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sabato 21 agosto 2021

Il documento shock del Senato che solleva forti perplessità sulla vaccinazione ai giovanissimi



Per quanti ancora dicono che sia una menzogna quella dei no vax (persone contrarie all'obbligo vaccinale), che i vaccini siano delle terapie geniche in fase di sperimentazione esiste un documento del Senato Italiano precisamente della "Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00388", nel quale sono riportati molto chiaramente gli effetti collaterali pericolosi a carico dell'apparato cardiaco dei giovani tra i 16 e i 30 anni. Nonostante l'autorizzazione EMA ed AIFA per la vaccinazione anche di giovanissimi in età compresa tra i 12 e i 15 anni, in Germania la commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) del "Robert Koch Institut" non consiglia la vaccinazione con Pfizer ai giovanissimi a meno che questi o chi per loro se ne assumano pienamente i rischi. In Israele e negli Usa la vaccinazione anti covid 19 per la fascia d'età 12-16 e over 16 sta riportando dei casi impressionanti di miocarditi nei giovani tra i 16 e i 30 anni, dato confermato anche dai CDC Usa che registrano un aumento considerevole di miocarditi nei vaccinati Pfizer e Moderna. In Italia non esiste ancora un sistema di farmacovigilanza dedicato al COVID-19 e implementabile, che consenta una elaborazione statistica dei dati a livello nazionale e in un sistema europeo gestito dall'EMA o in un sistema mondiale gestito dall'OMS, impegna il governo ad attivare urgentemente un Comitato etico dell'Istituto superiore di sanità per la valutazione dei benefici e dei rischi della somministrazione dei vaccini anti COVID-19 agli under 18, a sospendere la vaccinazione di massa degli under 18 e a potenziare la rete di farmacovigilanza con un sistema dedicato al COVID-19.
Questo il contenuto originale dell'Atto di Sindacato Ispettivo n°1-00388:

Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00388

Il Senato,

premesso che:

in Italia è stata recentemente avviata la fase della campagna vaccinale che prevede la vaccinazione anche degli "over 16", mentre nei giorni scorsi è arrivato il via libera da parte delle agenzie EMA e AIFA per la vaccinazione anche delle persone in fascia d'età compresa tra i 12 e i 15 anni, per le quali sono già stati programmati ed avviati i cosiddetti open day per la somministrazione del vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech);

in Germania la commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) del "Robert Koch Institut" non consiglia la somministrazione di Pfizer ai giovanissimi e addirittura, nelle raccomandazioni ufficiali diffuse sul sito del Robert Koch Institut, che è l'equivalente dell'Istituto superiore di sanità italiano, si legge che: "L'uso di Comirnaty in bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni senza precedenti malattie è attualmente generalmente non raccomandato" e che "per questa fascia di età è quindi possibile la vaccinazione solamente dopo consiglio medico e se il bambino o l'adolescente o i tutori accettano i rischi individuali";

in Israele e negli Stati Uniti la vaccinazione con vaccini anti COVID-19 a mRNA per la fascia dei giovanissimi 12-16 anni e over 16 è iniziata da tempo, ed è notizia recente che proprio in Israele sono state riportate 275 miocarditi nei giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni;

a tale evidenza si è aggiunta la preoccupazione destata dall'ultimo rapporto di vigilanza dei CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie negli USA, secondo cui, dopo le vaccinazioni con Pfizer e Moderna, nei soggetti tra i 16 e 24 anni si sono riscontrate miocarditi in numero superiore rispetto all'atteso;

lo scorso 20 maggio 2021 è comparsa sul sito di HART (Health advisory & recovery team) una lettera aperta, sottoscritta da un gruppo di medici inglesi, indirizzata all'MHRA (Medicines & healthcare products regolatory agency), l'equivalente dell'AIFA italiana;

i contenuti dell'appello sollevano dubbi consistenti, sia sotto il profilo etico che sotto quello scientifico, rispetto alla scelta di somministrare i vaccini agli "under 18";

si ritiene opportuno riportare alcuni passaggi significativi della citata lettera, il cui contenuto è comunque integralmente visionabile sul sito web di HART: i firmatari affermano che "è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19", ed è chiarito che gli studi clinici sui bambini pongono enormi dilemmi etici a causa dei rischi sconosciuti, aggiungendo che si dovrebbe attendere la fine degli attuali studi di fase 3 e diversi anni ancora per ricevere tutti i dati sulla sicurezza negli adulti, al fine di escludere o quantificare tutti i potenziali effetti avversi;

in particolare, si legge che "Tutti gli studi di fase 3 sui vaccini COVID-19 sono in corso e non dovrebbero concludersi fino alla fine del 2022/inizio 2023. I vaccini sono, quindi, attualmente sperimentali con dati limitati sulla sicurezza degli adulti a breve termine e non disponibili (...). La tecnologia del vaccino mRNA completamente nuova, che non è mai stata precedentemente approvata per l'uso nell'uomo (...). I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi. Le limitate sperimentazioni sui bambini intraprese fino ad oggi sono totalmente sottodimensionate per escludere effetti collaterali non comuni ma gravi. I bambini hanno una vita davanti a loro e i loro sistemi immunologici e neurologici sono ancora in fase di sviluppo, il che li rende potenzialmente più vulnerabili agli effetti avversi rispetto agli adulti. Sono già state sollevate una serie di preoccupazioni specifiche, tra cui malattie autoimmuni e possibili effetti sulla placenta e sulla fertilità. Un articolo pubblicato di recente ha sollevato la possibilità che i vaccini mRNA COVID-19 possano innescare malattie neurodegenerative basate su prioni. Tutti i potenziali rischi, noti e sconosciuti, devono essere bilanciati rispetto ai rischi del COVID-19 stesso, quindi ai bambini si applicherà un rapporto rischi/benefici molto diverso rispetto agli adulti";

sulla protezione dal COVID nei bambini si aggiunge che "I bambini sani non corrono quasi alcun rischio di COVID-19, con un rischio di morte di appena 1 su 2,5 milioni. Nessun bambino precedentemente sano di età inferiore ai 15 anni è morto durante la pandemia nel Regno Unito e i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva sono estremamente rari e la maggior parte dei bambini non presenta sintomi o ha sintomi molto lievi. Sebbene il Long-Covid sia stato citato come motivo per vaccinare i bambini, ci sono pochi dati concreti. (...) La condizione infiammatoria, PIMS, è stata elencata come un potenziale effetto avverso nello studio per bambini Oxford AstraZeneca. L'immunità? acquisita naturalmente darà un'immunità? più? ampia e più duratura rispetto alla vaccinazione. Infatti, molti bambini saranno già immuni mentre singoli bambini ad alto rischio possono già ricevere la vaccinazione";

i medici specificano inoltre che i potenziali benefici sono chiari per gli anziani e i vulnerabili, tuttavia, per i bambini, l'equilibrio tra beneficio e rischio sarebbe molto diverso e che bisogna "garantire che non si ripetano tragedie passate che si sono verificate soprattutto quando i vaccini vengono immessi sul mercato", riportando l'esempio del vaccino contro l'influenza suina, Pandemrix (2010), che ha provocato oltre mille casi di narcolessia (una lesione cerebrale devastante), ed il Dengvaxia, il nuovo vaccino contro la Dengue, che ha portato alla morte di 19 bambini per un possibile "effetto ADE" ("antibody-dependent enhancement", potenziamento anticorpo-dipendente) prima che il vaccino fosse ritirato;

l'appello si conclude con la considerazione che "C'è un'importante saggezza nel giuramento di Ippocrate che afferma: 'Prima non nuocere'. Tutti gli interventi medici comportano un rischio di danno, quindi abbiamo il dovere di agire con cautela e proporzionalità. Questo è particolarmente vero quando si considera l'intervento di massa in una popolazione sana, nella quale situazione ci devono essere prove concrete di benefici molto maggiori dei danni. Le attuali prove disponibili mostrano chiaramente che il calcolo del rischio rispetto al beneficio non supporta la somministrazione frettolosa e sperimentale di vaccini COVID-19 a bambini, che non hanno praticamente alcun rischio di COVID-19, ma affrontano rischi noti e sconosciuti derivanti dai vaccini. La Dichiarazione dei diritti del fanciullo afferma che 'il fanciullo, a causa della sua immaturità fisica e mentale, ha bisogno di tutele e cure speciali, compresa un'adeguata protezione legale'. Da adulti abbiamo il dovere di proteggere i bambini da danni non necessari e prevedibili. Concludiamo che è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19";

con riferimento agli aspetti etici della questione sollevata, si ritiene necessario e non rinviabile l'intervento del Comitato etico;

a tal fine appare utile ricordare che, ai sensi dell'articolo 10 del decreto del Ministro della salute 24 ottobre 2014, recante l'approvazione dello statuto dell'Istituto superiore di sanità, il Comitato etico "opera in qualità di organismo guida e di valutazione sotto il profilo etico per le ricerche e per le sperimentazioni, in conformità con la normativa vigente", e che, ai sensi del decreto del Ministro della salute 8 febbraio 2013, recante i criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici, essi hanno la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela;

il Comitato etico ha funzione consultiva nei riguardi dell'ISS in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche, assistenziali, didattiche e amministrative, allo scopo di proteggere e promuovere i valori etici e il rispetto della persona;

i rapporti epidemiologici fino ad ora disponibili dimostrano che ci sono poche prove di infezione secondaria da bambini ad altri nelle vie di trasmissione di COVID-19 e pertanto la vaccinazione dei bambini non può essere giustificata se deve fornire una protezione diretta, nonostante il carico minimo della malattia o aiutare a bloccare la trasmissione, se i bambini non costituiscono un serbatoio sostanziale per la trasmissione;

una meta-analisi pubblicata su "Clinical infectious disease" il 6 dicembre 2020 ("A meta-analysis on the role of children in severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 in household transmission clusters") ha documentato che i bambini sarebbero significativamente poco contagiosi;

gli autori hanno osservato 90.000 bambini in tutte le scuole del North Carolina durante la pandemia e non sono riusciti a dimostrare un singolo caso di trasmissione del virus dai bambini agli insegnanti;

se per altre infezioni che possono essere prevenute dal vaccino, come ad esempio il meningococco, l'immunizzazione dei bambini non solo ha prevenuto le infezioni nei bambini, ma ha anche conferito benefici indiretti, diminuendo la malattia nelle persone anziane, a causa del suo effetto sulla riduzione del trasporto e sul blocco della trasmissione, per il COVID-19 potrebbe essere il caso contrario, con gli adulti che devono essere vaccinati per conferire protezione ai bambini piccoli;

