sabato 20 ottobre 2018

Il Potere della Gentilezza

Cercherò di spiegare, in poche parole, il potere della gentilezza.

Avete presente quando qualcuno vi fa un dono inaspettato e voi vi sentite in debito, percependo quasi un obbligo morale nel dover ricambiare il regalo, nonostante l’altro non vi chieda né si aspetti nulla in cambio?
La gentilezza
La gentilezza
In psicologia si chiama “meccanismo della reciprocità“, con un chiaro riferimento all’etica della reciprocità, ed è lo stesso meccanismo che viene innescato con  gesti gentili.
Quando riceviamo una gesto gentile è naturale sentire la necessità di ricambiare, anche senza esserne del tutto consapevoli.
Questo conferisce alla gentilezza un enorme potere, essa ha la capacità di cambiare le persone e, di conseguenza, il mondo.
Semplicemente ognuno di noi può quindi dare inizio a qualcosa di straordinario, contagiando con piccole gentilezze quotidiane diverse persone che, a loro volta, potrebbero fare lo stesso con altri.
Essere gentili non costa nulla e, con un po’ di buona volontà, se ne può diffondere moltissima.
Mi piacerebbe tanto sapere di condividere questa idea con sempre più persone che ci credono e che lavorano ogni giorno per un mondo migliore, usando la gentilezza, la pazienza, l’ascolto, l’umiltà ed il rispetto per tutti gli esseri viventi.

Diffondi La Gentilezza

La storia insegna che è sempre stato un piccolo gruppo di persone a dare inizio ai grandi cambiamenti dell’umanità. Con i modi gentili ed il sorriso possiamo cambiare il mondo, ma ognuno di noi deve cominciare subito a fare la sua parte.
Per trasformare le parole in fatti è sufficiente impegnarsi a compiere gesti gentili e disinteressati il più spesso possibile. Può perfino diventare un gioco o una sfida con noi stessi.
Impegnandoci a compiere piccoli gesti gratuiti, con il tempo, attraverso la gentilezzavedremo cambiare il nostro approccio alla vita e porteremo positività nella giornata di qualcuno, anche solo per qualche istante.
Esistono moltissimi modi diversi per essere gentili ogni giorno. Nella maggior parte dei casi per realizzare un’idea gentile bastano davvero pochi minuti o qualche spicciolo. Se oggi non hai ancora avuto l’occasione di compiere un gesto gentile, se non sai da dove cominciare o se sei alla ricerca di qualche nuova idea, puoi trovare qualche spunto in questa pagina.

La regola base

Tra tutti i gesti gentili che possiamo compiere quotidianamente ce n’è uno, il più importante di tutti, che dovremmo tenere sempre a mente. Questo dovrebbe essere la guida base per il nostro comportamento durante tutta la vita:
Gesto gentile
Sembra un’idea troppo ambiziosa? Eppure se ognuno di noi si impegnasse, nel suo piccolo, nel cercare di fare sempre qualcosa di buono, di giusto o di bello, nel giro di poco tempo tutto quello che ci circonda cambierebbe notevolmente.
Il sincero desiderio di migliorare il mondo può davvero fare la differenza.
Per questa gentilezza cerca di essere la migliore versione possibile di te stesso: colora il mondo con le buone azioni!
Cerca sempre di essere tu la differenza tra una buona ed una cattiva giornata per chi ti circonda.
Perle di saggezza, frasi famose
Bisogna volere l’impossibile  perché l’impossibile accada.  

Eraclito

Repubblica democratica del Congo: a tre ditte italiane costruzione piattaforme agroalimentari. Progetto della Banca Mondiale, la stessa che ruba le terre ai contadini

Land-grabbing in Uganda. Foto Flickr dell'utente Friends of the Earth International. Licenza CC.

