il segreto su alcune operazioni. Quale è il caso in cui una struttura viene definita clandestina? Quando la sua esistenza viola la legge dello Stato in cui opera, dunque è illegale e la sua clandestinità le permette la sopravvivenza. Perché la struttura “Stay Behind” era clandestina? Perché è considerato illegale che un servizio straniero (La Cia ) crei un esercito clandestino all’interno del territorio italiano lo gestisca, e lo addestri e lo faccia operare assieme al nostro servizio segreto ma al di fuori delle istituzioni italiane, infatti dell’esistenza di questo esercito segreto sono molti i Governi Italiani a non esserne mai stati informati. Il motivo è semplice: il progetto di questa struttura segreta è stato utilizzato per condurre una guerra fredda, una guerra non dichiarata che ha utilizzato la minaccia del Colpo di Stato e gli attentati terroristici per influenzare e condizionare la vita politica del nostro Paese. Questa è l’origine della maggioranza dei misteri e delle stragi avvenute nel nostro Paese.
Partiamo dal 1964 quando il Generale de Lorenzo (proprio quello che ha firmato l’ accordo con la Cia) al vertice dell’arma dei carabinieri fa convergere a Roma per la festa della Repubblica e per il 150 °anniversario della nascita dell’Arma dei carabinieri ,un enorme quantità di ufficiali dei carabinieri, con il segreto progetto di realizzare un colpo di Stato che impedisca al governo Morol’apertura al Partito Socialista. Il Golpe prevedeva gli arresti un lungo elenco di 731 dirigenti del Partito Comunista, del Partito Socialista e del Sindacato da trasferire a capo Marrargiu in Sardegna in una base costruita su terreno acquistato dalla Cia e poi passato in gestione agli italiani. Il presidente della Repubblica Segni per la prima ed unica volta nella storia della Repubblica , convoca per consultazioni non solo i segretari ,dei Partiti ma anche il Generale De Lorenzo a capo dell’ arma dei Carabinieri ed il capo di stato Maggiore della Difesa Generale Aldo Rossi. Segni fa intendere che non sarebbe stato ostile ad un governo di Cesare Merzagora che da tempo prevedeva vita breve per i Partiti, a quel punto il segretario del Partito Socialista Pietro Nenni decide di abbassare di molto i progetti di riforme del suo governo. La crisi viene superata ma si deve aspettare il 1967 per leggere sul settimanale L’Espresso i piani del golpe del generale De Lorenzo. I giornalisti Eugenio Scalfari e Lino Iannuzzi vengono condannati per la pubblicazione di materiale coperto dal segreto di Stato, ma il Partito Socialista li candida alle elezioni politiche del 1968 e riesce a farli eleggere e far evitare loro la prigione. Ma non si pensi che fu un tentativo di golpe da operetta. Quando nel 1969 la Commissione Parlamentare che indagava su quei fatti chiese l’audizione del vice comandante dell’arma dei carabiniere Gen. Giorgio Manes, questi si presentò a Montecitorio in abiti borghesi e disse alla moglie di passare dopo 45 minuti, la moglie ritornò all’entrata del Parlamento dopo poco più di mezzora e le fu comunicato che il marito aveva avuto un malore. Fu accompagnata all’ospedale e trovò il marito dentro una bara già in divisa militare e con tutte le sue medaglie al petto, ovviamente non fecero alcuna autopsia. Il generale accetto un caffè questo fu il suo errore.
La strage di piazza Fontana, considerata la madre di tutte le stragi avvenne il 12 Dicembre del 1969: 17 morti e 88 feriti. Non ci fu solo la bomba esplosa a Milano ma anche le altre tre bombe fatte scoppiare a Roma, due all’ altare della patria ed una vicino alla Banca Nazionale del lavoro. Questa ondata di attacchi di terrorismo avrebbe dovuto dare il via al golpe Borghese ma la risposta composta e massiccia dei cittadini milanesi, poco inclini alle Jacqueries e l’incredibile dinamica della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, volato fuori da una finestra della Questura, non fecero scattare quell’ondata di rabbia popolare che gli strateghi del colpo di Stato avevano previsto per poter innescare il golpe del comandante Junio valerio Borghese. Il golpe fu rimandato alla notte dell’immacolata del 1970 tra il 7 e l’ 8 dicembre, 187 uomini della Guardia Forestale si accamparono di fronte alla sede della Rai di via Teulada per occuparla, un gruppo di Ordinovisti entrò al ministero degli Interni e si impadronì di diverse armi, secondo i piani era previsto anche il rapimento del capo dello Stato Giuseppe Saragat e l’assassinio del capo della polizia Angelo Vicari, nel progetto di golpe risultò essere coinvolto anche lo stesso capo del Sid Vito Miceli, ma una telefonata misteriosa ricevuta dal comandante Junio Valero Borghese lo convinse a bloccare immediatamente l’operazione. Uno dei personaggi coinvolti nel tentativo di golpe del 1970, Il colonnello Amos Spiazzi è stato uno dei primi testimoni a parlare dell’esistenza di una struttura clandestina interna e parallela a quella istituzionale.
