Visualizzazione post con etichetta LA PAGINA DELLA DENUNCIA: GIOCHI VIRTUALI E PROGRAMMI TV PERICOLOSI PER I PIU' GIOVANI. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta LA PAGINA DELLA DENUNCIA: GIOCHI VIRTUALI E PROGRAMMI TV PERICOLOSI PER I PIU' GIOVANI. Mostra tutti i post

venerdì 21 dicembre 2018

Se i bambini passano molto tempo davanti allo schermo, si modifica la struttura del cervello

bambini
Un pioneristico studio da 300 milioni di $ ha scoperto che nei bambini che passano almeno 7 ore al giorno davanti a smartphone o tablet si modifica la struttura del cervello.
La nuova ricerca è stata finanziata dall’Istituto nazionale americano della sanità, un’agenzia governativa, e ha illustrato i risultati della tecnologia sui bambini.
I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni analizzando il cervello di 4.500 bambini e al momento ne stanno analizzando altri 11.000 di bambini di 9 e 10 anni su un periodo di 10 anni. I primi dati ottenuti hanno evidenziato che passare troppo tempo davanti allo schermo può avere effetti negativi sui bambini.
“Gli scienziati considerano caratteristiche cerebrali legate ad azioni impulsive, l’impatto di comportamenti salutari (come il sonno o l’attività fisica) sullo sviluppo cerebrale e cognitivo o ancora tratti legati all’utilizzo dei dispositivi digitali (come l’esposizione prolungata a uno schermo). Ad esempio, un recente studio nell’ambito del progetto ABCD ha evidenziato legami tra diverse quantità e tipologie di tempo passato davanti allo schermo (es. videogiochi vs. social media) e diversi tratti psicologici, caratteristiche cerebrali strutturali e funzioni cognitive”, si legge nell’abstract dello studio dell’Istituto nazionale statunitense di sanità.
“Gli scienziati potranno monitorare i soggetti nel tempo per capire in che modo usare i dispositivi possa influenzare lo sviluppo personale, grazie all’opportunità unica fornita dallo studio ABCD”.
In particolare, secondo gli scienziati un’esposizione quotidiana allo schermo avrebbe evidenziato nei bambini un assottigliamento prematuro della corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello che processa le informazioni. Chi passa meno tempo davanti allo schermo ha mostrato differenze rispetto agli altri, ma Gaya Dowling, la direttrice dello studio dell’Istituto, ha consigliato di non formulare conclusioni affrettate.
“Non sappiamo se sia davvero causato dall’esposizione a uno schermo. Non sappiamo ancora se sia una cattiva cosa”, ha afferma Dowling.
“Non lo sapremo finché non seguiremo i soggetti nel tempo per capire se i risultati osservati siano collegabili alle differenze riscontrate o siano piuttosto dei casi isolati”.
Gli scienziati, dunque, rimangono vaghi e non confermano alcun collegamento diretto fra l’assottigliamento della corteccia cerebrale e l’esposizione allo schermo.
“Saremo in grado di rispondere ad alcune domande solo fra qualche anno”, ha affermato Dowling. “Ma alcune di queste sono molto interessanti. Dobbiamo solo aspettare”.
Ha anche aggiunto: “I colloqui e i dati ottenuti dall’Istituto hanno già evidenziato qualcosa d’altro: i bambini che passano più di due ore al giorno davanti allo schermo hanno prestazioni inferiori nei test di ragionamento e linguistici”.
Dowling spera che, una volta terminato lo studio, i ricercatori saranno in grado di determinare se l’esposizione a uno schermo crei o meno dipendenza.
“Potremo capire non solo quanto tempo passano davanti allo schermo e come pensano che questo li condizioni, ma anche quali possono essere gli effetti su di loro. E questo ci porterà a rispondere alla domanda sulla dipendenza”, ha affermato.
Il dottor Dimitri Christakis dell’Ospedale infantile di Seattle è stato l’autore principale delle recenti linee guida dell’Accademia americana di pediatria sull’esposizione agli schermi. In particolare, ha affermato che i genitori dovrebbero “evitare di utilizzare strumenti digitali, se non le videoconversazioni, in bambini più piccoli di 24 mesi”.
“I bambini che giocano con gli iPads non trasferiscono ciò che imparano sul dispositivo digitale nel mondo reale: in pratica, se fornite a vostro figlio un’applicazione con cui può giocare con Lego virtuali e poi gli mettete davanti dei blocchetti reali, dovrà reimparare tutto daccapo”, si afferma nelle linee guida.
Christakis, infatti, afferma che “non sono abilità trasferibili. Non è possibile trasferire competenze del mondo bidimensionale in quello tridimensionale”.