Sono stati avviati i lavori per la realizzazione di tre piattaforme di trasformazione agro-alimentare nella città di Lukula, nel distretto del Bas Fleuve nella provincia del Kongo Centrale, al confine con l'enclave angolana di Kabinda, che saranno interamente realizzate da un raggruppamento di tre imprese italiane: la Societa' Italiana di Monitoraggio, Sovimp e Crono servizi. Il progetto è promosso dalla Banca Mondiale con un finanziamento di 11 milioni di dollari. Il raggruppamento di imprese italiane che ha progettato gli impianti è incaricato di ristrutturare gli stabilimenti industriali, di fornire i macchinari per la produzione di olio di palma, farina di manioca e riso decorticato, di gestire per i successivi tre anni la piattaforma agro-industriale, oltre a favorire l'organizzazione in cooperative dei produttori agricoli e l'accesso al mercato dei prodotti trasformati. La filiera agro-alimentare coinvolgerà circa 20.000 agricoltori, di cui il 40% rappresentato da donne; il progetto rappresenta il primo importante insediamento industriale nella zona. Una buonissima notizia non c'è alcun dubbio, se non fosse che a capo del progetto c'è la Banca Mondiale. Avete capito bene. La stessa Banca Mondiale responsabile di quell'odioso fenomeno conosciuto come Land grabbing, ovvero furto di terre. Un'accusa tendenziosa? Tutt'altro, a giudicare dalle fonti autorevoli e accreditate dalle quali proviene. Le organizzazioni Inclusive Development International, Accountability Counsel, e gli Istituti Urgewald e Oakland hanno recentemente pubblicato il rapporto “Unjust Enrichment: How the IFC Profits from Land Grabbing in Africa” (Indebito arricchimento: come la Società finanziaria internazionale trae profitti dal land-grabbing in Africa). 
Elargire denaro alle banche commerciali che sono motivate esclusivamente dai profitti non rappresenta un modo per promuovere uno sviluppo sostenibile”, ha affermato Marc Ona Essangui, direttore esecutivo della ONG Brainforest del Gabon e vincitrice del premio Goldman per l’ambiente nel 2009.In Gabon, questo modello di sviluppo ha consentito una forte espansione dell’olio di palma industriale che costituisce una minaccia per la sicurezza alimentare e l’equilibrio ambientale delle antiche foreste pluviali del Bacino del fiume Congo.”
Negli ultimi anni nel continente africano sono stati espropriati decine di milioni di ettari di terreno da parte di investitori esteri. Ciò ha comportato la perdita di vite, di terreni e di mezzi di sussistenza per milioni di persone e sta continuando a minacciare la sopravvivenza di intere comunità e gruppi indigeni”, ha commentato Anuradha Mittal, direttore esecutivo dell’Oakland Institute. La Banca Mondiale deve riconoscere che non si tratta affatto di sviluppo, né di riduzione della povertà, ma di investimenti per i profitti delle aziende che sfruttano e, indirettamente, aumentano il numero degli sfollati.”
Il rapporto si basa su un’indagine durata un anno eseguita dall’Inclusive Development International. Nel corso delle ricerche si è scoperto che le banche commerciali e i fondi d’investimento azionario privati sostenuti dall’IFC (International Finance Corporation) hanno finanziato in tutto il mondo progetti che hanno avuto come conseguenza lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone, la deforestazione e danni ambientali diffusi. L’indagine ha tra l’altro portato alla luce che in Africa, a causa di 11 progetti sostenuti da clienti dell’IFC, sono stati trasferiti circa 700.000 ettari di terreno ad investitori stranieri.
Tali progetti comprendono concessioni per l’industria agroalimentare nella regione di Gambela in Etiopia, i cui abitanti sono stati trasferiti forzatamente durante un’aggressiva campagna di espropriazione; le piantagioni di olio di palma in Gabon che hanno distrutto 15.000 ettari di foreste pluviali e violato i diritti fondiari delle comunità locali; le miniere d’oro in Guinea che hanno comportato lo sfratto forzato di 380 famiglie.
Tali progetti sono in netto contrasto con la missione della Banca Mondiale di combattere la povertà attraverso lo sviluppo sostenibile”, ha affermato David Pred, direttore amministrativo di Inclusive Development International. “In questo modo gli standard di performance sociale e ambientale dell’IFC sono una farsa, standard che dovrebbero rappresentare le regole per le attività del settore privato sostenute dagli intermediari dell’IFC”.
Il rapporto rappresenta il quarto della serie di indagini “Outsourcing Development: Lifting the Veil on the World Bank’s Lending Through Financial Intermediaries“, che seguono le tracce del denaro dell’IFC e verificano in che modo l’investimento di questo denaro influenza le comunità in tutto il mondo.
L’indagine di Inclusive Development International ha portato alla luce 134 progetti rischiosi e potenzialmente pericolosi sostenuti da 29 clienti dell’IFC del settore finanziario, progetti presenti in 28 nazioni e in ogni continente, fatta eccezione per l’Antartide.
In risposta alle preoccupazioni sollevate dall’indagine, il vice presidente dell’IFC Philippe Le Hoérou, di recente ha riconosciuto l’esigenza della Banca Mondiale di riesaminare il proprio lavoro con gli istituti finanziari. Il 10 aprile scorso Le Hoérou ha scritto che l’IFC apporterà “alcune modifiche importanti al proprio modo di lavorare” impegnandosi tra le altre cose a ridimensionare gli investimenti ad alto rischio da parte degli istituti finanziari, a rafforzare i propri controlli sui clienti intermediari finanziari e a utilizzare più trasparenza riguardo a tali investimenti.
L’IFC ha anche eliminato gli investimenti in alcune banche che sono state segnalate nell’indagine, comprese la ICIC e la Kotak Mahindra in India e la BDO Unibank nelle Filippine.
Siamo soddisfatti del nuovo impegno dell’IFC ad incoraggiare un sistema bancario più responsabile, aumentando i controlli e rafforzando le capacità dei clienti del settore finanziario d’ora in avanti”, ha affermato Pred. “Tuttavia piuttosto che semplicemente disinvestire, vogliamo che l’IFC collabori con i propri clienti per porre rimedio ai gravi danni che le comunità hanno subito a seguito degli investimenti che la nostra organizzazione ha portato alla luce.”
La collusione dell’IFC nel land-grabbing in Africa è un fatto profondamente scioccante, pertanto il suo impegno a ridurre i finanziamenti ad alto rischio alle banche è ben visto”, ha affermato Kate Geary, manager della Forest Campaign per il Bank Information Center europeo. “Ma come facciamo ad essere sicuri se non viene divulgato dove finisce il 90% del denaro dell’IFC investito attraverso soggetti terzi? Per i clienti del settore finanziario dell’IFC deve essere chiaro quali progetti stanno finanziando in modo che in seguito possano rendere conto del proprio impegno ad investire in modo responsabile.”
I finanziamenti del settore finanziario rappresentano un cambiamento radicale nel modo di fare business dell’IFC. Dopo decenni di finanziamenti direttamente alle aziende e ai progetti, i membri del gruppo della Banca Mondiale adesso forniscono la maggior parte dei propri fondi a Istituti finanziari a scopo di lucro, che investono il denaro a proprio piacimento, con controlli minimi. Tra il 2011 e il 2015, l’IFC ha fornito 40 miliardi di dollari a intermediari finanziari, come ad esempio le banche commerciali e i fondi di investimento privati, e altri istituti finanziari per lo sviluppo ne seguono l’esempio. Insomma, se i progetti a favore dell'Africa non provengono da "banche etiche", è ben difficile pensare che i grandi gruppi finanziari mondiali concepiscano progetti per il bene degli africani e del loro continente.


