STANNO ACCELERANDO IL GRANDE RESET MONDIALE
Il World Economic Forum ha mappato centinaia di problemi globali e loro interdipendenze insieme ad esperti provenienti da università, think tanks, organizzazioni internazionali o altre istituzioni di ricerca. Stanno effettivamente accelerando un reset mondiale, ma senza la partecipazione attiva del 99% della popolazione. I loro "esperti" altro non sono che gli stessi che hanno causato il critico stato di cose in cui versa il mondo. Come voler chiedere ad un maiale di pulirsi il recinto.
A chiamare all’appello miliardari e filantropi da ogni angolo del globo ci ha pensato nientemeno che l’eterno erede al trono britannico, il principe Carlo. Nel discorso inaugurale per il lancio de “Il Grande Reset”, un’iniziativa da lui promossa al World Economic Forum di Davos di giugno, Carlo ha parlato di un’opportunità d’oro per ricavare qualcosa di buono da questa crisi. Le sue ripercussioni senza precedenti potrebbero rendere la gente più ricettiva a grandi visioni di cambiamento.
Per i malpensanti la teoria del complotto è praticamente servita su un piatto d’argento: potremmo infatti avere a che fare con una tipica operazione di ingegneria sociale sul modello problema — reazione — soluzione. Come spiegato da Noam Chomsky nel suo “Media Control: The Spectacular Achievements of Propaganda” (2002), i mass media sono soliti concentrarsi su un problema specifico proprio per suscitare una forte reazione nell’opinione pubblica e prepararla così ad accettare una soluzione prestabilita. Ad esempio si può orchestrare una crisi economica per limitare i diritti civili ed imporre un regime di austerity. In tal caso il “problema” produce uno stato di incertezza ed ansietà generale che spiana la strada alla messa in atto della “soluzione” desiderata. Come diceva Attali, la paura gioca sempre un ruolo chiave nei cambiamenti sociali.
Come ha affermato un altro grande vecchio della politica internazionale, Henry Kissinger, questa pandemia “cambierà per sempre l’ordine mondiale”.
Al summit virtuale di Davos c’erano alcune tra le più importanti personalità del panorama politico ed economico mondiale: oltre al sopracitato principe Carlo, erano presenti Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum, António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, e Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Per Schwab, “è arrivato il momento di un ‘grande reset’ del capitalismo” globale:
Tutti i paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, devono partecipare, ed ogni industria, da quella del petrolio e del gas a quella tecnologica, devono essere trasformate… La pandemia ci ha mostrato quanto rapidamente possiamo effettuare cambiamenti radicali nel nostro stile di vita… e rappresenta una rara quanto stretta finestra di opportunità per riflettere, ripensare e riorganizzare il nostro mondo.
Ma cosa significa davvero tutto questo? L’agenda del Grande Reset è composta da tre parti principali, che chiameremo:
– Globalizzazione;
– Decarbonizzazione;
– Digitalizzazione.
Sulla decarbonizzazione industriale siamo tutti d'accordo, ma considerare globalizzazione e digitalizzazione come soluzione anziché parte del problema, è tipico di quell'1% che detiene il doppio della ricchezza di 6,9 miliardi di persone. E' proprio alla globalizzazione e all'esaltazione esagerata della digitalizzazione come "deus ex machina" che dobbiamo epidemie, inquinamento e annichilimento della parte più vera e spirituale dell'umanità.
Il tema dell’Agenda 2030 è un “mondo sostenibile” che viene definito come un mondo con parità di reddito (tutti uguali col basico reddito di sussistenza?), parità di genere, vaccini per tutti sotto l’OMS e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) della Bill & Melinda Gates Foundation.
La dichiarazione del Forum Economico Mondiale di fare un Grande Reset è il solito tentativo di far avanzare l’Agenda 2030, un “Green New Deal” globale sulla scia delle misure pandemiche covid19. Le hanno imposte, tutti si sono sottomessi, quindi ora si può realizzare tutto. I loro stretti legami con i progetti della Gates Foundation, con l’OMS e con l’ONU suggeriscono che potremmo presto affrontare un mondo molto più sinistro dopo la pandemia di covid19. L'unico Grande Reset a cui pensano "quelli di Davos" non contempla il restante 99% della popolazione mondiale.
Cinzia Palmacci
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