mercoledì 13 maggio 2020

Un’infermiera di New York:”stanno uccidendo i pazienti Covid con i respiratori”


Un’infermiera di New York:”stanno uccidendo i pazienti Covid con i respiratori”

Una testimonianza drammatica che racconta l’orrore che si sta vivendo in un ospedale di New York.

E’ esattamente questa la parola usata, orrore, da un’infermiera americana in prima linea nella lotta contro il Covid-19.

“E’ un film dell’orrore, ma non per la malattia ma per il modo nel quale viene trattata.”

Tutto questo infatti non deriverebbe dagli effetti devastanti che il virus avrebbe sui pazienti infetti, quanto dalle terapie che stanno praticamente portando alla morte certa delle persone.

Le terapie in questione sono i respiratori artificiali che starebbero provocando una vera e propria strage negli ospedali americani.

La donna ha affidato la sua denuncia ad un’altra sua amica infermiera, Sara NP, per timore che i pazienti della struttura sanitaria dove lei si trova possano subire conseguenze negative

I respiratori artificiali stanno uccidendo le persone

La testimonianza descrive sostanzialmente degli scenari che assomigliano più a dei gironi danteschi che a degli ospedali dove si dovrebbero curare le persone.

Sara dichiara che i parenti delle persone affette da Covid vengono immediatamente ricoverati nelle terapie intensive e da lì attaccati ai respiratori artificiali.

Ma le macchine che dovrebbero tenere in realtà in vita i pazienti si starebbero rivelando letali invece per la loro salute.

La ragione è stata spiegata precedentemente da un altro medico newyorchese, il dottor Cameron Kyle-Sidell, in servizio al Maimonides Medical Center di New York.

Il dottor Kyle-Sydell aveva spiegato come i respiratori artificiali stessero provocando dei gravi danni ai polmoni dei pazienti per l’eccessiva pressione che questi mettevano sul loro apparato respiratorio.

L’80% dei pazienti sui quali vengono usati questi macchinari, muore.

Questo si spiega con il fatto che il Covid-19 non è una polmonite, ma una patologia indotta viralmente.

Conclusioni simili sono state raggiunte dal dottor Giampaolo Palma, cardiologo con esperienza ventennale in servizio presso un centro Trombosi di Salerno, che ha spiegato chiaramente come questo virus non attacchi in prima istanza i polmoni, ma i vasi sanguigni.

Ora la testimonianza dell’operatrice sanitaria americana getta un’ombra ancora più inquietante sulle terapie dei pazienti da Covid.

Per l’infermiera, questi protocolli di cura errati che stanno di fatto uccidendo i newyorchesi contagiati dal Covid non sarebbero il prodotto di una già sconvolgente negligenza, ma piuttosto il risultato di una apparente volontà di uccidere quelle persone.

“Le persone sono malate, ma in realtà non dovrebbero esserlo. Le stanno ammazzando, non le stanno aiutando. I pazienti sono lasciati marcire e morire. Uccidono le persone e non importa nessuno.”

Queste le sconvolgenti rivelazioni di Sara che non esita a pronunciare la parola “omicidio” per descrivere quanto sta accadendo negli ospedali di New York.

La comunità scientifica americana e internazionale è stata già informata dei danni che i respiratori artificiali hanno provocato ai pazienti, e ci si chiede se a questo punto una delle cause che ha portato all’anomalia dei morti di Bergamo e Brescia a marzo non sia proprio attribuibile al loro utilizzo errato.

Ad ogni modo, la denuncia dell’infermiera americana già molto grave assume toni ancora più sconcertanti quando riporta come i contagiati una volta entrati in ospedale perdano la possibilità di restare in contatto con le loro famiglie.

“I pazienti non sanno nulla di questo. Non hanno la famiglia con loro. Non c’è nessuno lì con loro che li possa difendere. Sono spaventati e accosentono alle cure.”

I pazienti positivi al Covid-19 una volta ricoverati nei reparti dedicati esclusivamente a questa patologia, perderebbero la possibilità di interagire con i loro cari.