lunedì 17 dicembre 2018

Le sfide mortali degli adolescenti: la trappola internet

/pictures/2018/09/27/le-sfide-mortali-degli-adolescenti-la-trappola-internet-2312551729[1234]x[514]780x325.jpeg

La psicologa ci parla di come il web, in alcuni casi, si trasformi in uno strumento di soggiogamento, tanto da sollecitare sfide mortali degli adolescenti su internet

Sfide mortali degli adolescenti su internet

Da diversi anni gli interessi giovanili e la psicologia degli adolescenti sono calibrati dalla tecnologia. Non ci si accorge completamente di quanto quest’ultima sia diventata indispensabile e di quanto condizioni la vita sociale divenendo così strumento di soggiogamento tanto da sollecitare sfide mortali e rappresentare una vera e propria trappola.

I social network costituiscono gli elementi pilotanti di una realtà virtuale che si costruisce nell’immaginario degli adolescenti. La loro partecipazione ad attività che coinvolgono i coetanei e sollecitano ad attivarsi in sfide mortali, in definitiva, costituiscono fattori imprescindibili dalla loro crescita. Il senso di onnipotenza che l’adolescente vive gli permette di considerare tutte le situazioni alla sua portata, anche quelle più pericolose non avendo piena consapevolezza del legame sussistente tra causa ed effetto. È una situazione ‘che sa gestire’ e questo gli basta.

Oltretutto trovarsi dinanzi ad una provocazione per un soggetto particolarmente predisposto e che ha necessità di mostrarsi, apparire o di vivere una forte emozione, la sollecitazione alla sfida funziona!
Perché internet attira tanto i ragazzi?

In una piattaforma virtuale è possibile nascondersi, celare le proprie difficoltà relazionali, fisiche o caratteriali – pensiamo agli attuali hikikomori, isolati dal mondo reale per rinchiudersi nel mondo della rete – si possono cioè assumere mille volti, si può essere chiunque: cambiare nome e sembianza, usare un linguaggio offensivo, trasgredire le regole…insomma uno, nessuno e centomila.

Gli adolescenti questo lo hanno capito e per questo abbandonano i canali maggiormente frequentati dagli adulti per ‘rinchiudersi’ in altri preferenziali (istagram, postgram, whatsapp) sui quali sono liberi di interagire, di giocare senza troppe remore. Ciò li porta sicuramente a conoscere o ‘agganciare’ situazioni pericolose come nel caso di blue whale, il flash indiano, blackout (coking game).
Il rischio del gioco online Blackout

Non definito espressamente un gioco, consiste nel provare a togliersi l’ossigeno fino allo sballo. Questo può avvenire da soli o tramite un’altra persona che aiuta a provarne l’effetto. La conseguenza è particolarmente grave dato che si può arrivare al reale soffocamento e quindi al suicidio. Lo stesso ricorda lo svenimento istantaneo utilizzato dai ragazzi per evitare la scuola e ricollegato alla famosa manovra di Spock, il vulcaniano di Star Trek, che attraverso una pressione su un punto preciso provocava la perdita di coscienza del nemico.

Il canale di comunicazione di questi giochi folli, meglio interpretabili come una vera e propria istigazione alla morte, è il deep web ossia il web nascosto (non indicizzato dai motori di ricerca) e frequentato essenzialmente da chi commette illeciti.*
Cosa fare?

