giovedì 12 agosto 2021

L’ANTICRISTO E I SUOI PARALLELISMI



Alcune recenti catechesi di Pedro Regis, il veggente di Anguera, mi hanno offerto lo spunto per continuare l’analisi mediante le quartine della situazione di crisi in cui è precipitata la Chiesa. In queste catechesi Pedro si è soffermato sulla figura dell’Anticristo identificando la sua azione in quei messaggi che parlano di un “oppositore” (o colui che si oppone a Cristo) che riuscirà ad introdursi all’interno della Chiesa e da lì ad agire nel mondo.
Ha sostenuto che il possibile luogo di origine di questo personaggio sia lo Yemen e che il suo tempo verrà in futuro, in un arco temporale di qualche decennio.
Questa opinione sui tempi deriva da cinque messaggi di Anguera, ancora segreti, che conosce solo il veggente e che gli fanno pensare a questa durata temporale.
Chi mi segue sa che questo scenario è perfettamente in linea con quanto sostengo da tempo e cioè che l’Anticristo opererà dopo il tempo di pace promesso a Fatima, più o meno intorno al 2060.
E anche Pedro ritiene debbano passare ancora trenta o quarant’anni e che lui, probabilmente, non sarà vivo.
La presenza di questo Anticristo tuttavia non deve far dimenticare che già oggi operano vari anticristi, personaggi cioè che agiscono in aperta contraddizione all’insegnamento cristiano. Personaggi che ovviamente godono di ampia influenza nel mondo.

In tal senso il ragionamento di Pedro si è soffermato ancora una volta sulla “falsa chiesa”, quella parte di consacrati cioè che sta rinnegando la Verità del Vangelo per sposare le ideologie del mondo. L’esempio tipico è quello del sinodo tedesco e delle sue derive protestanti.
La falsa chiesa ovviamente opera in condizioni di forza avvalendosi del silenzio se non della complicità di chi dovrebbe invece difendere la vera Chiesa.
Sono pochi e sempre gli stessi i consacrati che difendono pubblicamente la dottrina.
Ho voluto dunque indagare se potesse rintracciarsi nelle quartine una situazione di possibile parallelismo fra i tempi attuali e quelli che dovranno venire.

Siccome il mio interesse fondamentale si sofferma sulla figura di papa Francesco ho voluto usare come base di partenza la quartina 878 analizzata a suo tempo in “Un Soldataccio di Dio” e in articoli successivi. L’articolo è stato scritto nell’Ottobre del 2016, prima cioè che il mio pensiero su questo pontificato cambiasse in seguito ad una rassegnata presa di coscienza su ciò che veramente stava avvenendo.

Se la realtà contraddice la teoria ad essere sbagliata non è la realtà, ma la teoria.

La 878 è al centro anche dei ragionamenti fatti ancora prima, in tempi non sospetti (diciamo così…), riguardanti l’anticristo sudamericano.

Rivediamo dunque la 878:


878
Vn bragamas auec la langue torte,
Viendra des dieux le sanctuaire:
Aux heretiques il ouurira la porte,
En suscitant l'Eglise militaire.

878
Un soldataccio dalla lingua contorta,
Verrà (da) il santuario degli dei:
Agli eretici egli aprirà la porta,
Suscitante la Chiesa militante.


La quartina è ispirata a S.Ignazio di Loyola, soldato di ventura che si convertì fondando una congregazione “militare” volta ad evangelizzare i luoghi più lontani del mondo, come il Sud America, terra pagana dalle molteplici divinità.
Proprio dal Sud America verrà un papa gesuita che aprirà le porte agli eretici.
Partendo da questa quartina, con il solito sistema delle concatenazioni, ho voluto vedere cosa usciva fuori. Ed ecco il risultato:


873
Soldat Barbare le grand Roy frapper,
Iniustement non esloigné de mort
L'auare mere du fait cause sera,
Coniurateur & regne en grand remort.

874
En terre neufue bien auant Roy entré,
Pendant subiets luy viendront faire acueil:
Sa perfidie aura tel rencontré,
Qu'aux citadins lieu de feste & recueil.

875
Le pere & fils seront meurdris ensemble,
Le prefecteur dedans son pauillon:
La mere à Tours du fils ventre aura enfle,
Caiche verdure de fueilles papillon.

876
Plus Macelin que Roy en Angleterre,
Lieu obscur n'ay par force aura l'empire:
Lasche sans foy sans loy saignera terre,
Son temps s'approche si pres que ie souspire.

877
L'antechrist trois bien tost annichilez,
Vingt & sept ans sang durera sa guerre:
Les heretiques morts, captifs exilez,
Sang corps humain eau rogie gresler terre.

878
Vn bragamas auec la langue torte,
Viendra des dieux le sanctuaire:
Aux heretiques il ouurira la porte,
En suscitant l'Eglise militaire.

879
Qui par fer pere perdra n'ay de Nonnaire,
De Gorgon sur la sera sang perfetant:
En terre estrange fera si tout de taire,
Qui bruslera luy mesme & son entant.

880
Des innocens le sang de vefue & vierge,
Tant de maux faits par moyen se grand Roge:
Sains simulachres trempez en ardant cierge,
De frayeur crainte ne verra nul que boge.


La prima cosa che mi ha colpito è la consonanza fra queste quartine analizzate in tempi diversi. La 878 si trova là dove compare la 877 (Anticristo), la 876 (Cromwell, il primo anticristo nostradamico- Risolto il Mistero di Marcellino) e la 879 sul primo viaggio a Lampedusa del pontificato di papa Francesco dove viene inaugurato il tema dei migranti.
Emerge poi la ridondanza di termini negativi: congiura, rimorso, perfidia, eretici, lingua contorta, grandi mali, finire nel fuoco e tempi prossimi.
I versi estrapolati sono i seguenti, direi divisi in due parti.