La Struttura” sarebbe nata dall’aborto del colpo di stato, “il Piano Solo” che abbiamo appena trattato. Amos Spiazzi ha confermato che la Struttura era “parallela alla struttura ufficiale del Sid chiamata ‘I’ , ed ha operato sempre in funzione anticomunista”. I membri che operano in questa struttura godono di un nullaosta di sicurezza (NOS), di livello superiore al COSMIC, che ufficialmente dovrebbe essere il livello di sicurezza più elevato. Questa gerarchia, nata fuori dalle istituzioni, ha determinato strane situazioni, perché talvolta personalità di massimo livello istituzionale non vengono considerate abbastanza affidabili, e di conseguenza il super-comitato può anche decidere di provocare il “siluramento” politico del soggetto indesiderato”. Riportiamo alcune delle sue dichiarazioni in aula durante il processo che fu costretto ad affrontare.
– Come lei forse saprà, io ho chiesto, prima di essere interrogato, di essere dispensato dal segreto, al quale, nel mio ruolo, sono tenuto, ma il mio generale mi ha vietato nel modo più assoluto di rivelare informazioni coperte da segreto. Durante il processo è venuto in aula, e davanti al magistrato ha detto in modo plateale: “ parli pure liberamente”. Ma mentre mi diceva questo, guardandomi dritto negli occhi, con la mano che aveva poggiata sul ginocchio, mi faceva chiaramente segno di no, muovendo l’indice a destra e a sinistra.. Comunque non ho parlato.
– Di cosa è accusato, colonnello?
– Di cospirazione politica e insurrezione armata contro lo Stato: in particolare di aver partecipato a un tentativo di golpe e di essere un affiliato della cosiddetta Rosa dei Venti
– Lei ha dichiarato che all’origine dei vari golpe nei quali è stato coinvolto c’era una organizzazione dentro l’organizzazione che ha praticamente spezzato in due i nostri servizi di sicurezza.
– Dentro le istituzioni ci sono persone che appartengono a una organizzazione che non ha finalità eversive e tanto meno criminose, ma si propone di proteggere le istituzioni vigenti contro ipotetici avanzamenti dei comunisti nel nostro Paese. Questa organizzazione ha una struttura gerarchica non necessariamente coincidente con quella delle forze armate. Ovviamente all’interno di questa struttura ci si riconosce non tanto per frequentazione personale, quanto per mezzo di segni convenzionali. Io ad esempio non conosco tutti i membri di questo sistema e non so da chi e come vengano scelti, pur supponendo che ci si basi su criteri non troppo diversi da quelli che vengono utilizzati per scegliere gli ufficiali dei servizio Interno, cioè criteri di sicurezza. Voglio aggiungere che questo organismo non si identifica in nessun organismo di sicurezza ufficiale.
– Lei mi sta dicendo che esiste una organizzazione clandestina dentro il nostro Stato che non risponde alla gerarchia ufficiale ma solo ai suoi riferimenti politici anticomunisti?
– Ho fatto oggi delle dichiarazioni che non avrei mai dovuto fare sull’esistenza di un organismo di sicurezza interno, segreto, ma le ho fatte perché ritengo che abbia una sua funzione legale e debba essere tutelato come gli altri organismi dello Stato. Che io sappia esiste dal 1972, si tratta di una organizzazione caratterizzata da una gerarchia verticale e che è parallela alle istituzioni ufficiali. Ad esempio, uscendo da questo studio io non potrei mettermi in contatto direttamente con il personaggio a me superiore, che mi hai dato l’ordine di predisporre l’incontro con i finanziatori, ma sarebbe lui a farmi contattare. Solo chi è al vertice conosce tutta la struttura ed esistono, a vari livelli, dei vertici parziali. Inserirsi in questo reticolo è impossibile e comporterebbe dei rischi notevolissimi per chi lo facesse.