Dinanzi a episodi drammatici come la morte di un ragazzo o un suicidio ci si interroga su quanto la società abbia deprivato i giovani della loro capacità di dare valore alla propria vita e alla crescita sana basata su principi di sano confronto, condivisione e appartenenza senza sentirsi inadeguati o con la necessità impellente di primeggiare’ e apparire diversamente da ciò che si è. Inoltre, nell’educazione, che deriva principalmente dalla famiglia, ma anche dalla scuola e da chi fa parte dell’ambiente degli adolescenti, si è creata una grossa falla cosicché anche dinanzi ad una crisi esistenziale non si dà il giusto peso e la giusta considerazione. Non si comunica più se non attraverso la rete. Ed allora cosa resta di reale, dov’è finita la relazione?L’ascolto è davvero importante e anche dinanzi alla chiusura, all’arroganza e alla reticenza del proprio figlio bisogna avere il coraggio di andare oltre mettendo in discussione se stesso come educatore e cercando un canale comunicativo adeguato che permetta di entrare senza timore nel mondo ‘blindato’ del giovane.

*Una nota: Il dark web (in italiano: web oscuro o rete oscura) è la terminologia che si usa per definire i contenuti del World Wide Web nelle darknet(reti oscure) che si raggiungono via Internet ma attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi. Il dark web è una piccola parte del deep web, la parte di web che non è indicizzata da motori di ricerca, sebbene talvolta il termine deep web venga usato erroneamente per riferirsi al solo dark web.. Le darknet che costituiscono il dark web includono piccole reti, friend to friend peer-to-peer, come reti grandi e famose come Tor, Freenet, e I2P, in cui operano organizzazioni pubbliche e singoli individui. Gli utenti del dark web fanno riferimento al web normale come web in chiaro in quanto non criptato. Alla darknet Tor si fa riferimento come onionland (terra della cipolla, in riferimento alla sua tecnica di anonimizzazione "onion routing" e al suo suffisso di dominio .onion). (fonte wikipedia)


Mantieni i tuoi pensieri positivi perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue abitudini positive perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi perché i tuoi valori diventano il tuo destino. 

M. Gandhi

mercoledì 31 ottobre 2018

I Pokemon e i Simpson sono al servizio degli Illuminati?

Si sa: se si vuole educare qualcuno, meglio cominciare quando è piccolo. E se si tratta di una "educazione" complessa come il lavaggio del cervello di un intero popolo per soggiogarlo alla volontà (e interessi) di un gruppo di super-potenti che domina il mondo, quale mezzo migliore dei cartoni animati? Il discorso non fa una grinza, ed ecco perché alcuni cartoon come i Pokemon e i Simpson sono zeppi di messaggi subliminali esoterico-masson-satanici, che hanno lo scopo di annichilire il nostro giudizio. Fin da piccoli.

Non solo: il lavaggio del cervello deve cominciare dalle basi. E cosa c'è di più basilare della religione? Quindi il primo passo degli Illuminati, che ci sembra di capire essere in larghissima maggioranza ebrei, è renderci tutti ebrei. O anche atei. Per qualche strana ragione la cosa non sembra fare differenza. Questo obiettivo va perseguito attraverso i Pokemon. La cosa non vi torna? State pensando: "Ma se sono un cartone giapponese?". Evidentemente sottovalutate, e di tanto, la rete tentacolare messa in piedi per soggiogare il mondo tutto.

Le prove inconfutabili del disegno di dominio portato avanti con l'aiuto di Pikachu e gli altri mostriciattoli le ha portate Yusuf al-Qaradawi, che - ci informa Wikipedia - è guida del Consiglio europeo della fatwa e della ricerca. La sua fatwa contro i Pokemon risale al 2003 e venne riportata dal giornalista de Il Giornale (e vabbè) Massimo Introvigne.