CINZIA PALMACCI
Dati riportati da: https://vociglobali.it/

La Russia guida con l'esempio - Condona ai Paesi Africani più poveri 20 Miliardi di dollari di debito



La Russia ha cancellato i debiti verso i paesi più poveri del continente africano per un importo di $ 20 miliardi, ha detto il primo vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky.

"Il nostro paese sta prendendo provvedimenti per alleviare il debito pubblico dei paesi africani. Il debito per i paesi poveri pesantemente indebitati è stato ammortizzato da oltre $ 20 miliardi, compresi i programmi di "debito per lo sviluppo", ha detto Polyansky durante il suo discorso alla riunione del Consiglio di sicurezza sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo.

Ha aggiunto che la Federazione russa stanzia fondi per l'attuazione di programmi di assistenza internazionale per i paesi africani attraverso il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, l'OMS, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, il Programma alimentare mondiale e l'Organizzazione internazionale della protezione civile.

"Facciamo anche assistenza nel campo delle cure sanitarie, il nostro paese è stato uno dei primi a reagire all'epidemia della febbre da Ebola, destinando oltre 60 milioni di dollari per combatterlo", ha osservato il diplomatico russo.


Le predizioni di Nikola Tesla sul futuro dell’umanità

Nikola Tesla, oltre ad essere un genio dei suoi tempi, è stato anche un grande visionario. In più di uno scritto ha mostrato di saper vedere oltre la sua epoca e ha previsto per il futuro eventi ed invenzioni che poi realmente hanno avuto riscontri del nostro presente, lasciandoci ancora una volta a bocca aperta.

Tesla aveva previsto lo smartphone

Partiamo con un oggetto che ormai diamo per scontato: lo smartphone. Possiamo asserire che questo tipo di device fa parte ormai della nostra quotidianità. Attraverso gli smartphone si possono controllare altri apparecchi, accedere ad internet, comunicare in tempo reale con altre persone, guardare un film o accedere ad altri servizi. Un secolo fa sarebbe sembrato fantascienza per la maggior parte delle persone ma Tesla, già nel 1926, immaginava un futuro molto simile a oggi. “L’uomo porterà il telefono in tasca, potrà comunicare istantaneamente con gli altri, vedere e sentire le cerimonie delle apertura dei Presidenti guardare le finali di baseball e dal vivo, come se fossero lì”.
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Tesla descrisse, in poche parole, un telefono cellulare capace di mostrare video in diretta streaming. Ai tempi il telefono fisso era già stato inventato da Alexander Bell nel 1876 ed in seguito era sorta la società di telecomunicazioni AT & T, che poi divenne un vero e proprio colosso del settore. Fu invece nel 1973 che venne introdotto il primo telefono cellulare ad opera di Martin Cooper, della Motorola. I primi servizi di telefonia mobile apparirono soltanto nel 1983. Il primo smartphone a tutti gli effetti, IBM Simon, venne rilasciato nel 1994 ma la vera rivoluzione in questo campo avvenne col rilascio di Apple nel 2007.

