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domenica 18 agosto 2019

Negli anni 70 predicevano il raffreddamento

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON DIPENDE DALLE STRAMPALATE PREDIZIONI DEI MEDIA (PER FORTUNA)....


Che cosa dice la Scienza...
Le previsioni di una nuova era glaciale degli anni 70 erano in prevalentemente basate su notizie dei media. La maggior parte delle ricerche peer reviewed di allora fornivano previsione di riscaldamento dovuto all’aumento di CO2.

Le argomentazioni degli scettici...
I media hanno diffuso allarmi di un prossimo periodo freddo negli anni 50, e questi allarmi si sono fatti più intensi negli anni ’70. Nel 1975 il raffreddamento divenne uno dei più importanti problemi nella classifica “morte e miseria”. L’annuncio della catastrofe globale era molto simile a quello che ora i media attribuiscono al riscaldamento globale (Fire and Ice).
Quale consenso scientifico ebbe il futuro del Clima negli anni ‘70? L’esempio maggiormente citato circa le previsioni di raffreddamento degli anni ’70 è l’articolo di Newsweek del 1975 "The Cooling World" che indicava che “ il raffreddamento lascia presagire un drastico declino della produzione di cibo” ed inoltre che “ i meteorologi non sono concordi sulle cause e la dimensione del raffreddamento …..ma sono pressoché unanimi nel ritenere che un trend del genere ridurrà la produzione agricola per la parte restante del secolo”. Un altro articolo Another Ice Age della rivista Time magazine del 1974 dipingeva uno scenario similmente buio: “quando i meteorologi ottengono la media delle temperature del pianeta rilevano che l’atmosfera ha subito un crescente raffreddamento negli ultimi 3 decenni e che tale trend non da segnali di inversione. Le Cassandre meteorologiche stanno diventando sempre più preoccupate perché le alterazioni che stanno studiando potrebbero tradursi nell’incubo di una nuova era glaciale”
Occorre precisare che questi sono articoli apparsi sui media e non sono articoli scientifici. Se andiamo a passare in rassegna gli articoli peer reviewed dal 1965 al 1979 troviamo solo 7 articoli che prevedono il raffreddamento globale. Al contrario esistono 42 articoli che prevedono il riscaldamento globale (Peterson 2008). La gran parte delle ricerche climatiche degli anni ’70 prevedevan che la Terra si sarebbe riscaldata in conseguenza dell’aumento di CO2, esattamente l’opposto di quanto prevedevano negli anni ’70.



Figura 1: numero di articoli che prevedono raffreddamento (colore blu), riscaldamento (rosso), neutrali (giallo), In nessun caso i blu superano i rossi. (Peterson 2008).


Negli anni ’70 il più completo studio sul cambiamento climatico ( ed anche quello che raccolse maggior consenso scientifico) fu il Rapporto 1975 US National Academy of Sciences/National Research Council Report. La conclusione di fondo fu “non disponiamo di un grado di comprensione sufficiente della macchina del Clima e di ciò che ne determina l’evoluzione. Senza queste basi non sembra possibile prevedere il Clima…” Ciò appare in forte contrasto con l’attuale posizione della US National Academy of Sciences : “ esiste una forte evidenza che il riscaldamento sta avvenendo….E’ molto probabile che la maggior parte del riscaldamento degli ultimi decenni sia da attribuire alle attività umane …. Il grado di conoscenza del cambiamento climatico è ora sufficientemente chiaro e tale da giustificare le azioni che le nazioni debbono intraprendere”. Esiste anche una affermazione comune delle Accademie scientifiche di Brasile, Francia, Cina, Germania, India, Italia, Russia e Regno Unito. 
A differenza degli anni ’70 esiste ora un vasto numero di organismi scientifici che hanno rilasciato dichiarazioni che affermano che il riscaldamento è causato dall’Uomo. Si veda il testo More on scientific consensus...




La previsione di raffreddamento degli anni ’70 salì agli onori della cronaca sulla base di una manciata di articoli scientifici . Questi però furono sopravanzati da un gran numero di articoli che prevedevano riscaldamento a causa della CO2. Al giorno d’oggi esiste una valanga di articoli peer reviewed ed un vastissimo consenso scientifico sulla relazione riscaldamento globale-attività umane. Appare pertanto del tutto inappropriato e fuorviante confrontare l’attuale situazione delle conoscenze con le previsioni degli anni ’70.

Non è poi così tutto negativo

PER QUESTO TRUMP SI VUOLE ACCAPARRARE LA GROENLANDIA?...

Che cosa dice la Scienza...


Le conseguenze negative del riscaldamento globale sull’agricoltura, sulla salute, l’economia e l’ambiente superano di gran lunga quelle positive.


Le argomentazioni degli scettici... 


Duemila anni di storia umana dimostra che i periodi caldi erano un bene per la gente. E’ stato durante il periodo duro e buio della piccola era glaciale che predominarono le grandi tempeste, il gelo fuori stagione, diffuse carestie ed epidemie" (Dennis Avery

Aspetti Positivi Agricoltura

Miglioramenti dell’agricoltura in alcune regioni ad elevata latitudine (Mendelsohn 2006)
Estensione della stagione di crescita in Groenlandia
Aumeno produttività piante agrumi (Kimball 2007

Miglioramenti dell’agricoltura in alcune regioni ad elevata latitudine ()Estensione della stagione di crescita in Groenlandia ()Aumento produttività piante agrumi ()

Aspetti Negativi Agricoltura

Diminuzione di riserve di acqua ad uso dell’umanità, aumento frequenza incendi, cambiamenti ecosistemi ed estensione dei deserti.(Solomon 2009)
Diminuzione raccolti di riso a causa della diminuzione delle temperature minime notturne
Aumento rischio incendi nell’Ovest degli USA associato ad aumento delle temperature e precoce scioglimento nevi primaverili (Westerling 2006)
Invasione di arbusti nelle praterie renderanno inutilizzabili le aree destinate a pascolo.(Morgan 2007)
Diminuzione delle riserve d’acqua nel bacino del fiume Colorado (McCabe 2007)
Diminuzione riserve acquee che riforniscono il bacino Murray-Darling (Cai 2008

Diminuzione di riserve di acqua ad uso dell’umanità, aumento frequenza incendi, cambiamenti ecosistemi ed estensione dei deserti.()Diminuzione raccolti di riso a causa della diminuzione delle temperature minime notturne (, )Aumento rischio incendi nell’Ovest degli USA associato ad aumento delle temperature e precoce scioglimento nevi primaverili ()Invasione di arbusti nelle praterie renderanno inutilizzabili le aree destinate a pascolo.()Diminuzione delle riserve d’acqua nel bacino del fiume Colorado ()Diminuzione riserve acquee che riforniscono il bacino Murray-Darling () 