I Pokémon sono condannati anzitutto perché “si evolvono”, cioè in determinate condizioni si trasformano in un personaggio con maggiori poteri. Attraverso questo espediente, assicura al-Qaradawi, “si instilla nelle giovani menti la teoria di Darwin”, tanto più che i personaggi lottano “in battaglie dove sopravvive chi si adatta meglio all’ambiente: un altro dei dogmi di Darwin”. Nei Pokémon si vedono ogni tanto “simboli il cui significato è ben noto a chi li diffonde, come la stella a sei punte, un emblema che ha a che fare con i sionisti e con i massoni e che è diventato il simbolo del canceroso e usurpatore Stato di Israele. Ci sono anche altri segni, come i triangoli, che fanno chiaro riferimento ai massoni, e simboli dell’ateismo e della religione giapponese”. “Nel lungo periodo” questi simboli non possono che traviare i bambini musulmani, ed è questo il loro scopo. È perfino possibile che certe frasi giapponesi dette velocemente nei cartoni animati significhino “Sono un ebreo” o “Diventa ebreo”: ma la questione è “controversa” e al-Qaradawi non lo afferma con sicurezza.

L'obiettivo è chiarissimo: trasformarci tutti in pericolosi ebrei. O forse in atei (via Darwin), o forse in seguaci della religione giapponese (che già detto così fa ridere). Ma al-Qaradawi non è sicuro, si vede che non ha guardato i Pokemon con abbastanza attenzione, forse per paura di essere anche lui convertito. Beh, in suo aiuto arriva qualche altra mente lucida che ci spiega come in verità "Pokemon" significhi "Io sono un ebreo", in giapponese. Eh già, poveri ingenui noialtri che pensavamo stesse per Pocket Monster! Poco importa che, a quanto pare, in giapponese "Io sono ebreo" si dica "Watashi wa Yudayajin desu". Ma poi: essendo il cartone giapponese, non sarebbe stato un pochino troppo esplicito dargli un nome del genere? Alla faccia dei messaggi nascosti...

Molto più nascosto è invece il messaggio che si cela dietro alla frasetta tipica del cartone incriminato "Gotta catch'em all". Ascoltatela al contrario: dice chiaramente "I love Satan". Beh, chiaramente magari no. Magari lo sente solo il tizio che ha caricato questo video. E così aggiungiamo un altro culto alla ricca collezione di fedi e simili a cui i Pokemon ci vogliono convertire. Ma c'è poco da ridere: tutti questi indizi fanno almeno una prova. Aggiungeteci poi che il cartone che nei cuori dei bambini rimpiazzò per una breve stagione Pikachu & co. è messo ancora peggio a livello di simbologie massoniche e avrete la definitiva certezza che guardare la tv fa male. Yu-gi-oh è un concentrato pazzesco di messaggi tesi ad annichilire la nostra volontà. 
Lo vedete chiaramente con i vostri occhi: questo cartone è tutto un concentrato di occhi onniscienti, triangoli e accozzaglia illuminata assortita. E' innegabile che questi simboli siano abusati nel cartoon in questione, ma non perché sia nelle mani degli Illuminati, semplicemente perché "racconta la storia di Yugi Muto, uno studente a cui viene dato un puzzle dell'antico Egitto. Riassemblandolo, diventa possessore di un'altra personalità che si è poi rivelata lo spirito di un faraone chiamato Atem". Ed ecco il perché di piramidi, triangoli, occhi e tutti quei segni che inquietano così tanto i cospirazionisti di tutto il mondo. 

Poco importa che i Pokemon o Yu-gi-oh possano essere - o non essere - strumenti degli Illuminati, perché sono talmente tanti i cartoni malvagi che non si può dubitare del loro scopo ultimo. Infatti la cospirazione non si limita a questi due cartoni, eh no! Il tutto è molto più esteso e coinvolge anche Tom & Jerry, gli Antenati, Beavis & Butthead e chissà quanti altri (più o meno) innocui cartoni che i bambini di tutto il mondo guardano davanti a genitori inconsapevoli di stare allevando futuri servitori del male. E per i bambini un po' cresciuti, probabilmente per dare il colpo di grazia nel caso non fossero ancora soggiogati, non c'è niente di meglio dei Simpson. Eh sì, il cartone animato campione della controcultura e fenomeno di costume da oltre vent'anni sta facendo il suo dovere. Le prove sono ovunque, tutte intorno a noi. Basta sapere guardare, cercandole a tutti i costi e sforzandosi tantissimo di non scoppiare a ridere.