Internet

Non solo, nel corso di un’intervista rilasciata nel 1926 al reporter statunitense John B. Kennedy del Time, anticipò non soltanto l’avvento degli smartphone ma anche di Internet e delle tecnologie ad esso legate come Skype. “Quando la telefonia senza fili sarà perfettamente applicata, l’intera Terra si trasformerà in un enorme cervello e tutte le cose saranno parte di un intero reale e pulsante. Saremo in grado di comunicare l’uno con l’altro in modo istantaneo, indipendentemente dalla distanza. Attraverso la tele-visione e la tele-fonia riusciremo a vederci e sentirci esattamente come se ci trovassimo faccia a faccia, anche se lontani migliaia di chilometri; e gli strumenti che ci permetteranno di fare ciò saranno incredibilmente semplici, in confronto al telefono che usiamo ora. Un uomo sarà capace di tenerli nel taschino del gilet”.
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Epurazione dell’umanità

In un articolo pubblicato nel 1935 sulla rivista americana Liberty, Tesla avrebbe espresso le sue opinioni riguardo il futuro sino al 2100 e le relative implicazioni nel corso di un’intervista concessa al giornalista George Sylvester Viereck. A detta dello scienziato in futuro la razza umana sarebbe stata “depurata” e che quanti non possedevano un adeguato livello di intelligenza o malviventi come criminali, pedofili, stupratori sarebbero stati eliminati. Questa previsione dovrebbe verificarsi entro il 2100 ed è spesso stata accostata alla filosofia di Adolf Hitler.

Tecnologia Wireless e droni

Riguardo la tecnologia, Tesla si è avvicinato molto alla realtà attuale, spingendosi anche oltre. “Il maggior beneficio deriva dallo sviluppo tecnico che conduce all’armonia e all’unificazione ed in questa linea rientra la trasmissione senza fili (wireless). Un sacco di energia sarà trasmessa senza fili. Tramite questo sistema la voce umana potrà essere riprodotta ovunque e le fabbriche forniranno energia off-shore dalle centrali idroelettriche. I velivoli gireranno intorno alla Terra senza fermarsi e l’energia del Sole sarà controllata per creare laghi e fiumi o grandi deserti”. Tesla aveva anche previsto i droni, dichiarando: “Gli aerei voleranno senza piloti, guidati da terra tramite onde radio”.
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L’estrema lungimiranza dell’inventore serbo croato ci dimostra ancora una volta come il suo spirito visionario abbia potuto ispirare imprenditori moderni come Elon Musk, fondatore dell’omonima casa automobilistica Tesla e Larry Page, cofondatore di Google.
Il Team di BreakNotizie

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,8-12.

In quel tempo, Gesu' disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio;
ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire;
perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire".


"Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire"

Quando Policarpo entrò nello stadio, risuonò una voce dal cielo: "Coraggio Policarpo, sii forte". Nessuno vide chi parlava, ma quelli dei nostri che erano presenti avevano sentito la voce... Quando la folla seppe chi era il prigioniero, le grida raddoppiarono. Il proconsole gli chiese se era lui Policarpo. Sì, rispose. E l'altro, per cercare di strappargli la sconfessione: "Abbi pietà della tua età avanzata... Giura per la fortuna di Cesare, ritratta ... Maledici Cristo". Policarpo rispose: "Sono ottantasei anni che lo servo e non mi ha fatto alcun male. Come potrei oltraggiare il mio re e il mio salvatore?" E siccome l'altro tornava alla carica..., Policarpo riprese: "Poiché ti sei messo in testa di farmi giurare per la fortuna di Cesare, come dici tu, e fingi di non sapere chi sono, ascoltami bene: io sono cristiano. E se vuoi sapere la sapienza della mia religione, concedimi un giorno e ascoltami". "Convinci il popolo", replicò il proconsole. "Con te penso che posso discutere. Poiché noi abbiamo imparato a dare alle autorità ed ai magistrati stabiliti da Dio il rispetto che è loro dovuto, a condizione che ciò non si rivolga contro di noi. Ma questa gente manca troppo di dignità perché io possa spiegarmi davanti a loro". "Ho delle belve, riprese il proconsole, ti getterò in pasto a loro, se non abiuri. - Chiamale, rispose Policarpo - Disprezzi le belve? Ti ostini? Ti darò alle fiamme". Policarpo gli disse: "Mi minacci col fuoco che brucia un'ora e poi si spegne. Perché tu non conosci il fuoco del giudizio futuro e il castigo eterno che attende gli empi. Ma perché aspetti? Fa' secondo la tua idea". Gli eventi precipitarono; in meno tempo che ci vuole per dirlo, con slancio verso le botteghe e i bagni la gente andò a raccogliere legna e fastelli... Innalzato il rogo, Policarpo si spogliò lui stesso degli abiti e sciolse la cintura. Volle anche slegarsi i sandali, cosa che non faceva abitualmente, perché i fedeli correvano in suo aiuto... Questo grande santo aveva suscitato, molto prima il suo martirio, un'immensa venerazione.