Aspetti Positivi Salute

Diminuzione della mortalità invernale con l’aumento delle temperature (HPA 2007)

Aspetti Negativi Salute

Aumento mortalità dovuta ad onde di calore fino al 5.74% rispetto all’aumento del 1.59% dovuto alle ondate di gelo (Medina-Ramon 2007)

Aumento dello stress termico negli uomini e negli altri mammiferi (Sherwood 2010)

Diffusione di malattie trasmesse dalle zanzare come Malaria e Dengue (Epstein 1998)

Aumento di sintomatologie allergiche a causa dell’aumento dei pollini allergenici (Rogers 2006

Scioglimento ghiaccio Artico

Si libererebbe dai ghiacci il passaggio a nordovest rendendo possibile il transito delle navi tra Pacifico ed Atlantico


Si libererebbe dai ghiacci il passaggio a nordovest rendendo possibile il transito delle navi tra Pacifico ed Atlantico( ).

Scioglimento ghiaccio Artico

Perdita di 2/3 della popolazione mondiale di orsi polari entro 50 anni(Amstrup 2007)

Il ghiaccio marino sarà meno compatto, con pericolosi blocchi galleggianti ed icebergs che metteranno a rischio la navigazione (IICWG 2009)

Prosciugamento di stagni artici con conseguente danno all’ecosistema (Smol 2007)

Il riscaldamento potrebbe favorire il rilascio di Metano nelle regioni artiche con ulteriore contributo all’effetto serra.

E’ stato già osservato:

che lo scioglimento dei laghi artici causa il gorgogliamento di Metano (Walter 2007)

il rilascio di Metano dai sedimenti marini del bacino Siberiano orientale (Shakhova 2008)

La fuga di Metano dai fondali marini nel margine continentale delle Spitsbergen (Westbrook 2009

Perdita di 2/3 della popolazione mondiale di orsi polari entro 50 anni()Il ghiaccio marino sarà meno compatto, con pericolosi blocchi galleggianti ed icebergs che metteranno a rischio la navigazione ()Prosciugamento di stagni artici con conseguente danno all’ecosistema ()Il riscaldamento potrebbe favorire il rilascio di Metano nelle regioni artiche con ulteriore contributo all’effetto serra.
E’ stato già osservato:

che lo scioglimento dei laghi artici causa il gorgogliamento di Metano ()il rilascio di Metano dai sedimenti marini del bacino Siberiano orientale ()La fuga di Metano dai fondali marini nel margine continentale delle Spitsbergen () 

Ambiente

Aumento del verde delle foreste pluviali conseguente ad aumento della radiazione solare e minori nubi (Saleska 2009)

Aumento della crescita delle piante (specie nella foresta pluviale amazzonica) a causa minore copertura nuvolosa e quindi maggior radiazione solare (Nemani 2003).

Aumento attività vegetativa alle alte latitudini settentrionali (Zhou 2001)

Aumento di pinguini del genere chinstrap e gentoo (Ducklow 2006)

Aumento della biomassa da plankton nell’area del Pacific Subtropical Gyre. Probabilmente ENSO/PDO potrebbe avere una influenza determinante (Corno 2006)

Recente aumento della crescita delle foreste (McMahon 2010)

Le foreste pluviali rilasciano più CO2 a mano a mano che le regioni diventano più asciutte (Saleska 2009)

Estinzione della sanguisuga terrestre europea

Diminuzione del numero di pinguini di Adélie (Ducklow 2006)

Alterazione del numero di specie acquatiche come salmonidi invertebrati e pesci in Nuova Zelanda (Ryan 2007)

Stanno crescendo le zone oceaniche povere di Ossigeno (Stramma 2008,Shaffer 2009)

Aumento della mortalità di piante in salute nelle foreste degli USA occidentali (Pennisi 2009)

Mortalità più accentuata ed estesa della vegetazione a causa di siccità (Breshears 2009)

Aumento della mortalità dei pini a causa della esplosione della popolazione dei coleotteri (Kurz 2008)

Aumento del rischio di estinzione dei coralli a causa del fenomeno dello sbiancamento e di malattie provocate dalle acque più calde (Carpenter 2008)


Acidificazione degli Oceani

Nota: la causa non è l’aumento della temperatura ma l’assorbimento di anidride carbonica da parte degli oceani (Dore 2009).

La cattura di anidride carbonica da parte degli oceani riduce il futuro riscaldamento globale(Orr 2005


Acidificazione degli oceani

Impatto sostanzialmente negativo sugli ecosistemi marini (Orr 2005,Fabry 2008)

Inibizione allo sviluppo del plankton e rottura del ciclo del Carbonio (Turley 2005)

Aumento della mortalità dei ricci di mare (Miles 2007

Impatto sostanzialmente negativo sugli ecosistemi marini (). Inibizione allo sviluppo del plankton e rottura del ciclo del Carbonio ()Aumento della mortalità dei ricci di mare () 

Scioglimento ghiacciai 

Conseguenze severe per 1/6 della popolazione mondiale a causa della riduzione delle riserve idriche dipendenti dallo scioglimento dei ghiacci e delle nevi (Barnett 2005)

Contributo all’aumento del livello dei mari

Conseguenze severe per 1/6 della popolazione mondiale a causa della riduzione delle riserve idriche dipendenti dallo scioglimento dei ghiacci e delle nevi () Contributo all’aumento del livello dei mari () 

Economia

L’aumento della pesca di merluzzo porterebbe ad un miglioramento della economia della Groenlandia(Nyegaard 2007

Economia

Danni economici ai Paesi più poveri alle basse latitudini (Mendelsohn 2006)

Miliardi di dollari di danni alle infrastrutture pubbliche (Larsen 2007)

Riduzione delle riserve idriche nel New Mexico (Hurd 2008)

Aumento dei rischi di conflitto (Zhang 2007) compreso il rischio di guerre civili in Africa (Burke 2009)


Aumento livello dei mari 

Centinaia di milioni di profughi entro il secolo corrente (Dasgupta 2009)

Erosione costa della Nigeria (Okude 2006






venerdì 9 agosto 2019

L’Italia trema da Nord a Sud: terremoti in Trentino e Basilicata

L’Italia trema da Nord a Sud: terremoti in Trentino e Basilicata

La scossa di magnitudo 3.4 è stata avvertita anche sul Lago di Garda. Paura in provincia di Potenza


L’Italia trema e lo fa da Nord a Sud.

