Se non fossimo nel paese delle toghe rosse dove l’Uomo Nero Massimo Carminati, sfuggito agli ergastoli pur avendo militato nei Nar e nella Banda della Magliana, pur essendo stato imputato ed assolto per il delitto di Mino Pecorelli dopo aver svaligiato il caveau della Banca di Roma nel Palazzo della Giustizia romano per ricattare giudici e avvocati, è diventato capo della Mafia Capitale col benestare di politici neri e rossi e perciò condannato a 14 anni di reclusione (dopo un’altra pena di medesima entità scontata in minima parte per l’indulto) ci sarebbe da stupirsi che 42 migranti fuggiaschi (e perciò presunti clandestini non avendo atteso l’esito delle richieste di asilo politico) possano valutare di costituirsi parti offese in un procedimento giudiziario contro il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, reo, agli occhi di un magistrato in gioventù attivista del Pci, di aver sequestrato gli immigrati della nave Diciotti. Un membro del Governo indagato a prescindere da ogni valutazione circa una legittima azione per ragioni di sicurezza nazionale, laddove l’Unione Europea non ha risposto agli appelli di condivisione delle emergenze migratorie.
Ma siamo in questa Repubblica, di cui è arbitro un presidente votato dalla sinistra e di essa ultimo baluardo di resistenza, che da oggi non è più delle Banane ma del Baobab! Perché se quei 42 migranti fuggiacchi possono ponderare di sporgere querela contro un Ministro è solo grazie ad un’associazione borderline che fu fondata, come ricorda Il Giornale, proprio dal compare di Carminati, ovvero Salvatore Buzzi, re delle cooperative dell’accoglienza e sponsor della giunta di destra di Gianni Alemanno – come evidenzia la sconcertante foto di una cena al Baobab che lo ritrae insieme a Luciano Casamonica (imparentato con l’omonima clan malavitoso e già arrestato nel 2009 per spaccio di droga insieme alla moglie Annunziata Spada, altra famiglia nota agli inquirenti), quanto dell’amministrazione capitolina del piddino Ignazio Marino e sovvenzionatore – a suo stesso dire – persino del premier Matteo Renzi. Quel Buzzi condannato nei giorni scorsi in Appello a 18 anni con l’aggravante di associazione di stampo mafioso, ovvero del 416 bis come l’Uomo Nero Carminati che pure dal carcere minaccia i giornalisti che fanno inchieste su di lui come Lirio Abbate (libro La lista sui misteri dell’assalto al caveau, link in fondo all’articolo).
LA STORIA DEL CENTRO BAOBAB
«In principio era un centro culturale dove si poteva mangiare della buona cucina africana. Situato in via Cupa, nei pressi della stazione Tiburtina, il Baobab nasce nel 2004 al posto di una vetreria abbandonata – scrive Francesco Curridori su Il Giornale dell’8 settembre 2018 – Ben presto finisce sotto la gestione della cooperativa “29 giugno” di Salvatore Buzzi, quello che sosteneva che con i migranti si facessero più soldi che con la droga. Ed è qui che, nel 2010, viene scattata la ‘foto simbolo’ dell’inchiesta ‘Mondo di mezzo’ che ritraeva Buzzi insieme all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno e all’ex ministro del welfare, Giuliano Poletti, all’epoca presidente nazionale di Legacoop. Nel dicembre 2015, dopo gli attentati che hanno insanguinato Parigi, l’allora commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, decide di chiudere il centro Baobab che dal mese di maggio aveva “cambiato gestione”. Al posto del Baobab di Buzzi nasce il Baobab Experience, associazione capitanata dall’attivista Andrea Costa (già consigliere dell’ex III municipio per i DS nei primi anni 2000) che ha lo scopo di aiutare i migranti transitanti che arrivavano dalla stazione Tiburtina dando loro un pasto caldo, cure mediche e una tenda dove passare la notte».