Dal momento quindi che un parente dà il consenso per ricoverare un proprio famigliare in queste strutture, non c’è più possibilità di tornare indietro.

“I vostri cari non vi avranno lì con loro per difenderli, dal momento che una volta che entrano dentro, a voi sarà vietato l’accesso. Non date l’autorizzazione all’intubazione se non volete essere intubati. Una volta che date il vostro consenso, potreste non venirne più fuori.”

Dunque una volta che qualcuno finisce in questi reparti, viene automaticamente intubato e si rischia di non poter interrompere più questa terapia.

L’operatrice sanitaria raggiunge le stesse conclusioni del dottor Kyle-Sydell quando descrive gli effetti devastanti che i respiratori avrebbero sui pazienti.

“I respiratori hanno una pressione piuttosto elevata che causa dei barotraumi che portano a danneggiare i polmoni.”

La condizione di trauma polmonare quindi è la diretta conseguenza dell’eccessiva pressione dei respiratori.

I pazienti di conseguenza non muoiono per l’infezione da Covid. Muoiono perchè le macchine che dovrebbero tenerli in vita li stanno in realtà uccidendo.

Ma se questo scenario sembra già agghiacciante fin qui, quanto aggiunto da Sara successivamente rende il quadro complessivo ancora più inquietante.

Una volta che i malati smettono di respirare, non viene praticamente alcuna procedura di rianimazione su di loro nè tantomeno viene fatto ricorso al defibrillatore.

La ragione che viene addotta per la mancata assistenza ai pazienti è il timore di contagio, ma di fatto in questo modo le persone vengono lasciate morire.

Inoltre, il personale sanitario di emergenza per fare fronte a questa crisi è stato chiamato, ma secondo quanto riporta l’infermiera, non viene utilizzato.

Centinaia di infermieri sarebbero stati infatti hiamati, ma sono tutti tenuti negli alberghi senza entrare in servizio.

La retorica melensa degli infermieri e dei medici eroi sarebbe così definitivamente smentita. Sara stessa manifesta tutto il suo disappunto per i suoi colleghi che non solo non stanno facendo nulla per salvare vite, ma stanno di fatto procurando la morte di quelle persone.

“Non state nemmeno entrando nelle stanze dei pazienti. Siete dei vigliacchi. State facendo del male alle persone, le state uccidendo, state contribuendo al problema.”

Una strage voluta?

Negli Stati Uniti quindi come in altre parti del mondo si è deciso di provocare intenzionalmente la morte di queste persone con protocolli sanitari completamente errati?

Il dottor Scott Jensen, senatore dello Stato del Minnesota negli USA, ha dichiarato che gli ospedali ricevono il triplo dei fondi governativi se ricorrono all’uso dei respiratori sui pazienti.

Da un lato, quindi le strutture sanitarie hanno un forte incentivo economico ad usare queste macchine sui positivi al Covid, e dall’altro le morti di queste persone innocenti servirebbero ad alimentare il clima di emergenza.

Un’altra agghiacciante conferma in questo senso verrebbe dal giornalista americano Jim Stone che ha riportato l’audio di una donna dominicana ricoverata sempre in un ospedale di New York.

La donna ha mandato un audio al marito nel quale riporta che il personale sanitario avrebbe somministrato dosi di iniezioni letali ai pazienti affetti da Covid, compresa la donna stessa che poi sarebbe deceduta in seguito alla somministrazione della soluzione letale.

Si è giunti dunque a questo punto? Gli ospedali da luoghi di cura sono diventati luoghi deputati all’uccisione delle persone?

Quel che è certo è che intorno a attorno questa crisi da coronavirus ruotano enormi interessi.

Il colonnello Kvachov, ex membro dei servizi segreti militari russi, ha recentemente spiegato come questa pandemia sia in realtà l’evento catalizzatore che le grandi élite globaliste stavano cercando da tempo per ridisegnare un ordine mondiale dove le élite esercitano il controllo assoluto sulla popolazione mondiale.

Se questo nuovo ordine mondiale vedrà la luce, lo farà sul sangue versato dalle persone che stanno morendo in questi giorni.

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