Un sisma di magnitudo 3.4 è infatti avvenuto alle 7.36 del mattino di giovedì a Vallarsa (Trento). La scossa si è sentita distintamente per qualche secondo ed è stata avvertita anche in molti comuni della provincia di Vicenza, ai confini col Trentino. Anche sul Lago di Garda è stata sentita chiaramente. Tanta la paura e molte le chiamate ai vigili del fuoco ma non si registrano danni.


Trema la provincia di Potenza

Un altro terremoto di magnitudo 3.1 è stato registrato in provincia di Potenza, con epicentro a Muro Lucano, a una profondità di sette chilometri: non sono stati segnalati danni a cose o persone. Secondo il sito dell'Ingv, gli altri Comuni vicini all'epicentro sono Bella, Castelgrande, San Fele, Rapone e Ruvo del Monte.


Terremoto in Calabria

Nel pomeriggio di mercoledì una scossa di magnitudo 2.6 è stata invece avvertita in Calabria, con epicentro a quattro chilometri da Castiglione Cosentino. È stata avvertita distintamente dalla popolazione fino a Cosenza e Rende.

giovedì 1 agosto 2019

Ambiente: account cancellato per chi critica Greta Thunberg


SCHERZA CON I FANTI MA LASCIA STARE I SANTI (QUELLI VERI).... AVEVANO CANONIZZATO GRETA THUNBERG E NON CE NE ERAVAMO ACCORTI!

Vietato criticare Greta Thunberg o Twitter vi cancella l’account. A scoprirlo a proprie spese, è stata l’on. Emmanuelle Duverger in Ménard, eletta deputata alle legislative del 2017. Lei non ha mai avuto problemi a dire quello che pensa, né si è mai sottratta alla battaglia politica: cattolica praticante, pro-family convinta, militante di Manif pour tous, si è più volte dichiarata contraria alle “coppie gay” ed al fatto che possano adottare bambini o averne tramite la fecondazione in vitro. Per questo, si è sentita già etichettare in molti modi: nel migliore dei casi «conservatrice» oppure «integralista», «omofoba» e via elencando, seguendo alla lettera il dizionario del politically correct.


Nei giorni scorsi però è stata censurata anche da Twitter, per aver commesso – si fa per dire – il “crimine” di lesa maestà nei confronti di Greta Thunberg, la ragazzina divenuta ormai a livello planetario l’icona dell’ambientalismo spinto.

Greta Thunberg è stata invitata lo scorso 23 luglio a tenere un discorso presso l’Assemblea Nazionale francese. L’on. Ménard, come molti altri deputati, ha trovato sconcertante che in tale prestigiosa sede istituzionale venissero imposte le elucubrazioni ideologiche della giovane e la sua lezioncina moraleggiante; ma ancor più ha lasciato di stucco il fatto che, interpellata a proposito del voto sul Ceta-Accordo economico e commerciale globale, Thunberg abbia dichiarato di «non aver opinioni» in merito. Da tener presente che solo due giorni prima la ragazzina aveva ricevuto il «Premio per la Libertà» in Normandia, assegnatole a scapito di altre candidature ben più forti quali quelle di giornalisti, attivisti e politici torturati ed imprigionati nei propri Paesi a causa delle loro idee… Ma tant’è.

A bilancio della giornata, l’on. Ménard ha quindi postato il suo commento su Twitter: «Peccato che la sculacciata sia proibita, Greta Thunberg ne meriterebbe una sonora», ha scritto. Commento, cui han fatto seguito migliaia di reazioni, favorevoli e contrarie, anche violentemente contrarie, per non dire vere e proprie delazioni. La parlamentare francese è stata accusata di «molestie», d’«incitare alla violenza contro una minorenne», c’è chi l’ha minacciata online di volerle «rompere il muso», senza che nessun organismo per questo si sia mosso in sua tutela; ha ricevuto persino una minaccia di morte telefonica, incredibile!

«È vero che ho “osato” toccare un’icona, un’adolescente, un’ecologista – ha dichiarato la deputata d’Oltralpe in un proprio comunicato – La nostra epoca ha i santi, che si merita…». Ed, osserva, per qualcuno il cosiddetto «riscaldamento climatico globale» è divenuto una sorta di «nuova religione, un dogma che rifiuta qualsiasi dibattito». Ma da qui a cancellare il suo tweet ed a bloccare il suo account, ce ne passa! Senza peraltro alcuna forma di garanzia a fronte delle pesanti minacce ricevute.

Qui ad esser schiacciata, umiliata, mortificata è stata la libertà d’opinione, sacrosanta in un Paese che voglia dirsi democratico; qui si è di fronte ad una censura di regime, imposta dalla dittatura del «pensiero unico», grazie anche alla recentissima legge Avia, difesa dal governo francese e votata dal Parlamento per porre il bavaglio sul web a tutte le voci sgradite: «In tale occasione – ha dichiarato l’on. Ménard – Twitter è stato molto più veloce di quando ho sporto denuncia al commissariato di Béziers l’8 luglio del 2018 (Procedura 2018/6218), in quanto il mio account personale era stato piratato. Più di un anno dopo, sto ancora aspettando la risposta di Twitter in merito!». All’epoca la parlamentare francese dovette crearsi un nuovo account, perdendo però nell’operazione oltre 10 mila contatti; ed ora dovrà rifare la stessa cosa, «poiché quello che Twitter mi propone è un autentico ricatto – afferma – o cancello definitivamente quel mio tweet su Greta Thunberg ed accetto di riconoscere, sul mio stesso profilo, di “aver infranto le regole della comunità” oppure faccio ricorso, ma il mio account resta bloccato durante l’intero esame della questione, il che potrebbe richiedere anche molto tempo! Io non intendo cedere. Non possiamo retrocedere di un solo millimetro, altrimenti verremo presto letteralmente cancellati con la stessa facilità con cui si elimina un’opinione non conforme sui social». Cancellati così. Con un click.

venerdì 12 luglio 2019

Salviamo la Tangenziale dei bambini di Casalmaggiore



UN'ITALIA DA RICOSTRUIRE E DA PRESERVARE PER LE NUOVE GENERAZIONI. APPELLO AL GOVERNO

Salviamo la Tangenziale dei bambini di Casalmaggiore (Cr). E’ la richiesta del comitato Slow Town al Governo. “Chiediamo al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli – si legge in una nota – al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, al Direttore Generale dell’ATS Val Padana Salvatore Mannino, al Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta, al Presidente di Legambiente Stefano Ciafani e al Presidente della FIAB Alessandro Tursi di Salvare la Tangenziale dei Bambini di Casalmaggiore (CR)”.