con riferimento alla carenza di dati relativi agli effetti avversi negli under 18, è utile evidenziare come nella scheda riassuntiva delle caratteristiche tecniche del Comirnaty, pubblicata da AIFA, al paragrafo "Efficacia e immunogenicità negli adolescenti di età compresa fra 12 e 15 anni", si rende noto che i partecipanti analizzati nello studio 2 sono stati appena 1.005, numero incredibilmente esiguo per valutare, con le dovute certezze, il rapporto tra benefici e rischi a fronte di un'autorizzazione alla vaccinazione di massa della fascia di età di cui si tratta;

sempre nella medesima sezione della scheda tecnica, desta perplessità la previsione in base alla quale "Questo medicinale è stato autorizzato con procedura 'subordinata a condizioni'. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L'Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni su questo medicinale e il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario";

i numerosi casi di miocarditi segnalati nei Paesi in cui la vaccinazione degli under 18 è in fase avanzata, unitamente all'esiguo numero di soggetti nella fascia di età 12-15 anni analizzati nello studio 2 sul Comirnaty, non appaiono compatibili con la previsione di una "analisi almeno annuale dei dati sul vaccino" come condizione per la sua somministrazione;

come è noto, il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio delle segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR - adverse drug reaction) costituisce un'importantissima fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare precocemente potenziali segnali di allarme relativi all'uso dei medicinali, così da renderli più sicuri, a beneficio di tutti i pazienti;

non è più rinviabile la realizzazione di un meccanismo di farmacovigilanza specifico per gli effetti avversi legati alla somministrazione dei vaccini anti COVID-19, una rete di monitoraggio che sia in grado di monitorare in tempo reale e in modo duraturo e sistematico, fornendo dati disaggregati e pubblici, gli effetti avversi delle vaccinazioni per consentire agli scienziati una corretta valutazione di rischi e benefici e al Comitato etico una corretta valutazione sotto il profilo etico della somministrazione dei vaccini agli "under 18";

gli attuali report realizzati da AIFA sono un tassello utile, ma non sufficiente rispetto alla necessità di adeguare l'attuale sistema di farmacovigilanza alla nuova realtà sanitaria dominata dal COVID-19, una realtà in cui una vigilanza ancora oggi tarata, per tempistiche e modalità, sul monitoraggio degli effetti avversi dei vaccini antinfluenzali, appare del tutto inadeguata a intercettare in modo organico, sistematico e completo gli effetti avversi legati alla somministrazione dei vaccini anti COVID-19;

il decreto del Ministro della salute 30 aprile 2015 ha ribadito l'obbligo di segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse da farmaci e da vaccini, ma in Italia non esistono sistemi di vigilanza dedicati ai vaccini per il COVID-19;

in base alle normative europee sulla farmacovigilanza (in particolare, il regolamento di esecuzione (UE) n. 520/2012 del 19 giugno 2012, relativo allo svolgimento delle attività di farmacovigilanza previste dal regolamento (CE) n. 726/2004 del Parlamento europeo del Consiglio e della direttiva 2001/83/CE del Parlamento europeo e del Consiglio), i medicinali contenenti nuove sostanze attive, non presenti in medicinali autorizzati in Europa alla data del 1° gennaio 2011, dovrebbero essere sottoposti a monitoraggio addizionale, in particolare i prodotti la cui autorizzazione è subordinata o autorizzata in circostanze eccezionali, come nel caso dei vaccini autorizzati per il coronavirus. In questi casi la normativa prevede anche la possibilità di imporre alle aziende titolari di AIC di condurre ulteriori studi sulla sicurezza o sull'efficacia del farmaco;

in Inghilterra l'MHRA ha dedicato un dinamico sistema di sorveglianza nella somministrazione dei vaccini anti COVID-19, attraverso un sito dedicato, il "Coronavirus yellow card", lanciato a maggio 2020 specificamente per i farmaci e i dispositivi medici e per i vaccini utilizzati per il COVID-19;

le informazioni raccolte in questo database sono composte da segnalazioni che possono essere fatte da chiunque: pazienti, produttori e operatori sanitari. Questi rapporti sono categorizzati ed elaborati statisticamente a livello nazionale, nonché in un sistema europeo gestito dall'EMA e in un sistema mondiale gestito dall'OMS;

l'Italia non dispone ancora di un sistema di farmacovigilanza dedicato al COVID-19 e implementabile, che consenta una simile categorizzazione ed elaborazione statistica dei dati a livello nazionale e in un sistema europeo gestito dall'EMA o in un sistema mondiale gestito dall'OMS,

impegna il Governo:

1) ad attivare urgentemente il Comitato etico dell'Istituto superiore di sanità per la valutazione dei benefici e dei rischi della somministrazione dei vaccini anti COVID-19 agli under 18;

2) a sospendere la vaccinazione di massa degli under 18, se non in presenza di indicazioni specifiche per singoli casi, in attesa che la comunità scientifica disponga di dati sufficienti a sciogliere i dubbi legati agli eventi avversi resi noti, ad esempio dal CDC e dal sistema di vigilanza israeliano;

3) a potenziare la rete di farmacovigilanza con un sistema dedicato al COVID-19 e implementabile, che consenta una categorizzazione ed un'elaborazione statistica dei dati a livello nazionale e all'interno di un sistema europeo gestito dall'EMA, oltre che in un sistema mondiale gestito dall'OMS, alla stregua di quanto fatto ad esempio dall'Inghilterra.

Quando c'è in ballo la salute umana gli organismi europei come l'EMA o l'AIFA in Italia, notoriamente influenzati e influenzabili dalle lobby farmaceutiche, i singoli Paesi hanno il dovere morale di dotarsi di un comitato etico specifico per le pandemie e indipendente che valuti scientificamente l'opportunità di determinate cure rispetto ad altre. Inoltre, la grave lacuna di non aver potuto disporre in tempo di un piano pandemico aggiornato non depone nemmeno a favore dell'OMS che ha dimostrato tutta la sua malafede in questa situazione di emergenza.

Cinzia Palmacci

giovedì 5 agosto 2021

IL VACCINO GARDASIL E LE MUTAZIONI GENICHE

IN QUESTA INTERESSANTE RICERCA SUL VACCINO GARDASIL LA PROVA CHE SONO I VACCINI A SVILUPPARE LE MUTAZIONI NEI VIRUS PERCHE' I VACCINI STESSI CONTENGONO COMPOSTI CHIMICI IN GRADO DI INDURRE MUTAZIONI GENICHE E/O CROMOSOMICHE!!

Estratto HPV:

Il morbillo selvatico, come la varicella selvatica, è un virus stabile e mite che conferisce immunità per tutta la vita se acquisito naturalmente. Ma i produttori di vaccini hanno modificato geneticamente i vaccini come un modo per modificare la natura. La manipolazione genetica del vaccino Gardasil ha provocato oltre 140 decessi documentali dal database VAERS. Tuttavia, la segnalazione VAERS è volontaria e riporta solo un 2% stimato dei casi.

Oltre 18.727 lesioni correlate al vaccino sono già state legate a Gardasil sia nelle ragazze che nei ragazzi. Da segnalare la scoperta di DNA sintetico ricombinante HPV legato a sali di alluminio trovati nel sangue delle ragazze, mesi dopo la vaccinazione. Questi risultati contraddicono le schede tecniche Medsafe che affermano che non esiste DNA virale nel vaccino.

Ciò significa che il DNA virale rimane nel corpo per incorporare nel genoma umano. Quindi la cellula ospite contiene DNA umano e DNA virale geneticamente modificato.

Qualcosa su cui riflettere perché qualcuno dovrebbe fidarsi dell'iniezione di un vaccino sperimentale geneticamente modificato in un bambino quando il Congresso ha concesso una "immunità" generale per quanto riguarda eventuali cause legali contro i produttori di vaccini per eventuali lesioni legate al vaccino? Se i produttori di vaccini non si fidano dei loro prodotti tanto propagandati, perché dovremmo fidarci noi?

Negli Usa i vaccini obbligatori, che si stanno insinuando dall'entroterra alle coste, fanno parte di un ordine del giorno per tracciare ogni essere umano sfruttando la rete 5G.

Recentemente, un altro focolaio di pertosse è stato segnalato a Houston, dove il 100% degli studenti colpiti era stato vaccinato contro di esso. Nel 2018, dieci bambini confermati con pertosse in un'epidemia della Carolina del Nord erano stati tutti vaccinati.

Questi focolai rappresentano molte migliaia di focolai simili nel corso degli anni. Mostra ciò che numerosi focolai legati al vaccino testimoniano: la vaccinazione non è immunizzazione. Infatti, i focolai di pertosse, così come i focolai di morbillo e parotite sono tutti in aumento a causa dell'ignoranza dei genitori, della pianificazione strategica dei funzionari e della lenta distruzione del sistema immunitario umano.

Ma cos'altro c’è da sapere prima di aderire alla somministrazione di Gardasil?

Prima di ogni cosa, questo è un vaccino sotto monitoraggio intensivo e quindi sperimentato in vivo sulle masse.

Farlo agli adolescenti maschi di soli undici anni non avrebbe assolutamente senso, visto che sarebbero troppo giovani per praticare sesso ed essere quindi veicolo del virus.

Deve inoltre essere chiaro che ci sono 100 diversi ceppi di HPV, 30 dei quali a trasmissione sessuale, 15 dei quali sono stati associati con lo sviluppo del cancro, ma solo se l’infezione da HPV persiste per un lungo periodo di tempo e non sono condotti test regolari e, in fine, solo 4 ceppi coperti da questo vaccino che oltretutto offre copertura triennale…

Nel 2007 è stato introdotto nel nostro piano vaccinale e reso gratuito per tutte le dodicenni, in alcune regioni anche esteso ad altre fasce d’età e ai bambini, senza che la sua efficacia sia stata comprovata, tanto che nel 2015 l’ASSIS, (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute) lanciò un appello nel quale veniva richiesta la sospensione della somministrazione di massa del vaccino anti-papilloma virus in attesa di una valutazione appropriata della letteratura scientifica che avanzava dubbi sulla sicurezza e sull’efficacia.

