mercoledì 17 ottobre 2018

Cinquant'anni fa Paolo VI cedeva al ricatto massonico ed all'Islam. Così si indeboliva la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica

Domenica scorsa Paolo VI è stato canonizzato. Non c'è dubbio che tra Paolo VI  e papa Francesco vi siano delle "somiglianze" e delle affinità molto spiccate. La canonizzazione di questo papa suscita delle perplessità alla luce di questo illuminante articolo, ma senza voler giudicare, perché è anche vero che le Scritture dicono che nulla è impossibile a Dio...

Il 19 gennaio 1967 Paolo VI restituiva lo stendardo che Mehmet Alì Pascià aveva issato sulla sua ammiraglia, la Sultana nella battaglia di Lepanto




Nell'irenismo del Vaticano II, egli dimenticò il sacrificio degli ottomila eroi della Lega Santa che morirono per la salvezza del Cristianesimo.



Comunque, fortunatamente, quello che Papa Paolo VI restituì ai turchi non era il glorioso stendardo di Lepanto, ma il vessillo che Mehmet Alì Pascià aveva issato sulla sua ammiraglia, la Sultana.

Un drappo di pesante seta verde sul quale 28 mila e 900 costantinopolitane avevano ricamato, a filo d’oro zecchino, 28 mila e 900 volte il nome di Allah.

Furono i veneziani ad arrembare la Sultana (Alì Pascià, già ferito da un'’archibugiata, si tolse allora la vita), impossessandosi del vessillo che dopo la vittoria Sebastiano Venier trascinò, assicurato alla poppa della sua Capitana di Venezia, nelle acque del bacino di San Marco per successivamente farne omaggio a San Pio V

Stendardo della Flotta Cristiana

La storia dello Stendardo di Lepanto - otto metri di damasco rosso, con bordatura d’'oro e al centro l’'immagine del Redentore crocifisso e la scritta "In hoc signo vinces" - è invece questa: dopo averlo benedetto in San Pietro, il Papa San Pio V l'’affidò a Marcantonio Colonna che a sua volta a Messina, l’'avrebbe consegnata a don Giovanni d'Austria perché fosse issato al pennone della Real, l’'ammiraglia delle ammiraglie.

Giunta la flotta nelle acque di Lepanto, presa posizione e recitata la preghiera del marinaio (questa la versione veneta d'allora: «Salve, Regina, rosa de spina, rosa d’'amor, Madre del Signor. Fa che mi no mora e che no mora pecador, che no peca mortalmente e che no mora malamente»), avvenne che tutte le insegne delle 209 galee furono ammainate, lasciando al vento solo lo stendardo di Pio V.
Prima di dirigerle alla volta di Messina, Marcantonio Colonna radunò le sue galee a Gaeta, nel cui Duomo il «Prefetto e Capitano Generale» pontificio fece voto a Sant’'Erasmo(patrono dei marinai) di fargli omaggio del sacro stendardo ove fosse tornato vincitore dalla missione. Mantenne, ovviamente, la parola e dopo averla fatta sfilare per le vie di Roma, Colonna portò la bandiera papale a Gaeta, deponendola sull’'altare maggiore, ai piedi del Santo.




Ecco il documento della cessione dello stendardo da parte di Paolo VI


Conservata dapprima in un bauletto, nel Settecento fu distesa e incorniciata, così da poter essere esposto al pubblico. Nel ’'43 una bomba tedesca la danneggiò, anche se non irreparabilmente: restaurato nel dopoguerra, oggi lo Stendardo di Lepanto è conservato - e visibile al pubblico - nel museo diocesano della cittadina laziale.

La Beata Vergine del Rosario.

San Pio V ricondusse lo storico evento della vittoria di Lepanto alla preghiera che la cattolicità in pericolo aveva indirizzato alla Vergine nel Rosario.
In quello stesso giorno infatti San Pio V mentre era intento a recitare il rosario ebbe una visione, in cui i cristiani avevano vinto sui turchi, e qualche giorno dopo un messo di Don Giovanni d'Austria gli confermò la notizia.
In ricordo di ciò il papa rifinì l'Ave Maria nella forma in cui la recitiamo oggi, stabilì che ogni chiesa suonasse le campane al mattino, a mezzogiorno e alla sera per ricordare la vittoria dei cristiani sui musulmani, aggiunse le Litanie Lauretane alla recita del Rosario aggiunse l'appellativo di "Auxilium Christianorum" e stabilì inoltre che il 7 ottobre diventasse un giorno festivo consacrato a Santa Maria delle Vittorie sull'Islam Papa Gregorio XIII poi trasferì la festa alla prima domenica del mese di ottobre intitolandola alla Madonna del Rosario.