Lascio ai lettori più curiosi l’onere di leggere tutta la storia (sul link a fondo pagina) di un centro spontaneo, ovvero non autorizzato da alcuna istituzione, di accoglienza ai migranti e salto all’oggi: «Attualmente – scrive ancora Il Giornale gli attivisti del Baobab hanno trovato una nuova sede per la loro ‘tendopoli’ nel Piazzale Maslax, un’area così ribattezzata dal nome di un migrante che, proprio quell’anno, si tolse la vita. Dal 2015 a oggi le forze dell’ordine hanno effettuato oltre 20 sgomberi con l’intento di riportare l’ordine e la quiete in una zona, quella della stazione Tiburtina, che oltretutto viene vandalizzata anche dagli schiamazzi e dai litigi dei clochard che popolano il quartiere. Una situazione sempre più insostenibile per residenti e passanti e che, a distanza di anni, non sembra destinata a cambiare».
LA FUGA DAL CENTRO CARITAS AL BAOBAB
Sebbene quindi sia un’associazione senza riconoscimento ufficiale delle istituzioni Baobab è balzata agli onori della cronaca per aver dato asilo ai fuggiaschi: quelli collocati dal Ministero dell’Interno, con coordinamento di Prefettura e Questura, nel Centro Caritas di Rocca di Papa da dove sono scappati probabilmente consapevoli che come il 70 % dei migranti non avrebbero ottenuto l’asilo politico per mancanza di requisiti. «Sedici immigrati che erano a bordo della nave della Guardia costiera Diciotti e che, una volta sbarcati, sono poi scappati dal Centro Caritas di Rocca di Papa sono stati trovati nascosti dagli agenti al Baobab, l’accampamento di tende dove opera Medici senza Frontiere. I 16 extracomunitari fuggiti dalla Caritas erano stati accolti dal personale del Centro, una specie di suq che si trova dietro a piazzale Tiburtino a Roma – scrive Paolo Lami sul Secolo d’Italia del 7 settembre 2018 – La spiegazione la danno gli esponenti del Baobab: “non abbiamo ritenuto rendere pubblica la loro sosta al nostro campo per proteggerli, proteggerli dalle dittature dalle quali fuggono, proteggerli dai media e dalla narrazione tossica con la quale spesso viene rappresentata la migrazione, proteggerli dal razzismo e dalla xenofobia dilaganti alimentate ad arte da chi vuole costruire consenso su una ingiustificata paura e proteggerli per garantire loro quello di cui ogni essere umano dovrebbe poter godere: la libertà di movimento. Ci sentiamo, assieme a tante donne e tanti uomini in Italia ed in Europa, loro complici”. I sedici extracomunitari della Diciotti sono stati poi rilasciati dopo essere stati identificati».
IL VIAGGIO IN BUS VERSO LA FRANCIA
Sebbene le autorità francesi siano purtroppo note per un rigore che non ha ancora attirato le attenzioni dell’Onu ma ha fatto morire una migrante incinta, sebbene il presidente della Francia Emmanuel Macron sia il portavoce dei buonisti verso gli immigrati (ma solo se in casa d’altri), alcuni fuggiaschi della nave Diciotti sono stati portati a Ventimiglia per tentare un transito verso la Francia proprio dall’organizzazione Baobab che continua così ad operare in barba ad ogni legge e regolamento di accoglienza. Ecco la semplice sintesi del Corriere del 10 settembre 2018: « Un gruppo di migranti, compresi alcuni sbarcati dalla nave Diciotti (a cui fu consentito di sbarcare dopo essere state tenta per giorni davanti alle coste siciliane), è stato intercettato dalla polizia nei pressi di Ventimiglia. Gli stranieri – 48 per la precisione, tutti di nazionalità eritrea – viaggiavano su un autobus che era stato noleggiato dal centro “Baobab Experience” di Roma, la struttura alla quale si rivolgono spesso i migranti che sbarcano in Italia. La notizia è stata confermata da esponenti di Boabab: sull’autobus fermato dalla polizia nel corso di un controllo, c’erano anche quattro operatori del centro».