Inaugurata nel maggio del 2016 la Tangenziale dei Bambini è stata completamente abbandonata dall’Amministrazione Comunale nonostante abbia ricevuto premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali tra cui il Premio Nazionale di Legambiente, Best Practice europea di Eurocities in occasione della Settimana Europea della mobilità sostenibile, Progetto pilota di ISPRA e Caso Studio di ELTIS.

La manifestazione che ne ha lanciato il progetto “La Città dei Bambini” nel 2019 ha ricevuto il patrocinio dei due Ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti e dell’ATS Val Padana: https://cittadeibambini2019. blogspot.com/

La Tangenziale dei Bambini è un percorso casa-scuola e scuola-centro storico pedonale ciclabile, che incentiva la mobilità scolastica sostenibile. Renderla permanente come Progetto Pilota italiano è fondamentale per cambiare le abitudini di spostamento delle nuove generazioni di tutta Italia, perché è ormai un simbolo di cambio di paradigma ed è replicabile su scala nazionale.

Vi ringraziamo fin d’ora per quanto potrete fare affinchè il progetto da sperimentazione si trasformi in infrastruttura permanente attraverso il completamento di alcuni tratti e la messa in sicurezza dei nove percorsi del Metrominuto, che dalla Tangenziale si dirigono verso i centri di interesse come la Biblioteca, le Piazze, le Palestre, il Teatro, i Parchi ed i Musei.

LINK ALLA PETIZIONE SU : http://chng.it/ZZvDzq6Hdx



mercoledì 10 luglio 2019

IN SICILIA ESERCITAZIONI NATO CON PERICOLOSO SOTTOMARINO NUCLEARE


L’ACQUA DEL MARE CONTAMINATA 3 Luglio PROFEZIA San Michele Arcangelo

Ascoltate bene questo messaggio e poi leggete quanto di seguito riportato (anche il video sotto) per avere più elementi di giudizio. Nel nostro mare è in corso una vera "battaglia navale" sottomarina. D'ora in poi tutti noi, comprese le ONG, gli scafisti e gli immigrati, saremo a rischio contaminazione nucleare! 



Scoppia incendio su sottomarino russo, morti 14 marinai


Esercitazioni NATO in Sicilia

C’è un sottomarino a propulsione nucleare tra le unità da guerra impegnate nella vasta esercitazione NATO Dynamic Manta 2019 attualmente in corso nelle acque della Sicilia orientale. Si tratta dell’HMS Ambush (S120), sommergibile della classe “Astute” della Marina del Regno unito. Operativo dal 2013, l’HMS Ambush imbarca due reattori nucleari PWR 2 prodotti dalla Roll Royce e che dovrebbero assicurare piena autonomia energetica all’unità per i prossimi 25 anni. Da più parti tuttavia ne è stata documentata la pericolosità per la sicurezza e l’ambiente. Un report del novembre 2009 sulla tenuta dei sistemi di propulsione PWR 2 del Defence Nuclear Safety Regulator, l’ente del ministero della difesa britannico a cui è demandato il controllo dei dispositivi nucleari in dotazione alle forze armate, aveva segnalato come questi reattori fossero “potenzialmente vulnerabili in caso di guasto strutturale al circuito primario”, con conseguente pericolo per l’equipaggio e la popolazione civile.

Nel gennaio 2012 fu pure documentata l’esistenza di radioattività nell’acqua refrigerante del reattore PWR 2, a seguito di una microscopica breccia nel rivestimento del combustibile. La Royal Navy secretò l’incidente sino al 2014. Il 20 luglio 2016 lo stesso sottomarino HMS Ambush entrò in collisione nelle acque di Gibilterra con il mercantile Andreas battente bandiera panamense, riportando notevoli lesioni alle attrezzature sonar. Subito dopo la collisione la Royal Navy diffuse un comunicato in cui furono negati danni di ogni sorta al sommergibile e al suo equipaggio, ma le riparazioni allo scafo costarono ben 2,1 milioni di sterline all’erario britannico. Imponente il sistema d’arma a disposizione del sottomarino Ambush: una quarantina tra missili da crociera “Tomahawk” con una gittata sino a 1.600 chilometri e siluri pesanti “Spearfish”.



L’esercitazione NATO Dynamic Manta ha preso il via dai porti di Catania ed Augusta (Siracusa) il 26 febbraio scorso e si concluderà giovedì 8 marzo. Vi partecipano dieci nazioni alleate che simulano una vasta operazione di guerra anti-sottomarini nel Mar Ionio, a poche miglia di distanza dalle coste siciliane e calabresi. “L’esercitazione annuale Dynamic Manta rimane una delle maggiori opportunità per le forze navali della NATO nel mettere in pratica e valutare tutte le loro abilità anti-sommergibili in un ambiente altamente stimolante”, ha dichiarato l’ammiraglio Andrew Lennon, comandante delle forze sottomarine dell’Alleanza Atlantica. “Questa esercitazione è un’opportunità unica per potenziare le capacità di combattimento delle unità navali in tutte e tre le dimensioni della guerra anti-sottomarini in un ambiente multinazionale e con minacce multiple. Noi apprezziamo il supporto da parte della Marina militare italiana nell’ospitare e rendere il più proficua questa esercitazione per rafforzare la nostra interoperabilità e le nostre competenze nella guerra ai sottomarini e alle unità di superficie”.



“La particolarità di Dynamic Manta – prosegue il comunicato del Comando delle forze sottomarine della NATO – consiste anche sulla valutazione dal vivo di ogni singola operazione grazie ad un team composto da esperti basati in un apposito comando nella stazione aeronavale di Sigonella, in grado di elaborare e produrre in tempo reale un’analisi dettagliata dell’operato di ogni singola unità, consentendo quindi ad ogni equipaggio di apportare modifiche o mettere a punto le tattiche di combattimento anti-sottomarini adattandole al complesso e mutevole contesto reale; inoltre ogni unità, sia di superficie che subacquea, avrà l’opportunità di condurre una serie di operazioni con la possibilità di essere a turno cacciatore o preda”.