Uno degli episodi maggiormente incriminati è "Homer il grande". L'autore del video ci spiega tra l'altro che il solo titolo è un chiaro riferimento alla Massoneria, visto che tutti i più autorevoli massoni hanno il titolo di "Il Grande", come Alessandro Magno, Carlo Magno, Ramses il Grande e... la Gran Bretagna. Sì, la Gran Bretagna tutta si chiama così in onore della Massoneria. 

Lo so cosa state pensando. Che è tutta una presa in giro della Massoneria, più che un modo di lavarci il cervello. Per fortuna che si sono menti acute in grado di spiegare a noi vittime predestinate come le cose funzionano davvero.


Queste puntate che vengono fatte per ridicolizzare teorie complottistiche e per buttarla sul ridere su un argomento tabù non sono nient'altro che tributi agli amici massoni di Matt Groening (il creatore dei Simpson n.d.a.). Matt Groening è ebreo, e non serve una laurea per sapere che massoneria ed ebraismo vanno a braccetto. Secondo alcune teorie la massoneria è asservita alle lobby ebraiche. E non mi stupirei se fosse un massone lui stesso, anzi, è quasi scontato che lo sia.


"Non si stupirebbe"... Ma cosa dico: "è quasi scontato". E certo! Ma perché mai un ebreo non dovrebbe essere un massone al servizio del maligno?! Meno male che ci sono i complottisti che sanno come va il mondo e ce lo possono spiegare. Se non vi basta, ci sono tantissime altre prove. Per esempio in questa puntata c'è una chiara spiegazione di come funziona il mondo: i presidenti degli Stati Uniti sono in verità dei rettili extraterrestri che hanno lo scopo di prepararci al loro New World Order e renderci schiavi, una chiara rivisitazione della teoria dei Rettiliani del celebre David Icke.

Un momento, qualcosa non torna. Se i Simpson sono al servizio del male, per quale ragione dovrebbero spiegarci come funzionano davvero le cose? Beh, forse, come riportato prima, per screditare loro stessi delle tesi che stanno prendendo troppo piede e che quindi vanno ridicolizzate... Sì, puzza un po' di dietrologia della dietrologia, ma i misteri sono quel che sono.

Nella puntata che vedete qua sopra il preside Skinner convoca i genitori di Bart, che sta negativamente contagiando i suoi compagni. La spiegazione che l'autore del video ci dà del messaggio nascosto è inesorabile: "Il punto è che (Bart) non si conforma al sistema di controllo degli Illuminati e questo comportamento è un virus che può infettare gli altri". Ovvio, no? Ma un rimedio c'è: dare a Bart dei farmaci per calmarlo e aumentare la sua concentrazione. Una chiara denuncia dei "cocktail chimici" che vengono somministrati per ridurre i bambini all'obbedienza e costringere anche i più riluttanti ad apprendere le menzogne che ci vengono propinate a scuola e che sono funzionali a tenerci sotto controllo.

Se poi si aggiunge questa puntata, che denuncia lo strangolamente delle famiglie attraverso il costante indebitamento (leggi "signoraggio"), la soluzione è davanti ai nostri occhi: altro che Illuminato, Matt Groening è qui per liberarci! Non sta denunciando la pessima pratica di somministrare psicofarmaci ad adolescenti o l'eccessivo indebitamento. No no. Sta proprio cercando di svegliarci, denunciando la povertà a cui ci costringe il signoraggio, situazione che però non possiamo comprendere a causa dei farmaci che obnubilano le nostre menti e che ci fanno accettare di essere schiavi degli alieni. Ma allora c'è del bene anche nel mondo satanico dei cartoon!

Sulla questione le opinioni sono però divergenti, visto che abbiamo chiaramente dimostrato poco fa come i Simpson potrebbero invece essere al servizio degli Illuminati. Restiamo in attesa di un convegno di nerd-cospirazionisti che possa aiutarci a dirimere la complicatissima questione. Nel frattempo, però, possiamo dire che:

E' sicuro che Matt Groening faccia dell'ironia sulla massoneria.

E' possibile che il fatto che nei cartoon si trovino miriadi di simboli che richiamano la massoneria sia voluto, e che in parte possa anche essere una provocazione.

E' impossibile che gli Illuminati stiano cercando di soggiogare le menti dei bambini attraverso i Pokemon.