L’ASSURDA DENUNCIA CONTRO IL GOVERNO
Non pago di far scorrazzare per l’Italia immigrati senza documenti che possano accreditarne la legittima permanenza, in questo Stato che è sempre più di diritto solo per chi è fuorilegge, ecco che il centro Baobab, memore che la miglior difesa è l’attacco, annuncia la querela di 42 dei migranti, al momento irregolari nella nostra nazione, come rivela in anteprima l’Ansa: «Quarantadue migranti che erano a bordo della nave Diciotti sono pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo. A renderlo noto i rappresentanti di Baobab Experience in una conferenza stampa a Roma. “I migranti hanno presentato delega ai legali che collaborano con Baobab per valutare se ci sono gli estremi per costituirsi parte civile al processo penale e per una denuncia civile per detenzione illegittima a bordo della nave” ha spiegato Giovanna Cavallo, Responsabile del Team Legale Baobab Experience – scrive l’Ansa – “42 presunti profughi pronti a denunciarmi. Per me sono altre 42 medaglie! La pacchia è finita, prima gli italiani!” è la replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini, commentando la notizia dei 42 migranti che erano a bordo della nave Diciotti pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo».
LA REPUBBLICA DEL BAOBAB
Rilevato che l’intervento della magistratura che ha sbloccato lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti dovrebbe estendersi anche a rilevare le eventuali violazioni da loro commesse lasciando i centri di accoglienza – dove sono stati sistemati per un accertamento sui requisiti di asilo politico idonei a legitimarne la presenza in Italia, in assenza dei quali risulterebbero clandestini da ricercare ed espellere dal paese – ecco il paradosso di questa Repubblica che dopo essere stata delle Banane diventa del Baobab; dove l’illegalità viene sbandierata come diritto sotto lo sguardo complice di un fantasma dalle sembianze mefistofeliche che dall’alto del Quirinale richiama all’osservanza della legge un Ministro, autonomo per istituzione e tutelato dall’articolo 289 del Codice Penale: quest’ultimo sancisce infatti l’autonomia del Governo punendo ogni azione volta a coartarne l’operato anche con una violenza soltanto impropria come un’intimidazione. Intimidazione che se commessa con azioni giudiziarie potrebbe essere ritenuta pure aggravata dal ruolo di pubblico ufficiale.
- consacrazione di sé e dei propri cari al Cuore di Gesù -
Gesù mio,
oggi e per sempre
io mi consacro al Tuo Sacratissimo Cuore.
Accetta l’offerta di tutto me stesso,
di quanto sono e di quanto possiedo.
Accoglimi sotto la Tua protezione assieme a tutti i miei cari:
ricolma della Tua Benedizione tutta la nostra vita
e tienici sempre uniti nel Tuo Amore e nella Tua Pace.
Allontana da noi ogni male e guidaci sulla via del bene:
rendici piccoli nell’umiltà di cuore
ma grandi nella fede, nella speranza e nell’amore.
Soccorrici nelle nostre debolezze;
sostienici nella fatica del vivere
e sii il nostro conforto nel dolore e nel pianto.
Aiutaci a compiere ogni giorno la Tua Santa Volontà, per renderci degni del Paradiso e per vivere, già qui in terra, sempre uniti al Tuo Soavissimo Cuore.
Imprimatur in Curia Archiep. Mediolanensidie 22 iunii 2010
perché tu mi possa rischiarare nelle difficoltà e nelle mie decisioni.
Sia fuoco perché tu possa bruciare in me ogni egoismo, orgoglio e impurità.
Sia fiamma perché tu possa riscaldare il mio cuore.
Io non posso restare a lungo in questa cappellina:
lasciando bruciare questa candela
è un po’ di me stesso che voglio donarti.
Con essa, ti affido tutti i miei cari e le mie intenzioni.
Aiutami a prolungare la mia preghiera
nelle attività di questa giornata.
Amen.
Accendere una candela virtuale è un modo per esprimere il nostro amore a nostro Signore Gesù Cristo e a Maria Santissima,
ma non dimentichiamoci che nostro Signore Gesù Cristo
ci aspetta con infinito Amore in tutti i Tabernacoli delle nostre Chiese.
Appena possiamo, corriamo ad accendere una candela nella nostra Chiesa
e andiamo a fare visita a Gesù dimostrandoGli tutto il nostro amore restando un po' di tempo in Sua compagnia e rivolgendo le nostre più care preghiere
ti prego di liberarmi /(di liberare me e la mia famiglia)
da ogni presenza malefica
e da ogni influenza del maligno.