Ma non è tutto: Una revisione sistematica di studi pre e post rilascio autorizzazioni dell’HPV condotta da ricercatori della “University of British Columbia” ha palesato che l’efficacia del vaccino non è dimostrata, infatti nella sintesi del riesame della sperimentazione clinica, gli autori hanno affermato che:

“….la progettazione dei trial clinici sul vaccino HPV, e l’interpretazione dei dati di entrambi i risultati di efficacia e sicurezza, erano in gran parte inadeguati.
Inoltre, è evidente la scelta di report selettivi rispetto ai risultati dei trial clinici (ad esempio, l’esclusione dei dati di efficacia sul vaccino relativi a sottogruppi in cui l’ efficacia potrebbe essere inferiore o addirittura negativa rispetto a pubblicazioni peer-reviewed).
Detto questo, l’ottimismo diffuso per quanto riguarda i benefici a lungo termine dei vaccini per l’HPV sembra poggiare su una serie di ipotesi non provate (o che sono in contrasto con i dati di fatto) e su una significativa interpretazione errata dei dati disponibili.”

L’Assis aveva peraltro premure ben fondate in quanto negli Stati Uniti, fino a Marzo 2015 sono state registrate più di 35.000 segnalazioni di reazioni avverse inclusi più di 200 decessi.


Manipolazione Genetica con i Vaccini

"...E' una cosa saggia mescolare ciò che la natura ha tenuto distinto? Il peggio è che non lo sapremo mai.
... Abbiamo il diritto di operare in contrasto con la saggezza evolutiva di milioni di anni per accontentare l'ambizione e la curiosità di alcuni scienziati ?....
Questo mondo ci è dato soltanto in prestito. Arriviamo e ce ne andiamo e dopo di noi lasciamo terra, aria e acqua ad altri che ci seguono. La mia generazione — o forse quella che l'ha preceduta — ha intrapreso per prima sotto la guida delle scienze esatte una distruttiva guerra coloniale contro la natura. Perciò il futuro ci maledirà..."
By E. Chargaff

"Noi medici siamo plagiati, fin dall'inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di "professori" che hanno il solo interesse di lasciarci nell'ignoranza sulla vera origine delle malattie. Alcuni di noi, alla fine, raggiungono la consapevolezza e mettono in moto delle grosse energie che provocano reazioni positive nel Tutto."
By Dott. Giuseppe De Pace (medico ortopedico ospedaliero)

Parla una GENETISTA ricercatrice della Stanford University con 20 anni di esperienza. Ecco cosa ha scoperto con le sue ricerche e quindi afferma:
"Nei vaccini, non solo cellule umane danneggiate o tumorali, ma anche cellule eterologhe perfettamente sane possono causare gravi danni. Un DNA estraneo proveniente da colture di cellule umane può essere trasportato fino nel NUCLEO della cellula dell'ospite ed essere INTEGRATO nel genoma del soggetto, causando mutazioni del FENOTIPO".
Cio' significa che....se vaccinate i vostri figli, li STATE GENETICAMENTE MODIFICANDO, CON il VOSTRO CONSENSO!

I contaminanti dei DNA contenuti nei vaccini a batteri o virus, possono essere integrati nel DNA umano e quindi anche nei geni dei bambini ed adulti.

Ecco il recente studio che ha coinvolto più di 17.000 bambini fino a 19 anni. Questo studio-indagine attualmente in corso è stato avviato dall’omeopata Andreas Bachmair.

Bibliografia aggiuntiva:

Per “manipolazione genetica” si intende l’alterazione artificiale del DNA tramite processi conosciuti come “ingegneria genetica”. In pratica vengono prelevati=spostati geni da una specie ed inseriti in un’altra in vari modi, allo scopo di trasferirle le caratteristiche desiderate.
In natura avvengono trasferimenti di geni, ma solo all’interno di uno stesso individuo (i geni cosiddetti “ballerini” o trasposoni, infatti si spostano in continuazione lungo il filamento del DNA) e non tra organismi diversi, cosa possibile grazie all’ingegneria genetica.
Tutto ciò per ottenere la clonazione del DNA umano per il controllo psichico delle popolazioni.

Che cosa sono i Geni e dove si trovano ?
Il gene è l'unità ereditaria degli organismi viventi. I geni sono contenuti nel genoma di un organismo, che può essere composto di DNA o di RNA, e dirigono lo sviluppo fisico e comportamentale dell'organismo. La maggior parte dei geni codifica proteine, che sono le macromolecole maggiormente coinvolte nei processi biochimici e metabolici della cellula.
Molti geni non codificano proteine, ma producono RNA non codificante, che può giocare un ruolo fondamentale nella biosintesi delle proteine e nell'espressione genica.
Tratto da: da Wikipedia.

I geni si trovano in tutto ciò che è vivo o è vissuto. Persone, mosche, prosciutto, pomodori e batteri contengono geni. Una bistecca di 200 grammi ha 750.000 miliardi di geni.
Un gene è un codice che determina il nostro aspetto e le nostre caratteristiche. Alcuni geni, ad esempio, determinano il colore blu o nocciola degli occhi. Ereditiamo metà dei nostri geni dalla madre, metà dal padre.
Un esperto risponde: “Un gene è un tratto di acido ribonucleico (o desossiribonucleico) che codifica per una proteina, cioè per una catena polipeptidica. Ora, fate conto di scoprire la sequenza di un certo tratto di DNA. bene, conoscendo il codice genetico, cioè, conoscendo la "chiave di lettura" e l'interpretazione che il macchinario di traduzione DNA->proteina (in realtà, spesso, si tratta d più passaggi: DNA->RNA->PROTEINA) darà a quella sequenza, saremo in grado di dire se quel certo tratto è o meno un gene od un "pezzo" di gene se, in base al codice genetico, quel segmento codifica o meno per una proteina (o per un RNA ribosomiale o transfer)”.
Anche i vegetali contengono geni. Il colore dei fiori e l'altezza della pianta sono determinati dai geni. Così come avviene per le persone, anche nelle piante le caratteristiche si trasmetteranno alla prole, le sementi che genereranno nuove piante.

Cosa è una manipolazione genetica ?
"La genetica è la scienza che studia i caratteri ereditari. L'ingegneria genetica o manipolazione genetica è una sua applicazione. Ogni essere vivente eredita le proprie caratteristiche dalle generazioni precedenti. Ogni cellula che compone un organismo vivente contiene alcune strutture microscopiche, chiamate cromosomi, composte dal DNA (il DNA è la parte della cellula dove sono codificati i caratteri ereditari) che a sua volta è costituito dai geni. Ognuno di questi geni codifica una caratteristica che verrà trasmessa alla generazione successiva. All'inizio degli anni settanta, i ricercatori sono stati in grado di manipolare artificialmente il DNA, grazie alla scoperta degli enzimi di restrizione e delle ligasi, in grado, come forbici aghi e fili, di tagliare il filamento di DNA, inserire un gene che codifica per una determinata caratteristica e ricucire. Sono stati così creati vegetali e animali transgenici. Questi ultimi vengono impiegati nella ricerca di base e delle malattie umane, per la produzione di proteine, per i test di mutagenesi e cancerogenesi, per scopi agricoli e infine come potenziali donatori di organi."

"Ogni specie animale differisce da tutte le altre per l'anatomia, la fisiologia, la biochimica, la patogenesi e la genetica. Per tutte queste ragioni ogni specie ha un funzionamento differente da tutte le altre e, quindi non può essere un valido modello sperimentale. Nonostante queste evidenze, nel campo della ricerca, dal secolo scorso, l'impiego di animali è ritenuto utile da parte della comunità scientifica."

La manipolazione genetica è la nuova frontiera della follia e della sete di potere dell'uomo. E' stupefacente quanto poco si siano valutati i rischi che la creazione di nuovi organismi viventi comporta per la sopravvivenza del pianeta, di un pianeta che verrà sconvolto nei suoi ecosistemi e nelle sue biodiversità dalla diffusione di informazioni genetiche che non hanno subìto il vaglio della selezione naturale, attraverso la lenta evoluzione nel corso dei millenni", vengono infatti saltati i meccanismi di selezione naturale e quindi non sappiamo quali potrebbero essere le conseguenze. Tratto da: progettogaia.it

Ingegneria genetica
Nelle forme tradizionali di incrocio, le diverse varietà vegetali e le razze animali vengono ottenute mediante un processo di selezione che utilizza l'enorme diversità di caratteristiche genetiche prodotta dai meccanismi di evoluzione naturale in miliardi di anni e rappresentata dalla varietà di specie, animali e vegetali, presenti sul pianeta.

In natura, gli incroci tra organismi avvengono entro i limiti della specie: ad esempio, una rosa rossa può incrociarsi con una rosa gialla, ma una rosa non potrà mai incrociarsi con un ratto. Quando specie affini ma diverse riescono ad incrociarsi, di solito la prole è sterile. Ad esempio, un cavallo può accoppiarsi con un asino ma l'organismo prodotto, il mulo, è sterile. Queste barriere sono essenziali per l'integrità delle specie. L'ingegneria genetica, a differenza dei sistemi tradizionali di incrocio, prevede invece l'inserimento dei geni appartenenti ad una specie nel corredo genetico di un'altra, allo scopo di trasferire le caratteristiche desiderate. Per esempio, si può selezionare il gene di un pesce artico che produce una sostanza anticongelante e trasferirlo in un pomodoro o in una fragola per renderli resistenti al congelamento. Oggi, gli scienziati possono introdurre nelle piante geni presi da batteri, virus, insetti, animali e persino esseri umani.

Ci sono numerose tecniche a disposizione dell'ingegneria genetica. Certe proteine, gli enzimi "di restrizione", funzionano come forbici e sono usate per tagliare pezzi di DNA in punti specifici e, dunque, per selezionare i geni prescelti. Questi geni sono poi di solito inseriti in molecole circolari di DNA, i plasmidi, che si trovano nei batteri. Questi si riproducono rapidamente, moltiplicando anche il numero dei plasmidi ospiti ed in poco tempo si possono avere migliaia di copie identiche (cloni) del "nuovo" gene, cioè del gene che si vuole trasferire.

Il gene marcatore è spesso un gene che fornisce resistenza agli antibiotici, che sono sostanze che uccidono le cellule. Per sapere se il trasferimento ha effettivamente avuto luogo le cellule in cui si spera sia stato inserito il nuovo gene vengono esposte all'azione dell'antibiotico: le cellule che sopravvivono, grazie alla presenza del gene marcatore, dovrebbero contenere anche il nuovo gene; da queste cellule, forse, verrà il "nuovo" organismo transgenico.

Sappiamo poco di come sia regolata l'attività dei geni. Ogni modifica del DNA di un organismo potrebbe per quel che ne sappiamo avere effetti a catena, impossibili da prevedere e da controllare.