Al Dynamic Manta 2019 sono impegnati circa 3000 militari, cinque sommergibili, nove navi di superficie e otto aerei pattugliatori. I paesi partecipanti sono Italia, Canada, Francia, Grecia, Spagna, Turchia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti. L’Italia assicura il supporto logistico alle forze aeronavali con la base navale della Marina Militare di Augusta (utilizzato in particolare per l’approdo dei sottomarini, compreso l’HMS Ambush), il porto di Catania, la base aerea di Sigonella e la stazione elicotteri di Catania-Fontanarossa, contigua allo scalo aereo civile etneo. Prima di raggiungere la Sicilia, il sottomarino della Royal Navy ha fatto una sosta tecnica da Gibilterra il 13 febbraio, suscitando le vibrate proteste dei pacifisti e degli ecologisti locali che da anni lottano contro gli approdi di unità da guerra a capacità e propulsione nucleare nelle acque antistanti la Rocca-colonia che il Regno Unito possiede nella penisola iberica dal 1713.

La propulsione nucleare navale 

L'uso dell'energia nucleare in ambito militare non si è limitato nel corso degli anni alla produzione di armamenti di potenza devastante, che tuttora insidiano il mondo; l'energia nucleare è stata utilizzata anche per scopi meno distruttivi ma comunque notevolmente pericolosi come la propulsione di navi e sottomarini. Il pericolo consiste nel fatto che, come vedremo, l'uso dell'energia atomica in ambito militare non viene fatto seguendo i criteri di sicurezza e precauzione applicati nel campo civile, con conseguenti gravi rischi per la popolazione e per l'ambiente. 
Senza entrare nel merito della validità del nucleare come fonte di energia, anche i suoi fautori concordano sulla necessità di applicare tutte le misure necessarie a proteggere quanto più possibile l'ambiente e le persone. 
Nel caso specifico della Marina, l'energia nucleare viene utilizzata come sistema di propulsione, però solo le navi e i sottomarini militari ne sono dotati, mentre nel civile questa possibilità è stata utilizzata solo in rarissimi casi (alcuni rompighiaccio russi e qualche sottomarino a scopo scientifico/oceanografico).
Il rilevante svantaggio della propulsione nucleare marina è la sicurezza, ovvero il garantire che non vi siano rischi ambientali dovuti all'emissione di radioattività o ad eventuali incidenti. 
Purtroppo però tali svantaggi vengono fortemente ridimensionati in campo militare, dove non mancano i soldi e dove la sicurezza è subordinata ad altri interessi. 

L'insicurezza intrinseca e i possibili incidenti 

Per sicurezza intendiamo l'applicazione di tutti quei sistemi tecnologici in grado di prevenire o rimediare ai possibili problemi che possono insorgere durante il funzionamento del reattore nucleare e che possono provocare gravi ripercussioni sulle persone e sull'ambiente. 
In campo civile esistono numerosi sistemi di sicurezza e di emergenza obbligatori, però su un sottomarino tutto questo non è fisicamente possibile, per ragioni di spazio e di funzionalità. 
Di conseguenza ci ritroviamo col paradosso che reattori nucleari che non otterrebbero la licenza in nessuno dei paesi che utilizzano l'energia atomica, circolano invece liberamente nei mari. 
Inoltre questi sottomarini affrontano condizioni operative pericolose per via del loro impiego militare anche in tempo di pace (esercitazioni, pattugliamento ecc...) che possono comportare altri incidenti (esplosione di siluri, collisioni, urti col fondale) dalle conseguenze catastrofiche per l'impianto nucleare a bordo.

Rischi di incidenti 

Tutto questo sistema così complesso può subire vari tipi di incidenti. 
Il surriscaldamento del nocciolo (dovuto a un errato controllo con le barre o al mancato funzionamento del circuito di raffreddamento) comporta un danno del nocciolo che renderà meno efficace il reattore e una contaminazione dell'acqua di raffreddamento che poi dovrà essere in qualche modo gestita. Lo stesso reattore diventa poi problematico da gestire una volta ultimato l'uso, al punto che spesso sono stati scartati (sottoterra o sottacqua) perché era troppo costoso o rischioso rimuovere il combustibile dal reattore spento. 
Un eccessivo surriscaldamento del nocciolo può portare all'esplosione del reattore o alla fusione del nocciolo; ambedue questi scenari sono catastrofici perché comporterebbero la diffusione di alti livelli di radioattività nell'ambiente circostante. 
L'avaria all'impianto di raffreddamento (LOCA Loss of Cooling Accident) è un incidente pericoloso perché appunto può generare quanto sopra (il surriscaldamento del reattore) ed è difficile da gestire per via dell'alta pressione dell'acqua nel circuito primario. Per questo nei reattori commerciali di norma viene previsto un sistema di raffreddamento di emergenza (ECCS) che però non può esser implementato nei sottomarini. 

Un esempio tra i tanti: il sottomarino nucleare d'attacco britannico HMS Tireless il 12 maggio scorso, mentre era al largo della Sicilia, ha subito proprio un LOCA, ha spento il reattore e si è diretto verso Gibilterra (pare che abbia chiesto di entrare in un porto italiano ma che ciò gli sia stato negato). Non è stato reso noto nei dettagli quello che è successo, però il fatto che il Tireless venga mantenuto a Gibilterra, provocando proteste da parte della popolazione e una mezza crisi diplomatica con la Spagna, fa pensare che il reattore sia rimasto fortemente danneggiato e che sia impossibile sia ripararlo in loco che trasportarlo in Gran Bretagna. 
Il LOCA è stimato dal MoD britannico con una probabilità di 1 su 10.000 anni di funzionamento del reattore; sembrerebbe più Luckless che Tireless... se non fosse che questo difetto è stato riscontrato su tutti i sottomarini delle calassi Trafalgar e Swiftsure. 
Quindi non è questione di sfortuna, è che gli errori di progettazione sommati alla mancanza di sistemi di emergenza e all'operatività critica, rendo questi reattori delle potenziali bombe ambientali. 
Gli incidenti verificatisi in questi anni sono tanti, se dovessimo raccontarli tutti facciamo notte... . 
Al momento 6 sottomarini nucleari sono in fondo al mare, 2 statunitensi e 4 russi . 
Lo statunitense Tresher per cedimento strutturale mentre l'altro (Scorpion) per motivi ignoti. 
Un russo (K219) è affondato per l'esplosione di un siluro, altri 2 (K8 e K278) per incendi a bordo, l'ultimo russo (K141 Kursk) per motivi ignoti. 
Un altro sottomarino nucleare russo (K27) aveva il reattore danneggiato e impossibile da gestire per cui è stato intenzionalmente affondato nel mare di Kara. 
Ricordiamo che i sottomarini in genere sono progettati per resistere alla pressione del mare non oltre i 500 metri di profondità, quindi possiamo immaginare cosa succede se un sottomarino affonda e finisce a profondità maggiori. 
In alcuni casi i sottomarini trasportavano testate nucleari; in tutti i casi "si dice" che il reattore è stato spento in tempo e fino in fondo 
Occorre a onor del vero raccontare che in alcuni incidenti vari marinai russi hanno sacrificato la propria vita per spingere manualmente le barre di controllo fino in fondo e assicurare lo stop del reattore 
Questi appena elencati sono i casi eclatanti, ma sono molti di più gli incidenti noti che pur senza provocare l'affondamento del sottomarino hanno però provocato una diffusione di radioattività.
Come se ciò non bastasse, la sicurezza operativa delle navi a propulsione nucleare è secondaria ad altre ragioni, strategiche, di produzione e di presenza della flotta. Proprio questa secondarietà della sicurezza rispetto agli interessi militari rappresenta l'aspetto più inquietante e preoccupante.
Alexander Nikitin è un ex ufficiale della marina militare russa che ha fornito molte informazioni sulla produzione dei sottomarini nucleari russi e su come questa fosse condizionata dalle pressanti richieste dei militari; pur di far fronte ai tempi di consegna non venivano svolti i necessari controlli, sia al termine della produzione che durante la manutenzione. 
Specifichiamo che tutto questo succedeva ai tempi della guerra fredda e non solo ora che l'economia russa è in notevole difficoltà e di conseguenza la marina militare ha subito fortissimi tagli. 

