domenica 20 dicembre 2020

Coronavirus, nuovo ceppo: i rischi per il vaccino e la previsione per il 2021


Covid, professore di Oxford: “Virus muta troppe volte, il vaccino potrebbe essere inutile”. La mutazione del Sars-Cov-2 scoperta in Gran Bretagna potrebbe costituire un pericolo per la scoperta del vaccino, ma a Oxford destano preoccupazione altri aspetti del contagio. Il vaccino anti Covid potrebbe innescare una seconda infezione a causa della mutazione delle proteine spike del virus....
 
Richard Moxon, fondatore dell’Oxford Vaccine Group dell’Università inglese che si occupa della sperimentazione del vaccino anti Covid, ha dichiarato che un mutazione potrebbe “cambiare improvvisamente il comportamento del coronavirus”, rendendolo più aggressivo o infettivo o mettendo a rischio la profilassi. 

E proprio la rapidità con cui il virus muta non lascia tranquilli gli scienziati. Secondo  Moxon, il siero potrebbe non bastare, in quanto il virus sarebbe troppo mutevole. Queste continue metamorfosi potrebbero rendere dunque inefficace il vaccino.

Moxon ha specificato che una mutazione può “cambiare improvvisamente il comportamento del virus” e questo lo renderebbe più pericoloso e, di conseguenza, del tutto inutile la somministrazione del vaccino. Il professore e pediatra ha comunque chiarito che la paura riguardo all’impatto delle mutazioni sul vaccino non hanno alcun fondamento.

Il vaccino Covid protegge dalla malattia insegnando al sistema immunitario come combattere il patogeno. Crea anticorpi, proteine ​​che combattono le malattie prodotte e immagazzinate per combattere gli invasori in futuro attaccandosi alle loro proteine ​​spike. Ma se non sono in grado di riconoscere le proteine ​​perché sono mutate, significa che il corpo può lottare per attaccare un virus la seconda volta e portare a una seconda infezione.


La popolazione della Gran Bretagna e di tutta Europa sta osservando con attenzione il nuovo ceppo appena scoperto, che sarebbe molto più contagioso di quello che ha causato le prime due ondate.
Nuovo ceppo di coronavirus: perché (non) dovremmo preoccuparci

Tuttavia il docente ha sottolineato che i timori riguardo il nuovo ceppo di Sars-Cov-2 scoperto in Gran Bretagna sono “infondati”. L’esperto ha spiegato che il coronavirus è già mutato numerose volte da quando è stato identificato per la prima volta, e nessun ceppo si è dimostrato capace di rendere inefficace il vaccino.

“Dovremo monitorare costantemente il comportamento del coronavirus e la sua evoluzione molto attentamente“, ha sottolineato Richard Moxon. “Non sapremo mai quando una mutazione genetica potrebbe avvenire, cambiando improvvisamente il comportamento del virus e causando una malattia più aggressiva o addirittura problemi con il vaccino“.

Il mondo “ha avuto fortuna” visti i “molti, molti cambiamenti” del virus, dato che finora non si sono verificati questi scenari. Per questo bisognerà tenere sotto controllo l’infezione per “evitare che il virus stia un passo avanti rispetto a noi” e non si riesca a individuare tempestivamente un nuovo ceppo.
Vaccino anti Covid: come funziona e perché potrebbe fallire

La profilassi protegge dalla malattia “insegnando” al sistema immunitario a combattere il patogeno, creando anticorpi che attaccano il virus legandosi alla proteina Spike, di cui è composta la corona da cui prende il nome. Se questa proteina dovesse mutare, gli anticopri potrebbero non riconoscerla più, rendendo il corpo vulnerabile a una nuova infezione e i vaccini che abbiamo finora inutilizzabili.
Vaccino anti Covid: la preoccupazione dello scienziato di Oxford

La più grande preoccupazione degli scienziati, ha spiegato il ricercatore, sono le conseguenze a lungo termine del Covid e la loro durata. Inoltre un piano vaccinale globale appare ancora complicato.

“Dobbiamo prendere in considerazione il fatto che i nostri vaccini, che sono lo strumento principale per combattere la malattia, hanno bisogno di arrivare in tutto il mondo. E questa è un’impresa piuttosto ardua, dal punto di vista economico, sociale e non solo.

“Spero che l’utilizzo della mascherina diventi una pratica sempre meno diffusa dall’inizio del 2021“, ha aggiunto il docente emerito di Oxford, prevedendo un nuovo ancora caratterizzato per tre stagioni dalla lotta al virus.

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