L'inserimento di un gene estraneo può distruggere il delicato equilibrio che regola l'interazione tra i geni, e tra i geni ed i fattori esterni. Il nuovo gene potrebbe, ad esempio, alterare reazioni chimiche che avvengono nella cellula o disturbare le funzioni cellulari. Ciò potrebbe produrre conseguenze impreviste come la creazione di nuove tossine o allergeni (molecole che provocano allergie) o cambiare il valore nutritivo dell'organismo in questione.

Bisogna anche considerare che per far funzionare il nuovo gene nella cellula ospite, si inserisce nelle sue vicinanze un "interruttore" (promoter), cioè un pezzo di DNA preso da un virus o da un batterio, che attiva il gene che gli sta vicino. Questi "promoter", che spesso forzano i geni ad essere produttivi da 10 a 1000 volte più del normale, possono influenzare altri geni vicini, ad esempio attivandoli o alterandone l'attività. Il "promoter" potrebbe, ad esempio, stimolare una pianta a produrre livelli superiori alla norma di una sostanza che a basse concentrazioni è innocua ma che diventa pericolosa se presente in maggior quantità. E' ciò che è stato osservato in un lievito (un microorganismo) che era stato geneticamente manipolato per aumentarne le capacità di fermentazione: è stata riscontrata la produzione di una molecola chiamata metil-glioxal, a concentrazioni tali da avere effetti tossici e cancerogeni.

Vedi anche: 

I Vaccini mutano i geni del DNA umano ed animale !

Il vaccino Gardasil contiene frammenti di DNA di HPV associati ad un adiuvante l'alluminio, le cui caratteristiche molecolari sono quelle di un "nuovo composto chimico" preparato nei laboratori di produzione, con una conformazione che è notoriamente mutagena (in altre parole, esso è in grado di indurre mutazioni geniche e/o cromosomiche).
Il Dr. Sin Hang Lee ha trovato questo complesso molecolare in numerosi campioni di Gardasil provenienti da tutto il mondo.
Egli ha riferito di questa scoperta in una conferenza in Francia già nel 2014, e tutto passa sotto silenzio....

Questo è il testo del "Comunicato Stampa" inviato a tutta la stampa italiana nel mese di Dicembre del 1995, dal presidente dell’Associazione Universo Bambino e che è passato in totale sordina:

L’Associazione Universo Bambino di Bari, comunica:
"Lo studio presentato e pubblicato su: The Mediterranean Journal of Surgery and Medecine dal Dott. Massimo Montinari, Medico Chirurgo, Presidente dell’Associazione Universo Bambino, è riferito a 48 pazienti che si sono rivolti alla sua Associazione dopo essere stati ricoverati presso numerosi Centri Ospedalieri nazionali e stranieri; questi sono stati selezionati da ben 186 malati, affetti da patologie del SNC (Sistema Nervoso Centrale), osservati nel periodo Apr/94 - Ott/95.
Nella storia di ogni paziente si documentava l’insorgenza di segni clinici relativi al SNC ed apparato digerente, in concomitanza o immediatamente dopo la somministrazione di vaccini (per la Polio Sabin e Salk, Difterite-Tetano, Morbillo, Difterite, Tetano, Pertosse, TBC).
La proposta di studio è riferita alla valutazione del quadro immunitario dei pazienti ed al ruolo dell’immunogenetica nella diagnosi di patologie ad eziopatogenesi spesso dubbia ed handicappanti; l’attento studio del braccio corto del Cromosoma 6 dell’uomo, la caratteristica genetica e l’azione di virus a DNA in soggetti sottoposti a vaccinoprofilassi in età pediatrica, ha consentito di valutare una caratteristica ricorrenza di alleli nel quadro genetico di tutti i pazienti sottoposti a vaccinoprofilassi e insulto da virus a DNA".
(Oggi, solo il dott. M. Montinari ha in cura migliaia di pazienti oltre a 6.000 bambini, giovani e militari autistici, rovinati dai vaccini, curati dal 1996 al 2014).



A questo punto, possiamo affermare sia davvero necessario utilizzare un vaccino o un farmaco in età precoce senza valutare possibili rischi piuttosto che fare una sana educazione sessuale e test di screening regolari? E quale messaggio stiamo mandando alle nuove generazioni? Ma soprattutto, avremo nuove generazioni? O piuttosto bisognerà chiamarli "esseri mutanti"? 

Vedi anche:
https://beforeitsnews.com/alternative/2021/08/microchipping-2020-hpv-vaccine-gmo-dna-6-3755822.html?utm_referrer=https%3A%2F%2Fzen.yandex.com&utm_campaign=dbr

La subdola sperimentazione del vaccino MR in Africa

LA SPERIMENTAZIONE DEI SIERI GENICI E' COMINCIATA DA QUALCHE DECENNIO PRIMA IN AFRICA CON CONSEGUENZE GRAVI DI DANNI ALLA SALUTE E MORTI, POI E' PROSEGUITA FINO A COINVOLGERE L'INTERA POPOLAZIONE MONDIALE, SOPRATTUTTO GIOVANILE. LE ELITE HANNO ALZATO IL LIVELLO DI PERICOLOSITA' DELLE LORO POLITICHE DI STERMINIO: HANNO COMINCIATO CON LA DEPOPOLAZIONE IN AFRICA ED ORA, CON IL COVID E I VACCINI, PROCEDONO CON L'INTERA POPOLAZIONE GLOBALE. QUESTO E' UN RESOCONTO DEL 2017 SULLA MASSICCIA CAMPAGNA VACCINALE RIVOLTA A BAMBINI DAI 9 MESI AI 14 ANNI IN AFRICA....


Non è solo l’Italia a far parlare di vaccini, infatti a quanto pare è bufera anche nel lontano sud Africa, precisamente in Lesotho, ove il ministero della salute aveva, a partire da Febbraio, iniziato una campagna di vaccinazioni massicce rivolte a tutti i bambini tra i nove mesi e i quattordici anni per prevenire l’insorgere di morbillo e rosolia.

Ma è presto scandalo: centinaia i genitori insorti che chiedono giustizia per i figli danneggiati e afflitti dalle più svariate reazioni avverse, tra cui diarrea sanguinolenta, gravi reazioni cutanee su tutto il corpo, febbre molto alta e tosse implacabile e quattro morti sospette di cui però bisogna ancora verificare il nesso vaccinale.

Qualcuno punta i piedi perché i propri figli non vengano vaccinati, altri accusano di essere lasciati soli dopo le reazioni avverse poiché non vi è nessun supporto ospedaliero e neppure istituzionale.

I giornali che parlano della vicenda si guardano bene dal fornire certezze, avendo paura, probabilmente, delle ripercussioni che potrebbero trarne se dessero davvero voce al popolo africano.

Intanto però le foto dei bimbi colpiti dagli effetti collaterali infiammano i social e ancor più colpiscono le parole di mamme e papà disperati che, se per una volta hanno visto realizzare il sogno di un mondo giusto ove le cure sono rivolte a tutti gratuitamente, si sono subito risvegliati nella cruda realtà di una sperimentazione che si avvale del diritto di rifarsi sulle popolazioni meno abbienti e più sottomesse del pianeta!

Un genitore afferma: “Ricordo che qualcuno ha sollevato il problema ma l’infermiere ha placato le nostre paure dicendo che era normale. Invece siamo trattati come maiali. Non giudico nessuno, prego solo che tutti i nostri bambini stiano presto meglio.”

Un altro genitore preoccupato dice: “Quello che mi sorprende è che il Ministero della Salute è tranquillo sull’argomento e mi chiedo perché non prendono provvedimenti, dato che la gente non riceve alcun aiuto nelle strutture ospedaliere.”

E’ lo stesso Ministro, il Dr. Molotsi Monyamane ad affermare infatti che i vaccini hanno effetti collaterali, come fosse naturale ritrovarsi, a trenta minuti dalla vaccinazione con figli che, prima sani, ora non lo sono più e non si sa se le reazioni siano permanenti o se possano cronicizzarsi, invitando poi i cittadini a recarsi all’ospedale “Queen Elisabeth II” per effettuare test gratuiti, mentre gli altri potranno usufruire del servizio scadente offerto nel resto delle decadenti strutture ospedaliere delle zone che potranno raggiungere più agevolmente!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, si affida ad un team nazionale di esperti che si occuperà di indagare sulle cause degli eventi indesiderati e sulle presunte mortalità.

Balcha Masresha, coordinatore regionale per l’eliminzione di morbillo e rosolia per l’Africa, Sweet Jain- responsabile del punto d’ascolto sulla sicurezza vaccinale per l’Africa orientale e meridionale e Zorodzai Machekanyanga, il funzionario per la mobilitazione sociale, supervisionati dall’OMS svolgeranno queste importanti indagini da cui però non c’è da aspettarsi alcuna rivelazione veritiera, in quanto è lo stesso Dr. Jain che afferma, durante una conferenza stampa, che lo scopo delle investigazioni si orienta anche a verificare la possibilità che alcuni dei bambini spaventati dalle iniezioni abbiano problemi di ansia.

Certamente, poiché, come tutti ben sappiamo, l’ansia causa di diarrea cronica e sanguinolenta, reazioni cutanee gravi su tutto il corpo e febbri altissime accompagnate da tosse persistente ed implacabile.

Solo lo scorso anno la stessa storia si è ripetuta in Namibia, dove vi fu la stessa machiavellica e cinematografica tarantella investigativa per lo stesso vaccino MR che avrebbe ucciso decine di bambini. Infine, l’OMS sollevò il governo da ogni responsabilità e l’onnipresente Dr. Jain dichiarò che in Namibia i bambini sono deceduti per infezioni cerebrali e attacchi epilettici, (che ovviamente, nulla hanno a che fare con le reazioni avverse di questo vaccino come di altri!).

Restiamo quindi in attesa che vi siano ulteriori risvolti nella misteriosa saga della sperimentazione in vivo sui bambini sfortunati che per il “bene della collettività” si fanno cavie atte a testare i vaccini che arriveranno poi nei paesi più abbienti per una seconda “invisibile” sperimentazione, (vedere i vaccini sotto monitoraggio addizionale).

Frattanto sarebbe opportuno, cercare di alzare la testa, smistando le proprie paure da cittadino e genitore e cercando di arrivare SEMPRE ad una VERITA’ ragionata e basata su dati di fatto REALI e conoscenze GLOBALI.

Dovremmo tutti cambiare approccio nei confronti di questo nostro mondo affetto da una sorta di virus che non ci fa vedere quanto male si nasconda dietro ai sorrisi dei benefattori che elargiscono miracolose cure, eroi che salvano l’umanità da malattie virali e ne creano altre di cui ci faremo carico a vita e istituzioni a tutela di bambini che prima, sfruttati nel lavoro nero, oggi, come strumento per rimpinzare le care case farmaceutiche senza le quali saremmo tutti morti o ammalati.