venerdì 19 ottobre 2018

Avanzano i nuovi equilibri mondiali verso l’Eurasia mentre gli USA sono dilaniati dalla guerra interna

UN INTERESSANTE ARTICOLO DI UN ANNO FA CHE DELINEAVA NUOVI EQUILIBRI GEOPOLITICI 


di Alfredo Jalife Rahme
Mentre Washington si lacera con le poco convincenti ipotesi dell’ex direttore dell’FBI James Comey, volgare “gola profonda” e marionetta del “Deep State”, violentemente estromesso dal suo incarico per aver ogni volta più afflitto Trump-, il mondo si disordina e si riordina in forma simultanea a passi accelerati per occupare gli spazi lasciati vuoti dal declino dell’influenza degli Stati Uniti: la fino ad oggi superpotenza unipolare oggi in franca decadenza ed in piena “Guerra Civile” che non si azzarda a pronunciare il suo nome.
Totalmente boicottato dalla disinformazione del multimedia “occidentali”, il Gruppo di Shangai (Organizzazione per la Cooperazione di Shangai: OCS) ha celebrato il suo trascendentale vertice ad Astana il 17 di Giugno, nella capitale del Kazakistan, paese trasformatosi in cerniera euroasiatica tra la Cina e la Russia.

Il boicottaggio multimediatico occidentale collima con il puerile quando in tale vertice è stato confermato lo spettacolare ingresso dell’India e del Pakistan: il maggiore evento dopo 16 anni di esistenza teorica dell’alleanza. Un evento considerato “secondario” dalle fonti atlantiste.
Non è notizia da poco l’inserimento dell’India e del Pakistan – a mio giudizio - la prima sotto il patrocinio russo e la seconda di quello cinese- due mediane potenze nucleari che si sono affrontate in tre guerre convenzionali.

Con i due suoi membri primogeniti- la Cina, il Kazakistán, il Kirguistán, la Russia, il Tagikistán e l’Uzbekistán– la OCS passa adesso ad essere una alleanza di otto membri permanenti: 4 di quelli sono potenze nucleari: la Russia, la Cina, l’India e il Pakistan. 

Si nuclearizza il Gruppo di Shangai, mentre si riequilibra la NATO nella fase trumpiana?

Il gruppo di Shangai ostenta come ”osservatori” l’Afghanistan, la Bielorussia, l’Iran e la Mongolia e, come “soci di dialogo”, l’Armenia, l’Arzebaijan, la Cambogia, il Nepal, la Turchia e il Sri Lanka. In totale 10 paesi addizionali che si trovano nella lista di attesa che dovrebbero esaminare la Cina e la Russia che hanno il potere decisionale.

La grande questione è la Turchia: uscirà la Turchia dalla NATO per aderire al Gruppo di Shangai più affine alla sua cultura ed etnia, e così dimenticarsi della oggi lacerata Unione Europea che aveva disprezzato la sua inclusione considerandola contronatura?


Mappa della OCS di Shangai

Il nucleo del Gruppo di Shangai è rimasto eminentemente “centroasiatico” nel corso di 16 anni, tuttavia oggi lancia rilevanti segnali geopolitici e geoeconomici al subcontinente indiano (per mezzo di India e Pakistan), per estensione con il Sri Lanka e Nepal), anche al Caucaso (Armenai e Arzebaigian) e perfino all’Indocina (Cambogia).
Lo sviluppo ed il cronogramma della OCS si è assestato nei recenti 16 anni in parallelo al declino del tanto selvaggio dominio unipolare statunitense come il suo corollario globalista israel/anglossassone, che si esprime nitidamente con l’inserimento dell’Iran per trasformarlo in membro a pieno titolo nel momento cruciale per la costruzione del nuovo ordine multipolare.
Alexander Dugin, uno dei massimi ideologi russi, molto vicino allo zar Vlady Putin, contrasta l’irridentismo praticamente unipolare della NATO con la pluralità multipolare della OCS: mentre nella NATO “domina un solo paese, una sola ideologia (neoliberismo), al contrario la OCS è composta da più paesi e le forze che rappresentano le diverse civilizzazioni con differenti ideologie e sistemi politici”. Nessuno nella OCS pretende di imporre la sua ideologia ed il suo sistema politico, una notevole differenza.
Questo è sicuro, la NATO è unipolare, dove gli USA dominano i restanti paesi pusillanimi ed inanimi, mentre il relativamente nascente gruppo di Shangai è plurale e bipolare (senza disprezzare la invalutabile acquisizione dell’India).
Secondo Dugin, l’ideologo russo dell’eurasianismo, “la OCS non si crea come una NATO euroasiatica ma come una struttura euroasiatica che si oppone alla globalizzazione. L’unione di grandi stati asiatici che possiedono una enorme capacità economica ed enormi forze strategiche è un serio passo in avanti verso l’istituzionalizzazione del mondo multipolare”.
Dugin lo esprime senza infingimenti: “la OCS è un blocco multipolare. Questo riequilibra l’egemonia statunitense ed occidentale, trasformando un modello del mondo che si impone a tutti gli altri paesi senza alternative, in completa libertà. Questo attribuisce nuove possibilità ai giocatori regionali su qualsiasi scala”.