Te lo chiedo nel Tuo Nome,
te lo chiedo per le Tue Piaghe,
te lo chiedo per il Tuo Sangue,
te lo chiedo per la Tua Croce,
te lo chiedo per l'intercessione
di Maria Immacolata e Addolorata.
Il Sangue e l'acqua
che scaturiscono dal tuo costato
scendano su di me/(noi) a purificarmi (purificarci)
a liberarmi/(liberarci) a guarirmi/(guarirci).
Amen
PREGHIERA ALLA REGINA DEL CIELO
(S. Pio X)
O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli,
a te che hai ricevuto da Dio
il potere e la missione di schiacciare la testa a Satana,
noi chiediamo umilmente di mandarci le legioni celesti,
perché al Tuo comando inseguano i demoni,
li combattano dappertutto, reprimano la loro audacia
e li respingano nell'abisso
Amen.
PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO
San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia
contro le insidie e la malvagità del demonio,
sii nostro aiuto.
Te lo chiediamo supplici
che il Signore lo comandi.
E tu, principe della milizia celeste,
con la potenza che ti viene da Dio,
ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo a perdizione della anime.
Amen
PREGHIERA di LIBERAZIONE
O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per l'intercessione e con l'aiuto degli arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele, perché i nostri fratelli e sorelle siano liberati dal maligno.
Dall'angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dall'odio, dalla fornicazione, dalla invidia. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni pensiero di suicidio e aborto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni forma di sessualità cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni forma di maleficio, di fattura, di stregoneria e da qualsiasi male occulto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Preghiamo: O Signore che hai detto: "Vi lascio la pace, vi do' la mia pace", per l'intercessione della Vergine Maria, concedici di essere liberati da ogni maledizione e di godere sempre della tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
PREGHIERA CONTRO IL MALE
Kíríe eleison. Signore Dio nostro, o sovrano dei secoli, onnipotente e onnipossente, tu che hai fatto tutto e che tutto trasformi con la tua sola volontà; tu che a Babilonia hai trasformato in rugiada la fiamma della fornace sette volte più ardente e che hai protetto e salvato i tuoi santi tre fanciulli.
Tu che sei dottore e medico delle nostre anime: tu che sei la salvezza di coloro che a te si rivolgono, ti chiediamo e ti invochiamo, vanifica, scaccia e metti in fuga ogni potenza diabolica, ogni presenza e macchinazione satanica, e ogni influenza maligna, ogni maleficio o malocchio di persone malefiche e malvagie operati sul tuo servo (nome).
Fa' che in cambio dell'invidia e del maleficio ne consegua abbondanza di beni, forza, successo e carità; tu, Signore che ami gli uomini, stendi le tue mani possenti e le tue braccia altissime e potenti e vieni a soccorrere e visita questa immagine tua, mandando su di essa l'Angelo della pace, forte e protettore dell'anima e del corpo, che terrà lontano e scaccerà qualunque forza malvagia, ogni veneficio e malia di persone corruttrici e invidiose; così che sotto di te il tuo supplice protetto con gratitudine ti canti: "Il Signore è il mio soccorritore e non avrò timore di ciò che potrà farmi l'uomo".
E ancora: "Non avrò timore del male perché tu sei con me, tu sei il mio Dio, la mia forza, il mio Signore potente, Signore della pace, padre dei secoli futuri".
Sì, Signore Dio nostro, abbi compassione della tua immagine e salva il tuo servo (nome) da ogni danno o minaccia proveniente da maleficio, e proteggilo ponendolo al di sopra di ogni male; per l'intercessione della più che benedetta, gloriosa Signora la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, dei risplendenti Arcangeli e di tutti i tuoi santi. Amen.
O Cuore Eucaristico di Gesù, per quella fiamma d’amore di cui ardesti nel momento solenne nel quale tutto a noi ti donavi nella Santissima Eucaristia, umilmente ti supplichiamo a degnarti di liberarci potentemente e di custodirci incolumi da ogni potestà, laccio, inganno e malvagità degli spiriti infernali. Così sia.