I gravissimi errori di Paolo VI, primo fra tutti l’abolizione della liturgia cattolica, furono molteplici, non possiamo dunque stupirci se Bergoglio, imitandolo in un modo certamente più rozzo, più volgare e meno raffinato prosegue nella direzione da lui indicata.




1966: durante un incontro ecumenico nella Basilica romana di San Paolo Fuori le Mura, Paolo VI dona il suo anello papale al (massone) Dr. Michael Ramsay (1904-1988), Arcivescovo di Canterbury, e lo invita a «benedire» i Vescovi e i Cardinali presenti. E pensare che nel 1896, con la Lettera Apostolica Apostolicæ Curæ, Papa Leone XIII (1810-1903) aveva decretato invalide le ordinazioni anglicane...





Paolo VI celebra la messa protestantizzata, la "strana messa" di cui parla la beata Anna Katharina Emmerick

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È un papa od un gran rabbino? Al posto della Croce di Cristo indossa l'ephod !

Papa Francesco riceve il Grande Imam di Al-Azhar

Una notizia passata sotto silenzio, ma che invece è molto importante perché rappresenta un gesto inusuale per un papa cattolico. Spirano venti non buoni per la Chiesa, che richiamano le coscienze di tutti i cattolici più autentici a fare qualcosa...

Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar


Ieri pomeriggio Papa Francesco ha ricevuto a Santa Marta, in visita privata, il Grande Imam di Al-Azhar, il Prof. Ahmad Muhammad Al-Tayyib


La Sala Stampa Vaticana ha reso noto, in un comunicato, che Papa Francesco ha incontrato in forma privata a Santa Marta il Grande Imam di Al-Azhar, il Prof. Ahmad Muhammad Al-Tayyib.
Quarto incontro tra il Papa e il Grande Imam

Risale a maggio 2016 il primo incontro tra Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Prof. Ahmad Muhammad Al-Tayyib. In quell'occasione è stato ribadito l’impegno comune per la pace nel mondo, “il rifiuto della violenza e del terrorismo”. Al centro dei colloqui anche “la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione".

Nel viaggio apostolico in Egitto, aprile 2017, Francesco è intervenuto alla Conferenza internazionale per la pace organizzata all’Università di Al-Azhar, il prestigioso centro accademico sunnita. Nel suo discorso, il Papa si è riferito al Grande Imam chiamandolo “fratello”, rimarcando poi come il dialogo tra le religioni non è “una strategia per realizzare secondi fini, ma una via di verità che merita di essere pazientemente intrapresa per trasformare la competizione in collaborazione”. Francesco ha sottolineato pure che “ogni forma di odio in nome della religione” è basato sulla “falsificazione idolatrica di Dio”. “Perciò solo la pace è santa – ha ribadito - e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome”.

Poi l’incontro nello studio privato dell’Aula Paolo VI, il 7 novembre 2017. Lo scorso 10 gennaio Papa Francesco ha inviato una lettera al Grande Imam per rispondere all’invito ricevuto per la Conferenza internazionale di Al-Azhar a sostegno di Gerusalemme. Nella missiva, il Pontefice ha indicato la necessità di “sostenere ogni sforzo per far prevalere la concordia, la giustizia e la sicurezza per le popolazioni di quella Terra benedetta”. E ha invocato, nell’occasione, una ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi per “una soluzione negoziata, finalizzata alla pacifica coesistenza di due Stati all’interno dei confini tra loro concordati e internazionalmente riconosciuti”.

Il Grande Imam di al Azhar è in Italia per partecipare alla manifestazione “Ponti di Pace” a Bologna, cui Papa Francesco ha mandato un messaggio la scorsa domenica.



Preghiera per l'ammalato dettata dalla Madonna

Durante l'apparizione del 22 giugno 1985, la veggente Jelena Vasilj dice che la Madonna ha detto a proposito della Preghiera per l'ammalato: 
« Cari figli. La preghiera più bella che potreste recitare per un ammalato è proprio questa! » : “O mio Dio, questo ammalato che è qui davanti a te, è venuto a chiederti ciò che desidera e che ritiene essere la cosa più importante per lui. Tu, o Dio, fa’ entrare nel suo cuore la consapevolezza che è importante innanzitutto essere sani nell’anima! O Signore, sia fatta su di lui la tua santa volontà in tutto! Se tu vuoi che guarisca, che gli sia donata la salute. Ma se la tua volontà è diversa, fa’ che questo ammalato possa portare la sua croce con serena accettazione. Ti prego anche per noi che intercediamo per lui: purifica i nostri cuori per renderci degni di donare la tua santa misericordia. O Dio, proteggi questo ammalato e allevia le sue pene. Aiutalo a portare con coraggio la sua croce così che attraverso di lui venga lodato e santificato il tuo santo nome.” Dopo la preghiera, recitare tre volte il Gloria al Padre. Jelena asserisce che la Madonna ha dichiarato che Gesù stesso l'ha consigliata. Gesù vuole che durante la recita di questa preghiera l'ammalato e anche chi intercede con la preghiera siano affidati nelle mani di Dio.