Coniurateur & regne en grand remort.
Sa perfidie aura tel rencontré,
Le pere & fils, le prefecteur dedans son pauillon
La mere Caiche verdure de fueilles papillon
Son temps s'approche si pres que ie souspire
Les heretiques morts, captifs exilez,
Vn bragamas auec la langue torte,
Aux heretiques il ouurira la porte,
Qui bruslera luy mesme & son entant
Tant de maux faits par moyen se grand Roge:


E questi sono gli stessi riordinati (in blu una parte apparentemente separata molto interessante):


Le pere & fils, le prefecteur dedans son pauillon
La mere Caiche verdure de fueilles papillon
Vn bragamas auec la langue torte,
Aux heretiques il ouurira la porte
Son temps s'approche si pres que ie souspire
Sa perfidie aura tel rencontré,
Coniurateur & regne en grand remort.
Tant de maux faits par moyen se grand Roge:
Qui bruslera luy mesme & son entant
Les heretiques morts, captifs exilez


Il padre e il figlio, il prefetto, saran nella sua dimora
La mater, nel verde leggero nascosta;
Un soldataccio dalla lingua contorta,
Agli eretici aprirà la porta,
Il suo tempo s’avvicina che già io sospiro,
La sua perfidia avrà un tale riscontro,
Che per congiura il regno cadrà in gran rimorso.
Molti mali saran fatti per mezzo di questo gran Rosso:
Che lui stesso brucerà coi suoi intenti.
E gli eretici morti, banditi, esiliati.


Cominciamo dai versi in blu. Sorprendentemente ben descrivono cosa è accaduto a Benedetto XVI. Dopo le dimissioni si è ritirato in Vaticano presso il monastero “Mater Ecclesiae” insieme a Mons. Ganswein.
Quest’ultimo poco prima delle dimissioni era stato nominato prefetto della Casa Pontificia. Il prelato tedesco in diversi articoli è etichettato come una specie di “figlio” per il papa.
Il monastero Mater Ecclesiae è stato specificamente ristrutturato per accogliere il papa emerito e fungere da sua personale dimora vaticana. Così è descritto in wikipedia:


“Il complesso, intitolato a Maria Madre della Chiesa, è stato costruito tra il 1992 e il 1994 al posto di un edificio amministrativo della Gendarmeria Vaticana, integrandolo con la vecchia residenza dei giardinieri. La struttura, a forma di parallelepipedo, è divisa in due parti: a ovest si trova la cappella di due piani, a est gli ambienti monastici e le 12 celle, strutturati su quattro piani. Accanto al monastero si trova un orto, dove vengono coltivate frutta e verdura con metodi biologici. […] L'11 febbraio 2013 padre Federico Lombardi, nel commento ufficiale alla rinuncia al ministero petrino di papa Benedetto XVI, ha annunciato che il monastero avrebbe ospitato il papa emerito appena ultimata la ristrutturazione dell'edificio.
Il 30 aprile 2013 viene reso noto che i lavori di ristrutturazione del monastero sono terminati. Il papa emerito Benedetto XVI vi si è trasferito il 2 maggio 2013, insieme al suo segretario particolare e prefetto della casa pontificia monsignor Georg Gänswein e a quattro Memores Domini.”


I versi successivi ribadiscono quanto visto già in altri articoli: il regno della Chiesa cadrà in una profonda crisi, ma alla fine gli eretici e colui che li ha fatti entrare saranno sconfitti con i loro intenti e rispettive ambizioni. Interessante l’espressione “gran rosso”: in un certo senso questa può essere interpretata in due modi. Rosso come un cardinale o rosso come un rivoluzionario.

Mentre la parte in blu resta ben centrata sulle vicende che riguardano Benedetto XVI la parte successiva cambia il suo significato al cambiare del soggetto.
In questo brano, trattando l’attuale crisi della Chiesa, il soggetto è papa Francesco.
Ma se al posto del “soldataccio di Dio” mettiamo invece “l’Anticristo” ecco che l’azione nefasta contro la Chiesa si sposta verso uno scenario futuro.

Questo è il parallelismo di cui parlavo e che in un certo senso ha analizzato anche Pedro Regis. Verrà un Anticristo, ma anche oggi ce ne sono diversi. Sia quelli di oggi che quelli di domani attaccheranno la Chiesa, vorranno colpirla dall’interno, vorranno introdursi in essa e grazie a ciò agire nel mondo. E potranno farlo grazie al tradimento e al silenzio di molti.
Il brano è perfettamente applicabile ad entrambi gli scenari.
Tra l’altro in alcune tradizioni, soprattutto islamiche, l’Anticristo sarà rosso di capelli.
Un particolare ulteriore da non sottovalutare per “il grande Rosso”.

In prosa il brano può essere letto così:

“Il Padre insieme al “figlio”, prefetto della Casa Pontificia, saranno nella sua dimora personale, la Mater Ecclesiae, nascosta nel verde. Verrà un gesuita dal parlare ambiguo (verrà l’Anticristo) che aprirà la porta agli eretici. Il suo tempo s’avvicina che già sospiro. La sua perfidia sarà grande che a causa di questo congiurato la Chiesa cadrà in gran costernazione. Molti mali si compiranno per questo gran Rosso ma alla fine lui stesso brucerà con le sue ambizioni e gli eretici saranno banditi o moriranno.”

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