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione.
Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
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"Come mai questo tempo non sapete giudicarlo?"
Abbiamo udito il Vangelo in cui il Signore rimprovera coloro che sanno giudicare l'aspetto del cielo e non sanno scoprire il tempo in cui la fede c'insegna che il regno dei cieli si avvicina. Orbene, egli parlava così ai giudei, ma la sua parola è giunta anche fino a noi. Lo stesso nostro Signore Gesù Cristo cominciò la predicazione del suo Vangelo dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Mt 4,17). Allo stesso modo cominciò anche Giovanni, il battezzatore e suo precursore: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" (Mt 3,2). Anche adesso il Signore rimprovera coloro che, all'avvicinarsi del regno di Dio, rifiutano di fare penitenza. ... Dio solo sa quando verrà la fine del mondo; adesso tuttavia è il tempo della fede. ... Per ciascuno di noi il tempo della fine è vicino giacché siamo mortali. Camminiamo in mezzo ai pericoli di cadere. Se fossimo di vetro, avremmo meno paura di cadere. Che cosa è più fragile d'un recipiente di vetro? Eppure si conserva e dura per secoli. Sebbene infatti si abbia paura delle cadute per un recipiente di vetro, per esso non si ha paura della vecchiaia e della febbre. Noi dunque siamo più fragili e più deboli, poiché proprio a causa della nostra fragilità non solo abbiamo ogni giorno paura degli accidenti che non han tregua nelle vicende umane, ma anche se non ci capitano delle disgrazie, il tempo tuttavia passa; si può evitare un colpo, si può forse evitare la morte? Si evitano gli eventi esterni, si possono forse allontanare le malattie che hanno origine dentro di noi? Talvolta una malattia qualsiasi ci assale all'improvviso; insomma, per quanto uno venga risparmiato, all'ultimo, quando arriverà la vecchiaia, non c'è possibilità alcuna di rinviarla.
Un interessantissimo articolo scritto da Giuseppe Barcellona e publicato sul sito Difesa Online rivela fonti documentali e testimoni sulle connessioni Cia-Mafia nate per favorire lo sbarco degli Alleati angloamericani in Sicilia. Al fine di comprendere al meglio questa ricostruzione storica va ricordato brevemente il contesto storico dell’isola dall’Unità d’Italia in poi. E’ ormai assodato da ogni storiografo degno di tale nome che la Spedizione dei Mille fu finanziata dalla Massoneria inglese per volontà del segretario di Stato britannico Lord Palmerston, sodale di Giuseppe Mazzini e come lui teorico del Nuovo Ordine Mondiale, e che ebbe successo grazie all’appoggio di potenti latifondisti siciliani e ufficiali dell’esercito borbonico traditori grazie alla nascita di quella consorteria denominata Mafia e poi Cosa Nostra. In quel periodo storico, come rilevò accortamente anche il giudice Rocco Chinnici ucciso da Cosa Nostra, nacque la Mafia in Sicilia per garantire il successo all’operazione di Giuseppe Garibaldi (massone dei due mondi) ed assicurare poi la stabilità, anche con le armi, all’intreccio di potere tra Stato e Massoneria: basti rammentare che lo stesso Mazzini ottenne il 33° grado massonico proprio dal “Supremo Consiglio d’Italia” di Palermo. Infatti l’isola fu uno delle poche aree relativamente “felici” del Regno delle Sue Sicilie che conobbe solo marginalmente il fenomeno del Brigantaggio, ovvero la protesta dei meridionali contro il Regno d’Italia sabaudo per le condizioni di miseria venutesi a creare dopo la cacciata dei Borboni. La salita al potere di Benito Mussolini mutò il tacito patto di collaborazione tra esponenti del Governo Sabaudo, la Massoneria, che aveva sempre potuto contare su numerosi adepti tra i Ministri, e le famiglie mafiose siciliane: molte di queste furono costrette a fuggire negli Usa per la caccia al picciotto messa in atto dal Prefetto di Ferro, Cesare Mori, inviato dal Duce. Pertanto lo sbarco degli Alleati e l’accordo Cia-Mafia non fu che una replica della strategia della spedizione dei Mille per