Ai repressi.

Ai danneggiati.

Ai bambini soli.

Ai popoli sfruttati.

Ed anche agli stupidi.



lunedì 26 luglio 2021

Gravi effetti fisici, emotivi e psicologici della pandemia sui minorenni.

Le misure anti covid prese dagli Stati sembrano non aver calcolato il danno ingente arrecato a bambini ed adolescenti. E la violenza continua con l'imposizione di sieri sperimentali che potrebbero avere effetti disastrosi di medio lungo termine sulla salute dei minori. In Gran Bretagna la lettera di 40 scienziati esprime dubbi sulle vaccinazioni ai bambini ed esorta a non ripetere gli errori del passato. Per esempio, il vaccino per l’influenza suina Pandemrix, lanciato dopo la pandemia del 2010, ha provocato oltre mille casi di narcolessia, in bambini e adolescenti, prima di essere ritirato. Anche Dengvaxia, un vaccino contro la dengue, è stato distribuito ai bambini prima dei risultati completi della sperimentazione, e 19 bambini sono morti per un possibile potenziamento anticorpo-dipendente (ADE) prima che il vaccino fosse ritirato. Non dobbiamo rischiare il ripetersi di questi eventi con i vaccini Covid-19, che potrebbero avere un impatto enormemente dannoso sulla vaccinazione in generale.

Il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell’adolescenza mette in guardia contro i gravi effetti fisici, emotivi e psicologici della pandemia COVID-19 sui minorenni e invita gli Stati a proteggere i diritti delle persone di minore età.

1 Il Comitato esprime preoccupazione per la situazione di bambini e adolescenti in tutto il mondo, in particolare quelli in situazioni di vulnerabilità, a causa degli effetti della pandemia COVID-19. Molti minorenni sono gravemente colpiti fisicamente, emotivamente e psicologicamente, specialmente nei Paesi che hanno dichiarato stati di emergenza e lockdown obbligatorio. Oltre alla dichiarazione di dieci organi previsti dai trattati sui diritti umani, il Comitato esorta gli Stati a rispettare i diritti dei minorenni nell'adottare misure per contrastare la minaccia alla salute pubblica rappresentata dalla pandemia di COVID-19. In particolare, il Comitato invita gli Stati a:
1. considerare gli impatti sanitari, sociali, educativi, economici e ricreativi della pandemia sui diritti delle persone di minore età. Sebbene inizialmente dichiarate per breve durata, risulta chiaro che le dichiarazioni di stato di emergenza e/o disastro possono essere mantenute per periodi più lunghi, portando a periodi più lunghi di restrizioni al godimento dei diritti umani. Il Comitato riconosce che in situazioni di crisi, il diritto internazionale dei diritti umani consente eccezionalmente misure che possono limitare il godimento di alcuni diritti umani, al fine di proteggere la salute pubblica. Tuttavia, tali restrizioni devono essere imposte solo quando necessario, essere proporzionate e mantenute al minimo assoluto. Inoltre, pur riconoscendo che la pandemia di COVID19 può avere un impatto significativo e negativo sulla disponibilità di risorse finanziarie, tali difficoltà non dovrebbero essere considerate un impedimento all'attuazione della Convenzione. Gli Stati dovrebbero, pertanto, garantire che le risposte alla pandemia, comprese restrizioni e decisioni sull'allocazione di risorse, riflettano il principio dell'interesse superiore del minorenne.
2. esplorare soluzioni alternative e creative affinché i bambini e gli adolescenti possano godere dei loro diritti al riposo, al tempo libero, allo svago e alle attività culturali e artistiche. Tali soluzioni dovrebbero includere attività all'aperto sotto supervisione, almeno una volta al giorno, nel rispetto di protocolli di distanza fisica e di altre norme igieniche, nonché attività culturali e artistiche a misura di bambino, in TV, alla radio e online.
3. garantire che la didattica a distanza non aumenti le disparità esistenti o non sostituisca l'interazione studente-insegnante. L'apprendimento online è un'alternativa creativa all’apprendimento in classe, ma costituisce una sfida per i bambini e i ragazzi che hanno un accesso limitato o nullo alla tecnologia o a Internet, o che non beneficiano di adeguato supporto dei genitori. Per tali bambini e ragazzi dovrebbero essere disponibili soluzioni alternative affinché possano beneficiare della guida e del supporto degli insegnanti.
4. attivare misure immediate per garantire che i bambini e i ragazzi abbiano accesso a cibi sani durante il periodo di emergenza, disastro o lockdown, poiché molti minorenni ricevono il loro unico pasto nutriente nell’ambito delle mense scolastiche.
5. mantenere la fornitura dei servizi fondamentali per i bambini e gli adolescenti, compresi assistenza sanitaria, acqua, servizi igienici e registrazione delle nascite. Nonostante la crescente pressione sui sistemi sanitari e la scarsità di risorse, ai minorenni non dovrebbe essere negato l’accesso all’assistenza sanitaria, incluso l’accesso ai test e al possibile vaccino futuro, alle cure mediche correlate e non correlate al COVID-19, ai servizi di salute mentale e alle cure mediche per patologie preesistenti. Bambini e adolescenti dovrebbero inoltre avere accesso all'acqua potabile e alle strutture sanitarie durante il periodo di emergenza, disastro o lockdown. I servizi di registrazione delle nascite non dovrebbero essere sospesi.
6. considerare essenziali i servizi di base di protezione di bambini e adolescenti, assicurando che rimangano operativi e disponibili, comprese le visite a domicilio se necessario, e fornire servizi professionali di salute mentale per i bambini che vivono in situazione di lockdown. Il confinamento può esporre le persone di minore età a una maggiore violenza fisica e psicologica a casa, o costringerli a stare in case sovraffollate e prive delle condizioni minime di abitabilità. Bambini e adolescenti con disabilità e problemi comportamentali, così come le loro famiglie, potrebbero dover affrontare ulteriori difficoltà a porte chiuse. Gli Stati dovrebbero rafforzare i sistemi di segnalazione e di riferimento telefonici e online, nonché attività di sensibilizzazione attraverso canali TV, radio e online. Le strategie per mitigare l'impatto economico e sociale della pandemia COVID-19 dovrebbero includere anche misure specifiche per proteggere i minorenni, in particolare quelli che vivono in condizioni di povertà e che non hanno accesso a un alloggio adeguato.
7. proteggere i bambini e gli adolescenti la cui vulnerabilità è ulteriormente aumentata dalle circostanze eccezionali causate dalla pandemia. Si tratta, in particolare, di minorenni con disabilità; minorenni che vivono in condizioni di povertà; bambini in situazioni di strada; minorenni migranti, richiedenti asilo, rifugiati e sfollati; minorenni appartenenti a minoranze e minorenni indigeni; minorenni con condizioni di salute sottostanti tra cui HIV / AIDS; minorenni privati della libertà o confinati in strutture di polizia, carceri, centri di assistenza sicura, centri di detenzione per migranti o campi; e i minorenni che vivono in istituti. Gli Stati dovrebbero rispettare il diritto di ogni bambino alla non discriminazione nelle misure per affrontare la pandemia di COVID-19 e dovrebbero altresì adottare misure mirate per proteggere i minorenni in situazioni vulnerabili.
8. porre fine, per quanto possibile, a tutte le forme di privazione della libertà e fornire ai minorenni che non possono essere liberati i mezzi per mantenere un contatto regolare con le loro famiglie. Molti Stati hanno adottato misure per limitare le visite e le opportunità di contatto per i minorenni che vivono in istituti o privati della libertà, compresi i bambini confinati in strutture di polizia, carceri, centri di sicurezza, centri di detenzione per migranti o campi. Mentre queste misure restrittive possono essere viste come necessarie nel breve periodo, nel lungo periodo avranno un marcato effetto negativo su bambini e adolescenti. Ai minorenni dovrebbe essere sempre permesso di mantenere contatti regolari con le loro famiglie, e se non di persona, attraverso la comunicazione elettronica o telefono. Se si prolunga il periodo di emergenza, calamità o di lockdown ordinato dallo Stato, si dovrebbe prendere in considerazione la rivalutazione delle misure che vietano tali visite. I minorenni in situazioni di migrazione non dovrebbero essere detenuti né separati dai loro genitori, se accompagnati. 9. evitare l'arresto o la detenzione di minorenni per violazione di linee guida e direttive statali relative a COVID-19 e garantire che ogni minorenne che sia stato arrestato o trattenuto venga immediatamente restituito alla sua famiglia.
10. diffondere informazioni accurate su COVID-19 e su come prevenire l’infezione in linguaggi e formati a misura di minorenne e accessibili a tutti i bambini e gli adolescenti, inclusi minorenni con disabilità, minorenni migranti e bambini e adolescenti con accesso limitato a Internet.
11. offrire l’opportunità che le opinioni di bambini e adolescenti siano ascoltate e prese in considerazione nei processi decisionali sulla pandemia. I bambini dovrebbero comprendere cosa sta succedendo e sentirsi parte delle decisioni che vengono assunte in risposta alla pandemia.

martedì 22 giugno 2021

CDC pubblica nuove linee guida, apre inchiesta dopo 1000 anni di influenza negativa a seguito della vaccinazione COVID-19


Migliaia di persone non sono state in grado di lavorare o svolgere attività quotidiane, o hanno richiesto cure da un professionista sanitario, dopo aver ricevuto il nuovo vaccino COVID-19, secondo i nuovi dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).


Al 18 dicembre 2020, 3.150 persone hanno segnalato ciò che l’agenzia definisce “eventi di impatto sulla salute” dopo essere stati vaccinati.

La definizione del termine è: “incapace di svolgere le normali attività quotidiane, incapace di lavorare, cure richieste da un medico o da un operatore sanitario”.

Come riporta Zachary Stieber di The Epoch Times, le persone che hanno segnalato gli effetti negativi li hanno segnalati tramite V-safe, un’applicazione per smartphone. Lo strumento utilizza messaggi di testo e sondaggi web per fornire controlli sanitari personalizzati e consente agli utenti di comunicare rapidamente al CDC se stanno riscontrando effetti collaterali.

Il CDC e la Pfizer, che produce il vaccino con BioNTech, non hanno risposto alla richiesta di commenti.