La tradizione e la volontà di Dio

Poco importa il modo con cui impariamo a conoscere la volontà di Dio, che sia mediante la Scrittura, mediante la tradizione apostolica o mediante ciò che San Paolo chiama la "natura" (cfr Rm 1,20), purché siamo sicuri che è veramente la sua volontà. In realtà, Dio ci rivela il contenuto della fede mediante l'ispirazione, perché è nell'ordine soprannaturale. Ma ci rivela le questioni pratiche del dovere morale mediante la nostra propria coscienza guidata divinamente. Le questioni di pura forma, ce le rivela mediante la tradizione della Chiesa, dall'esperienza nel metterle in pratica, benché non vengano dalla Scrittura. Ciò per rispondere alla domanda che possiamo farci: "Perché osservare i riti e le forme che non sono prescritti dalla Scrittura?" La Scrittura ci trasmette ciò che occorre credere, a cui dobbiamo tendere, ciò che dobbiamo mantenere. Ma non ci dice il modo concreto di farlo. Quindi, poiché dobbiamo farlo in tale o tale modo preciso, è opportuno aggiungere qualcosa a ciò che ci dice la Scrittura. Essa ci raccomanda, per esempio, di unirci per la preghiera, e collega la sua efficacia … all'unione dei cuori. Ma siccome non ci indica né il momento né il luogo della preghiera, bisogna che la Chiesa completi ciò che la Scrittura si è limitata a prescrivere in linea di massima... Si può dire che la Bibbia ci dà lo spirito della nostra religione mentre la Chiesa deve formare il corpo in cui questo spirito si incarna…. La religione non esiste in modo astratto… Coloro che provano ad adorare Dio in un modo (dicono) "meramente spirituale" finiscono per non adorarlo affatto. La Scrittura ci dà lo spirito della nostra devozione, la Chiesa ce ne dà il corpo. E come non possiamo vedere lo spirito di un uomo senza il mezzo del corpo, così non possiamo capire l’oggetto della fede senza la sua forma esteriore.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,42-46.

Un vangelo oggi che ci impone una riflessione sull'attuale condizione di oppressione di tanti popoli da parte del potere costituito. Oppressione che spesso si cela dietro intenzioni apparentemente benevole... 



In quel tempo, Gesù disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

martedì 16 ottobre 2018

Breaking news

Un combattente Su-27 si è schiantato nella regione ucraina di Vinnitsa durante gli esercizi con l'esercito americano, uccidendo entrambi i piloti. Uno di loro era un militare americano, ha detto l'esercito ucraino, cancellando in seguito la dichiarazione. DETTAGLI DA SEGUIRE






Video di infermieri che abusano di malati di mente in Russia scatena indignazione, il capo della clinica 'pronto a dimettersi'