ripristinare la rete che politici di Stato, massoni e mafiosi avevano creato. Nell’articolo si analizzano in modo dettagliato le relazioni tra la Cia e il boss italo americano Lucky Luciano, di origini palermitane, purtroppo manca un riferimento a Frank Gigliotti, al ruolo fondamentale della Massoneria ed a quello, ancora tutto da chiarire, di alcuni politici democristiani siciliani che fin dal 1943 ebbero importanti incarichi amministrativi dall’Amgot, il Governo provvisorio degli Alleati, tra questi Bernardo Mattarella, padre dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, già vicepresidente del Consiglio con delega ai Servizi Segreti (Governo D’Alema 1998-1999). Una storia di intrighi tra uomini di governo, spie, fratelli massoni e cosche in cui è ancora difficile attraversare il muro dell’omertà e dei segreti di Stato (importantissimi documenti sono spariti, come si legge nell’articolo) e comprendere le responsabilità individuali, soprattutto politiche, ma che ha rappresentato l’humus territoriale in cui sono maturate le stragi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: non a caso Falcone fu prima isolato e poi assassinato quando cominciò ad indagare negli Usa, non a caso è l’unico investigatore italiano ad avere un busto a Quantico, davanti alla sede della Fbi, Federal Bureau of Investigation. E non a caso gli esplosivi che uccisero entrambi i magistrati erano di provenienza militare. E non a caso sulla strage di Via D’Amelio ci furono gravissimi depistaggi da parte delle forze dell’ordine (il processso a carico di tre poliziotti inizierà il prossimo 5 novembre davanti al Tribunale di Caltanisetta) sui quali vari magistrati interessati continuano a non rispondere alle insistenti richieste di delucidazioni di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso.
Clicca sui titoli per leggere i vari articoli sull’argomento: si consiglia di cominciare da quello di Giuseppe Barcellona Mafia: esercito della Cia.
Tre persone sono state fermate dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato per la morte di Desirée Mariottini ed è caccia al quarto uomo. In serata altre persone sono state interrogate in Questura: non si tratta di sospetti ma sono informate dei fatti. “Fosse per me castrazione chimica per gli stupratori. Un po’ di carcere in Italia, ma le carceri in Nigeria, in Senegal, in Congo o in altri Paesi penso siano un tantinello più duri. A me non dispiacerebbe che tornassero anche da dove sono arrivati”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ai microfoni di ‘Stasera Italia’, in onda alle 20.30 su Retequattro, commenta i fermi eseguiti dalla polizia per la morte di Desiree Mariottini. “Mi fa arrabbiare il doppio – ha detto ancora Salvini – perché sono persone che hanno abusato della buona fede e della generosità degli italiani, stuprando e spacciando. Secondo me lo stupro vale l’omicidio. Lo stupro di uno che ha abusato della buona fede del mio Paese vale doppio”. (prosegui e guarda il video dell’arresto)
I tre fermati sono due senegalesi, irregolari in Italia, Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43. Il terzo è un nigeriano di 40 anni. Hanno tutti e tre precedenti per spaccio di droga. I capi di imputazione sarebbero gli stessi: omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione di stupefacenti. Mamadou Gara aveva un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. L’uomo si era reso irreperibile. Era stato poi rintracciato dal personale delle volanti a Roma il 22 luglio 2018 ed era stato richiesto nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico.
Se vi chiedete come mai si sia creato in Europa un potente asse franco-tedesco che traina e detta legge al resto dei paesi dell'Unione, dovete risalire alle origini franco-tedesche della famiglia più potente del mondo: i Rothschild. Non a caso, sia Macron che la Merkel vantano forti legami con loro. Della carriera di Macron sotto l'ala Rothschild sappiamo tutto, ma c'è invece una notizia sorprendente sul conto di Angela Merkel.