I porti in Italia

Il Mediterraneo è da sempre luogo di passaggio anche per la navi militari; negli ultimi anni poi gli eventi nei Balcani hanno ulteriormente aumentato la presenza della varie marine militari a volte impegnate in vere e proprie operazioni da guerra 
Ogni 6 mesi la flotta atlantica statunitense prevede lo schieramento di un gruppo di battaglia nel Mediterraneo, comprensivo di una portaerei, due sottomarini e altre navi da guerra. La portaerei e i sottomarini sono a propulsione nucleare e molto spesso transitano anche nei porti italiani, che per posizione e per motivi operativi sono frequentemente visitati. 
Inoltre nei mari italiani si svolgono spesso esercitazione che coinvolgono tutte le navi da guerra della Nato in quel momento nel Mediterraneo. 

Non è possibile conoscere con precisione i dettagli dei passaggi delle navi e dei sottomarini perché coperti da segreto militare; però sfogliando il sito della US Navy, leggendo i vari bollettini e altre informazioni tutte disponibili su internet siamo riusciti a ricostruire una parte dei passaggi che è già di per sé significativa. 
L'Italia ha concesso 11 porti per l'ingresso di navi a propulsione nucleare[1]; di questi i più visitati sono due: La Maddalena e, per l'appunto, Napoli. 
La Maddalena ha particolare importanza in quanto vi è dislocata permanentemente una nave in grado di effettuare riparazioni e manutenzione (anche all'impianto nucleare) ai sottomarini USA. Napoli invece sembra essere molto gradita per l'aspetto turistico.

I piani di emergenza 

Come conseguenza alla concessione dei porti militari per il transito di navi a propulsione nucleare, sono stati approntati dalla marina militare italiana dei piani di emergenza che dovrebbero prevedere tutte le modalità operative nel caso dei vari tipi di incidenti possibile. 
Sarebbe opportuno che questi piani venissero diffusi preventivamente alla popolazione, almeno parzialmente per quanto riguarda le misure organizzative che non possono certo essere attuate immediatamente, ma purtroppo questi piani sono stati classificati e così ci si trova nella palese contraddizione tra la volontà militare di mantenere il segreto su cosa succede realmente nei porti e nei mari italiani, e la necessità (stabilita dalla legge) di informazione per la sicurezza della popolazione e dell'ambiente. 
Viene spontaneo chiedersi a che servono i militari .... se, secondo la Costituzione, la difesa della patria è il loro compito principale e per patria non si intendono solo i confini ma anche la popolazione che ci vive dentro, com'è che non diffondono intenzionalmente le informazioni necessarie a garantire questa difesa della gente e dell'ambiente? 
Intanto dalle poche pagine dei piani di emergenza che sono state diffuse, a La Spezia occasionalmente e a Taranto su richiesta di PeaceLink, siamo venuti a conoscenza di scenari apocalittici ma sui quali le autorità competenti non sono informate (e quindi diventano incompetenti) e per di più alcune misure previste nel piano sembrerebbero inadeguate. 
La situazione è quindi parecchio sconfortante: sottostima dei reali rischi, militari preoccupati solo di nascondere, disinformazione, violazioni della legge, autorità non competenti.

La misurazione dell’inquinamento


 

Per completare il quadro sconfortante restano da valutare gli effetti di questo andirivieni di sottomarini nucleari. Indipendentemente dai possibili incidenti, il sistema di propulsione dei sottomarini rilascia nel mare dei radionuclidi che aumentano col tempo e sono rilevabili sia nell'acqua che nei sedimenti marini. 
Il valore della loro presenza è spesso ritenuto "al di sotto della soglia". E' però ben difficile stabilire una soglia al di sotto della quale ci si può ritenere tranquilli ma soprattutto non è la presenza puntuale di radionuclidi in un ambito che è pericolosa. La complessità dell'ecosistema marino e costiero, unità alla varietà dell'alimentazione e della vita umana, rendono molto difficile valutare gli effetti molteplici che si hanno sulla salute dell'essere umano, sia perché si tratta di un insieme enormemente complesso sia perché l'ambito temporale è notevole e purtroppo gioca tutto a favore dell'inquinamento radioattivo (i radionuclidi hanno tutti tempi molto lunghi di dimezzamento, ovvero di perdita delle proprietà radioattive). Purtroppo non mancano i casi in campo militare di clamorose sottovalutazioni degli effetti ambientali delle operazioni militari, con gravi rischi sia per la popolazione che per i militari stessi. Si pensi alla sindrome del golfo e a quanto sta succedendo del Kosovo bombardato con uranio impoverito. 
In merito alla misurazione dell'inquinamento, occorre segnalare una grave carenza metodologica. 
L'approccio alla valutazione del rischio ambientale resta fortemente riduzionista, basandosi solo sulla presenza dei radionuclidi nell'acqua o nei sedimenti. 
In realtà si potrebbe avere una valida analisi della situazione ambientale utilizzando dei bioindicatori, ovvero organismi presenti in ambito marino o anche terrestre e che assorbendo i radionuclidi per varie vie possono rappresentare un valido segnale per comprendere come i radionuclidi arrivano poi all'organismo umano. 
Purtroppo però, nonostante questo aspetto sia stato segnalato da tempo[2], sembra persistere una volontà di tranquillizzare la popolazione evitando la diffusione di notizie allarmanti e l'applicazione di metodi efficaci per valutare l'inquinamento.