L’informazione è stata presentata sabato dal Dr. Thomas Clark, un epidemiologo del CDC, al Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione, un gruppo indipendente che fornisce raccomandazioni all’agenzia.

https://beta.documentcloud.org/documents/20432769-05-covid-clark

https://embed.documentcloud.org/documents/20432769-05-covid-clark/?embed=1&title=1

Il CDC ha detto che 272.001 dosi del vaccino sono state somministrate a partire dal 19 dicembre. Ciò significa che la maggior parte delle persone vaccinate non ha avuto effetti negativi.

Il CDC ha identificato sei casi clinici di anafilassi, o grave reazione allergica, che si sono verificati in seguito alla vaccinazione con il nuovo vaccino, ha riferito Clark. Altri casi clinici sono stati esaminati e determinati per non essere di anafilassi.

In un aggiornamento di venerdì, l’agenzia ha sottolineato che chiunque abbia mai avuto una grave reazione allergica a qualsiasi ingrediente di un vaccino COVID-19 non dovrebbe ottenere quel vaccino. Le persone con gravi reazioni allergiche ad altri vaccini dovrebbero consultare il proprio medico per ottenere il nuovo vaccino, mentre quelli con una storia di anafilassi non correlata ai vaccini “possono comunque essere vaccinati”.

“Il CDC raccomanda che le persone con una storia di gravi reazioni allergiche non correlate a vaccini o farmaci iniettabili – come allergie a cibo, animali domestici, veleno, ambiente o lattice – possano comunque essere vaccinate”, ha detto il CDC.

“Le persone con una storia di allergie ai farmaci orali o una storia familiare di gravi reazioni allergiche, o che potrebbero avere un’allergia più lieve ai vaccini (nessuna anafilassi) – possono anche essere vaccinate”.

Chiunque soffra di anafilassi dopo aver ricevuto il primo vaccino non dovrebbe ottenere il secondo colpo, ha detto il CDC. I vaccini COVID-19 devono essere somministrati in due dosi, distanziate di circa tre settimane l’una dall’altra.

Almeno cinque operatori sanitari in Alaska hanno manifestato reazioni avverse dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer, ha riportato l’Anchorage Daily News. Una delle due reazioni avverse al Bartlett Regional Hospital ha richiesto un trattamento in ospedale per almeno due notti.

Un ospedale dell’Illinois ha interrotto le vaccinazioni dopo che quattro lavoratori hanno subito reazioni avverse.

Il dottor Peter Marks, direttore del Centro per la valutazione e la ricerca biologica della Food and Drug Administration, ha detto ai giornalisti in una telefonata giovedì sera che l’agenzia sta lavorando con il CDC e colleghi nel Regno Unito per sondare le reazioni allergiche.

“Esamineremo tutti i dati che possiamo da ciascuna di queste reazioni per capire esattamente cosa è successo. E cercheremo anche di capire quali componenti del vaccino potrebbero aiutare a produrli“, ha detto.


Un contenitore di 5 dosi di vaccino COVID-19 si trova su un tavolo al Roseland Community Hospital di Chicago, Illinois, il 18 dicembre 2020

Notando che stava speculando, Marks ha detto che è noto che il polietilenglicole – un componente presente sia nel vaccino Pfizer che in uno di Moderna che i regolatori hanno approvato all’inizio della giornata – può essere associato, in modo insolito, a reazioni allergiche.

“Quindi potrebbe essere un colpevole qui. Ed è per questo che guarderemo molto da vicino“, ha detto. “Ma a questo punto non lo sappiamo.”

Entrambi i vaccini hanno “effetti collaterali sistemici”, che sono “generalmente lievi”, ha detto Marks.

Se ne vanno dopo un giorno. Secondo il sito web della FDA, gli effetti collaterali più comunemente riportati includono stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e brividi. L’agenzia ha detto che se ne andranno dopo diversi giorni.

Un volontario nello studio clinico in fase avanzata di Pfizer ha sperimentato una reazione allergica. Due persone nella sperimentazione clinica di fase 3 di Moderna hanno sperimentato reazioni anafilattiche, ha detto la società durante un incontro giovedì. Ma i dati hanno mostrato che i benefici superano il rischio, hanno detto i funzionari della FDA, poiché hanno concesso l’autorizzazione per l’uso di emergenza ai vaccini a circa sette giorni di distanza.

Le persone che ricevono un vaccino COVID-19 devono essere monitorate per almeno 15 minuti dopo essere state vaccinate, secondo il CDC.

Se qualcuno sperimenta una grave reazione allergica contro l’ottenimento di un vaccino COVID-19, i fornitori di vaccinazioni dovrebbero fornire cure rapide e chiamare i servizi medici di emergenza. La persona deve continuare a essere monitorata in una struttura medica per almeno diverse ore.




https://beta.documentcloud.org/documents/20432769-05-covid-clark

martedì 8 giugno 2021

AUMENTO DI CASI DI LEUCEMIA FULMINANTE E 5G. L'ITALIA FRA LE PIU' IRRADIATE.

ALLORA... VEDIAMO SE UNENDO I PUNTINI RIUSCIAMO A CAPIRE COSA STA ACCADENDO, E NON SOLO IN ITALIA, DOVE SI STANNO VERIFICANDO SEMPRE PIU' FREQUENTI DECESSI PER LEUCEMIA FULMINANTE. UN ALTRO EFFETTO COLLATERALE DEI VACCINI O C'E' DELL'ALTRO? IL 5G AD ESEMPIO. IL GIOVANE CANTANTE MICHELE MERLO ERA VENETO DI VICENZA, UN RAGAZZO DI 28 ANNI SANO E FORTE. ERA ORIGINARIO DEL VENETO ANCHE UN ALTRO CASO RECENTE DI LEUCEMIA FULMINANTE: IL CULTURISTA E SPORTIVO SANDRO BROCCA. IN QUESTO ARTICOLO ANALIZZEREMO COME IL VENETO SIA TRA LE REGIONI PIU' IRRADIATE DAL 5G.   L'INTERO PIANETA VIENE "BOMBARDATO" CONTINUAMENTE DAI 20.000 SATELLITI NELLO SPAZIO DEL MILIARDARIO, ALTRO FINTO FILANTROPO ALLA SOROS, ELON MUSK. RECENTEMENTE ANONYMOUS HA INDIRIZZATO A MUSK UN MESSAGGIO DI AVVERTIMENTO MOLTO CHIARO CHE POTETE VEDERE QUI:


Michele Merlo
Il body builder di Marghera

Il giovane cantante Michele Merlo era veneto del vicentino. Michele si sentiva male da giorni e mercoledì si era recato presso il pronto soccorso di un ospedale del bolognese che, probabilmente, scambiando i sintomi descritti per una diversa, banale forma virale, lo aveva rispedito a casa. Dopo aver accusato i primi sintomi della malattia che l'ha stroncato, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico d'urgenza all'ospedale Maggiore di Bologna. In seguito alla denuncia dei genitori del cantante, già concorrente di X Factor e di Amici, morto a causa di un'emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante, la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio colposo. A farlo sapere è la stessa autorità giudiziaria, che spiega inoltre che l'apertura del fascicolo servirà per il "necessario svolgimento dell'autopsia e delle attività investigative connesse". I genitori di Michele Merlo hanno deciso di "chiedere alla magistratura di svolgere le necessarie indagini al fine di verificare se vi siano stati errori e/o omissioni antecedenti al ricovero al Maggiore che abbiano determinato irreversibilmente la sorte del proprio figlio". Michele Merlo era un ragazzo sano e forte di 28 anni. Quando si è sentito male Michele si trovava nel bolognese. Bologna è un'altra tra le città maggiormente irradiate dalle antenne 5G.

Anche il culturista di Mestre era originario del Veneto. Un “ragazzo” sano di 50 anni che aveva dedicato tutta la vita allo sport. Conosciuto e stimato da moltissime persone, all’interno della sua disciplina sportiva e non, nell’arco di tre settimane è scomparso. Sandro Brocca, residente a Marghera, se n’è andato in pochi giorni a causa di una malattia fulminante e spietata diagnosticata solo poco prima. Domenica l’atleta aveva partecipato ad una manifestazione accompagnando altri sportivi e chi gli è stato vicino dice che era quello di sempre, senza che nessun sintomo facesse pensare ad un problema di salute. Lunedì, però, si è sentito male ed è stato accompagnato in ospedale. In quell’ospedale da cui non è più uscito e da cui mercoledì ha lasciato questo mondo. Sandro Brocca era conosciuto e stimato da tutto il mondo della cultura fisica italiano. Campione riconosciuto ad alti livelli di questa disciplina, era stato anche campione del mondo. Lunedì il tracollo. Un malore, la corsa in ospedale, il ricovero in rianimazione. Mercoledì il decesso per un caso di leucemia fulminante.

Rete 5G a Bologna

A Bologna, dal 2019, sono già sei le antenne attive a Bologna. Il quadro di partenza è quello che vede la presenza sul territorio di 256 siti per un totale di 392 impianti di telefonia attivi: 132 di WindTre, 122 di Vodafone, 112 di Tim, 26 di Iliad. Le 28 richieste di parere (provenienti da due gestori) sono tutte riguardanti la riconfigurazione di impianti esistenti, attraverso l'inserimento di antenne 5G a 3.700 Mhz. per affrontare l'avvento del 5G il Comune ha aperto un tavolo permanente per coinvolgere operatori telefonici, comunità scientifica, mondo accademico e comitati dei cittadini: l'obiettivo è "prevenire da un lato la circolazione di informazioni non corrette che provocano nella cittadinanza un allarmismo non giustificato e, dall'altro, la minimizzazione dei possibili rischi connessi all'avvento della nuova tecnologia", sottolineano gli assessori Giuliano Barigazzi e Marco Lombardo, in una comunicazione scritta inviata alla commissione. La linea è quella della "concertazione con gestori e parti sociali", conferma il responsabile dell'area Salute e Tutela ambientale di Palazzo D'Accursio, Marco Farina. Questo sapendo che, di fronte ai due possibili approcci, uno "regolatorio" e l'altro "liberista", secondo Farina la normativa sta andando nella seconda direzione". Secondo Farina la situazione tecnologica è così in evoluzione che risulta impegnativo pensare ad un regolamentazione rigida, è necessaria una certa flessibilità per avere elementi di trattativa. Il messaggio per gli attivisti anti 5G è chiaro: arrangiatevi. La morte di qualche migliaio di persone è sacrificabile rispetto all'evoluzione tecnologica che avanza.