Il capo di una clinica psichiatrica negli Urali russi dice di essere pronto a dimettersi dopo che un inquietante video di infermieri che abusavano di un paziente anziano è emerso online. Nel frattempo, Internet richiede una dura punizione per i colpevoli.
Due giovani assistenti ospedalieri sono visti mentre lanciano una pantofola contro l'uomo e lo prendono a calci nel didietro nel controverso filmato, che è stato caricato su YouTube dal sito 74.ru all'inizio di questa settimana.
Le loro azioni crudeli sembrano un gioco divertente per le infermiere che si sentono ridere a crepapelle.
Il capo medico dell'Ospedale Psiconeurologico n. 5 di Magnitogorsk, Aleksandr Belyaev, ha confermato a RIA-Novosti che il video è stato girato nel suo centro di salute mentale durante un turno notturno del 29 giugno.
"Oggi abbiamo visto questo video ... È davvero il nostro ospedale. È terribile. Sono pronto a rassegnarmi dopo questo ", ha detto.
Le infermiere di sesso maschile in questione erano in precedenza su un buon record, ha detto Belyaev. Affronteranno le dure misure disciplinari sull'abuso del paziente e potrebbero perdere il posto di lavoro, ha aggiunto.
Il ministero della salute locale ha bollato l'incidente "una grave violazione dei diritti del paziente" e ha promesso un'ispezione approfondita all'ospedale.
Il Comitato Investigativo della Russia ha lanciato una indagine pre-investigativa in relazione all'abuso di un paziente nel video, con una decisione sull'opportunità di lanciare un caso criminale o amministrativo da effettuare successivamente.
Il video è emerso online dopo che una delle infermiere, Andrey Bykovsky, ha inviato la clip a una ragazza che incontrava sui social media in un apparente tentativo di impressionarla. Ma la giovane donna è rimasta scioccata da ciò che ha visto e ha promesso di andare alla polizia e ai media.
"Ho paura di chiedere, chi di loro sono i pazienti?", Ha detto uno degli utenti. La sua posizione è stata ripresa da un altro, che ha scritto: "Questo vecchio dovrebbe cambiare posto con le infermiere. Sembra assolutamente adeguato, rispetto a loro. ""Quando l'ho raccontato a Andrey, ha riso solo e mi ha mandato faccine, dicendo che non aveva paura", ha detto a 74.ru. L'infermiere ha quindi cancellato il video, ma la ragazza ne ha già salvato una copia. I commentatori online erano uniti nel loro disgusto per la clip, che assolutamente nessuno trovava divertente.
"Quei bastardi devono essere rintracciati e puniti", ha detto un commentatore, mentre altri hanno sollecitato il licenziamento e la detenzione tra le possibili misure restrittive.
"Ci sono dei veri uomini in Magnitogorsk per prendere a calci in culo quelle infermiere? O dovrei venire? " Chiese un utente.
Magnitogorsk è popolata da oltre 400.000 persone e ospita le più grandi opere in ferro e acciaio in Russia. La città si trova sulla frontiera tra i continenti, essendo in parte situata in Europa e in parte in Asia.

https://www.rt.com/news/

ALIEN INVASION: enorme UFO a forma di “sigaro” fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale

Le immagini spettacolari che vi presentiamo sono state fornite dal prestigioso centro ufologico MUFON (Mutual Ufo network) e riguardano un oggetto sigariforme di grandi proporzioni avvistato accanto alla Stazione Spaziale Internazionale.
Il rapporto del MUFON rimane aperto (sotto indagine) e con molti punti interrogativi, dopo che un uomo residente nella città di Halifax, in Canada, ha catturato le immagini di un oggetto sconosciuto a forma di sigaro che si avvicinava lentamente alla ISS durante la trasmissione in diretta del 12 Ottobre 2018. I ricercatori del MUFON non si sono espressi in merito a questo avvistamento.
Gli scettici dicono che si tratta di spazzatura spaziale (space junk), mentre ricercatori UFO e molti appassionati del mistero dicono che si tratta di nuna nave aliena in avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale. Spesso accade che durante la diretta video NASA dalla ISS, si possa essere testimoni di avvistamento UFO eclatanti.
Oggetti sconosciuti che transitano accanto alla Stazione Spaziale e gli astronauti oramai non rimangono più meravigliati di tanto, visto che la presenza extraterrestre nello spazio è un fatto storico, che appartiene al passato. Il testimone che ha assistito a questo avvistamento UFO, non avendo un programma per registrare video sul PC, ha catturato queste immagini in sequenza tramite screenshot.  Le immagini sono state pubblicate dal MUFON il 12 ottobre 2018.  UFO o Space Junk? Qual è la vostra opinione? 
A cura della Redazione Segnidalcielo

Migranti: sconfinamento gendarmi francesi a Claviere, Procura Torino apre inchiesta



Migranti: sconfinamento gendarmi francesi a Claviere, Procura Torino apre inchiesta

CHE DITE ERA IL CASO? DECISAMENTE Sì...
La Procura di Torino ha aperto un fascicolo d'inchiesta ipotizzando il reato, a carico di ignoti, di "trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, con atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato", a seguito dello "sconfinamento" a Claviere della Gendarmerie francese che ha "abbandonato" due migranti. Nella nota diramata dal procuratore capo Armando Spataro si legge che "uno dei due gendarmi presenti all'interno della vettura indicava ai due uomini la direzione dell'area boschiva cioè quella per allontanarsi dalla strada asfaltata". Alla scena ha assistito la Digos, che ha fotografato la targa del veicolo francese. Materiale ora a disposizione della Procura, che come avvenuto per l'irruzione dei doganieri transalpini nella stanza della onlus di Bardonecchia, emetterà un ordine di investigazione europeo. 

https://www.agi.it/cronaca/migranti_procura_torino_claviere_gendarmerie_francia_confine-4494157/news/2018-10-16/

Conte pronto ad andare da Putin


conte putin

Conte pronto ad andare da Putin 
Per Giuseppe Conte saranno un ottobre e novembre importantissimi: almeno nell’agenda internazionale. Il 24 ottobre, il premier andrà a Mosca, su invito del presidente russo Vladimir Putin. Un mese dopo, in Sicilia, l’Italia ospiterà una conferenza internazionale sulla Libia che potrebbe essere lo snodo fondamentale della strategia italiana per il Paese nordafricano. Due appuntamenti fondamentali e legati fra loro da una trama di rapporti e interessi articolata.