Dugin mette in risalto l’intima natura geopolitica della OCS e la colloca come una forza di equilibrio di fronte all’irredentismo degli USA: “questa sarà una sfida che nessuna struttura o coalizione occidentale , nessun blocco potrà vincere. Se la OCS elabora una impostazione consolidata sulla lotta antiterrorista (….) significherà un ambiente assolutamente diverso per risolvere il conflitto siriano. Se la OCS dice No ad alcune azioni occidentali, dovranno tenerne in conto. (…)
Il fatto rilevante del vertice di Astana è stato l’incontro bilaterale tra il mandarino Xi con lo zar Vlady Putin per mettere a punto i dettagli della loro sempre più profonda “alleanza strategica”. Non sfugge né allo zar Putin e né al mandarino Xi che l’agenda di destabilizzazione programmata, con l’utilizzare gli jihadisti del Daesh è una strategia che è stata programmata negli algoritmi geopolitici degli strumenti degli USA per il Caucaso e per l’Asia Centrale e meridionale nelle rispettive frontiere della Russia e Cina con la provincia islamica degli uiguri nel Xinjiang.

I mandatari della Russia e della Cina hanno messo a fuoco le loro batterie nella delicata situazione della Nord Corea nel ruolo destinato a giocare per la OCS la riconciliazione e ricostruzione dell’Afghanistan, quando neppure potrebbe mancare il riallineamento della “nuova via della seta” (progetto cinese) con l’Unione Economica Euroasiatica (progetto russo).


Incontro tra Putin e leader cinese

Lo zar Putin ha accusato gli USA di essere dietro gli attentati terroristici degli Jihadisti (in Russia ed in Iran) cosa che è stata totalmente passata sotto silenzio dai media occidentali.

L’analista geopolitico Rostislav Ischenko ha fustigato l’incapacità degli USA e della UE di affrontare la minaccia terroristica jihadista proveniente dal Medio Oriente e dall’Asia Centrale che pregiudica gli interessi dei membri della OCS quando gli jihadisti si apprestano a spostare le loro operazioni sulle frontiere del RIC (Russia India e Cina).
La Russia e la Cina non possono permettere che le bande terroriste espulse dal Medio Oriente depredano le loro frontiere , cosa che determinerebbe  una forte reazione dell’Unione Economica Euroasiatica. (…)
Dopo essere rimasto sulla difensiva dall’epoca del montaggio hollywoodiano dell’11 Settembre, con le sue guerre prefabbricate dall’Afghanistane all’Iraq ed alla Siria, e con le cellule dormienti della CIA adesso il gruppo di Shangai si prepara a passare alla controffensiva sulla carta geopolitica dei Balcani euroasiatici dell’oggi scomparso Brzezinski che è inversamente proporzionale alla decadenza degli USA.


Fonte:
El Horizonte

CNBC: Lasciate in pace l’Italia! L’UE vuole l’austerità fiscale da un’economia che affonda

CNBC, uno dei media mainstream americani, dà spazio a un articolo aspramente polemico verso i vertici UE, colpevoli di aver fomentato un inutile dissidio col governo italiano che propone una manovra economica appena moderatamente espansiva. Contrariamente alla nostra vulgata giornalistica, questo articolo addita proprio la commissione UE come colpevole dello “spread” che ha fatto seguito al braccio di ferro sulla manovra. È infatti inconcepibile, per gli americani, che nelle circostanze attuali la UE si ostini sull’applicazione di un’austerità fiscale che si è già dimostrata irrimediabilmente fallimentare. Nel frattempo altri grandi paesi, come la Francia e la Spagna, continuano ad accumulare deficit di bilancio tranquillamente maggiori di quello italiano senza dare adito ad alcun dibattito. L’articolo parteggia apertamente per l’Italia, nonostante nel finale proponga un’immagine idealizzante del “progetto” europeo.


di Michael Ivanovitch, 14 ottobre 2018

Un attacco ridicolmente feroce, diretto contro la politica fiscale timidamente espansiva presentata dall’Italia nella legge di bilancio per il prossimo anno, sta scatenando il panico sui mercati e offrendo uno spettacolo poco edificante sulle relazioni intra-europee, eternamente malgestite.