La situazione a Napoli

Napoli come abbiamo detto è un punto di passaggio "turistico" e quindi non è esposta ai medesimi rischi di porti dove invece vengono effettuate le operazioni di manutenzione dei sottomarini. 
Non può però ritenersi completamente sicura, sia perché gli eventuali incidenti sono imprevedibili e potrebbero capitare anche a un sottomarino ormeggiato nel porto di Napoli (è già successo nel 1968 allo Scorpion, affondato poi dopo pochi giorni), sia perché in ogni caso, di fronte a situazioni di estrema urgenza, il porto di Napoli potrebbe essere utilizzato lo stesso anche se non attrezzato per ospitare un sottomarino in avaria. 
Nell'ambito delle rilevazioni dell'inquinamento che dovrebbero essere effettuate dagli enti preposti osserviamo una grave carenza. Come evidenziato nei grafici allegati, a Napoli (o più in genere nel Meridione, visto che anche Taranto ha una situazione simile) da tempo non vengono effettuate analisi nonostante i valori fossero significativi e richiedessero ulteriori approfondimenti.

Che fare? 

Approfittiamo quindi di questa occasione partenopea del convegno sul nucleare per lanciare qualche proposta pratica. 
Così come è stato fatto in altri porti italiani, sarebbe opportuno presentare anche a Napoli la richiesta di visione del piano di emergenza, così come previsto dalla legge. 
Si tratta di un diritto dei cittadini che viene tuttora ostacolato o negato dai prefetti di varie città in nome del segreto militare, ma è importante mantenere alta la pressione sulle istituzioni per spingerle a chiarire (se necessario in sede parlamentare) questa situazione di cui abbiamo già mostrato la grave contraddizione. 
Un altro diritto dei cittadini napoletani che viene tuttora ignorato sarebbe quello di essere informati sulla presenza di navi a propulsione nucleare nel porto. 
Si tratta di una misura prevista dai piani di emergenza ma che non viene attuata in nome di una segretezza contraddittoria e per di più anche fuori luogo visto che, a quanto ci risulta, non siamo in stato di guerra e non si vede cosa ci sia di così importante da nascondere. 
Allo stesso tempo è assai importante operare i necessari controlli sull'inquinamento ambientale: indipendentemente dal fatto che transitino sottomarini nucleari, è fondamentale che la cittadinanza napoletana sappia lo stato del proprio ambiente.

C.P.

https://www.peacelink.it/disarmo/a/1471.html

http://www.iskrae.eu/sicilia-esercitazioni-nato-pericoloso-sottomarino-nucleare/


giovedì 4 luglio 2019

Aggiornamento 3 Luglio – DNI

Pressione dall'Asia 1-3 Luglio 2019
Pressione dall’Asia 1-3 Luglio 2019
La prima immagine in questo aggiornamento mostra la spinta inizialmente sulla M5 che proviene dall’Asia e si è manifestata in Afghanistan, un’altra spinta verso Asia ed Europa proviene dall’Oceano Indiano ed ha origine dal trasferimento di pressione all’Indonesia.
La prima delle due ha originato dei movimenti a valle in Iran e continuando il suo trasferimento, la pressione ha generato oggi una scossa in Grecia nella zona di Creta.
La seconda spinta dall’Indiano potrebbe causare altri movimenti sulle coste del Pakistan e Iran ma anche risalendo il Mar Rosso e rilasciando la pressione nelle zone del Mar Morto e di Cipro.
La seconda immagine mostra la situazione in Europa di questi ultimi 2/3 gironi con i movimenti che mostrano come la spinta della pressione in trasferimento abbia raggiunto la zona attiva in questo momento che è quella tra Albania e Grecia, apparentemente questa ha bloccato ulteriori movimenti a nord nella ex Iugoslavia.
In Italia le relativamente scosse leggere si stanno manifestando al centro, mentre la pressione dei movimenti dei giorni precedenti ha continuato l’espansione come al solito verso Francia, Pirenei e Gibilterra-Azzorre.
E’ possibile che vedremo il solito movimento sulla M3 in Romania e ancora movimenti in Italia, sulla M3, al centro e al sud.
Dutchsinse Previsione Terremoti Italia - Scosse Europa 2-3 Luglio 2019

mercoledì 3 luglio 2019

SITUAZIONE REAL TIME DEI VULCANI STROMBOLI, POPOCATEPETL, YELLOWSTONE, SAKURAJIMA E ETNA







C'entra forse l'eclisse solare del 2 luglio 2019?



Incinta, con la pancia piena di plastica: così muore una balena in Costa Smeralda

















Incinta, con la pancia piena di rifiuti: così muore una balena in Costa Smeralda.


La plastica, denuncia il Wwf, è uno dei peggiori nemici delle specie marine, insieme a pesca intensiva, inquinamento acustico e cambiamenti climatici. Il 95% dei rifiuti che soffocano i nostri mari è costituito proprio da plastica. Con il ritrovamento a Porto Cervo in Sardegna della giovane femmina di capodoglio di 8 metri, il Wwf ha ricostruito alcuni dei casi più recenti di spiaggiamenti di cetacei con presenza di plastica nello stomaco.

Plastica nello stomaco: i casi più recenti
A febbraio 2018 in Spagna (spiaggia di Cabo de Palos), un capodoglio maschio di 10 metri è stato trovato spiaggiato con nello stomaco un enorme bidone di plastica, sporte di plastica, boe, corde, pezzi di rete e immondizia di ogni tipo. In totale, 29 chili di rifiuti prodotti dagli umani finiti nello stomaco di un singolo capodoglio.
A maggio 2018 in Grecia, un capodoglio con 100 sacchetti di plastica dallo stomaco è stato trovato morto al largo dell'isola di Mykonos.



A giugno 2018 in Thailandia, un globicefalo è morto nelle acque della Thailandia per aver fatto indigestione di 80 grossi sacchi di plastica abbandonati in mare.
A novembre 2018 in Indonesia, un capodoglio è stato trovato morto dopo aver ingerito un'inquietante raccolta di rifiuti di plastica, tra cui 115 bicchieri, 25 sacchetti di plastica, bottiglie, due infradito e una busta contenente più di 1.000 pezzi di spago. In tutto, il contenuto di plastica nello stomaco del cetaceo, arrivava a pesare circa 6 chili.
A dicembre 2018 in Italia, il capodoglio Leopoldo trovato la mattina del 24 dicembre spiaggiato senza vita a Ischia non è morto a causa della plastica. Tuttavia, all'interno del suo stomaco sono state trovate diverse borse di plastica e uno spesso filo di nylon.
A gennaio 2017, uno zifio è stato soppresso dopo essersi spiaggiato su un'isola norvegese. L'esame autoptico ha rivelato ben 30 sacchi di plastica all'interno del suo stomaco.
Secondo il Wwf, senza provvedimenti, entro il 2050, nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce e il Mediterraneo rappresenta un'area trappola con livelli record di inquinamento da microplastiche che minacciano la vita marina e la salute umana. Oltre il 90% dei danni provocati dai nostri rifiuti alla fauna selvatica marina è dovuto alla plastica, che non solo può essere ingerita dalle specie ma che può anche intrappolarle.

martedì 2 luglio 2019

Salviamo le nostre api! Fermiamo Vespa Velutina!