Prima tappa, Mosca, dove il premier Conte vedrà in un faccia a faccia molto importante il presidente russo. Invitato dallo stesso leader del Cremlino, per il presidente del Consiglio sarà fondamentale dimostrare di voler ricucire i rapporti con la Russia pur rimanendo ancorato all’alleanza strategica con gli Stati Uniti.
Il governo giallo-verde è considerato da Donald Trump un punto di riferimento nella sua strategia europea, ed è anche ritenuto un perfetto ponte fra Washington e Mosca. Ma questo essere ponte non deve trarre in inganno. Un conto è essere mediatori, un conto è essere liberi di scegliere da che parte. E su questo punto, sia il governo italiano che quello americano sono stati chiari: l’Italia è saldamente legata al blocco atlantico. E lo ha dimostrato l’incontro alla Casa Bianca tra Conte e Trump, così come le parole di Elisabetta Trenta per quanto riguarda la Macedonia all’interno della Nato.
Partendo dal presupposto che Roma non si sposterà in altra orbita politica, è anche vero che il governo Lega-Cinque Stelle ha sempre posto in cima alla propria agenda politica la volontà di interrompere le sanzioni alla Russia. E su questo punto, il premier può confermare a Putin l’idea espressa nel suo discorso di insediamento sul fatto di riaprire i canali commerciali fra Italia e Russia. Una proposta che piace anche ad altri Stati europei, consapevoli che le sanzioni a Mosca stanno ferendo, oltre alla classe media russa, anche le aziende del Vecchio Continente, che hanno perso un mercato internazionale. Ma che non piace affatto agli Stati Uniti.
Con Putin, il discorso verterà sicuramente anche sulla Libia. Ed è su questo punto che l’Italia batterà più di ogni altro. Incassato il sostegno di Washington sulla leadership nella transizione libica, ora a Roma serve il benestare di Mosca per presentarsi nella conferenza internazionale di Sciacca come potenza che può controllare il destino del Paese nordafricano. Non basta avere la cabine di regia congiunta per il Mediterraneo allargato promessa dagli Stati Uniti. La Libia è un crocevia di interessi internazionali in cui è essenziale avere il più ampio sostegno possibile.
Putin ha sostenuto da subito il generale Khalifa Haftar. L’Italia, al contrario, ha sempre investito su Fayez Al Sarraj. Ma la situazione in questi mesi è cambiata. Le violenze di Tripoli e la sostanziale presa d’atto che Sarraj non potrà essere il leader della Libia riunita, hanno reso evidente che occorre dialogare con tutti: anche con l’uomo forte della Cirenaica.
Per farlo, l’Italia non può contare sulla Francia, con cui ha ingaggiato una guerra senza esclusione di colpi per la leadership della Libia. Ma può cercare di ottenere una maggiore apertura del Maresciallo proprio grazie al Cremlino.
L’Italia dovrà chiaramente concedere qualcosa: per esempio un impegno maggiore sul fronte delle sanzioni in sede europea così come un riequilibrio della propria politica energetica. Tuttavia Roma parte anche da una posizione di quasi monopolio energetico in tutto l’ovest del Paese che rende impossibile, per i russi, non dialogare con l’Italia. L’alleanza fra Eni e Rosneft rende evidente che per il futuro della Libia ci sono ampi margini di manovra per trovare sinergie. 
La missione non è di quelle semplici. Il premier ha scritto su Facebook di aver “ridato protagonismo e credibilità all’Italia in Europa e nel mondo”. Ma il terreno è scivoloso, se non direttamente minato. Il gioco delle superpotenze è complesso. E oggi, in un mondo che tende a essere sempre più polarizzato, il ruolo di mediatore può essere molto più difficile.
L’intento è estremamente valido, ma per farlo bisognerà essere altrettanto bravi. Da essere mediatori a essere considerati poco affidabili, il confine è labile. Ed è per questo che la missione di Conte sarà fondamentale. Per far ripartire la politica estera italiana, bisognerà saper dialogare con tutti: ma prima di tutto capire bene cosa si vuole essere. E soprattutto da che parte stare.