L’acrimonia manifestata dalla commissione UE nella sua revisione della legge di bilancio italiana è già costata ai contribuenti italiani un aumento – evitabile – del peso del debito sulle generazioni future. Solo nel corso degli ultimi due mesi, il già elevato costo del debito a dieci anni è aumentato di oltre 100 punti base – un duro colpo per un paese che ha già 2.400 miliardi di euro di debito pubblico. Si tratta di un debito pari a quasi il 150 percento del prodotto interno lordo italiano.

Qual è il problema che il governo italiano deve affrontare

Già nell’impossibilità di operare una politica monetaria indipendente con cui gestire la domanda e l’occupazione, l’Italia ha cambiato un po’ rotta rispetto alla precedente politica fiscale restrittiva, al fine di dare qualche sostegno all’attività economica e di prevenire ciò che appare già chiaramente come l’inizio di una nuova recessione ciclica, di ampiezza e durata ancora sconosciute.

La crescita economica del paese nel secondo trimestre di quest’anno ha continuato a indebolirsi, raggiungendo a stento un aumento dello 0,2 percento, e proveniva da una crescita già fiacca all’inizio dell’anno. Con l’eccezione delle esportazioni, tutti le più importanti componenti della domanda appaiono deboli.

La follia dell’austerità fiscale pro-ciclica

I consumi delle famiglie – che rappresentano circa i due terzi del PIL – sono frenati dalla elevata disoccupazione e dall’assenza di aumento dei redditi reali. Il volume delle vendite al dettaglio nei primi sette mesi dell’anno è diminuito con un tasso su base annuale dello 0,7 percento, a causa della stagnazione dei salari reali e del terzo più elevato tasso di disoccupazione (dopo Grecia e Spagna) dell’eurozona.

Lo scorso agosto il 9,7 percento della forza lavoro italiana era disoccupata, con uno spaventoso 31 percento di forza lavoro giovanile disoccupata e senza futuro. Oltre a questo, 6,5 milioni di italiani, l’11 percento della popolazione totale, vive sotto la soglia di povertà.

Sfortunatamente c’è anche di peggio. La UE riporta che il 30 percento della popolazione italiana è a rischio di povertà ed esclusione sociale.

Di fronte a prospettive così cupe per la domanda interna, alcuni si chiedono se la ricetta tedesca che viene suggerita possa davvero funzionare. Le esportazioni, certo, sono l’ingrediente principale della panacea tedesca, poiché rappresentano il 30 percento dell’economia italiana.

Purtroppo però questa ricetta sarà un altro fallimento, ed è un tentativo spudorato di manipolazione. Nel corso degli ultimi tre anni le esportazioni nette rappresentavano uno 0,5 percento della già quasi stagnante crescita italiana dell’1,1 percento del PIL. E sebbene le esportazioni nei primi sette mesi dell’anno crescessero di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, questo non ha fatto assolutamente niente per rivitalizzare la produzione industriale del paese. La produzione industriale durante il periodo tra gennaio e luglio è crollata di un tasso annuale di 0,5 punti.

Questo naturalmente fa presagire esiti negativi per gli investimenti aziendali, perché la debolezza del settore manifatturiero suggerisce una grande abbondanza di capacità produttiva inutilizzata. In altre parole le aziende italiane non hanno bisogno di nuovi macchinari o di impianti più grandi: hanno già quello che gli serve per soddisfare la domanda attuale e attesa per il futuro.

Quindi cosa resta per sostenere i posti di lavoro e i redditi in Italia? Nulla – assolutamente nulla – continua a gridare in modo enfatico questa UE tedesca: l’Italia non ha una politica monetaria indipendente e, secondo la Commissione UE, la sua posizione fiscale deve restare solida e dura come il ghiaccio in modalità restrittiva a tempo indeterminato.

Il momento “whatever it takes” dell’Italia

L’Italia sa cosa tutto ciò significhi. Prima dell’inizio della crisi finanziaria dello scorso decennio, prima che venisse imposta l’austerità fiscale tedesca, il deficit di bilancio italiano del 2007 era stato ridotto a -1,5 percento del PIL (a confronto di quasi -3 percento in Francia). L’avanzo primario (cioè il bilancio prima di sottrarre gli interessi sul debito) era dell’1,7 percento del PIL, e aiutava ad abbassare il debito pubblico fino al 112 percento del PIL, rispetto a una media del 117 percento dei sei anni precedenti.

Ma poi si è scatenato l’inferno non appena i tedeschi – che rifiutavano sprezzantemente gli appelli di Washington alla ragione – hanno deciso di impartire la loro lezione ai “miscredenti fiscali”, imponendo le politiche di austerità alle economie dell’eurozona che già stavano affondando.