Rete 5G in Veneto

Il sindaco di Vicenza (Michele Merlo era vicentino), sentiti alcuni sindaci della provincia che hanno preso la stessa decisione, ha revocato l'ordinanza, firmata a maggio 2020, che stabiliva la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G. Il provvedimento, nato allo scopo di comprendere se tali dispositivi potessero danneggiare la salute, è stato reso inefficace a seguito della pubblicazione del decreto legge numero 76 del 16 luglio 2020 ("Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale") con cui si stabilisce che i sindaci non possono vietare l'installazione di reti 5G sul proprio Comune. "Questa novità legislativa, afferma il sindaco, espone i comuni a sicuri contenziosi da parte delle compagnie telefoniche. Abbiamo solo la possibilità di intervenire, attraverso il Piano antenne già adottato da questa amministrazione, in merito ai luoghi in cui potrà essere previsto il posizionamento di antenne e ripetitori. In ogni caso proseguiremo il confronto con Arpav e Ulss per avere effettiva certezza che il 5G non provochi danni alla salute pubblica.

Rete 5G a Venezia

A Venezia hanno scelto di applicare tutta la tecnologia disponibile, dal 5G all’intelligenza artificiale, a una delle città più complesse da gestire. Gli ingegneri e i tecnici di Tim hanno lavorato per mesi fianco a fianco con i colleghi del consorzio Venis per trasformare Venezia nella prima smart city «5G ready». Per monitorare oltre 700.000 persone che utilizzano ogni giorno sistemi di trasporto su gomma, ferro e acqua, la città lagunare si è dotata di un’infrastruttura intelligente e di una Smart control room, ospitata all’Isola del Tronchetto, che permette di tenere sotto controllo l’intera città. Grazie all’adozione di intelligenza artificiale, sensori per l’Internet of Things, cloud computing, piattaforme per l’analisi dei dati e connettività 5G, i dati e i video raccolti da telecamere e sensori dislocati in città, vengono analizzati ed elaborati dai sistemi operativi della Smart control room e le informazioni trasmesse a chi deve prendere le decisioni. Che si tratti di interventi relativi alla sicurezza, o di deviare il traffico in seguito a un incidente, oppure variare i limiti di velocità per i mezzi in transito sui canali, può essere fatto tutto in tempo reale. In epoca di restrizioni anti-Covid, dalla Smart control room si possono anche individuare assembramenti in luoghi pubblici e chiedere ai vigili di intervenire. Venezia è il primo esempio di come la tecnologia potrà cambiare la città e la vita dei cittadini. La Smart control room sull’Isola del Tronchetto è la più moderna centrale operativa d’Europa.

Cellulari, 15 motivi per essere preoccupati

Dopo conferme e smentite e decine di studi, sembra ormai certa l’influenza negativa dei cellulari sulla nostra salute. A sostenerlo è ora un autorevole documento che raccoglie l’adesione di ricercatori e medici indipendenti di 12 stati. Il documento, dal titolo che lascia poco spazio a dubbi, “Cellulari e tumori cerebrali: 15 motivi per essere preoccupati”, anticipa le conclusioni di uno studio internazionale, Interphone, in cui è coinvolta anche l’Italia e che promette di dire una parola definitiva sull’argomento. Il documento firmato dai ricercatori di mezzo mondo fa le pulci a decine di studi apparsi sulle riviste scientifiche nel corso degli anni e dalle conclusioni opposte, dando vita a una sorta di meta-ricerca che conclude sostenendo che i tumori al cervello sono collegabili all’utilizzo del cellulare, in una misura quantificabile. Il danno maggiore riguarda le persone che hanno cominciato a utilizzare il telefonino fin dall’adolescenza. Le onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari hanno effetti sul DNA e sulla fertilità maschile. Negli anni fra il 1986 e il 2005 si è registrato un aumento dei casi totali di tumori cerebrali collegabili all’uso dei telefonini come il glioma o il meningioma. Il panel indipendente intende quindi dimostrare la pericolosità dei cellulari al di là degli esiti dello studio Interphone, su cui pure l’Oms punta molto, ma che ha anche suscitato perplessità per non aver inserito fra le categorie analizzate i più giovani, proprio quelli che gli specialisti indicano come i soggetti maggiormente a rischio.
I ricercatori hanno tuttavia voluto suggerire alcune precauzioni per limitare gli eventuali danni. Sono dieci regole di buon senso utili a conservare la salute senza rinunciare alla tecnologia:

1) Preferire l’uso di un telefono con base fissa piuttosto che di un telefono dotato di bluetooth;
2) Tenere il cellulare lontano dal corpo, evitando di metterlo in tasca, o in alternativa acquistare una delle custodie schermanti disponibili sul mercato;
3) Limitare l’uso del telefono in assenza o con poco segnale; la sua ricerca provoca una maggior quantità di radiazioni;
4) Non usare il cellulare negli edifici, specialmente quelli costruiti con molto acciaio;
5) Spegnere il cellulare quando non necessario;
6) Quando possibile preferire l’uso del telefono fisso;
7) Ritardare quanto più possibile l’uso del cellulare per i più giovani. Molti paesi hanno già emanato norme a tal riguardo;
8) Non dormire con il cellulare sotto il cuscino o vicino al letto;
9) Verificare la sicurezza dei dispositivi wireless che si utilizzano;
10) Adottare il principio di precauzione per ridurre il rischio.

5G: saremo irradiati (anche) da onde elettromagnetiche provenienti da 20.000 satelliti. I governi ci imbrogliano?

Nel novembre del 2018, la Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti ha autorizzato la compagnia spaziale SpaceX, di proprietà dell'imprenditore Elon Musk, a lanciare una flotta di 7.518 satelliti per completare l'ambizioso programma di SpaceX di fornire servizi globali di banda larga satellitare in ogni angolo del Terra.

I satelliti opereranno ad un'altezza di circa 210 miglia e irradieranno la Terra con frequenze estremamente alte; tra 37,5 GHz e 42 GHz. Questa flotta si aggiungerà a una flotta SpaceX più piccola di 4.425 satelliti, già autorizzata all'inizio dell'anno dalla FCC, che orbiterà attorno alla Terra ad un'altezza di circa 750 miglia e che è destinata a irrorarci con frequenze tra 12 GHz e 30 GHz. Si prevede quindi che il totale complessivo dei satelliti SpaceX sarà di poco meno di 12.000.

Le nuove flotte SpaceX costituiranno un massiccio aumento del numero di satelliti nei cieli sopra di noi e un corrispondente aumento delle radiazioni che raggiungono la Terra. La flotta satellitare di SpaceX è, tuttavia, solo una delle tante che verranno lanciate nei prossimi anni, tutte allo stesso scopo: fornire servizi globali a banda larga. Altre società, tra cui Boeing, One Web e Spire Global, lanceranno ciascuna le proprie flotte più piccole, portando il numero totale di nuovi satelliti a banda larga proiettati nello spazio a circa 20.000, ognuno dedicato all'irradiazione della Terra con alte frequenze elettromagnetiche.




Ciò verso cui ci stanno dirigendo è la creazione delle condizioni entro le quali l'intelligenza elettronica o "artificiale" sarà in grado di assumere una presenza sempre maggiore nelle nostre vite. Perché c'è questa improvvisa raffica di attività? Le nuove flotte satellitari stanno contribuendo a uno sforzo globale concertato per "potenziare l'ambiente elettromagnetico della Terra”. Questo “aggiornamento” viene comunemente chiamato 5G o rete wireless di quinta generazione. Infatti è diventata consuetudine nei circoli tecnologici parlare dell'introduzione del 5G come la creazione di un nuovo "ecosistema elettronico" globale. Si tratta in effetti di geoingegneria su una scala mai tentata prima. Mentre questo viene venduto al pubblico come, ad esempio: un miglioramento della qualità dello streaming video per media e intrattenimento; per operazioni chirurgiche a distanza; per l’IOT; per le auto a guida autonoma; per Industry 4.0; ciò verso cui ci stanno dirigendo è, nella realtà, la creazione di condizioni in cui l'intelligenza elettronica o "artificiale" sarà in grado di assumere una presenza sempre maggiore nelle nostre vite.

Sarà un bene? Non lo sappiamo esattamente (anche perché di molte cose non ne sentiamo la mancanza…); ma ci sono alcuni che da anni si preoccupano, abbastanza inascoltati, del danno fisico da radiazioni.


Sappiamo già che l'introduzione del 5G richiederà centinaia di migliaia di nuove torri per telefoni cellulari (indicate anche come "stazioni base") nei centri urbani ed axtraurbani di tutta Italia e letteralmente milioni di nuove torri nelle città di tutto il resto del mondo. I 20.000 satelliti saranno un complemento necessario a questo sforzo terrestre, poiché garantiranno che anche le aree rurali, i laghi, le montagne, le foreste, gli oceani e le terre selvagge, saranno tutte zone incorporate nella nuova infrastruttura elettronica. Non un centimetro quadrato del globo sarà privo di radiazioni del 5G. Nulla e nessuno deve sfuggire a queste radiazioni; e per proteggerci non servirà l’auricolare.


Data la portata del progetto, è sorprendente come poche persone siano consapevoli dell'enormità di ciò che sta iniziando a svolgersi intorno a noi. Pochissime persone hanno persino sentito parlare dei 20.000 nuovi satelliti che dovrebbero trasformare il pianeta in un cosiddetto "pianeta intelligente", irradiandoci giorno e notte. Nei media nazionali non sentiamo voci che mettono in discussione la saggezza, per non parlare dell'etica, della geoingegneria di un nuovo ambiente elettromagnetico globale.

Ci sarà pericolo per la salute?

Ma la domanda che dovremmo porci è se vogliamo un'esposizione sempre più intensa dell'ambiente naturale e di tutte le creature viventi, inclusi noi stessi, a radiazioni elettromagnetiche sempre più numerose e a frequenze sempre più elevate. Cosa succede quando queste radiazioni incontrano i nostri corpi? Lo sappiamo con certezza? La risposta è “no” !

Allo stato attuale, telefoni cellulari, smartphone, tablet, la maggior parte dei Wi-Fi e così via funzionano tutti a meno di 3 GHz, in quella che viene chiamata la regione “a microonde” dello spettro elettromagnetico. Le loro lunghezze d’onda sono di vari centimetri. Uno smartphone che funziona a 800 MHz, ad esempio, invia e riceve segnali con lunghezze d'onda di 37,5 centimetri. Operando a 1,9 GHz, le lunghezze d'onda sono di 16 centimetri. 

L'introduzione del 5G comporterà l'uso di frequenze considerevolmente più elevate di queste, con lunghezze d'onda corrispondenti più brevi. Al di sopra di 20 GHz, le lunghezze d'onda sono lunghe solo millimetri anziché centimetri. La banda d'onda millimetrica (da 30 GHz a 300 GHz) viene definita frequenza estremamente alta e le sue lunghezze d'onda sono comprese tra 10 mm e 1 millimetro. Fino ad oggi, la radiazione elettromagnetica ad altissima frequenza non è stata ampiamente propagata (viene usata per lo più nei radar) e la sua introduzione segna un cambiamento significativo nel tipo di energia elettromagnetica che diventerà presente nell'ambiente naturale.