IN ITALIA SI RIVEDE LA TEMUTA VESPA VELUTINA DI "FATTURA CINESE"

Salviamo le nostre api! Fermiamo Vespa Velutina!

Sono un apicoltore della provincia. Vi scrivo con l’intento di sensibilizzare i lettori varesini in merito all’ennesimo grave problema che attanaglia l’apicoltura italiana del quale, si sente parlare poco in TV e spesso non correttamente anche sui giornali. Si diffonde così spesso un ingiustificato allarmismo al grido di “è arrivata la vespa cinese”.
È necessario quindi parlare di una vespa invasiva che è dietro alle nostre porte.
Sto parlando di “Vespa Velutina”.
Essa rappresenta una specie invasiva, entrata in Europa dall’Asia nel 2004 e diffusasi in Francia in primis, poi Spagna, Portogallo e Italia. Dove passa distrugge letteralmente l’ambiente, nutrendosi per i 2/3 della sua dieta, di api e di altri impollinatori, rovinando le frutticolture e rappresentando un pericolo per l’incolumità delle persone, in quanto aggredisce chi per sua sfortuna si dovesse trovare in prossimità del loro nido (entro 5m).
I danni all’apicoltura sono ingenti. Le arnie vengono prese letteralmente d’assalto. Le api muoiono poiché non riescono a difendersi e non uscendo più dal nido, non riescono più a bottinare sui fiori costringendo l’alveare al collasso. In Francia si parla di perdite del 50l numero di alveari, in seguito all’arrivo della velutina, e in Liguria, la regione italiana dove tale vespa è presente, la percentuale è la medesima. Costringendo molte apicolture alla chiusura.
Condivido, nella speranza che molti anche non apicoltori (soprattutto) si mobilitino per fermarne l’avanzata, alcuni video realizzati dal CNR.
Sappiamo benissimo quanto l’apicoltura incida come attività agricola sull’economia della nostra provincia. Se vogliamo poter degustare in futuro il nostro miele varesino di acacia DOP (la cui produzione è già in seria difficoltà per il meteo avverso di questi giorni), aiutando le nostre api e i nostri apicoltori, dobbiamo collaborare tutti e muoverci in anticipo.
Grazie!

Video:
Come contrastarne l’avanzata:

Come distinguerla dalla nostra vespa crabro e riconoscerla:


lunedì 27 maggio 2019

Violentissimo terremoto in Peru', la terra si sposta di 4 metri!!!

27/05/2019 - Un potentissimo terremoto di magnitudo 8.0 della scala Richter, forse il piu' potente del 2019, ha colpito il nord del Peru' mentre che questa mattina in Italia erano le 09:41.


L’epicentro del sisma è stato stimato a 75 chilometri a sudest della città di Lagunas, con ipocentro a 109 chilometri di profondità. Secondo ultime notizie si sono verificati numerosi crolli e feriti.



https://terrarealtime.blogspot.com/2019/05/violentissimo-terremoto-in-perula-terra.html

martedì 21 maggio 2019

E' "L'apocalisse": trovate 10mila api morte in Veneto!



09/05/2019 - Gli apicoltori intorno al Piave denunciano l’uso di pesticidi a base di neonicotinoidi. Non è la prima volta che succede. Nel 2018 erano stati trovati morti 60mila insetti impollinatori.

10mila api morte sono state ritrovate dagli apicoltori di Musile, comune veneto compreso tra i fiumi Piave e Sile. Le prove raccolte sinora fanno pensare al solito colpevole: i pesticidi a base di neonicotinoidi. Gli apicoltori infatti denunciano l’uso di diserbanti spruzzati vicino a fossati e corsi d’acqua, che inquinano fiori ed erba e di conseguenza anche le api, morte in massa davanti ai loro alveari.
Nel giugno 2018 un caso analogo: trovate morte 60mila api. Non è la prima volta che nel basso Piave si assiste a una morìa del genere: a giugno dello scorso anno, infatti, dall’altra parte del Piave, nella provincia di Treviso, c’era stata una vera e propria strage con 60mila api morte, almeno 20mila per arnia. In quel caso un’indagine della procura di Udine aveva portato alla denuncia di 38 persone per inquinamento ambientale: l’utilizzo di neonicotinoidi e antiparassitari nei campi di mais avrebbe infatti causato uno spopolamento degli alveari. Proprio su questo punto, gli agricoltori friulani hanno annunciato una manifestazione di protesta nella città friulana con i loro trattori, perché stanchi di essere additati come unici colpevoli. 

La vendita di pesticidi è in crescita

Nonostante i neonicotinoidi siano già stati banditi integralmente da alcuni Paesi, come la Francia, in Italia solo alcuni composti come il clothianidin, thiamethoxam e imidacloprid sono vietati, così come vuole la direttiva comunitaria. Intanto gli apicoltori veneti si dicono preoccupati per come stanno andando le cose:“In questi casi sono sempre i diserbanti a essere i primi incriminati”, ha detto Italo De Pieri, un apicoltore decano di questa attività nel basso Piave.

“Parliamo di sostanze che avvelenano le api e fanno loro perdere l’orientamento. Le api sono sentinelle dell’ambiente, senza di loro scomparirebbe anche il genere umano e la vita sulla terra perché verrebbe a mancare l’agente fondamentale per il ciclo di vita delle piante. Certi segnali non vanno pertanto presi sottogamba o minimizzati perché potrebbero nascondere qualcosa di molto più grave per l’ambiente che ci circonda”. Purtroppo però, come emerso dallo studio del Wwf sui dati Arpav, la vendita dei pesticidi è in crescita: nel 2016 si contavano 16.920 tonnellate in tutto il Veneto pari a 3,4 chili per abitante.

https://terrarealtime3.blogspot.com/2019/05/e-lapecalisse-trovate-10mila-api-morte.html