Il finanziamento sospetto del partito della Merkel
Il 2 agosto 2017, il giornale tedesco Hamburger Wochenblatt ha pubblicato un articolo che accusava la cancelliera tedesca Angela Merkel di avere ricevuto regolarmente tangenti da Poroshenko per il finanziamento della campagna elettorale del suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU). Secondo i dati riportati in questo articolo, i fondi illegali dei sostenitori della Merkel passerebbero attraverso la Fondazione Albertina, il cui account è nella Rothschild Bank AG.
Origine del nome e della famiglia
Il cognome Rothschild significa "scudo rosso" in tedesco, ed il primo della dinastia ad utilizzarlo fu Moses Kalman Rothschild, deceduto nel 1735. La scalata della famiglia a livello internazionale iniziò con Mayer Amschel Rothschild, nato in Germania nel 1744, figlio di Amschel Moses Rothschild, nato nei primi anni nel 1700. Mayer diede vita ad un istituto finanziario e mise i suoi 5 figli a dirigere gli affari nei principali centri europei, dando vita alle diverse dinastie della famiglia, in città e nazioni differenti. Il successo della famiglia è dovuto al fatto che mentre le dinastie di banchieri degli anni precedenti pur gestendo e finanziando le casate nobili frequentemente perdevano i capitali accumulati con l'espropriazione o con l'uso della forza, la banca fondata dai Rothschild riuscì a rendersi invulnerabile agli attacchi locali.
Il loro patrimonio era difficilmente attaccabile perché anziché possedere terreni, immobili e valori investirono in azioni, obbligazioni e debiti, riuscendo a rendere il loro patrimonio impermeabile alla violenza locale e persino fuori dalla portata degli spietati monarchi.
Mantenere segreta la reale entità delle fortune acquisite fu fondamentale per la famiglia, che per proteggere i propri capitali praticarono matrimoni combinati, spesso tra cugini di primo o secondo grado, prassi che andò avanti fino alla fine del XIX secolo. I maggiori profitti furono prodotti da Nathan Mayer Rothschild a Londra, ma anche i rami della famiglia operanti a Parigi e Francoforte realizzarono ampia fortuna.
Le guerre napoleoniche
All'inizio del 1800 la famiglia controllava un immenso patrimonio ed era riuscita a conquistare la preminenza nel mercato dei lingotti d'oro. Oltre a risultare indispensabile per lo sforzo bellico inglese e dei suoi alleati durante le guerre napoleoniche i Rothschild riuscirono a sviluppare nell'Europa devastata dalla guerra una rete di agenti e corrieri per il trasporto dell'oro, e questa riusciva anche ad ottenere informazioni politiche e finanziarie rilevanti prima degli altri, concedendo alla famiglia un notevole vantaggio sul mercato e rendendo i Rothschild un alleato indispensabile del governo britannico.
I Rothschild erano talmente potenti che Nathan ricevette la notizia della vittoria di Wellington nella Battaglia di Waterloo addirittura ventiquattro ore prima del governo britannico. E qui riuscirono a realizzare una delle mosse più audaci della Storia della Finanza. Nathan Rothschild prevedette che dopo un periodo di stallo la pace avrebbe fatto aumentare i titoli di stato inglesi, che in quel momento sembravano avere un valore già molto alto. Due anni dopo la conclusione delle guerre napoleoniche i Rothschild riuscirono a guadagnare dall'operazione un profitto record del 40%, su una somma enorme. Negli anni a venire la famiglia finanziò al governo inglese la realizzazione di progetti come le ferrovie nel mondo ed il Canale di Suez.
Alla fine dell'Ottocento
A fine Ottocento la famiglia aveva costruito secondo stime al ribasso almeno 41 lussuosissime residenze, talvolta pari o superiori a quelle delle famiglie reali, e la potenza raggiunta era tale che i governi si rivolgevano a loro per ottenere finanziamenti. I giapponesi si rivolsero ai Rothschild inglesi e francesi per ottenere finanziamenti durante il conflitto russo-giapponese. Ed il consorzio di Londra emise obbligazioni di guerra per un ammontare di undici milioni e 500mila sterline dell'epoca (1907). Nel 1909 il futuro premier inglese [VIDEO]Lloyd George dichiarò che Nathan Rotschild era l'uomo più potente del paese.