Uno dei vantaggi dell’uso di queste frequenze è che viene ridotta ciò che viene chiamata "latenza", o ritardo, nel tempo di trasmissione/ricezione. Ma, poiché le onde che trasportano i dati sono così piccole, lunghe appunto solo pochi millimetri, sono meno in grado di attraversare barriere fisiche rispetto alle onde più lunghe di frequenze più basse. Questo è il motivo per cui è necessario disporre di tante altre nuove "stazioni di terra". Esse dovranno ad esempio essere distanziate a non più di 100 metri l’una dall’altra, nelle città.

Poiché le lunghezze d'onda sono molto più piccole, anche le antenne che le trasmettono e le ricevono saranno molto più piccole di quelle degli attuali telefoni e dispositivi elettronici. Un singolo trasmettitore / ricevitore 5G avrà un gran numero di piccole antenne, raggruppate in un'unica unità. Una serie di poco più di mille di tali antenne misura solo circa otto cm quadrati, quindi si adatterà facilmente in una piccola stazione base su un lampione, mentre lo smartphone in tasca ne avrà probabilmente sedici.




Fig 2. Il modulo-antenna 5G di Qualcom; ogni modulo ha 4 antenne, e ogni smartphone avrà 4 di queste antenne.

Sia i satelliti 5G che le torri terrestri 5G utilizzeranno sistemi di antenne disposte a gruppi disposti in "phased array"; questi gruppi sono coordinati per irradiare impulsi in varie direzioni e in una sequenza temporale specificata da un computer che le pilota. Ciò consente a fasci concentrati di onde radio di essere puntati contemporaneamente su vari obiettivi designati; il computer può, se richiesto, rapidamente cambiare orientamento del fascio.



Ciò significa anche che qualsiasi creatura vivente che si frapponga sul percorso di un raggio così concentrato sarà soggetta a una potente dose di radiazioni ad altissima frequenza. Uno studio ha dimostrato che alcuni insetti, a causa delle loro piccole dimensioni corporee, sono particolarmente vulnerabili alle onde millimetriche, alle frequenze più alte. Altri studi hanno dimostrato che anche i batteri e le piante sono vulnerabili.

Oltre alla sua capacità di concentrare la potenza in raggi focalizzati, la tecnologia phased array ha un ulteriore fattore complicante. Su entrambi i lati del raggio principale, gli intervalli di tempo tra gli impulsi sono diversi dagli intervalli di tempo tra quelli del raggio principale, ma possono sovrapporsi in modo tale da produrre cambiamenti estremamente rapidi nel campo elettromagnetico. Ciò può avere un effetto particolarmente dannoso sugli organismi viventi, perché le cariche in movimento che fluiscono nel corpo diventano effettivamente antenne che irradiano nuovamente il campo elettromagnetico e lo inviano più in profondità nell'organismo. Queste onde irradiate sono note come precursori di Brillouin, che prendono il nome dal fisico francese Leon Brillouin, che le descrisse per la prima volta nel 1914. Ricerche suggeriscono che possono avere un impatto significativo e altamente dannoso sulle cellule viventi.

C’è da fidarsi delle rassicuranti parole dei governi e dell'industria? Il caso inglese.

Un articolo di Repubblica del marzo 2019 afferma: "Ci si può chiedere poi se il 5G, usando nuove frequenze (vicine alle cosiddette "onde millimetriche") possa esporre a rischi diversi e maggiori per la salute". È appunto questo l'allarme lanciato da chi adesso chiede lo stop della tecnologia (già lanciata negli Stati Uniti e in arrivo in tutta Europa). Le nuove frequenze sono più elevate rispetto a quelle usate ora dai cellulari e serviranno tra l’altro a creare celle molto piccole e numerose nelle nostre città, per esempio per i servizi dell'internet delle cose (Iot). Il segnale su frequenze elevate penetra e si diffonde meno bene, ecco perché le celle devono essere più piccole e più capillari. Ma questo vuol dire anche, notano dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS), che le potenze utilizzate saranno più basse e le onde si fermeranno a livello molto superficiale (della pelle). Questo è ciò che afferma l’ISS; sarà vero? Facciamo un salto nel Regno Unito.

L'ente governativo incaricato di proteggere la salute pubblica, il Public Health England, nel Regno Unito, informò tempo fa che non ci sono prove convincenti che le radiazioni di radiofrequenze (radio, televisione, telefoni cellulari, smartphone, 5G…) abbiano effetti negativi sulla salute di adulti o bambini.

Questo parere si basava sulle raccomandazioni di un organismo apparentemente indipendente chiamato AGNIR (gruppo consultivo sulle radiazioni non ionizzanti), che nel 2012 produsse un rapporto sulla sicurezza delle radiazioni in radiofrequenza. Il rapporto affermava che mancavano prove "convincenti" e "conclusive" per eventuali effetti negativi sulla salute. Era quindi come dare un assegno in bianco al settore delle telecomunicazioni per passare alle frequenze più alte, senza tener conto delle conseguenze.

Si scoprì poi, nel 2017 che, lungi dall'essere indipendente, AGNIR aveva un'alta percentuale di membri con palesi conflitti di interesse, e che il loro rapporto aveva distorto o semplicemente tralasciato prove che avrebbero dovuto costringerlo a giungere alla conclusione opposta a quella a cui era arrivato. In un'analisi forense del rapporto, la ricercatrice per la salute ambientale, Sarah Starkey, chiarì che solo un volontario disprezzo delle prove scientifiche disponibili avrebbe potuto spiegare le contraddizioni interne e l'apparente incompetenza che traspariva dal rapporto.

Nonostante ciò, l'attuale politica del governo del Regno Unito consente a quest’ultimo di realizzare il 5G senza nemmeno un cenno alla necessità di una precedente profonda valutazione della salute e della sicurezza. La salute e la sicurezza semplicemente non figurano nel pensiero del governo, nonostante una vera e propria montagna di letteralmente migliaia di articoli di ricerca che dimostrano effetti negativi sulla salute: il numero di questi articoli e rapporti continua a crescere al ritmo di circa 350 all'anno, in media praticamente uno ogni giorno.

Uno dei motivi per ignorare queste prove circa i possibili danni causati dall'ecosistema elettronico 5G, è la convinzione negli ambienti governativi che, a meno che il 5G non venga introdotto al più presto, il Regno Unito verrà "lasciato indietro"; e la sua crescita economica e competitività sarà messa a rischio. Semplicemente non c'è tempo per considerare le possibili conseguenze sulla salute.

La National Infrastructure Commission, il cui rapporto del 2016, Connected Future, costituisce la base dell'attuale politica del governo inglese, ha spinto in avanti questa visione “terroristica” del Regno Unito (in ritardo rispetto ad altre nazioni), e ha esortato il governo a garantire che la nuova infrastruttura digitale sia pienamente operativa entro il 2025.  Il rapporto della NIC sottolinea ripetutamente che i benefici del "futuro connesso" devono essere misurati in miliardi di sterline di entrate.

Infatti, parliamoci chiaro: il reale motivo che fa ignorare questi pericoli è relativo agli elevati interessi economici in ballo. Gli importi da capogiro coinvolti sono ben esemplificati in una recente stima secondo cui solo l'industria dei media globale guadagnerà $ 1,3 trilioni di dollari dal 5G entro il 2025, anche perché il 5G “sbloccherà il potenziale della realtà aumentata (AR) e della realtà virtuale (VR)”. Senza parlare dei ricavi dalla vendita delle frequenze e dagli interessi dei produttori e operatori relativi alla vendita di hardware, di software e di nuovi servizi.
Le somme in questione sono forse sufficienti per rendere plausibile il perché l'industria delle telecomunicazioni negli ultimi venticinque anni abbia fatto del suo meglio per garantire che la ricerca sugli effetti sulla salute delle tecnologie wireless produca risultati negativi o inconcludenti. Dal 1993, l'industria ha finanziato un gran numero di studi, risparmiando ai governi una grande spesa e allo stesso tempo preservando la comoda illusione che il giudizio sia ancora incerto sul fatto che l'esposizione alle radiazioni di radiofrequenza causi danni alla salute o meno.

Nel luglio 2018, The Guardian ha pubblicato un articolo che cita una ricerca che mostra che, mentre il 67% degli studi finanziati in modo indipendente ha riscontrato un effetto biologico dell'esposizione alle radiazioni di radiofrequenza, solo il 28% degli studi finanziati dall'industria ha trovato gli stessi riscontri. Gli studi finanziati dall'industria hanno una probabilità quasi due volte e mezza inferiore rispetto agli studi indipendenti di trovare effetti sulla salute. Gli autori dell'articolo del Guardian spiegano come l'industria delle telecomunicazioni non abbia bisogno di vincere l'argomentazione scientifica sulla sicurezza, ma semplicemente di continuare l'argomento a tempo indeterminato, producendo studi con risultati che non si possono verificare, o meglio contraddire, circa gli effetti negativi sulla salute.

Uno degli studi più noti è il gigantesco "Interphone Study" finanziato dall'industria, che è riuscito a concludere che tenere un telefono cellulare in testa protegge effettivamente l'utente dai tumori del cervello! Questo studio, che è pieno di contraddizioni e soffre di gravi difetti di progettazione, è spesso citato come il più autorevole fino ad oggi, mentre in realtà pare sia stato completamente screditato.

Nonostante tutto ciò, si ritiene che non vi sia consenso scientifico e quindi che non vi siano motivi sufficienti per intraprendere azioni. Inutile dire che questo faccia comodo sia al governo inglese che all'industria coinvolta.

Ovviamente questo vale per il Regno Unito. In Italia il nostro Istituto Superiore per la Sanità, come visto sopra, ci assicura che non ci sono pericoli.

Un commento finale: i governi si sperticano a condannare il riscaldamento globale, cercando di provare che è generato dall’Uomo e che bisogna combatterlo; e pochi politici (e attivisti al seguito) si premurano a cercare di capire come, e se è giusto, fermare l’inquinamento elettromagnetico. Che è generato, senza alcun dubbio, in questo caso, dall’Uomo. Non è strano? L'Uomo ha deciso di autodistruggersi oppure esiste una "forza" ostile che sta inducendo l'umanità avida ed egoista verso l'autoannientamento?

Cinzia Palmacci