L’Italia non deve permettere che questo accada mai più

Allora cosa dovrebbe fare l’Italia? La risposta è semplice: esattamente ciò che ha detto di voler fare nel suo progetto di bilancio per il 2019, approvato lo scorso martedì da un’ampia maggioranza in Senato (61 percento di voti a favore) e alla Camera (63,4 percento di voti a favore).

L’Italia sta comodamente dentro i parametri di bilancio dell’eurozona. Il suo deficit di bilancio previsto al 2,4 percento del PIL per il prossimo anno fiscale è inferiore al limite del 3 percento imposto dall’unione monetaria.

E allora perché tutto questo trambusto? Perché nessuno sembra voler obiettare il fatto che la Francia e la Spagna avranno deficit maggiori dell’Italia?

La Francia ha appena aumentato la propria stima sul deficit per il prossimo anno portandola al 2,8 percento del PIL, rispetto alla precedente stima del 2,6 percento, sulla quale si era impegnata. E non è tutto. Sono ancora da definire le stime al ribasso sulla crescita, non c’è consenso politico su cosa bisogna tagliare, e un governo sempre più debole e impopolare potrebbe non riuscire nemmeno a mantenere il deficit di bilancio sotto il 3 percento del PIL.

L’instabile governo di minoranza spagnolo è alle prese con lo stesso problema. L’economia sta rallentando e Madrid ha una lunga storia in fatto di sforamento delle previsioni del deficit di bilancio. Il deficit di quest’anno, per esempio, è previsto per il 2,7 percento del PIL, ma la stima ufficiale fornita l’anno scorso era del 2,2 percento. Per come stanno le cose adesso, mantenere il deficit spagnolo sotto il limite del 3 percento del PIL sembra già un’impresa epica.

Perché tutto questo viene accolto da Bruxelles con un assordante silenzio? Forse l’accondiscendenza della UE verso la Francia e la Spagna ha molto a che fare con il loro livello più basso di debito pubblico?

È possibile, ma se fosse vero sarebbe un grosso errore. Quei paesi hanno un debito più basso con una tendenza di bilancio che va in peggioramento. Il debito pubblico della Francia è al 122 percento del PIL. Il fatto che la Francia abbia un deficit primario significa che il debito continuerà ad aumentare. Il debito pubblico della Spagna è al 115 percento del PIL, sostanzialmente senza alcun avanzo primario. Entrambi i paesi sono sulla strada di un aumento delle passività pubbliche a seguito dell’ampliamento dei loro disavanzi fiscali.

Nessuna sorpresa se qualcuno si domanda: l’attacco della UE contro la politica fiscale dell’Italia fa forse parte di un programma diverso? Ve ne accennerò, ma un’altra volta.

Idee di investimento

L’austerità fiscale in un’economia Italiana che rallenta – su cui pesa l’elevata disoccupazione, la povertà in crescita e le infrastrutture che crollano – dovrebbe essere considerata una follia totale.

Lo spazio per un sollievo fiscale è molto ridotto, ma questo è il momento del “whatever it takes” italiano: Roma deve sostenere la propria attività economica, la crescita dell’occupazione e la spesa per le infrastrutture.

I leader del governo italiano potrebbero non apprezzare molto alcuni dei propri vicini, ma questo non è un buon motivo per denigrare la UE. Gli italiani non li hanno votati per questo.

I padri fondatori della UE – come Alcide de Gasperi e Altiero Spinelli – hanno messo l’Italia lì dove deve stare. La Grecia e l’Italia sono la culla della civiltà europea.

Il processo di unificazione europeo ha portato pace, un gigantesco e sempre più omogeneo mercato unico, l’euro e la Banca Centrale Europea – certamente i maggiori risultati dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si può ben dire che l’Italia ha ragione di restare al centro di questo progetto epocale.


YouTube ieri è stato “interrotto” … è stato per cancellare un video di qualcosa che ha colpito la luna?


Ieri sera, effettivamente, si notava come un pulviscolo strano intorno alla luna. E il cielo era sereno, quindi non si trattava di nuvole

Si parla molto in questo periodo di anomalie che stanno avvenendo nelle vicinanze del sole. Ma qualcuno sostiene che qualcosa stia succedendo anche nei pressi del nostro satellite naturale. Qualcuno sostiene che la luna sia stata colpita da qualcosa e che YouTube stia cancellando tutti i video e mettendo al bando gli utenti che hanno pubblicato qualcosa al riguardo.



Che cosa ne pensa la comunità?

In questo periodo stanno succedendo cose molto strane: la chiusura del National Solar Observatory a Sunspot, il malfunzionamento dei telescopi Hubble e Chandra, il Rover Curiosity che non trasmette più dati da Marte…qualcuno dice che “sta arrivando qualcosa di grande”. 

Aggiornamento: al momento, YouTube non ha fornito alcun motivo ufficiale per l’ “interruzione”.