Per entrare in questa organizzazione occorre avere sentimenti anti-marxisti e aver svolto determinati compiti informativi nelle caserme. Non si chiede di entrare a farne parte, perché, di fatto, il chiederlo implica l’entrare in contatto con un terminale dell’organizzazione, ma si viene scelti, dopo essere stati osservati. La gerarchia di questa organizzazione segreta, dai cui ordini dipendono i sottoposti, non coincide necessariamente con quella della struttura ufficiale, col risultato di possibili sovrapposizioni e conflitti nell’esecuzione dei comandi.
Suppongo che in questa rete di militari e civili abbiano una parte parecchio rilevante le organizzazioni criminali del sud, ma sono ipotesi che non posso dimostrare, avendo io da sempre operato nel solo quadrante nord est.
La testimonianza di Amos Spiazzi non è stata l’ unica a far affiorare l’ esistenza di questa rete parallela, anche Vincenzo Vinciguerra l’ autore della strage che ha ucciso tre carabinieri a Peteano nel 1972 ha dichiarato nel corso delle sue interviste: Sono giunto alla conclusione che tutte le stragi che hanno insanguinato l’Italia a partire dal 1969 appartengono ad una unica matrice organizzativa che obbedisce ad una logica secondo la quale le direttive partono da apparati inseriti nelle istituzioni e per l’esattezza in una struttura segreta del Ministero dell’Interno, più che dei carabinieri. Già da ora indico la strage di via Fatebenefratelli a Milano come uno dei momenti più interessanti per capire la strategia complessiva del fenomeno, mi limito a segnalare che le indagini sono state concluse rapidamente con incriminazione del solo attentatore come esecutore materiale senza sfiorare il livello dei mandanti. Quanto alla strage dei 3 carabinieri, il meccanismo di copertura scattò automaticamente all’insaputa del responsabile della strage, posso indicare in alcuni quadri di Ordine Nuovo nel Veneto i personaggi che da molto tempo e ancora oggi sono inseriti nella struttura occulta di cui ti parlerò. …Si è formata così in me la convinzione, avvalorata da successivi riscontri come, ad esempio, le ammissioni di Giorgi sulla sua intima amicizia con un altissimo funzionario del Ministero degli Interni; la confidenza fattami daRognoni e da Francesco Zaffoni, in Spagna, circa le marce, notturne di membri di Orizzonte Nero che indossavano la tuta mimetica dei carabinieri, nella zona di Varese, dell’esistenza, sotto la facciata di Ordine Nuovo di una struttura occulta all’interno della quale operavano personaggi come Giugni, Giorgi, Carlo Del Fiore , Signorini. In posizione di vertice, Giuseppe Rauchi.Struttura a sua volta inserita in una apparato composto da civili e militari arruolati dalla Nato sulle base delle loro convinzioni anticomuniste. Studiando gli atti di terrorismo avvenuti nella prima Repubblica alle luce delle dichiarazioni qui presentate e tenendo presente il documento dell’accordo Sifar Cia del 1952 recentemente declassificato ,viene da porsi la seguente domanda: se una struttura di questo genere è riuscita ad operare impunemente per tanti anni all’ interno delle nostre istituzioni, possiamo avere la certezza che sia stata smantellata efficacemente proprio durante il govero di Giulio Andreotti nel 1990? Possiamo avere la certezza che una struttura clandestina interna e parallela alle nostre istituzioni mai esplorata seriamente, sia stata smantellata davvero? Se si ragiona su come sono stati fatti fallire alcuni processi per le stragi di Mafia si potrebbe pensare che questa doppia struttura sia davvero ancora stata in funzione. In campo letterario si moltiplicano i libri di autobiografie di agenti dal doppio passaporto che hanno operato fino a tempi recenti sia per la Cia che per le nostre istituzioni, sono solo finzioni letterarie o ci siamo ormai abituati a questa misteriosa presenza e non ci stupiamo più di nulla? Non sarebbe ora che la politica italiana facesse terminare le ingerenze della Cia nei nostri affari nazionali?